L'Unione Sarda
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
Servizi universitari
Lo sportello di counseling psicologico resterà chiuso per ferie nel periodo dal 12 al 25 agosto. Le richieste d’accesso al servizio pervenute durante la pausa estiva potranno quindi essere accolte a partire dal prossimo 26 agosto
2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 agosto 2019 / Nuoro (Pagina 22 - Edizione CA)
Nuoro
UNA LAUREA PER IL DETENUTO
È la prima laurea conseguita in scienze forestali da un detenuto del carcere di Badu 'e Carros. Un traguardo speciale non solo per lui, ma anche per il polo universitario penitenziario a dimostrazione che è possibile concludere un percorso di studi anche vivendo la difficile realtà carceraria.
«Questa laurea a Nuoro ci rende particolarmente orgogliosi - spiega Emmanuele Farris, delegato del rettore dell'ateneo di Sassari per il polo universitario penitenziario - perché dà senso a tanti sforzi che insieme all'amministrazione penitenziaria portiamo avanti da anni anche nel carcere di Nuoro. Il fatto che lo studente abbia potuto conseguire il titolo nella sede nuorese dell'università - aggiunge - rappresenta un deciso segnale verso il pieno reinserimento nella società, una conferma che gli studi universitari possono costituire un viatico, uno strumento decisivo per chi, pur avendo sbagliato, vuole imprimere un cambiamento radicale alla propria vita». La laurea arriva dopo il recente workshop “Dentro & fuori”.
3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 agosto 2019 / Calcio (Pagina 34 - Edizione CA)
LA GIOVANE STUDENTESSA UNIVERSITARIA NELLO SCRANNO PIÙ ALTO
Il numero uno è nel destino: Paola Carta, da portiere a presidente del Seulo 2010
Una vita dedita allo sport. Non capita tutti i giorni di incontrare una donna con una passione per il calcio così forte: Paola Carta, la nuova presidente del Seulo 2010, è l'eccezione che conferma la regola. Classe 1994, padre di Seulo, mamma di Pabillonis, nasce a Oristano dove cresce e svolge i suoi studi per poi trasferirsi a Cagliari a 17 anni per inseguire il suo amore per il pallone che oggi la porta a presiedere una squadra di calcio.
Perché ha deciso di assumersi un onere così?
«Credo fortemente in questa squadra composta da tanti calciatori locali. Mi sono presa questo incarico perché per me è un onore rappresentarli. La vedo come un'opportunità per fare qualcosa di buono per il mio paese».
Quali sono gli obiettivi stagionali del Seulo?
«Rimanere in Promozione, continuare a fare bene e valorizzare i giovani. Uno degli obiettivi è coinvolgere sempre più persone del paese. L'amministrazione comunale ci aiuta tanto con grossi contributi ogni anno. Adesso c'è un progetto per la realizzazione del nuovo campo. I lavori inizieranno al più presto e contiamo di finire entro gennaio. Per il momento la squadra si allena a Isili e le prime partite si giocheranno a Villanovatulo».
Che cosa ne pensa il suo fidanzato?
«Al momento non sono fidanzata».
E la sua famiglia invece?
«Pensa che sia una grossa responsabilità e preferirebbe che mi concentrassi più sugli studi che sullo sport».
Dove nasce la sua passione per il calcio?
«Da bambina giocavo sotto casa con gli amici. Poi un giorno le mie amiche di Seulo avevano bisogno di un portiere per partecipare a un torneo di calcetto estivo e mi sono fatta avanti. Sono state loro a scoprire le mie “doti” da portiere».
Quali sono i suoi trascorsi da giocatrice?
«La mia prima squadra di calcio a 5 è stata la Janas di Cagliari, in serie C, dove ho giocato per 2 anni, dal 2011 al 2013. Poi la Delfino, sempre in C. Dopo la Futsal Femminile Cagliari, nel 2014-2015, con la quale ho vinto il campionato di serie C e la Coppa Italia. Con loro c'è stato il salto di categoria, siamo passate in serie A. Poi abbiamo vinto il girone e perso la finale nazionale di Coppa Italia nel 2015-2016. L'anno dopo abbiamo conquistato la Serie A Elite. In seguito ho militato nella Jasnagora, in A2, per circa due anni. Ho lasciato la squadra a metà stagione per partire in Erasmus in Polonia, dove ho continuato ad allenarmi con la squadra universitaria, Azs Ug».
Che cosa le piace fare fuori dal calcio?
«Viaggiare, stare in compagnia con gli amici, leggere romanzi e fare escursioni nelle campagne di Seulo. Amo gli animali, ho una gatta che si chiama Liliana».
Frequenta l'Università?
«Si, all'inizio ho tentato il test per accedere alla facoltà di Fisioterapia ma ho fallito, quindi mi sono iscritta in Chimica. Poi ho mollato per seguire la mia passione per lo sport e mi sono iscritta in Scienze motorie».
I suoi obiettivi lavorativi?
«Vorrei finire studi per poi dedicarmi all'attività sportiva con bambini e non. Il mio sogno è vivere di sport. Mi piacerebbe riuscire a organizzare tornei di calcio internazionali, in modo da potermi confrontare con altre realtà».
Dove si vede tra 10 anni?
«Spero a Seulo con una famiglia. Vorrei avere un lavoro che mi permetta di vivere nel mio paese. È una realtà dove l'occupazione scarseggia ma secondo me ci sarebbero tante opportunità».
Tatiana Picciau
La Nuova Sardegna
PERSONE
Un passato da amministratore di grandi società nel campo della chimica
IL SUPERMANAGER GIRAMONDO SI SENTE A CASA SOLO A GAVOI
Nel 2012 è tornato nell'isola come direttore generale dell'Università di Cagliari
di Luca Urgu
GAVOI Un venerdì qualunque può riservare nel giro di poche ore due momenti completamente diversi ma perfettamente allineati alla realtà e allo stile di vita di Aldo Urru, 56 anni, gavoese doc e dal 2012 direttore generale dell'Università di Cagliari. Una delle aziende più grandi e importanti dell'Isola con i suoi 1900 dipendenti, 28 mila studenti e 200 milioni di euro di bilancio annuale. La mattina è stata segnata dai tempi di in una lunga riunione con i rappresentanti del Senato accademico a discutere dei progetti e investimenti in fieri, poi nel pomeriggio, tornato nella sua Gavoi, la tappa d'obbligo, ancora prima di disfare le valigie, è al bar "da Chiodo". Un incontro con gli amici di sempre al tavolino del locale per un altro tipo di conversazioni, sempre interessanti ma meno informali.
Gavoi è il luogo delle radici degli affetti delle amicizie profonde delle certezze granitiche e ora che sono ritornato in Sardegna lo sento più vicino
«Si parla di politica, del paese e poi del festival blues che organizziamo con gli amici e che quest'anno sarà il 14 settembre. Mi reputo una persona fortunata. I due mondi non sono poi così distanti. Cagliari è la città dove vivo e lavoro con grandi gratificazioni professionali e personali con la convinzione che la mia attività e il mio impegno possa essere utile alla mia terra e ai giovani che la abitano - spiega il manager - Gavoi, è quasi inutile dirlo, è il luogo delle radici, degli affetti, delle amicizie profonde e delle certezze granitiche. Qui vive mia madre 94enne, oggi un po' lenta nei movimenti ma velocissima nel ragionamento. Il suo entusiasmo è contagioso, così come la voglia di circondarsi di persone». Quest'anno per il Festival letterario L'Isola delle Storie, evento a cui non manca mai, come d'altronde per giovedì grasso a carnevale, ha avuto come ospite il magnifico rettore Maria Del Zompo. «Sono stato onorato dalla sua presenza, con lei esiste un ottimo rapporto anche dal punto di vista personale. Ha gradito il clima del festival vivendolo da vicino in mezzo alla gente. E poi come università collaboriamo da tempo con il festival in maniera fruttuosa».
Figlio di un preside - avvocato e di una maestra, che ha poi scelto di rimanere a casa ad accudire i 4 figli, Aldo Urru, si è laureato in giurisprudenza a Cagliari. Poi, un percorso diverso dalla professione forense ma ricco di soddisfazioni e responsabilità in grandi imprese che lo hanno portato a vivere per oltre vent'anni a Milano e Roma e a girare il mondo (India, Inghilterra, Venezuela, Usa etc). «All'inizio pensavo di fare l'avvocato d'affari, poi invece dopo la laurea, nel 1987, ho vinto una selezione alla Snia di Villacidro come capo del personale. Da subito è stata un'esperienza formativa e fondamentale in una realtà blasonata del gruppo Fiat con influenze di Mediobanca. Una vera scuola che mi ha portato a compiere altri passi in avanti, come quando nel 1994 ho diretto per la stessa azienda, ma a Milano, altre divisioni del settore chimico, biomedico e tessile per poi arrivare a diventare direttore del personale del gruppo Snia», spiega. Ancora un passaggio all'Isagro (società quotata in borsa come d'altronde la precedente) nel 2005 come direttore generale alle risorse umane e con una mission trasversale anche nell'acquisition - business, dove rimane fino al 2012. Poi, come sottolinea lo stesso Urru: «Noi sardi siamo come le querce, ovunque siamo manteniamo le radici». E sette anni fa, il manager della chimica, accarezza il desiderio di tornare nella sua Sardegna (assieme alla moglie Annalisa, anche lei di Gavoi e ai due figli, Michele e Gianluca). «Ho partecipato al bando istituito dall'Università di Cagliari cogliendo l'occasione anche di quanto stava accadendo a livello normativo per gli atenei, che dal quel preciso momento storico stavano diventando a tutti gli effetti delle aziende, delle organizzazioni complesse finalizzate a raggiungere dei risultati e a competere con altre realtà simili a livello nazionale ed internazionale. Insomma una bella sfida, da affrontare a casa propria», sottolinea Aldo Urru.
Sono convinto che adesso la mia attività e il mio impegno possano essere utili alla mia terra e ai giovani che la abitano
Da allora l'Università è cambiata profondamente, una svolta manageriale per soddisfare utenti (studenti, imprese e territorio) e cercare allo stesso tempo di intercettare le attese latenti. I risultati sono arrivati e non in maniera opinabile. «Tutta la nostra offerta formativa e la nostra ricerca è da considerare di alto livello di qualità così come valutato e certificato dall'anvur nel suo giudizio di valutazione che ci posiziona nella parte alta della scala, ossia B, ossia "più che soddisfacente". Poi, non vorrei correre il rischio di dimenticare qualche settore, non me ne vogliano se dovesse accadere sarebbe del tutto involontario, ma i comparti di eccellenza sono davvero tanti, tra questi il dipartimento di economia riconosciuto dal Miur tra i pochi dipartimenti di eccellenza e come tale destinatario di un rilevante finanziamento specifico; ma l'elenco è lungo». In casa ha appreso fin da piccolo un unico credo: prima i doveri e poi i piaceri. In effetti le passioni non mancano. "Noi Urru amiamo le feste, inutile nasconderlo. Le passioni sono la musica, (possiede 24 chitarre e una batteria), lo sport e l'arte. «Le coltivo tutte, anche a costo di sacrificare il sonno». Un debole, poi, per l'enogastronomia di qualità. «La nostra cultura dell'accoglienza passa anche a tavola, nel convivio. È un valore che abbiamo ereditato. Un segno di rispetto atteso e dato. Un gavoese senza pecorino e cannonau non lo conosco».