Al via una nuova campagna di ricognizione e scavo archeologico: impegnati 56 studenti dei corsi di laurea e della Scuola
10 July 2013

 

 
Cagliari, 10 luglio 2013 - Il sito archeologico di Nora vede il nuovo interessamento dell’Università di Cagliari e della Soprintendenza Archeologica di Cagliari con il Progetto “Isthmos”: una campagna di ricognizione e scavo che si svolgerà dal 2013 al 2017.
 
Il progetto è frutto di un protocollo d’intesa tra l’Università degli studi di Cagliari (che vede impegnato il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio - Cattedra di Archeologia e storia dell’arte greca romana) e il Comune di Pula. È prevista un’attività di ricognizione e scavo nella zona del sito archeologico di Nora, che rientra nel territorio pulese.
 
Grande soddisfazione è stata espressa questa mattina dal Rettore Giovanni Melis, nel corso di un incontro a due passi dalla zona interessata dalla nuova campagna: “La conoscenza del nostro territorio e della sua storia è fondamentale – ha commentato – Ma altrettanto importante è l’opportunità offerta ai nostri studenti. Nora fa del turismo culturale una delle sue attrattive: l’Ateneo fa la sua parte, grato al Dipartimento e alla professoressa Angiolillo, sperando che si possa aggiungere qualche tassello alla ricostruzione della storia della nostra Isola”.
 
Il Comune di Pula ha creduto nel progetto perché in linea con l’intento di incrementare l’offerta culturale, valorizzare la storia e il proprio patrimonio culturale, artistico, paesaggistico e monumentale. Isthmos contribuirà alla tutela e valorizzazione del sito archeologico di Nora, una delle aree archeologiche più importanti e interessanti della Sardegna. E di “momento storico” ha parlato il sindaco Walter Cabasino: “Dopo tanti anni l’Università di Cagliari torna a scavare qui, in un’area importante che viene restituita alla comunità. Per noi vedere l’Ateneo in questi luoghi è motivo di soddisfazione: è un buon esempio di collaborazione con le amministrazioni locali e un ottimo contributo allo sviluppo del territorio”.
 
Monica Canepa, funzionario della Soprintendenza ai beni archeologici e storico-artistici per province di Cagliari e Oristano, ha quindi spiegato come l’intervento dell’Ateneo si inserisca nel sito ricordando l’ultima esperienza agli inizi degli anni ’90 con il prof. Giovanni Tore, mentre la professoressa Simonetta Angiolillo (che condivide con il prof. Marco Giuman la direzione scientifica del progetto) ha ringraziato il Rettore, il Comune e la Soprintendenza per aver voluto fortemente l’iniziativa, che – tra studenti e dei corsi di laurea e della Scuola di specializzazione in Beni archeologici – coinvolge 56 persone. Ai lavori partecipa anche il prof. Gaetano Ranieri, del dipartimento di Ingegneria del territorio: “Utilizziamo una speciale apparecchiatura che possiede solo il nostro Ateneo, capace di scandagliare il sottosuolo fino a tre metri di profondità, recuperando dati che poi l’archeologo deve interpretare. Si tratta di una accurata lettura digitale del sottosuolo”.
 
I TEMPI E LE FASI. Isthmos avrà una durata di 5 anni (dal 2013 al 2017) e si articolerà in 4 fasi: la ricerca bibliografica e archivio nel quale si raccoglierà tutta la documentazione sul sito; le analisi tramite foto aeree e georadar per pianificare in maniera scientificamente corretta gli scavi, le operazioni di scavo e documentazione dei ritrovamenti; l’esposizione e condivisione dei risultati raggiunti tramite convegni, articoli o pubblicazioni. “Lo scavo è cominciato il 16 giugno – dettaglia Romina Carboni, coordinatrice sul campo della campagna con il collega Emiliano Cruccas – Ci siamo concentrati su due aree, ma siamo ancora ad un livello troppo alto per azzardare ipotesi. In una è emersa una canaletta conservata abbastanza bene, probabilmente per la raccolta di acqua. Nella seconda zona indagata sta emergendo una strada collegata con una già conosciuta, di cui rappresenta la continuazione. Continueremo fino al 9 agosto, poi in inverno esamineremo i materiali in laboratorio. I primi risultati saranno esposti a settembre”.
 
ISTHMOS. Il titolo del progetto fa riferimento al piccolo istmo, una lingua di terra stretta circa 80 metri, dal quale si accede all’antica città di Nora, la punta estrema del promontorio che si biforca in Punta ‘e su Coloru e Punta del Coltellazzo. Si tratta di una porzione del sito solo parzialmente indagata dalle precedenti attività archeologiche.
 
GLI OBIETTIVI. Il progetto si prefigge di ottenere dati sulla vita del centro urbano di Nora, comprendere meglio la sua estensione nelle diverse fasi di vita, comprendere il valore di questa zona di passaggio tra centro urbano ed entroterra, anche i n relazione agli antichi centri urbani della Sardegna.
 
Si può visitare il blog sullo scavo:
 
Nella foto in alto, Monica Canepa, Giovanni Melis, Simonetta Angiolillo, Walter Cabasino, Gaetano Ranieri
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

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