Proseguono le sessioni della Conferenza Internazionale sulla Protezione da Fulmini: 270 i partecipanti da tutto il mondo
14 September 2010
 

 
 

 

 
Cagliari, 14 settembre 2010 (Ufficio stampa e web – SN) - E’ entrata nel vivo la Conferenza Internazionale sulla Protezione da Fulmini: dopo l’inaugurazione di ieri, sono 270 i partecipanti giunti in città da tutto il mondo per partecipare al più importante evento mondiale nell’ambito dello studio del fulmine e delle tecnologie per la protezione delle infrastrutture elettriche, dei sistemi di comunicazione e delle persone. L’iniziativa è organizzata dal Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari con le Università di Bologna e Roma La Sapienza.
 
Ogni giorno si svolgono – nelle sale del T-hotel – tre sessioni in parallelo: nella mattinata di oggi, grosso successo hanno riscosso le comunicazioni sul problema della compatibilità elettromagnetica: si tratta, in sostanza, dello studio dei danni che un fulmine caduto in un punto produce in tutta la zona. L’urgenza resta la stessa: proteggere le apparecchiature dagli effetti indotti. A parlarne sono stati, tra gli altri, il docente ungherese Tibor Horvath e il giapponese Tatsuo Kawamura, considerati vere autorità del settore e da sempre componenti del Comitato scientifico della Conferenza.
 
Nella giornata di domani – dedicata specificamente alla protezione degli impianti elettrici – è prevista una speciale sessione sui generatori eolici, tema di scottante attualità. “E’ un filone di ricerca molto particolare – spiega Fabrizio Pilo (nella foto), direttore del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica, referente locale della Conferenza – perché, data l’altezza di questi impianti, servono sistemi di protezione molto particolari: le pale, infatti, costruite con materiali specifici, rappresentano la percentuale più alta del costo della turbina”.
 
Maggiori informazioni possono essere scaricate dal sito della Conferenza http://www.diee.unica.it\iclp2010
 

GALLERIA FOTOGRAFICA


 

 

 

 


 

La sessione coordinata dal prof. Tatsuo Kawamura

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Il prof. Tatsuo Kawamura

 


 

 

Prof. Fabrizio Pilo

 

 

 


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Cagliari, 13 settembre 2010 (Ufficio stampa e web - SN) -E’ cominciata questa mattina, nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria, in piazza d’Armi a Cagliari, la Conferenza Internazionale sulla Protezione da Fulmini (ICLP), che andrà avanti fino a giovedì 16 settembre nei locali del T-Hotel.

 
Organizzata dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari (DIEE) diretto dal prof. Fabrizio Pilo (nella foto a sinistra), insieme alle Università di Bologna e Roma La Sapienza, l’iniziativa è la più importante conferenza mondiale sulla protezione da fulmini. E’ attualmente il più importante evento mondiale nell’ambito dello studio del fulmine e delle tecnologie per la protezione delle infrastrutture elettriche, dei sistemi di comunicazione e delle persone. Si svolge ogni due anni in una nazione diversa: per il 2010 l’Italia è stata selezionata quale paese ospitante ed in particolare la città di Cagliari sarà la sede della Conferenza.
 
La Conferenza ha ormai più di 60 anni e porterà in città ricercatori e professionisti che lavorano nelle più prestigiose università e centri di ricerca, fra cui la NASA. Attesi circa 250 partecipanti e accettate, dopo un duro processo di selezione, circa 220 memorie.
 
Si tratta di una grande occasione di promozione del sistema scientifico e universitario della Sardegna, che testimonia la vivacità dell’Ateneo e il ruolo del Gruppo Sistemi Elettrici per l’Energia coordinato dal prof. Pilo, e referente locale del Comitato organizzatore del Congresso.
 
Autorevoli ricercatori provenienti dalle più importanti università e centri di ricerca italiani ed internazionali proporranno tematiche di assoluta attualità spaziando nell’ampio panorama delle diverse tecniche per lo studio del fulmine e delle sue relazioni con le attività antropiche.
 
Maggiori informazioni possono essere scaricate dal sito della Conferenza http://www.diee.unica.it\iclp2010
 
 
Approfondimenti
ICLP (International Conference on Lightning Protection) rappresenta il più importante evento mondiale nell’ambito dello studio del fulmine e delle tecnologie per la protezione delle infrastrutture elettriche, dei sistemi di comunicazione e delle persone. Essa viene tenuta ogni due anni in una nazione diversa: per il 2010 l’Italia è stata selezionata quale paese ospitante ed in particolare la città di Cagliari sarà la sede della Conferenza.
 
La ricerca sulla protezione contro le scariche atmosferiche ebbe inizio nei primi anni del ‘900 e condusse alle prime normative nazionali ed internazionali in Gran Bretagna, USA, Polonia, Germania, Svizzera e USA. Nel 1921 International Conference on Great Electrical Grids (CIGRE) gettò le basi e incentivò progetti di ricerca sulla tematica della protezione da fulminazioni di respiro internazionale. Nel 1951 si tenne la prima edizione del ICLP; dal 1951 il congresso ebbe cadenza regolare e si occupò di diverse tematiche che vanno dalla fenomenologia del fulmine, alla protezione delle infrastrutture elettriche ed alla sicurezza delle persone. La conferenza è l’appuntamento ideale per gli addetti ai lavori (medici, ingegneri e fisici) che studiano il fulmine da diversi punti di vista. E’ anche uno strumento per far conoscere e sostenere le comunità scientifiche locali, della cui esistenza e consistenza si tiene conto nella selezione della località in cui svolgere il congresso. La scelta della Sardegna è quindi al tempo stesso un riconoscimento ed uno stimolo ulteriore alle attività dei ricercatori del settore che operano in Sardegna nel Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari – Sistemi Elettrici per l’Energia.
 
Autorevoli ricercatori provenienti dalle più importanti università e centri di ricerca italiani ed internazionali proporranno tematiche di assoluta attualità spaziando nell’ampio panorama delle diverse tecniche per lo studio del fulmine e delle sue relazioni con le attività antropiche.
 
Il prof. Fabrizio Pilo, direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed elettronica, è il referente locale del Comitato organizzatore del Congresso.
 

LA NOTIZIA SULLA STAMPA
 
La Nuova Sardegna on line
Duecentosettanta esperti da ogni angolo del pianeta si sono ritrovati a Cagliari per mettere a confronto esperienze e conoscenze sulla fisica dei fulmini e sui sistemi di prevenzione
 
CAGLIARI. Fulmini e saette, tanto affascinanti quanto pericolosi. In Italia provocano una media di 5 morti e 30 feriti all'anno. Nulla a paragone delle cifre dello Sri Lanka o altri Paesi tropicali: 50 morti e 400 feriti. Come difendersi? Cosa fare per evitare di restare folgorati da questi temibili e imprevedibili fenomeni della natura?
 
Duecentosettanta super esperti mondiali ne parlano da oggi e per quattro giorni a Cagliari nel corso della conferenza internazionale organizzata dalle facoltà di Roma, Bologna e Cagliari. Un'occasione per mettere a confronto esperienze e conoscenze sulla fisica dei fulmini e i sistemi di prevenzione sempre più sofisticati.
 
"Perché un fulmine - spiega Fabrizio Pilo, direttore del Dipartimento energia elettrica ed elettronica della facoltà di Ingegneria di Cagliari - può creare morte, ma anche distruzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, con danni economici notevoli: basta pensare agli impianti fotovoltaici o eolici costosissimi che per via delle pale altissime diventano un polo di attrazione per le saette".
 
A richiamare le scariche elettriche è tutto quanto è sviluppato in verticale, pali, antenne, ciò che spunta in una massa di oggetti. "Per assurdo chi è più alto rischia di più - sottolinea Pilo - L'altezza può essere un fattore di rischio solo se ci si trova in zone pianeggianti e non in aree urbane con tanti edifici attorno protetti da parafulmini". La media nazionale è di 2,5 fulmini all'anno per ogni chilometro quadrato e i dati non si discostano da regione a regione.
 
"Ma si sa, in montagna o al mare i valori sono più alti - precisa il ricercatore - E per proteggersi bisogna seguire le regole suggerite dal buonsenso e confermate dalla scienza". Eccone alcune: in caso di temporale ripararsi in auto o a casa; evitare il telefono fisso, meglio il cellulare; spegnere il pc; mai cercare riparo tra le fronde degli gli alberi; allontanarsi dalle finestre; avanzare a piccoli passi. Meglio ancora su un solo piede, come fanno i passerotti sui tralicci della luce: avanzano saltellando quasi a zampette unite.
 
Secondo i ricercatori gli esseri umani dovrebbero imitare un comportamento simile, perché in questo modo non si crea un circuito di corrente. Ancora: mai sdraiarsi, semmai accovacciarsi in posizione fetale evitando di formare spigoli; tenersi a debita distanza dai tralicci.
 
"Per fortuna il fulmine dura pochissimo, e se non si viene colpiti direttamente la corrente scorre lungo il corpo, senza intaccare gli organi interni. Oggi la prevenzione ha raggiunto risultati eccellenti", rileva Pilo. Tra gli studi più recenti, quello del professore della Florida Vladimir Rakov, che ha illustrato un metodo sperimentale per provocare i fulmini sparando un razzo da terra, per poi catturare velocemente le informazioni. Il convegno di Cagliari è a 360 gradi, dallo studio della fisica del fulmine alle soluzioni tecniche e ingegneristiche per evitare danni a pc e apparecchi elettrici ed elettronici.
 
"Con un'attenzione al business dei parafulmini - sottolinea Vernon Cooray, dell'università svedese - Non occorrono nuovi modelli che promettono mari e monti, bastano le tecnologie già esistenti". Pericoli a parte, la furia dei fulmini e i disegni che creano le saette quando si scaricano sono un spettacolo a cui assistere con tutta tranquillità al chiuso dell'auto.
(13 settembre 2010)
 

 
La Nuova Sardegna di martedì 14 settembre 2010
Pagina 2 - Cagliari
Convegno. Come difendersi dai fulmini: gli spilungoni sono più a rischio
 
CAGLIARI. Come difendersi dai fulmini? Cosa fare per evitare di restare folgorati da questi imprevedibili elementi naturali? E perchè qualcuno è più esposto di altri?
 Se ne discute da ieri e per quattro giorni a Cagliari nel corso della conferenza internazionale organizzata dalle Università di Roma, Bologna e Cagliari.
 Duecentosettanta esperti da ogni angolo del pianeta mettono a confronto esperienze e conoscenze sulla fisica dei fulmini e i sistemi di prevenzione.
 A richiamare le scariche elettriche è tutto quanto è sviluppato in verticale, pali, antenne, ciò che spunta in una massa di oggetti.
 «Chi è più alto rischia di più - sottolinea Fabrizio Pilo, 44 anni, direttore del Dipartimento energia elettrica ed elettronica della Facoltà di Ingegneria di Cagliari - tuttavia l’altezza può essere un fattore di rischio solo se chi ha qualche centimetro in più si trova in zone pianeggianti e non in aree urbane con tanti edifici attorno protetti da parafulmini».
 La media nazionale è di 2,5 fulmini all’anno per ogni chilometro quadrato e i dati non si discostano da regione a regione.
 

 
L’Unione Sarda di martedì 14 settembre 2010
Cronaca di Cagliari - Pagina 23
convegno
Ci sono i fulmini? «Saltellare su un piede»
 
Fulmini e saette, tanto affascinanti quanto pericolosi. In Italia provocano una media di 5 morti e 30 feriti all’anno. Nulla a paragone delle cifre dello Sri Lanka o altri Paesi tropicali: 50 morti e 400 feriti.
Come difendersi? Secondo i 270 esperti mondiali riuniti in città alla conferenza internazionale in corso nell’aula magna della facoltà di Ingegneria, per proteggersi bisogna seguire alcune regole. Eccone alcune: in caso di temporale ripararsi in auto o a casa; evitare il telefono fisso, meglio il cellulare; spegnere il pc; tenersi a debita distanza dai tralicci, mai cercare riparo tra le fronde degli alberi; allontanarsi dalle finestre; avanzare a piccoli passi, meglio su un solo piede, come fanno i passerotti sui tralicci della luce: in questo modo non si crea un circuito di corrente.
 

Ricerca: come difendersi dai fulmini, convegno a Cagliari
Arrivati in città 270 esperti da tutto il mondo
13 settembre, 14:29
 
(ANSA) - CAGLIARI, 13 SET - Come difendersi dai fulmini? Cosa fare per evitare di restare folgorati da questi pericolosi e imprevedibili elementi naturali?.
 
Se ne discute a Cagliari nel corso della conferenza internazionale organizzata dalle Universita’ di Roma, Bologna e Cagliari. Duecentosettanta esperti da ogni angolo del pianeta mettono a confronto esperienze e conoscenze sulla fisica dei fulmini e i sistemi di prevenzione. A richiamare le scariche elettriche e’ tutto quanto e’ sviluppato in verticale, pali, antenne. La media e’ di 2,5 fulmini l’anno per ogni kmq.(ANSA).
 

I ’trucchi’ per difendersi dai fulmini
In Italia 2,5 di saette all’anno per ogni km quadrato
13 settembre, 20:23
 
Fulmini e saette, tanto affascinanti quanto pericolosi. In Italia provocano una media di 5 morti e 30 feriti all’anno. Nulla a paragone delle cifre dello Sri Lanka o altri Paesi tropicali: 50 morti e 400 feriti. Come difendersi? Cosa fare per evitare di restare folgorati da questi temibili e imprevedibili fenomeni della natura? Duecentosettanta super esperti mondiali ne parlano da oggi e per quattro giorni a Cagliari nel corso della conferenza internazionale organizzata dalle facoltà di Roma, Bologna e Cagliari. Un’occasione per mettere a confronto esperienze e conoscenze sulla fisica dei fulmini e i sistemi di prevenzione sempre più sofisticati. "Perché un fulmine - spiega Fabrizio Pilo, direttore del Dipartimento energia elettrica ed elettronica della facoltà di Ingegneria di Cagliari - può creare morte, ma anche distruzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, con danni economici notevoli: basta pensare agli impianti fotovoltaici o eolici costosissimi che per via delle pale altissime diventano un polo di attrazione per le saette".
 
A richiamare le scariche elettriche è tutto quanto è sviluppato in verticale, pali, antenne, ciò che spunta in una massa di oggetti. "Per assurdo chi è più alto rischia di più - sottolinea Pilo - L’altezza può essere un fattore di rischio solo se ci si trova in zone pianeggianti e non in aree urbane con tanti edifici attorno protetti da parafulmini". La media nazionale è di 2,5 fulmini all’anno per ogni chilometro quadrato e i dati non si discostano da regione a regione. "Ma si sa, in montagna o al mare i valori sono più alti - precisa il ricercatore - E per proteggersi bisogna seguire le regole suggerite dal buonsenso e confermate dalla scienza".
 
Eccone alcune: in caso di temporale ripararsi in auto o a casa; evitare il telefono fisso, meglio il cellulare; spegnere il pc; mai cercare riparo tra le fronde degli alberi; allontanarsi dalle finestre; avanzare a piccoli passi. Meglio ancora su un solo piede, come fanno i passerotti sui tralicci della luce: avanzano saltellando quasi a zampette unite. Secondo i ricercatori gli esseri umani dovrebbero imitare un comportamento simile, perché in questo modo non si crea un circuito di corrente. Ancora: mai sdraiarsi, semmai accovacciarsi in posizione fetale evitando di formare spigoli; tenersi a debita distanza dai tralicci. "Per fortuna il fulmine dura pochissimo, e se non si viene colpiti direttamente la corrente scorre lungo il corpo, senza intaccare gli organi interni. Oggi la prevenzione ha raggiunto risultati eccellenti", rileva Pilo. Tra gli studi più recenti, quello del professore della Florida Vladimir Rakov, che ha illustrato un metodo sperimentale per provocare i fulmini sparando un razzo da terra, per poi catturare velocemente le informazioni.
 
Il convegno di Cagliari è a 360 gradi, dallo studio della fisica del fulmine alle soluzioni tecniche e ingegneristiche per evitare danni a pc e apparecchi elettrici ed elettronici. "Con un’attenzione al business dei parafulmini - sottolinea Vernon Cooray, dell’università svedese - Non occorrono nuovi modelli che promettono mari e monti, bastano le tecnologie già esistenti". Pericoli a parte, la furia dei fulmini e i disegni che creano le saette quando si scaricano sono un spettacolo a cui assistere con tutta tranquillità al chiuso dell’auto.
 

 
L’Unione Sarda di domenica 12 settembre 2010
Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Università, al via convegno sui fulmini
 
Comincerà domani alle 9.30, nell’Aula magna della facoltà di Ingegneria, in piazza d’Armi, la Conferenza internazionale sulla protezione da fulmini (Iclp), che andrà avanti fino a giovedì 16 settembre nei locali del T-Hotel. Organizzata dal dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’università di Cagliari (Diee), insieme alle Università di Bologna e Roma.
 
 

 
L’Unione Sarda di sabato 11 settembre 2010
Prima Pagina  
Fulmini, le regole per non restare folgorato
Da domani al via a Cagliari la convention mondiale con 250 esperti
 
Camminare a passetti corti, saltellare su una gamba. Possibilmente stare rannicchiati al suolo. E, ovviamente, mai sotto un albero mentre la macchina è una buona protezione. Le regole per difendere persone e cose dai fulmini sono uno degli argomenti della convention mondiale che si apre domani a Cagliari, organizzata dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università. Ne discutono 250 esperti provenienti da tutti i continenti. Con qualche certezza: allontanarsi sempre da pali e tralicci, ma i più alti rischiano comunque di più.
 
Pagina 9
Fulmini, a rischio i più alti
Da domani a Cagliari la convention mondiale  
I misteri delle folgori. Da domani a Cagliari, organizzata dalla facoltà di Ingegneria, si apre la convention mondiale che ogni due anni fa il punto su come ci si può proteggere dai fulmini.
di LORENZO PAOLINI
Dieci mucche coricate per terra in una specie di sonno rigido. I musi nella stessa direzione, verso il recinto, geometrica coreografia della morte. Nella foto, com’è ovvio, manca l’attimo precedente. Quello in cui il fulmine si scarica sul terreno, colpisce la rete metallica, la elettrifica. Addio alla mandria. Nella stalla - forse - gli animali sarebbero sopravvissuti. In realtà sull’argomento le certezze sono quelle che sono: poche. Anche per questo domani si apre a Cagliari la Conferenza internazionale per la protezione da fulmini, il massimo appuntamento mondiale sul tema. Biennale, scorsa edizione a Uppsala (Svezia), prevede l’arrivo di 250 iscritti da tutti i continenti. Un riconoscimento per la facoltà di Ingegneria che lo organizza (insieme a quella di Roma La sapienza e a quella di Bologna) e per il Dipartimento energia elettrica ed elettronica.
GUAI AI PRESTANTI Sarà pure mezza bellezza. Ma l’altezza, quando il dio dei temporali decide che è tempo di farsi sentire, può rappresentare un problema serissimo. «Rischiano di essere colpite da un fulmine tutte le cose emergenti», sintetizza Fabrizio Pilo, 44 anni, direttore del dipartimento, una forma di allergia grave alle fotografie. Il più alto della compagnia, l’albero svettante, il palo solitario piantato in mezzo alla campagna. E via a salire, colline, montagne. Più ci si avvicina alle nuvole, maggiore è la possibilità di beccarsi la super scossa. La Sardegna non è uno dei luoghi in cui si rischia di più, ha un indice medio (2,5 fulmini per anno per chilometro quadrato), la Florida o certe zone dei Tropici segnalano valori moltiplicati per dieci. Epperò si muore. L’ultimo pochi giorni fa, ad Arbus, un turista lombardo armato di canna da pesca. Ma le cronache segnalano un tributo annuale di vite umane alle folgori del cielo. Non solo: fanno meno notizia, eppure sono migliaia i casi di danni, talvolta importanti: dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche di casa - lavatrice o computer che vanno in bambola - a sistemi più complessi che valgono decine di migliaia di euro.
LE REGOLE DELLA NONNA Pilo, alla guida di un gruppo di ricerca sui sistemi elettrici per l’energia (Susanna Mocci, Giuditta Pisano, Emilio Ghiani, Giangiuseppe Soma, Massimo Loddo, Sergio Tedde), è uomo di ricerca. Eppure non butta via il decalogo del buon senso, rivisto e corretto alla luce di quel che la scienza sa oggi con certezza. Il primo comandamento: mai sotto gli alberi quando le saette illuminano l’aria. È preferibile prendere un po’ d’acqua ma restare sdraiati o accucciati per terra. Per chi decidesse di allontanarsi in tutta fretta dal fortunale, regola d’oro sarebbe quella di saltellare su una sola gamba o fare passetti piccoli: accontentarsi del consiglio senza sorridere, la spiegazione scientifica è complicata ma inequivocabile. Ottima protezione quella di rifugiarsi in macchina, all’aperto anche un pergolato di metallo è eccellente Pure i cavi di qualunque elettrodotto (beninteso, lontano dai piloni che sono invece un richiamo irresistibile), vigilati da una sorta di parafulmine orizzontale, sono un’equa soluzione di ripiego. Mai avvicinarsi alle finestre che fanno in qualche modo da calamita. Canne da pesca, ombrelloni, l’albero di una barca a vela: tutto da evitare. «La regola generale - annota Pilo - è che intorno alle punte e agli spigoli si creano campi elettrici molto intensi».
DAL BASSO VERSO L’ALTO Sorpresa: il fulmine sale , non scende . Saranno pure folgori di Zeus: «Ma nel novanta per cento dei casi, la corrente elettrica va dal basso verso l’alto, dalla terra verso le nuvole, non il contrario. Può succedere diversamente sulla punta della Torre Eiffel ma è un’eccezione». Il perché lo spiega Gianni Celli, ingegnere e ricercatore: «Prima del fulmine vero e proprio, c’è la costruzione di un canale invisibile. Una sorta di albero ramificato che cerca una zona di atterraggio. Nel frattempo, mentre infuria la tempesta, le cose, e gli uomini, si caricano elettricamente, e anche questo avviene in maniera del tutto invisibile». Poi, talora - di rado per fortuna - c’è il contatto: e allora son dolori. Il sentiero, finora invisibile, si illumina di botto: «C’è una pressione localizzata pazzesca che dà origine al boato del tuono, la temperatura è così alta che ricorda da vicino quella del sole». Questione di secondi che, nell’unità di misura dell’energia elettrica, valgono 100 mila ampere: «Per intenderci, in un attimo viene scaricata l’energia consumata al picco massimo da almeno cinquemila abitazioni». Ecco perché trovarsi sotto un fulmine è vivamente sconsigliato a qualunque essere vivente. E perché gli oggetti esplodono, bruciano, si dissolvono.
CONDIZIONI RARE Per fortuna non è un evento che accade tutti i giorni. Ci vogliono le nuvole giuste - «cumulonembi» - delle autentiche superstar del settore, alte almeno dieci chilometri, una strana forma a imbuto. Peccato non siano prevedibili. I fulmini oggi si possono creare, gli israeliani lo fanno buttando verso il cielo razzi corredati di un filo conduttore che fa da esca a ponte. Sono pienamente misurabili grazie agli effetti in termini di campo magnetico, quelli che fanno tremare i piloti degli aerei e suggeriscono di allontanarsi il prima possibile dalla turbolenza sospetta. Una rete di una ventina di sensori in Italia (uno è nel Nord Sardegna) gestita dal Cesi (Centro elettrotecnico sperimentale italiano) svela tutto dei lampi che illuminano il cielo. Non basta: esistono strumenti per proteggere in modo efficace i beni. Ma sapere dove e quando i fulmini cadranno, è un’altra storia. Valgono le regole di cui sopra. In caso di sfortuna, «il più alto dei sette nani è quello che se lo becca». Quando il gioco si fa duro, i bassi cominciano a giocare.
 

 
 
 

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