FLAVIA AMABILE LA STAMPA | |
ROMA Guido Fabiani è rettore dell’Università Roma Tre. Mentre nel resto della capitale i dati sulle iscrizioni portano ovunque il segno meno, persino nelle private, lui può esibire un aumento del 9%, circa 500 studenti in più. Sembra che a Roma la sua sia l’università più gettonata. «E’ il risultato di un lungo lavoro compiuto, ad esempio sul piano delle infrastrutture e dei servizi. Possiamo offrire un posto a sedere a tutti gli studenti che frequentano, abbiamo migliorato molto le nostre biblioteche e disponiamo di una rete informatica superiore a molti atenei in Italia. Il wireless, ad esempio, copre il 90% dell’ateneo». Siete riusciti anche ad aumentare il numero di iscritti in corsi di studio come Economia o Giurisprudenza che nel resto d’Italia vanno piuttosto male. «Nelle facoltà più richieste governiamo l’accesso, abbiamo un tetto programmatico di matricole. A Giurisprudenza è di 1200 e a Economia di 800. Gli studenti sanno che all’interno di queste cifre possiamo garantire la massima qualità della formazione». A vostro vantaggio avete l’età: Roma Tre è l’ateneo più giovane della capitale. «Siamo nati sedici anni fa e abbiamo speso ogni euro dei finanziamenti avuti in passato». E ora che il ministero ha tagliato i fondi? «Adesso viene il difficile. Nel 2010 avremo seri problemi, dovremo chiudere prima la sera, risparmiare sull’elettricità e il riscaldamento». Si può sempre provare a cercare finanziamenti privati. «E dove sono in Italia i privati che investono nelle università? Non c’è un solo soggetto privato che abbia investito un euro se non in università socio-umanistiche private. L’unico esempio di ateneo scientifico su cui i privati hanno puntato è la Cattolica a Milano. Non esiste una sensibilità da parte dei privati, la voglia di investire nel futuro dei giovani, questo è bene che il ministero lo sappia». |