Tra i nodi da risolvere precariato, risorse finanziarie e rinnovi contrattuali
17 November 2006

La manifestazione partirà alle 9,30 da Piazza Bocca della Verità per concludersi a Piazza Navona

Roma, 16 nov. - (Adnkronos) - L'università domani ( 17.11.06) protesta contro la finanziaria. La giornata di sciopero generale del settore università e ricerca culminerà con la manifestazione unitaria nazionale che si terrà a Roma. Il corteo partirà alle 9,30 da Piazza Bocca della Verità per concludersi a Piazza Navona dove si svolgerà il comizio conclusivo. ''Lo sciopero è stato proclamato per protestare -si legge in una nota della Cisl Università- contro la finanziaria 2007 e chiedere la modifica delle norme che riguardano l'Università e la Ricerca. Precariato, risorse finanziarie, rinnovi contrattuali, l'autonomia degli Enti, diritto allo studio: sono questi per il sindacato i nodi da risolvere. Di fronte a questo la Finanziaria risponde invece non recuperando nemmeno i tagli operati con il recente decreto Bersani sulle spese correnti''. ''Nell'incontro avuto nella serata di mercoledì 15 novembre i Segretari di Flc-Cgil, Cisl-Fir, Cisl-Università, Uilpa-Ur hanno esposto le ragioni dello sciopero e della manifestazione al Ministro Mussi e ai Sottosegretari Modica e Dalla Chiesa. Purtroppo -prosegue il sindacato- ad oggi non ci sono atti concreti del Governo, se non il personale impegno del Ministro Mussi a reperire in futuro nuovi fondi, che diano il segno di una sostanziale inversione di tendenza ne' sull'Universita', ne' per gli Enti Pubblici di Ricerca''. ''Restano confermati i tagli che comportano la messa in discussione dei rinnovi dei contratti di lavoro e della stessa attività ordinaria degli Enti e degli Atenei ed impediscono di affrontare il problema del precariato'', sottolinea poi la Cisl Università. ''Possiamo apprezzare su un piano personale l'impegno del Ministro e dei Sottosegretari -ha affermato Antonio Marsilia, Segretario Generale della Federazione Cisl Università- ma dopo anni di tagli serviva un gesto di 'discontinuità' rispetto al passato. Non possiamo accettare che il mondo della politica veda anche oggi nei settori della ricerca e dell'università un peso inutile per il Paese. E' una grave inaccettabile miopia che blocca lo sviluppo del Paese''.

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