Il saggio di Salice prende spunto da un tema di riflessione incentrato sul ruolo svolto dai santi locali quali “agenti attivi” nella definizione degli assetti sociali, politici ed economici nelle società dell’età moderna
Sergio Nuvoli
Cagliari, 23 dicembre 2019 – “Storia Urbana”, la prestigiosa rivista di studi sulle trasformazioni della città e del territorio in età moderna, ha attribuito il Premio “Gian Paolo Treccani” a Giampaolo Salice, ricercatore di Storia moderna al Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali dell’Università di Cagliari per il miglior saggio pubblicato sulla rivista stessa dal titolo Spazi sacri e fondazioni urbane nel mediterraneo delle diaspore. Il caso di Sant’Antioco.
Si tratta della prima edizione del riconoscimento dedicato alla memoria dello studioso e della sua attività scientifica, mai relegata entro specifici confini disciplinari e caratterizzata da una prospettiva culturale profonda, e in questa prima edizione ha preso in esame quanto pubblicato dalla rivista negli anni 2017 e 2018. Il premio è aperto a saggi che si occupano della trasformazione di città e territori in età moderna e contemporanea nei diversi ambiti che vanno dalla storiografia all’urbanistica, dalla storia economica alla geopolitica, come peraltro è nella tradizione della rivista.
Il saggio di Salice prende spunto da un tema di riflessione incentrato sul ruolo svolto dai santi locali quali “agenti attivi” nella definizione degli assetti sociali, politici ed economici nelle società dell’età moderna. Il santo locale, in questa prospettiva di indagine, diventa uno strumento con un valore simbolico dirimente, utilizzato, da parte dalle élites, nelle fasi di maggiore criticità degli equilibri in seno a determinate comunità.
L’impianto analitico si sofferma su uno specifico caso di studio relativo alle molteplici valenze assunte da S. Antioco, patrono del Regno di Sardegna, in alcuni passaggi critici della storia del regno. Due momenti topici segnano la centralità del santo nella dialettica politica interna al regno: una prima crisi politica si sviluppa nel biennio 1614-1615, quando l’annunciata scoperta delle “vere” spoglie del santo nella chiesa di S. Gavino a Torres, nella diocesi di Sassari, mette in azione una serie di iniziative volte negoziare la sede del potere vicereale nell’isola. Un secondo momento di tensione si manifesta con il mutamento istituzionale che vide il Regno di Sardegna passare alla dinastia sabauda. Le istanze popolazioniste della nuova casa regnante portarono a nuove tensioni sociali e politiche con gli insediamenti e le autorità preesistenti, scaricatesi ancora una volta sulla figura simbolica del santo. In questo caso la vicenda si sviluppa su più momenti lungo tutto il ‘700, per giungere a una risoluzione formale con la sentenza della corte di cassazione di Milano del 1862.
Questa la motivazione analitica del Premio attribuito al saggio scritto dal ricercatore dell’Università di Cagliari: “L’articolo si dimostra interessante e innovativo per la particolarità del tema indagato e per la capacità di calare l’argomento in un contesto storiografico di ampio respiro. Alla collocazione dello specifico caso di studio in un contesto comparativo non solo italiano ma anche internazionale, a cui corrisponde una sicura capacità di gestire una articolata bibliografia, corrisponde un accurato lavoro di scavo archivistico, con un attento incrocio delle fonti, che rende la ricostruzione storica completa ed esauriente”.