di Valeria Aresu
Cagliari, 25 maggio 2018 – Si è svolto oggi nel Teatro Comunale di San Sperate il convegno “50 e oltre. Paese Museo, l’utopia possibile” che ha dato il via al Festival Sant’Arte, l’iniziativa ispirata all’eredità artistica e filosofica di Pinuccio Sciola e organizzata dalla Fondazione che porta il nome del grande artista in collaborazione con l’Università di Cagliari, il Comune di San Sperate e l’associazione Noarte.
Il Presidente della Fondazione Pinuccio Sciola, figlio dell'artista: "Ringrazio l'Università per averci permesso di portare avanti grandi progetti". Il sindaco di San Sperate e la sinergia per il Paese Museo
“Ringrazio l’Università di Cagliari che ci ha permesso di portare avanti dei grandi progetti, la nostra volontà si è quindi potuta tradurre in fatti - ha affermato Tomaso Sciola, presidente della Fondazione Sciola, all’apertura dei lavori di questa mattina - I docenti dell’ateneo cagliaritano sono qui oggi per interpretare e spiegare l’importanza dell’operato di Pinuccio Sciola a tutti noi”.
L’importanza del ruolo dell’Ateneo è stata sottolineata anche da Enrico Collu, sindaco di San Sperate, che ha dichiarato che “la collaborazione con l’Università è uno degli elementi fondamentali e più importanti per la realizzazione del progetto Paese Museo”.
Pamela Ladogana ha messo in luce la necessità di sistematizzare gli studi intorno all'opera del grande artista: "l'idea di Paese Museo si ricollega ad una serie di movimenti artistici che volevano ridefinire il rapporto tra artista e pubblico"
Durante la sessione mattutina - svolta con il coordinamento scientifico di UniCa - sono intervenuti anche Pamela Rita Ladogana, docente di Storia dell’arte contemporanea, Giuseppe Marci, docente di Filologia italiana, e Marco Pignotti, docente di Storia contemporanea, che grazie ai loro interventi hanno messo in luce come le intuizioni e le opere dell’artista di San Sperate rappresentino strumenti di crescita sociale, sul piano critico, intellettuale e urbano.
"Gli studi scientifici e accademici intorno all’opera di Pinuccio sono legati principalmente alla musicologia, mentre anche l’idea di Paese Museo avrebbe bisogno di una propria monografia: questo è il nostro obiettivo – ha spiegato Pamela Rita Ladogana, durante il proprio intervento al convegno - L’idea di Paese Museo si ricollega, e anticipa di diversi anni, a una serie di movimenti artistici d’influenza statunitense che miravano alla ridefinizione del rapporto tra artista e pubblico e a scardinare il sistema borghese dell’arte per ricreare un legame tra arte e vita. In questo contesto, la città meglio di qualunque altra galleria alternativa permetteva un rapporto immediato con il pubblico”.
La parola è passata poi a Giuseppe Marci, che ha ricordato quanto sia indispensabile il lavoro dell’università per la valorizzazione di un così grande patrimonio artistico: “Il Giardino sonoro e i murales, insieme a tutte le sue opere, sono l’eredità che la sua genialità ci ha lasciato. Insieme all’esempio di un’esemplare saldatura tra il luogo di nascita e un progetto di crescita. Per rendergli omaggio degnamente sono necessari comitati scientifici e organizzazioni culturali che possano attirare l’attenzione sui suoi progetti artistici”.
La mattinata si è conclusa con un omaggio a Gillo Dorfles, e al suo legame con l’artista Sciola: “Dorfles ha avuto un fortissimo legame con la Sardegna, grazie al quale è riuscito a entrare in contatto anche con Pinuccio Sciola: l’artista gli aveva dedicato una pietra sonora”, ha spiegato Marco Pignotti.
Giuseppe Marci: "Per rendere omaggio a Sciola sono necessari comitati scientifici e organizzazioni culturali che possano attirare l’attenzione sui suoi progetti artistici”
La sessione pomeridiana - durante la quale è intervenuta anche Barbara Cadeddu, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura – è stata curata dall’Associazione Noarte Paesemuseo. Il tema al centro del dibattito è stata l’arte come pratica relazionale, propulsore territoriale e strumento di rinascita, attraverso il confronto dell’esperienza di San Sperate con quelle nazionali e internazionali, studiate o talvolta vissute in prima persona dai relatori che, nel corso degli anni, hanno avuto modo di collaborare attivamente con il Paese Museo.