Press review

24 February 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 febbraio 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Quasi mille persone in corteo a Cagliari, disagi per i pazienti negli ospedali
Il grido degli infermieri: «Servono nuove assunzioni»

Scheletri, bambole crocifisse e striscioni al veleno. In sottofondo megafoni e fischietti e una serie di slogan gridati a squarciagola per l'intera mattinata. Il venerdì nero della Sanità, riempie piazza del Carmine e supera anche le previsioni iniziali: a manifestare la loro rabbia ieri c'erano quasi mille infermieri arrivati da ogni angolo della Sardegna.
LA PROTESTA Raduno alle dieci e trenta, davanti alla statua dell'Immacolata Concezione e agli occhi attenti delle forze dell'ordine. Ma già dalle 9 c'erano i primi manifestanti. Uno sciopero nello sciopero - contemporaneo a quello andato in scena a Roma -, per consentire agli operatori impossibilitati a spostarsi dall'Isola di partecipare. Prima la protesta in piazza, poi la marcia sino all'assessorato regionale alla Sanità. Un quarto d'ora di stallo davanti al Palazzo del potere, al grido di «Arru, Arru, Arru». Ma il numero uno della Sanità sarda non si fa vedere. Tra slogan e rivendicazioni qualcuno tira in ballo anche la Costituzione, e il diritto alla salute, che «viene messo a rischio dalle condizioni inaccettabili in cui ci troviamo a operare», dicono in coro i manifestanti, accompagnati dai dirigenti sindacali del Nursind Up e del NurSind.
LE RIVENDICAZIONI «Chiediamo lo sblocco completo del turnover e quello del limite di spesa che consenta l'assunzione di tutto il personale necessario nei vari presidi dell'Isola, l'immediata attuazione delle nuove leggi per la stabilizzazione dei circa mille precari in tutta la Sardegna e una revoca immediata del blocco del pagamento dei festivi infrasettimanali», spiegano Diego Murracino, dirigente territoriale del Nursing Up, e Fabrizio Anedda, segretario provinciale e coordinatore regionale del NurSind. Sono loro a dirigere la protesta rumorosa e coreografica.
LE STORIE Valentina Bello, 29 anni, nuorese, infermiera nell'azienda ospedaliero- universitaria di Cagliari: «Sono qui per rivendicare e difendere i diritti della mia categoria. Il problema più grave è la carenza d'organico: basta pensare che al Policlinico, la direzione sanitaria non avendo un servizio apposito che si occupa delle salme, spesso si avvale del personale dei reparti che dovrebbe assistere le persone vive». Manuela Sanna, 49 anni, reparto di Medicina del Nostra Signora di Bonaria di Sanluri: «Ci troviamo a lavorare in condizioni vergognose, con reparti che soprattutto durante il turno notturno si trovano coperti da soli due infermieri per trentotto pazienti in condizioni critiche. Se c'è bisogno di una Tac urgente ci dobbiamo spostare noi». Sandro Bandu, 54 anni, infermiere del 118: «Riusciamo a garantire il minimo per quanto riguarda i turni. Anzi, spesso siamo talmente pochi che non siamo nemmeno in grado di prendere tutte le chiamate».
NUOVI SCIOPERI L'intesa raggiunta nel primo pomeriggio di ieri tra Governo, Uil, Cgil, Cisl, Fials e Fsi, non soddisfa i due sindacati in piazza. «È umiliante e vergognoso, proseguiremo le nostre battaglie per far valere i diritti degli infermieri sardi», annunciano i dirigenti del Nursing Up e del NurSind, che ipotizzano altre due giornate di sciopero. Ma intanto il primo obiettivo lo hanno raggiunto ieri mattina: «La grandissima partecipazione alla protesta ha causato disagi in tutti gli ospedali sardi, dove sono state garantite solo le prestazioni di emergenza-urgenza, per le quali le aziende hanno precettato centinaia di infermieri che sarebbero voluti essere in piazza», commenta Murracino. «Questo dimostra che siamo figure essenziali per garantire il funzionamento del Servizio sanitario». La protesta continua.
Sara Marci

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 febbraio 2018 / Provincia di Oristano (Pagina 41 - Edizione CA)
Ghilarza
Una mostra sull'olocausto e il dibattito sull'ambiente

Eventi culturali di rilievo a Ghilarza. Oggi, alle 18 all'agorà, verrà inaugurata la mostra “L'olocausto e l'oblio - La storia di un genocidio nelle opere dell'artista cardiologo Pietro Sanna”. È organizzata dalla Fondazione casa museo Gramsci onlus in collaborazione con la Fondazione Berlinguer e il Comune. Diversi gli interventi tra cui quello del presidente della Fondazione Giorgio Macciotta e del Magnifico rettore dell'Università di Cagliari Maria del Zompo. La mostra è costituita da 35 quadri che raccontano il percorso dell'olocausto e la rimozione del suo ricordo. Nel corso della serata verrà presentato il progetto inoltre “Buona fortuna fratello mio” che la II C dell'Istituto comprensivo di Ghilarza ha presentato al concorso del Senato. Domenica invece la Scuola popolare Antonio Gramsci propone alle 10 alla Torre aragonese “Collaudato sì”. In prossimità delle elezioni, a cura del coordinamento Comitati sardi, si farà il punto della situazione su investimenti speculativi e predazioni ambientali in Sardegna. Si parlerà di energia, rifiuti, petrolio, gas, scorie, armamenti. ( a. o. )

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 febbraio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Quartucciu
Pranzo solidale in carcere

Il carcere minorile al centro delle “Giornate solidali” promosse dalla fondazione “Carlo Enrico Giulini” in collaborazione con l'istituto penale e alcuni operatori del Cagliari Calcio. In particolare lo chef della squadra rossoblù, William Pitzalis, con altri quotati colleghi, preparerà il pranzo domenicale di domani, dopo una partita di calcio - arbitrata da suor Silvia Carboni della comunità somasca di Elmas - con 3 squadre, i ragazzi del carcere, operatori interni ed esterni e chef. L'iniziativa - spiegano gli organizzatori - mira ad avvicinare il mondo delle imprese alla realtà carceraria. Altro appuntamento martedì alle 9, quando tre studentesse di Architettura discuteranno le tesi di laurea all'interno del carcere, in presenza della rettrice Maria Del Zompo e della commissione. Saranno presentati i progetti realizzati con i giovani detenuti e gli operatori. In particolare è stato allestito uno spazio all'aperto nelle aree verdi dell'istituto penale per la socializzazione e l'incontro dei giovani detenuti con i familiari.

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 febbraio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 46 - Edizione CA)
SASSARI. Denari bloccati, l'Ateneo: tutto regolare e lo dimostreremo
Università nella bufera: le anomalie dei ricercatori

Una candidata dichiarata vincitrice grazie all'assegnazione di punteggi ottenuti in virtù di falsi materiali. Altri suoi colleghi non avrebbero invece mai svolto alcuna attività professionale all'estero. Ricercatori che non hanno nemmeno mai indicato «esattamente la tipologia del rapporto, la data di inizio ed il termine dello stesso». Nessuno l'ha fatto e tuttavia sono stati ammessi alla borsa di studio per il "Rientro dei cervelli".
ANOMALIE C'è di più: Nel triennio nel quale sarebbero dovuti essere impegnati all'estero, «alcuni di essi lavoravano invece, regolarmente, nelle sedi universitarie della Sardegna, in qualità di assegnisti di ricerca, borsisti o professori a contratto. Uno di loro, addirittura, per quasi tutto il triennio nel quale si sarebbe dovuto trovare all'estero, prestava servizio retribuito in qualità di assegnista presso la stessa università di Sassari». A una candidata «sono stati attributi 15 (decisivi) punti per il possesso del titolo di dottore di ricerca che non possedeva affatto (lo avrebbe ottenuto in data successiva alla scadenza delle domande)». Così l'avvocato Gianni Loy, rappresentante dei candidati tagliati fuori: «Questo procedimento è in corso. Il recente decreto di archiviazione del gip di Sassari non riguarda questa vicenda (acclarata dopo aver preso visione degli atti), ma soltanto le prime avvisaglie». Nel frattempo la Regione, in via cautelativa, si è tenuta nella borsa quasi mezzo milione di euro, l'ultima tranche del finanziamento destinato a Sassari.
L'ARCHIVIAZIONE L'università di Sassari dal canto suo non ha alcuna intenzione di risolvere le sue battaglie a mezzo stampa, e preferisce battere le aule del tribunale. Gli atti che verranno inviati dall'Università alla Procura, fa sapere l'ufficio stampa, «evidenzieranno che l'Ateneo ha operato legittimamente sulla base della documentazione prodotta dai candidati, i quali erano in possesso dei requisiti stabiliti, peraltro attestati dalle Istituzioni Universitarie straniere ove i candidati hanno svolto il triennio richiesto all'estero». Infine, «va rimarcato che i giudici, sia amministrativi che penali, hanno già acclarato l'infondatezza di ogni addebito finora mosso all'Ateneo turritano». Di qualche giorno fa l'archiviazione di un fascicolo relativo a una prima segnalazione, negli anni 2013, sempre riguardo ai requisiti fallaci di candidati al concorso. «Quell'archiviazione non tocca il tema dei 5 candidati miracolati - dice l'avvocato Loy - Quella vicenda è saltata fuori in seguito, quando finalmente è stato possibile l'accesso agli atti, consentito soltanto dopo una denuncia in Procura».
Patrizia Canu

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 febbraio 2018 / Provincia di Sassari (Pagina 46 - Edizione CA)
Sassari
In 67 studenti hanno già colto l'occasione di utilizzare la bici gratis per spostarsi in città. L'accordo tra Comune di Sassari e l'Ersu, infatti, prevede l'erogazione di un centinaio di card per il servizio di bike sharing, da destinare gratuitamente agli iscritti dei corsi di laurea dell'Università, dell'Accademia di Belle Arti o del Conservatorio di Musica. Ieri nella hall della Casa dello Studente di via Coppino, la consegna dei primi abbonamenti annuali. È stata l'occasione, grazie alla presenza dei referenti per il Nord Sardegna di Bicincittà, per illustrare il funzionamento delle bike elettriche e per dare la possibilità agli studenti di fare un giro di prova nella piazza davanti alla residenza. Ciascuna card consegnata ieri mattina ha coperti i costi di iscrizione al servizio di bike sharing per un anno intero e contiene la prima ricarica di cinque euro. (c. fi.)

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 febbraio 2018 / Lettere e opinioni (Pagina 17 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
Per lo sviluppo della Sardegna
ACQUA E TRASPORTI DUE NODI CRUCIAL
I
Parto da alcune considerazioni banali ma che dovrebbero avere una condivisione generalizzata. La storia ci insegna che spesso gli insediamentti umani sono stati localizzati vicino ai corsi d’acqua in condizioni di facile accessibilità a questa risorsa. In una regione come la Sardegna la considerazione è talmente vera che poi sono state considerate sacre le fonti ed i pozzi. In una regione come la nostra ove non sono presentti ghiacciai, ma dove pure nevica tutti gli inverni nelle alte colline e nei rilievi montuosi, l’acqua dovrebbe essere perciò non solo disponibile per tutte le attività umane, ma anche invasata, o meglio risparmiata. Nell’Isola esistono due importanti ed essenziali precondizioni per lo sviluppo: la disponibilità dell’acqua ed un sistema dei trasporti che garantisca il diritto costituzionale alla mobilità delle persone e delle merci. Invece abbiamo assistito nel passato alla collocazione degli insediamenti industriali lontano dai nodi di trasporto verso l’estreno (i porti) ed in presenza di un sistema infrastrutturale che certamente non poteva assicurare costi di trasporto adeguati. Non è dunque una sorpresa constatare le condizioni di disagio economico e sociale in presenza di una rete viaria (strade e ferrovie) inadeguata ed obsoleta, rimasta tale nel tempo nonostante taluni interventti importanti, ma non tali da interessare il complessivo territorio regionale..Lascio alla politica, ma con poca fiducia, la scelta di dare attenzione a questi problemi, con l’aggiunta evidente di risorse energetiche adeguate, individuando le politiche necessarie e gli interventti conseguenti, nella speranza che i costi derivanti siano intesi necessari proprio ai fini dello sviluppo e della qualità della vita dei sardi.
Francesco Annunziata,
Ingegnere, docente universitario

 

7 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 febbraio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Lunedì il presidente della Repubblica sarà in Consiglio regionale
Mattarella, visita di due ore per i 70 anni dello Statuto

Due ore o poco più per presenziare alla seduta solenne del Consiglio regionale per i settant'anni dello Statuto, visitare la mostra dedicata e partecipare all'intitolazione di una sala di Villa Devoto a Emilio Lussu: la visita di Sergio Mattarella in programma lunedì a Cagliari sarà molto breve. Il Capo dello Stato atterrerà a Elmas alle 10.30 circa, un quarto d'ora dopo varcherà l'ingresso principale del palazzo del Consiglio in via Roma. Ad attenderlo sotto i portici ci saranno cameramen, fotografi e giornalisti, ma è molto difficile che il presidente della Repubblica possa fermarsi con i cronisti per rilasciare dichiarazioni.
LA VISITA Varcato l'ingresso, Mattarella visiterà velocemente la mostra per i settant'anni dello Statuto allestita al piano terra dell'edificio e che sarà inaugurata ufficialmente sempre lunedì, alle 13, quando il Capo dello Stato sarà già ripartito. Prima dell'inizio della seduta ci sarà il tempo per un saluto in una saletta riservata con i presidenti del Consiglio regionale e della Giunta, Gianfranco Ganau e Francesco Pigliaru, e con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda.
IL DISCORSO Il protocollo non prevede un intervento del Capo dello Stato durante la seduta solenne, ma è molto probabile che Mattarella decida invece di prendere la parola. Così ha fatto l'ultima volta che è venuto in Sardegna per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Cagliari. In programma, invece, gli interventi di Ganau e Pigliaru, della durata di venti minuti ciascuno. Ad aprire la seduta sarà l'inno nazionale di Mameli cantato dagli studenti dell'istituto comprensivo Puxeddu di Villasor, mentre la chiusura sarà affidata al coro “Nugoro Amada” di Nuoro che intonerà il canto antifeudale “Procurad'e moderare”.
PROTOCOLLO Subito dopo Mattarella sarà accompagnato a Villa Devoto. La partenza è prevista attorno alle 12.30. La viabilità non subirà nessuna modifica - ha precisato ieri il viceprefetto Andrea Leo alla presentazione del programma - se non «quelle necessarie e dinamiche» (ad esempio la chiusura della via Roma lato portici) da attivare al passaggio del presidente. Leo e la capo ufficio stampa del Consiglio Regionale hanno illustrato le regole a cui dovranno attenersi giornalisti e fotografi. Innanzitutto potranno accedere al palazzo solo dall'ingresso di via Cavour, e lo dovranno fare entro e non oltre le 10. In Aula potranno assistere alla seduta nelle tribune: i posti sono 24, gli altri seguiranno dalla sala stampa. Non sarà consentito l'ingresso dei giornalisti nelle tribune dopo le ore 10,15 e tassativamente, dopo l'entrata in Aula del Presidente della Repubblica. L'occasione impone anche un dress code: giacca obbligatoria non solo per i giornalisti ma anche per fotografi e cameraman. La stampa non potrà invece seguire Mattarella a Villa Devoto.
Roberto Murgia




 

La Nuova Sardegna


 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 febbraio 2018 / Sassari - Pagina 29
Il Cda non si può insediare, bloccata la programmazione delle iniziative future
Casa dello studente, borse di studio e campus universitario i temi da affrontare
L'ERSU ATTENDE DA 5 MESI LA NOMINA DEL PRESIDENTE

di Pinuccio Saba
SASSARI Parlare di "paralisi" dell'ente è sicuramente eccessivo, ma la mancata nomina del presidente, rende difficile (impossibile) programmare il futuro dell'Ersu. Il vecchio Cda è scaduto a settembre, il consiglio regionale ha provveduto a nominare i propri rappresentanti - uno per la maggioranza e uno per l'opposizione -, gli studenti hanno eletto Mariangela Pinna, docenti e ricercatori hanno riconfermato Ciriaco Carru (professore associato del dipartimento di Scienze biomediche) ma il consiglio di amministrazione resta monco della figura che dovrebbe fare da collante dell'organismo direttivo, manca cioè il presidente. Una nomina che spetta al presidente della giunta regionale (di concerto con il rettore), nomina che però non è ancora arrivata e che potrebbe concretizzarsi solo dopo le elezioni. Nel frattempo, come sottolinea il professor Ciriaco Carru, l'Ersu non può programmare il proprio futuro. «La prima cosa da fare è certamente il bilancio di previsione - sottolinea il componente del Cda - cioè come spendere le risorse messe a disposizione dell'Ersu. Risorse che servono per i bandi per le case, le borse di studio, la casa dello studente. Inoltre, senza Cda al completo, segna il passo anche il progetto per il nuovo campus universitario. Argomenti importanti, destinati a segnare il futuro dell'università di Sassari ma in certi casi anche temi per così dire minori ma che sono di competenza esclusiva del Cda».Indubbiamente la politica è in forte ritardo e sembra disinteressarsi dell'ateneo sassarese. Un Cda scaduto e uno nuovo impossibilitato a insediarsi non sono certo un buon viatico per l'università sassarese. Inoltre non si capisce perché la politica non abbia adottato un metodo uniforme per i due atenei isolani, visto che il Cda dell'Ersu di Cagliari si è insediato a settembre. «Cinque mesi mi sembrano tanti per una decisione - aggiunge Ciriaco Carru-: è vero che a giugno era stata presentata una proposta di legge per unificare i due enti universitari, ma a settembre quella proposta è stata ritirata. Non capisco quale sia l'ostacolo che impedisce la nomina del presidente dell'Ersu, senza il quale non possiamo metterci al lavoro per programmare il futuro».L'ordinaria amministrazione va avanti grazie alla struttura tecnica guidata dal direttore generale Antonello Arghittu «che collabora con tutti noi, ma non può andare oltre i limiti che gli impone la legge - spiega ancora il professor Carru -. Questo è fondamentalmente un problema politico e spetta alla politica risolverlo. E quanto prima possibile».

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 febbraio 2018 / Sassari - Pagina 29
Accordo Ersu-Comune, consegnati 100 abbonamenti gratuiti agli universitari
Il bike sharing piace agli studenti

SASSARI Per adesso le "stazioni" sono tre: emiciclo Garibaldi, parcheggio dell'Atp in via Dei Mille e piazza Conte di Moriana, ma l'Ersu conta di istituire altre stazioni nei punti nevralgici della città, soprattutto in aree di intermodalità, all'ingresso della città e comunque in zone di stretta connessione con le sedi universitarie. Lo ha detto ieri mattina il direttore generale dell'Ersu Antonello Arghittu, nel corso della presentazione dell'accordo stipulato con l'amministrazione comunale per la fruizione del servizio di bike sharing. L'accordo prevede che l'Ersu fornisca gratuitamente cento abbonamenti ad altrettanti studenti universitari «per favorire la mobilità sostenibile» e facilitare gli spostamenti dalle sedi universitarie fino ai luoghi dove vengono forniti altri servizi come, ad esempio, la mensa di via Dei Mille.Vista la morfologia di Sassari e considerato il fatto che il servizio è aperto a tutti cittadini che vorranno acquistare gli abbonamenti (da giornaliero ad annuale) i mezzi messi a disposizione non sono semplici biciclette ma sono dotate di pedalata assistita che permette di affrontare anche le salite più impervie. Il servizio è stato presentato ufficialmente solo ieri, ma gli studenti avevano già richiesto 67 abbonamenti, un risultato che ha soddisfatto l'Ersu e Antonello Arghittu che ipotizza di ampliare e potenziare ulteriormente l'intero sistema, magari con l'acquisizione di altre biciclette con l'aiutino elettrico.Ieri mattina, nel piazzale interno della sede dell'Ersu, le biciclette con pedalata assistita sono state "provate" da alcuni studenti che hanno imparato a conoscere i piccoli segreti dei mezzi a loro disposizione, come i comandi per regolare la potenza e la velocità della pedalata assistita e la piccola plancia di comando. La gestione del servizio e la manutenzione delle biciclette è invece affidata alla società Bicincittà, che gestisce lo stesso servizio ad Alghero. « Il sistema di piste ciclabili a Sassari - ha concluso Arghittu - è destinato a crescere e migliorare nei prossimi anni, così come i punti di ritiro e il numero delle bike disponibili».

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 febbraio 2018 / Sassari - Pagina 29
VETERINARIA
Pubblicati i bandi per due scuole di specializzazione

SASSARI L'università ha pubblicato il bando di concorso per l'ammissione alla "Scuola di specializzazione in ispezione degli alimenti di origine animale" e alla "Scuola di specializzazione in sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche", del dipartimento di Veterinaria, per l'anno accademico 2017/2018. La domanda di partecipazione al concorso di ammissione dovrà essere inviata entro le 13 del 10 marzo 2018, all'indirizzo https://uniss.esse3.cineca.it/Home.do. Ciascuna scuola è aperta a 15 specializzandi. Le prove di ammissione del concorso si svolgeranno nella sede del dipartimento di Veterinaria il 10 aprile per la scuola di "Ispezione degli alimenti di origine animale" e l'11 aprile per la scuola di "Sanità animale, allevamenti e produzioni zootecniche".

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 febbraio 2018 / Sassari - Pagina 29
STUDIARE ALL'ESTERO
Con Erasmus è più facile trovare un'occupazione

SASSARI «Vivere un'esperienza Erasmus è un'opportunità che ha un impatto notevole sia sotto il profilo della formazione accademica, sia sotto il profilo personale e lavorativo. Le statistiche a livello europeo e nazionale dimostrano che aver trascorso un periodo di formazione all'estero contribuisce in modo determinante a favorire l'inserimento nel mondo del lavoro». Così l'università di Sassari presenta i nuovi bandi per l'assegnazione di borse di mobilità internazionale a fini di studio nell'ambito del programma "Erasmus +" per l'anno accademico 2018/2019.L'esperienza Erasmus dà a chi la compie una marcia in più, migliorando di fatto le prospettive internazionali. E questo emerge dalle statistiche in base alle quali chi segue un corso di studi all'estero, anche se limitato a un solo anno, ha poi maggiori possibilità di trovare una rapida occupazione. L'università di Sassari si distingue da tempo in ambito nazionale per la quantità e la varietà di opportunità internazionali di studio e tirocinio che offre ai suoi iscritti. E anche per questo motivo è una delle sedi più ambite dagli studenti stranieri. Sul sito dell'università, al link dedicato https://www.uniss.it/uniss-comunica/unisspress/bando-erasmus-ai-fini-di-studio-2018-19, è consultabile il bando per l'assegnazione dei finanziamenti destinati allo svolgimento di un periodo di studio all'estero in una delle numerose università europee con le quali l'ateneo ha stipulato accordi di interscambio. Il bando è rivolto agli iscritti ai corsi di laurea triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico, master, dottorato e scuole di specializzazione di tutti i dipartimenti dell'Ateneo.

 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 febbraio 2018 / Sassari - Pagina 29
Più basso di un uomo popolò l'isola sino a 50mila anni fa, si estinse per motivi misteriosi
Quando in tutta la Sardegna
regnava il "mammut nano"

di Simone Repetto
Recenti scoperte hanno fatto nuova luce sulla preistoria della Sardegna, circa la fauna che viveva in un territorio insulare diverso dall'attuale. Un animale, in particolare, attira da tempo l'attenzione del mondo scientifico: il mammut. Ma non si tratta dei giganti lanosi dalle enormi zanne cui è abituato l'immaginario collettivo. Erano nani, più bassi della statura media di un uomo, e non avevano predatori naturali. Vissero migliaia anni fa, nel Pleistocene, fino a quando il loro habitat cambiò e si estinsero, insieme ad altri mammiferi minori endemici che, condividendo il medesimo ambiente, subirono gli strani effetti dimensionali dovuti all'insularità, dove le specie più grandi si rimpicciolirono e quelle più piccole fecero l'opposto.Esemplare endemico.L'elefante in questione appartiene al genere Mammuthus e alla specie lamarmorai. È considerato l'unico mammut endemico italiano e del Mediterraneo occidentale, per differenziarlo da Mammuthus creticus, un suo simile che visse nell'isola di Creta. Era alto non più di un metro e mezzo e pesava dai sette agli otto quintali. Queste stime, sono state fatte dai paleontologi in base al primo e tutt'ora più importante ritrovamento di resti fossili, scovati sul finire dell'Ottocento in località Funtana Morimenta, vicino a Gonnesa. Il primo a imbattersi nei resti ossei del mammut sulcitano, venuti alla luce durante i lavori di costruzione della strada ferrata, fu il naturalista toscano Luigi Acconci nel 1881. Due anni dopo quei resti furono visionati dal celebre zoologo e paleontologo svizzero Charles Immanuel Forsyth Major (a cui si deve la denominazione scientifica della specie), buona parte dei quali li portò con sé in Svizzera, insieme ad altri fossili di specie animali endemiche, provenienti dal blocco sardo-corso del Quaternario, ancora oggi conservati nel Museo di Storia naturale di Basilea. Ulteriori parti di quello scheletro, si trovano nel Museo sardo di Geologia e Paleontologia "D.Lovisato" dell'Università di Cagliari e nel Museo di Storia naturale e del Territorio dell'Università di Pisa. Inoltre, nel Museo dei Palaeoambienti sulcitani "E. A. Martel" a Carbonia e nel museo di Cagliari sono esposte copie in gesso di parte degli elementi ossei del mammut di Gonnesa. Nel complesso, comprendono un consistente numero di frammenti di costole e vertebre, ossa degli arti inferiori, delle zampe e parte di una zanna.I denti del Sinis.Nei decenni successivi, i rinvenimenti sono stati decisamente meno cospicui e infrequenti. Sono infatti stati ritrovati solo dei denti, nel territorio oristanese di San Giovanni di Sinis, in quello sassarese di Campu Giavesu e algherese di Tramariglio, nel dettaglio molari appartenuti al piccolo mammut sardo. Che ha fatto nuovamente parlare di sé l'anno scorso, quando, in due pubblicazioni scientifiche, sono stati descritti la scoperta di un frammento di tibia e di alcune impronte individuate in strati di roccia affiorante, confermando la sua presenza in aree già segnalate, rispettivamente ad Alghero e Gonnesa. Il primo, è stato pubblicato sulla rivista Comptes Rendus Palevol, a cura di Maria Rita Palombo (Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Roma), Marco Zedda (Dipartimento di Veterinaria, Università di Sassari) e Rita Teresa Melis (Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Università di Cagliari), mentre il secondo caso è stato descritto da Gianluigi Pillola e Daniel Zoboli (Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Università di Cagliari) nel Bollettino della Società paleontologica italiana. Il nanismo insulare.«La recente identificazione di un reperto trovato negli anni Ottanta ad Alghero e all'epoca non riconosciuto come appartenente a un elefante - dice l'archeozoologo Marzo Zedda - è importante per vari motivi. Complessivamente, è stato trovato uno scarso numero di resti di mammut sardo, riferibili a denti e limitate porzioni dello scheletro e pertanto ogni ritrovamento è rilevante per approfondire le conoscenze su questo animale. Nel nostro caso, è l'unico resto di tibia sinora ritrovato. Da un punto di vista scientifico - ha precisato Zedda - la presenza in Sardegna di questa specie è in accordo con le principali leggi dell'evoluzione, secondo cui negli ambienti insulari i mammiferi di medie e grandi dimensioni tendono con il tempo a ridurre la loro taglia per originare forme che spesso sono molto più piccole rispetto a quelle continentali da cui sono originate. Il fenomeno è noto come "nanismo insulare" e si può osservare anche nelle specie di proboscidati trovate in altre isole del Mediterraneo».I nuovi quesiti scientifici.Ma la ristrettezza dei dati disponibili, pone ancora molti quesiti sulle particolarità di questa specie. Circa il periodo i cui è vissuto, per il professor Gianluigi Pillola «i dati finora disponibili consentono di ipotizzare l'immigrazione dell'antenato continentale in Sardegna durante un momento non ben definito del Pleistocene medio, raggiungendo le terre insulari a nuoto. Il mammut di Gonnesa, risale a prima del massimo periodo "caldo", intorno a 125 mila anni fa, che segna il passaggio al Pleistocene superiore». In quel piano epocale, è supposta la datazione della tibia di Alghero, tra 57 e 29 mila anni fa. Sulla permanenza e diffusione del lamarmorai nell'isola, Pillola aggiunge: «Il numero di individui viventi in uno stesso momento deve essere sufficiente affinché la specie si riproduca, persista nel tempo e si diffonda in un territorio. Sono ipotizzabili comunità analoghe a quelle di proboscidati attuali in ambienti insulari, come nel Borneo. Sull'analisi dei rinvenimenti, i molari sono i resti più resistenti e facilmente fossilizzabili. Nelle fasi post mortem, i resti possono essere smembrati da animali necrofagi e quelli ossei possono essere rimossi. Se non sepolti rapidamente, si degradano fino alla completa scomparsa. E' quel che è accaduto al molare trovato a Tramariglio, molto smussato a causa del "trasporto" subito».L'enigma dell'estinzione.L'estinzione della specie di proboscidato endemica in Sardegna resta ancora un enigma. «Gli studi in atto sui paleoclimi del Pleistocene e datazioni dei depositi sedimentari - continua Pillola - , consentono di ipotizzare uno stress ambientale sfavorevole (variazioni climatiche e impatto sulle risorse alimentari) sempre più crescente, che determinò il declino e la susseguente estinzione». Un aspetto interessante riguarda l'adattamento climatico, per una specie abituata a frequentare ambienti freddi. «Le curve delle variazioni climatiche disponibili - spiega l'esperto - suggeriscono che i Mammuthus in Sardegna si sono dovuti adattare a climi sempre più miti e alle diverse limitazioni dovute all'insularità. L'aspetto notevole è la drastica riduzione della taglia, visti i quasi quattro metri di altezza di Mammuthus throgonterii, considerato l'antenato putativo del lamarmorai».Dunque, tassello dopo tassello, si cerca di ricostruire la carta d'identità del mammut sardo: c'è ancora molto da scoprire, e molti indizi e reperti potrebbero essere contenuti in affioramenti che rischiano di sparire col degrado del tempo. Il punto sulle ricerche lo traccia ancora Pillola: «L'analisi della totalità dei resti ossei finora noti, sono stati integrati grazie allo studio eseguito dal ricercatore Daniel Zoboli di tutti i resti custoditi nel museo di Basilea. Pubblicheremo a breve, in collaborazione con la professoressa Palombo, i risultati ottenuti. Ulteriori studi, riguardano le interessanti orme ritrovate nei pressi di Gonnesa, che possono essere riconducibili al mammut sardo, come i resti scheletrici postcraniali. Di fondamentale importanza, sono altresì le datazioni Osl (basate sulla termoluminescenza), le analisi sedimentologiche e dei paleosuoli dei siti di maggior interesse contenenti resti di lamarmorai, avviate con un team di ricercatori di Cagliari e Sassari, per stabilire con maggiore precisione il periodo in cui viveva».

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie