Press review

05 February 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 febbraio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Quasi 90 progetti su ricerca e miglioramento del prodotto. Muoveranno 678 milioni
Sorpresa, le aziende investono Boom dei contratti di sviluppo: la Regione incrementa i fondi
Nella Sardegna che annaspa per la crisi, ci sono 87 aziende che vogliono reagire con l'arma degli investimenti. Puntando sulla ricerca e la tecnologia per migliorare i propri prodotti; oppure offrendo nuovi servizi e creando reti di imprese per guadagnarsi più spazio nel mercato. Sono le aziende che hanno risposto al bando regionale chiamato T4, destinato a finanziare progetti di sviluppo che vanno da 5 a 20 milioni di euro.
Non era previsto che fossero così tante, e infatti il successo inatteso dell'iniziativa costringerà subito la Giunta a mettere mano alla cassa: rispetto ai 678 milioni di euro di investimenti complessivi che, potenzialmente, verrebbero messi a correre dagli 87 progetti, l'attuale disponibilità di 30 milioni da parte della Regione appare insufficiente. Ma l'assessore alla Programmazione Raffaele Paci non la prende come una brutta notizia anzi: tanto che promette a stretto giro di comunicato stampa un incremento delle risorse.
OCCASIONI Le tante domande arrivate entro la scadenza del 31 dicembre scorso rappresentano, è vero, un tentativo di intercettare i fondi pubblici a disposizione. Ma sono in qualche modo anche un sintomo di vitalità del tessuto economico locale. Ogni progetto prevede una quota di cofinanziamento, per cui gli imprenditori che hanno partecipato al bando sono disposti a rischiare anche qualcosa in proprio per far crescere la propria attività.
Da qui a dire che tutto questo sia anche un indizio di superamento della crisi, in realtà, ce ne passa. Però quanto meno testimonia un minimo di fiducia da parte del mondo produttivo. «Ancora una volta registriamo una straordinaria risposta delle imprese, quella che volevamo e che va anche oltre le nostre aspettative», commenta Paci: «Le imprese ci dicono chiaramente che sono pronte a rimettersi in gioco, per lasciarsi alle spalle la crisi e scommettere sui segnali di ripresa che permettono di essere più ottimisti per il futuro».
LO STRUMENTO Il bando T4, nato più di un anno fa (la delibera di Giunta che ha avviato la procedura è del 31 gennaio 2017), aveva tra gli obiettivi «sostenere l'integrazione dei sistemi e delle filiere produttive», «migliorare il livello di cooperazione» fra le imprese, e anche «la realizzazione di nuove iniziative nel territorio regionale», specie se «contraddistinte da un alto livello di innovazione tecnologica o operanti in settori in forte sviluppo e ad alto valore aggiunto».
La delibera del 2017 fa riferimento in particolare a due assi del Piano operativo del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) 2014-2020: quello della ricerca scientifica e innovazione, e quello della competitività del sistema produttivo. Significa che sono valorizzati i progetti che puntano sulla ricerca applicata alla qualità dei prodotti e allo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, o quelli utili a diversificare l'offerta aziendale.
Si inseriscono nella macroarea tecnologico-produttiva 31 delle 87 domande arrivate al Centro regionale di programmazione, mentre 53 riguardano quella turistico-ricettiva. Numeri minori per l'area sportivo-ricreativa (un solo progetto) e quella della cultura e conservazione del patrimonio (due).
L'ITER Già 22 imprese, tra quelle richiedenti, sono state convocate dal Crp per una fase negoziale che presto coinvolgerà anche tutte le altre ritenute preliminarmente ammissibili: questo passaggio serve a definire l'intervento da attuare e a trovare la migliore fonte di finanziamento. Oltre al tesoretto regionale da 30 milioni già citato, e destinato a essere subito rimpinguato, altri “canali” utilizzabili sono il contratto di sviluppo nazionale, attivato dal ministero dello Sviluppo economico, e i fondi per l'innovazione del ministero per l'Istruzione e la ricerca.
Nella successiva fase, con la domanda formale di accesso alle agevolazioni, verrà scelto il tipo di sostegno da parte della Regione, che potrà tradursi in sovvenzioni o (almeno in parte) in un prestito agevolato. «Solo le imprese possono creare ricchezza e occupazione», conclude Paci, ricordando i 250 milioni di aiuti previsti tra il 2017 e il 2018: «Anche in questo bando, che è quello che mette a disposizione finanziamenti più corposi, si sono dimostrate pronte a cogliere l'occasione».
Giuseppe Meloni

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 febbraio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Organizza l'Istituto di Storia dell'Europa mediterranea
Accoglienza, seminario sulle buone pratiche

L'Istituto di Storia dell'Europa mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche, all'interno del progetto “Migrazioni & Mediterraneo. L'Osservatorio Sardegna”, di cui è responsabile Alessandra Cioppi, ha organizzato un corso seminariale di formazione dal titolo “Le buone pratiche del sistema di accoglienza. Casi studio”.
Durante il corso, organizzato anche da Maria Elena Seu, assegnista di ricerca Isem-Cnr del progetto, si svilupperanno argomenti e tematiche inerenti il sistema di accoglienza vigente oggi in Italia, il sistema normativo, gli apparati dell'assistenza, le diverse modalità di integrazione, le problematiche sociali, la geografia politica. Il percorso, la cui finalità è la ricaduta nel mondo del lavoro, prevede principalmente lezioni frontali ma per alcune tematiche verranno proposte attività più interattive, quali lavori in piccoli gruppi e casi studio, per poter coinvolgere i partecipanti, valorizzando le conoscenze e stimolando la partecipazione. Il corso sarà tenuto da operatori del settore, ricercatori Cnr e docenti universitari. Si proporrà altresì una valutazione in itinere e ex/post del percorso di formazione, tramite questionario anonimo. Il corso darà diritto all'attribuzione di crediti formativi (Cfu) agli studenti universitari frequentanti.
Le lezioni durano novanta ore complessivamente e si concluderanno a giugno. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì prossimo; i successivi sono stati fissati per il 23 febbraio, 16 marzo, 13 aprile, 11 maggio e 8 giugno. La partecipazione è gratuita per tutte le perseone che si sono iscritte.
Le informazioni e le iscrizioni devono inviate all'indirizzo di posta elettronica migrazioni@isem.cnr.it (o m.cotza@isem.cnr.it e firino@isem.cnr.it).

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 febbraio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
SARROCH. L'inaugurazione della sala multimediale regalata dalla Fiom
IL SACRIFICIO DI PIERPAOLO  L'aula intestatata all'operaio morto in fabbrica

Quella sala multimediale messa a disposizione dei ragazzi di Sarroch celebrerà il suo sacrificio, e gli studenti del paese ricorderanno per sempre il suo nome. Era arrivato dalla Sicilia per lavorare in raffineria, in modo da pagarsi gli studi universitari, ma la mattina dell'11 aprile del 2011 Pierpaolo Pulvirenti morì ad appena 24 anni in seguito a un incidente all'interno dello stabilimento della Saras. Al processo per la sua morte, la Fiom si era costituita parte civile, ottenendo un risarcimento che il sindacato ha messo disposizione dell'Istituto comprensivo di Sarroch: la sala multimediale realizzata con quel denaro verrà inaugurata giovedì prossimo alle 12. All'appuntamento parteciperanno i segretari nazionali di Fiom e Flc Francesca Re David e Francesco Sinopoli .
IL LAVORO «Le norme di salute e sicurezza sul lavoro sono governate da standard e regole che non possono essere bypassati» - dicono dalla Cgil - , «i fatti dimostrano che quando un lavoratore muore o subisce un infortunio ci sono precise responsabilità, qualcosa nella catena dei processi che garantiscono la sicurezza è saltato. Per queste ragioni l'attenzione sul tema deve essere sempre elevata, occorrono controlli a tappeto, formazione e investimenti da parte di tutti i soggetti coinvolti. Da qui anche l'importanza di non dimenticare chi ha perso la vita nel lavoro, realizzando anche iniziative come questa, legata al mondo della scuola, per trasferire ai giovani studenti la memoria di quanto accaduto e renderli consapevoli, in prospettiva, della priorità della sicurezza nel lavoro».
L'INIZIATIVA Oltre ai segretari nazionali parteciperanno anche il segretario della Cgil sarda Michele Carrus, la dirigente scolastica Fatima Pasella e l'animatore digitale Paolo Ligas, il rappresentante degli studenti Unica 2.0 Matteo Vespa, il sindaco di Sarroch Salvatore Mattana. Per l'Istituto comprensivo, la nuova sala multimediale ha un valore che va oltre la didattica. «I nostri ragazzi realizzeranno il sogno di Pierpaolo, morto mentre lavorava per pagarsi gli studi - dice Paolo Ligas - , in questo luogo studieranno e si impegneranno per raggiungere l'obiettivo che quel povero ragazzo purtroppo non era riuscito a centrare".
Ivan Murgana


 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 febbraio 2018 / Provincia di Nuoro (Pagina 25 - Edizione CA)
NUORO. La delegazione pronta ad affrontare l'audizione al Mibact
Capitale della Cultura, oggi l'esame finale a Roma

Nella corsa al titolo di Capitale della Cultura 2020 Nuoro oggi affronta a Roma la prova decisiva. Alle 17 è fissata al ministero per i Beni e le attività culturali l'audizione davanti alla commissione presieduta da Stefano Baia Curioni. La città avrà trenta minuti per esporre le ragioni che legittimano la sua candidatura, già illustrate nel dossier che le ha permesso di entrare nella short list delle finaliste. La top ten, oltre al capoluogo barbaricino, vede in campo Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Le candidate in origine erano ventuno.
LA SPEDIZIONE Della delegazione nuorese faranno certamente parte il sindaco Andrea Soddu, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, lo scrittore Marcello Fois e Massimo Mancini, cui il Comune ha affidato il coordinamento dell'operazione Nuoro Capitale. Con loro ci saranno anche Antonietta Demurtas, responsabile della comunicazione nell'ambito del progetto, Enrica Puggioni, progettista culturale, e la professoressa Gabriella Ferranti, docente universitaria di diritto europeo a Sassari e Nuoro. Ha ideato “Summer school dei diritti umani, da Grazia Deledda a Malala”, una delle molteplici iniziative del progetto che ha incassato il plauso e il sostegno di realtà culturali, economiche e istituzionali.
LA SPERANZA «Partiamo portando con noi tutta la città e tutta la Sardegna», afferma orgogliosamente il sindaco Soddu. «Sentiamo una grande responsabilità, ma siamo convinti che il processo di candidatura che abbiamo fatto sino a oggi serve per credere in noi stessi e nel nostro futuro».
LA PROPOSTA Il cammino intrapreso finora è già di per sé soddisfacente. «Oggi - aggiunge Soddu - ci possiamo credere tutti quanti insieme perché il riconoscimento è già avvenuto. Nel passato da Nuoro si andava e si tornava attraverso le antiche vie commerciali che hanno fatto grande il Mediterraneo. Oggi quelle strade sono state dimenticate, ma noi vogliamo ripercorrerle riscoprendole come vie di pace, reti di connessioni, flussi di passaggio continuo tra generazioni, idee, identità, suoni e linguaggi. Ed è questo che racconteremo alla commissione del Mibact».
UN SOGNO IN ROSA La candidatura è dedicata alle donne, «partendo da Grazia Deledda che - osserva Soddu - rappresenta un esempio politico di come puntando sul proprio talento si possono superare i limiti e le difficoltà, nonché i condizionamenti geografici, economici e sociali».
Tonio Pillonca

 

 

La Nuova Sardegna

 

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 5 febbraio 2018 / Prima pagina
LA TESI DI LAUREA AL POLITECNICO DI DUE ARCHITETTI
Per i paesi fantasma c’è un futuro
Così può rivivere Badu Andria: i giovani non scappino

Badu Andria, borgo fantasma in comune di Padru, può rinascere ed essere l’esempio di come paesi e strutture abbandonate possono esser un’opportunità di futuro per i giovani che vanno via dall’isola. Sarah Pischedda e Tommaso Vagnanelli, architetti, 25 e 26 anni, ne hanno fatto una tesi di laurea premiata al Politecnico.  ZAZZARA A PAG. 7

Sardegna - Pagina 7
BADU ANDRIA La loro tesi parte dalla volontà di ripopolare la frazione abbandonata di Padru
LA SFIDA DEI DUE ARCHITETTI: IL BORGO FANTASMA RINASCERÀ
Si prevede il recupero di un vecchio stazzo: diventerà un'azienda agricola

di Gianna Zazzara
SASSARI «Costruirci un futuro in Sardegna? Magari. È un posto unico in Europa con una identità ancora molto forte. E le opportunità non mancano. La Sardegna è piena di piccoli borghi dimenticati. Farli rivivere, ripopolarli porterebbe di nuovo fiducia nel futuro». Sarah Pischedda e Tommaso Vagnarelli, architetti, 25 anni lei, olbiese, e 26 lui, torinese, ne sono talmente convinti da averne fatto un caso di studio. "La rinascita dei borghi abbandonati dell'entroterra sardo: il caso studio di Badu Andria" è il titolo della loro tesi di laurea magistrale in Architettura per il restauro e valorizzazione del patrimonio al Politecnico di Torino. Una ricerca premiata con il massimo della votazione per entrambi, 110 e lode, e un riconoscimento da parte del Politecnico come miglior tesi di laurea nell'ambito dell'architettura sostenibile.«Siamo veramente felici che il nostro lavoro sia stato riconosciuto - dicono soddisfatti i due architetti - È un messaggio a tutti i ragazzi. Abbiamo voluto dire ad alta voce che anche in Sardegna c'è la possibilità di costruirsi un futuro. Non bisogna fuggire». Il progetto. Badu Andria è un borgo abbandonato del comune di Padru, in Gallura, dove Tommaso e Sara hanno trovato uno stazzo abbandonato, della seconda metà dell'Ottocento. L'idea alla base della loro tesi è stata quella di trasformare lo stazzo in un'azienda agricola all'avanguardia, specializzata nella produzione di piante officinali. «In Sardegna ci sono tantissime strutture abbandonate che potrebbero essere recuperate e trasformate in attività produttive - raccontano i ragazzi - Noi abbiamo pensato a un'azienda di piante officinali perché la Gallura è il territorio ideale per le piante spontanee e perché questo è un mercato in forte crescita». Per il loro progetto basterebbero 100mila euro. «Finanziamenti che si possono facilmente ottenere anche grazie ai Fondi di sviluppo rurale: per la Sardegna fino al 2020 c'è quasi un miliardo di euro a disposizione». E poi come si fa a vendere le piante? «Ormai con la tecnologia le distanze sono annullate. Basta creare un sito e il gioco è fatto». Come spiegano gli architetti, il caso di Badu Andria può essere replicato in tutti gli altri borghi abbandonati sparsi in Sardegna. La lotta allo spopolamento. A ispirare i due giovani architetti è stato il desiderio di trovare una soluzione per salvare i paesi, condannati allo spopolamento. «I paesi, soprattutto quelli dell'entroterra, rischiano di morire anche perché sono sempre di più i ragazzi che decidono di andare via dalla Sardegna. Eppure le opportunità non mancano, basta cercarle». Secondo Sarah e Tommaso recuperare i vecchi borghi è un'occasione unica non solo per mettere in sicurezza il territorio, ma anche per creare nuove comunità. «I borghi e i piccoli paesi hanno cominciato a spopolarsi quando masse sempre più grandi di persone si sono mosse verso le aree urbane, con il miraggio di una vita più soddisfacente e meno dura. Oggi sta accadendo l'esatto contrario. L'insoddisfazione della vita nelle metropoli porta molti a ritornare nell'entroterra magari per aprire un b&b o un'attività di agriturismo. Il fenomeno ha anche un nome, amenity migration, a indicare la fuga dalle città e il ritorno alla campagna. Anche perché oggi, grazie al progresso tecnologico, è possibile tornare ad abitare questi luoghi, anche nel centro della Sardegna, senza per forza dover abbracciare uno stile di vita lontano dalla modernità». Ovviamente, nel progetto di Sarah e Tommaso i nuovi borghi sarebbero 2.0, con soluzioni architettoniche attente alla sostenibilità ambientale e alla autosufficienza in campo energetico: mini pale eoliche, pannelli solari, raccolta di acqua piovana per riscaldare le abitazioni. La fuga dei giovani. Sarah e Tommaso sanno bene che la causa dello spopolamento e della fuga dei ragazzi è la mancanza di opportunità lavorative nell'isola e l'assenza di politiche economiche adeguate. «Ma la Sardegna ha molti punti di forza - ricordano i ragazzi - Innanzitutto il settore agro-alimentare e il turismo costiero. I finanziamenti per avviare nuove attività non mancano: grazie ai fondi strutturali europei i giovani imprenditori possono ricevere incentivi per aprire nuove aziende nel settore agroalimentare, anche nelle zone rurali». Ritornare a vivere nei paesi e nei borghi abbandonati dell'isola, grazie all'avvio di nuove attività imprenditoriali, permetterebbe ai ragazzi di continuare a vivere in Sardegna. «Quando un giovane è costretto ad emigrare perché non trova lavoro, è una sconfitta. Lo dovrebbero capire i nostri politici. Andar via dovrebbe essere una libera scelta per i ragazzi. Non una soluzione obbligata». Il ripopolamento dei borghi, secondo i due architetti, porterebbe la Sardegna ad una nuova rinascita economica, culturale e demografica. «L'alternativa è una desertificazione sociale che condannerebbe definitivamente questa regione». Dopo aver conseguito la laurea magistrale Sarah e Tommaso hanno deciso di continuare i loro studi al Politecnico di Torino: «Ci stiamo specializzando in beni architettonici e del paesaggio». Ma voi sareste disposti a trasferirvi in Sardegna e realizzare il progetto della vostra tesi di laurea? «Perché no? Io sono torinese e ho scoperto la Sardegna grazie a Sarah con la quale sono fidanzato da 5 anni - dice Tommaso - È una terra meravigliosa. Sì, mi piacerebbe molto viverci». E Sarah? «A Olbia ci sono i miei genitori e sarei felice di tornare a vivere lì. Badu Andria, poi, è vicinissimo a Olbia». Sarah ha un esempio diretto di cosa voglia dire lasciare una grande città per andare a vivere in Sardegna. «Mia mamma è austriaca - racconta -. Quando ha conosciuto mio padre non ci ha pensato un attimo a lasciare Vienna per trasferirsi a Olbia. Ogni volta che le ho chiesto se si fosse mai pentita mi ha sempre risposto: Sei matta? Lo rifarei mille volte». In ogni caso Tommaso e Sarah sono decisi a restare in Italia. «Dopo la laurea molti nostri colleghi sono andati a lavorare all'estero. Comprendiamo le loro ragioni, in Italia è difficile trovare lavoro, e quando c'è è precario. Però ci piacerebbe che i giovani di questo paese, invece di scegliere la via più facile, creino nuove opportunità e credano in questa Italia perché le cose possono essere cambiate. Noi con la nostra tesi abbiamo dimostrato che anche in Sardegna c'è un futuro possibile».



 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 5 febbraio 2018 / Sardegna - Pagina 6
OLTRE LA CRISI
LA RINASCITA DELLE IMPRESE: 687 MILIONI PER 87 PROGETTI
Chiuso il bando T4 della Regione. Si punta sullo sviluppo delle nuove tecnologie
Paci: “Risposta straordinaria, oltre le aspettative. Pronti a dare una mano”

di Claudio Zoccheddu
SASSARI Le intenzioni non sono mai tramontate. Sui mezzi per metterle in pratica, invece, il crepuscolo sembrava imminente. Fare impresa in Sardegna non è mai stato facile ma negli ultimi anni la situazione sembrava addirittura peggiorata. Ecco perché l'inizio della fase operativa del bando T4, con 87 progetti in lizza per accedere ai finanziamenti, è una notizia. L'input era arrivato dall'assessorato regionale della Programmazione, che si muoveva nell'ambito del Programma regionale di sviluppo 2014-2019. Il primo passo era stato acquisire una manifestazione di interesse che apriva all'acquisizione delle proposte per la realizzazione di progetti di sviluppo contratti di investimento. In altre parole, per accedere al bando T4 era necessario programmare lo sviluppo imprenditoriale nelle aree di specializzazione previste dalla Smart Specialization Strategy regionale. Spazio quindi alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, alle reti intelligenti per la gestione efficiente dell'energia, all'agrifood, all'aerospazio, alla biomedicina, al turismo e beni culturali e ambientali (compreso il settore della bioeconomia e della economia circolare).Le imprese. I termini per la presentazione dei progetti attraverso le manifestazioni d'interesse, aperti il 31 maggio 2017, sono scaduti il 31 dicembre. In 7 mesi sono state presentate 87 richieste: 31 relative alla macro area "tecnologico-produttiva", 53 alla "turistico-ricettiva", 2 a quella "cultura e conservazione del patrimonio" e 1 alla macro area "sportivo-ricreativa". «Le proposte - spiegano dalla Regione - muovono investimenti di oltre 678 milioni di euro».La Regione. «Ancora una volta registriamo una straordinaria risposta delle imprese, quella che volevamo e che va anche oltre le nostre aspettative - sottolinea l'assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci -. Le imprese sono pronte a rimettersi in gioco e solo loro possono creare ricchezza e occupazione. Noi, con gli interventi adottati e con quelli in programma, le stiamo mettendo nelle condizioni di ritornare a essere protagoniste. Ricordo che per il 2017 e 2018 abbiamo 250 milioni per le imprese. Anche in questo bando, che mette a disposizione finanziamenti più corposi per contratti d'investimento, le imprese si sono dimostrate pronte a cogliere l'occasione, muovendo finanziamenti importanti a cui la Regione darà il suo contributo sotto forma di aiuto. E considerando l'interesse suscitato dal bando - conclude Paci - valuteremo di volta in volta l'incremento della dotazione iniziale di 30 milioni in base alla validità dei progetti».Gli ammessi. Con le imprese che hanno presentato un progetto ammissibile preliminarmente è stata già avviata la fase negoziale con due obiettivi: definire la tipologia d'intervento e orientare l'impresa verso tutti i possibili canali di finanziamento più utili. La Regione, attraverso il Centro regionale di programmazione, ha già incontrato in fase negoziale 22 imprese e sta procedendo alla convocazione di tutte le altre.



 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 5 febbraio 2018 / Attualità - Pagina 9
Dalla flat tax allo stop sulle tasse universitarie extracosti in vista
Promesse da 8mila euro a famiglia

ROMA Le proposte elettorali lanciate in questi giorni dai partiti politici, se attuate, costerebbero 8.236 euro a famiglia. A fare i conti è il Codacons, che ha analizzato le ripercussioni che le promesse di M5S, Fi, Lega e Pd avrebbero sulle tasche della collettività, qualora dovessero trasformarsi in provvedimenti reali. Nel dettaglio, le risorse per finanziare reddito di inclusione e reddito di dignità impatterebbero per 1.208 euro a nucleo familiare, stima l'associazione. Conto più salato per lo stop alla legge Fornero, che determinerebbe un maggior esborso di 3.333 euro a famiglia; l'introduzione di una «Flat tax» peserebbe sui conti pubblici per 1.666 euro a famiglia, mentre per portare le pensioni minime a 1.000 euro ogni nucleo dovrebbe mettere mano al portafogli sborsando mediamente 1.250 euro, cifra che scende a 500 euro se si deciderà per il pensionamento dei lavoratori precoci. Vi sono poi misure, promesse in questi giorni dai partiti che, sulla carta, sembrano portare vantaggi, ma che nella pratica, secondo il Codacons, sottrarrebbero risorse indispensabili ai conti pubblici con effetti per le tasche degli utenti. Secondo i calcoli dell'associazione, l'abolizione delle tasse universitarie peserebbe per 79,1 euro a famiglia; l'abolizione del canone Rai per 75 euro a famiglia; quella del bollo prima auto per 125 euro a famiglia. A fronte di tali «mirabolanti promesse, che quasi certamente non diventeranno mai realtà», osserva l'associazione, il centro studi Codacons-Comitas ha condotto una ricerca presso i cittadini per capire cosa chiedono realmente alla politica. Una indagine partita nel 2011 e proseguita fino ad oggi da cui è emerso un insieme di misure, molte delle quali a «costo zero», che l'associazione mette a disposizione dei partiti interessati a vagliarle.Nel pacchetto ci sono: l'abolizione delle Regioni e unione di Province, Camere di Commercio e Prefetture creando apposite «Agenzie per lo sviluppo del territorio»; revoca dei parlamentari eletti se commettono gravi reati; contro l'evasione sorteggiare ogni anno categorie merceologiche per le quali è consentito dedurre gli scontrini/fatture, in modo da spingere il consumatore a richiederli sempre. E, ancora, «black list» pubblica dei grandi evasori; consentire aperture di nuove attività in 24 ore e per via telematica; per i primi tre anni costi programmati e definiti, contributi zero per i nuovi assunti, tasse forfettarie. Infine, garanzia di diritto al credito inserendo la «giusta causa» per la revoca di finanziamenti ai piccoli imprenditori.



 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 5 febbraio 2018 / Nuoro - Pagg. 12/13
IL COMMENTO
Nella delegazione anche il presidente Pigliaru e Marcello Fois

Nella delegazione che stasera, alle 17, si presenterà all'audizione al ministero e parlerà davanti ai componenti della giuria, insieme al sindaco Andrea Soddu, ci saranno anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru (nella foto) e lo scrittore nuorese Marcello Fois. Mentre un folto gruppo di supporter, una sorta di tifoseria autorevole, farà da ricco contorno all'audizione ma, a meno di sorprese dell'ultimo minuto, non dovrebbe intervenire durante l'audizione. Alcuni fuori programma, in ogni caso, potrebbero esserci e uno di questi potrebbe riguardare il musicista nuorese Gavino Murgia. Anche lui, infatti, sarà a Roma oggi insieme al vicesindaco Sebastian Cocco, al presidente della Camera di commercio nuorese, Agostino Cicalò, e alla rappresentante dell'associazione MarraNu, Giulia Nieddu. (v.g.)NUOROUna buona parte dell'audizione di oggi, a Roma, davanti alla commissione del ministero, sarà in mano alle donne. Sono le esperte della parte tecnica del progetto "Nuoro capitale della cultura 2020": la responsabile della comunicazione dell'intero percorso, Antonietta Demurtas, la responsabile del progetto Enrica Puggioni, la docente universitaria, e professore associato di Diritto europeo, Gabriella Ferranti. Un team al femminile, dunque, che parlerà questa sera, a Roma, davanti agli esperti della commissione ministeriale, per convincerli della bontà e soprattutto della concretezza delle idee che Nuoro tradurrà in realtà, grazie al percorso finanziato dal ministero.Una parte consistente dell'audizione di questa sera, a Roma, infatti, verterà proprio sugli aspetti tecnici dei percorsi che Nuoro vuole mettere in campo, degli aspetti legati alla ricerca dei fondi, del capitolo, importantissimo, legato ai costi. Stando alle esperienze precedenti, del resto, nella scelta della Capitale italiana della cultura, l'aspetto economico ha sempre contato molto. E insieme alle professioniste della comunicazione, del diritto europeo, e di temi economici, questa sera, al ministero, ci saranno anche tanti supporter del progetto "Nuoro capitale". Sono un folto gruppo di nuoresi sparsi per tutta la Penisola, emigrati alla ricerca di lavoro e di fortuna, che nei giorni scorsi hanno contattato il Comune per capire se e come, nel caso, potessero assistere all'audizione a Roma. E il Comune ha spiegato che sì, l'audizione è aperta e possono assistere. Questa sera, dunque, a Roma, ci saranno anche loro. Salvo sorprese o cambiamenti di programma dell'ultimo minuto, poi, a sostenere la causa di Nuoro oggi a Roma, nella veste di supporter, ci potrebbero essere anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e il presidente dell'Anci, Emiliano Deiana. Un gruppo piuttosto folto e variegato di supporter, dunque, che assisterà all'audizione al ministero e farà il tifo per "Nuoro capitale italiana della cultura 2020". (v.g.)

IL COMMENTO
Noi sardi siamo tutti nuoresi

di LUCIANO PIRA S
Questa sì che è la Sardegna vera. La Sardegna che vince, che gioca per vincere. Che corre unita sotto la stessa bandiera per Nuoro capitale italiana della Cultura 2020. Altro che i soliti pregiudizi meschini! Basta sentire il coro dei sindaci sardi che tifano Nuoro: Nicola Sanna da Sassari, come Massimo Zedda da Cagliari; Mario Bruno da Alghero, come Settimo Nizzi da Olbia e Luigi Mastino da Bosa. Persino Andrea Lutzu, sindaco di Oristano (esclusa dalla top ten delle città in corsa per il titolo), è sceso in campo con la maglia verdeazzurra dei nuoresi. Tutti, dal Capo di Sopra al Capo di Sotto, insieme al primo cittadino di Nuoro, Andrea Soddu, che da subito, da buon barbaricino, aveva messo le carte in tavola: «Giochiamo per vincere». E per vincere, Nuoro, la Sardegna, ha bisogno di una squadra compatta schierata per portare a casa l'intero bottino. Come è stato il Cagliari di Gigi Riva e dello storico scudetto. E dire squadra è come dire comunità, che non è soltanto il complesso degli abitanti di un Comune o l'insieme dei Comuni di un determinato territorio, magari circondato dal mare, e neppure soltanto un gruppo di persone che nutrono interessi simili. No, comunità stavolta sta a significare famiglia. Una sola famiglia che vuole vincere una grande sfida. Perché non è vero che i sardi marciano l'uno contro l'altro armati; non è vero che noi sardi sappiamo soltanto farci la guerra. No, non è così. È vero, sì, che noi sardi siamo pocos, pochi, siamo una piccola, piccolissima famiglia, ma essere in pochi non è necessariamente un male, anzi. Tzente paca, bona festa, si dice in Sardegna: quando c'è poca gente, la festa riesce meglio. Soprattutto se anche stavolta, davanti ai commissari del Mibact, ci mostreremo forti y bìen unidos. Forti e uniti. Alla faccia di chi, alle soglie del Terzo millennio, continua ad agitare il noto spauracchio attribuito (senza alcun fondamento storico) all'imperatore Carlo V (che parlava e scriveva in francese). Alla faccia di chi ancora oggi continua a credere che l'homo sardus, e l'homo nugoresus in particolare, vive di solo pane, vino e cemento (ne sa qualcosa il vice sindaco di Nuoro Sebastian Cocco, primo sostenitore della Capitale 2020 accusato di pensare troppo ai grandi sistemi dimenticandosi delle buche nelle strade!). No, la Sardegna è un'altra. La Sardegna è quell'isola al centro del Mediterraneo che sa guardare al resto del mondo, che parla in sardo, in italiano e in inglese, e sa che la cultura è il pane nostrum del futuro. Per questo la Sardegna tutta urla in coro «Forza Nuoro».

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