Press review

03 February 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 3 febbraio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
“FUTURO PROSSIMO” Il cortometraggio partecipa al Festival del cinema italiano “Da Venezia a Mosca”, che comincia martedì nella capitale russa. È realizzato da Salvatore Mereu con gli studenti dell'Università di Cagliari nell'ambito del Celcam del dipartimento di Storia, Beni culturali e territorio. Il film parla dei minori stranieri non accompagnati che sbarcano sulle coste italiane.


 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 3 febbraio 2018 / TV e Radio (Pagina 55 - Edizione CA)
Videolina ore 15 Lo speciale lavoro
Sardinian Job Day

Il reportage di Videolina, oggi alle 15, dell'edizione 2018 del Sardinian Job Day, la manifestazione della Regione sarda dedicata alle politiche attive per il lavoro, che ha animato con successo la fiera di Cagliari il 24 e il 25 gennaio. Due giorni di seminari, convegni e approfondimenti con oltre 160 aziende di tutti i settori economici, primo tra tutti il turismo, che, con l'aiuto di operatori qualificati, hanno incontrato i candidati per un totale di ore 3.200 posizioni aperte. Un evento occasione per l'incontro tra domanda e offerta.


 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 3 febbraio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
L'assessora Marras annuncia l'avvio dei lavori in piazza Costituzione: «Siamo pronti»
BASTIONE, TEMPO DI CANTIERI
Rotatoria dimezzata per 7 mesi. Spunta un nuovo ascensore

Mentre il cantiere per pulire la facciata del bastione di Saint Remy procede spedito, fra qualche giorno dovrebbero iniziare anche i lavori in piazza Costituzione che rivoluzioneranno il traffico nel cuore della città sino ad agosto.
Attualmente gli operai sono impegnati con il restyling del prospetto frontale del monumento, che sta lentamente tornando al colore originario. Nel giro di pochi giorni - tra giovedì e venerdì - passeranno alla parete che dà su viale Regina Elena, nella cui parte iniziale non si potrà parcheggiare per i prossimi sette mesi (in tutto verranno a mancare una ventina di stalli), cosa che ha fatto storcere il naso a qualche residente. Già transennato anche tutto il tratto ai piedi della scalinata.
IL NUOVO ASCENSORE «Il colore è abbagliante, stiamo riportando il bastione allo splendore originale e siamo molto soddisfatti», esulta l'assessora e vicesindaca Luisa Anna Marras. Che poi annuncia l'intenzione di installare un nuovo ascensore. «Sulla fiancata del bastione esiste un vano che era stato ricavato tempo fa - spiega -, quando gli operai si sposteranno da quel lato apriranno il varco nelle mura che adesso è chiuso e verificheremo se c'è la possibilità di inserire l'ascensore che consentirebbe di arrivare dalla base di viale Regina Elena direttamente nella galleria coperta».
LA PASSEGGIATA COPERTA Galleria chiusa da anni che rappresenta l'ultimo step da compiere per la riqualificazione definitiva del monumento simbolo della città: «I lavori sul bastione sono ormai quasi completati - sono le parole della vicesindaca -, resta da dare una sistemata al “torrino” e all'area archeologica di Santa Caterina. Poi potremo iniziare a lavorare dentro la galleria coperta per renderla finalmente fruibile ai cagliaritani e ai turisti. Tempi? In questo momento non è possibile azzardarli, ma la volontà è di andare spediti. Abbiamo anche aggiunto 300mila euro allo stanziamento iniziale, per noi è una priorità».
PIAZZA COSTITUZIONE Appalto diverso - ma strettamente connesso - quello per la sistemazione di piazza Costituzione, che costerà un milione e 200mila euro e partirà a giorni. «Inizieremo una volta che gli operai impegnati nella pulizia della parte frontale del bastione si sposteranno su quella laterale», promette Marras. «L'obiettivo è consegnare i lavori la prossima settimana e aprire il cantiere entro quella successiva». In questo caso i tempi sono certi, almeno si spera: 210 giorni, cioè sette mesi tondi dall'apertura del cantiere. La rotatoria verrà spostata leggermente verso via Garibaldi, in modo da consentire di allargare il marciapiede di fronte al bastione che avrà anche una nuova pavimentazione in lastre di granito. Si interverrà anche sull'altro lato dove verrà eliminato il forte dislivello tra viale Regina Elena e piazza Ravot, all'altezza dell'Antico Caffè.
RIVOLUZIONE DEL TRAFFICO E il traffico? Essendo la piazza uno dei punti nevralgici della viabilità del centro la circolazione non verrà chiusa ma di sicuro ci saranno disagi. «Abbiamo studiato il modo migliore per ridurre gli effetti negativi - dice Luisa Anna Marras -, procederemo per lotti: prima faremo la parte della rotatoria verso il bastione lasciando l'altra metà aperta alle auto con il doppia senso di marcia. Poi, una volta ultimato quel lotto, il cantiere si sposterà dall'altro lato con le stesse modalità. E non è tutto: senza aggiungere altre risorse contiamo anche di riuscire a sistemare almeno una parte del marciapiede di viale Regina Elena».
Massimo Ledda





 

La Nuova Sardegna

 

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 3 febbraio 2018 / Atlanti - Pagina 14
NASCITA DELLE STELLE: I CAMPI MAGNETICI MISURATI COL METANOLO
L’Università di Cagliari in un’alleanza tra chimici e astrofisici

Un nuovo modo di interpretare le osservazioni dei radio-telescopi Figli delle stelle. Quando si scopre qualcosa lassù in cielo c'è spesso di mezzo la Sardegna.
Non è un caso: nell'isola ci sono investimenti, esperienze e strumenti. E tutto lascia pensare che se ne vedranno ancora delle belle. L'ultima ricerca è frutto di un matrimonio tra chimica e fisica. O meglio tra chimica e astrofisica. La prima aiuta la seconda con la rivelazione dei segreti magnetici del metanolo. Proprietà molto utili perché consentono di misurare i campi magnetici. Dando una grossa mano all'occhio che scruta il cielo dal telescopio. Un nodo cruciale sciolto da un team di scienziati guidato dall’Università di Goteborg.
E la Sardegna? Allo studio ha partecipato Gabriele Surcis dell’INAF-OAC (Istituto nazionale di astrofisica – Osservatorio astronomico di Cagliari). Laureato in Fisica all’Università di Cagliari, Surcis ha svolto il dottorato di ricerca all’Università di Bonn e proseguito la carriera nei Paesi Bassi specializzandosi, presso il Joint Institutes for VLBI Eric (JIVE), nell’elaborazione di dati spettro-polarimetrici ottenuti con reti di radio-telescopi (VLBI). Dal 2016 continua le sue ricerche all’Osservatorio astronomico di Cagliari, presso il quale è anche il “VLBI friend” del Sardinia Radio Telescope all’interno dell’European VLBI Network (EVN). Lo studio, pubblicato nei giorni scorsi dalla rivista Nature Astronomy, fa parte proprio di un progetto più ampio nato circa dieci anni. «Grazie alla stretta collaborazione tra chimici e astrofisici – spiega lo scienziato sardo – si sono potute ricavare le proprietà del metanolo quando è immerso in un campo magnetico, nonché le variazioni delle sue caratteristiche magnetiche al variare del campo che lo circonda. Grazie ai dati teorici forniti dai chimici siamo ora in grado di interpretare meglio ciò che osserviamo da tempo con i radio-telescopi». Negli ultimi cinquant’anni, grazie all’uso dei radiotelescopi, gli astronomi sono stati in grado di rilevare numerose molecole, tra cui acqua e metanolo, nelle regioni di nuova formazione stellare. Grazie a queste molecole, attraverso la loro emissione denominata “maser”, è stato possibile misurare temperature, pressioni e movimenti dei gas e polveri che vanno a formare nuove stelle. Ma, in particolar modo negli ambienti di formazione delle stelle di grande massa (ovvero stelle con massa superiore a otto masse solari), c’è un altro fattore importantissimo che è più difficile da misurare: il campo magnetico. Boy Lankhaar, ricercatore della Chalmers University di Goteborg, ha condotto uno studio sulle proprietà del metanolo. «Quando le stelle più grandi e pesanti si formano – dice Lankhaar – sappiamo che i campi magnetici giocano un ruolo importante. Abbiamo dunque bisogno di mezzi di misurazione dei campi magnetici, è questa la vera sfida. Ora, grazie ai nostri calcoli, sappiamo finalmente come farlo con il metanolo». I nuovi risultati aprono nuove possibilità per capire i campi magnetici nell’universo. E mostrano che, anche per lo studio delle stelle, la alleanza tra chimica e astrofisica può essere decisiva. La Sardegna è stata protagonista della “cattura” delle onde gravitazionali e elettromagnetiche con Srt, il Sardinia radio telescope di San Basilio. Un'altra scoperta “sarda” è stata recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Astronomy. Per la prima volta al mondo è stata osservata una pulsar al millisecondo.



 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 3 febbraio 2018 / Primo piano - Pagina 2
Anche l’università punta sulla modernità
Formazione al passo con i tempi per un’offerta in grado di garantire un lavoro ai neolaureati

di Vincenzo Garofalo
SASSARI Tecnologia e stretta collaborazione fra imprese e ricerca non è solo la ricetta dell’Industria 4.0. Sono anche le armi scelte con cura dall’Università di Sassari per raggiungere due obiettivi: fare la propria parte nel rilancio economico del territorio, e strizzare l’occhio al target infinito di studenti, offrendo una formazione al passo coi tempi e un motivo in più per iscriversi. Lo strumento scelto è quello delle cosiddette lauree triennali “a carattere professionalizzante”, ossia dei corsi che alla fine del percorso formativo, grazie alle convenzioni con gli Ordini, forniranno anche le abilitazioni necessarie per svolgere una professione. Una formula che dovrebbe garantire all’80 per cento dei laureati un posto di lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo di studio. L’Università di Sassari, con altri 14 atenei italiani, ha aderito a questo progetto di sperimentazione avviato con il decreto ministeriale 935 del 2017. A Sassari sarà attivata la laurea in “Gestione Energetica e Sicurezza” (Classe L-9, Ingegneria Industriale), istituita in convenzione con il Collegio dei Periti industriali e dei Periti industriali laureati. Il corso di studi sarà rivolto a un massimo di 50 studenti e formerà figure professionali in grado di analizzare, progettare e risolvere le problematiche tecniche dei settori energetico e sicurezza. Nei primi due anni gli studenti saranno impegnati in attività didattiche frontali e di laboratorio sull'acquisizione di competenze tecniche. Il terzo anno sarà dedicato al tirocinio formativo in aziende o studi professionali convenzionati. Il percorso formativo è stato progettato, realizzato e condiviso, oltre che con il Collegio dei Periti industriali e l'Ordine degli Ingegneri della provincia di Sassari, anche con enti e imprese: Confindustria centro-nord Sardegna, Abinsula, Numera, Nobento, Extra Informatica, che si sono detti disponibili a partecipare attivamente al progetto. Ma l’avvio di un corso di laurea professionalizzante non è l’unico strumento adottato dall'Ateneo per proiettare il territorio nell'era di Industry 4.0. A Sassari sono già una realtà il CLab dell’Università, lo Start Cup Sardegna, la ricerca specifica nell'agroalimentare e i progetti di tecniche digitali applicate ai beni culturali. E ancora il Cubact (servizio di incubazione d’impresa), FabLab (laboratorio di prototipazione digitale) e CeSar e la rete regionale dei laboratori.




6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 3 febbraio 2018 / Primo piano - Pagina 2
Il lavoro del futuro nell’isola sarà 4.0
Confindustria spiega verso dove evolve il mercato che crea occupazione
Il valore aggiunto sarà sempre di più la capacità di creare tecnologia

di Giovanni Bua
SASSARI C’è un futuro 4.0 per l’industria della Sardegna. Nel quale possono trovare spazio i “pesanti” serramenti di un’impresa nella zona industriale di Alghero, che risorge a un passo dal fallimento con l’automazione spinta del suo stabilimento e diventa uno dei leader del mercato nazionale, un gruppetto di visionari ingegneri che tornano a casa dai quattro angoli del mondo e in 5 anni fatturano sei milioni facendo diventare “intelligenti” Jaguar e Bmw, uno storico tour operator che mette insieme civiltà nuragica e realtà virtuale e si prepara, con la sua mostra, a conquistare il mondo. Internet delle cose. Un futuro fatto di “internet delle cose” e dall’applicazione massiva della tecnologia ai processi di produzione, che può camminare sulle gambe di una delle più grosse leggi di incentivazione messa in piedi a livello nazionale negli ultimi decenni (il Piano nazionale Industria 4.0 2017-2020) e dare le ali alle imprese sarde per varcare finalmente leggère il mare. «Un treno – sottolinea Mauro Viscardi, referente di uno dei “cluster” tecnologici nazionali messi in piedi negli ultimi anni per coordinare e rafforzare il collegamento tra il mondo della ricerca e quello delle imprese –, che non si può non prendere. Perché non passerà una seconda volta».
Preparati al futuro. Lui è uno degli esperti arrivati ieri a Sassari per l’evento “Industry 4.0: strumenti operativi, tecnologie e servizi di supporto per le imprese” organizzato da Confindustria (e coordinato dal giornalista del Sole 24 ore Luca Orlando) che lo articolerà a livello nazionale in 18 incontri, e ha scelto il capoluogo turritano per l’unica tappa regionale. Cubact. Uno dei motivi è reso palese dalla sede scelta per l’appuntamento: il Cubact, l’incubatore dell’università di Sassari che da anni ha iniziato a sfornare piccole e grandi eccellenze hi-tec, tanto da sentire la necessità di attivare un nuovo corso di ingegneria informatica, come racconta il delegato del rettore per il trasferimento tecnologico Gabriele Mulas, «per soddisfare la “fame” di competenze del territorio». Ma non è certo una battaglia di campanile quella della “quarta rivoluzione industriale”. Che mette insieme piattaforme digitali per il settore turistico e per il trasporto aereo, spinge sul distretto aerospaziale, immagina il futuro del turismo sanitario. E lo fa in “rete”. Il digital innovation hub. «C’è bisogno di servizi, come l’analisi dei fabbisogni, il supporto e il sostegno alle imprese nella trasformazione digitale e nella creazione di reti. Serve aiuto nell’ambito tecnologico, con la robotica avanzata, la customizzazione   di massa, l’e-commerce. Ma anche la ciber-sicurezza e i big data». Parole di Alberto Scanu, presidente di Confindustria Sardegna e responsabile del Dih regionale, la “porta di accesso” delle imprese al mondo di Industria 4.0 che Confindustria ha messo in piedi in tutta Italia e che, con l’aiuto di Regione, università, Confcommercio, Unioncamere e Sardegna ricerche, opera nell’Isola dal 2017. Il punto è che con l’internet elle cose (l’IoT) il processo produttivo cambierà in maniera radicale, con sempre meno necessità di addetti per operazioni meccaniche e nuove competenze necessarie per le attività di settaggio dei macchinari e della soluzione dei problemi. Il processo, imprescindibile se si vuole rimanere sul mercato, va non solo agevolato ma governato. Anche a livello contrattuale e sindacale. «Poiché Industria 4.0 avrà un impatto significativo sul mondo del lavoro, il contesto normativo e istituzionale – spiega Scanu – ha un ruolo chiave nell’influenzare le condizioni che permettono un effetto netto positivo in termini occupazionali e salariali».
L’uomo e il cane. Bisogna insomma evitare, spiega Leonar do Quattrocchi, manager e docente alla Luiss, che si avveri la profezia dell’ex Ceo di Autodesk, Carl Bass, che sosteneva che in futuro in fabbrica rimarranno solo un uomo e un cane, l’uomo per dar da mangiare al cane e il cane per controllare che l’uomo non tocchi le macchine. «Perché se è vero – argomenta – che il 28% dei lavoratori saranno sostituiti dai robot, ci saranno il 35% di possibilità di lavoro in più nell’ingegneria e nella sistemistica robotica. Certo è che se prima si diceva che chi non aveva voglia di studiare andava a lavorare, ora bisogna convincersi del fatto che bisogna studiare tanto, o altrimenti non si troverà più posto nel mondo del lavoro». Osare. Studiare, cambiare, osare. Tre verbi che la Sardegna deve riuscire a fare propri. Perché mai epoca è stata più favorevole di questa per alleviare i disagi dell’essere circondati dal mare, facendo rimarginare le ferite del fallimento dell’industria pesante e cogliendo finalmente le infinite possibilità che storia, ambiente, turismo, enogastronomia e cultura danno all’Isola. Che, col giusto e doveroso supporto delle istituzioni, deve solo una volta per tutte imparare a volare.

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