Press review

30 January 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
ERSU. Progetto dell'ateneo per aumentare l'ospitalità
CITTADELLA UNIVERSITARIA, UN CAMPUS DA 400 POSTI

Un campus nella Cittadella universitaria di Monserrato: lo ha chiesto la rettrice Maria Del Zompo all'Ersu. L'ente regionale per il diritto allo studio dovrà elaborare il progetto su una delle aree di proprietà dell'ateneo per la costruzione di una Casa dello studente da almeno 400 posti letto. Lo scopo è rendere più agevole il raggiungimento delle aule e dei laboratori della Cittadella ai giovani fuorisede. Non solo, con la realizzazione del nuovo studentato aumenterebbe l'ospitalità e la possibilità di attrarre anche studenti che a causa del reddito più alto non avrebbero diritto al posto letto e a giovani stranieri.
LA RICHIESTA Gian Michele Camoglio dal 12 settembre dell'anno scorso è il presidente del cda dell'Ersu. «L'Università, attraverso la rettrice Del Zompo, ci ha manifestato la necessità che nella Cittadella universitaria venga realizzata una struttura che possa ospitare ragazzi, evitando così gli spostamenti dal capoluogo». Quanti posti saranno realizzati? «Vogliamo rubare gli studenti alle altre Università. Per questo l'obiettivo che è stato concordato da Ateneo e Regione è offrire almeno 1.700 posti letto nel capoluogo». Sono tanti, come saranno suddivisi? «Una volta concluso il Campus di viale La Plaia passeremo da 800 a 1300 posti letto. Per arrivare alla quota prefissata sarà necessario costruire un edificio da 400 posti».
NON SOLO STUDENTI La vera novità nelle intenzioni di Ersu e Università sarà la tipologia degli ospiti del Campus universitario. «Nel caso non tutti i posti letto dovessero essere utilizzati dagli studenti - afferma Camoglio - quelli liberi sarebbero a disposizione dei familiari dei pazienti ricoverati al Policlinico o da chi si deve sottoporre a interventi in Day hospital».
IL FINANZIAMENTO Per realizzare il nuovo campus saranno necessari diversi milioni di euro. «Il nostro studio di fattibilità si basa sul coinvolgimento dei privati», precisa Camoglio. Abbiamo intenzione di avviare un project financing in modo che chi investe nella realizzazione dell'opera ottenga nel corso di un lungo periodo il reintegro dell'investimento attraverso la concessione dei servizi previsti dalla attività di gestione o esercizio dell'opera stessa».
Andrea Artizzu

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
LA STORIA ALLA PINACOTECA
Oggi alle 17, nella sala conferenze della Pinacoteca della Cittadella dei Musei (Piazza Arsenale, 1), Andrea Garau presenta il saggio storico “Mariano IV d´Arborea e la guerra nel Medioevo in Sardegna (Condaghes - collana Su fraile de s´istòricu)”. Introduce l'editore Francesco Cheratzu. Interverranno i docenti universitari Lorenzo Tanzini e Cristina Cocco.

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
VITA NELLA CITTÀ METROPOLITANA
La biblioteca universitaria, in collaborazione con l'associazione Amici del Libro, propone giovedì, alle 17, nella sede di via Università 32, la conferenza “I cagliaritani nella città metropolitana”. Relatore l'ex rettore Pasquale Mistretta. Ingresso libero.

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
LA CITTÀ IN PILLOLE
Un museo per la memoria

di Maria Antonietta Mongiu
Si spera sia la parola più frequentata specie da quando per l'Onu è il fulcro dell'anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Si chiama memoria e abbiamo l'obbligo di insistere che non sia svuotata di senso ma agita, quotidianamente, perché non si ripeta quella vergogna e sia impedito che a ogni essere umano non sia possibile autodeterminarsi.
Agire memoria è allora qualcosa di più che ricordare; ha un ruolo attivo che oltrepassa le condizioni ostative che impediscono a un singolo o a una comunità di dimenticare. È parente di quell'adagio ciceroniano su cui i professori insistevano: memoria minuitur nisi eam exerceas. Ammoniva anche che Temistocle sapeva a memoria il nome di tutti i cittadini e Cicerone stesso quelli di padri e avi dei viventi mentre rinnovava il ricordo dei morti leggendo le iscrizioni funerarie.
La memoria non è dunque l'estemporaneità o la retorica di un momento. Non a caso Mnemosyne personificazione della memoria, figlia del cielo e della terra, colei che aveva dato i nomi alle cose, era la madre delle nove muse; prova che il compito delle arti è costruire e tramandare memoria.
La modernità ha inventato un luogo deputato. Si chiama museo e per il Codice dei beni culturali e del paesaggio è «struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio». In Sardegna sono assenti quelli dedicati alla storia recente.
È ormai tempo che a Cagliari vi sia un luogo dove raccogliere la memoria di coloro che il fascismo mandò al confino nell'isola; dei sardi che morirono nei campi di concentramento, alle Fosse Ardeatine; dei dipendenti pubblici cacciati con le leggi razziali ma anche della lunga e rimossa storia degli ebrei nell'isola.
Nel 2008 (17/20 novembre) la Regione Sardegna e l'Università con altre prestigiose istituzioni organizzarono a Cagliari il convegno internazionale “Gli Ebrei in Sardegna nel contesto mediterraneo. La riflessione storiografica da Giovanni Spano ad oggi”, a sottolineare che l'illustre studioso aveva pubblicato nel 1875 una Storia degli ebrei in Sardegna. Le istituzioni cittadine e regionali riprendano quell'intuizione e non aspettino il 90° del Giorno della memoria per promuovere il Museo della memoria della Sardegna.


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5 - L’UNIONE SARDA ONLINE di lunedì 29 gennaio 2018 / AGENDA » CARBONIA - 18:44
Carbonia, incontro pubblico sulla partecipazione della città all'urbanistica
di Andrea Scano
Si tratta di un appuntamento aperto a tutti, al fine di condividere una strategia territoriale ed urbana per la riqualificazione di una vasta area della città di Carbonia. Sono i principali obiettivi dell'incontro di progettazione partecipata organizzato dal Comune, in collaborazione con l'Università degli Studi di Cagliari, per affrontare i temi legati al bando regionale denominato "Programmi integrati di Riordino Urbano". Il dibattito si svolgerà domani 30 gennaio alle 18 in sala polifunzionale, ed è stato promosso dall'assessorato all'Urbanistica di concerto con la Commissione consiliare presieduta da Marco Serafini. La caratteristica dell'evento è che saranno coinvolti cittadini, imprese, artigiani, tecnici del territorio, ma pure politici e amministratori, e il gruppo tecnico formato dal Comune di Carbonia e dall'Università di Cagliari. Sul futuro dell'urbanistica, quindi, parola direttamente ai cittadini.

 

 
 
 

La Nuova Sardegna

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 30 gennaio 2018 / Economia - Pagina 14
Villanova Truschedu, l'agricoltore Deidda produce olio e sapone di lentisco e vende in mezza Europa
Un sardo nella finale per l'Oscar green

VILLANOVA TRUSCHEDU Per un soffio Andrea Deidda, giovane agricoltore di Villanova Truschedu non ha vinto il concorso nazionale Oscar green, riservato ai giovani agricoltori innovatori. Dopo la vittoria del concorso regionale dove ha proposto l'olio e il sapone di lentisco che vende in mezza Europa a centri di benessere e negozi specializzati, è stata l'unica azienda sarda tra i 18 finalisti nazionali delle sei categorie del premio di Coldiretti Giovani; è arrivato sino alla finale a tre della categoria "Impresa2.terra" (rivolta a progetti che valorizzano nuovi percorsi tecnologici e di comunicazione, coniugando tradizione e innovazione).Nella sua azienda nel piccolo centro dell'Oristanese ha saputo riprendere in chiave moderna la lavorazione del lentisco, trasformandolo in prodotto per agricosmesi. L'arbusto sempreverde largamente diffuso nella nostra isola, in passato veniva utilizzata per produrre olio oppure per lampade o ancora nella medicina popolare per curare la pelle, le punture di insetto, dolori muscolari, cicatrizzare le ferite, impacchi dei deodorare i piedi. Deidda ha saputo in questo caso abbinare la tradizione alla innovazione riuscendo anche a sfruttare al meglio le proprietà del lentisco. L'olio non lo produce più secondo i metodi tradizionali tramite bollitura ma lo fa con spremitura a freddo mantenendo inalterate tutte le sue innumerevoli proprietà. Ha studiato da autodidatta la pianta, scoprendone le mille virtù e utilizzi: dalle bacche alle foglie, passando per il legno e la resina. Convinto di poter diversificare le produzioni della sua azienda col lentisco, ha avviato la collaborazione con l'università di Cagliari, e nel 2014 ha cominciato a raccogliere e spremere a freddo le bacche dal quale produce olio e sapone. «Un successo continuo - spiega Deidda -. Ho cominciato a girare per tutta la Sardegna ma anche per il resto del continente e promosso i miei prodotti anche all'estero. Sto riscontrando tantissimi giudizi positivi». «Come condimento l'olio il sapore del cibo - dice -. Inoltre è un ottimo antisettico, antinfiammatorio, astringente, cicatrizzante, idratante e nutriente, e il suo profumo balsamico rilassa e apre la mente».

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 30 gennaio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 36
LE INIZIATIVE DELLA NUOVA
UN’ONDA ROSA L’isola narrata con voce di donna Murgia, Giacobbe, Soriga e Dolores Massa: le autrici nella collana “Scrittori di Sardegna”
L’ITALIANISTA E LINGUISTA CRISTINA LAVINIO
ANALIZZA I PERCORSI DI SCRITTURA DELLE NARRATRICI PROPOSTE AI LETTORI DAL NOSTRO GIORNALE

di Daniela Paba
Lo studio di Cristina Lavinio, direttrice della scuola di dottorato in Studi filologici e letterari dell’Università di Cagliari, è semplice, luminoso. Fogli e libri sulla scrivania, composti in pile ordinate, parete di libri sul fondo e un angolo-salotto. Sulle scrittrici sarde interviene da linguista e scrupolosa lettrice, restia a classificarle in un’ottica di genere. Tesa semmai a collocarle in un presente fluido, nel caleidoscopio di scritture dei nostri “sardi” contemporanei, ai quali è dedicata la collana della Nuova “Scrittori di Sardegna” in edicola da venerdì 2 febbraio con una forte presenza femminile: Michela Murgia con “Accabadora” (9 febbraio), Maria Giacobbe con “Chiamalo pure amore” (9 marzo), Paola Soriga con “La stagione che verrà” (30 marzo) e Savina Dolores Massa con “Undici” (6 aprile). «Mi sono accorta all’improvviso, un paio di anni fa, che c’era un’intensa produzione femminile – esordisce la docente – Ne ho contato circa quaranta. Le prime sono le più note: Maria Giacobbe, Milena Agus, Michela Murgia, Bianca Pitzorno, Anna Castellino, Mariangela Sedda, Savina Dolores Massa, Paola Soriga, Rossana Copez, Annalisa Ferruzzi, Luciana Floris. Poi ci sono quelle che hanno pubblicato con Garzanti romanzi molto venduti: Cristina Caboni e Valentina Roggeri. Alcune hanno scritto un solo libro, come Rossana Carcassi, autrice dell’“Orafo”, uscito per Il Maestrale. Alcune hanno una loro specializzazione. Mariella Marras, ad esempio, scrive storie per bambini.
Poi ci sono le poetesse… Ho messo in questo elenco anche Maddalena M. Ha pubblicato “Imparare la paura”, una storia personale, scritta per uscire da una grave crisi psicologica: infanzia infelice, padre alcolizzato e un marito che la picchiava. Alla fine ha usato la scrittura per guarire e ha mandato il suo diario all’archivio di Pieve di Santo Stefano».
Cristina Lavinio scorre fogli di scrittura minuta: «Un’altra che ha suscitato l’interesse degli antropologi – dice – è la storia di Tonina Mele “Addio a Orgosolo”, che si potrebbe leggere in parallelo con “Diario di una maestrina” di Maria Giacobbe». Lavinio ripercorre la biografia dell’autrice barbaricina: «Il padre Dino, antifascista, costretto a fuggire da Nuoro, partecipa alla guerra di Spagna. Sperava di tornare presto, ma è rimasto dieci anni lontano dalla Sardegna e Maria, con la madre e i fratelli, si è trovata in gravi condizioni economiche. Ha preso il diploma magistrale, ha insegnato con passione la didattica della partecipazione, dell’ascolto tra ragazzini delle pluriclassi. Poi è andata in Danimarca. E’ interessante il suo vivere tra due culture, scrive in italiano e in danese. In Danimarca è più conosciuta che in Italia».
A proposito dei temi della letteratura femminile, Cristina Lavinio sottolinea che molte autrici trattano storie di famiglia, d’infanzia, di vita matrimoniale: «Un esempio è “Accabadora” di Michela Murgia, interessante per il rapporto tra madre e figlia d’anima». «Ho messo a confronto “Arcipelaghi” di Maria Giacobbe – aggiunge Lavinio – col film che ne ha tratto Michele Columbu e con la versione teatrale dei Cada Die. Pellicola e testo per la scena mettono in luce aspetti legati all’isoala presenti nel romanzo di Giacobbe, la quale, però, tiene soprattutto all’universalità del suo racconto». Alcuni autori rifiutano l’etichetta di scrittore “sardo”, la sentono riduttiva? «Pirandello – risponde Lavinio – è indiscutibilmente uno scrittore siciliano, ma la regionalità è ovunque, tutti gli scrittori hanno traccia dei localismi. Nel saggio del 2015 “L’Italia e le regioni” Tullio De Mauro ribadisce che l’Italia delle Italie è l’etichetta che ci caratterizza ancora. Se poi si analizza la rappresentazione letteraria della Sardegna, ci si accorge che non è più quella pan-barbaricina che viene dalla Deledda. Marcello Fois rafforza quest’idea. Niffoi pure. Un’idea scalfita per la prima volta dal cagliaritano Sergio Atzeni. In Salvatore Mannuzzu, sassarese, la Sardegna c’è di certo, ma bisogna cercarla». «Modernità – aggiunge Lavinio – è estendere il plurilinguismo mettendo sulla pagina lingue diverse. Di Savina Dolores Massa trovo interessante il mimetismo linguistico. Paola Soriga in “Dove finisce Roma” usa un italiano contaminato col romanesco e anche il sardo campidanese: la protagonista dall’isola va nella capitale e ci vive. In Soriga non c’è demarcazione tra ciò che l’autrice pensa e ciò che fa dire ai personaggi; una sorta di flusso continuo dal discorso diretto e indiretto libero. Il suo secondo romanzo, “La stagione che verrà”, è anch’esso un testo plurilingue». Lavinio lo apre e commenta: «Il tempo che passa, la gioventù che finisce ma che, in questi giovani post adolescenti, ancora è calda e forte. Plurilinguismo tra italiano, sardo e catalano… la scrittura nervosa e frantumata».
La Sardegna contemporanea esce dal deleddismo se Maria Giacobbe, che pure è nuorese, non marca l’identità e scrive storie universali. Come quelle di “Chiamalo pure amore”: «Un testo in cui – spiega Lavinio – ci sono amore materno e gelosia, innamoramento impossibile e trasgressione, attrazione fisica da soddisfare tremando e amore routinario». Sospende la lettura seguendo un pensiero: «Forse questo è un aspetto femminile: le tastiere con cui si può giocare per definire un sentimento sfaccettato, molteplice, difficile da afferrare come l’amore. Tutto questo apparentemente non ha niente a che fare con la Sardegna, dove, nella lingua sarda, la parola amore non esiste: noi diciamo “istimai” e basta. D’amore le donne tendono a parlare di più. Ma se in italiano marchiamo la differenza tra voler bene generico e amare, che è un sentimento più forte, in Sardegna, tutto si risolve nel verbo “istimai”. Il sentimento c’è, ma non si dice».

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 30 gennaio 2018 / Cultura e spettacoli - Pagina 38
Nel Ciad per capire un habitat unico
Censite migliaia di piante nel Sahara dagli studiosi dell’Università di Sassari

di Antonio Meloni
? SASSARI  L’ambiente naturale del Ciad non ha più segreti grazie all’ultima spedizione di un gruppo di studiosi dell’Università di Sassari autori di un reportage inedito ricco di dati e notizie importanti legati all’habitat decisamente singolare di una delle regioni più belle e significative del continente africano. La straordinaria esperienza sul campo, realizzata in prima persona da due botanici, Ignazio Camarda e Giuseppe Brundu, un geologo e un archeologo, Antonio Ulzega e Alberto Moravetti, è stata raccontata in un filmato realizzato dal reporter sassarese Claudio Castangia. In trenta minuti, il video, “Da N’Djamena al Tibesti”, con la voce narrante di Valerio Sacco, racconta in dettaglio l’ultima missione nel Nord Ovest del Sahara ciadiano progettata con l’intento di proseguire un percorso di studio avviato, per la prima volta, nel lontano 1998. Il filmato è stato presentato nei giorni scorsi in prima assoluta, nell’aula magna della facoltà di Agraria di Sassari, dove i ricercatori, protagonisti della missione, hanno illustrato i momenti salienti del viaggio in un’area indagata fin dagli anni Trenta del Novecento, perfino dal mitico Ardito Desio, che arrivò in Ciad passando, però, dalla Libia. Per la facoltà di Agraria di Sassari si tratta della decima spedizione in un’area che, negli anni, per ovvie ragioni legate alla situazione internazionale, è diventata malsicura.
Gli studiosi partiti da Sassari sono stati in Ciad per due settimane, coprendo diverse centinaia di chilometri, spostandosi nel deserto sahariano a bordo di jeep e sostando, di tanto in tanto, all’interno di campi base allestiti all’aperto. «Una missione quasi interamente autofinanziata – tiene a precisare Ignazio Camarda – che ci ha consentito di approfondire la conoscenza di un ecosistema davvero unico soprattutto per ciò che riguarda i meccanismi di adattamento adottati da specie endemiche presenti a quelle latitudini». La flora del Ciad è stata scandagliata e inventariata con l’obiettivo di avere una messe preziosa di informazioni che possono trovare impiego nel settore alimentare e farmaceutico. L’equipe ha individuato e censito più di 2.200 specie endemiche localizzate in diverse aree, da quella desertica a quelle vulcaniche che si trovano a più di tremila metri di altitudine. «L’importanza di questa indagine – prosegue Giuseppe Brundu – è legata anche al fatto che l’ambiente naturale del Ciad è stato oggetto di studio fino alla fine degli anni Settanta, in concomitanza con la presenza francese, poi tutto si è arenato». Fra i contatti più importanti per gli studiosi sassaresi, un ruolo determinante è quello giocato dal missionario sardo don Tonino Melis, biologo specializzato in Francia, nonché ottimo conoscitore della lingua e della realtà locale.
Nel corso della missione, gli studiosi, accompagnati da alcuni funzionari del locale ministero degli Esteri, sono stati ricevuti dal governatore della regione di Bardai.«Perché oggi – prosegue ancora Ignazio Camarda – le autorità del Ciad sono interessate a promuovere l’area dal punto di vista turistico, naturalmente parliamo di un turismo di nicchia per appassionati di bellezze naturalistiche e panorami mozzafiato». L’incontro è stata l’occasione per fare il punto e sfatare anche molti luoghi comuni fioriti nel tempo a ridosso dell’area Sahariana.
Tutto questo a vent’anni dalla prima storica missione dell’Università di Sassari, finanziata a suo tempo con i fondi previsti per la cooperazione internazionale. Le conclusioni del convegno sono state affidate all’europarlamentare Renato Soru.

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 30 gennaio 2018 / Agenda - Pagina 20
GOLIARDIA TURRITANA
Ovazione per il nuovo pontefice Favetta XXIV il Sereno

SASSARI  I goliardi dell’Associazione Goliardica Turritana accolgono il nuovo pontefice Alberto Torru
“Favetta XXIV” il Sereno e salutano l’uscente Mario Piga “Thorra I il Magnifico”. Dopo il grande successo del discorso tenuto in aula magna in occasione dell’inaugurazione del 456° anno accademico, che ha incassato anche gli applausi della ministra della Cultura Fideli, Thorra I il Magnifico ha dovuto passare il testimone. Il suo successore, assicura chi lo conosce, sarà degno della nuova investitura. «La scelta del nome è dovuta alla mia doppia personalità, per questo il mio vecchio nome goliardico era Dr. Jeckyll e Mr. Hide», dichiara Alberto che ama molto scherzare, da buon goliarda. Il ventiquattrenne, già laureato alla triennale di “Economia e Management” dell'Università di Sassari e oggi iscritto al Corso di Laurea Magistrale in “Finanze, imprese e mercati”, sogna un giorno di lavorare nel mondo bancario e dei mercati finanziari. «Tra le prossime iniziative ci saranno il Carnevale goliardico in collaborazione con l’ESN, nei giorni di martedì e giovedì grasso, l’8 e 13 febbraio, e la IV edizione della Regata delle vasche da bagno, da riproporre a Fertilia in occasione della festa di San Marco». Tutti gli interessati possono contattare l'Associazione goliardica turritana al circolo Office di piazza Università o nella sede di corso Margherita di Savoia.

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