Press review

28 January 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 13 - Edizione CA)
Studiosi dell'Università di Cagliari hanno ritrovato la specie considerata estinta
NEL CUORE DEL SUPRAMONTE
NUOTA ANCORA L'AGILE TROTA SARDA

Sono rimasti increduli anche loro. Non si aspettavano di trovare nel cuore del Supramonte orgolese, tra canyon e mufloni, la piccola trota sarda, sopravvissuta ai predatori e alle specie aliene che ne hanno compromesso la purezza. I ricercatori dell'Università di Cagliari sapevano che l'unico salmonide che vive nei fiumi isolani ha prodigiose capacità di resistenza e adattamento ma quello che hanno scoperto è stata una vera sorpresa.
«La trota sopravvive non solo in pieno Supramonte, per la precisione sopra la gola di Gorroppu, ma in altre due aree, sui monti di Gonnosfanadiga e a Villasalto, in un affluente del Flumendosa. In totale, tre nuovi nuclei di trota sarda pura, è quasi incredibile», spiega Andrea Sabatini, ricercatore del dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente, che coordina da anni i programmi per tutelare l'unico salmonide che vive nei fiumi isolani.
SUPRAMONTE Finora l'unico santuario riconosciuto della trota sarda, nota come macrostigma (oggi è classificata Salmo cettii), era monte Arcosu, la montagna dei cervi tra Uta e Siliqua. Nelle acque dei torrenti Marrocu e Camboni è sopravvissuta nei secoli, tra i sassi e nelle pozze più nascoste, tra macchioni di lecci, corbezzoli e mirto.
Qui si è salvata, scampando alla pesca di frodo, e si è mantenuta pura, in un'area dove non sono mai arrivate le fario, le iridee, le trote che ormai popolano fiumi e allevamenti sardi e che contaminano la specie eletta (da monte Arcosu sono partiti gli esemplari per i ripopolamenti, soprattutto quello nella foresta di Montarbu a Seui, il più riuscito, un'area ben protetta che si è trasformata in rifugio genetico per la specie).
Complici provvidenziali barriere naturali – le rocce spesso impediscono alle trote aliene di risalire la corrente -, questo pesce di piccola taglia, protetto a livello europeo, è riuscito miracolosamente a scampare all'estinzione nelle pozze che trattengono l'acqua anche in estate.
«Si tratta di zone montane, isolate dalla parte a valle da porzioni di fiume, asciutte per quasi tutto l'anno, dove rimangono pozze che consentono alle trote di sopravvivere nutrendosi di larve e insetti e quindi riprodursi. Come nel caso del Flumineddu, nel bacino del Cedrino, dove, grazie al supporto dell'Agenzia Forestas, abbiamo scoperto una popolazione abbondante e in buono stato di salute, in uno scenario spettacolare com'è il Supramonte», osserva Sabatini.
GONNOS E VILLASALTO La missione dei ricercatori è andata oltre ogni aspettativa. Il progetto dell'Ateneo cagliaritano e del Servizio tutela della natura e politiche forestali dell'assessorato regionale dell'Ambiente sta regalando molte soddisfazioni. Oltre il Supramonte, hanno scoperto gli esperti, la trota sarda popola il rio Piras, sul monte Linas, a Gonnosfanadiga, paradiso dei cercatori di funghi: anche qui lo scenario è di prim'ordine, tra gole, cascate, fitta vegetazione, cervi, capre («Abbiamo sistemato una piccola videocamera in una pozza insignificante: c'erano tre trote»).
Ottime notizie anche da Villasalto, nell'area montana del fiume S'Acqua callenti che finisce nella parte più a valle del Flumendosa (dove le Salmo cettii sono ormai scomparse). Armati di rilevatori gps e elettrostorditori, necessari per catturare gli esemplari, i ricercatori scarpinano in montagna e scandagliano i fiumi, quindi sottopongono i pesci a un esame genetico, operazione coordinata da Sabatini e da Francesco Palmas, che grazie a un assegno di ricerca partecipa al programma per salvare la trota dall'estinzione.
RIPOLAMENTI Ora ci sono scenari più incoraggianti per evitare che il pesce con la livrea punteggiata da macchie scure scompaia del tutto. «Si creano interessanti prospettive di studio e anche di gestione delle aree, dove saranno sistemati cartelli per vietare la pesca, si potrà capire se ci sono differenze tra le varie popolazioni, si potrà pensare a nuovi ripopolamenti utilizzando i ceppi originari», dice Andrea Sabatini.
Particolare non secondario: i ricercatori universitari hanno trovato molta sensibilità da parte degli abitanti delle zone interessate alle ricerche. «A Orgosolo ci hanno detto con orgoglio: “Queste sono le nostre trote”. Sembrava condannato, confinato nei torrenti più lontani, ora si aprono nuove speranze per questo agilissimo salmonide capace di risalire anche sbarramenti di due metri.
Lello Caravano

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
SCUOLA. In aumento le percentuali di chi viene assunto nell'arco di un quinquennio
I MAESTRI COL DIPLOMA DI LAUREA
TROVANO LAVORO IN DUE ANNI

I maestri del futuro hanno la laurea in tasca e i numeri, sul piano dell'occupazione, sono dalla loro parte. Cifre da record. Più del 40 per cento dei laureati in Scienze della formazione primaria trova lavoro in uno, massimo due anni. Il novanta per cento per conquistare la cattedra e il ruolo ci mette cinque anni, che comunque sono una novità positiva rispetto al passato. Accade in Sardegna come nel resto d'Italia.
LA DOCENTE Per questo Olivetta Schena, docente di Storia medievale al Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio e coordinatrice dei corsi che preparano i futuri maestri della scuola dell'infanzia e della primaria (oltre a storia medievale qui insegna didattica della storia) difende la laurea magistrale: è convinta che anche i maestri, al pari di professori, medici o ingegneri, non debbano esercitare la professione senza una laurea.
«Non si capisce perché - taglia corto la docente - la stessa regola non debba valere anche per chi insegna ai bambini come avviene nel resto d'Europa».
LA RIFORMA Il riferimento è alla riforma che dà vita alla laurea magistrale quinquennale a ciclo unico. «Il corso di laurea a numero chiuso viene svolto in trenta atenei in tutta Italia, compreso quello di Cagliari. La formazione degli studenti è fatta di lezioni frontali che abbracciano un ventaglio disciplinare estremamente ampio: dall'area filologico-letteraria alla storia, dal pedagogico-psicologico all'area scientifica con matematica, fisica e igiene. Un'offerta formativa di grande livello che utilizza i docenti di studi umanistici ma anche degli altri dipartimenti. Abbiamo inoltre i laboratori. È fondamentale curare non solo l'aspetto disciplinare ma anche quello didattico», spiega Olivetta Schena.
«C'è infine il tirocinio di seicento ore in facoltà con i tutor e direttamente nelle scuole con i tuto d'aula. I nostri studenti non acquisiscono solo conoscenza ma competenza».
LE CIFRE Sono cento gli iscritti, a dispetto delle circa cinquecento domande “respinte” da un test d'ingresso piuttosto selettivo. «Il numero è programmato dal ministero che valuta evidentemente la possibilità di assorbimento degli insegnanti», spiega la coordinatrice del corso di laurea. «L'obiettivo è solo uno: formare maestri di qualità, insegnanti preparati».
GLI ELABORATI Nel 2016 i laureati in Scienze della formazione primaria sono stati 115, il 94 per cento dei quali sono donne. Lavora, secondo i dati elaborati dall'Università, il 98,8 per cento, con una punta del 100 per cento per i maschi. «Ciò che importa, a fine di ogni corso, è la professionalità dei nostri laureati, le loro competenze disciplinari e didattiche, la capacità di affrontare la sfida dell'inclusione con gli strumenti più idonei. Per dirla con Giuseppe Desideri, prepariamo professionisti qualificati non solo nelle discipline che insegnano ma anche nei metodi per farlo», conclude la coordinatrice del corso di laurea magistrale.
Andrea Piras

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
MEDIAZIONE LINGUISTICA
Domani a mezzogiorno, nell'aula Wagner del Campus Aresu, Maria Paola Casula e Manuela Medau, terranno l'incontro su “L'interprete di Lis, un professionista tra due mondi”. L'iniziativa è promossa dalla docente Maria Cristina Secci del Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell'Università di Cagliari, nell'ambito del ciclo di incontri “La mediazione linguistica incontra il mondo delle professioni 4”.

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 gennaio 2018 / Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
La Storia Un'architetta cilena e i telai di Samugheo per il progetto premiato a Hannover
STORIE DI LANA, SETA E COTONE
VIVE COME MARE DI SARDEGNA 

Storie di lana, cotone, seta. Storie da toccare, ruvide come graniti, morbide come muschi. Cotte dal sole, bagnate dal mare. Narrate al telaio da un insolito gruppo di donne: un'architetta latinoamericana, un'imprenditrice sarda del turismo, un'anziana tessitrice di Samugheo e le sue collaboratrici dalle mani di jana. Storie premiate al Domotex di Hannover, in Germania, la Fiera internazionale del Tessile. Tra 265 opere da 16 Paesi, il primo posto nella categoria Interior Design è andato al progetto “Mediterranean”: l'arredo tessile della reception al Falkensteiner Resort di Capo Boi. I clienti che arrivano nel riservato cinque stelle sulla costa sudorientale sono accolti dai colori della terra e delle rocce della Sardegna. E il primo mare che incontrano è quello evocato da un arazzo di nove metri, in tessitura unica, geometricamente piegato - anziché disteso - sulla parete. Morbido e ricco come un fondo sabbioso modellato dalle correnti.
«È stata una sfida per tutti, dall'inizio alla fine un grande lavoro di gruppo»: Paulina Herrera Letelier, 39 anni, nata a Santiago del Cile e cagliaritana di adozione, è la forza creativa dietro il progetto premiato. Laurea in Architettura a Santiago, dottorato all'Università di Cagliari (con Carlo Aymerich) lavora per lo studio Professionisti Associati del capoluogo e negli anni si è ricavata una apprezzata nicchia nella terra di mezzo dove convivono, ibridandosi, architettura, design, illustrazione d'arte e artigianato. Dal 2013 collabora con l'azienda Mariantoniaurru di Samugheo. Un laboratorio familiare attivo dal 1981 dove le capacità artigianali della madre (Maria Antonia Urru) e la vocazione imprenditoriale del figlio (Giuseppe Demelas, ingegnere) hanno sposato la ricerca. Spostando la produzione un passo più avanti della tradizione, per fare di questa uno stimolo e non una catena. È stato Demelas a contattare l'architetta cilena per tradurre in realtà l'idea dei committenti, Angela Scanu e Giorgio Mazzella.
Mediterraneo è il tema che domina il restyling (commissionato dai proprietari all'architetto Sebastiano Salaris) dell'ormai storico resort. Il mare e l'entroterra del Sarrabus sono rappresentati da Herrera in tre collezioni di tappeti, arazzi e cuscini. Nella hall, il pubblico cammina fra i Tappeti calanti: strisce alte tre metri e larghe 70 centimetri, che scendono fluttuando dal soffitto, popolate di pesci, razze e meduse dalle lunghe code. Sui banconi della reception ci si appoggia come su rocce di lana, segnate dai licheni. Le pietre sono un tema ricorrente per l'architetta, come i banchi di pesci. Negli acquerelli, nelle chine e nelle ceramiche, che dipinge nel Laboratorio Raku di Salvatore Farci e Maria Cristina Di Martino. L'interesse non è la pura decorazione, ma il racconto dello spazio e delle sue articolazioni. «Ho una formazione da progettista, sono architetto, la mia fonte è il luogo dove vivo».
In questo caso c'era da rendere la luce, il colore. e prima ancora la materia, da riconoscere al tatto. Il lungo arazzo dietro la reception racconta il fondo del mare. «L'ordito è in cotone. La trama in alcuni pezzi è di lana, in altre lana e lino, oppure seta». La mano accarezza il mutare delle forme, immagina roccia, sabbia, alghe. L'occhio gioca con la luce che rimbalza sulla seta, affonda nella lana. «I materiali sono scelti con le tessitrici, è un lavoro che comporta passione e tutte sono coinvolte: dalla committente all'ultima delle ricamatrici». I pezzi della hall sono realizzati a mano. Altri sono un mix: «La battitura è meccanica, ma i punti sono raccolti a mano. Se il tappeto è ampio, in questo modo si garantisce un tessuto di larghezza costante».
Minuta, sottile come un fuso, Paulina Herrera Letelier ha un sorriso da elfo incorniciato da una chioma ribelle. Se ha nostalgia di casa, non la dimostra. «Sono perfettamente integrata. Sardegna e Cile, sono due culture vicine, in fondo. Colpa del comune passato da colonie di Spagna? Chissà. «È la gente: affettuosa, calda». Come terra al sole.
Daniela Pinna

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 gennaio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Monserrato dice sì alle pari opportunità
Via libera al regolamento per le pari opportunità nel Comune di Monserrato. Il documento, dopo mesi di stop e rinvii, è stato votato nei giorni scorsi dal Consiglio comunale: ora verrà creata una commissione dedicata che affronterà le tematiche della disuguaglianza e discriminazione.
Soddisfatta l'assessora comunale Emanuela Stara. «La commissione avrà il compito di promuovere azioni di tutela - spiega - in modo da far fronte al fenomeno ormai dilagante delle violenze consumate nei confronti delle donne. Ma anche promuovere la cultura delle pari opportunità sensibilizzando le persone di entrambi i generi alle responsabilità familiari, e attivare gli strumenti per agevolare in tutti i contesti la partecipazione delle donne alla vita sociale, culturale, economica, politica ed amministrativa di Monserrato». È prevista anche la collaborazione con altri enti e istituzioni come l'Università, le scuole, le varie commissioni Pari opportunità. E potrà avvalersi di consulenze esterne.
Dall'opposizione il voto favorevole della consigliera Rita Mameli, La Base. «Un voto all'intenzione di avere prima o poi una commissione permanente per le pari opportunità con lo stesso potere politico delle altre - precisa - perché così com'è prevista non ha alcun peso decisionale. L'obiettivo è predisporre azioni positive che possano favorire la parità non solo di genere».
Federica Lai

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 gennaio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
DOLIANOVA
L'economia verde ispira nuovi progetti di sviluppo

Dolianova scommette sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Lo fa in settori che mostrano potenzialità di crescita, coinvolgendo direttamente le realtà economiche e sociali del territorio. Si punta sull'economia verde, che propone un modello imprenditoriale legato alla trasformazione di sostanze precedentemente sprecate in merce redditizia.
Giovedi primo febbraio, alle 16 nell'aula consiliare di Dolianova in piazza Amendola, verranno illustrati i risultati dei progetti approvati e finanziati dalla fondazione Leonardo sulla promozione di nuova imprenditorialità negli ambiti della “Green & blue economy”.
I progetti, cui partecipano oltre 150 soggetti pubblici e privati, poggiano sulle esigenze dei territori coinvolti, chiamati a recitare un ruolo attivo per assicurare nuove opportunità di lavoro. Interverranno docenti e ricercatori universitari, esperti di settore e rappresentanti dell'assessorato regionale al Lavoro. (sev. sir.)

Questionnaire and social

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