Press review

23 January 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 gennaio 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
MONSERRATO. Rovinati anche i canestri e la pavimentazione. A Selargius chiusi tutti i parchi
IL VENTO SCOPERCHIA IL PALASPORT
Danni per 150mila euro e le squadre restano senza un campo 

Il vento spazza via il telone della struttura geodetica della Cittadella universitaria di Monserrato. Completamente scoperchiato l'impianto sportivo di proprietà dell'Università di Cagliari e gestito dal Cus, che non ha retto alle forti raffiche di vento di queste ore. E adesso le società sportive di calcio e pallamano dovranno cercare sistemazione per i prossimi mesi, in attesa che la struttura venga rimessa in sicurezza.
«Se saremo fortunati l'impianto verrà sistemato per giugno - spiega Antonio Pillai, dirigente per le opere pubbliche dell'Università - Dovremo fare una gara d'appalto, aspettare l'aggiudicazione e infine il tempo necessario per i lavori».
Il telone è stato distrutto tra domenica e lunedì, fortunatamente mentre il campo era vuoto. «Per ora - continua il dirigente dell'Università - parliamo di 150 mila euro di danni e speriamo che il vento non continui a rovinare l'impianto. È stata spezzata anche una trave che va sostituita, buttati giù i canestri e una parte del pavimento in gomma si è scollato, ma al momento almeno quello è recuperabile».
Intatti gli spogliatoi e il bagno nel retro della struttura costruita oltre vent'anni fa all'interno della Cittadella universitaria e gestita dal Cus Cagliari: un campo polivalente usato anche da appassionati di hockey, calcio a 5 e pallamano e dagli studenti che ne fanno richiesta. «In attesa che il telone venga sostituito le squadre purtroppo dovranno trovare sistemazione in altri campi», aggiunge il segretario del Cus, Ivan Scioni.
SELARGIUS Ieri a causa del vento e per precauzione il Comune ha chiuso i parchi di San Lussorio e Su Planu.
EX STATALE 130 È ripresa regolarmente la circolazione sull'ex Statale 130 che collega Decimomannu ad Assemini . Domenica il forte vento aveva causato la caduta di un grosso albero sulla strada, fortunatamente in quel momento sgombra da autovetture. La Sulcitana è rimasta chiusa al traffico per diverse ore e solo in serata è stata riaperta. Presto i due Comuni si incontreranno per decidere il taglio delle decine di piante sul ciglio della strada. A Decimomannu il maestrale ha inoltre piegato il cartello di segnalazione dell'autovelox lungo la Statale 130. (l.e.)
Federica Lai (ha collaborato L. Ena)

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
INGEGNERIA
Si apre il 6 febbraio, dalle 15 alle 19 nella facoltà di Ingegneria in via Marengo, il ciclo di sei incontri dedicati agli studenti di Ingegneria. I lavori sono tenuti da Michela Floris, docente di Economia e gestione delle imprese. Partecipano anche cento studenti delle scuole superiori Giua, Siotto, San Gavino ed Euclide, in convenzione con il dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali.

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 gennaio 2018 / Cultura (Pagina 38 - Edizione CA)
AGENDA. Seminario il 25 al Museo Archeologico
SEMINARIO SULLE MIGRAZIONI
Dal Medioevo al presente: una mappa delle migrazioni

Il fenomeno dei villaggi abbandonati, il ripopolamento e le forme di possesso della terra, le città e i borghi di nuova fondazione, l'intreccio tra colonizzazioni interne, diaspore e migrazioni mediterranee. Per mettere in luce i diversi approcci metodologici alla storia dei luoghi e della mobilità umana, che hanno interessato l'isola, il Polo Museale della Sardegna, in collaborazione col Dipartimento di Storia dell'Università di Cagliari, giovedì 25, dalle 16 alle 20, nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, organizza un seminario dal titolo “Colonizzazioni interne e migrazioni dal Medioevo al contemporaneo”. Introduce il direttore del Museo Archeologico Cagliari, Roberto Concas. Intervengono
Rossana Martorelli, Università di Cagliari su “Gli Arabi e Cagliari nell'età bizantina”; Cecilia Tasca, Università di Cagliari che parlerà della “Diaspora ebraica nella Cagliari tardo-medievale” e Massimo Aresu, Università di Leeds su “Circuiti mediterranei. Al di là della diaspora: zingari e gitani sardi in età moderna”.
MUTUAZIONE Un solo giorno, poi la mostra vivrà in rete. Venerdì, per una sola sera, dalle 18 alle 20, sarà possibile ammirare “Mutuazione” di Rossana Corti con testo critico in Due Frammenti di Silvia Piras, al Fab Lab Cagliari, all'interno dello Spazio ArtaRuga in via San Saturnino 13 a Villanova. È una mostra-racconto composta da illustrazioni, installazioni, videoproiezione, parole, suoni. “Mutuazione” sarà fruibile anche online su più piattaforme.

 

4 - L’UNIONE SARDA ONLINE di lunedì 22 gennaio 2018 - 12:58 / CULTURA » CAGLIARI
Shoah, a Cagliari un dibattito sullo sterminio dei disabili
Un convegno e una nuova occasione per non dimenticare: venerdì 26 gennaio (alle 15,30 Aula b del Polo Umanistico di via Is Mirrionis) in occasione della Giornata della memoria dei Lager e della Shoah è in programma a Cagliari un incontro di riflessione storica e di dibattito dal titolo ''Verso la Shoah: lo sterminio dei disabili''. Organizzato dall'Università del capoluogo e dall'Ufficio scolastico regionale della Sardegna, insieme a numerosi Licei del territorio, l'appuntamento vede protagonisti Claudio Natoli, docente di Storia contemporanea all'Università di Cagliari e Christoph Schmink Gustavus, già docente di Storia sociale del diritto all'Università di Brema. Claudio Natoli affronterà il tema dello sterminio dei disabili da parte del regime nazista (1939-41), che fece segnare 80mila vittime. L'operazione T4, come venne chiamata, fu per i nazisti il primo banco di prova per lo sterminio degli ebrei grazie alla messa a punto di un apparato burocratico dedicato alla selezione,al trasferimento e all'uccisione di centinaia di persone nei luoghi "fisici" dello sterminio in Germania. Christoph Schmink-Gustavus, il quale fa uso della storia orale come metodo di ricerca storica, darà conto di una sua ricerca tuttora inedita sulla coraggiosa opposizione del giudice Lothar Kreyssing al regime nazista. Ad introdurre i lavori il direttore del dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio, Francesco Atzeni.

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 gennaio 2018 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
L'uomo che salvò l'Anfiteatro
L'Assemblea generale dell'Onu ha proclamato Giorno della Memoria l'anniversario del 27 gennaio 1945, quando l'Armata Rossa entrò ad Auschwitz e mostrò al mondo l'orrore. Hannah Arendt lo riassunse in “La banalità del male” che tutti interpella ogni volta che diminuiscono memoria e umanità.
Il primo passo verso l'orrore è infatti la progressiva crescita dell'amnesia storica e del negazionismo.
Per ovviarvi chi fa parte della società educante deve assumersi la responsabilità di praticare un'intensa pedagogia della memoria; si scoprirebbe che anche nell'isola il fascismo ebbe il suo carnet di vittime. Non solo Gramsci, Lussu, Spano, Mannironi ma tanti invisibili di cui è necessario ricostruire geografie, biografie, genealogie.
Tra essi confinati e vittime delle leggi razziali.
A Cagliari una di queste ultime, Doro (Teodoro) Levi, sarà ricordata sabato dall' accademico dei lincei Louis Godart. Fu professore di Archeologia e Storia dell'arte greca e romana a Cagliari, dove fu anche Soprintendente alle Opere d'antichità e d'arte della Sardegna dal 1935 al 1938, quando, nell'ottobre, fu costretto all'esilio.
Sono suoi gli scavi della necropoli neolitica di Anghelu Ruju ad Alghero, dell'insediamento nuragico di Serra Orrios a Dorgali, delle necropoli punico-romane di Funtana Noa, Abba Ona, Juanne Canu ad Olbia. A Cagliari, a monte del Palazzo delle Poste, la cui messa in opera nel 1927 aveva restituito una testa di Iside/Venere, sposa di Osiride/Adone, nel luglio del 1938 iniziò lo scavo del tempio di via Malta, dedicato al loro culto, e identificato con quello tetrastilo raffigurato in una moneta della fine del I sec. a.C. che ha nel dritto i sufeti punici Aristo e Mutubal Ricoce.
Doro Levi, tornato in Italia nel 1946, non dimenticò Cagliari. Salvò l'Anfiteatro dalla distruzione. Vi eseguì scavi e rivide il rilievo di Vincenzo Crespi del 1866. Secondo le metodiche del tempo, ricostruì porzioni del settore orientale; e definì il podio, le gradinate in diversi ordini, gli accessi a questi e i relativi corridoi coperti, i passaggi dal podio all'arena, gli ambienti per gli animali. La Sardegna e Cagliari, nell'80° dell'esilio, celebrino, dedicandogli finalmente scuole, musei, piazze, colui che salvò dall'oblio generazioni di sardi e arricchì il mondo con i loro oggetti.

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Laureata, 29 anni, titolare della prima azienda suinicola regolare del paese
Desulo, il coraggio di Fatima: la mia ricetta contro la peste suina

Gramsci lo diceva che bisogna istruirsi. Perché la Sardegna, specialmente il suo interno di paesi spopolati e stanchi, ha bisogno dei giovani e di tutta la loro intelligenza. È un messaggio che Fatima Todde, allevatrice di Desulo di 29 anni, ha fatto suo fin da bambina. Quando, incantata, guardava il padre accudire i maiali. Quando, curiosa, muoveva i primi passi nel caseificio di famiglia. Un sogno, quello di coltivare la terra, allevare animali e fare formaggio, che ha portato avanti con determinazione.
FORMAZIONE E PASSIONE Un diploma in agraria e poi, via, una laurea in tecnologie alimentari. Imprenditrice agricola ad appena ventun anni, dal 2015 alleva anche maiali. Nei recenti, travagliati tempi di abbattimenti di suini allo stato brado, che hanno ridotto gli allevamenti di Desulo, è stata l'unica a gestire un'azienda suinicola regolare a uso aziendale. Solo qualche giorno fa è stata seguita da un altro giovane del paese.
IN AZIENDA Trasmette subito un senso di sicurezza e serietà quando porge i calzari per entrare nel suo allevamento di suini. Qui tutto è curato e pensato per il benessere degli animali: «Una volta fatta la domanda per mettermi in regola, ho investito tutte le mie borse di studio per ristrutturare le vecchie porcilaie di mio padre», dice. Al chiuso, i maiali son ben isolati da un rischio contagio di peste suina, mentre un efficiente sistema di clorazione dell'acqua, maggiore veicolo della malattia, la rende potabile e sicura. A pochi passi dalla struttura, poi, sorge l'orto, circondato dai castagni, dove crescono i pasti principali per i suini. Qui, infatti, Fatima, con l'aiuto di suo fratello Pietro (agronomo) coltiva le rape e, presto, i girasoli.
LA SFIDA QUOTIDIANA Con quello spirito lungimirante tipico dei desulesi, la giovane allevatrice manda avanti l'azienda suinicola con gli occhi puntati al futuro, quando la peste suina sarà finalmente debellata: «Purtroppo c'è scarsa informazione sul tema - afferma - La filiera del suino, se fatta seriamente, ha un valore unico: Desulo è già noto per i suoi salumi». Nel frattempo, con le conoscenze acquisite con la laurea, si occupa di produzione, innovazione e creazione di nuovi prodotti nel caseificio di famiglia.
LATTE E SIERO Oltre ai pecorini, ha avviato una linea casearia col latte delle sue capre, che alleva da qualche tempo. Si forma, così, un piccolo mondo dove ogni cosa serve all'altra e non si spreca niente: «Il siero, residuo della lavorazione del formaggio, viene utilizzato per nutrire i maiali, come bevanda principale o mischiandolo agli infarinati», spiega con notevole chiarezza.
LA MONTAGNA Vita divisa tra campagna e tradizioni (è presidente di un gruppo folk), l'ambiente di lavoro di Fatima è una natura silenziosa, dove sembra di essere immersi nelle tinte calde di un quadro. Lo sguardo si perde nell'abbraccio di fiere vette e vallate, mentre l'aria frizzantina di gennaio costringe a tenere alta l'attenzione. «Vivere in montagna comporta molte difficoltà, ma rafforza il carattere», afferma Fatima, che si sente fortunata a essere nata e cresciuta in un paese montano. «Le possibilità sono immense per chi ha spirito di sacrificio, che io ho appreso dai miei genitori, Basilio e Masina», racconta con orgoglio. Abbondanza d'acqua e terreno fertile, niente è gratuito, tuttavia, in questo universo generoso: «Oggi non si può pensare di fare agricoltura e allevamento senza aver studiato», dice. E con la sua ironia pungente, precisa: «Per molti il problema della terra è che è troppo in basso, ma dobbiamo ricordare che è la madre di tutte le cose e che la laurea non ci impedisce di usare le braccia».
L'APPELLO Così, si rivolge ai giovani, con una piccola ricetta per la felicità, quella che lei ha trovato e perseguito a Desulo, senza allontanarsi da casa: «Non dobbiamo aspettare il posto fisso o un lavoro datoci da altri, ma imparare a essere imprenditori di noi stessi, studiando e informandoci continuamente, seguendo sogni e obiettivi precisi».
Daniela Melis


 

La Nuova Sardegna

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 gennaio 2018 / Provincia di Nuoro Pagina 22
«UNA STRADA PER NEREIDE RUDAS»
La richiesta a un anno dalla morte della psichiatra: intitolarle una via a Macomer

MACOMERÈ passato un anno dalla scomparsa di Nereide Rudas, la prima donna in Europa a dirigere una clinica psichiatrica, fondatrice e presidente della società italiana di Psichiatria forense a Milano e dell'istituto Antonio Gramsci. Lo scorso anno e ancora oggi chi ha conosciuto l'intellettuale macomerese propone, anche sui social, di intitolarle una via a Macomer. Autrice di diversi libri e di innumerevoli saggi e scritti di criminologia è stata ricordata a Cagliari durante la giornata di studi "Nereide Rudas che parlò con voce di donna". L'intellettuale e accademica era nata a Macomer nel 1925 nella residenza di famiglia di ispirazione rinascimentale di Villa Salmon, attuale sede dell'Unione dei Comuni, allora circondata da un vasto giardino con alberi e piante esotiche dove ora, in parte, si trovano la biblioteca comunale e la chiesa di San Francesco. Il nonno Gustavo Salmon, di origini ebraiche, si trasferì da Livorno nel capoluogo del Marghine alla fine del 1800 dove intraprese diverse attività tra cui una sorta di agenzia di credito che praticava tassi di interesse inferiori a quelli delle banche, caseifici, aziende agrarie e un innovativo mulino elettrico. Salmon conobbe e si innamorò della bella Nereide Tibi, figlia dell'albergatore che lo ospitava, che sposò nel 1896 dalla quale ebbe tre figli: Oscar, Emma e Ugo, quest'ultimo fu commissario prefettizio a Macomer nel 1943. Nereide Rudas, figlia di Emma Salmon, prese il nome della nonna e a 17 anni, dopo essere rimasta a 4 anni orfana del padre, l'ingegnere Pietro Rudas, e vissuto tutta l'adolescenza con la madre e i nonni iniziò i suoi studi universitari in medicina a Cagliari, una rarità per una donna nel periodo. Dopo essersi sposata a 19 anni affrontò gli studi con un bambino piccolo e una vedovanza precoce e dopo la laurea e la cattedra in Discipline Criminologiche si dedicò alla ricerca sulle dinamiche dei fenomeni di criminalità. L'ultima sua apparizione in città in una recente edizione della Mostra del libro mentre amava trascorrere le vacanze estive fin da piccolissima e l'ultima nell'estate del 2015 a Bosa Marina nella villa di famiglia che domina la foce del Temo. Bosa pochi giorni prima della sua morte aveva deciso di conferirle la cittadinanza onoraria. (p.m.s.)

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 gennaio 2018 / Sassari - Pagina 30
LOTTA ALLA SLA: UNIVERSITÀ IN PRIMA LINEA  Finanziato con 57mila euro un progetto di ricerca che analizza le cause e l'evoluzione della malattia neurodegenerativa
SASSARI L'Università di Sassari in prima linea nella battaglia contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Infatti un progetto sviluppato dall'Ateneo è stato inserito tra i sei selezionati da AriSLA, sui 143 presentati a livello nazionale, per l'attribuzione di un finanziamento, nell'ambito della "Call for Projects 2017". La Fondazione Italiana di ricerca per la Sla ha annunciato i progetti vincitori, tra i quali figura IRKALS, "Studio su Retrovirus endogeni umani per valutarne il coinvolgimento nella SLA e l'utilità come biomarcatori". Il progetto durerà 12 mesi, per un valore complessivo di 57.000 euro, e sarà sostenuto anche dall'Associazione Viva la Vita Onlus.Il progetto Irkals, "Immune response against HERV-K in ALS patients", è coordinato dal professor Leonardo Sechi del Dipartimento di Scienze Biomediche (Università degli Studi di Sassari). Del gruppo di ricerca fanno parte, inoltre, il professor Giampietro Sechi, la dottoressa Giannina Arru e il dottor Giuseppe Mameli.I Retrovirus endogeni umani (HERVs) sono residui di infezioni retrovirali che sono stati incorporati nel DNA dei nostri antenati in un periodo che va dai 70 ai 30 milioni di anni fa, rappresentando oggi circa l'8% del genoma umano. Recenti ricerche hanno messo in evidenza la presenza di quantità elevate del retrovirus Herv K ed anticorpi contro il retrovirus stesso, nel sangue e nel fluido spinale di una parte dei pazienti affetti da SLA. In questo progetto si indagherà il coinvolgimento di Herv-K nella Sla, in particolare sarà verificato se l'espressione delle sequenze Herv sia correlata alla gravità della malattia . «Abbiamo notato che nei pazienti affetti da SLA c'è una spiccata risposta immunitaria nei confronti di questo retrovirus, perciò indagheremo per verificare in che modo l'espressione di HERV-K e la risposta immunitaria contro le proteine espresse possano contribuire alla degenerazione neuromotoria», spiega il coordinatore scientifico Leonardo Sechi.Oltre Sassari, i progetti selezionati coinvolgono 12 nuovi gruppi di ricerca operativi su Firenze, Milano, Udine, Roma, Strasburgo e Trento.In tutto l'investimento economico complessivo erogato da AriSLA per i nuovi sei progetti giudicati meritevoli di finanziamento dalla Commissione scientifica internazionale ammonta a 832.984 euro. La Fondazione incrementa così le risorse stanziate fino ad oggi a sostegno delle attività di ricerca arrivando ad investire oltre 11,4 milioni di euro dal 2009, supportando in questi anni 68 progetti e oltre 260 ricercatori su tutto il territorio nazionale. «La selezione da parte degli esperti internazionali di cinque progetti di ricerca di base e uno trasnazionale conferma il ruolo chiave riconosciuto ai ricercatori impegnati nell'avanzamento della conoscenza della malattia - afferma il Presidente di Fondazione AriSLA, Alberto Fontana - al fine di traslare i risultati della ricerca dal laboratorio alle persone con Sclerosi Laterale Amiotrofica e giungere a strategie terapeutiche efficaci. Bisogna continuare ad avere fiducia nella ricerca e combattere ogni atteggiamento miope perché i risultati raggiunti e il fermento dei ricercatori italiani in ambito Sla, come dimostrano le 143 domande sottomesse al nostro bando, testimoniano l'impegno della comunità scientifica a fare in modo che al più presto si giunga ad una cura. La mission di AriSLA è dare continuità al lavoro dei ricercatori, sostenendo l'innovatività e qualità dei progetti, finché la malattia non sarà sconfitta». (lu.so.)

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 gennaio 2018 / Cultura e spettacolo
CREATIVITÀ E MARKETING  Così il cinema diventa una risorsa. Il presidente della Film Commission: «I nostri progetti con i Comuni e con la Regione per attirare investimenti»
di Costantino Cossu
Un regista di serie A che ha diretto Nanni Moretti in "Caos calmo" dal romanzo di Sandro Veronesi, ha firmato serie televisive come "Distretto di polizia" e "Un posto al sole", ha portato Sassari sul grande schermo - con "Procedura, dal libro di Salvatore Mannuzzu - come nessun altro prima aveva fatto. Un regista che il cinema lo ha praticato anche da attore in pellicole come "Nirvana" di Gabriele Salvatores, "Ecco fatto" di Gabriele Muccino, "Guardami" di Davide Ferrario", "Il caimano" dello stesso Moretti. Uno che sa bene come dar vita a storie da proporre a un pubblico è sì un atto creativo ma anche un'operazione che deve rispondere a ferree leggi economiche. In virtù di questo pedigree professionale Antonello Grimaldi è stato chiamato a presiedere la Fondazione Sardegna Film Commission. Ovvero una struttura organizzativa che ha come scopo quello di promuovere l'industria cinematografica in una regione da questo punto di vista quasi del tutto vergine. Dopo undici anni di lavoro (la Film Commision è nata nel 2006 con una delibera della giunta Soru) si può tentare un bilancio. Soprattutto per capire se quanto ciò che si è fatto basta o se invece si può fare di più e meglio. Cominciamo dalle grane: la polemica di questi giorni sul funzionamento della legge regionale sul cinema, anche questa approvata nel 2006 per finanziare con denaro pubblico film prodotti e girati in Sardegna. I registi sardi, principali beneficiari della legge sul cinema, temono che qualcuno voglia cancellarla. Un timore giustificato? «Lo voglio dire nella maniera più netta: la legge sul cinema non va cancellata. Stabilito questo, è anche vero che dall'anno dell'approvazione della legge a oggi alcune cose sono cambiate. E di questo è necessario prendere atto. Ritengo che quelle norme vadano modificate tenendo conto che i due livelli, quello della creazione artistica e quello dell'industria del cinema, vanno tenuti insieme in maniera virtuosa. Chi ha buoni progetti artistici è giusto che sia sostenuto con finanziamenti regionali. Nello stesso tempo non bisogna dimenticare che esiste un interesse generale, in termini di creazione di opportunità di lavoro e di promozione del reddito, a portare nell'isola produzioni che arrivano anche da fuori. Tanto più che il cinema, come dimostrano le esperienze di tante altre regioni italiane, può essere un veicolo importante di promozione del territorio, ad esempio in termini turistici. Dire che la legge va cambiata non può essere preso come una dichiarazione di guerra. E' invece un invito rivolto a tutti gli operatori del settore a mettersi insieme intorno a un tavolo per vedere cosa si può cambiare. Fare sistema, non farsi la guerra». Tra i criteri indicati dalla legge per ottenere i finanziamenti ci sono quelli di "sardità" e di "interesse regionale" delle opere proposte...Sul criterio della "sardità" mi piacerebbe che si aprisse un confronto per stabilire con esattezza che cosa significa. In una legge le vaghezze non sono mai una buona cosa. Se poi parliamo di "interesse regionale", va chiarito che facciamo l'interesse dell'isola anche portando in Sardegna produzioni non sarde che creano reddito e che promuovono l'immagine della regione. E inoltre mi chiedo: sostenere film di registi che hanno tutte le chance per entrare nei circuiti dei festival internazionali, non significa anche questo perseguire l' "interesse regionale"?». Che cosa fate come Film Commission per assolvere al vostro fine istituzionale di «sostenere la produzione cinematografica e audiovisiva e promuovere il territorio regionale». «Sono tre le principali linee di intervento. Con il "location scouting" portiamo a nostre spese i produttori nazionali e internazionali sui luoghi dell'isola che ci sembrano più adatti alle varie esigenze dell'industria del cinema. Con il "fondo di ospitalità" contribuiamo al budget delle produzioni che decidono di filmare in Sardegna. Con i nostri corsi di formazione professionale, prepariamo maestranze sarde che possano essere assunte dagli imprenditori che scelgono l'isola come location». Basta, è sufficiente? Non si può fare di più? «Sì può fare certamente di più. E lo stiamo facendo. In particolare, stiamo creando sinergie con gli enti locali e con l'amministrazione regionale. Con Olbia e Cagliari abbiamo attivato i progetti "Filming Olbia" e "Filming Cagliari", rivolti alle produzioni italiane, europee ed extraeuropee che presentano proposte di fiction tv e di lungometraggio cinematografico. L'obiettivo strategico è quello di sostenere una politica di sviluppo del comparto dell'audiovisivo nell'ambito dei diversi territori, offrendo nuove opportunità alle professionalità presenti nell'isola e coordinando i servizi e l'assistenza agli imprenditori che intendano realizzare produzioni nelle città che aderiscono ai progetti. Ci abbiamo provato anche con il Comune di Sassari, ma al momento senza risultati. Con l'assessorato regionale al Turismo, a parte la fiction di Canale 5 "L'isola di Pietro" con Gianni Morandi, girata a Carloforte, abbiamo un rapporto continuativo di collaborazione per promuovere l'immagine della Sardegna in tutti i principali festival internazionali. E' andata molto bene anche all'Expo di Milano. Vorrei poi ricordare che, soltanto nel 2017, le produzioni sostenute dalla Film Commission sono state novantadue, alcune delle quali hanno raggiunto importanti traguardi. Per citare i principali, il Globo d'oro della Associated Foreign Press per "La stoffa dei sogni" di Gianfranco Cabiddu e il David di Donatello per il miglior cortometraggio vinto da Mario Piredda con "A casa mia". Forse si può fare di più, ma abbiamo già fatto tanto».

RACCOLTA DI FIRME  I registi sardi: «La legge ha dato ottimi risultati»
CAGLIARI «Questa legge è stata una grande conquista, ha consentito a generazioni diverse di artisti sardi, case di produzione e professionisti del cinema di superare quella che un tempo era vissuta come una barriera invalicabile e umiliante: la totale dipendenza dal politico nell'assegnazione dei finanziamenti. E in tal senso è fondamentale il processo di selezione dei progetti, affidato a commissioni terze che giudichino nell'ambito di precisi parametri stabiliti nel rispetto della normativa comunitaria». Così l'appello lanciato da un folto gruppo (più di cento) tra registi, scrittori e intellettuali sardi a difesa della legge del 2006 attraverso la quale la Regione finanzia le produzioni cinematografiche sarde. L'appello viene dopo le polemica nata dall'esclusione dai finanziamenti, annunciata nei giorni scorsi, del nuovo film di Giovanni Coda e di "Loro", la pellicola su Berlusconi con Sorrentino protagonista. Nel testo - firmato tra gli altri da Paolo Zucca, Salvatore Mereu, Enrico Pau, Giovanni Columbu, Antioco Floris, Lucia Cardone, Antonia Iaccarino, Bonifacio Angius, Milena Agus, Enrico Pitzianti e Marcello Fois - si legge ancora: «Certamente, è possibile che vengano commessi errori nelle valutazioni, ma gli strumenti legali a disposizione dei cittadini valgono da soli a rimettere in discussione gli effetti di eventuali decisione erronee. Senza dover per forza costruire polemiche sui social media». «La nostra legge sul cinema - prosegue il documento - non è rivolta solo ai talenti e alle maestranze locali, ma ha aperto le porte alla creatività di registi nazionali e di attori e figure professionali internazionali, ultima in ordine di tempo la regista Laura Bispuri il cui film "Figlia mia", coprodotto dalla Regione Sardegna, sarà al prossimo Festival di Berlino. Ma la presenza delle opere realizzate in Sardegna a importanti festival nazionali e internazionali è una costante di questi ultimi anni con riconoscimenti agli autori ormai affermati così come ai più giovani come dimostrano, a titolo di esempio, il premio a Locarno per "Perfidia" di Bonifacio Angius e il David di Donatello a Mario Piredda per il suo "A casa mia", anche questi coprodotti dalla Regione grazie alla legge sul cinema».

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