Press review

13 January 2018

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 13 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Il riconoscimento vale 6,7 milioni di euro
SCIENZE ECONOMICHE DIPARTIMENTO D'ECCELLENZA

Un dipartimento di eccellenza, quello di Scienze economiche e aziendali (Sea) dell'Università di Cagliari: il riconoscimento arriva dall'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) che lo considera «tra i migliori della stessa area scientifico-disciplinare in tutta Italia» e come tale lo inserisce tra i beneficiari del “Fondo per il finanziamento dei dipartimenti universitari d'eccellenza”.
Si tratta di uno stanziamento di 271 milioni di euro che dal 2018 al 2022 sarà distribuito tra le strutture universitarie statali che si caratterizzano per l'eccellenza nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica. Al dipartimento cagliaritano andranno 6,7 milioni di euro, il cui 70 per cento è vincolato al reclutamento di qualità e sarà utilizzato su quattro linee di sviluppo strategico: incrementare il numero di ricercatori di riconosciuto profilo internazionale e la produttività scientifica dei ricercatori, migliorare l'offerta formativa di elevata qualificazione e incrementare l'impatto socioeconomico delle attività.
«Questo risultato dimostra che nella nostra Università si fa ricerca di alta qualità - dichiara Micaela Morelli, prorettrice alla Ricerca di UniCa - nonostante il fatto che operi in un contesto territoriale che la pone in situazione di svantaggio rispetto ad altri atenei. Oltre che un riconoscimento meritato, è anche un punto di orgoglio per avere viste riconosciute nel confronto nazionale, le qualità scientifiche di tanti colleghi. Un riconoscimento di cui essere orgogliosi per il fatto che nella graduatoria dei dipartimenti di Economia ammessi ai finanziamenti, il nostro è classificato tra i migliori a livello nazionale». Sono 352 i dipartimenti ammessi al finanziamento: di questi 18 dell'area Scienze economiche e statistiche.

 

2 - L’UNIONE SARDA.IT di venerdì 12 gennaio 2018 » CULTURA » VILLACIDRO
Da Villacidro l'appello del rettore dell'Università di Cagliari: "Difendiamo i licei classici"
di Antonio Pintori
A Villacidro è arrivato anche il rettore dell'Università di Cagliari Maria del Zompo per l'iniziativa "La notte nazionale del liceo classico", nella scuola superiore della cittadina del Medio Campidano. Un'iniziativa, nell'aula magna del liceo classico Piga l'iniziativa, aperta dal dirigente scolastico Antonio Macchis, per mettere in luce, fra momenti musicali e culturali, l'importanza del percorso di studi offerto dai licei classici nella società odierna. Particolarmente accorato l'intervento del rettore dell'università cagliaritana, che ha difeso il ruolo del liceo classico, base importante per qualsiasi facoltà universitaria. "Sono venuta a Villacidro proprio per difendere questo liceo e tutti i licei classici della Sardegna", ha detto Del Zompo, che ha ricordato come gli studi classici in ambito internazionale rappresentino una formazione di altissimo livello per professionalità in tutti i settori del mondo del lavoro. Concetti poi ribaditi dal direttore dell'ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani e dall'assessore alla cultura del Comune di Villacidro Daniela Deidda.
Venerdì 12 Gennaio alle 21:15 - ultimo aggiornamento alle 22:31

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 13 gennaio 2018 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
IN EVIDENZA
Franco Oppo, serata dedicata al musicista Si svolgerà lunedì alle 20, nella Sala degli specchi della facoltà di Lettere (entrata da via Trentino) la serata in onore e ricordo di Franco Oppo, musicista e compositore. L'incontro è organizzato dall'associazione “Riprendiamoci la Sardegna”.

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 13 gennaio 2018 / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
PIGLIARU: SETTORE IMPORTANTE
Start up sarde, successo al Ces di Las Vegas

Mattonelle che producono energia, Super Poteri grazie ai quali i bambini superano la paura del dottore, sofisticati joystick per videogiochi: ecco la Sardegna dell'innovazione che brilla al Ces di Las Vegas, una finestra sul futuro della tecnologia, su quello che non sappiamo ancora di desiderare, sulle innovazioni che promettono di cambiarci la vita. Erano 7 le start up sarde presenti nello stand della Regione Sardegna, grazie al Programma per l'Internazionalizzazione coordinato e gestito dall'assessorato all'Industria, e tutte hanno suscitato l'interesse e la curiosità di pubblico e addetti ai lavori. «La partecipazione al Ces è un passaggio importante per le start up innovative sarde», dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru. «Non si tratta di un traguardo ma, al contrario, di un ottimo punto di partenza. Da questa esperienza e da quelle analoghe che l'hanno preceduta», a Singapore e a Los Angeles, «insieme a quelle che seguiranno nel corso del 2018, le imprese trarranno nuovi stimoli per consolidare i loro progetti e continuare a farsi strada in un mercato difficile e in continuo mutamento», dice. E aggiunge: «Il fatto che la nostra delegazione sia stata più numerosa rispetto a quelle di altre regioni», le start up isolane rappresentano un sesto delle aziende sbarcate a Las Vegas, «è la conferma che in Sardegna, grazie anche alle università e ai centri di ricerca, ci sono le conoscenze e le condizioni per sviluppare questo tipo di attività imprenditoriali». Delle 7 start up che hanno partecipato al Ces, quattro sono di Cagliari, due di Sassari e una di Lanusei. (ma. mad.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 13 gennaio 2018 / Borsa (Pagina 15 - Edizione CA)
A Cagliari la prima maratona digitale promossa da Sartec. «Pronti a investire»
UN ROBOT PER L'AGRICOLTURA
Cento giovani di tutta Italia presentano progetti e idee

Su piante e ortaggi veglieranno i robot. Per studiare le criticità del terreno e ottimizzare le produzioni, sensori e droni diventeranno i migliori alleati dell'uomo. Scienza e tecnologia a servizio delle coltivazioni per rendere le aziende sempre più competitive: è l'obiettivo di Hackathon, la maratona digitale promossa dalla Sartec, che punta a lanciare sistemi innovati per lo sviluppo dell'agricoltura di precisione.
L'INIZIATIVA Cento giovani provenienti da tutta Italia, seduti a quattordici tavoli, con a disposizione trenta ore per dare alla luce un progetto vincente. L'iniziativa, partita ieri mattina negli spazi della Manifattura Tabacchi di Cagliari, si concluderà oggi con la premiazione delle idee ritenute più valide da una giuria di esperti. I giovani provenienti dalla Sartec, dalle Università di Cagliari, Sassari, Salerno, Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, e dalla Techedge Spa, si sono messi in gioco per dare vita a progettualità innovative correlate all'agricoltura smart. Fernando Ferri, presidente di Sartec, società è specializzata nel fornire supporto tecnologico e servizi nel campo dell'ingegneria, spiega l'obiettivo della prima maratona digitale italiana sull'agricoltura di precisione.
GLI INVESTIMENTI «Volevamo mettere a disposizione degli altri le nostre conoscenze, in modo da applicare in un campo completamente diverso dal nostro le tecnologie più moderne - spiega -. Dalla collaborazione tra i soggetti provenienti da ambienti differenti possono nascere progetti interessanti. Siamo pronti a investire sui migliori progetti».
L'INNOVAZIONE Matteo Gatti, del Dipartimento produzione vegetali sostenibili dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza: «I problemi dell'agricoltura vanno affrontati in maniera trasversale, con l'esperienza e l'innovazione si possono trovare soluzioni capaci di garantire un futuro a questo comparto».
I PROGETTI Biologi, agronomi, tecnici informatici, ingegneri: tutti uniti per l'ideazione di un progetto innovativo. Francesca Grisafi viene da Mantova: il suo gruppo ha lavorato su un progetto per combattere la cimice asiatica: «Nel nord Italia colpisce diversi alberi da frutto. Lo scorso anno ha distrutto il 22% della produzione dei peri: ci auguriamo che il nostro progetto possa risultare utile». Il gruppo di Giammarco Pinna, della Sartec, ha lavorato sul problema dello stress idrico. «Il nostro progetto punta ad avere direttamente dalla pianta le informazioni utili per affrontare alcune criticità - spiega - , un sistema di approccio che potrebbe risultare vincente».
Ivan Murgana

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 13 gennaio 2018 / Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
Università di sassari
Lezione di commiato di Antonello Mattone, lo storico diventato un “maestro di tanti”

Storico che ha percorso con i suoi studi e decine e decine di pubblicazioni la Sardegna (ma non solo) dal Medioevo all'Ottocento, passando per le città regie e la lunga dominazione spagnola. Uomo di vasta cultura, anche enologica e musicale (è vice presidente dell'ente concerti sassarese De Carolis) e di capacità organizzative apprezzate nel Dipartimento di Storia nei primi dieci anni del terzo millennio. A lungo delegato rettorale alle attività culturali e sociali e umero uno dell'Ersu sassarese. O in sintesi «un maestro di tanti» per dirla con Marco Milanese, attuale direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell'uomo e della formazione. La lezione di commiato di Antonello Mattone dopo oltre quarant'anni passati all'Università di Sassari, da assistente a ordinario di Storia delle istituzioni politiche, ha riempito l'Aula Magna. Colleghi, tra i quali Luigi Berlinguer, Mario Segni e Manlio Brigaglia, il rettore Massimo Carpinelli e i predecessori Alessandro Maida e Attilio Mastino, studenti.
Dopo il saluto del prorettore vicario Luca Deidda, è stato Marco Milanese a delineare un sunto della imponente produzione di Antonello Mattone. Senza dimenticare la sua presenza in diversi comitati scientifici. Come il comitato di direzione della “Rivista storica italiana” e del Dizionario storico dei giuristi italiani, le riviste “Annali di storia delle università italiane” e “Quaderni di storia dell'Università di Padova”, il comitato per la pubblicazione degli atti dei Parlamenti sardi (“Acta Curiarum Regni Sardiniae”) del Consiglio regionale sardo, quello della collana “Bibliotheca sarda” (ed. Ilisso), della Fondazione “A. Segni” di Sassari.
Quindi il professor Mattone ha tenuto una lezione magistrale dal titolo “Nostalgia delle corporazioni? Note sul rapporto tra lavoro libero e lavoro corporativo nell'Europa dell'Ottocento” che ha concluso asserendo come la nascita del solidarismo e del welfare state in Europa sia frutto anche di alcuni semi gettati dall'evoluzione delle gilde e corporazioni, processo storico che manca ad esempio negli Usa.
Giampiero Marras


 

La Nuova Sardegna

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 13 gennaio 2018 / Atlanti - Pagina 14
BIONICA >> LA RICERCA
OLTRE GLI HANDICAP
LE NUOVE FRONTIERE DELLA BIOINGEGNERIA
L’Eolab dell’Università di Cagliari “miniaturizza” l’elettronica
Ricerche in tutta Europa, il progetto Nebias apre orizzonti inaspettati

di Stefano Ambu
Almerina Mascarello, la donna veneta che ha accettato di sottoporsi al test scientifico, ha sperimentato la sua nuova mano bionica (al posto di quella persa in un incidente) portando con sé solo un mini zainetto come "regia" elettronica da tenere sulla schiena. I sistemi di controllo dell'arto prima utilizzavano una strumentazione che occupava più o meno lo spazio di un carrello del supermercato. Il futuro? Invisibile. Sottopelle. Dal grande al piccolissimo: la "miniaturizzazione" è proprio il contributo offerto dall'Universitá di Cagliari al progetto della mano artificiale "collegata" al cervello che sta facendo il giro del mondo. L'ateneo sardo si sta occupando dell'aspetto elettronico dell'esperimento. Una parte essenziale del delicato percorso dal momento che riguarda la connessione tra il sistema nervoso e la protesi artificiale. L'Eolab, il laboratorio di Microelettronica e bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica, collabora dal 2006 allo sviluppo della protesi di mano neuro-controllata attraverso diversi progetti finanziati dal Miur e dal progetto Nebias finanziato dalla Unione Europea. Gli elettrodi che consentono di fare "parlare" il sistema nervoso della paziente con la mano realizzata dal gruppo di Silvestro Micera, della Scuola superiore Sant'Anna e del Politecnico di Losanna, sono stati impiantati dall'équipe del neurochirurgo Paolo Maria Rossini al Policlinico Gemelli di Roma. C'è una bella differenza con la mano "attaccata" al braccio. Importante, utile sì. Ma qui siamo almeno cento passi avanti. «Con questa protesi, direttamente collegata al sistema nervoso - spiega Luigi Raffo, responsabile di Eolab - il paziente percepisce l'arto artificiale come parte del corpo stesso e può controllarlo come uno naturale, ricevendone per esempio sensazioni tattili».
Grazie alla bioingegneria nuove speranze per i portatori di handicap
L'Eolab contribuisce al progetto con l'attività coordinata da Massimo Barbaro, relativa allo sviluppo dei microchip capaci di inviare i segnali elettrici al cervello e di tutta l'elettronica necessaria a miniaturizzare il sistema e renderlo effettivamente utilizzabile e impiantabile sottopelle, e con l'attività, coordinata da Danilo Pani, di integrazione e ottimizzazione degli algoritmi utili a interpretare e tradurre in tempo reale i segnali nervosi del nostro corpo in azioni della protesi. «Finora - spiega Raffo - i sistemi di controllo della mano utilizzavano una strumentazione che occupava un ingombro pari a un carrello del supermercato: anche grazie al lavoro dei ricercatori dell'Università di Cagliari, ora il sistema è disponibile in un mini zainetto da tenere sulla schiena del paziente e in futuro sarà disponibile sottopelle come accade per un pacemaker». La ricerca era cominciata quasi 20 anni fa, nel 1999, presso la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa grazie a progetti attivati e finanziati inizialmente dall'Inail. Su questa scia è stato impostato il primo grande progetto, chiamato Cyberhand, che nel 2009 ha portato a impiantare per 20 giorni la mano bionica in un uomo, un brasiliano di origine italiana che aveva perso la mano sinistra in un incidente. Nel 2014, un nuovo passo in avanti con LifeHand: la mano bionica era stata impiantata in un danese, con un'elettronica ancora molto ingombrante. Nel 2016, la prima sperimentazione nella vita di tutti i giorni, nell'impianto ricevuto per sei mesi da una donna veneta e controllato da un'elettronica contenuta in uno zainetto. Il futuro è il progetto Nebias.

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 13 gennaio 2018 / Lettere e commenti - Pagina 34
Studenti in Danimarca
ECCO UN VADEMECUM

Scrivo per raccontarvi come si mantiene una studentessa italiana, di genitori sardi, in Danimarca. Mi sono iscritta un'università danese perché gratuita ma presa dall'entusiasmo non ho valutato gli altri costi, come per esempio l'affitto, molto più elevato rispetto all'Italia, e il costo della vita in generale molto più alto. Fortunatamente la città dove vivo, Horsens, non è eccessivamente costosa e con circa 800 euro al mese riesco ad affrontare tutte le spese, tra le quali affitto, trasporti e spese casalinghe. Quando sono arrivata un anno fa in Danimarca ero felicissima perché il mio sogno si era avverato, ma avendo dovuto sborsare 2000 euro per il deposito dell'appartamento e il primo mese di affitto mi ero demoralizzata e non vedevo l'ora di cercare un lavoro. Sfortunatamente gli studenti internazionali devono attendere qualche settimana per ricevere i documenti per la residenza e il Cpr-number, senza il quale non si può far nulla. Solo una volta ottenuti questi documenti ci si può iscrivere alle agenzie interinali e iniziare la ricerca del lavoro. L'affitto varia considerevolmente da città a città, nella capitale partono da 600 euro mensili per una stanza. Acqua e riscaldamento sono inclusi nell'affitto ma vengono pagati sotto forma di acconto anticipato. L'elettricità anche essa viene pagata sotto forma di acconto anticipato ogni 3 mesi. Anche l'internet si paga su base trimestrale. I libri universitari non sono gratuiti, il trasporto pubblico è più costoso ma si possono ottenere sconti fino al 50% sui biglietti. Fare la spesa al supermercato costa leggermente di più ma alcuni alimenti e bevande hanno dei prezzi molto elevati, come per esempio il cioccolato, il caffè e le bevande alcoliche. La scuola di lingua danese è anche essa a pagamento, si paga un deposito di circa 150 euro che verrà restituito una volta concluso il percorso. Dovendo affrontare tutte queste spese mi sono dovuta mettere subito alla ricerca di un lavoro, ho trovato dei lavori temporanei che mi permettevano di affrontare le spese mensili, ma la svolta arrivò verso natale quando scoprii che una dalle numerose imprese internazionali presente in Danimarca, cercava studenti madrelingua italiani. Grazie al fatto che lavoro 44 ore mensili percepisco un sussidio di circa 800 euro lordi mensili oltre allo stipendio. Questo sussidio mi permette di vivere senza pensieri e di non chiedere ai miei genitori alcun aiuto. I primi mesi in qualsiasi paese sono molto complicati, ma non ci si deve mai arrendere e si devono seguire i propri sogni e le proprie aspirazioni.
Georgiana Cristina Rusu, Copenaghen

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