Press review

11 December 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Per l'azienda sanitaria è tutto in regola ma a Monserrato saltano i controlli programmati
REPARTI CHIUSI E RICOVERI RIDOTTI
Stop a Medicina 1 e 2 del Brotzu, disagi anche al Policlinico

Dagli ospedali non parlano di emergenza, ma di sicuro la chiusura di un intero piano del Brotzu sta creando effetti collaterali indesiderati. Da ieri al Policlinico hanno sospeso i ricoveri programmati mentre al Brotzu stanno cercando di far tornare a casa il maggior numero possibile di pazienti dei reparti Medicina 1 e Medicina 2.
BROTZU I problemi agli impianti elettrici hanno portato i vertici dell'ospedale di piazzale Ricchi a limitare al massimo i nuovi accessi. «Non abbiamo chiuso i ricoveri, tutti quelli che arrivano al Pronto soccorso e ne hanno bisogno vengono ricoverati: abbiamo 71 posti letto accreditati e sabato c'erano 70 pazienti», spiega Marilena Spissu, direttrice generale del Brotzu, «dobbiamo fare urgenti lavori di manutenzione agli impianti elettrici, soprattutto per la sicurezza dei pazienti, e abbiamo ridotto i posti letto ma assicurando che tutti quelli che vengono trattati ricevano assistenza adeguata. Per accelerare le dimissioni stiamo dando priorità negli esami ai pazienti di quei reparti». L'intervento sui quadri elettrici all'ottavo piano del Brotzu andranno avanti per dieci giorni, questa situazione instabile dovrebbe concludersi giovedì 21. La numero uno del Brotzu spiega come ha deciso di gestire questa situazione. «Scenderemo da 71 a 40-50 ricoveri, che saranno garantiti dagli altri reparti - spiega Marilena Spissu - abbiamo chiesto la collaborazione del 118 anche se l'80 per cento dei pazienti che vengono ricoverati in Medicina arrivano accompagnati da parenti, e quelli li ricoveriamo: solo il 20 per cento arriva con le ambulanze».
POLICLINICO Questa decisione non è stata però concordata con le altre aziende ospedaliere e al Pronto soccorso del Policlinico universitario di Monserrato da sabato c'è stato un consistente e inaspettato picco di arrivi. Dall'azienda ospedaliero-universitaria non commentano la mancata comunicazione da parte dei colleghi del Brotzu, ma annunciano di aver preso immediate contromisure per far fronte al nuovo carico di lavoro. «Abbiamo preso la decisione di bloccare con effetto immediato i ricoveri internistici, quelli programmati non chirurgici - annunciano - il provvedimento durerà sei giorni».
VIA PERETTI Dall'Assl di Cagliari garantiscono che la situazione è sotto controllo. Il direttore Paolo Tecleme assicura che i dirigenti dei reparti internistici, soprattutto in medicina al Santissima Trinità, stanno monitorando la situazione e non hanno segnalato disagi. Dall'azienda di via Peretti spiegano che non si tratta di una situazione d'emergenza e che la diminuzione dei posti letto disponibili può essere gestita dagli ospedali cittadini con i loro reparti d'emergenza.
Marcello Zasso

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 30 - Edizione CA)
Si chiama “doodle”: un fumetto per il Nobel
VAI SU GOOGLE, C'È GRAZIA DELEDDA

Il colosso del web Google, motore di ricerca tra i più usati al mondo, dedica il doodle del 10 dicembre al conferimento del Nobel per la Letteratura a Grazia Deledda, prima donna italiana ad aver ricevuto l' alloro svedese. Il battesimo social diventa curiosamente virale in pochissime ore, non solo tra gli estimatori sardi della scrittrice nuorese, e in un colorato rimbalzo di bacheca in bacheca l' ingresso della nuorese nel mainstream unifica tramite screenshots e comunicato stampa dell' operazione di Google determina la capillare diffusione dell' anniversario. La simpatica trovata sembra dare cronologicamente man forte all' inesausta crociata dell'ultimo abiatico di Grazia Deledda, Alessandro Madesani Deledda, recentemente scomparso, per il quale la reale data d' attribuzione del Nobel è oggetto di uno storico busillis, come avrebbe sentenziato la pensatrice barbaricina.
Per Alessandro - figlio di Franz, secondo genito di Grazia e di Palmiro Madesani - impegnato indefessamente nelle iniziative culturali di salvaguardia della memoria deleddiana, il Premio venne infatti attribuito nell' anno 1927 per l' anno in corso: «Sul sito del Premio svedese, l'arcano è in parte svelato. Nonna ricevette il premio Nobel nel 1927. Durante la selezione del 1926 il comitato del Nobel alla Letteratura decise che nessuna delle nomination di quell' anno rispondeva ai criteri così come stabiliti dalla volontà di Alfred Nobel. Secondo lo statuto della Fondazione Nobel, il premio in casi simili non viene assegnato e nel 1926 lo statuto venne applicato. Si verificò un equivoco durante l' assegnazione dell' anno successivo: quando alla nonna venne attribuito il Premio per l' anno 1927, venne erroneamente compilata la casella relativa al '26 che risultava vuota».
A supporto della sua posizione Madesani forniva tre inequivocabili fonti storiche: la comunicazione della vittoria del Premio a firma del barone De Bilt, membro dell' Accademia svedese, che porta la data dell' 11 novembre 1927; l' attestato di conferimento del Premio, riportante la data del 10 dicembre 1927 e la medaglia d'oro con data MMXXVII, 1927 in numerazione romana. Ad onor del vero non sono mancate in passato importanti manifestazioni internazionali legate all' anniversario del 1927, esattamente come in questo 2017 in cui due delle celebrazioni maggiormente significative sono organizzate nella settimana legata all' anniversario del 10 dicembre 1927.
Domani, alle 10, nell' Auditorium Lilliu, nei locali dell' Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro, un Convegno di studi dal taglio del tutto inedito raccoglierà un team di esperte deleddiste da tutta Italia che concretizzeranno il proposito del titolo “Le donne parlano di Grazia”.
Le celebrazioni proseguono la mattina successiva a partire dalle 9 nell' aula del Rettorato con un convegno coordinato da Duilio Caocci, segretario della Commissione per l'Edizione nazionale dell'Opera Omnia di Grazia Deledda, che ha raccolto i contributi sull'essenza femminile della scrittrice da tutto il mondo «per un appuntamento internazionale fortemente voluto dall' unico Rettore donna della storia della Sardegna. Intendevamo, in accordo con l' Isre di Nuoro, iniziare a colmare una lacuna culturale affidandone la trattazione a cinque grandi studiose».
Ilaria Muggianu Scano

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
PER GRAZIA DELEDDA
“Per Grazia. Grazia Deledda a novant'anni dal Nobel”: questo il titolo della mattinata tutta al femminile sulla scrittrice sarda in programma mercoledì (dalle 9) nell'aula magna del rettorato dell'Università.

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
ACLI E POLITICA
Oggi, alle 16,30 nell'aula della facoltà di Scienze Politiche in via Fra Ignazio 78c, si terrà la presentazione del libro “La politica come partecipazione: l'esperienza di Pier Giuseppe Sozzi tra movimento e organizzazione”. L'iniziativa vuole ricordare il pensiero e l'azione di Sozzi, delegato nazionale di Gioventù aclista, nei primi anni '70.

 

5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
I BURATTINI DI ROSSI
I burattini di Ernesto Rossi riprendono vita al San Giovanni di Dio nella mostra spettacolo che verrà inaugurata oggi alle 10 (e andrà avanti fino a mercoledì) nel rifugio antiaereo del San Giovanni di Dio.

 

6 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
L'INCONTRO. Domani alla Fondazione del Banco di Sardegna
Il pensiero di Gramsci secondo il filosofo Bodei

“Come i grandi eventi dei primi decenni del Novecento hanno, per Gramsci, modificato le coscienze”. C'è il pensiero del politico, filosofo e intellettuale di Ales al centro dell'incontro in programma domani (alle 17) nella sala della Fondazione del Banco di Sardegna. L'iniziativa, nell'anno Gramsciano, ruoterà sull'intervento del filosofo cagliaritano Remo Bodei. In apertura dei lavori, coordinati dalla giornalista Maria Francesca Chiappe, il presidente Gianfranco Ganau porterà il saluto del Consiglio regionale.
Bodei, nato a Cagliari nel 1938, è autore di numerosi articoli non solo su Gramsci ma anche su Weber, Foucault e Pirandello, e traduzioni di autori stranieri. Laureato all'Università di Pisa, ha frequentato le lezioni di Ernst Bloch ed Eugen Fink perfezionando la preparazione teorico-storico-filosofica a Tubinga e Friburgo, e successivamente a Heidelberg e all'Università di Bochum. La sua esperienza è pressoché mondiale avendo lavorato per gli Atenei di Cambridge, Ottawa, New York, Toronto, Girona, Città del Messico e Los Angeles, tenendo numerose conferenze in Università europee, americane e australiane. Dal 2006 insegna filosofia a Los Angeles dopo aver avuto per lungo tempo la cattedra di storia della filosofia ed estetica alla Scuola normale superiore e all'Università di Pisa.
I suoi studi si sono concertati anche su Gramsci. Un mese fa ha partecipato a Pisa a un incontro sull'intellettuale sardo dal titolo “Rileggere Gramsci (1937-2017)”. Quella in programma domani è un'altra giornata dedicata alla figura di Antonio Gramsci come politico, giornalista, pensatore e intellettuale riconosciuto e studiato a livello internazionale. Nell'Anno Gramsciano, istituito dalla Regione, sono coinvolte le Università, la Fondazione Antonio Gramsci, diverse associazioni e la Fondazione Banco di Sardegna.

 

7 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Presentata al Senato
Una ricerca sulla specialità della Sardegna

“La specialità sarda alla prova della crisi economica globale” è il titolo del libro che sarà presentato domani alle 15 nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama a Roma, sede del Senato. Saranno presenti gli autori: Gianmario Demuro, docente di Diritto costituzionale, Giovanni Coinu, ricercatore di Diritto costituzionale e Francesco Mola, docente di Statistica e Analisi di mercato e prorettore vicario dell'Università di Cagliari.
I lavori saranno introdotti da Gianclaudio Bressa, sottosegretario con delega agli Affari regionali e le autonomie e Francesco Palermo, direttore dell'Istituto di studi federali comparati di Eurac Research dell'Università di Verona. Interverrà Antonio Fadda, socio dello spin-off SmartLab dell'Università di Cagliari. Conclusioni a cura di Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna, e Gianmario Demuro.
Il libro raccoglie e analizza le preferenze dei sardi sulle politiche pubbliche d'attuazione della specialità e, servendosi dall'elaborazione e analisi statistica dei dati, affida ad autori di diversa provenienza scientifica e geografica una lettura critica.
I temi trattati spaziano dalla partecipazione democratica alla difesa della lingua, dalla sostenibilità delle politiche di sviluppo all'espansione delle politiche pubbliche in realtà territoriali a economia debole di fronte alla crisi globale.

 

8 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Scrivete a Cagliarilettere@unionesarda.it
Il professor Riva, Susini e il vicerè
Il signor Enrico Mauri rimprovera ad Alessandro Riva, professore emerito di Anatomia umana normale, di non aver citato il vicerè Carlo Felice quale acquirente delle cere anatomiche di Clemente Susini. Riva ha scritto decine di testi sulle cere anatomiche e mai avrebbe potuto dimenticare chi ha ordinato e pagato le famose cere. Lo stesso Riva ha commissionato a un pittore le effigi di Carlo Felice, del Susini e dell'anatomista Francesco Boi, di Olzai, esposte all'ingresso della sala.
Gigi Zuddas

 

9 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Nei giorni scorsi alcuni studiosi hanno esortato gli artisti all'impegno per gli idiomi isolani
I TESTIMONIAL DELLA LINGUA SARDA
Attori, scrittori e campioni dello sport: «Ecco perché l'amiamo»

Jacopo Cullin parla in sardo con gli amici, col nonno di Villacidro e con i vecchi in generale. «Quale altra lingua potresti usare per comunicare con tanti dei nostri anziani?». La sua, spiega, è una lingua mescolata. «Il villacidrese della famiglia di mia madre, un po' di cagliaritano e poi il dialetto di Sant'Antioco». L'attore e regista cagliaritano, classe 1982, esordio coi Lapola poi studi e lavoro nella penisola, dice che usa il sardo «un po' come vanto fuori dalla Sardegna. Ma non per farmi bello di una cosa che non posseggo: io testimonio la bellezza e l'importanza della lingua sarda anche col mio lavoro».
I TESTIMONIAL I giovani non parlano in sardo, gli over 40 lo stanno reimparando, i vecchi ne sono gli unici custodi. Tra leggi monche, studiosi che si accapigliano, progetti scolastici a singhiozzo, davvero resiste il sentimento di vergogna dei sardi che parlano la lingua dei padri? «Viene ancora considerata la lingua della marginalità, dell'arretratezza e della povertà», hanno detto nei giorni scorsi diversi studiosi, tra questi Ivo Murgia, scrittore ed esperto di didattica del sardo, e Maurizio Virdis, docente di linguistica sarda all'Università di Cagliari. Studiosi convinti che uno dei passi da fare per salvare gli idiomi dell'Isola sia «una campagna di comunicazione per dire che la nostra lingua è viva, affascinante e moderna. E i testimonial potrebbero essere gli artisti, gli scrittori, persone di successo insomma».
TRA CAGLIARI E SASSARI Sicché sentiamone qualcuno. Jacopo Cullin puntualizza che no, «non credo sia producente una campagna pubblicitaria in cui io dico: parlate in sardo. Lo parlo io, ecco tutto». Stefano Manca, invece, la farebbe al volo. Quarantacinque anni, sassarese, col fratello Michele forma il duo comico “Pino e gli anticorpi”, tra le stelle del cabaret nazionale. «Credo che una campagna sia addirittura necessaria. Un'altra cosa che potrebbe senz'altro fare la Regione è investire sulla tecnologia, sulle applicazioni didattiche. Ce ne sono di straordinarie che insegnano l'inglese e le lingue straniere, lo si potrebbe fare per il sardo no?». Lui e il fratello parlano con gli amici un sassarese «infarcito di slang. Siamo la generazione della frattura: i genitori si rivolgevano a noi esclusivamente in italiano, sicché abbiamo esercitato fuori casa. Io dico che è fondamentale imparare e parlare il sardo, anche per i ragazzi. Una lingua è sempre la chiave di accesso a una cultura e a un patrimonio di saggezza».
IL CAMPIONE DI VILLACIDRO Quando torna a Villacidro, il suo paese, parla in sardo anche Fabio Aru, 27 anni, campione italiano di ciclismo. «Sì, lo parlo bene, soprattutto con gli amici lo uso normalmente. Nelle occasioni pubbliche mi esprimo in italiano, ma quando capita uso volentieri la nostra lingua. Se credo sia giusto promuoverla? Sicuramente. Andrebbe introdotta come materia di studio nelle scuole».
PROIBITO A SCUOLA Cristina Caboni, scrittrice di grande successo internazionale, ricorda il tempo in cui «a scuola era proibito esprimersi in sardo e anche i genitori si rivolgevano ai figli in italiano». Classe 1968, casa e famiglia a San Sperate, dice che «viviamo in una sorta di limbo: in casa sentiamo parlare in sardo e così lo comprendiamo tutto, ma poi non lo usiamo. Il problema è che perdendo la lingua, perdiamo una parte fondamentale dell'identità. Parole, concetti, idee che non si recuperano più». Lei, che pure non parla il campidanese («a parte qualche parola»), racconta di aver usato parole della lingua sarda per uno dei suoi romanzi. «Ci sono concetti che in italiano non esistono».
IL CANTO Rossella Faa, cantante e attrice, radici a Masullas, San Niccolò Gerrei e San Vito, dice che farebbe sì, la testimonial. Vive a Cagliari da trent'anni e perciò, spiega, «parlo più che altro in italiano ma amo la lingua sarda: la mia è un campidanese misto. Più che parlare, però, mi piace cantare, mi richiede ». Come tanti ha iniziato a esercitarsi fuori casa. Lei addirittura a Bologna. «Ero lì per i miei studi. Vivevo con una ragazza di un paese vicino al mio, che parlava un campidanese antico». Il sardo è una lingua viva, avverte, «straordinario veicolo di immagini perché, rispetto all'italiano, si avvicina uno scalino di più alla poesia».
Piera Serusi

 

10 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Piero Frongia, 68 anni, è stato scelto per guidare l'Ordine provinciale
Il presidente dei veterinari: meno abusivi e più risorse

Ha curato un elefante, un tigrotto e un serpente. Ma non sono gli aneddoti sugli animali esotici quelli di cui vuole parlare. Da neo-presidente provinciale dell'ordine dei veterinari, Piero Frongia ha ben altro da dire: denunciare un mercato illegale di farmaci negli allevamenti del territorio, indicare strategie che aiutino i giovani a trovare un lavoro e dare consigli all'Università per una formazione migliore.
Il primo obiettivo da presidente?
«Dobbiamo sconfiggere l'abusivismo nella nostra professione. Diciamolo chiaro: “L'automedicazione non è consentita. Dopo la somministrazione di un farmaco servono tempi di latenza per il latte e per la carne e a indicarli può essere solo un veterinario. Invece esiste una rete illecita e allevatori che si affidano a un mercato parallelo. Come ordine vogliamo sollevare il problema a tutela del cittadino e dei veterinari».
Peste suina e lingua blu. Avreste potuto fare meglio?
«Noi siamo una forza lavoro tenuta ai margini delle scelte. Quello che manca in alcuni casi è un buon coordinamento di tutte le autorità responsabili del problema da parte della Regione».
L'ultimo video choc denuncia maltrattamenti in un'azienda di Viterbo. Succede anche qui?
«No, mai».
Quali strumenti avete per garantire il benessere animale?
«Vigilare e punire. Il maltrattamento è un reato».
Il circo è in città.
«Io non vado da quando le mie figlie erano piccole. Mi piaceva. Gli animali bisogna vederli e non solo su National geographic».
Ma gli animali soffrono.
«Non credo. Una volta mi vennero a chiamare, credo fossero gli Orfei, perché il loro elefante aveva un problema dermatologico a un orecchio. Avevo preso una scala per visitarlo e prescritto unguenti e saponate. È l'animale più grande con cui abbia avuto a che fare».
A Milano pochi giorni fa una signora girava con un caracal. A Guspini venivano allevate tigri e pantere. È giusto?
«No, lo sconsiglio vivamente. Anni fa una signora venne per farmi visitare un cucciolo di tigre. Sembrava un gatto bello e grande. Le dissi di lasciar perdere, ma non mi ascoltò e mal gliene incolse. Tornò dopo 3 o 4 mesi con le braccia devastate. Il gattone era diventato un tigrotto. Finì in uno zoo nel nord Italia».
Cani e gatti vestiti e pettinati. È normale?
Sono momenti ludici per i padroni, concendiamoli. L'animale gode, se la ride sotto i baffi.
A Cagliari ci sono quartieri invasi da gatti e cittadini che spargono cibo per i piccioni. Che fare?
«È un problema sanitario. Quello che noi facciamo come veterinari è educare a una gestione del randagismo più razionale. Non è più come molti anni fa».
Ma è giusto nutrire i randagi?
«Adesso si vede qualche gattara singola, ma esistono delle associazioni di volontariato benemerite. È una battaglia ancora da vincere e la sterilizzazione è fondamentale».
Volontari e rifugi improvvisati. Bene o male?
«I volontari fanno bene e i canili lager non esistono più».
Un mese fa una donna è stata sbranata da due rottweiller a Serramanna. Esistono razze più pericolose di altre?
«No, a volte due animali bravissimi da singoli in coppia possono autoalimentare la loro aggressività. l rottweiler se addestrati ed educati possono essere dolcissimi».
Cosa bisogna fare se un cane ci attacca?
«Scappare è un gesto che porta a essere inseguiti. Meglio fermarsi e cercare di diventare dominante».
Qual è il cane più adatto a una famiglia?
Non consiglio razze, invito però a prendere un animale quando si è coscienti dell'impegno e si ha il giusto tempo da dedicargli».
Torniamo all'ordine. Quanti veterinari in provincia?
«420».
Quanti disoccupati?
«Il problema dell'inserimento lavorativo si fa sentire anche nella nostra professione. Credo sia utile aprire un confronto con enti locali e Università».
Proposte?
«La legge sul randagismo merita di essere rivista. C'è un problema nell'assistenza. Perché non creare un gruppo di giovani veterinari con i quali stipulare una convenzione per garantirla 24 ore su 24?».
E l'Università cosa potrebbe fare?
«Vogliono attivare lauree brevi per creare figure ibride: laureati che si occuperanno della gestione dell'allevamento e di educazione cinofila. Andrebbero a occupare spazi che sono e devono rimanere di competenza dei veterinari».
Mariella Careddu

 

11 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 30 - Edizione CA)
La ricerca della felicità
La lectio magistralis di Remo Bodei in programma oggi alle 17 all'Università di Sassari, dipartimento di Storia.

 

12 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Siti gratis per gli agriturismi: occasione persa per assenza di progetti
C'è un tesoro in Europa ma la Sardegna lo ignora

Giuseppe Meloni  INVIATO
BRUXELLES L'Europa non è una festa a inviti: se non ti fai avanti, nessuno verrà a inseguirti con l'elenco delle occasioni che stai sprecando. Ma in Sardegna (e in tutto il Mezzogiorno d'Italia, a dire il vero) quel concetto non è ben compreso. E così si perdono opportunità rilevanti per lo sviluppo, legate ai cosiddetti finanziamenti a gestione diretta. Dall'Ue, attraverso questo canale, nel 2016 è arrivato in Italia circa un miliardo di euro: ma l'Isola si è aggiudicata solo qualche briciola. Di fatto perché non ha presentato progetti.
IL RAPPORTO Lo rivelano le analisi della Camera di Commercio italo-belga di Bruxelles, che svolge una paziente opera di assistenza per le imprese, e non solo, nei loro rapporti con l'Unione europea. Matteo Lazzarini, segretario generale dell'ente camerale, racconta un aneddoto illuminante: «C'erano dei fondi sulla comunicazione del turismo, noi volevamo provare a lavorare con la Sardegna e siamo andati a vedere i siti web delle aziende agrituristiche. La maggior parte era fatta male, di vecchia impostazione, con foto non accattivanti. Allora abbiamo chiamato molti di quegli imprenditori per dire che potevamo aiutarli a realizzare alcune azioni del bando, a costo zero per loro».
Praticamente un regalo insperato, per fare un salto di qualità nella capacità di raccontarsi al mondo e quindi, in definitiva, per migliorare il proprio giro di affari. E invece: «Inizialmente abbiamo ricevuto una quarantina di manifestazioni d'interesse», prosegue Lazzarini, «però poi nessuno di loro ha presentato un progetto. Bastava scrivere 4-5 cose, spiegare perché si volesse migliorare la propria comunicazione, niente di difficile». Comunque troppo, a quanto pare, per prendersi la briga.
Ogni singolo caso può avere la sua spiegazione: va detto per esempio che gli agriturismi spesso sono a conduzione familiare, e magari inadatti anche a ciò che può apparire un piccolo sforzo di progettazione. Ma il punto è che la carenza, su questo fronte, sembra accomunare in Sardegna i vari enti pubblici e le diverse categorie di imprenditori privati.
Per esempio nel 2016, sottolinea ancora il report della Camera di Commercio italo-belga, su centinaia di Comuni italiani che si sono aggiudicati progetti di questo genere ce n'è solo uno sardo: Nuoro, che con un finanziamento di 25mila euro si è dotato di un centro Europe Direct, inserito nella rete creata dalla Commissione europea per fare da intermediario tra i cittadini e l'Ue, anzitutto fornendo informazioni sulle opportunità offerte dalle istituzioni comunitarie.
I NUMERI Nel complesso, l'anno scorso gli enti pubblici e i soggetti privati in Sardegna hanno vinto solo 56 progetti sui 2.286 che hanno trovato una destinazione italiana. È bene precisare che qui non si sta parlando dei fondi strutturali per le aree in ritardo di sviluppo (Fesr, Fse e altri), spesso citati nei ragionamenti sui contributi europei, e proporzionali appunto al gap economico sofferto da ciascuna regione. I fondi gestiti direttamente, invece, non sono indirizzati alle varie regioni in misura predeterminata, e anzi non passano proprio attraverso di esse. Vince chi presenta idee efficaci e magari riesce a creare buone collaborazioni, dato che vengono privilegiati gli accordi tra più partner.
Tra i programmi su cui si articolano i finanziamenti a gestione diretta, il più noto è certamente Horizon 2020, su ricerca e innovazione; tra gli altri, vale la pena di citare Life (ambiente e clima), Erasmus+ (istruzione e gioventù), Creative Europe (settore audiovisivo). Un certo attivismo, in Sardegna, lo hanno mostrato le due Università, protagoniste in 21 interventi. Quella di Cagliari è anche capofila di un progetto da quasi 3 milioni di euro per purificare dal fluoro le acque per uso civile e agricolo in Kenya, Etiopia e Tanzania.
STRATEGIE «I fondi diretti - prosegue Lazzarini - per loro natura tendono ad aprire all'internazionalizzazione, e richiedono capacità di creare collaborazioni virtuose. La Provincia di Trento per esempio ha istituito un sistema molto efficace, che riunisce Università, Camera di Commercio e la stessa Provincia per fare progetti». Tra l'altro «sono soldi che arrivano in fretta: la Commissione europea è il pagatore più veloce del mondo».
Per ottenere quel genere di contributi bisognerebbe però affidarsi ai cosiddetti europrogettisti, e questo ha un costo. «Ma se paghi 3mila euro a un professionista per farti dieci progetti - osserva il segretario camerale - ti basta vincerne uno e hai già coperto ampiamente la spesa».

 

13 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Cronaca di Olbia (Pagina 28 - Edizione CA)
LA MADDALENA. Ambizioni
Fortificazioni: candidatura per l'Unesco

Il progetto è ambizioso ed ha come obbiettivo il riconoscimento a patrimonio Unesco del grandioso e per molti aspetti unico sistema di fortificazioni sardo-corso delle Bocche di Bonifacio, ottocentesco e novecentesco, secoli nei quali Italia e Francia temevano reciproci attacchi. Partito da un'idea quasi romantica di un comitato spontaneo, “Maddalena nel cuore”, ha avuto come propulsori la coordinatrice Enza Plotino e l'architetto Pierluigi Cianchetti, esperto di fortificazioni dell'arcipelago di La Maddalena e della fascia costiera di Arzachena, Palau e Santa Teresa Gallura. Col convegno recentemente svoltosi a La Maddalena, le tante idee e aspirazioni hanno cominciato a prendere consistenza. Intanto per le presenze di carattere politico dei convegnisti (il sindaco di La Maddalena Luca Montella e la delegata alla cultura del Comune di Arzachena, il portavoce del ministro dei Beni Culturali Gianluca Lioni, il consigliere regionale Pierfranco Zanchetta) ma anche per quelle più tecniche, universitarie e legate all'Unesco, come Luca Fabbri (Icomos-Unesco), Tatina Kiriva (consulente Unesco), Donatella Fiorino (Icofort-Unesco), Pierluigi Salvadeo del Politecnico di Milano. Sarà istituito un gruppo di lavoro tra docenti dell'Università di Cagliari, del Politecnico di Milano e di quello di Torino (da allargare all'Università corsa di Corte) che elabori un dossier destinato ai comuni di La Maddalena, Arzachena, Palau, Santa Teresa e Bonifacio, per proseguire col Parco Nazionale, le regioni Sardegna e Corsica, i ministeri Beni Culturali e Ambiente.
Claudio Ronchi

 

14 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 22 - Edizione CA)
IGLESIAS
Servizi sociali associati, il punto delle attività

Un appuntamento per presentare a tutti i cittadini i vari progetti e servizi, portati avanti nel triennio 2014-2016 nell'ambito dei servizi sociali e socio-sanitari, gestiti in forma in forma associata. Si tratta del “Bilancio Sociale” del Plus-Distretto socio sanitario di Iglesias: sarà presentato giovedì 14 dicembre, alle 16, nella sala riunioni della sede di Via Argentaria (è anche visionabile on line all'indirizzo www.plusdistretto iglesias.it.)
È stato realizzato, spiega il vicesindaco di Iglesias, Simone Franceschi in una nota, grazie alla proposta migliorativa offerta, in sede di gara, dalla Cooperativa sociale “Isola Verde” di Iglesias. La coop si è aggiudicata la gestione del “Servizio di affiancamento all'ufficio per la programmazione e gestione associata dei servizi alla persona” in base ad una convenzione sottoscritta tra la stessa Isola Verde e la società “Smart Lab” s.r.l. Tre esperti hanno collaborato all'elaborazione del Bilancio Sociale: sono Vittorio Pelligra, professore associato del Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali dell'Università di Cagliari, Vincenzo Rundeddu, analista economico finanziario, e Michela Floris, ricercatore universitario in Economia e gestione delle imprese presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell'Università di Cagliari. Chi parteciperà all'incontro potrà conoscere nei dettagli l'intenso lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati, i risultati ottenuti sino a oggi e quanto ci si prefigge di raggiungere in futuro.

 

15 - L’UNIONE SARDA di lunedì 4 dicembre 2017 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Gara in collaborazione col Formez. L'assessore Spanu: «Così cresce la trasparenza»
Un concorso per sfruttare meglio i dati della Regione

Un concorso per rendere i dati della Regione ancora più accessibili. Contest Open Data Sardegna, promosso dall'assessorato degli Affari Generali, in collaborazione con Formez PA, ha l'intento di favorire lo sviluppo di servizi innovativi, basati sui dati esposti in formato “aperto” sul portale Open data.
IL CONCORSO La gara vuole dare visibilità e riconoscimento alle più interessanti proposte di riuso dei dati esposti dalla Regione sul suo portale in diverse categorie: ad esempio applicazioni, rappresentazioni visuali dei dati, articoli di taglio giornalistico. «La Giunta», dichiara l'assessore agli Affari Generali Filippo Spanu, «considera il rafforzamento del sistema dei dati aperti un passaggio fondamentale per far crescere i livelli di trasparenza della pubblica amministrazione. Il nostro sistema, con un portale che acquista contorni sempre più definiti, è a disposizione di tutti e non solo di una ristretta cerchia di specialisti. Siamo di fronte a uno strumento dalle grandi potenzialità che apre la strada a nuove sfide per molti giovani sardi che in questo ambito possono trovare nuove opportunità di lavoro».
LA SCADENZA Le proposte di riutilizzo dei dati devono essere presentate entro il prossimo 21 gennaio. È prevista l'assegnazione di un premio per i vincitori di ciascuna delle quattro categorie. In palio tablet e kit per robotica. Scuole e università potranno concorrere in una categoria dedicata a loro.
IL GIUDIZIO Una giuria composta da esperti qualificati valuterà le proposte candidate con l'obiettivo di premiare quelle che meglio rispondono alle finalità del contest. Per ciascuna delle categorie di concorso verrà stilata una graduatoria. L'invio della proposta di utilizzo dei dataset deve avvenire, attraverso il modulo presente sul sito del Formez. L'annuncio delle proposte vincitrici verrà fatto in occasione dell'evento conclusivo del progetto “OpenRas: dati aperti per la trasparenza e l'accountability” che si terrà nel mese di febbraio.



 

La Nuova Sardegna

 
 

16 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 4 dicembre 2017 / Lettere e commenti - Pagina 23
L'ITALIA HA FAME DI LAVORATORI QUALIFICATI
di Andrea Saba
La richiesta delle imprese è di 274mila posti, ma scarseggia il personale specializzato
L’università non si adegua alla svolta tecnologica in corso in tutto il mondo

Il Sole 24 Ore ha pubblicato il 30 novembre un dato, fornito da una analisi della Unioncamere - e quindi molto attendibile - che indica che le imprese italiane hanno una richiesta di 274mila posti di lavoro, ma non riescono a trovare personale sufficientemente specializzato per soddisfare questa importantissima richiesta. Questo dato ci rivela una serie di aspetti sulla situazione economica più di quanto non ci dicano centinaia di statistiche. In primo luogo ci dice che l'industria italiana è in netta ripresa: una richiesta di 274mila nuovi addetti è molto elevata. Significa che ci sono dietro flussi di nuovi investimenti decisamente importanti. Il fatto che le imprese non trovino personale qualificato significa che si sta compiendo un svolta tecnologica fondamentale: l'industria italiana ha recepito pienamente che si deve operare in un mondo ormai globale dove il mercato ormai è tutto il mondo, e che il dilagare della tecnologia digitale penetra in tutti settori, non solo delle attività produttive industriali, ma in tutti i servizi, nella medicina, nella attività giuridica. Del resto, sono ormai rari i cittadini di ogni ceto e livello economico e sociale che non passino il tempo col dito curvo sullo smartphone. Ma il dato del Sole 24 Ore ci rivela anche le università italiane e altre scuole tecniche, sono del tutto inadeguate ai nuovi tempi e questo costituisce un serio ostacolo alla crescita ed al benessere di tutti. Molti giovani italiani se vanno all'estero. Molti cercano direttamente un lavoro, ma moltissimi se ne vanno perché, dopo il triennio universitario, cercano, un ateneo o un scuola dove apprendere nozioni che siano adeguate ai tempi moderni. È dunque indispensabile aprire un dibattito, senza pregiudizi, sulla arretratezza degli atenei italiani. In primo luogo bisogna dire che la attività didattica che si riduce soltanto alla lezione dalla cattedra per un periodo anche spesso molto limitato, è del tutto insufficiente. Quando esistevano gli assistenti - da tempo sostituiti da ricercatori che, chissà perché, non hanno obblighi didattici - il docente teneva il suo corso di lezioni lungo tutto l'anno accademico, e gli assistenti erano a disposizione degli studenti per fornire spiegazioni e discutere con gli studenti sugli aspetti più difficili del corso di lezioni. Il trasferimento di conoscenza scientifica non è facile, ma decisivo in una vera università. Prendiamo un ateneo fra i migliori del mondo: Cambridge dove mi sono laureato in economia nel 1962. Tutti gli studenti sono membri di uno dei 26 college. L'università organizza i corsi di lezioni; il college fornisce allo studente un supervisor, o tutor, che assegna un tema da svolgere una volta alla settimana e viene discusso per un'ora dallo studente col suo supervisor (il mio era Nicholas Kaldor, uno dei maggiori economisti dello scorso secolo). Se un giovane ha avuto il tempo di studiare e di scrivere intorno ad un argomento, anche difficile, il livello di discussione sarà molto più approfondito e complesso e lo studente apprenderà molto di più di quanto non avvenga dalla sola lezione del professore. Gli esami si fanno una volta sola, sono solo scritti, non ci sono secondi appelli o sessioni autunnali. Se uno viene bocciato non può più mettere piede né a Cambridge, né a Oxford, né a Harvard. Dai laureati derivano la maggior parte dei ricercatori. Il risultato è che la Sapienza di Roma ha vinto cinque premi Nobel, e Cambridge ne ha vinto novantasei.Ora ci troviamo in un mondo completamente cambiato. È dovere degli atenei dare una formazione che consenta alle nuove generazioni di lavorare e fare fronte al dilagare delle innovazioni. Ma la sola lezione accademica, la divisione di materie in decine di cattedre utili solo a dare una poltrona ad amici e parenti - a Roma gli insegnamenti di Economia sono 24, a Cambridge erano solo tre - non bastano, è indispensabile spalancare nuove strade per non privare i giovani del loro avvenire. Bisogna modificare il contenuto dei corsi e consentire in tutte le materie un livello alto di informatica in modo da consentire poi di completare la conoscenza nel lavoro pratico.

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