Press review

29 November 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
L'APPELLO. Il rettore Del Zompo scrive al Consiglio
«PIÙ RISORSE PER LE DUE UNIVERSITÀ»

Il senato accademico dell'università di Cagliari ha approvato all'unanimità un'interrogazione presentata dai rappresentanti degli studenti di UniCa 2.0, che chiede l'estensione della “no tax area” oltre l'attuale fascia Isee di 13mila euro.
La richiesta dello stanziamento necessario ad attuare l'innalzamento della soglia, all'interno della quale gli studenti sono esentati dal pagamento delle tasse, è stata fatta propria dal rettore e dall'ateneo ed è contenuta in un documento inviato alla terza commissione del Consiglio regionale, insieme ad altre osservazioni sulla manovra 2018-2020 attualmente in discussione.
Nella lettera è contenuta anche un'analisi dei risultati raggiunti dall'ateneo anche grazie al sostegno del Consiglio, come il tasso di occupazione a cinque anni dalla laurea: nelle ultime tre indagini l'università cagliaritana registra performance migliori rispetto alla media degli atenei del Sud e delle isole. «Si tratta di risultati raggiunti per effetto dello sforzo di tutto l'ateneo», commenta il rettore Maria Del Zompo, «per portare avanti la missione dell'alta formazione per gli studenti sardi e proseguire sulla strada dell'eccellenza nella ricerca». Il documento contiene la richiesta di stanziamento di 800mila euro per gli atenei sardi, per le esigenze finanziarie dei corsi di laurea delle professioni sanitarie.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Borsa (Pagina 12 - Edizione CA)
ARBATAX. Diversi i profili
IL PARK RESORT PUNTA SUI LAUREATI: INCONTRO IN ATEN
EO
L'Arbatax Park Resort di Tortolì punta sui giovani e guarda ai laureati e laureandi dell'Università di Cagliari. Il team della struttura ricettiva del gruppo Mazzella è arrivato ieri mattina a Cagliari per un evento organizzato dal Job Placement dell'ateneo cagliaritano. L'iniziativa ha sortito l'effetto sperato richiamando un centinaio di giovani. Diversi i profili richiesti: dal capo ricevimento al responsabile di sala all'addetto amministrativo e alle prenotazioni.
L'azienda valuterà profili e competenze, con una preferenza dichiarata per i laureati dell'Ogliastra. «L'azione di oggi è inquadrata in un progetto più ampio di attenzione per il territorio, al quale lavoriamo da anni - spiega Angela Scanu, proprietaria della struttura - il percorso necessita di operatori ogliastrini o sardi che ci aiutino a perseguire i nostri obiettivi. Gli stessi turisti desiderano avere a che fare con qualcuno che conosca il territorio». I relatori hanno descritto le caratteristiche della maxi struttura turistica, gli studenti hanno fatto domande e presentato curriculum. «Organizziamo questi eventi per far conoscere la realtà aziendale - spiega Graziella Marceddu, responsabile dell'ufficio orientamento al lavoro dell'Università - con l'obiettivo di offrire opportunità ai giovani.
Lina Agus

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Politica Italiana (Pagina 8 - Edizione CA)
FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA
Mafia, dalle stragi ai colletti bianchi: dibattito a Cagliari

L'evoluzione della mafia e le possibili infiltrazioni in Sardegna: di questo si parlerà domani nell'incontro in programma dalle 16 nell'aula magna della facoltà di Giurisprudenza a Cagliari. Il dibattito, organizzato dalla questura di Cagliari e dal titolo “L'evoluzione delle mafie, dallo stragismo ad oggi”, prevede una serie di interventi. Dopo i saluti del questore Pierluigi D'Angelo, della prefetta Tiziana Giovanna Costantino, del direttore del dipartimento di Giurisprudenza Fabio Botta e dalla rettrice Maria Del Zompo, parleranno i relatori: Filippo Dispenza (direttore centrale del dipartimento della Polizia), Maria Alessandra Pelagatti (procuratrice della Repubblica), Diana De Martino (procuratrice nazionale Antimafia), Gaetano Grasso (federazione antiracket) e Lirio Abbate (scrittore e giornalista). Durante i lavori, moderati dal prorettore Pietro Ciarlo, ci sarà anche un intervento video registrato di Rita Borsellino.

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Con i fondi recuperati dal bilancio si disporranno interventi per il lavoro nella Finanziaria
LA SANITÀ DIVORA ALTRI 20 MILIONI
Nuova manovrina: «Ma così liberiamo risorse utili per il 2018»

L'ultimo “aggiustamento” dell'anno prima della manovra 2018 vale 30 milioni di euro. La gran parte - 20 milioni - destinati a coprire il disavanzo della sanità, cifra che però sarà detratta dal prossimo bilancio e quindi liberata per altre spese. In particolare per politiche sociali e lavoro, temi che in questi giorni sono oggetto del dialogo tra maggioranza e parti sociali in vista dell'esame in aula della manovra da 7,7 miliardi.
Dei restanti dieci milioni, 2,5 vanno alla Provincia di Nuoro e 600mila euro a quella di Sassari per chiudere in equilibrio i bilanci del 2017, così da consentire la ripresa in pieno delle loro funzioni e assicurare tutti i servizi ai cittadini nonostante i tagli statali. Altri 2 milioni vanno a Forestas per il contratto integrativo (7 nel triennio); 904mila euro al servizio di custodia e mantenimento in sicurezza della miniera di Olmedo, da mesi occupata dai lavoratori; 600mila euro al settore cerealicolo. Fin qui il grosso della manovrina.
RISORSE RECUPERATE «Sono soldi che abbiamo recuperato con un lavoro duro, continuo e mai fatto prima di ripulitura dei conti regionali, che ci permette di fare anche una serie di altri interventi più piccoli ma ugualmente importanti», ha spiegato in aula l'assessore al Bilancio Raffaele Paci. Ed ecco che ce n'è abbastanza per stanziare 43mila euro per lo sportello linguistico regionale, 200mila per i Centri di servizi culturali e 200mila al settore cinematografico, 250mila euro per il fitto casa degli studenti universitari, 100mila per i cavallini della Giara colpiti dalla siccità e 300mila per l'ippica, 400mila euro ai servizi anti insetti e disinfestazione della Provincia di Nuoro.
Il Consiglio però non ha fatto passare un emendamento che autorizzava la spesa di 25mila euro per il completamento e la pubblicazione dell'opera “Giovanni Spano e i suoi corrispondenti”: una proposta della Giunta che l'aula ha bocciato con 28 voti contrari e 17 favorevoli.
QUARTA VARIAZIONE Si tratta della terza legge di variazione di bilancio (la quarta, considerando anche quella da 45 milioni sul comparto ovicaprino) dopo quella sui 22 milioni destinati a settore agricolo, Protezione Civile, vigili del fuoco e ancora Province e quella da 145 milioni per sanità e spazi finanziari per i Comuni. Un totale di “aggiustamenti”, da agosto a oggi, di circa 250 milioni di euro. «Abbiamo scelto di non fare un unico assestamento di bilancio ma più variazioni calibrate sulle esigenze che di volta in volta emergono, in modo da dare risposte più immediate», ha detto Paci.
MANOVRA 2018 L'aula ha anche votato all'unanimità lo stanziamento di 300mila euro (per il 2015, 2016 e 2017) per risarcire le imprese del settore della pesca per i danni causati dai delfini, una misura già contenuta nella manovra 2015 ma mai attuata. Secondo i dati Istat 2016, lavorano nel comparto sardo della pesca circa duemila persone, mentre sono 123 gli operatori dell'acquacoltura e 342 gli addetti alla trasformazione, 1292 invece i battelli attivi.
I lavori dell'assemblea sono stati poi aggiornati a martedì 5 dicembre. In programma la seduta comune con il Consiglio delle autonomie locali. Nel pomeriggio si procederà con l'esame del disegno di legge sulla gestione idrica. La Finanziaria dovrebbe invece approdare in aula il 7 dicembre con le relazioni di maggioranza e minoranza e l'avvio della discussione generale.
Roberto Murgia

 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
E intanto 172 operatori di Cagliari, Oristano e Alghero si consorziano
RICCI, ALLARME DEI PESCATORI «Quasi niente sui fondali»

Un po' se l'aspettavano. Non credevano, però, i subacquei professionali autorizzati alla raccolta dei ricci, che lo scenario sarebbe stato così desolante. In alcuni tratti di costa isolana, i pescatori abusivi che nei mesi scorsi e in piena estate hanno operato in barba alle regole, si sono lasciati dietro il deserto. È per questo che 172 dei 189 sub sardi iscritti all'albo regionale hanno scelto di unire le forse e cambiar rotta. Non saranno più solo pescatori ma veri e propri imprenditori del mare. Ovvero, produttori. L'accordo è stato sottoscritto a Cabras. Nel loro futuro c'è un'Op. La promuoveranno sub di Cagliari, Oristano e Alghero-Porto Torres che dall'inizio del prossimo anno.
IL PATTO Intanto, i raccoglitori si sono ritrovati a Cabras per tracciare un primo bilancio della stagione di pesca appena cominciata (il via il 15 novembre, due settimane dopo il tradizionale avvio degli altri anni) e discutere delle polemiche che hanno accompagnato la pesca dei ricci e la commercializzazione della polpa. Un incontro che si è concluso con un documento firmato da tre presidenti delle associazioni, Michele Sanna di Alghero, Stefano Melis di Cagliari e David Bicchi di Oristano. Dito puntato contro petizioni e organizzazioni che - a detta dei pescatori professionali - «sono nate cavalcando l'onda mediatica col fine di diventare protagonisti, calunniando ed attaccando in modo irrazionale i 172 lavoratori da noi rappresentati». Secondo Sanna, Melis e Bicchi «è doveroso evidenziare che gli studi e le valutazioni fatte dall'Università e dai biologi sullo stato della risorsa non parlano in nessun modo di rischio estinzione, ma sottolineano, questo sì, lo stato di sofferenza della risorsa a causa di una forte pressione dello sforzo di pesca. Sofferenza evidenziata, tra l'altro, per qualsiasi altra attività della pesca professionale».
IL DOCUMENTO Scrivono i raccoglitori: «Le ingiustificate offese ai nostri lavoratori, le vergognose campagne denigratorie sugli accordi sottoscritti tra noi operatori di Cagliari, Alghero e Oristano e che hanno portato ad una drastica riduzione dello sforzo di pesca limitando di 30 giorni la raccolta, di 1000 ricci in meno al giorno, di 3 ore di prelievo in meno giornalmente e di un giorno di fermo alla settimana , dovrebbe far riflettere, dimostrando con i fatti e non con vane parole, spesso dettate da scarsissima informazione, l'impegno della categoria sulla strada della tutela di questa specie».
I CONTROLLI È storia di questi giorni. Più volte la Guardia costiera è intervenuta per far rispettare le regole imposte dall'ordinanza regionale. In ogni occasione, sanzioni e sequestri hanno riguardato subacquei sportivi e non i pescatori professionali. «È proprio l'abusivismo dilagante il vero nemico della risorsa, che ha portato spesso ad una commercializzazione selvaggia, arricchendo esclusivamente alcuni centri di trasformazione e ristoratori disonesti».
I FONDALI I pescatori hanno anche tracciato un quadro desolante sulle condizioni di alcune aree marine isolane. «Le prime immersioni da noi effettuate in questi primi giorni di lavoro ci hanno regalato un amara sorpresa: molti banchi e secche di pesca dove lo scorso anno erano presenti innumerevoli esemplari da noi non raccolti in quanto privi di gonadi a causa della stagione non favorevole, sono state depredare durante i mesi estivi quando i nostri operatori rispettavano il fermo biologico. Anche in questo caso, qualcuno ha operato indiscriminatamente fornendo il pescato ai ristoranti e rendendo vani tutti i nostri sacrifici. Noi siamo i primi tutori della risorsa perché di questo viviamo e di questo vogliamo vivere negli anni a venire. Pensiamo che l'unica soluzione contro la piaga dell'abusivismo sia quella di interagire con le forze di polizia marittima».
LA VENDITA Per gli operatori regolari, «è giunto il momento che il pescatore si occupi anche della trasformazione e commercializzazione del riccio di mare, in quanto i vari passaggi di lavorazione e vendita danno la possibilità all'abusivismo di inserirsi nella filiera. Bisogna unire le forze in un'unica organizzazione di produttori portando avanti un progetto comune di salvaguardia del riccio di mare con l'obiettivo di creare benessere tra gli operatori sfruttando i Fondi europei, collaborare con l'Università, creare uno schiuditoio che consenta la reimmissione in mare di larve, “rottamare” una parte delle vecchie autorizzazioni».
LA REGIONE Intanto, su proposta dell'assessore Pier Luigi Caria, la Giunta ha stanziato 100mila euro verso l'agenzia regionale Agris per il monitoraggio degli stock di riccio. «Le attività - ha spiegato Caria - sono state programmate per l'interesse commerciale che queste specie hanno assunto nell'Isola e del massiccio prelievo, anche di carattere abusivo, che ha determinato preoccupazioni sullo stato di salute e sulla consistenza di questi stock nel mare territoriale».
Andrea Piras



6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
SASSARI. Sono in netto aumento gli scambi con l'estero
ATENEO SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE

Imparano una lingua straniera, sostengono esami universitari e arricchiscono il proprio curriculum in vista dell'ingresso nel mercato del lavoro. Sono gli studenti che svolgono esperienze di mobilità internazionale, sempre più numerosi all'Università di Sassari sia in entrata che in uscita. Nel 2016/17 i programmi di mobilità internazionale attivati dall'Università di Sassari hanno registrato ulteriori progressi migliorando le performance che pongono l'ateneo sassarese da anni ai vertici nazionali nell'offerta di tali servizi.
Ben 972 studenti dell'Università di Sassari nell'ultimo anno accademico hanno potuto svolgere un periodo di mobilità all'estero, con un incremento di 111 studenti rispetto al totale delle mobilità del 2015/2016. Migliora anche l'attrattività dell'Ateneo, scelto da un numero sempre maggiore di studenti internazionali. Nell'anno accademico 2016/2017 l'Ateneo ha ospitato 399 studenti proveniente da tutti i paesi dell'Unione Europea, con un incremento di 97 studenti rispetto al precedente anno accademico.

 

7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 28 - Edizione CA)
IGLESIAS
Tecnologia  e scienza: domani al via il festival

Un festival per rendere scienza e tecnologia alla portata di tutti. Con mostre, laboratori, conferenze, dibattiti e tavole rotonde. Sarà tutto questo la prima edizione del “Festival Scienza” in programma a Iglesias da domani fino al 2 dicembre. Un evento che punta a coinvolgere studenti nonché un pubblico di curiosi e nasce da una collaudata collaborazione tra le associazioni Scienza Società Scienza di Cagliari, Agorà di Iglesias, l'istituto “Asproni” e il Consorzio Ausi.
«Siamo molto felici che il Festival si arricchisca dell'ingresso di Iglesias - commenta Carla Romagnino, presidente dell'associazione Scienza Società Scienza - una presenza molto importante che va ad affiancare sia Cagliari e Oliena, dove la manifestazione si è conclusa registrando un eccezionale riscontro di pubblico, sia Oristano».
Risultato reso possibile grazie ad un programma capace di stimolare migliaia di appassionati sui vari temi della scienza. Iglesias, già lo scorso anno, aveva ospitato con successo un evento definito “di lancio”. «Sulla scia del successo della rassegna cagliaritana - evidenzia Davide Peddis, ricercatore del Cnr di Roma, e tra gli organizzatori del Festival - il pubblico incontrerà ricercatori e studenti che racconteranno la scienza in modo accessibile a tutti ma senza rinunciare a essere rigorosa. Considerata la millenaria tradizione mineraria di questo territorio e la conseguente centralità della cultura tecnico-scientifica per la formazione di generazioni di ingegneri e tecnici, abbiamo deciso di porre grande attenzione al tema delle materie prime».
Previsti anche appuntamenti “A cena con uno scienziato”, alla Birroteca Fermentazioni Spontanee, per condividere un momento conviviale con i ricercatori e gli scienziati ospiti della manifestazione. (c. s.)

 

8 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
TORRE DELL'ELEFANTE. I tecnici difendono il ponteggio coi fori nel muro
«INTERVENTO NECESSARIO» Il preside Zoppi: più paletti per i soprintendenti

La cura dei monumenti non è semplice, così come non lo sono sempre i rapporti tra il Comune e la Soprintendenza ma secondo i tecnici forare la Torre dell'Elefante per sistemare i ponteggi non è stata una scelta azzardata.
L'INGEGNERE «Quel cantiere si trova in pieno centro, con alla base un pavimentato complesso con interferenze date dal traffico pedonale e automobilistico e l'amministrazione deve rispettare una precisa normativa sulla sicurezza», spiega Andrea Casciu, consigliere dell'Ordine degli ingegneri, «ci sono indicazioni precise per il rispetto delle norme di sicurezza di chi opera e di chi transita e per un monumento del genere la soluzione col ponteggio è quella più funzionale e sicura». Il rappresentante degli ingeneri cagliaritani sottolinea che non si tratta del primo intervento sulla Torre.
«Nei secoli ha subito importanti interventi, le strutture lignee che stanno sostituendo non sono originali ma anche il paramento murario lapideo ha avuto integrazioni: il bene è una testimonianza trecentesca, ma ci sono materiali non originali - aggiunge Casciu - se si interviene con il ponteggio bisogna ancorarlo bene ma la direzione dei lavori dovrà provvedere al ripristino dei fori». Non si tratta solo di coprire i fori ma di sfruttarli anche per il futuro, secondo un architetto esperto di monumenti.
L'ARCHITETTO «Anni fa c'era meno attenzione e magari al posto dell'acciaio è stato utilizzato ferro che arrugginisce - spiega l'architetto Francesco Urgu - si dovrebbero posizionare occhielli a vite che si possono svitare e rimontare tra vent'anni, coprendo la filettatura interna dopo aver fatto una mappatura completa che deve essere tenuta agli atti: così si interverrà sempre sullo stesso punto». Secondo Urgu, esperto nel recupero di monumenti e strutture nuragiche, l'intervento sulla Torre dell'Elefante era necessario. «L'ho visitata poco tempo fa ed era evidente che il legname si stava deteriorando. Quello originale, che resisteva alle intemperie e agli insetti, è stato sostituito con legno di conifera che tende a deteriorarsi ed era stato aggredito dalle tarme - aggiunge - utilizzando il rovere e il castagno si ha una durata maggiore».
Sollecitato dalla denuncia di Italia Nostra il soprintendente Fausto Martino è intervenuto chiedendo di fermare il cantiere sulla Torre, una mossa che ha scatenato le ire del sindaco Massimo Zedda che ha contestato il ruolo poco collaborativo del rappresentante locale del Ministero dei Beni e delle attività culturali.
IL PRESIDE «La Soprintendenza deve esprimere pareri sui progetti e controllare l'esecuzione. Interviene se lo ritiene necessario, con competenza assoluta ma senza vincoli sul tempo dei progetti o sui finanziamenti:», spiega il preside della facoltà di Ingegneria e Architettura Corrado Zoppi, «è evidente che in questa situazione di assoluta discrezionalità occorrerebbe che la Soprintendenza avesse la capacità di valutare le situazioni e concorrere all'attuazione dei progetti, ma tutto è legato al buon senso del soprintendente». Secondo il docente universitario si dovrebbe intervenire su questa mancanza di paletti: «Servirebbe un intervento legislativo per dare dei tempi certi da rispettare ai soprintendenti».
L'ESPERTO Giovanni Maria Campus ha una visione completa, da architetto e da assessore all'Urbanistica nelle Giunte di Emilio Floris dal 2004 al 2011. «In passato dalla Torre dell'Elefante si facevano i fuochi d'artificio per Sant'Efisio, ma la cascata di fumi sporcava il monumento e si smise di farli - ricorda - ora c'è maggiore attenzione ai beni culturali, ma si tratta comunque di monumenti manomessi e ritoccati nel tempo». Da architetto e da amministratore ha curato importanti restauri come il San Giovanni di Dio, la Cripta di Sant'Agostino, Villa Asquer e il duomo di Oristano. «So bene come sia importante il rispetto di un bene monumentale e della sua integrità, ma non condivido questa pudicizia nei confronti di un intervento meccanico come quello sulla Torre, non stiamo incidendo sulla Pietà di Michelangelo ma su un muro e se l'intervento era necessario bisogna ricordare che non si può fare una frittata senza rompere l'uovo».
Marcello Zasso

 

9 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
PSICHIATRIA E GIORNALISMO
Oggi, alle 9,30, nell'aula della Clinica Psichiatrica dell'Università, in via Liguria 13, è in programma un seminario dal titolo “Le parole della psichiatria nella cronaca giornalistica”. Il programma, curato dalla Sip (Società italiana di psichiatria), in collaborazione con Unamsi (Unione nazionale medico scientifica di informazione), prevede una mattinata di interazione tra giornalisti e specialisti della salute mentale. La partecipazione darà diritto a 5 crediti formativi per i giornalisti.

10 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Salute (Pagina 40 - Edizione CA)
Eventi Giovedì gli esperti a L'Unione Sarda
SENZA FIATO: COMBATTERE L'ASMA GRAVE
Quattro-cinquemila persone in Sardegna non controllano l'asma. E debbono avere trattamenti mirati anche per limitare i rischi di essere ricoverati in pronto soccorso. Quando ciò accade, peraltro, è fondamentale che le persone che hanno avuto crisi così intense vengano presi in carico dagli specialisti, per essere trattate poi nel modo più efficace. A queste forme particolarmente gravi di mancanza di respiro è dedicato l'incontro pubblico: “Senza fiato: come combattere l'asma grave” in programma questo giovedì alle 17 alla sala conferenze de L'Unione Sarda in piazza L'Unione Sarda a Cagliari.
GLI ESPERTI Risponderanno alle domande dei partecipanti Stefano Del Giacco, professore associato di Medicina Interna, Allergologo e Immunologo Clinico, responsabile Fisiopatologia Respiratoria Allergologica del Policlinico Universitario della Aou di Cagliari e Guido Sanna, medico di Medicina Generale. «Il termine asma racchiude una malattia dalle molte facce - spiega Del Giacco. Se la maggior parte dei pazienti si può curare con delle terapie standard, ed è possibile fare una vita perfettamente normale (compresa l'attività sportiva ad altissimo livello), per una parte di asmatici con asma grave la qualità di vita è pessima e i sintomi sono molto frequenti. E' una condizione che non si controlla e il malato continua ad avere frequenti attacchi - le cosiddette esacerbazioni - e spesso ricorre al pronto soccorso, nonostante il trattamento massimo previsto dalle linee guida internazionali».
SPESA Ovviamente questa situazione pesa sulla spesa sanitaria, sull'utilizzo del pronto soccorso e sulla perdita di giornate lavorative o scolastiche. Per questo è importante studiare bene i malati e fare ricorso, se necessario, ai farmaci biologici che vanno a colpire un bersaglio ben preciso e identificato. «Da tempo esiste e si utilizza con successo Omalizumab, un anticorpo anti-Immunoglobulina E (IgE) per i pazienti che hanno una forma grave di asma allergico; la novità più recente, è però Mepolizumab, da poco entrato in commercio, un farmaco anti Interleuchina-5, (IL-5) una proteina prodotta dalle cellule del sistema immunitario che favorisce la proliferazione degli eosinofili, globuli bianchi che si misurano con un semplice esame del sangue. In una grande fetta di asmatici (anche allergici), provocano infiammazione a livello delle vie respiratorie - precisa Del Giacco. Questo farmaco amplia di molto la platea di coloro che beneficeranno di questi trattamenti di precisione, trattando anche i pazienti non allergici. Sono poi di prossima uscita altri farmaci che bloccano l'attività della IL-5 (Reslizumab, Benralizumab) e diverse altre novità».
BIOMARCATORI L'importante, a detta degli esperti, è selezionare il paziente giusto per ogni trattamento, evitando spese inutili. Ovvero identificare dei biomarcatori, cioè delle proteine o altre molecole misurabili su sangue o altri liquidi biologici, che ci permetteranno di capire in anticipo quale farmaco sarà adatto per ogni singolo malato. «Il medico di famiglia nella gestione dell'asma è fondamentale perché individua la malattia quando i sintomi sono iniziali e sfumati, e nella gestione delle forme gravi - precisa Sanna. È importante non sottovalutare la tosse secca, la dispnea notturna e l'associazione con la rinite e le manifestazione dermatologiche. Il medico di medicina generale è inoltre in grado di consigliare il paziente con asma nell' evitare il contatto con ambienti e sostanze che possono favorire i disturbi asmatici, monitorando sicurezza e efficacia delle terapie e dello stile di vita del paziente, condivise con lo specialista».
Federico Mereta

11 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 novembre 2017 / Cronaca di Oristano (Pagina 32 - Edizione CA)
Le novità del Festival della scienza: da domani conferenze e letture
Insetti nel cibo del futuro
Le novità sono legate ai piatti, con la cucina molecolare e l'arrivo degli insetti nei cibi del futuro. Quattro giorni dedicati a scienza e futuro con laboratori, conferenze, letture, spettacoli e mostre. Ruota attorno a questo tema il secondo Festival della scienza organizzato, da domani a sabato, dal Consorzio universitario di Oristano, dal Centro marino internazionale, dall'Area marina del Sinis, con la collaborazione del liceo scientifico Mariano IV e l'Alberghiero don Deodato Meloni. L'obiettivo è quello di far conoscere i risultati di ricerche ed esperienze scientifiche per accrescere la percezione dell'importanza della scienza in una società. Sono previsti ben 17 laboratori, 19 conferenze e 3 grandi eventi. Il programma è stato illustrato ieri mattina in una conferenza stampa da Francesco Asquer , Rosalba Murgia e Paolo Mossone , dell'Imc.
«Con scienza futura facciamo un ulteriore salto in avanti - ha detto Francesco Asquer direttore del Consorzio Uno - per cercare di capire come il metodo scientifico e le scoperte possano aiutarci ad interpretare ciò che verrà. La formula è la stessa con laboratori dedicati agli studenti delle superiori e medie, quindi le conferenze e diversi eventi che vedranno presenti studiosi e ricercatori di fama internazionale». Rosalba Murgia e Paolo Mossone hanno messo in evidenza come i temi proposti, ambiente ed ecologia, siano di grande attualità e di interesse che coinvolgono gli studenti oristanesi in progetti e ricerche di grande importanza. ( e. s.)

 

 

La Nuova Sardegna

 
 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 novembre 2017 / Sardegna - Pagina 9
La Regione stanzia 250mila euro. Sos da Sassari: stiamo ancora aspettando le borse di studio
UNIVERSITÀ, ARRIVANO I FONDI PER I FUORI SEDE

CAGLIARI Arriva una boccata d'ossigeno per gli studenti universitari fuori sede. Ieri la giunta regionale, in occasione della manovra di assestamento alla finanziaria 2017, ha stanziato 250mila euro in più per sostenere le spese per l'affitto dei ragazzi che studiano fuori dal loro comune di residenza, in Sardegna o nella penisola. Era da mesi che moltissimi ragazzi risultati idonei, e inseriti in graduatoria, aspettavano di ricevere il sostegno economico dalla Regione. I fondi, infatti, non bastavano per tutti. Ora tutti gli studenti in graduatoria riceveranno l'aiuto economico per l'affitto. Un piccolo passo in avanti, ma ancora troppo poco per gli studenti che da mesi protestano per veder riconosciuto «il nostro diritto allo studio». «È uno scandalo - gridano gli universitari di Sassari e Cagliari - Non solo le borse di studio in Sardegna sono tra le più basse d'Italia, addirittura al di sotto dei minimi stabiliti dal ministero dell'Università e della Ricerca, ma c'è il rischio di non riceverle neanche quando se ne avrebbe il diritto». È il caso dei cosiddetti "idonei non beneficiari", cioè studenti che per merito e reddito hanno diritto alla borsa di studio ma non la ottengono per mancanza di fondi. «È una vergogna - protesta Antonio Pala, coordinatore dell'Unione degli universitari di Sassari - Qui ci sono 593 studenti che ancora non hanno ricevuto la loro borsa di studio, nonostante siano rientrati in graduatoria. Per non parlare di quei 253 che avrebbero diritto all'alloggio Ersu e che invece sono rimasti fuori per mancanza di posti. La Regione deve intervenire immediatamente: il percorso di studio di molti ragazzi è a rischio».Non sono solo gli universitari a fare pressing sulla Regione. Ieri anche la rettrice dell'università di Cagliari Maria Del Zompo ha inviato una lettera alla terza commissione del Consiglio regionale, insieme ad altre osservazioni sulla manovra di bilancio 2018 che arriverà in aula il 7 dicembre. Ecco le richieste della rettrice: innalzare la soglia Isee a sostegno del diritto allo studio, come richiesto anche dagli studenti, stanziare 800mila euro per gli atenei sardi per le esigenze finanziarie dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, ripristinare il finanziamento sui visiting professors, attualmente azzerato. E ancora: la Zompo chiede alla Regione di aumentare lo stanziamento per la mobilità studentesca (riportandolo ai 3 milioni previsti) e di rifinanziare con un milione di euro i programmi di alta formazione per consentire l'attivazione dei Master nei due atenei sardi. Interventi necessari se si vuole aumentare la percentuale di laureati, oggi tra le più basse in Europa, appena il 17,2%. E proprio per aiutare i ragazzi a proseguire gli studi ieri il senato accademico dell'università di Cagliari ha approvato all'unanimità la proposta dei rappresentanti degli studenti di innalzare la soglia Isee ai fini della esenzione delle tasse. Gli studenti con un reddito fino a 23mila euro non dovranno pagare le tasse universitarie con un risparmio di circa 526 euro l'anno. Soddisfatto Carlo Sanna, coordinatore dell'associazione Unica 2.0: «Così tutti potranno studiare, a prescindere dalla situazione economica di partenza». (g.z.)

 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 novembre 2017 / Sardegna - Pagina 9
LA PROTESTA A SASSARI
I cinquanta precari sardi del Cnr: «Adesso stabilizzateci»

SASSARILa protesta dei precari del Cnr entra nella fase 2: dopo la richiesta di aiuto ai sindaci e ai consigli comunali, i lavoratori impiegati negli istituti di ricerca sardi si sono riuniti a Baldinca, vicino a Sassari, per partecipare in videoconferenza al dibattito con le altre sedi in cui si manifesta contro il precariato perenne nel Centro nazionale ricerche: Roma, Pisa, Palermo, Bologna, Firenze e Cosenza. I ricercatori sardi in attesa da anni di un contratto di lavoro vero sono circa cinquanta, rispetto alle 200 unità di ruolo, e sono sparsi tra Cagliari, Oristano, Ogliastra e Sassari, con quindici sedi afferenti a quattordici istituti. I lavoratori hanno spiegato la difficile situazione in cui lavorano da anni e chiedono una mobilitazione «contro la Finanziaria in approvazione al Senato, che non prevede alcuna misura per il superamento del precariato nel Cnr e nessuno stanziamento di fondi per la stabilizzazione del personale precario». Un caso emblematico è proprio l'Istituto di Chimica biomolecolare di Sassari, dove tre ricercatrici portano avanti un lavoro sulla diagnostica tumorale con assegni di ricerca, senza certezze di impiego, di retribuzione e di paracadute sociali: niente malattia, niente maternità, ferie o disoccupazione. I ricercatori hanno affisso uno striscione all'ingresso della sede sassarese del Cnr sassarese e hanno annunciato di voler mantenere il presidio a oltranza.L'iniziativa di protesta - preceduta da una richiesta formale di sostegno rivolta ai sindaci di Sassari, Cagliari e Oristano - intende informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulle istanze alla base del movimento di protesta in un momento cruciale per il loro accoglimento. Se, difatti, le regole delineate dal decreto Madia per la stabilizzazione dei precari delle pubbliche amministrazioni potrebbero rappresentare l'occasione per superare il precariato cronico in cui versano gli enti di ricerca, le misure in legge di bilancio non consentono le stabilizzazioni previste, per le quali servirebbe uno stanziamento ad hoc di 120 milioni di euro. Il problema del precariato nel Cnr è nazionale: è stato calcolato che il 40% delle risorse umane del più grande ente di ricerca italiano, circa 4500 su un totale di oltre 11500 dipendenti, svolge da decenni attività di ricerca scientifica in Italia con forme contrattuali che la legge definisce precarie e atipiche.Tra questi lavoratori precari, circa 2.000 hanno un contratto a tempo determinato, mentre i restanti 2500 lavorano con contratti distribuiti fra assegni di ricerca e contratti coordinati e continuativi.

 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 novembre 2017 / Sassari - Pagina 29
MOBILITÀ INTERNAZIONALE
Gli universitari sassaresi girano l'Europa

SASSARI Imparano una lingua straniera, sostengono esami universitari e arricchiscono il proprio curriculum in vista dell'ingresso nel mercato del lavoro. Sono gli studenti che svolgono esperienze di mobilità internazionale, sempre più numerosi all'Università di Sassari sia in entrata che in uscita. I numeri. Nel 2016/17 i programmi di mobilità internazionale attivati dall'università di Sassari hanno registrato ulteriori progressi migliorando le già ottime performance che pongono l'ateneo sassarese da anni ai vertici nazionali nell'offerta di tali servizi. Ben 972 studenti dell'università di Sassari nell'ultimo anno accademico hanno potuto svolgere un periodo di mobilità all'estero, con un incremento di 111 studenti rispetto al totale delle mobilità del 2015/2016. Migliora anche l'attrattività dell'Ateneo, scelto da un numero sempre maggiore di studenti internazionali. Nell'anno accademico 2016/2017 l'Ateneo ha ospitato 399 studenti proveniente da tutti i paesi dell'Unione Europea, con un aumento di 97 studenti sempre rispetto al precedente anno accademico. Erasmus for Study. Nello specifico il programma Erasmus a fine di studio, che consente allo studente Uniss di frequentare università europee e sostenere esami che poi vengono riconosciuti nella carriera di studio, ha consentito di acquisire mediamente nel periodo di mobilità ben 28 crediti formativi, che equivalgono a circa di cinque esami. È un dato importante che dimostra l'impatto positivo della mobilità sulla regolarità delle carriere degli studenti e pone, anche in questo caso, l'ateneo sassarese ai vertici delle graduatorie nazionali. Erasmus Staff Training. Una crescita molto rilevante è stata anche quella relativa alle mobilità dello staff docente e tecnico-amministrativo dell'ateneo a fini di formazione, passato dai 65 flussi del 2015/16 ai 96 flussi del 2016/17, con un aumento del 47,69%. Il livello qualitativo dei programmi di mobilità internazionale ha consentito all'ateneo turritano di vedersi riconosciuta una buona prassi a livello europeo dalla DG Education della Commissione Europea e di essere oggi coinvolta, assieme ad altri due atenei italiani e settanta atenei europei nella città di Lipsia, nel "Seminario sulle problematiche relative agli aspetti didattici e organizzativi delle mobilità del Programma Erasmus". Opera su un'isola ma non per questo l'Università di Sassari è isolata, confermandosi l'Ateneo italiano che offre ai propri iscritti il maggior numero di opportunità di svolgere un periodo di studio o tirocinio all'estero.

 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 novembre 2017 / Oristano – Pagina 30
Niente scalo passeggeri: una scuola per piloti e tecnici, droni e ricerca
L'Enac rimprovera la Regione: «Attuare subito il Piano dei trasporti»
FENOSU, I NUOVI PROGETTI  Volare basso per rinascere

di Roberto Petretto
ORISTANO Dal momento che si parla di aeroporti, si può ben dire che i nuovi proprietari della società di gestione di Fenosu "volano basso". Niente proclami, obiettivi per ora minimi, attenzione ai conti e all'esigenza di "stabilizzare" l'azienda. Quindi, giusto per evitare "voli" pindarici, non ci saranno collegamenti di linea da Fenosu, per nessuna destinazione, né ora né in un futuro prossimo. «Non lo escludiamo a priori, chissà, più avanti, se le condizioni generali dovessero cambiare...». Parola di Giacomo Cao, rappresentante del Distretto aerospaziale della Sardegna che ieri, insieme all'altro socio di questa avventura, Riccardo Faticoni di AeroNike, ha illustrato i programmi della nuova Sogeaor. Al loro fianco,, in una saletta dell'aeroporto di Fenosu, massimo Torrente, amministratore straordinario della Provincia, Andrea Lutzu, sindaco di Oristano, il curatore fallimentare Alberto Annis e il rappresentante dell'Enac, Marco di Giugno. Prima uscita ufficiale per un passaggio di consegne tra i soci pubblici che avevano fondato la società e i nuovi soci privati, che la hanno rilevata dopo un percorso che tutti hanno definito «difficile e ricco di ostacoli». Cosa hanno acquistato il Dass e l'AeroNike? La disponibilità di quasi tutta la struttura aeroportuale (escluso il settore occupato dal 7° Reparto volo della polizia di Stato) in concessione demaniale, qualche debito residuo (il grosso dei sei milioni di "buco" è stato sistemato durante il lavoro del liquidatore Alberto Annis, che ha evitato il fallimento della società), una pista in buone condizioni lunga poco più di 1.200 metri e un equipaggiamento tecnologico che viene descritto come perfettamente efficiente. Su questo aeroporto potranno operare velivoli con un peso massimo al decollo di 5.700 chilogrammi: lo ha specificato Marco di Giugno dell'Enac, l'Ente nazionale aviazione civile che regola tutte le attività di volo in Italia (escluse quelle militari). Insomma, non ci saranno voli di linea, ma neanche grossi aerei e neppure il vecchio Fokker utilizzato per la breve e onerosa esperienza di FlyOristano. Il futuro di Fenosu, al momento, è legato a altre prospettive. La più immediata sembra essere quella legata all'Aeronike che punta a trasferire la base logistica della propria flotta (4 bimotori Partenavia P68 e un drone Aibot X6) da Bologna, dove usufruisce ora degli interventi di manutenzione, a Fenosu. Più avanti forse una scuola di volo, ricerca aerospaziale. Si guarda con interesse al traffico delle merci e all'utilizzo dello scalo come sede per attività di Protezione civile e per l'elisoccorso regionale. Ma la Regione deve fare qualcosa in più. È stato il rappresentante bdell'Enac, di Giugno, a avanzare qualche critica: «Lo Stato ha fatto quello che doveva fare, mentre la Regione è indietro. Bisogna dare attuazione al Piano regionale dei trasporti per dare dignità ai cinque aeroporti sardi». In questo senso i nuovi proprietari della Sogear hanno già chiesto, ieri mattina, appena prima della conferenza stampa di presentazione, degli incontri all'assessore regionale ai Trasporti e ai suoi colleghi alla Sanità (per il servizio di elisoccorso) e all'Ambiente (per la protezione civile). La voglia di fare c'è ed è tanta: «Oristano una prestigiosa scuola di volo nazionale -ò ha detto Riccardo Faticoni -. C'è un grande bisogno di nuovi piloti e di tecnici aeronautici in tutto il mondo e Fenosu può davvero diventare una importante sede di formazione a livello internazionale». A Fenosu ci sarà spazio anche per le attività legate al paracadutismo e per i piloti privati, mentre Giacomo Cao ha descritto lo scalo come la sede ideale per lo sviluppo delle ricerche nel settore aerospaziale. Ha voluto sottolineare che gli studi «non avranno alcuna relazione con scenari di guerra neppure simulata» e che «potranno determinare importanti ricadute economiche e occupazionali».

 

16 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 novembre 2017 / Oristano – Pagina 30
I NUOVI PADRONI
Chi sono l'Aeronike e il Distretto aerospaziale

ORISTANO Il Distretto aeropaziale della Sardegna (Dass) è una società consortile a responsabilità limitata costituita il 15 ottobre del 2013. Partecipano alla società sei soci pubblici (Cnr, Crs, Istituto nazionale di astrofisica, Sardegna ricerche e le Università di Cagliari e Sassari) e ventidue privati. «La società ha la finalità di intraprendere iniziative idonee allo sviluppo, in Sardegna, di un distretto tecnologico aerospaziale» e ha inoltre lo scopo di sostenere, attraverso le proprie competenze scientifiche e tecnologiche, l'attrattività di investimenti in settori produttivi ad alta tecnologia, di contribuire al rafforzamento delle competenze tecnico-scientifiche dei soci, nonché di rafforzare il sistema della ricerca».La Aeronike è un'azienda presente sul mercato della fotogrammetria dal 1966. Ha sedi a Cagliari e Bologna e ha un ufficio commerciale a Milano. «Specializzata in certificazioni e autorizzazioni volo sull'intero territorio europeo, rilievi aerei effettuati con sensori di ultima generazione, collaborazione con centri di ricerca , università e partners nazionali e internazionali».

 

17 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 novembre 2017 / Oristano – Pagina 30
Cultura e spettacoli - Pagina 35
Pubblicato uno studio di due scienziati sardi
«IL VINO PERFETTO? SI OTTIENE GRAZIE ALLA MATEMATICA»
Equazioni anche per creare la cantina ideale

di Andrea Massidda
SASSARI Il vino più buono? Per quanto sembri incredibile, si ottiene grazie a delle particolari equazioni matematiche. Lo spiegano dettagliatamente Lucio Cadeddu (ricercatore del Dipartimento di Matematica dell'Università di Cagliari) e Alessandra Cauli (laureata magistrale in Matematica nell'ateneo del capoluogo sardo e ora dottoranda a Torino) in un curioso e interessante articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista scientifica "International journal of mathematical education in Science and Technology", della Taylor & Francis. Il titolo del lavoro, tradotto in italiano, è "Soluzioni matematiche ai problemi del vino", ma soltanto leggendolo nella sua versione originale ("Mathematical solutions to wine-inspired problems") si può cogliere il simpatico gioco di parole assolutamente voluto dai due autori. Con la frase "wine-inspired problems", infatti, gli inglesi possono intendere anche l'ispirazione in stato di ebbrezza. LO STUDIO. In sostanza, lo studio pubblicato dalla rivista scientifica investiga sugli inaspettati legami tra il mondo del vino e la matematica: dai sistemi antichi per misurare il contenuto di una botte alle tecniche utilizzate per realizzare una cantina di profondità ottimale, dall'equazione che regola l'invecchiamento del vino al sistema dinamico che "modellizza" il problema della degustazione. «La nostra ricerca - racconta Lucio Cadeddu, sforzandosi di essere più semplice possibile - studia ad esempio un'applicazione delle equazioni differenziali alle derivate parziali (come la trasmissione del calore) per la corretta definizione e realizzazione di una cantina. E in particolare la sua profondità sotterranea, in maniera tale da ottimizzare il mantenimento della temperatura ideale, minimizzandone le oscillazioni, senza così ricorrere a costosi, complessi e poco naturali sistemi di condizionamento dell'aria». LA CANTINA IDEALE. Affinché si garantisca la migliore qualità del prodotto, una cantina dovrebbe mantenere la stessa temperatura in tutti i periodi dell'anno. «Se si vogliono evitare i sistemi di areazione e umidificazione tecnologici per ritornare a quelli naturali, che gli antichi conoscevano benissimo - continua il ricercatore - l'ideale è fare una cantina sotterranea, poiché il suolo riduce l'escursione termica. Ma per misurarne la profondità ottimale bisogna tenere conto della temperatura esterna, e quindi del luogo, del tipo di suolo e persino dell'illuminazione della zona. Poi - aggiunge Cadeddu - bisogna anche considerare che il calore si propaga attraverso il suolo come un'onda. Per questo motivo la giornata più calda all'esterno non sarà necessariamente quella più calda all'interno. E il picco di temperatura avrà luogo internamente con un certo ritardo. Bisogna stare attenti: se il vino, come si dice in gergo, "prende una scaldata" si rovina». Ed ecco che per evitare questi effetti interviene appunto la matematica con un'equazione grazie alla quale si può calcolare l'oscillazione minima di temperatura che si desidera ottenere». L'INVECCHIAMENTO. Domanda scontata: è vero che più il vino è vecchio e più è buono? «Dipende - risponde l'esperto -. L'invecchiamento del vino è un processo che coinvolge molte reazioni chimiche che si verificano nel tempo. Ciascuna di queste reazioni si verifica a una certa velocità e ciascuna di esse è influenzata dai cambiamenti di temperatura in un modo diverso. Qualsiasi reazione chimica ha un fattore di energia unico o una barriera di energia naturale che deve essere superata perché si verifichi la reazione. L'equazione di riferimento è la cosiddetta "Equazione di Arrhenius", che deve il suo nome al chimico svedese Svante Arrhenius, vincitore del Premio Nobel, il quale per primo trovò questa equazione nel 1889, sviluppando il lavoro di un collega olandese». I METODI NATURALI. Per produrre del vino più "genuino" pare che molte cantine si stiano orientando verso la riscoperta di questi metodi di produzione e conservazione naturali. «Ci hanno contattato dal Consorzio di tutela della Malvasia doc - conclude Lucio Cadeddu - e nella primavera prossima organizzeremo una conferenza, verosimilmente a Bosa, per raccontare risultati di questa ricerca partita da una tesi di laurea di Alessandra Cauli e poi diventata così popolare».

 

18 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 novembre 2017 / Ed. Oristano – Pagina 30
Cultura e spettacoli - Pagina 35
Il gustoso aneddoto raccontato nel lavoro di Lucio Cadeddu e Alessandra Cauli
QUANDO KEPLERO SI ARRABBIÒ CON L'OSTE

SASSARI «Uno degli obiettivi della nostra ricerca era quello di mandare un messaggio al grande pubblico: i matematici non sono marziani che si occupano di chissà che cosa, ma affrontano spessissimo questioni relative alla quotidianità, cercando di trovare soluzioni». Obiettivo centrato, si direbbe, visto che lo studio di Lucio Cadeddu e Alessandra Cauli, non soltanto affronta un argomento che interessa un po' tutti, ma è esposto - almeno nella prima parte - in maniera piuttosto divulgativa. All'inizio, infatti, si racconta un aneddoto molto gustoso che riguarda il celebre astrologo e matematico Giovanni Keplero (nome italianizzato di Johannes von Kepler) e di una sua discussione avuta con un commerciante di vino nel 1613.In estrema sintesi, per celebrare le sue seconde nozze il grande scienziato tedesco comprò un barile di vino, ma non gradì il metodo utilizzato dal commerciante per misurare il volume della botte e quindi determinare il prezzo del nettare. «Keplero decise così di studiare il problema di come determinare il volume corretto di una botte di vino, e inoltre di trovare le proporzioni ottimali che massimizzano il volume interno ("Nova stereometria doliorum vinariorum")». Pensò al vino in un barile costituito da numerosi cilindri disposti a strati orizzontali, e trattò il volume come la somma dei volumi di questi. Nel caso di una botte di vino, ognuna di queste foglie era un cilindro. «Anticipò più o meno il teorema di Cavalieri, ma per inciso i suoi calcoli diedero approssimativamente gli stessi risultati ottenuti dal commerciante di vino». (an.mass.)

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