Press review

27 November 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 27 novembre 2017 / Provincia Ogliastra (Pagina 23 - Edizione CA)
Tortolì
LAUREANDI CERCANSI

Selezionano profili manageriali in vista della prossima stagione turistica. L'Arbatax park resort del Gruppo Mazzella promuove per domani un incontro a Cagliari con 400 laureati e laureandi ogliastrini. Una commissione, nominata dai proprietari del più esteso complesso turistico del territorio, valuterà la preparazione e le attitudini dei ragazzi che aspirano a intraprendere una carriera nel comparto turistico-ricettivo. L'obiettivo dell'azienda è selezionare alcune figure attese per un percorso di formazione e di crescita. L'appuntamento è nella sede del Teatro Anatomico. Gli aspiranti manager dovranno presentarsi alle 10.
( ro. se. )

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 27 novembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
SERATA SCIENTIFICA
È in programma oggi (dalle 20), nella sala degli Specchi dell'Università (ingresso da via Trentino) la serata scientifica dal titolo: “La voragine del golgo di Baunei”. Saranno ospiti gli speleologi Vittorio Chessa e Francesco Ballocco che illustreranno i risultati della spedizione effettuata lo scorso primo aprile.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 27 novembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
GIURISPRUDENZA. Giovedì l'incontro nell'aula Maria Lai
L'evoluzione delle mafie nel ricordo di Borsellino

Come si sono evolute le mafie in Italia? Abbandonata la strategia delle stragi, le organizzazioni criminali - sempre basate su regole precise e omertà - si stanno muovendo su altri piani, per ottenere le stesse finalità. Di questo, e delle possibili infiltrazioni mafiose in Sardegna, si parlerà giovedì nell'incontro in programma dalle 16 nell'aula magna Maria Lai della facoltà di Giurisprudenza.
Il dibattito, organizzato dalla questura di Cagliari e dal titolo “L'evoluzione delle mafie, dallo stragismo ad oggi”, prevede una serie di interventi. Dopo i saluti del questore Pierluigi D'Angelo, della prefetta Tiziana Giovanna Costantino, del direttore del dipartimento di Giurisprudenza Fabio Botta e dalla rettrice Maria Del Zompo, parleranno i relatori: Filippo Dispenza (prefetto e direttore centrale del dipartimento della Polizia, ex questore di Cagliari), Maria Alessandra Pelagatti (procuratrice della Repubblica), Diana De Martino (procuratrice nazionale Antimafia), Gaetano Grasso (presidente della federazione antiracket) e Lirio Abbate (scrittore e giornalista). Durante i lavori, moderati dal prorettore Pietro Ciarlo, ci sarà anche un intervento video registrato di Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo.
Al termine della giornata, la presidentessa dell'associazione culturale Legal@orte, Roberta Di Chiara, consegnerà alla rettrice un dipinto (opera del sovrintendente della Polizia Diego Testolin) raffigurante l'agente della Polizia di Stato, Emanuela Loi, morta il 19 luglio del 1992 a Palermo nella strage di via d'Amelio dove persero la vita Borsellino e altri quattro agenti. La poliziotta di Sestu è medaglia d'oro al valor civile: le sono state intitolate diverse opere in tutta Italia.

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 27 novembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 11 - Edizione CA)
Collegare la stazione di piazza Repubblica a piazza Matteotti costerà ventuno milioni
ANCORA DUE ANNI PER LA METRO
I lavori del nuovo tratto prenderanno il via nel gennaio 2018

Eppur si muoverà. Per farlo, però, ci metterà due anni per il tragitto piazza Repubblica-piazza Matteotti. Il progetto c'è, i soldi pure: 21 milioni di euro stanziati dalla Città metropolitana, per far arrivare (appunto) la metropolitana in piazza Matteotti, fin dentro la stazione di Trenitalia. L'Arst, alla quale fa capo Metrocagliari, conta di aprire i cantieri nel 2018, ma nessuno s'illuda: due anni almeno saranno necessari. «Il 2020», conferma Carlo Poledrini, direttore generale dell'Arst, «è il traguardo che ci siamo posti e faremo tutto il possibile per rispettarlo». Sarà il terzo atto (dopo il tracciato originario e il prolungamento per la Cittadella e il Policlinico universitari) del progetto di espansione della metropolitana di superficie, che prevede in tutto dieci linee (ora sono tre, contando le diramazioni) e avrà giganteschi effetti positivi sulla viabilità della Città vasta. All'Arst stimano che le decisioni di oggi miglioreranno la situazione forse per un secolo. Inoltre, laddove transiterà la metro di superficie, il valore delle case e dei locali commerciali schizzerà verso l'alto.
IL PROGETTO Il Grande Disegno, distante chissà quanti anni, include Quartu, Sestu e l'intero lungomare del Poetto cagliaritano e quartese, fino a Margine Rosso. La metro non andrà oltre Settimo, «ma meditiamo di acquistare treni ibridi, a gasolio ed elettrici, in grado di muoversi anche al di fuori della linea elettrificata per raggiungere Soleminis e Dolianova da Cagliari», spiega Poledrini. Il quale sottolinea che tutta la progettazione è realizzata internamente all'Arst, con le proprie risorse umane coordinate dall'ingegner Ernesto Porcu, senza consulenti esterni.
MATTEOTTI Il prolungamento della linea principale, al quale si comincerà a lavorare tra qualche mese, prevede i convogli in via Dante, viale Bonaria, viale Diaz, via Roma e l'ingresso dei treni in stazione attraverso l'attuale cancello destro dei parcheggi, per un totale di sei fermate in più. Per questo prolungamento, sono disponibili anche i soldi per acquistare nuovi treni e per raddoppiare i binari sulla tratta Repubblica-Caracalla (Monserrato).
IL FUTURO Molte - e lente - le altre novità che attendono Metrocagliari. Per la diramazione via Vesalio-via Giotto-ospedali la progettazione è finanziata, così come quella da Bonaria a Margine Rosso (finanziata solo fino a Marina Piccola). Da progettare, invece, la linea dell'hinterland: i Comuni di Quartucciu, Selargius e Quartu hanno già approvato i tracciati che li attraversano, a partire dalla stazione Caracalla di Monserrato. A Quartu ci saranno un anello con capolinea in via Norvegia e un deposito nei paraggi. Per completare tutte le linee che l'Arst vorrebbe realizzare dal nulla, per un totale di quaranta chilometri di tracciato, sarebbero necessari 439 milioni di euro: la cifra include anche i costi dei treni da acquistare in più, dopo la moltiplicazione delle linee e delle distanze da percorrere. Dunque, convogli compresi, realizzare le nuove linee avrà un costo medio di dieci milioni di euro per chilometro. In compenso, Cagliari e il suo hinterland cambieranno volto: la metropolitana di superficie, così si spera, farà lasciare l'auto a casa a molte persone, anche se c'è un problema legato alla terza città dell'Isola.
QUARTU Per raggiungerla dal Capoluogo, e per compiere il percorso in direzione opposta, si devono attraversare Monserrato, Selargius e Quartucciu: una perdita di tempo rispetto a una linea diretta, «ma la metro viaggia sulla propria sede e non risente del traffico», fa notare il direttore generale Poledrini, «quindi sarà comunque conveniente in termini di tempo».
Luigi Almiento

 

5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 27 novembre 2017 / TV e Radio (Pagina 63 - Edizione CA)
VIDEOLINA Marracini a Lisbona
Oceani da scoprire

Stasera alle 21 Videolina propone una nuova puntata di “Fuori Sede - Storie di emigrati”, il programma a cura di Virginia Saba dedicato alle storie dei sardi che sono emigrati lontano dalla Sardegna.
Alessandro Marracini vive a Lisbona, città in cui sta realizzando i suoi sogni. È un oceanografo e nel tempo libero, di quell'oceano, surfa le onde. Laureato in fisica ha lasciato la Sardegna per fare l'Erasmus, ma la saudade portoghese si è impossessata di lui e l'ha riportato a vivere nella città di Pessoa.

 

6 - L’UNIONE SARDA di lunedì 27 novembre 2017 / Cronaca di Sassari (Pagina 25 - Edizione CA)
Sassari
La Regione ha organizzato per il 29 novembre a Sassari una giornata di sensibilizzazione e dialogo con gli studenti universitari sul tema della lotta alla tratta degli esseri umani.
L'evento, che avrà inizio alle ore 10.30 presso l'aula Segni dell'Università, in viale Mancini n.5, è promosso in collaborazione con l'Ateneo sassarese e la Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli, istituzione da tempo impegnata nella realizzazione di azioni di prevenzione e di protezione dei diritti delle vittime di tratta in Sardegna. Obiettivo dell'incontro è quello di inquadrare il fenomeno, anche alla luce dei recenti flussi migratori che ne hanno aggravato l'entità, e fare in modo che i giovani siano maggiormente consapevoli del problema, delle sue cause e dei suoi drammatici effetti e di quanto viene realizzato a livello regionale per difendere le vittime. (p. c.)

 
 

La Nuova Sardegna

 
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 27 novembre 2017 / Sardegna - Pagina 9
Il giovane chef di Oristano ricevuto da Obama è riuscito a mettere insieme un pool di 11 ricercatori
PAOLO VUOLE BATTERE LA SLA: È CACCIA AI FONDI

di Simonetta Selloni
ORISTANOUno spot che è un pugno allo stomaco, lo scultore Jago - noto come il "moderno Michelangelo" - che viene aggredito e sopraffatto da una entità suadente che gli toglie le forze e si impossessa di lui. Alla fine dello spot, Paolo Palumbo, il giovane chef di Oristano malato di Sclerosi laterale amiotrofica, alla voce fuori campo che dice "Il mio nome è Sla, e non puoi liberarti di me", risponde: "Per ora". Per ora, vuol dire che la Sla ha ora un nuovo esercito pronto a combatterla: è il pool di ricercatori Dream Team, dove Dream è l'acronimo di Developing a Research Advanced Model). Si tratta di un gruppo di undici ricercatori da tutto il mondo che, grazie a Paolo e alla sua iniziativa sostenuta dall'ideatore del Seed&Chips Marco Gualtieri, hanno accettato di riunirsi per trovare un modello per sconfiggerla. Mettendo assieme studi, sperimentazioni, individuando cinque macro aree che segneranno il percorso scientifico per mettere all'angolo la patologia neurodegenerativa. Il progetto ha preso vita ufficialmente ieri a Mustonate (Varese), dove gli specialisti hanno firmato un protocollo e dato gambe a un progetto che parte dal concetto di pool, già dimostratosi vincente nella lotta alla mafia. Il pool di Falcone e Borsellino, un'idea germogliata dalle radici familiari di Paolo Palumbo il cui nonno, poliziotto, aveva lavorato in Sicilia con i due magistrati antimafia. E non è un caso se in videocollegamento sia intervenuto anche Antonio Ingroia, ex magistrato che di quel pool fece parte. Il concetto basilare è che lo scambio di idee è la linfa vitale per sostenere la ricerca. E da qui si parte.Il progetto è straordinario, i protagonisti di livello internazionale. Adriano Chiò dell'Università di Torino, Cristian Lunetta del Centro Clinico Nemo (NeuroMuscular Omnicentre) di Milano, Danilo Riva del San Raffaele di Milano, Gianluca Floris dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari, Ana Calvo dell'Università di Saragoza, Bryan Traynor del National Institute of Health (Usa), Orla Hardiman del Trinity College di Dublino (Irlanda), Philip Van Damme dell'Università di Leuven (Belgio), Philippe Corcia del Centro Sla di Tours (Francia), Ammar Al-Chalabi del King's College di Londra (Inghilterra) e Leonard Van den Berg dell'Università di Utrecht (Paesi Bassi). In futuro, il pool è aperto all'apporto degli scienziati che vorranno unirsi.Occorreranno sei milioni di euro in cinque anni per dare gambe a questo ambizioso progetto. Per raccoglierli, è in atto una massiccia campagna che prevede la nascita di una fondazione #IoStoconPaolo, sorta grazie all'infaticabile operato di Marco Gualtieri che proprio durante il Seeds&Chips aveva fatto incontrare l'ex presidente Usa Barack Obama con Paolo Palumbo. Tra le diverse iniziative, una piattaforma online di crowfunding, asta online, la distribuzione di 20mila salvadanai in tutta Italia. «Sono la Sla, non puoi liberarti di me». Per ora.




8 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 27 novembre 2017 / Prima pagina
L’isola si gioca 1,5 miliardi
Sarda “malati” d’azzardo tra slot e lotterie: già 616 in cura  PAGG. 2 e 3

Primo piano - Pagina 2
BOOM LUDOPATIA Cresce la cifra bruciata tra slot, gratta e vinci e lotto. In cura 616 persone
Non c'è una legge regionale, si punta sulla prevenzione. E il fenomeno dilaga
ISOLA MALATA DI GIOCO
SPESI OLTRE 1,5 MILIARDI

di Silvia Sanna
SASSARIÈ l'eterno conflitto: da una parte lo Stato che incassa, dall'altra lo stesso Stato che finanzia e incoraggia i progetti per contrastare le ludopatie. Il gioco d'azzardo è un male autorizzato e sempre più diffuso. C'è chi lo definisce un cancro perché è in grado di prosciugare - e distruggere - la vita delle persone, chi invece si accanisce contro i "proibizionisti", quelli che al gioco vogliono imporre paletti rigidi rischiando di compromettere numerosi posti di lavoro. La Regione Piemonte ha scelto la linea dura, libera da compromessi: no alle slot nel raggio di 500 metri da luoghi sensibili, come scuole e ospedali ma anche chiese e stazioni. Il governo non ci sta, perché il taglio porterebbe un danno erariale enorme. Ma la Regione va per la sua strada, forte di una legge che disciplina il gioco d'azzardo. La Sardegna, terra di giocatori e in vetta alle classifiche nazionali per soldi spesi e numero di macchinette, questa legge non ce l'ha. Ha un piano regionale che si interessa della parte legata alla prevenzione e alla cura della patologie provocate dal Gap, il gioco d'azzardo patologico. Ma è una delle poche regioni - le altre sono la Calabria e la Sicilia - a non essersi dotata di regole proprie sull'argomento, per esempio sui limiti da imporre alla diffusione delle slot: le due proposte di legge presentate nel 2014 da Salvatore Demontis (Pd) e da Francesco Agus (Cp) nel 2015 non sono mai state calendarizzate. Nel frattempo numerosi Comuni vanno avanti per conto proprio con delibere che puntano a ridurre le macchinette mangia soldi anche grazie all'introduzione di premialità per chi decide di eliminarle: in Ogliastra - per esempio - sono previsti sconti sulla Tari, sino al 50%, per gli esercenti che rinunciano al facile guadagno. Ma l'iniziativa più forte - in linea con quanto deciso in Piemonte - è quella, recentissima, di Golfo Aranci: stop alle slot machine nell'intero territorio comunale. Malati di gioco. I numeri dell'isola sono allarmanti. Secondo le statistiche spetta alla Sardegna la maglia nera. Perché, in rapporto al numero di abitanti, è la Regione che spende di più nel gioco, tra slot gratta e vinci, lotto e superenalotto. In un anno la cifra è da capogiro: 1,543 miliardi sui 95 totali in Italia. Significa che ogni sardo spende in media 927 euro all'anno, cioè 2,5 euro al giorno. Ma è una media farlocca: perché se è verissimo che il gioco è una pratica molto diffusa, ci sono persone che investono pochi spiccioli e tante altre che nella caccia alla fortuna spendono molti più soldi di quelli che guadagnano. Sono i malati di gioco e solo alcuni hanno la fortuna di guarire. Perché per loro il gioco è una droga. Lo dimostrano gli incassi delle slot machine: 500mila euro al giorno. Sono proprio le slot il passatempo preferito: si accaparrano il 67% della spesa complessiva, il restante 33% se lo spartiscono gratta e vinci, lotto superenalotto e altri giochi. C'è un altro interessante: i sardi giocano tanto e vincono molto: nel 2016 è tornato indietro più di 1 miliardo. Ma a fronte di pochi fortunati si allarga la platea di chi i soldi li vede solo in uscita. La prevenzione. La Regione non ha una legge e non sembra intenzionata a dotarsene in tempi brevi. La preoccupazione è alta e la strada che si vuole seguire è quella della prevenzione associata alla cura. Partendo da una considerazione: con i paletti, con il proibizionismo, sarebbe difficile mettere in atto una efficace azione di contrasto proprio perché il fenomeno del gioco ha una diffusione amplissima. Meglio prevenire, attraverso campagne informative sul rischio del gioco d'azzardo, coinvolgendo le scuole, le famiglie, le istituzioni, gli ambienti lavorativi, imponendo chiarezza agli esercenti che dal gioco traggono guadagno: gli utenti devono sapere che cosa può accadergli. Su questi aspetti si concentra il Piano regionale 2017 Gap, nel quale una sezione importante è xdedicata alla cura dei malati da gioco. A loro sono destinati i fondi stanziati qualche giorno fa dalla Regione, assessorato alla Sanità: quasi 1,5 milioni di euro per rafforzare le unità operative delle Assl che si dedicano alle persone che presentano disturbi da Gioco d'azzardo patologico. I pazienti sono tanti: 616 nel 2016, dei quali 506 uomini e 110 donne; il 77 per cento di loro ha avuto una diagnosi principale di Gap, mentre per il restante 23 per cento si tratta di una doppia diagnosi, dalla psicosi al disturbo d'ansia generalizzato. Inoltre una settantina di persone ha anche dipendenze da alcool o droghe. Dice l'assessore Luigi Arru: «La cura e la prevenzione di questa dipendenza è entrata tra i Livelli essenziali di assistenza e abbiamo approvato il Piano regionale che comprende sia interventi di prevenzione che di cura e riabilitazione». Per ora si va avanti così: l'esempio del Piemonte non sarà imitato. Il rischio è l'impugnazione della legge da parte dello Stato che il gioco lo sostiene perché ci guadagna, salvo poi finanziare piani di prevenzione. Ma quei fondi, in confronto, sono briciole.

Primo piano - Pagina 3
Secondo Vittorio Pelligra i dati del comparto sono gonfiati
«Solo la coscienza dei cittadini può sconfiggere le lobby»
CRITICO L'ECONOMISTA: «NON PRODUCE LAVORO OLTRE AL DANNO LA BEFFA»

di Claudio Zoccheddu
SASSARI Scorciatoie, zone d'ombra, bluff. Per muoversi nel labirinto del gioco d'azzardo serve una guida che legga tra le righe e riconosca gli schieramenti. Vittorio Pelligra è un professore di Politica economica all'università di Cagliari ma è anche un sostenitore della campagna "Slotmob" che combatte la diffusione del gioco d'azzardo legalizzato. Perché tutti i numeri devono essere interpretati: «La riduzione degli apparecchi- spiega Vittorio Pelligra - fa riferimento a un numero di macchine non ancora installate. E poi c'è una grande differenza tra i videopoker e i videolottery. I primi sono ormai obsoleti, hanno poco appeal nei giocatori e sarebbero comunque andati in pensione a vantaggio dei secondi che permettono giocate più veloci, puntate fino a 500 euro e vincite più alte. Nei conti delle riduzione delle slot, però, figurano anche i videopoker». Nell'accordo tra Stato e regioni ci sono anche zone d'ombra: «Non c'è alcun riferimento alle altre possibilità di gioco, come il Gratta e Vinci, il Superenalotto e tutti i giochi on line», aggiunge Pelligra. Ma non sono solo note dolenti: «C'è qualcosa di molto positivo - aggiunge l'economista -. Il Governo voleva l'esclusiva su ogni tipo di regolamentazione. È più facile corrompere un sottosegretario piuttosto che 20 governatori, le lobby avrebbero faticato di meno. Per fortuna la legge non è passata dopo la ribellione degli enti locali e adesso è possibile, come è accaduto in Piemonte, una regolamentazione regionale più restrittiva. Rispettare le distanze con i luoghi sensibili ridurrebbe le location in cui sarebbe possibile giocare». Le note positive, però, producono una melodia breve. Spendere nel gioco, infatti, indebolisce gli altri settori: «I soldi spesi nelle slot potrebbero generare consumi di altro tipo e, considerando i totali, si parla di cifre in grado di risollevare interi comparti economici - spiega ancora Vittoria Pelligra prima di entrare nello specifico di uno degli argomento più dibattuti. I ricavi del gioco e i costi delle spese sanitarie destinate ai ludopatici -. L'industria dell'azzardo produce dati gonfiati. Dicono di garantire 120mila posti di lavoro ma in realtà nel conto finisco anche baristi e tabaccai. Le aziende reali contano appena 30mila occupati. Un numero che non giustificherebbe una spesa sociale così alta, perché i costi sanitari superano di tre volte quelli degli incassi effettivi: 10 milioni di incassi fiscalizzati contro 30 di spesa pubblica per il contrasto alle dipendenze. E si tratta di cure obbligatorie. Alle spese sanitarie, poi, si aggiungono i posti di lavoro persi e le mancate entrate fiscali che derivano dalla diminuzione della spesa». Per dare un segnale concreto non ci sono molte alternative: «La società deve pressare i politici, che vivono dal consenso - conclude Pelligra -. Quindi serve agire dal basso come fa Slotmob sostenendo i gestori dei locali che non ospitano le slot. Poi si deve diffondere la cultura del consumo critico e iniziare a votare col portafoglio, scegliendo di consumare solo nelle attività virtuose. Non si deve delegare tutto ai politici, piuttosto è necessario inviare un segnale che possano intercettare».

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie