Press review

26 November 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 novembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
POLICLINICO. Eccezionale intervento a Otorinolaringoiatria
RESTITUITA LA MOBILITÀ ALLA CORDE VOCALI “MUTE”

Aveva subito la paralisi delle delle corde vocali dopo un'operazione piuttosto invasiva alla tiroide, i medici della clinica Otorinolaringoiatrica del Policlinico “Duilio Casula” diretta da Roberto Puxeddu l'hanno sottoposta a un delicatissimo intervento che ha restituito mobilità agli organi. Un'operazione straordinaria, la prima in Italia sulla reinnervazione laringea bilaterale selettiva. Ad eseguirla, su una paziente di 42 anni portatrice di tracheostoma, l'équipe del professor Puxeddu che si è avvalsa di una collaborazione internazionale tra il team multidisciplinare di otorinolaringoiatri e neurofisiologi di Cagliari, la dottoressa Heathcote e la dottoressa Fancello del Poole General Hospital. «La reinnervazione laringea - spiega Puxeddu - ha sempre rappresentato un difficile problema in quanto le fibre del nervo che raggiunge la laringe innervano muscoli che hanno funzioni opposte. Quando tale nervo subisce una lesione, tali funzioni vengono meno, causando un drammatico impatto nella qualità vita del paziente. Nei casi più gravi è necessaria la tracheotomia per garantire un adeguato passaggio d'aria ai polmoni». Questo intervento, dice il direttore generale dell'Azienda ospedaliero universitaria, Giorgio Sorrentino, «dimostra quanto la nostra azienda sia impegnata nell'innovazione e nella ricerca. La nostra è una chirurgia d'eccellenza e il professor Puxeddu è uno straordinario professionista». L'intervento di reinnervazione segue il protocollo consigliato dal professore Jean Paul Marie. Le probabilità di successo sono incoraggianti. «Questa tecnica - dice Puxeddu - ha l'obiettivo di sostituire l'intervento di cordectomia parziale posteriore con laser che fino ad ora veniva proposta per ricreare uno spazio respiratorio sufficiente per una vita sedentaria a scapito della voce».

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 novembre 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
SAN SPERATE. Giulia Pilloni, 26 anni, ha raccolto moltissimi documenti
«MI LAUREO SU SCIOLA»
La tesi è dedicata al maestro scultore scomparso

Millecinquecento articoli di giornali per raccontare la storia di un maestro, dello scultore Pinuccio Sciola. Li ha raccolti, assieme a cd e video, una studentessa universitaria per scrivere la sua tesi di laurea sul “cantore delle pietre”. Giulia Pilloni, 26 anni, ci ha lavorato dal 2015 per poter ricostruire le vicende artistiche di Sciola. Era il settembre del '59 quando -sulle pagine della Cultura - l'allora cronista de L'Unione Sarda e successivamente vice direttore Vittorino Fiori, aveva raccontato la prima mostra a Cagliari dello scultore speratino. O meglio, dello «scultore contadino», come Fiori ribattezzò Pinuccio Sciola. Martedì il percorso artistico trentennale intitolato “Racconti inediti di vita e arte dagli anni Sessanta agli anni Ottanta” verrà discusso dalla laureanda Giulia Pilloni.
LA TESI «Si tratta di un unicum, ma non perché è la prima tesi di laurea dell'Ateneo cagliaritano». Spiega la studentessa del corso di Storia dell'arte: «Dal 2014 ho fatto il tirocinio nel Giardino sonoro, poi ho iniziato a catalogare i cd, i video e gli articoli. Da lì ho ricostruito la storia di un periodo inedito della produzione di Pinuccio Sciola. Ci sono il suo percorso espositivo e la sua attività artistica dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, come il progetto rivoluzionario della creazione del Paese-museo, i viaggi a Città del Messico, la partecipazione alla Biennale di Venezia, la creazione del Centro internazionale per la lavorazione della pietra a San Sperate, la sistemazione del Presepe in piazza degli Affari a Milano e la mostra itinerante che toccò sette città tedesche». Martedì alle 9, nell'aula Coroneo della Cittadella dei Musei, appuntamento con la tesi. Relatrice è Rita Pamela Ladogana, docente di Storia dell'arte contemporanea. Controrelatrice Simona Campus, docente di Museologia.
I PRECEDENTI Su Sciola sono state fatte altre tesi in passato: al Politecnico di Milano, all'Accademia delle Belle arti di Brera, all'Università Cattolica del Sacro Cuore, all'Università di Pisa e all'Accademia di Belle arti di Catania. «Il mio lavoro permette di ricostruire una parte fondamentale della produzione artistica di Pinuccio Sciola, aiutando a comprendere meglio la sua evoluzione, che lo ha portato a diventare pietra miliare nella storia dell'arte contemporanea e nella cultura sarda», ha detto la laureanda.
Maura Pibiri

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 novembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 13 - Edizione CA)
Diagnosi quadruplicate dal 2010. L'insegnante: esagerato l'approccio clinico
L'ESERCITO DEI BIMBI DISLESSICI: IN SARDEGNA SONO QUASI 7MILA

Sono poco più di 6900 ragazzi, una classe di scolari grande come un paese che seguono un percorso personalizzato per imparare a leggere, a scrivere e a far di conto dopo una diagnosi di Dsa, disturbo specifico dell'apprendimento. In Sardegna sempre più famiglie si trovano ad affrontare problemi come dislessia, discalculia, disortografia e disgrafia; il mondo pieno d'ansia dei loro bambini fatto di letterine capovolte e dispettose, numeri impossibili da memorizzare, suoni incomprensibili. Dati in aumento, tanto che dal 2010 a oggi le diagnosi in Italia sono passate dallo 0,7% della popolazione scolastica al 3,6%. Certificazioni quadruplicate anche nell'Isola dove si prevede un incremento delle diagnosi tra il 5 e il 15%.
LA LEGGE MAI FATTA La diagnosi viene fatta dopo la seconda elementare per avviare il ragazzo a un piano di studio personalizzato, ma se è vero che la scuola e le famiglie sono sempre più consapevoli, va detto che in Sardegna pesano i limiti di una normativa inesistente. Non che una legge non ci sia, ma è quella nazionale, la 170 del 2010, che sollecitava le Regioni a puntualizzare la materia su base territoriale. La nostra è l'unica Regione che non ha ottemperato. «È inammissibile: ci sono tanti aspetti da affrontare, come la prevenzione. È su un quadro più preciso che si costruisce meglio la collaborazione attorno ai bisogni del bambino», dice Luisa Molinas, neuropsichiatra infantile del Ctr di Cagliari, rete di cooperative sociali che gestisce un centro specialistico per l'età evolutiva.
I TEST Con l'équipe di valutazione composta da uno psicologo, un logopedista e un pedagogista, la dottoressa Molinas è uno degli specialisti che in Sardegna visitano i ragazzi con sospetti disturbi dell'apprendimento. «Facciamo più sedute con test che ci permettono di escludere problemi cognitivi, di valutare le capacità di attenzione, le aree relative al linguaggio, le capacità di lettura, scrittura e calcolo. Arriviamo alla diagnosi entro un mese».
IL DUBBIO In Sardegna le richieste di diagnosi sono in continuo aumento. Cosa significa? Veramente abbiamo tanti ragazzi con questi problemi specifici o non sarà, invece, che stiamo frettolosamente ribaltando dentro l'ambulatorio medico i tempi di apprendimento di ciascun bambino, ovvero la materia degli insegnanti e dei pedagogisti?
BANCHI ABBANDONATI «Non è così, nel nostro Paese l'incidenza è peraltro inferiore al resto dell'Europa. Ma anche se ci fosse un aumento delle diagnosi, io direi: grazie a Dio - avvisa Luisa Molinas -. Ma vogliamo pensare a come finivano tempo addietro questi ragazzini? Stiamo parlando di piccole anomalie che, se non adeguatamente seguite, possono avere conseguenze devastanti nella vita di un bambino». Questi ragazzini, giusto per chiarirlo, finivano - e finiscono, quando non s'interviene - dentro le strade secondarie della scuola italiana prima di ingrossare le statistiche (il picco nazionale lo abbiamo in Sardegna, va ricordato) sulla dispersione e l'abbandono.
IL SOMMERSO «Per lungo tempo si è sottovalutato il problema e credo che, ancora oggi, il sommerso sia superiore alle previsioni sulle possibili, future diagnosi», dice la neuropsicologa Donatella Petretto, docente dell'Università di Cagliari. Rispetto al passato, aggiunge, «siamo nelle condizioni di individuare con maggiore puntualità il disagio dei ragazzi e creare per ciascuno un percorso personalizzato che tiene conto delle differenze nell'apprendimento».
L'ASSOCIAZIONE In Sardegna la prima sezione dell'Aid, l'associazione italiana dislessia, è stata aperta a Nuoro nel 2003. «Allora non c'era consapevolezza del fenomeno - spiega la coordinatrice regionale Antonietta Giau -, ma qualcosa è cambiato». Il sodalizio, che cura anche la formazione dei docenti, assiste le famiglie nel percorso verso la diagnosi e nei rapporti con la scuola. «Per questi ragazzi l'ambiente è fondamentale: se tra scuola e famiglia non c'è intesa, diventa tutto più problematico».
SCUOLA E FAMIGLIA Oggi i docenti sono più preparati a cogliere il disagio del bambino? «Dipende dalla scuola. Sì, sempre più insegnanti frequentano corsi di formazione, ma generalmente non si può dire che i bambini vengano accolti con tutte le loro esigenze». E poi, spesso, c'è la chiusura delle famiglie. «Per un genitore tutto quel che riguarda il cervello spaventa: e così molti preferiscono far passare il proprio figlio come poco bravo a scuola pur di non chiedere una diagnosi».
LA MAESTRA Salvatora Cottone, insegnante nuorese con 38 anni di esperienza e presidente regionale dell'Aimc (associazione maestri cattolici), dice che «le neuroscienze hanno dimostrato che la dislessia è un problema importante, ma credo che si stia medicalizzando un problema che potremmo compensare con un giusto approccio didattico». Noi insegnanti, dice, «non facciamo diagnosi però dobbiamo stare attenti ai segnali che gli alunni ci inviano. Ma accade che quando avvisiamo i genitori sulla necessità di un consulto, spesso i bambini vengono portati via dalla classe».
NIENTE PEDAGOGISTI Magari ci sono anche le situazioni ribaltate, con gli insegnanti impreparati e le famiglie che chiedono più attenzione. «I docenti ce la stanno mettendo tutta per formarsi e aggiornarsi. Il punto vero è che viviamo una situazione di grande solitudine, senza nessun sostegno». Nelle scuole, avvisa, «non esiste l'équipe psicopedagogica di cui ci sarebbe davvero bisogno. Noi, in una classe di 20, 25 alunni, abbiamo bambini con problematiche diverse, dal dislessico a quello col papà disoccupato, dal piccolo straniero al figlio di separati. Bambini che hanno bisogno di percorsi scolastici individuali, personalizzati».
Piera Serusi

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 novembre 2017 / Fondi Investimento (Pagina 20 - Edizione CA)
Il rettore Carpinelli: vogliamo creare un legame tra scuola, università e territorio
VIA AL CORSO PER FUTURI DOCENTI
L'ateneo di Sassari è il primo ad avviare la formazione

L'esercito degli aspiranti professori conta 1800 nomi. Tanti sono gli iscritti al Pf 24, il percorso didattico attivato dall'Università di Sassari, propedeutico all'accesso al concorso nazionale per la selezione del corpo docente di scuole secondarie di primo e secondo grado. L'ateneo turritano sarà il primo a iniziare i corsi per il riconoscimento dei 24 crediti formativi obbligatori per l'iscrizione al concorso. Le lezioni inizieranno il 1° dicembre e si concluderanno a febbraio 2018 dopo 120 ore.
SVILUPPO E PROSPETTIVE «Per noi la formazione degli insegnanti è un tema centrale per lo sviluppo socio-economico dell'Isola e per il futuro dei ragazzi», dice il Rettore dell'Università di Sassari Massimo Carpinelli, «tra gli iscritti a questo corso ci sono gli insegnanti che entreranno in ruolo nel 2020, quando è prevista la creazione di 5000 nuovi posti di lavoro nella scuola».
La valanga di iscrizioni, alcune delle quali arrivate anche da oltre Tirreno, ha confermato l'estremo interesse sul progetto. I partecipanti hanno un'età compresa fra i 28 e i 39 anni, «ma non mancano i 50enni e quasi 60enni». L'alto numero di adesioni ha poi creato un problema logistico non da poco. «Potremo contare sulle aule più capienti del polo giuridico per un totale di oltre 600 posti», rassicura il professor Andrea Pensavalle, delegato dell'Università per la Formazione insegnanti e il rapporto con le scuole, «programmando tre giornate di lezioni a settimana riusciremo a completare il calendario delle lezioni entro i tempi previsti».
LE MATERIE I 24 crediti formativi, secondo le nuove disposizioni ministeriali, dovranno essere acquisiti in almeno tre dei quattro ambiti tra quello pedagogico, psicologico, antropologico o delle metodologie didattiche.
«La nostra idea è quella di dare un contributo di lungo periodo alla formazione degli insegnanti sardi», prosegue il rettore, «ed è per questo che stiamo lavorando in modo mirato sull'offerta formativa per proporre un percorso completo, che parta già dopo il diploma».
«L'Università si sta impegnando per dare ai futuri insegnanti sardi la possibilità di formarsi in Sardegna», conclude, «l'opportunità di costruire un legame indissolubile tra scuole, università e territorio, con notevoli vantaggi in termini anche di risparmi economici».
L. M.

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 novembre 2017 / Fondi Investimento (Pagina 20 - Edizione CA)
Uno studio curato da Sassu
Sviluppo locale: risultati o flop?

La parola alle cifre Programmazione negoziata, patti territoriali, contratti d'area: ha assunto queste e altre fantasiose denominazioni lo sforzo che, a partire dagli anni Novanta, si è concentrato sul cosiddetto sviluppo locale. Doveva rappresentare un cambio di strategia rispetto agli anni dell'industrializzazione, considerata un modello di programmazione imposta dall'alto, poco calata sulla realtà dei vari territori dell'Isola. Ma gli strumenti dello sviluppo locale hanno prodotto vero sviluppo? O si sono tradotti soprattutto in uno spreco di risorse, non solo finanziarie?
Se l'è chiesto Antonio Sassu, docente di Politica economica dell'Università di Cagliari e in passato assessore regionale al Bilancio e presidente del Banco di Sardegna. Dopo un'attenta e faticosa verifica dei dati, Sassu ha ricostruito gli esiti di tutte le iniziative portate avanti in Sardegna e li ha riassunti in un volume dal titolo “Lo sviluppo locale in Sardegna: un flop? Numeri, cause, suggerimenti”. La pubblicazione, cui hanno collaborato Antonello Angius e Paolo Fadda, verrà presentata martedì 28 a Cagliari, alla Società degli Operai di via XX Settembre 80, a partire dalle 17.30. Insieme all'autore interverranno Sergio Lodde, Pietro Maurandi e Salvatore Cubeddu.

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 novembre 2017 /
Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
NUORO. Ieri la Conferenza regionale alla biblioteca Satta: illustrato il nuovo testo di legge
LINGUA SARDA, LA SFIDA NEI SOCIAL
«Scommettere di più sui giovani per avere un futuro in limba»

Una lingua sarda che entri nelle scuole, conquisti i giovani e abbia gli spazi normali d'ogni quotidianità, compresa quella istituzionale. La conferenza regionale, approdata ieri a Nuoro dopo quattro anni di stop, rilancia ampi orizzonti pur dando consapevolezza sui limiti attuali. La biblioteca Satta ha troppe poltrone vuote rispetto all'importanza del confronto, ma è comunque ribalta per guardare lontano, in primis al modello ladino della Val di Fassa, e per cogliere più da vicino la scommessa proposta con il nuovo testo di legge, approvato dalla Commissione e pronto, dopo il via libera alla Finanziaria, ad arrivare nell'aula del consiglio regionale.
PROPOSTA DI LEGGE L'idea - spiega Paolo Zedda , consigliere primo firmatario del testo - è arrivare a una lingua comune per la comunicazione istituzionale e una norma ortografica per tutti con la possibilità per le istituzioni locali e per le scuole di scegliere tra la lingua unica e le varianti locali. «Le politiche linguistiche ora sono poco efficaci, serve continuità», sottolinea richiamando alcuni dati: l'insegnamento della lingua sarda è concentrato in 24 ore, equivalenti a due mesi all'anno. «La legge serve a dare una regia unitaria, istituisce un'agenzia per la lingua sarda», dice Zedda richiamando l'importanza di sportelli linguistici e cartellonistica e anche dell'Isre che dovrebbe veicolare ogni espressione artistica in limba . «Le arti non sono in crisi come la lingua», dice.
LA CRISI «Dieci anni fa l'86 per cento degli anziani parlava la lingua sarda, ora c'è più coscienza ma si parla meno», nota Diego Corraine che, da presidente di “Sotziedade pro sa limba sarda”, parla di Lsc (limba sarda comuna): master, corsi, seminari degli ultimi 20 anni sono la base da cui partire. I problemi sono altri, dai finanziamenti al personale, all'osservatorio che non c'è. Tore Cubeddu , di Eja tv, richiama la metafora del “giro di giostra”: quando la Regione foraggia i programmi le trasmissioni arrivano. Ma si fermano subito dopo. «Le trasmissioni in sardo si devono confrontare col mercato e serve gente che ci creda», dice. Con una raccomandazione: per raggiungere i giovani scontato puntare sui social network. Sullo sfondo la nota dolente della programmazione Rai che snobba il sardo.
INVESTIMENTI REGIONALI Nel triennio 2015-2017, sul fronte lingua sarda, nella comunicazione e nei media la Regione ha investito 5 milioni 330 mila euro. Alle emittenti radiofoniche stanziati 700 mila euro per notiziari e programmi. A quelle televisive 4 milioni 200 mila euro. Nel 2016 assegnati 200 mila euro alla Rai. Nel 2017 destinati 40 mila euro alla stampa periodica, altrettanti per l'informazione on line mentre per cartoni animati e progetti musicali rivolti a bambini e ragazzi sono andati 150 mila euro. «Abbiamo programmato tante risorse, investiamo sulle scuole», commenta l'assessore regionale Giuseppe Dessena che saluta con “Benevennios a tottu”, dedica il suo primo pensiero al ragazzo di Ittiri morto mentre andava a scuola ed esterna fiducia: «Nell'università di Cagliari sono state discusse in sardo due tesi di laurea. Non è un dato quantitativo, ma qualitativo sì. Sempre più ragazzi delle superiori e delle medie presentano le loro tesine in lingua sarda». Restano tante questioni aperte per dare normalità all'uso del sardo. Lo studioso Vittorio Dell'Aquila richiama l'esempio della Catalogna che ha acquistato i diritti del Barcellona calcio e trasmesso le partite in lingua catalana. E poi la convivenza delle mille varianti locali. Per la lingua scritta, vero nodo, Antonello Garau tratteggia un sistema piramidale: in testa Lsc, nella fascia intermedia le realtà storiche dal logudorese al campidanese, sotto le varianti locali con la loro forza identitaria.
Marilena Orunesu

 

La Nuova Sardegna

 

 


7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 novembre 2017 / Limbas 3.0 - Pagina 7
Unu progetu pro s’isvilupu de su sardu digitale finantziadu dae Google
TRADUTZIONE AUTOMÀTICA CUN SA PRATAFORMA APERTIUM
«Tenet 29.800 paràulas, cun unu tassu de reconnoschimentu de su 94,2%»

de Gianfranco Fronteddu
CASTEDDU  Àteros duos progetos pro su sardu digitale cun su finantziamentu de Google: isvilupu de unu tradutore Apertium catalanu-sardu e de una versione noa italianu-sardu. Su progetu finantziadu dae Google tràmite su programma Google Summer of Code 2017, cun s’organizatzione Apertium, at pertocadu s’isvilupu de unu tradutore automàticu lìberu dae su catalanu a su sardu e sa sighida de su progetu de s’annu coladu, s’isvilupu de unu tradutore dae su italianu a su sardu. Custa idea benit dae sa voluntade de pònnere a disponimentu un’àteru trastu de agiudu pro sa limba sarda, sighende su matessi caminu de su traballu fatu s’annu passadu pro apertium ita-srd. Sa prataforma Apertium, creada dae unu grupu de universidades e aziendas de tecnologia in su 2004 pro sa tradutzione automàtica intre su castillianu, su catalanu e su galitzianu, oe includet pagu prus de baranta limbas comente a su brètone, a s’otzitanu, a su bascu, a su tàtaru de Crimea e a àteras. Est unu tradutore basadu subra de regulas, duncas resurtat un’aina perfeta pro sas limbas chi disponent de relativamente pagas risorsas in sa retza. Su tradutore catalanu-sardu tenet 29.800 paràulas, cun unu tassu de reconnoschimentu de paràulas de su 94,2% e un tassu de faddina de su 13,8% (carculados partinde dae testos de sa Wikipèdia in catalanu). Pro lu fàghere est istadu creadu unu corpus pighende·nche testos in Limba sarda comuna dae Wikipèdia sarda e giornales. Est òviu chi sa tradutzione automàtica no est perfeta. Sende gasi, dae un’ala, permitit e fatzìlitat sa cumprensione de su testu in una limba chi non si connoschet bene, e dae s’àtera, creat un’abbotzu chi agiudat meda pro sa tradutzione curreta de unu testu (mescamente in testos entziclopèdicos e giornalìsticos, chi sunt sos àmbitos pro sos cales est prus preparadu su tradutore catalanu-sardu). Est essida fintzas sa versione agiornada de su tradutore italianu-sardu, creadu tràmite su programma Google Summer of Code 2016. Sa versione noa tenet 1.800 paràulas in prus e b’at àpidu megioros in sas règulas de tradutzione. Custu tradutore fiat istadu incluidu comente funtzione de Wikimedia pro bortare cun fatzilidade artìculos noos in sa Wikipèdia in sardu. Chitzo, at a èssere su matessi puru pro su tradutore catalanu-sardu. Sos impreos de su tradutore catalanu-sardu diant pòdere èssere medas: s’isvilupu de sa Wikipèdia in sardu diat dèvere bènnere fintzas dae sa tradutzione de sos artìculos chi non sunt gasi detalliados in italianu o chi dant importu a aspetos diferentes. Bortende·nche fintzas dae un’àtera limba che a su catalanu sa cantidade de sas informatziones podet crèschere galu de prus, oferende puru un’àtera manera pro espressare sos matessi cuntzetos. In prus, sa cantidade manna de testos, testimonias e materiales in limba catalana a pitzu de s’istòria sarda ant a èssere a disponimentu fintzas in sardu etotu, gasi comente totu sas publicatziones e sos istùdios de sotziolinguìstica e de polìtica linguìstica de interessu pro sa situatzione de sa limba sarda atuale.

SOS NÙMENES
Dae Casteddu a Barcelona

Su progetu de su tradutore automàticu lìberu est istadu ammaniadu dae Gianfranco Fronteddu (Facultade de Istùdios Umanìsticos, Universidade de Casteddu), Hèctor Alòs i Font (Centre de Recerca en Sociolingüística i Comunicació, Universitat de Barcelona) e Francis Tyers (School of Linguistics, Higher School of Economics de Mosca) cun sa collaboratzione de Adrià Martín-Mor (Tradumàtica Research Group, Universitat Autònoma de Barcelona; Universidade de Casteddu). «Torramus gràtzias a Diegu Corràine pro s’agiudu chi nos at dadu – narant –. Ambos sos tradutores sunt a disponimentu in sa pàgina printzipale de Apertium, cun sos cuntatos pro sinnalare sas faddinas».

 
  
8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 novembre 2017 / Sassari - Pagina 19
L’INCHIESTA » LO SCANDALO ALL’UNIVERSITÀ Bufera in Psichiatria, sei rinvii a giudizio
Una specializzanda denunciò l’anomala gestione della clinica. Imputati medici e docenti, tra i nomi illustri Nivoli e Lorettu

di Nadia Cossu
SASSARI  Sarà un processo davanti al tribunale collegiale a stabilire se realmente gli imputati abbiano esercitato tutto il loro potere per bloccare l’arrivo al traguardo di una allieva “sgradita”. L’inchiesta – oggi coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu – era scattata due anni fa dopo la denuncia di una specializzanda e aveva avuto l’effetto di un terremoto negli ambienti universitari. Una scossa potente che aveva investito la psichiatria sassarese fino a raggiungere il suo vertice accademico: la Clinica psichiatrica con annessa scuola di specializzazione. A finire nel corposo fascicolo della Procura (ben 2100 pagine) la presunta gestione “parafamiliare” della scuola che aveva portato all’iscrizione di nomi illustri nel registro degli indagati: Liliana Lorettu, direttrice della scuola di specializzazione in Psichiatria, Giancarlo Nivoli, che ricopriva lo stesso incarico fino al 2011 e anche quello di direttore della clinica di San Camillo, la moglie di quest’ultimo Noemi Sanna, docente della scuola e ricercatrice, la loro figlia Alessandra Nivoli, anche lei docente e ricercatrice e un altro collega, Paolo Milia. Imputato anche Donato Posadinu, direttore del Servizio di psichiatria, diagnosi e cura dell’ospedale civile di Sassari. Tutti accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso materiale e ideologico, esercizio abusivo della professione, soppressione, distruzione e occultamento di atti.
Bisogna fare un passo indietro. A settembre del 2014 una specializzanda in Psichiatria presenta querela «lamentando di aver subìto un illegittimo allontanamento dalla scuola di Psichiatria di Sassari come conseguenza per aver contrastato l’anomalo sistema vigente all’interno della Clinica psichiatrica di San Camillo dove si svolge il corso di specializzazione che si articola in cinque anni accademici». Una scuola che, oltre a formare gli studenti, offre assistenza ai pazienti. A dirigerla, da quando nel 2011 Nivoli è andato in pensione, è la professoressa Liliana Lorettu. Succede che la specializzanda, che quella scuola la frequentava dal 2012, aveva sollevato più volte le sue perplessità sulla gestione dei corsi, lo aveva fatto con la Lorettu ma anche con il rettore e il garante degli studenti. Tra le altre cose sosteneva che lei e gli altri specializzandi venissero lasciati soli nelle visite e nelle diagnosi ai pazienti «senza alcun affiancamento da parte dei medici strutturati che affidavano agli studenti anche la prescrizione degli psicofarmaci e dei relativi dosaggi». Da qui la contestazione dell’induzione all’esercizio abusivo della professione. Specializzandi «chiamati a rispettare l’orario di lavoro imposto dalla direttrice che veniva rigidamente applicato soltanto a loro e non anche ai medici strutturati». Tutta una serie di rimostranze che, scriveva il gip, «fecero attirare nei confronti della studentessa le antipatie del corpo docente, che sfociarono nel suo allontanamento dalla scuola, architettato dalla Lorettu». Ed ecco il perno dell’inchiesta: l’abuso d’ufficio attraverso il quale sarebbero stati redatti secondo l’accusa atti falsi e occultati verbali per arrivare alla bocciatura della specializzanda, ormai finita nel mirino dei professori “istigati” – è il caso di Posadinu secondo il gip – sempre dalla Lorettu. Isolata a tal punto che, confidandosi con una infermiera della clinica, le aveva raccontato di esser stata anche minacciata dalla Lorettu che le avrebbe detto: «Non farai molta strada se continui così» e da Milia: «Tu non sei funzionale alla clinica e per quanto mi riguarda non andrai avanti». Ora il gup Carmela Rita Serra, accogliendo la richiesta del pm Porcheddu, ha disposto per tutti il giudizio. Ad aprile l’inizio del processo.
  
 
  
9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 novembre 2017 / Agenda - Pagina 22
I CONVEGNI
Weekend di scienza tra astri, archeologia miti e divulgazione

SASSARI  Il primo weekend di dicembre porta a Sassari due giornate imperdibili per gli appassionati di astronomia, archeologia e divulgazione scientifica, organizzate dal Circolo culturale Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana in collaborazione con l’università di Sassari, l’università La Sapienza di Roma e altre importanti realtà accademiche e istituzionali. Venerdì l’appuntamento è con “La Misura del tempo”, il convegno internazionale di archeoastronomia in Sardegna giunto alla sesta edizione, che si terrà a partire dalle 9.30 all’Auditorium Museo ex convento del Carmelo. Il secondo appuntamento è per sabato 2 dicembre, nell’Aula magna dell’Università centrale con “Divulgare la scienza”, una tavola rotonda che mette in campo studiosi, istituzioni culturali e media per confrontarsi sulle implicazioni etiche e metodologiche di una corretta divulgazione e un’efficace comunicazione in campo scientifico. In “La Misura del tempo”, le tesi interdisciplinari che legano astronomia e archeologia sono anche quest’anno rivolte allo studio dei più rilevanti monumenti megalitici dell’isola, per fornire argomenti che permettano una maggiore conoscenza del mondo così come lo vedevano gli antichi. Il convegno affronterà interessanti temi legati alle indagini condotte sull’enigmatica area megalitica di Pranu Muttedu a Goni e sulle aree templari nuragiche di S’Arcu ‘e is Forros e Sa Carcaredda a Villagrande Strisaili, di Sa Carcaredda a Fonni e di Oes a Torralba. Tra i relatori Michele Forteleoni della Sat, Simonetta Castia di Aristeo, e dall’università “La Sapienza” Marzia Monaco e Flavio Carnevale”. Seguono Lorenzo Mocci e Lavinia Foddai. Nel pomeriggio, a partire dalle 15 per l’università turritana intervengono Luca Doro e Demis Murgia. Poi Marina De Franceschini, del progetto Accademia e Gian Nicola Cabizza di Sat. A chiudere il convegno è Giovanni Pastore dell’università di Napoli. “Divulgare la scienza” ha inizio alle 9.30 di sabato. Ad aprire i lavori, alle 10 è Dario Tiveron dell’Associazione dei planetari italiani, poi Matteo Serra della Fondazione Bruno Kessler e Gian Nicola Cabizza e Andrea Fenu. Ancora l’archeologo Roberto Sirigu e Stefania Bagella e Simonetta Castia di Aristeo. Per la Soprintendenza Archeologica di Sassari e Nuoro,
interverranno Francesco Di Gennaro e Rubens D’Oriano per la prima parte di “La Divulgazione della civiltà dei sardi tra miti e realtà”; mentre la seconda parte è trattata da Nadia Canu, Giuseppe Melosu ed Eliana Natini. Modera il dibattito il giornalista Giacomo Serreli.

Questionnaire and social

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