Press review

20 November 2017

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 20 novembre 2017 / Cronaca di Olbia (Pagina 27 - Edizione CA)
Olbia
Progetti per il porto

È stata accolta la candidatura del Comune di Olbia per i progetti, tutti relativi alla portualità, del Programma di cooperazione transfrontaliera che saranno così finanziati per un inporto che supera i cinque milioni. Il progetto L.i.s.t Port, capofila l'Università di Cagliari, ha l'obiettivo di ridurre l'impatto sonoro del traffico generato dal porto mentre il progetto Decibel, capofila la Camera di commercio di Bastia, concerne l'attività di studio dei fenomeni di inquinamento acustico nei porti dei partner. Il progetto Qualiporti, capofila il Comune di Ajaccio, ha per obiettivo lo studio e le analisi dei porti partner, nonché lo scambio di buone pratiche in materia di qualità e sistemi di monitoraggio delle acque. «È una grande soddisfazione che Olbia sia stata accolta in tutti e tre i progetti, si tratta di una grande occasione per la nostra città», ha commentato il sindaco Nizzi.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 20 novembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
IL POPOLO DI BRONZO
Appuntamento dedicato al tema delle armi, attrezzi e vestiti del popolo del bronzo quello in programma oggi (alle 20) nella sala degli Specchi della facoltà di Lettere in via Trentino. Sarà presente l'artista sarda Angela Demontis. L'ingresso è libero e gratuito.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 20 novembre 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 23 - Edizione CA)
ORISTANO. Seconda edizione di FestivalScienza: 188 studenti coinvolti nella tre giorni
La ricerca alla portata di tutti In calendario: 17 laboratori, 19 conferenze e 3 grandi eventi 

Il contenuto del FestivalScienza di quest'anno sta tutto nel logo. Da una parte cellule al microscopio, dall'altra un groviglio di microcircuiti: la scienza che guarda al futuro.
Lo ha realizzato uno studente del liceo artistico di Quartu, Luca Pusceddu , uno dei tanti giovani che collaborano con la manifestazione partita da Cagliari e gemmata in diversi centri dell'Isola.
La scienza piace, interessa, attira centinaia di persone anche a Oristano, che, dopo il successo della prima edizione, si prepara alla seconda con un team collaudato e pieno di energia.
Il Centro marino internazionale, a braccetto col Consorzio Uno sta per concludere questa seconda grande fatica: una 3 giorni con 17 laboratori, 19 conferenze e tre grandi eventi. Mercoledì 29 parte la maratona con 188 studenti in campo addestrati per il ruolo di tutor.
Ma qual è il senso di questo grande evento divulgativo? Perché oggi è importante parlare di ricerca scientifica?
«In un momento di grave inquinamento dell'informazione, soprattutto sui social - spiega Rosalba Murgia , biologa e responsabile della comunicazione della Fondazione Imc - eventi come questo sono di importanza fondamentale per raddrizzare il tiro su tante cose: dalle vaccinazioni, all'ambiente, all'alimentazione».
Spesso scienziati e studiosi non generano grande simpatia tra la gente: riservati, schivi, sempre chiusi in laboratorio. State tentando di umanizzare la ricerca?
«In realtà la divulgazione non è sempre tra le priorità di uno scienziato - continua - uno studioso è spesso più attento ai risultati che ottiene con i suoi studi, più che alla comunicazione con il grande pubblico. Ma i cittadini pagano la ricerca con le loro tasse e hanno diritto ad avere un'informazione corretta e puntuale. Per questo esistono realtà come la nostra che non pensano solo alla ricerca ma anche alla divulgazione. Questo è il senso del FestivalScienza. Per il Centro marino internazionale inoltre - continua Rosalba Murgia - la divulgazione è compito istituzionale e noi cerchiamo di assolvere al meglio a questo ruolo, anche grazie all'impegno del nostro direttore, Paolo Mossone , che ha voluto fortemente questa seconda edizione del festival».
Tantissimi laboratori, conferenze, eventi: una tre giorni che impegna centinaia di persone. Ma quanto costa il Festival?
«Questo festival è stato organizzato con soli 1750 euro - sorride la biologa - una cifra assolutamente simbolica che ha coperto appena la stampa di qualche depliant. Un'inezia se consideriamo che il Festival cagliaritano si muove su 120mila euro di contributi. Siamo tutti volontari. Ma voglio ringraziare lo stesso i nostri sostenitori: Alleanza Assicurazioni, Nieddittas, Hotel Mistral, Consorzio industriale, Avis, Lega Coop Oristano. Speriamo che la sensibilità aumenti per questo tipo di eventi, vista la curiosità e la partecipazione della città: lo scorso anno abbiamo coinvolto 2000 persone tra ricercatori, studenti e cittadini».
In questo lavoro di organizzazione, andato avanti per mesi, Rosalba Murgia e Valeria Andreotti dell'Imc hanno lavorato a stretto contatto con il direttore del Consorzio Uno, Francesco Asquer e il suo collaboratore, Carlo Aymerich .
«La squadra ormai è rodata, insieme lavoriamo molto bene, anche grazie alla collaborazione di tutte le realtà che in città si occupano di cultura: dalle scuole, alla libreria Mondadori, all'Unla, al Centro giovani. Insomma in questo grande sforzo organizzativo ci ha aiutato tutta la città».
Alessandra Raggio

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 20 novembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Il piano della Regione per superare l'emergenza e abbattere i tempi delle prestazioni
Liste d'attesa, si rafforza il Cup
Arru: pronti 2,5 milioni. Moirano: ricorriamo anche ai privati

Potenziamento del Centro unico di prenotazione; sensibilizzazione dei medici sulla quantità delle prescrizioni e sulla presa in carico del paziente per le seconde visite; integrazione tra offerta pubblica e privata. L'assessorato regionale alla Sanità e l'Ats mettono in campo un piano per abbattere le liste d'attesa. Ci sono visite specialistiche per le quali bisogna attendere anche più di un anno, migliaia e migliaia di persone “in fila” per vedere un medico, reparti con l'acqua alla gola e personale ridottissimo, le associazioni dei malati che protestano per una situazione spesso «vergognosa». Le risorse del vecchio Piano del 2010 - 28,5 milioni - non hanno dati risultati apprezzabili, sono avanzati 2,5 milioni, che saranno utilizzati per rivedere il sistema e introdurre per la prima volta i codici sulle priorità, previsti allora e mai concretizzati.
LA REGIONE La Giunta regionale venerdì scorso ha approvato - su proposta dell'assessore alla Sanità Luigi Arru - una delibera che «corregge quanto stabilito per il contenimento delle liste d'attesa dal 2010 a oggi». In sostanza, c'erano 28,5 milioni di euro, ne sono stati spesi 26, evidentemente non nel migliore dei modi dato che i tempi d'attesa per i sardi, in generale, non si sono accorciati. Adesso, con i 2,5 milioni rimasti, si tenterà di rimediare, e istituire - come prescrive il programma - i tempi massimi di attesa per le prestazioni ambulatoriali in base alle classi di priorità: U (urgente), da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore; B (breve), da eseguire entro 10 giorni; D (differibile), da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P (programmata).
LE RISORSE «Le Assl», sottolinea Arru, «hanno avuto quasi 28 milioni e mezzo di euro per far fronte al problema della prenotazione delle prestazioni sanitarie. A fronte di queste ingenti risorse, però, è mancata un'adeguata sensibilizzazione dei medici che fanno le prescrizioni. Il Cup regionale deve essere sfruttato meglio, ci deve essere una gestione distinta delle priorità per il primo accesso, e la possibilità per l'erogatore della prestazione di attivare il protocollo di presa in carico e follow-up e, quindi, delle successive visite, senza ripassare per il sistema di prenotazione regionale». In altre parole: si passa dal Centro unico di prenotazione nel caso si tratti di una prima visita poi, per quelle successive, ci si mette d'accordo direttamente con lo specialista.
«Le risorse del Piano del 2010 rimodulate, verranno utilizzate per smaltire le liste d'attesa», aggiunge l'assessore, «garantendo la prenotazione, su agende informatizzate sul sistema Cup regionale, di almeno il 90% delle prestazioni erogate di specialistica ambulatoriale, comprese le prime visite specialistiche, e dell'80% della totalità delle prestazioni erogate di specialistica ambulatoriale istituzionale e intramoenia (ad esclusione delle prestazioni di laboratorio analisi)».
L'ATS Intanto, nei giorni scorsi, il numero uno dell'Azienda tutela della salute, Fulvio Moirano, ha firmato un provvedimento che destina circa 1,6 milioni allo stesso obiettivo. Dopo un monitoraggio delle maggiori criticità nelle varie Assl sono stati distribuiti tra le strutture private nei singoli territori i volumi di prestazioni necessari e alle Assl i soldi per pagarli. In sostanza, il paziente in lista d'attesa viene chiamato e gli si propone un altro appuntamento, molto più ravvicinato, nella struttura privata. «Il ricorso all'attività del privato», specifica la determina, «può rappresentare un valido strumento da utilizzare per sopperire alle carenze dell'offerta pubblica, l'offerta di prestazioni deve essere disponibile agli utenti in maniera indistinta». E con gli stessi costi.
LE AZIONI Anche Moirano specifica che un altro fronte sul quale è necessario intervenire riguarda il numero delle prestazioni. «Alcune, sono veramente in numero spropositato», spiega, «per risolvere il problema delle liste bisogna mettere in campo azioni sinergiche e parallele sul governo della domanda, su quello dell'offerta, sui sistemi di prenotazione ed erogazione. Speriamo, già alla fine dell'anno, di vedere i primi risultati concreti».
Cristina Cossu


 

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 20 novembre 2017 / Sardegna - Pagina 4
Nell'isola promossa una raccolta firme per chiedere l'adeguamento degli importi al resto d'Italia
Gli universitari: borse di studio troppo basse

SASSARI Gli universitari sardi scendono in campo e lanciano la loro sfida: una petizione per chiedere l'aumento degli importi delle borse di studio, i più bassi d'Italia. «È uno scandalo - protestano gli studenti - Sono addirittura al di sotto dei minimi stabiliti dalla legge. Per non parlare del confronto, impietoso, con le borse di studio delle regioni più ricche come Lombardia e Veneto. I nostri colleghi dell'alta Italia percepiscono il triplo. Una vera e propria ingiustizia». Le borse di studio sono finanziate per il 60 per cento dallo Stato e per il restante 40% dalle Regioni. Ed è qui che entra in gioco la capacità finanziaria e il desiderio delle singole autorità regionali di aiutare i ragazzi a proseguire gli studi. «I nostri politici non hanno a cuore né il futuro di noi ragazzi né, evidentemente, quello della Sardegna. Se si vuole dare un futuro a questa terra, bisogna partire dall'istruzione. Bisogna dare a tutti i ragazzi che se lo meritano, e non hanno i mezzi, la possibilità di studiare. Il diritto allo studio è un diritto previsto dalla nostra Costituzione. Bisogna ricordarlo ai nostri politici».La petizione. L'Unione degli universitari di Sassari ha lanciato da pochi giorni una petizione per chiedere «provvedimenti concreti per l'istruzione pubblica e il diritto allo studio nella nostra isola». In particolare gli universitari sardi, oltre a chiedere l'adeguamento degli importi ai minimi ministeriali, pretendono che le borse di studio vengano garantite a tutti gli idonei ponendo così fine allo scandalo degli «idonei non beneficiari», cioè studenti che per merito e reddito hanno diritto alla borsa ma non la ottengono per mancanza di fondi. «Gli importi delle borse di studio in Sardegna sono scandalosi. I fuori sede, ad esempio, ricevono 3.780 l'anno, mentre il minimo previsto dalla legge è di 5.200».Gli studenti chiedono inoltre che venga allargata la platea dei beneficiari, oggi limitata a chi ha un reddito Isee fino a 20mila euro. «Chiediamo che la soglia venga innalzata a 23mila così come prevede il decreto del ministero dell'Università». Tra le richieste, anche la gratuità dei trasporti per gli studenti con un reddito Isee fino a 25mila euro e la costruzione di residenze universitarie anche nelle sedi decentrate di Nuoro, Oristano e Olbia. Quello degli alloggi, infatti, è un altro tasto dolente: nell'isola solo uno studente su tre riesce a trovare un posto nelle residenze universitarie. «Abbiamo deciso di lanciare questa petizione, che ha già raccolto 700 firme, per dare voce a noi studenti, alle nostre famiglie e a tutti coloro che hanno a cuore l'istruzione pubblica», sintetizza Antonio Pala, coordinatore dell'Udu di Sassari. L'appello è rivolto alla Giunta e al Consiglio regionale. «Non vogliamo la luna, chiediamo solo che la Regione si adegui agli standard minimi previsti dal ministero. Ci auguriamo che nella Finanziaria 2018 ci siano le risposte alle nostre richieste». (g.z.)


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