Press review

18 November 2017

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 novembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
VIA OSPEDALE
Odore di gas, studenti fuori dal Palazzo delle Scienze

Un bruciatore danneggiato all'accensione dell'impianto di riscaldamento del Palazzo delle Scienze: per questo nell'edificio di via Ospedale si è sentito un forte di odore di gas. Risultato: lezioni sospese per tutta la mattinata di ieri, studenti fatti uscire precauzionalmente dal palazzo e tecnici dell'Università al lavoro per riparare il guasto.
«La situazione», hanno fatto sapere dagli uffici dell'Ateneo, «è stata presa in carico immediatamente dalla direzione opere pubbliche dell'Università. Il guasto è stato individuato subito e alla fine della mattinata è stato completato l'intervento di riparazione del bruciatore dell'impianto di riscaldamento. Le attività sono riprese normalmente fin dal primo pomeriggio».
Sono stati gli studenti e il personale universitario del Palazzo delle Scienze a sentire il forte odore di gas e a segnalarlo ai responsabili facendo scattare l'accertamento dei tecnici e l'intervento per riparare il guasto. Unica conseguenza: le lezioni sono saltate e i ragazzi sono stati fatti uscire dall'edificio.


2 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 novembre 2017 / Cultura (Pagina 54 - Edizione CA)
Fondazione Maria Carta
È a Fonni l'ultima tappa di “Freemmos”, il progetto ideato dalla Fondazione Maria Carta per sensibilizzare istituzioni e cittadini sul problema dello spopolamento dei piccoli centri della Sardegna. Oggi avrà la voce delle sindache di 59 comuni dell'Isola, a iniziare da quella di Daniela Falconi, padrona di casa.
Neologismo dall'inglese free , ovvero libero, unito alla desinenza sarda mmos , fermi, diventa “freemmos”: liberi e fermi di restare nei propri paesi, di vivere e abitare la terra in cui si è nati. Oggi la carovana di “Freemmos” è a Fonni, paese dove l'imprenditoria femminile è spesso di successo. Ecco allora l'idea di concentrare l'attenzione sul ruolo della figura femminile, invitando a discutere di spopolamento chi ogni giorno fa i conti col problema, cercando di comprendere difficoltà, istanze, proposte. I lavori si aprono alle 9,30 nella sala Ceas Don Muntoni. Alle
10 tavola rotonda con alcune sindache di diverse aree della Sardegna.
Prevista la partecipazione di Maria Carme Freixa, presidente dell'associazione dei piccoli comuni della Catalogna, la sociologa Ornella Porcu e imprenditrici di varie aziende dell'Isola. A seguire, il Rettore dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo converserà con l'archeologa Maria Antonietta Mongiu e la docente di Sociologia dell'Università di Sassari, Antonietta Mazzette. La giornata si chiude in musica. Sul palco Maria Giovanna Cherchi, Claudia Crabuzza, Chiara Effe, Rossella Faa, Fantafolk e i Tressardi.


3 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 novembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 13 - Edizione CA)
INPS. Il rapporto annuale dell'Istituto è poco confortante per l'economia sarda
Meno ammortizzatori sociali ma aumentano i disoccupati

Tra metafore e citazioni di De André, di Warren Buffett, dell'Apocalisse e di Gramsci, l'incontro per la presentazione del Rapporto annuale dell'Inps Sardegna, è stato per certi versi irrituale. Ma decisamente più interessante rispetto al classico elenco di freddi numeri e gelide percentuali che di solito si annotano in questi eventi. Ieri, nell'auditorium di Banca Intesa, in viale Bonaria a Cagliari, ognuno, nel proprio intervento, ha fatto il suo. Comprese le arringhe di sindacalisti e politici per difendere le sedi periferiche che l'Istituto vorrebbe chiudere nell'ottica dei risparmi dei costi, lasciando giusto le sedi nei quattro capoluoghi di provincia oltre a Quartu, Iglesias, Sanluri e Olbia.
Anche se chi avrebbe dovuto rispondere, cioè Cristina Deidda, direttore regionale, e Gabriella Di Michele, direttore generale dell'Inps, hanno preferito rinviare il discorso sull'argomento.
PENSIONI Il presidente del Comitato regionale Piero Vargiu ha fornito elementi di riflessione importanti: l'Inps ha erogato nel 2016 oltre 4 miliardi e 816 milioni a 478.364 pensionati, a fronte di 1 miliardo e 785 milioni incassati dai contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti privati - non pervenuto il dato sui dipendenti pubblici. «Non deve ingannare - ha detto Vargiu - la diminuzione delle ore di cassa integrazione straordinaria e in deroga (meno 45,92). Il minore ricorso agli ammortizzatori sociali non è originato da una maggiore occupazione quanto dal mancato riavvio dell'economia sarda che ha influenzato negativamente anche le prospettive occupazionali portando a una diminuzione del numero degli occupati. Significa che si è estesa la fascia di persone prive di qualsiasi sostegno al reddito, ovvero, si è accresciuta la povertà».
MONDO DONNA Cristina Deidda ha scelto di sottolineare la situazione femminile («La donna è fortemente penalizzata e lesa nei suoi diritti fondamentali»), ricordando - a una settimana dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne - che il fenomeno «ha causato vittime anche nel nostro istituto». Quindi, una disamina sullo stato dell'arte nell'Isola dove colpisce che le giovani imprenditrici crescono più che nel resto d'Italia. «È Nuoro a eccellere - dice la dirigente - sulle altre province. La forma societaria femminile prevalente è l'impresa individuale, seguita dalla cooperativa. I settori maggiormente interessati sono i servizi alla persona, commercio e agricoltura, sanità e assistenza, istruzione e ristorazione».
LA REGIONE Virginia Mura, assessore regionale del Lavoro, ha cercato di promuovere l'operato della Giunta Pigliaru: «Il quadro macroeconomico ci consente di guardare al futuro con moderata fiducia. I dati amministrativi che arrivano dall'Osservatorio sul precariato indicano un calo sensibile della disoccupazione femminile e un aumento importante dei contratti di apprendistato (+ 60%), grazie anche alle numerose azioni portate avanti dal nostro assessorato. Stiamo cercando di di creare politiche adeguate per chi è lontano dal mondo del lavoro». Quelle politiche che Michele Carrus, segretario regionale della Cgil, vorrebbe che si cambiassero («serve un piano nuovo per il lavoro»). Sulla stessa stessa lunghezza d'onda gli interventi di Alberto Scanu, Confindustria, e Ignazio Ganga, Cisl. Mentre Lilli Pruna, sociologa dell'economia all'Università di Cagliari, ha messo l'accento sulla scarsa istruzione dei giovani sardi, per questo penalizzati nella ricerca di un lavoro. «Esiste un mercato debole e diseguale, dove sono continue le violazioni delle regole del lavoro con l?inps che l'anno scorso ha registrato un 25% di trasgressioni a causa della riduzione del personale».
CRITERI NON PARAMETRI Il deputato Gianpiero Scanu ha affondato i colpi: «I dati emersi finora sono da bollettino di guerra. Non capisco perché non si sia ancora creata una mobilitazione permanente. La Sardegna vive un momento drammatico e chi porta altri numeri per distrae dalla realtà». E, sull'ipotesi di chiusura delle sedi periferiche dell'Istituto, ha
aggiunto: «Non si possono utilizzare i parametri, ci vogliono i criteri:
orografia, distanze, popolazione. Ma il costo sociale l'Inps lo valuta?», dice Scanu rivolgendosi a Gabriella Di Michele.
AUSTERITÀ L'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ha parlato di dominio dell'ideologia dell'austerità, che ha determinato la crescita della diseguaglianza, iniziato dai primi anni '80 del secolo scorso. La conclusione del direttore Di Michele (non vuole essere chiamata direttrice) ha toccato il lavoro nero («mancano gli ispettori, facciamo meno controlli») che l'Inps, comunque, continuerà a combattere nonostante le recenti difficoltà.
Vito Fiori


4 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 novembre 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 39 - Edizione CA)
Domusnovas Incontro formativo
Chi vuole appropriarsi delle nostre informazioni? Perché lo fa, quali tecniche utilizza e come difendersi? A queste domande si risponderà oggi, alle 16, presso la caffetteria “The Island”, grazie all'iniziativa dell'associazione “Elda Mazzocchi Scarzella”. L'evento inaugura un ciclo di momenti formativi voluti dall'associazione. «Un incontro - spiega la presidente Maria Giovanna Dessì - che mira a sviscerare le principali tecniche di truffa informatica e gli accorgimenti da tenere a mente davanti al pc». Relatore è Davide Maiorca, ricercatore presso il Pra Lab della facoltà di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell'Università di Cagliari. (s. f.)


5 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 novembre 2017 / Cultura (Pagina 54 - Edizione CA)
Presentazione del libro di Dessì
La Iglesias dell'800 sull'Unione Sarda

Iglesias dell'Ottocento raccontata attraverso gli articoli dell'Unione Sarda. A raccogliere il prezioso materiale, attraverso il quale è possibile conoscere le tante sfaccettature della vita iglesiente dell'epoca, è stata l'insegnante Maria Dolores Dessì e ora il suo lavoro certosino è diventato un libro. “Iglesias. Dall'Unione Sarda nell'Ottocento” è il titolo e sarà presentato oggi, nel corso di un incontro che si svolgerà alle 18 nella biblioteca comunale di via Gramsci.
L'autrice, durante la presentazione, sarà affiancata da Gianfranco Tore, docente all'Università di Cagliari, dal sindaco Emilio Gariazzo e da Gianni Filippini, direttore editoriale de L'Unione Sarda.
«L'iniziativa - argomenta Maria Dolores Dessì - nasce all'interno di un lavoro più ampio sul territorio e la città nell'Ottocento. Ma, visto l'interesse del materiale e il valore, anche didattico, dello stesso, si è pensato di divulgarlo separatamente per non sacrificarlo e offrire meglio una visione integrale degli avvenimenti». (Cinzia Simbula)



 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 novembre 2017 / Sardegna - Pagina 7
Gli importi stabiliti dalla Regione sono al di sotto dei minimi ministeriali
Mancano anche i posti letto: solo uno su 3 ottiene l'alloggio in una residenza
POCHE BORSE DI STUDIO E TRA LE PIÙ BASSE D'ITALIA
I fuori sede percepiscono 3.780 euro annui invece dei 5.220 previsti dal decreto ministeriale
L’assessore Dessena assicura che per l’anno 2018-19 sarà ampliata la platea dei beneficiari

di Gianna Zazzara
SASSARI  In Sardegna il diritto allo studio è una chimera. Gli importi delle borse di studio sono al di sotto dei minimi stabiliti dal ministero dell'Università e della Ricerca, e un universitario su 3 che ha diritto all'alloggio non lo ottiene perché non ci sono le residenze universitarie.La protesta. Ieri, in occasione della Giornata internazionale degli studenti, gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per denunciare il grave stato di sottofinanziamento dell'istruzione pubblica con lo slogan "Università in rosso". Gli studenti sardi hanno una ragione in più per protestare: le loro borse di studio sono tra le più basse in Italia, molto al di sotto dei minimi previsti dal ministero. «Siamo in piazza per chiedere di invertire la rotta», hanno detto Antonio Pala, dell'Unione degli universitari di Sassari, e Carlo Sanna, di Unica 2.0. Gli studenti di Sassari ieri hanno inscenato un flash-mob davanti al palazzo dell'università mentre quelli di Cagliari si sono riuniti in sit-in davanti alla sede del Consiglio regionale. «Chiediamo ai politici che stanno chiusi nelle loro stanze di aiutarci a realizzare i nostri sogni - hanno detto gli studenti - Vogliamo che gli importi delle nostre borse di studio vengano allineati ai minimi previsti dalla legge, che è di 5.200 euro l'anno, e che venga allargata la platea dei beneficiari, oggi limitata a chi ha un reddito Isee inferiore ai 20mila euro».Le borse di studio. L'importo delle borse di studio - che vengono erogate sia in base ai meriti accademici che ai bisogni economici delle famiglie - viene stabilito dalle autorità regionali. «C'è una vera e propria forbice tra gli importi delle borse di studio in Sardegna e i minimi previsti dal ministero - ha confermato Michele Camoglio, presidente dell'Ersu di Cagliari - Per non parlare del divario con le regioni più ricche, come la Lombardia. In Sardegna gli studenti fuori sede, invece di prendere 5.200 euro l'anno, il minimo fissato per legge, devono accontentarsi di 3.780 euro. Inoltre, è ridotta anche la platea dei beneficiari. Mentre secondo le indicazioni ministeriali hanno diritto al sostegno economico tutti gli studenti con un reddito Isee fino a 23mila euro, in Sardegna il limite è di 20mila. Per non parlare dell'alloggio. A Cagliari su 1030 idonei quest'anno hanno trovato posto solo 607 ragazzi». E questo nonostante il drammatico calo delle immatricolazioni. «Negli ultimi 10 anni a Cagliari abbiamo perso 10mila studenti». Situazione analoga a Sassari. «Uno su tre non ha diritto all'alloggio - ha protestato Antonio Pala, dell'Udu - e quest'anno in 593 sono ancora in attesa di ricevere la borsa di studio». Sono i famosi «idonei non beneficiari», cioè studenti che per merito e reddito hanno diritto alla borsa di studio ma non la ottengono per mancanza di fondi. «È una situazione che negli ultimi due anni è stata risolta, sia a Sassari che a Cagliari - ha assicurato l'Ersu - Tutti gli idonei hanno ricevuto e riceveranno la loro borsa di studio». Anche se a volte questo avviene quando il corso universitario è già partito. «Un problema serio per molti studenti e le loro famiglie», ha sottolineato il rappresentante degli studenti di Sassari. Sembra incredibile, ma la Sardegna, oltre ad avere una delle percentuali di laureati tra i 30 e i 34 anni tra le più basse in Europa - appena il 17,2% - e un altissimo tasso di abbandono al primo anno del corso universitario, dà ai ragazzi solo le briciole.L'assessore. «Mi auguro che per il prossimo anno 2018-19 si trovino le risorse almeno per aumentare la platea dei beneficiari aumentando il limite Isee- si è augurato l'assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena - L'obiettivo è recuperare altri 6 milioni di euro dal Fondo Sociale Europeo. Anche perché l'istruzione è cruciale se vogliamo dare un futuro alla Sardegna e ai nostri ragazzi».
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 novembre 2017 / Economia - Pagina 16
Le tre sarde inserite nella top 400 delle aziende in cui si lavora meglio in Italia
TISCALI, MERIDIANA E SARAS PROMOSSE DAI DIPENDENTI
Nella lista anche l'università di Cagliari. A livello nazionale trionfa la Ferrero

SASSARI Ci sono anche quattro sarde nella top 400 delle aziende in cui si lavora meglio in Italia. A decretarlo in forma anonima gli stessi dipendenti. Nella lista stilata da Panorama, rigorosamente in ordine alfabetico, la Sardegna è rappresentata da Meridiana, Saras, Tiscali e dall'università di Cagliari. Ma ci sono anche tante aziende che, pur avendo la sede legale in altre regioni, hanno tante filiali nell'isola. Solo nella top ten ci sono anche Hilton, Enel, Banca d'Italia e Decathlon Italia. Tiscali. Ad aggiudicarsi la posizione migliore è Tiscali, al quinto posto tra le imprese di telecomunicazione. Secondo i lavoratori l'azienda fondata da Renato Soru, 948 dipendenti e sede a Cagliari, è tra quelle in cui si sta meglio. A ottenere un punteggio più alto sono state solo Microsoft Italia, Cisco Systems, Fastweb e Vodafone, mentre Tiscali precede colossi come Engineering, Tim Telecom (solo 11esima) e Wind Tre (al 13esimo posto).Saras. La raffineria di Sarroch della famiglia Moratti, 1.155 dipendenti, ha ottenuto un'ottima sesta posizione nella sezione dedicata alle materie prime e all'energia. In cima c'è l'Enel, al quarto posto assoluto nella classifica generale, seguita da Edison, Eni, Dolomiti Energia, Gse. Quindi, la Saras. Chiudono la top ten Impresa Sangalli, Giancarlo, Terna, Enea e Ama. Meridiana. La compagnia aerea fondata dall'Aga Khan non è la prime 10 aziende di trasporti e logistica, ma ha comunque superato l'esame a pieni voti e l'apprezzamento dei suoi dipendenti la fa entrare nella top 400. Un risultato forse inaspettato, perché arriva al termine di un lungo periodo di turbolenze culminato nell'accordo tra la compagnia con sede a Olbia e la Qatar Airways, ma soprattutto in 396 licenziamenti tra assistenti di volo, tecnici e amministrativi. Università di Cagliari. Più che soddisfatti anche i 1.856 dipendenti dell'ateneo cagliaritano. L'università non è tra le prime dieci posizioni nella sezione educazione e ricerca, aperta dalla università di Firenze, seguita dal Politecnico di Milano e dalla Bocconi. Ma è uno dei pochi atenei che ha ottenuto un buon gradimento da parte dei suoi dipendenti.La top ten. A guidare la classifica tra le aziende italiane è la Ferrero, la fabbrica della Nutella: per i suoi 6.384 dipendenti di Alba è il top. Al secondo posto la Ferrari. La casa automobilistica di Maranello supera di un soffio la catena statunitense di alberghi Hilton, presente in Italia con 20 hotel. A seguire l'Enel, la Lamborghini, la Banca d'Italia, la Barilla, la Samsung Eletronics Italia, Decathlon Italia, Tetra Pak. Di queste alcune sono presenti anche in Sardegna. L'Hilton, per esempio, ha un hotel a Olbia, l'Enel è presente in tutta l'isola, la Banca d'Italia a Cagliari e Sassari, mentre Decathlon, dopo Sassari, presto aprirà anche a Olbia. (al.pi.)

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 novembre 2017 / Sardegna - Pagina 4
In aumento i contributi versati dai privati. Gli importi più bassi agli agricoltori
NON È UN'ISOLA PER GIOVANI
PENSIONATO UN SARDO SU TRE

L'Ufficio centrale dell'Inps, a Cagliari era presente la direttrice generale nazionale Gabriella Di Michele (foto), ha deciso: in Sardegna dovranno chiudere gran parte delle agenzie e resterebbero aperte solo le sedi provinciali di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, più Olbia, Quartu, Iglesias e Sanluri. «Considerata la limitata densità abitativa, l'orografia, l'ampiezza del territorio e la carenza di trasporti pubblici che colleghino regolarmente le zone interne, collinari e rurali, dobbiamo bloccare questo Piano se non si vuole penalizzare enormemente queste popolazioni e favorire lo spopolamento». A dirlo non è stato un sindacalista, ma Pier Paolo Vargiu, presidente del Comitato regionale Inps. Dunque, una voce interna, che nel suo intervento ha lanciato un appello ai Comuni, alla Regione e ai parlamentari: «Fatevi parte attiva con l'Istituto e il governo perché questo non accada o ci saranno contraccolpi devastanti». È quanto denunciano dalla Cgil alla Cisl: «Se fossero applicati i parametri, nazionali decisi a tavolino, qui sarebbe un disastro». La direttrice ha promesso che le soluzioni saranno trovate. Lo ha detto al presidente del Consiglio delle autonomie locali, Andrea Soddu: i sindaci hanno già bocciato lo smantellamento. E poi ripetuto quando in sala c'era anche l'ex ministro Cesare Damiano, ora presidente della Commissione lavoro alla Camera, e quindi la promessa di una «nostra maggiore attenzione al caso Sardegna» è diventata un giuramento.CAGLIARIUno su tre è in carico all'Inps. Oltre un terzo dei sardi, poco meno di 480mila, vive solo di pensione e non sempre se la passa bene. L'assegno mensile di vecchiaia è appena sopra i 694 euro, in media, ma va meglio per chi prima della "panchina" ha lavorato e versato i contributi: incassa intorno ai 1.400 euro. Però gli ex agricoltori sono alla fame: 545 euro al mese. Sono questi i conti dell'Inps in Sardegna, presentati dalla direzione regionale in un dossier zeppo di numeri e tabelle. È un'istantanea per nulla sfocata di una regione sempre più vecchia, ancora prigioniera della grande crisi e soffocata da un cambio generazionale che non c'è. Nella fascia 15-24 anni il tasso di disoccupazione è sempre intorno a un preoccupante 56,3 per cento, e chi non lavora - si sa - non versa contributi e non esiste per l'Inps. È anche una Sardegna in cui ogni forma di precariato ormai ha avuto il sopravvento, alimentato dall'abuso dei voucher, sono oltre 4 milioni quelli venduti e utilizzati nel 2016, e anche da contratti atipici che fanno rabbrividire solo per i diritti mortificati. L'unica certezza è che le pensioni dovrebbero essere al sicuro anche dalle nostre parti. L'Inps ha i conti a posto, nonostante paghi ogni anno 4,3 miliardi di euro, 30 milioni in più dal 2015 al 2016, e possa contare solo su entrate certificate, in arrivo dai lavoratori dipendenti privati, inferiori ai 2 miliardi. La differenza dovrebbe far tremare i polsi ai pensionati, sono oltre 2 miliardi di disavanzo, ma dovrebbero essere solo virtuali, perché l'Inps ammette candidamente di non sapere l'ammontare dei contributi pagati dai dipendenti pubblici e quindi fra le entrate manca questa voce fondamentale. Però, in una delle successive pagine del dossier, s'intuisce che il buco non dovrebbe esserci, o almeno si spera che non ci sia. Grazie forse anche a una continua razionalizzazione dei costi fissi, leggi soprattutto affitti, e alla possibile chiusura di 18 sedi, agenzie o sportelli rispetto agli attuali 26. Taglio annunciato da Roma, ma contestato sia dall'interno dell'Istituto previdenziale, sia da sindacalisti e sindaci, sempre più preoccupati per lo spopolamento in aumento nei loro Comuni. Provocato quasi sempre da uno Stato, che continua ad abbassare le serrande degli uffici pubblici in nome di una spesa nazionale da disboscare.Numeri a confronto. In Sardegna la categoria che versa più contributi è quella dei lavoratori dipendenti, con poco più di un miliardo, l'ultima i pescatori, 139mila euro. In mezzo ci sono i commercianti, con 151 milioni pagati all'Inps, ma di contro sono 287 i milioni incassati ogni anno da chi fino alla pensione "andava a bottega". Poi gli artigiani: 126 milioni in entrata, 355 in uscita. Il differenziale più alto è incolonnato sotto la voce "coltivatori diretti, coloni e mezzadri": 82 milioni di contributi, 292 milioni per 41mila pensioni. Generi e province. In Sardegna ci sono più pensionate, 265mila, che pensionati, 212mila. Però quella incassata dalle prime è inferiore di 164 euro (684 contro 848) rispetto agli uomini. La provincia con più lavoratori domestici è Cagliari, 20mila, l'ultima Oristano, 4.738, e in totale sono quasi 45 mila. È sempre Cagliari la provincia che ha utilizzato più voucher, 1,3 milioni, con una punta di 275mila nel commercio. In coda l'Ogliastra con 112mila e 28mila nel turismo.Welfare. Oltre 82mila sardi, nel 2016, hanno presentato la domanda per l'indennità di disoccupazione e 73 mila sono state accolte. Fra inabili, invalidi civili e assegni sociali l'Inps paga più di un miliardo l'anno ed è una delle percentuali più alte se confrontate al totale di quelle erogate: sfiora il 40 per cento. Nello stesso capitolo anche la cassa integrazione declinata fra ordinaria, straordinaria e in deroga. Sono tutte in calo nel conteggio delle ore, ma non è un segnale positivo. Vuol dire che le imprese in difficoltà non si sono riprese e quindi non hanno riassunto, oppure, nel caso della cassa integrazione in deroga, il crollo da un oltre un milione di ore nel 2015 a 193mila l'anno scorso è dovuto solo ai criteri più restrittivi imposti dal governo.Chiaro e scuro. La notizia positiva è che gli uffici dell'Inps sono diventati più efficienti in dieci anni. Se nel 2011 avevano bisogno di 236 giorni per definire una pratica e liquidarla, ora l'attesa non supera i quattro mesi. Anche se la media regionale dell'efficienza è ancora abbastanza staccata nel confronto con quella nazionale: sulla terra ferma trascorrono solo due mesi prima di ricevere una risposta dall'Inps. Lo scuro è invece popolato dai soliti furbetti che non pagano i contributi: sono 394 le aziende pizzicate con dipendenti irregolari e in nero, con un'evasione accertata intorno ai 16,5 milioni nel 2016. Ma c'è una speranza: le sanzioni sono diminuite di circa 7 milioni rispetto al 2015 e il che vuol dire che per fortuna i ladri di contributi sono sempre meno. (ua)

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