Press review

17 November 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Alla Cittadella di Monserrato alta formazione nella ricerca di base e sperimentale
«IL CENTRO CHE L'ITALIA CI INVIDIA»
Inaugurazione del Cesar, laboratorio condiviso per le bioscienze

A sfatare il mito dei sardi malunidos scende in campo l'Università di Cagliari inaugurando, nel Blocco “A” del Policlinico di Monserrato il primo Centro Servizi di Ateneo per la ricerca. Dietro l'acronimo “Cesar” (niente a che vedere con Roma padrona ) si nasconde «un'esperienza unica in Italia che già molti altri centri nazionali ci invidiano», dice la rettrice Maria Del Zompo prima di tagliare il classico nastro inaugurale assieme al presidente della Regione Francesco Pigliaru e alla direttrice del Centro Roberta Vanni.
SCOMMESSA AL FEMMINILE Sfidando questo pazzo novembre, sotto i bianchi gazebo la cerimonia inaugurale sotto la regia di una emozionatissima Maria del Zompo, «perché oggi si chiude e allo stesso si apre una bellissima avventura tutta al femminile, di un gruppo di donne dall'energia dirompente». Le fa eco la direttrice Roberta Vanni, cicerone nella prima visita guidata al Centro fra laboratori di altissima specializzazione e una foto-story del cantiere - dallo scavo alle rifiniture - a futura memoria dell'impegno profuso.
NOVITÀ ASSOLUTA «Parliamo del primo centro che mette insieme, sotto lo stesso tetto», afferma la professoressa Vanni, «discipline diverse in un unico spazio garantendo così una contaminazione di alto livello». Ricercatori di chimica, biologia, fisica e medicina lavoreranno insieme con le migliori tecnologie attualmente disponibili. «Siamo sempre stati abituati a ragionare in termini di laboratori come proprietà privata. Qui è il Centro che si deve adattare allo sviluppo, una struttura cioè in divenire nel senso che le attrezzature si faranno vecchie ma speriamo di poterle sostituire con quelle sempre più nuove, come quelle all'avanguardia di cui già disponiamo».

CONTINUITÀ Nato con fondi regionali nel 2007, il Cesar ha visto l'approvazione del suo progetto negli anni della Giunta Cappellacci (unanime il riconoscimento per l'allora assessore alla programmazione Giorgio La Spisa) e la consegna dei lavori all'Ateneo cagliaritano alla fine del 2015. Anche attraverso l'integrazione con fondi europei, la struttura della Cittadella di Monserrato, accanto al tradizionale cemento armato abbina pregevoli innesti di componenti in legno. Accanto a laboratori e aule didattiche per l'anno prossimo è prevista la realizzazione di una Biobanca .
FORMAZIONE IN LOCO C'è anche un aspetto identitario legato all'inaugurazione del “Cesar” che va oltre la modernizzazione della ricerca. «Siamo in grado di assicuriamo un'alta formazione che permetterà a tanti giovani che qui si specializzeranno di continuare a lavorare nella nostra Università, a servizio del nostro territorio. Risultato non di poco valore, visti i tempi».
Paolo Matta



2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Negativo il bilancio dell'Ats, Moirano: «Integreremo l'offerta con i privati»
LA LISTA NERA DELLA SANITÀ

Si allungano i tempi per una visita negli ospedali sardi Un anno di attesa per una colonscopia al Policlinico di Monserrato; nove mesi e mezzo al Brotzu per un'ecografia della mammella; nel Sulcis si ottiene una visita cardiologica dopo 233 giorni. Per diabetologia e oculistica gli appuntamenti vanno al 2019. Protestano le associazioni dei malati, il direttore dell'Ats Fulvio Moirano spiega: «Stiamo facendo una programmazione integrativa con i privati». Intanto nelle case di cura convenzionate mancano i farmaci. Le scorte sono terminate e l'Ats deve bandire una gara. ALLE PAGINE 2, 3

 
3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Visite specialistiche anche nel 2019. Moirano: stiamo rimediando
APPELLO DEI MALATI SARDI: BASTA ALLE ATTESE INFINITE

Oltre un anno di attesa per una colonscopia al Policlinico di Monserrato; nove mesi e mezzo abbondanti, al Brotzu, per un'ecografia al seno; nelle strutture del Sulcis una visita cardiologica la fissano dopo 233 giorni; 282 lune, invece, trascorrono prima di una spirometria a Lanusei. Dice un operatore del Cup, il Centro unico di prenotazioni: «Ci sono alcune liste chiuse, con il calendario del 2018 completo, stiamo dando gli appuntamenti, ad esempio, di diabetologia e oculistica, nel 2019».
IL REPORT Nell'ultimo monitoraggio della Regione sui tempi delle prestazioni ambulatoriali ci sono picchi infernali ma anche esempi di come dovrebbe funzionare un paese civile (da 48 ore a una settimana per vedere lo specialista), ci sono peggioramenti dal 2016 a oggi (ad esempio, per un esame gastroenterologico l'attesa media nell'Isola è passata da 70 a 114 giorni) e una serie di lievi miglioramenti (per una visita endocrinologica si è scesi da 136 giorni a 111). Protestano le associazioni dei malati, i trapiantati chiedono di ottenere le prestazioni almeno entro 180 giorni dalla richiesta e vicino a casa, senza dover per forza andare fino a Cagliari. Il direttore generale dell'Ats Fulvio Moirano avverte: «Per l'abbattimento delle liste d'attesa ho messo in campo una programmazione integrativa con i privati accreditati. I risultati li vedremo a fine dicembre».
L'ALLARME «È una vergogna, per chi deve andare a fare controlli una volta ogni tanto, figuriamoci per i malati cronici», dice Michele Calvisi, presidente dell'Associazione diabete mellito e celiachia, «non c'è stato nessun miglioramento nel tempo». Spiega Michele Golino dell'Aip (associazione rene policistico): «I medici sono pochi rispetto alle esigenze dei reparti, per questo si parla della possibilità di ampliare gli orari di apertura degli ambulatori». Molto critici i sindacati. «In questa riorganizzazione non si vedono effetti benefici né per gli utenti né per i lavoratori», sottolinea Fulvia Murru, segretaria generale Uil Fpl. «Siamo molto amareggiati, si tagliano le spese ma non quelle improduttive, delle mission annunciate, finora Moirano non ne ha raggiunto nessuna».
Sostiene Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale e presidente della Commissione d'inchiesta sulla Sanità: «Era un disastro prima, e adesso sta diventando sempre più difficile assicurare i servizi ai sardi. Non solo, date le iniziative dell'Ats, avremo sempre meno specialisti e professionisti».
I TRAPIANTATI Pino Argiolas di Prometeo, delegazione dell'associazione italiana trapiantati di fegato, dice che «la questione delle liste d'attesa è l'unica grande pecca di una riforma della Sanità che consideriamo ottima». E aggiunge: «I trapiantati di fegato, e pancreas-rene sono circa 380 e tutti vanno al Brotzu a fare le visite specialistiche. Perché invece non si decide di utilizzare la diagnostica dei territori? Il direttore sanitario dell'Aou di Sassari, Antonio Orrù, ci ha dato massima disponibilità, ma ancora siamo fermi».
LE RAGIONI «Liste lunghe per alcune prestazioni? La nostra è un'azienda ospedaliera ad alta specializzazione e al primo posto vengono i ricoverati, ovvero i casi più gravi e urgenti, per i quali non c'è attesa», spiega Giorgio Sorrentino, direttore generale dell'Aou di Cagliari. «I posti ambulatoriali rimanenti sono ovviamente aperti anche agli esterni, anche se questi pazienti sono di competenza del territorio. Ma spesso accade che il paziente non scelga il centro più vicino a dove abita o quello dove viene visto prima, ma quello che ritiene essere il migliore per la sua patologia. E noi effettivamente abbiamo tante richieste e posti limitati».
L'ATS «Ci sono tre fattori sui quali operiamo», dice il direttore dell'Ats, Fulvio Moirano, «l'appropriatezza: per certe prestazioni, come risonanze ed endoscopie, i numeri sono esagerati. Poi: il problema della riduzione dell'organico e dell'aumento della produttività delle strutture. Terzo: l'utilizzo dei privati accreditati. Con un fondo di 1,7 milioni ho assegnato - sulla base delle criticità maggiori - risorse alle varie aree. Il paziente viene chiamato e gli si propone un appuntamento in una struttura privata, naturalmente senza costi aggiuntivi. Vedremo a dicembre se quest'azione darà i risultati sperati».
Cristina Cossu

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Frasi inopportune e proposte indecenti nell'ambiente di lavoro
«NESSUNA È AL SICURO»
Storie di donne che alle molestie hanno detto no

Durante un provino per una sfilata a Parigi o nell'infermeria di una nave nel porto di Cagliari. Ruoli e scuse diverse ma lo stesso disagio e la stessa forza di reagire, guardare in faccia l'uomo che avanzava pretese fuori luogo, prendere la porta e raccontare tutto a un amico, un collega, un genitore o la polizia.
A Chiara Corridori, modella cagliaritana che calca le passerelle di tutto il mondo, è capitato qualche tempo fa durante un casting nella capitale francese. Con la scusa della luce poco adatta a immortalarle il viso un fotografo le ha proposto di sfilarsi la maglietta per fare qualche scatto in topless. Lei non ci ha pensato due volte: superato lo stupore e l'imbarazzo, l'ha piantato in asso e ha raccontato tutto al suo agente. E ci tiene a precisare che quello in cui lavora «è un ambiente pulito e professionale, si è trattato di un episodio isolato che non ha avuto alcuna conseguenza».
IN INFERMERIA Stessa reazione per una studentessa dell'istituto alberghiero che l'estate scorsa a causa di un malore è stata portata d'urgenza nell'infermeria della nave a bordo della quale faceva lo stage. «Un uomo che si è presentato come medico le ha chiesto di sbottonarsi la camicetta e le ha rivolto parole del tutto inappropriate». La ragazzina si è rivestita e ha presentato denuncia. «È l'unica cosa da fare: denunciare sempre perché purtroppo, nonostante le rivelazioni degli ultimi giorni, c'è ancora tanto sommerso». Ci sono almeno tre buone ragioni per le quali Anna Maria Busia è titolata a esprimere un'opinione a riguardo: è una donna, un'avvocata e una consigliera regionale impegnata in una battaglia contro la violenza.
«NESSUNA ESCLUSA» «Non credo esista una donna che non abbia mai subito molestie. Forse non hanno capito quel che stava accadendo loro, per una mancanza di attenzione o di sensibilità, ma se ce ne fosse anche solo una vorrei conoscerla». Nessun dubbio su cosa debba essere considerato molestia e cosa no. «Credo sia violenza qualunque cosa venga fatta contro la mia volontà. Se un uomo sfiora il ginocchio di una collega o se le fa un apprezzamento pesante e non richiesto si tratta di violenza che può essere fisica o verbale».
Esistono però delle eccezioni. «Posso dire con assoluta certezza che il tribunale è un ambiente nel quale si lavora con regole certe e dove non mi è mai capitato nulla di sconveniente. Né da parte di colleghi e neppure da parte dei clienti che hanno un rispetto assoluto nei confronti del propri legale». Le certezze sembrano vacillare quando l'attenzione si sposta sulla politica. «Diciamo che è un mondo variegato».
AMBIENTI PROTETTI L'idea che esistano ambienti più sicuri di altri è anche della rettrice Maria Del Zompo: «Non ho mai subito molestie di nessun genere, né ricatti a sfondo sessuale per fare carriera. Quello che ho fatto è stato impegnarmi di più per dimostrare di essere più preparata dei colleghi maschi». Davanti all'ipotesi di scendere a compromessi spiega: «Non avrei ceduto».
PAROLE SBAGLIATE Pronta a difendere le proprie idee anche davanti al rischio di perdere il sogno di quando era bambina anche la violinista Anna Tifu. «Fortunatamente non mi è mai capitato. Magari visto che sono timida mi sono sentita a disagio in alcune situazioni, ma non c'è mai stata alcuna molestia e di certo non avrei ceduto a un ricatto». Da più di vent'anni in politica e neppure un complimento al momento sbagliato per Alessandra Zedda, ex assessora regionale che ha fondato un'associazione per il Reddito di libertà. «L'indipendenza economica è uno dei fattori che aiuta le donne a sentirsi libere di denunciare non solo in caso di molestie, ma anche quando sono vittime di violenze dentro e fuori le pareti domestiche». E assicura: «Ho fatto carriera con i concorsi pubblici di un certo livello e nessuno si è mai permesso di fare proposte inadeguate».
COME DIRE NO Al sicuro da ogni pericolo la tennista Anna Floris. «Credo ci siano settori più puliti di altri. Quello dello sport in generale e soprattutto del tennis è decisamente un ambiente sicuro. Mai visto o vissuto nessuna molestia. E comunque avrei saputo dire no».
Mariella Careddu

 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Cronaca di Nuoro (Pagina 32 - Edizione CA)
Freemmos, donne e musica
Affidare l'opera di sensibilizzazione sullo spopolamento alle donne: lo propone Freemmos, progetto della Fondazione Maria Carta partito ad aprile. Domani ore 9.30 ultima tappa a Fonni, sala Ceas. Dopo l'esibizione del coro Su Veranu, interverranno i sindaci Daniela Falconi (Fonni), Antonello Masala (Monteleone Rocca Doria), Lino Zedda (Baradili), Nicola Sanna (Sassari). Alle 10 tavola rotonda con sindache della Sardegna e una della Catalogna, Maria Carme Freixa. Seguono testimonianze di imprese al femminile. Dialogheranno, infine, Maria Del Zompo (Università di Cagliari), Maria Antonietta Mongiu (Sardegna Soprattutto) e Antonietta Mazzette (Università di Sassari).

 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Assalto ai banchi di vendita in Sardegna nonostante le polemiche
Ricci, sequestri e multe
Ma Su Siccu fa il pienone

Le polemiche sono rimaste fuori dalla pineta, sotto gli alberi di Su Siccu, tra i tavoli la “cittadella dei ricci di mare”. Ieri mattina, gli appassionati non si sono fatti attendere. Seppur con un giorno di ritardo sul calendario della stagione di pesca cominciata tra contrasti, controversie e maltempo. Il sole e una temperatura che ha raggiunto, inattesi, i 19 gradi, ha rimesso, almeno qui, tutti d'accordo. Eppure, per i ricci, i problemi restano. Resta il drammatico crollo della popolazione nei fondali dell'Isola, la sensibile diminuzione degli stock che una raccolta sconsiderata ha messo in serio pericolo.
GLI IRREGOLARI Attività che già ieri mattina ha subito mostrato i suoi “rami secchi”. La Capitaneria ha sequestrato tre ceste con circa 1500 esemplari davanti a Frutti d'Oro di Capoterra. Ai due contravventori, un quartese e un cagliaritano, una maxi multa da duemila euro. I ricci sono stati rigettati in mare. Insomma, la pesca selvaggia non ha perso tempo, presentandosi puntuale. Anche se “radio mare” racconta di una stagione illegale cominciata ben prima del 15 novembre in molte zone dell'Isola. Un rischio di impoverimento che ha portato gli stessi sub professionali (189 in tutta l'Isola) a chiedere una sorta di autoriduzione del pescato, poi ufficializzata nel decreto firmato da Pier Luigi Caria, l'assessore regionale all'Agricoltura. In sintesi, ogni pescatore con barca e assistente potrà raccogliere 2mila esemplari; chi lavora dalla riva, 2 ceste e 1000 ricci al posto di 1500.
IL FUTURO Restano i dubbi. Tali e tanti da far nascere diverse petizioni per fermare, almeno per un intero anno, la raccolta dei ricci e la conseguente commercializzazione nei ristoranti di spaghetti e linguine condite con le loro uova. Lo slogan “via i ricci dai nostri dai menu”, lanciato dall'imprenditore Massimo Melis Danielli del pub cagliaritano Foghorn's, ha già raccolto oltre trentamila adesioni. Come già altissima è l'adesione alla petizione “Difendiamo i ricci di mare e leghiamo l'attività di pesca alla provincia di residenza”, con un no secco alla raccolta nelle Aree marine protette, che sarà consegnata ai ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura e alla regione. Tirato in ballo per il suo decreto, interviene l'assessore Pier Luigi Caria: «Sostenibilità della risorsa, contrasto al prelievo e alla vendita abusiva, sono i temi cardine che hanno dato origine al nuovo calendario e alla normativa per questa stagione. Una ragionevole preoccupazione, supportata dai rilievi scientifici, ha imposto ragionamenti sulla riduzione della quantità di pescato e delle giornate di prelievo. Nessuna allarmismo eccessivo deve investire quindi l'intera filiera del riccio poiché, nel rispetto delle nuove regole, si possono garantire gli equilibri ambientali, il lavoro dei pescatori e i gusti dei consumatori. L'azione di monitoraggio sugli stock sarà costantemente aggiornata attraverso il lavoro dei tecnici dell'Agris regionale e delle Università».
IL VIA Così, mentre i sub sono scesi sott'acqua, qualcuno tra i ristoratori sardi - anche per non pagare l'inevitabile aumento dovuto alla riduzione del pescato - ha scelto la strada dell' import . Polpa straniera, altro che uova di Sardegna. Con prevalenza di vasetti spagnoli e nordafricani.
LE REGOLE «La diminuzione della produzione dei ricci sta generando preoccupazione tra gli associati», spiega Emanuele Frongia, vicepresidente della Confesercenti e responsabile provinciale della Federazione dei pubblici esercizi di Confesercenti, «sia per quanto riguarda la difficoltà nel reperimento della materia prima, sia per i prezzi che tenderanno a salire». Aggiunge il presidente provinciale Davide Marcello: «Chiediamo agli operatori pazienza per quanto riguarda il consumo di ricci cercando di limitarne l'uso». Un concetto espresso anche da Emanuele Garzia (Confcommercio): «Le limitazioni sono necessarie di fronte per poter disporre anche in futuro dei ricci, la cui polpa è una tradizione consolidata nella cucina cagliaritana e più in generale sarda».
Piero Addis, docente di ecologia all'Università di Cagliari, è il biologo che coordina l'équipe di ricercatori che negli impianti del Consorzio Ittico Santa Gilla sta sperimentando la riproduzione dei ricci. Iniziativa in atto anche nei laboratori di Torre Grande, e che dovrà culminare con un piano di ripopolamento del mare.
L'UNIVERSITÀ «Dobbiamo partire da un concetto base per ragionare sulla programmazione della pesca dei ricci: vale a dire da un prelievo equilibrato. Per produrre 60 grammi di polpa servono 25 ricci di taglia regolamentare, vale a dire cinque, sei centimetri. Per la stessa quantità, se i ricci sono sottomisura, cioè di tre centimetri, ne servirebbero da 250 ai trecento. Ben 4mila per un chilo di polpa. Bastano questi numeri a spiegare la necessità di una raccolta coscienziosa. La verità è che bisognerebbe intervenire sull'intera filiera: dal raccoglitore al ristoratore al consumatore. Dal mare alla tavola, per intenderci». Per il ricercatore, poi, il decreto regionale va inteso come un punto di partenza. «Legislazione e ricerca devono camminare insieme. Ora si è scelto di ridurre il numero di esemplari e ceste. Chi ci dice che quattro e non sei vanno bene per tutelare la risorsa?».
Andrea Piras

 

7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
LA RASSEGNA Dal 23 novembre a Cagliari
Pazza Idea, i linguaggi che mutano

Carlo Freccero, saggista, dirigente e autore televisivo, innovatore e sperimentatore, gigante della comunicazione, consigliere di amministrazione Rai, è uno dei grandi protagonisti di Pazza Idea, unico festival in Sardegna dedicato a letteratura e culture digitali. Alla sua sesta edizione, la manifestazione (quest'anno intitolata “Profilo futuro”), si svolgerà al centro d'arte e cultura Il Ghetto di Cagliari da giovedì 23 a domenica 26 novembre.
IL FORMAT Organizzata dall'associazione Luna Scarlatta e articolata in reading, incontri, confronti tra persone e idee, performance e workshop, la rassegna modella il format già collaudato sulla contemporaneità. Partendo dai libri, prospettive di lettura, analisi e narrazione del mondo e della società si faranno molteplici. Il festival ha infatti il suo punto di forza, come ha sottolineato la direttrice artistica Mattea Lissia, «nell'interazione tra i nuovi linguaggi e quelli della comunicazione tradizionale, dell'arte, della musica e del cinema». Attuali e urgenti le tematiche attorno a cui saranno incentrati i focus. Si parlerà, oltreché di cultura digitale, motore di Pazza Idea, di migrazioni (verrà tra l'altro presentato per la prima volta il libro “La Cicatrice” di Andrea Ferraris e Renato Chiocca edito da Oblomov, nuova casa editrice di Igort) e dei mutamenti che, al tempo della rete, investono relazioni e sentimenti e rivoluzionano il mondo del lavoro.
IL PROGRAMMA Alla presentazione del cartellone (www.pazzaidea.org), che si propone come occasione di formazione per tutti e cerca nei giovani gli interlocutori privilegiati, hanno partecipato, oltre alle anime di Luna Scarlatta, Paolo Frau, assessore alla Cultura del Comune di Cagliari e i rappresentanti di istituti e associazioni che curano la realizzazione di alcuni momenti del festival: Fabrizio Frongia, presidente Imago Mundi, Simona Campus, direttrice artistica Exma e Omar Murgia, responsabile comunicazione dello Ied.
GLI OSPITI Tra i tanti ospiti ci saranno gli esperti di letteratura digitale Antonio Prudenzano (IlLibraio.it), Vera Gheno e Bruno Mastroianni, autori di saggi sui linguaggi della rete. Atteso Adrian Paci, artista di origine albanese di fama internazionale, in cattedra anche per un workshop rivolto a giovani colleghi sardi; il pittore Salvatore Garau presenterà in anteprima la mostra “Futuri affreschi italiani” che da qui partirà per il mondo. I linguaggi musicali saranno indagati dai musicisti Andrea Appino e Francesco Pellegrini e da Luca Scarlini, autore di un libro su David Bowie. Di radio parlerà Massimo Cirri, conduttore della trasmissione cult di Radio2 “Caterpillar”. Di cinema si occuperà il critico e produttore Dario Zonta. Gli scrittori Mario Desiati, Elena Stancanelli e Mario Baudino parleranno di sentimenti e relazioni ed, esaminando il caso Elena Ferrante, di identità misteriose. Ai temi dell'attualità si riallacceranno Umberto Ambrosoli e Marta Fana: il primo tratterà del diritto all'oblio, l'altra di precarietà e sfruttamento nel mondo del lavoro. I disorientati del presente saranno quindi al centro dell'analisi di Raffaele Ventura e Chiara Barzini. Chiuderà il festival Massimo Arcangeli. Docente di linguistica italiana, parlerà dell'evoluzione del linguaggio intorno al cibo. Pazza idea dedicherà un cooking show alla dieta della longevità.
Manuela Arca

 

8 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
In borsa
Da ieri al via gli scambi per Portale Sardegna

Portale Sardegna ha chiuso la prima giornata di contrattazioni in Borsa al prezzo di 3,20 euro per azione, praticamente invariata. La società con sede a Nuoro, ventesima matricola dell'anno all'Aim Italia, il segmento dedicato alle piccole e medie aziende, collocata a 3,2 euro per azione, ieri mattina ha fatto segnare un buon rialzo in avvio, arrivando anche a segnare un massimo di 3,42 euro, attestandosi poi a metà mattina in area 3,26. Durante la fase di collocamento la società ha raccolto 1,3 milioni di euro in aumento di capitale per un flottante al momento dell'ammissione del 22,4 per cento del capitale.
La web company, specializzata nel segmento incoming turistico, ha chiuso il 2016 con 4,5 milioni di ricavi (+51% sul 2015) e 5 milioni nel primo semestre 2017 (+45% rispetto allo stesso periodo del 2016). Da oggi il titolo sarà incluso nell'indice Ftse Aim. «La scelta di quotarci in Borsa è finalizzata ad accelerare il nostro processo di sviluppo che passa attraverso il rafforzamento del brand, l'allargamento a nuovi segmenti di clientela e il potenziamento del mercato straniero», ha sottolineato nei giorni scorsi Massimiliano Cossu, fondatore di Portale Sardegna.
La società ha ricevuto, durante la cerimonia che si è tenuta due giorni fa nell'aula magna del rettorato dell'Università di Cagliari, il premio “Promuovere l'eccellenza per sostenere la crescita”, promosso in Sardegna da Intesa Sanpaolo. ( f. l. )

 

9 - L’UNIONE SARDA di venerdì 17 novembre 2017 / Borsa (Pagina 13 - Edizione CA)
Turismo e agroalimentare fanno crescere (poco) il Pil
Una ripresina. La Sardegna qualche passo in avanti quest'anno l'ha fatto ma tanto piccolo che rispetto al resto d'Italia quasi neppure si vede. Se il pil tra Nord e Centro fa più 1,8 (circa) qui forse la metà. Il 2018 dovrebbe andare meglio ma senza farsi tante illusioni. La Banca d'Italia regionale, scesa a Oristano con l'equipe studi guidata dal direttore Luigi Bettoni per presentare l'aggiornamento 2017 dell'economia sarda, oltre a rimarcare la forza dei numeri allunga lo sguardo, ragionato e anche preoccupato, sul 2018.
RISCHI Poli produttivi in bilico, conseguenze della siccità, problemi dell'Europa e incognita delle elezioni politiche. Per ora punti interrogativi. Il presente nella sala dell'Università oristanese fa filtrare segnali, se non di grande ottimismo, almeno incoraggianti dopo il nero degli anni scorsi. Quella che il direttore Sardegna di Banca Italia Bettoni, aprendo i lavori dopo il saluto del direttore del Consorzio Uno che gestisce l'Università oristanese, Francesco Asquer, definisce «clima di fiducia per la moderata espansione, minore rispetto al Nord, un miglioramento che dovrebbe continuare anche nel 2018».
SEGNALI POSITIVI Bene il turismo, agroalimentare in difficoltà e debole le costruzioni per lo stallo delle opere pubbliche. «Migliora in qualità il credito e cresce quello alle famiglie». Meno le imprese, dove Bettoni rimarca una particolarità: «Le grandi imprese hanno operato la gestione ordinaria con proprie risorse anche per la scarsa remunerazione dei tassi creditori».
I TASSI Nota dolente. In Sardegna il denaro costa di più rispetto al resto d'Italia, due punti almeno. Ma anche qui c'è differenza fra piccola e grande impresa, tra un settore e l'altro dovuto anche ai maggiori rischi delle banche. Nei prestiti a breve (scoperti in conto, anticipazioni) le grandi pagano il 6,05 per cento, le piccole 9,12. «I tassi sono scesi ma le differenze restano alte», ha argomentato il professore Alessandro Mura, docente di scienze economiche e aziendali.
LE IMPRESE Il numero delle imprese attive sale di mezzo punto, sono 143.110. Cresce l'agricoltura, l'immobiliare e le imprese turistiche, botta superiore al punto per l'edilizia e il commercio. «La crescita è modesta e si ricorre meno al credito», ha sottolineato Giovanni Soggia, dell'ufficio studi Bankitalia. Le noti dolenti (“drammatiche” per Mura) del lavoro sono state sezionate da Rosario Maria Ballatore, analista Bankitalia dopo l'allarme lanciato da Bettoni: «In Sardegna la ripresa non ha influenzato positivamente l'occupazione dove si segnala una lieve flessione». Meno 0,9 per cento con qualche precisazione: gli occupati a tempo indeterminato calano del 4,7 per cento.
LAVORO Il lavoro scende tra i lavoratori dipendenti (meno 3,2 rispetto al 2016) mentre cresce del 5,9 tra gli autonomi. Nei primi otto mesi le ore di cassa integrazione sono scese del 74 per cento, il tasso di disoccupazione è rimasto al 17,6 per cento. «Si è lavorato di più - ha sottolineato Ballatore - per effetto del minore ricorso al part time e il minore ricorso alla cassa integrazione». Unico dato positivo, il calo del tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni: dal 56 al 51 per cento. «Il mercato del lavoro resta una forte debolezza, chi ha una laurea però trova più facilmente lavoro”, precisa Mura.
FAMIGLIE Bene le famiglie che spendono di più per beni durevoli, male l'emigrazione dei cervelli nel mondo, da studiare l'uscita dai paesi dell'interno per la città. La voce delle imprese sono state amplificate da Giuseppe Ruggiu, presidente Confindustria Centro-Nord Sardegna. «L'impresa è fondamentale, bisogna creare un clima favorevole da parte della pubblica amministrazione, del mondo del credito e della formazione».
Antonio Masala

 

La Nuova Sardegna

 

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 17 novembre 2017 / Prima pagina Ediz. Sassari
PROGETTI
Missione in Cina per Aou e Università ? A PAGINA17

Sassari - Pagina 17
AOU E UNIVERSITÀ IN "MISSIONE CINA"
Firmati tre accordi per corsi di laurea in Architettura e Pianificazione. E alcuni medici di Yan'An lavoreranno alle Cliniche

SASSARI Missione in Cina per l'Università di Sassari e l'Azienda ospedaliero universitaria, che nei giorni scorsi hanno preso parte all'ottava edizione della "Settimana Italia-Cina su scienza, tecnologia e innovazione". Il rettore Massimo Carpinelli e il direttore generale Aou Antonio D'Urso hanno avuto l'occasione di rappresentare il mondo universitario e sanitario italiano a un appuntamento ormai consolidato. Si tratta dell'evento decisamente più importante in tema di scienza e tecnologia nell'ambito delle relazioni tra i due Paesi. Erano presenti oltre 1500 persone e i principali attori del mondo della ricerca e dell'industria.Durante la cerimonia inaugurale che si è tenuta a Pechino il 14 novembre, alla presenza del Ministro italiano dell'Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, e del Ministro della Scienza e della Tecnologia cinese, Wan Gang, Massimo Carpinelli ha firmato due accordi internazionali con l'Università di Tianjin, una delle più importanti dell'intera Cina, rappresentata dal presidente Zhong Denghua. Gli accordi prevedono l'attivazione del Corso di laurea magistrale internazionale in "Architecture" e del corso magistrale internazionale in Pianificazione "Planning and Policies for the City, Environment and Landscape". Il coordinamento è affidato alla professoressa Alessandra Casu con la collaborazione dei docenti Francesco Spanedda (per il percorso in Archeologia) e Silvia Serreli (per il percorso in Pianificazione e politiche per la città, l'ambiente e il paesaggio). Nel corso della cerimonia, un altro docente dell'Università di Sassari, Plinio Innocenzi, Addetto scientifico dell'ambasciata d'Italia in Cina, ha ricevuto un riconoscimento per le attività di cooperazione scientifica e tecnologica Italia-Cina. «La firma di questi accordi consolida la posizione dell'Università di Sassari in un Paese che sta conoscendo un periodo di fortissima espansione tecnologica e industriale - dice Massimo Carpinelli - l'Università di Sassari fa parte di un gruppo molto ristretto di atenei italiani invitati a partecipare alla Settimana Italia-Cina della Scienza e della Tecnologia e, del resto, sono pochissime le università italiane che, ad oggi, hanno concluso accordi di collaborazione con atenei cinesi».La missione di Massimo Carpinelli e Antonio D'Urso è proseguita nell'antica città di Yan'an per la visita delle cliniche universitarie. «L'Aou si conferma punto di riferimento per la didattica, la ricerca e l'assistenza anche per le realtà internazionali - ha detto il manager Antonio D'Urso - I nostri ospedali, grazie alla presenza di professionisti nel loro settore, attraggono medici dall'estero che per tre mesi scelgono Sassari per completare la loro formazione specialistica». Negli ultimi due anni infatti, nel quadro del programma Specialist International Clinical Training (SICT), attraverso sette progetti portati avanti dall'Università di Sassari, sono già arrivati in città oltre 300 medici cinesi. Anche a Yan'An è stato firmato un accordo internazionale tra l'Università di Yan'An, l'Ateneo di Sassari e l'Aou sassarese. Questa intesa consentirà l'avvio dell'ottavo progetto e porterà un gruppo di medici di Yan'An (nella provincia dello Shaanxi) a formarsi nei reparti dell'Azienda ospedaliero universitaria di viale San Pietro. A questo si aggiunge un altro progetto del Dipartimento di Scienze biomediche grazie al quale alcuni infermieri egiziani potranno trascorrere un periodo di formazione nelle strutture ospedaliere sassaresi.A Yan'An erano presenti anche due medici dell'Aou, l'endocrinologo Giuseppe Fanciulli che ha incontrato i suoi omologhi per un approfondimento sui temi legati alla materia, ed Elena Aiello, ricercatrice della Riabilitazione che con i colleghi cinesi ha approfondito i temi legati allo sviluppo della robotica applicata alla riabilitazione.

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 17 novembre 2017 / Economia - Pagina 14
IL RAPPORTO DELLA BANCA D'ITALIA
L’economia non riparte
Segni più solo dal turismo

di Francesco G. Pinna
ORISTANO L'Italia cresce meno dell'Europa e la Sardegna fa anche peggio perché cresce perfino meno dell'Italia. Nel 2018 però l'economia sarda potrebbe camminare un po' più veloce rispetto a quanto ha fatto nel primo semestre del 2017. A questo arco di tempo si riferiscono infatti i dati statistici elaborati dalla Banca d'Italia e presentati ieri mattina a Oristano. Dati anche contraddittori che però aprono uno spiraglio di ottimismo per l'immediato futuro, hanno fatto capire il direttore della sede di Cagliari della Banca nazionale Luigi Bettoni e i suoi collaboratori. Da una parte, per esempio, l'economia fa segnare una crescita, seppure lieve. Dall'altra, invece, il dato sulla occupazione porta il segno meno e a calare in maniera preoccupante sono purtroppo gli occupati a tempo indeterminato. Un calo così pesante da non compensare l'aumento dei contratti a tempo determinato e la crescita dei lavoratori autonomi. Quello che ne viene fuori, secondo Alessandro Mura, dell'università di Cagliari, è un «quadro drammatico» caratterizzato da una occupazione sempre più precaria e dove i maschi lavorano più delle donne e i giovani meno degli anziani. Fermandosi ai numeri, un dato sicuramente positivo è quello relativo alla esportazione di merci. Nel primo semestre dell'anno in corso le esportazioni sono aumentate infatti del 47,5 per cento, molto di più del Meridione e della media nazionale.

0,4 è la percentuale di aumento del prodotto interno lordo della Sardegna, un valore inferiore di quasi 11 punti percentuali rispetto a quello del 2007
0,9 è la percentuale di diminuzione dell'occupazione in Sardegna nei primi sei mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a fronte di un incremento in Italia dell'1,1%
4,7 è la percentuale di diminuzione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato
17,6 è il tasso di disoccupazione in Sardegna nei primi sei mesi del 2017, invariato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno anche per effetto della diminuita partecipazione al mercato del lavoro
10 è la percentuale di crescita degli arrivi nei porti e aeroporti sardi nei primi otto mesi del 2017


Peccato però che contemporaneamente siano aumentate, quasi nella stessa misura, anche le importazioni e che la fetta più grossa dell'import- export sia legata alle attività di raffinazione del petrolio greggio, che viene importato, e di vendita dei prodotti derivati, che vengono invece esportati. Bene anche le esportazioni dell'industria meccanica, chimica e metallifera, male invece quelle del comparto alimentare, che ha tante eccellenze ma paga il crollo dei prezzi del settore lattiero caseario. E male anche per il settore delle costruzioni. Segno positivo per le ristrutturazioni, ancora negativo invece per quanto riguarda le nuove costruzioni e il settore delle opere pubbliche, che non decolla anche per colpa del nuovo Codice degli appalti, con qualche segnale di ottimismo comunque per il 2018. Un settore che va sicuramente bene è il turismo. Dati in crescita soprattutto per merito degli stranieri e buoni affari per le imprese dell'accoglienza e della ristorazione e per porti e aeroporti. Positivi anche i dati del commercio, che ha beneficiato dell'aumento della spesa delle famiglie per i beni durevoli e per gli autoveicoli in particolare e in misura minore anche per i beni di consumo. Come hanno sottolineato gli esperti, l'aumento di spesa è stato favorito dalla crescita del credito alle famiglie, mentre quello alle imprese è ristagna. L'ultima parola è stata lasciata al presidente di Confindustria Nord Sardegna Guido Ruggiu, che ha sottolineato il ruolo fondamentale delle imprese per la creazione di nuova occupazione. «Non sarà certo la pubblica amministrazione a offrire nuovi posti di lavoro», ha detto Ruggiu denunciando il peso della burocrazia e auspicando una riduzione dei carichi fiscali e tributari che potrebbe liberare risorse destinate agli investimenti.

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