Press review

13 November 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 13 novembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 10 - Edizione CA)
BROTZU. Il giovane non ricorda l'aggressione avvenuta la notte di Halloween
Fuori dal coma lo studente picchiato in via Campania

Ehab Salman è uscito dal coma. Il giovane studente israeliano, aggredito con un pugno nella notte di Halloween davanti al bar Giardino di via Campania, da alcuni giorni è ricoverato nel reparto di Neurochirurgia del Brotzu. Di quella notte, del pugno che lo ha mandato in coma, non ricorda nulla. Attorno a lui, al sesto piano dell'ospedale, ci sono i genitori, i parenti e tanti amici e colleghi dell'Università.
IL RISVEGLIO I medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Le conseguenze del pugno ricevuto da Marco De Agostini (finito in carcere poche ore dopo l'aggressione) devono essere ancora valutate. La buona notizia è il netto miglioramento del giovane, uscito dal coma. «Si agita con molta facilità», spiega l'avvocato Antonello Garau che tutela Salman e la sua famiglia, «e per questo viene sedato. Ha riconosciuto i genitori e gli amici. A volte si confonde. Ma per ora i parenti sono felici perché il ragazzo è vivo». Il papà e la mamma dello studente di Medicina preferiscono non dire nulla. Ringraziano per l'enorme affetto ricevuto. «Sin dal primo giorno», aggiunge il legale, «nella sala d'attesa del reparto di Rianimazione si sono ritrovati tantissimi amici e colleghi di Ehab».
IL PUGNO Di quella notte, iniziata a Dolianova con una festa di laurea, il 26enne non sembra ricordare nulla. L'argomento è stato evitato accuratamente per evitare che Salman possa agitarsi. Quanto accaduto è stato immortalato da una telecamera di sicurezza del bar di via Campania e ricostruito dagli amici dello studente presenti all'aggressione. Per il pugno al volto, sferrato all'alba di mercoledì primo novembre, è finito in cella De Agostini (difeso da Marco Lisu). Ha prima colpito un amico di Salman per poi sferrare un destro al giovane israeliano. La discussione sarebbe nata per gli insulti allo studente universitario, vestito in modo elegante: «Sembri un pinguino», gli sarebbe stato detto riferendosi all'abito e al papillon indossato. «Mi dispiace. Sono stato insultato e ho reagito d'istinto. Non credevo potesse accadere una cosa del genere. Non era mia intenzione», ha detto il giovane al gip, ammettendo le proprie responsabilità.
Matteo Vercelli

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 13 novembre 2017 / TV e Radio (Pagina 55 - Edizione CA)
Videolina ore 21
STUDIARE IL SARDO NELLA FREDDA BERGEN

Stasera alle 21 Videolina propone una nuova puntata di “Fuori Sede - Storie di emigrati”, il programma a cura di Virginia Saba. Marco Gargiulo è il protagonista di oggi. Cresciuto nel quartiere di Villanova a Cagliari, racconta come abbia sempre amato la sua città e la lingua sarda, al punto da studiarla all'Università e laurearsi in Lettere. «Poi ho deciso di partire per assaporare il gusto dell'avventura, conoscere il mondo. E oggi sono un professore universitario di italiano a Bergen, in Norvegia».


 

La Nuova Sardegna

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 13 novembre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 24
A Cagliari un convegno sulla discriminazione di genere nel mondo della ricerca e dell'università
«TROPPO POCHE LE SCIENZIATE DONNE»

di Sabrina Zedda
CAGLIARISono molto preparate, sono capaci di miscelare bene l'aspetto emotivo con quello professionale, e se si va a guardare il loro curriculum universitario si scopre che sono anche più brave degli uomini (si laureano prima e con voti più alti). Eppure le donne rimangono ancora un passo indietro: nel mondo del lavoro come in quello dei media. Dove, quando si necessita di pareri autorevoli, si preferisce intervistare un uomo, relegando la figura femminile a mera comparsa.A confermarlo una volta di più è stato l'altra sera lo studio realizzato da Giulia Sardegna (l'associazione delle Giornaliste unite libere autonome) in collaborazione con le università di Cagliari e di Sassari sulla presenza femminile tra i docenti negli atenei sardi: a Cagliari su un totale di 945 docenti, appena il 40 per cento sono donne, mentre a Sassari, dove i docenti sono 593, la percentuale si abbassa ulteriormente, arrivando al 35,4 per cento.L'occasione per presentare l'indagine (illustrata da Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia Sardegna) è stato l'incontro "100 donne contro gli stereotipi per la scienza". Un evento organizzato da Giulia insieme all'Ordine regionale dei giornalisti, inserito nel Festival della Scienza, dedicato a Marie Curie, nel 150esimo anniversario dalla nascita. I dati forniti dalla ricerca presentata dicono anche altro: nelle aree scientifiche, ad esempio, le docenti languono, con una presenza del 36,25 per cento nell'Università di Cagliari, e del 32, 45 per cento in quello sassarese. Come a dire che quello della scienza sembra un mondo non adatto alle donne. Eppure non è proprio così: se l'astronauta Samantha Cristoforetti è oramai un'icona, ci sono anche tante altre scienziate autorevolissime. Su questo ha lavorato, dal 2016, l'associazione Giulia nazionale che, in collaborazione con l'Osservatorio di Pavia e la Fondazione Bracco, ha messo in rete "100 donne.it", una grande banca dati con il profilo di oltre cento scienziate nelle discipline Stem (acronimo che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics) che giornali, tivù, radio o testate web potrebbero intervistare nei loro servizi, anziché cercare sempre il solito esperto uomo. «La questione della presenza delle donne è centrale per il progresso della società e rappresenta un indice di salute del Paese», ha ricordato Gaela Bernini, della Fondazione Bracco. Ma le ragazze, ha osservato Bernini, sono spesso scoraggiate dall'intraprendere studi in ambito scientifico: «Quando sono ancora nelle scuole primarie il loro interesse per queste materie è pari a quello dei ragazzi. Ma dopo i 14-15 anni, cambiano». Il motivo? La società non propone molti punti di riferimento. Deriva anche da qui il senso di "100 donne per la scienza", che si è valso della collaborazione tecnica del Centro Genders dell'Università di Milano. «Tra tutti gli esperti interpellati dai media l'82 per cento sono uomini - ha spiegato Luisella Seveso, esponente di Giulia nazionale - Le donne possono offrire un punto di vista diverso. Quelle che abbiamo selezionato noi sono persone straordinarie».Intanto qualcosa si muove anche da noi: a Cagliari Maria Del Zompo, rettore dell'Università, ha ottenuto che i dipartimenti più collaborativi nell'equilibrio di genere possano avere una premialità del 3% in termini della distribuzione delle risorse. Si partirà nel 2018. Ma intanto sono attivi servizi come baby parking, stanze rosa per docenti o studentesse con figli, e la "tessera baby" che permette alle studentesse con figli di seguire le lezioni on line.

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 13 novembre 2017 / Sardegna - Pagine 8/9
In Sardegna sono 109mila: più numerosi solo in Valle d'Aosta e Trentino
DIPENDENTI PUBBLICI 6 OGNI 100 ABITANTI
Oltre un terzo è impiegato nella scuola. A seguire la sanità e gli enti locali

di Alessandro Pirina
SASSARI L'isola sul podio per numero di dipendenti pubblici. In Sardegna ogni 100 abitanti 5,68 lavorano per lo Stato. Ad avere percentuali più alte sono solo la Valle d'Aosta e il Trentino Alto Adige. Dei 1,6 milioni di sardi circa 109mila sono dipendenti pubblici. Un esercito che vede primeggiare le donne sugli uomini: 56mila a 53mila. Tra i comparti la scuola ne raccoglie quasi un terzo, seguita dal servizio sanitario nazionale e dalla Regione. Quanto alle retribuzioni sono i magistrati i dipendenti pubblici con lo stipendio più alto, seguiti da universitari e guardia di finanza. Dipendenti in calo. Ma andiamo con ordine. In Sardegna, in base ai dati forniti dalla Ragioneria dello Stato riferiti al 2015, ci sono 109.036 dipendenti pubblici, il 3,46 per cento del totale nazionale.
Nel 2001 erano 113.246, oltre 4mila in più. Nel 2011 109.605: in quattro anni sono calati dello 0,01. Un'inezia rispetto al meno 7,8 per cento del Molise, ma nello stesso arco di tempo ci sono regioni in cui il numero dei dipendenti pubblici è aumentato: in Calabria addirittura più 8,6 per cento, ma anche Veneto (più 2,8), Lombardia (più 1,3), Friuli Venezia Giulia (più 1) ed Emilia Romagna (più 0,8 per cento).Terzo posto. Ma nonostante il segno meno la Sardegna occupa il terzo gradino del podio come numero di dipendenti in rapporto alla popolazione. Ogni 100 sardi 5,68 lavorano per il pubblico. In Valle d'Aosta sono addirittura 8,33, mentre in Trentino Alto Adige il 7,79. Dopo la Sardegna, appaiate, ci sono la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia, a quota 5,53. A seguire Calabria (5,24), Molise (5,16), Sicilia (5,14), Lazio (5,12), Umbria (5,09), Liguria (5,05). Capovolgendo la classifica, la regione con meno dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione (in termini assoluti è al primo posto) è la Lombardia: 3,72 ogni 100 abitanti. Al penultimo e terzultimo posto la Puglia con 4,12 e la Campania (4,27), che con queste posizioni possono sfatare lo stereotipo di regioni che vivono di assistenzialismo. A seguire il Veneto (4,29), Piemonte (4,38), l'Emilia Romagna (4,61), l'Abruzzo (4,65), le Marche (4,77) e la Toscana (4,78).Scuola. Dei 109mila dipendenti pubblici sardi quasi un terzo è impiegato nella scuola. Un primato che l'isola divide con il resto d'Italia, dove oltre un milione di persone lavorano nel campo dell'istruzione. In Sardegna sono 33.656. Un esercito in grande maggioranza al femminile: le donne che operano nella scuola sono quasi 26mila contro gli appena 7.700 uomini. Tra i lavoratori della scuola quasi 22mila sono insegnanti, una categoria che nell'isola è abbastanza avanti con gli anni. Una recente indagine della Flc Cgil ha scoperto che la Sardegna è la terza regione d'Italia nella graduatoria dei docenti con l'età più elevata: il 44,8 per cento sono over 54. Percentuali che salgono al 52,2 per cento in Ogliastra, al 51,7 nel Medio campidano e al 49,7 nel Sulcis. È invece Sassari a contare tra i suoi insegnanti la quota più elevata di under 44, il 21,1 per cento, seguita da Oristano col 19,1 e Cagliari e Olbia con circa il 17.Sanità ed enti locali. Dopo la scuola c'è la sanità. I sardi che lavorano per il Servizio sanitario nazionale sono 22.851. Anche in questo caso le donne superano gli uomini: 14mila a 8mila. Al terzo posto i dipendenti regionali, oltre quota 12mila, con gli uomini in leggera prevalenza sulle donne. Se però in questo comparto vengono contati i dipendenti di tutti gli enti locali, compresi Comuni e Province, si arriva a superare i 24mila posti di lavoro. Corpi di polizia. In Sardegna ne fanno parte quasi 8mila persone. I più numerosi, 4.678, sono i carabinieri, tra cui appena 139 donne. A seguire la guardia di finanza (1.667 e solo 15 donne) e la polizia penitenziaria (1.507 e 130 donne). Anche le forze armate comprendono poco meno di 8mila dipendenti: 4.409 nell'esercito, 1.633 nella aeronautica, 903 nella marina e 870 nelle capitanerie di porto. Ministeri, università e altri. La graduatoria prosegue con i dipendenti dei ministeri (4.994, equamente distribuiti tra uomini e donne) e delle università (2.668, con gli uomini in leggera prevalenza). E ancora i vigili del fuoco (1.542 e solo 54 donne), i lavoratori delle agenzie fiscali (1.505) e gli enti parastatali, tra cui le Ferrovie, che contano 1.208 dipendenti. In coda ci sono i lavoratori degli enti di ricerca e della magistratura, rispettivamente 271 e 284. Retribuzioni. Gli stipendi, come è facile immagine, sono inversamente proporzionali al numero dei dipendenti. E così chi vanta le retribuzioni più alte sono i magistrati: oltre 138mila euro all'anno. Seguono i dipendenti delle università con una media di 43mila euro all'anno. E poi guardia di finanza (40mila euro), forze armate, polizia e carabinieri (intorno ai 39mila), servizio sanitario (38mila), vigili del fuoco (32mila).Ultimo è il mondo della scuola, con uno stipendio medio all'anno di 28.343 euro.

 
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 13 novembre 2017 / Pagine 8/9
Il sindacato: necessario un piano di rilancio
Paderi, Cisl Fp: “Occorre fare nuove assunzioni e modernizzare le pubbliche amministrazioni”

SASSARI C'è bisogno di un piano per il rilanciare il sistema pubblico. Una politica che vada oltre i tagli degli ultimi anni. A farsene promotore è Davide Paderi, segretario regionale della funzione pubblica della Cisl. «Il sistema pubblico e dei servizi nell'isola presenta in tutti i settori un forte ritardo sul riassetto generale e sulla modernizzazione - afferma il sindacalista -. Le conquiste dopoguerra che videro una buona distribuzione di servizi sul territorio con la fase di rinascita oggi risente di una politica che pensa solo ai tagli e ai risparmi. Con mortificazione dei lavoratori e dei fruitori dei servizi». Paderi parla di una Sardegna cenerentola, penalizzata da uno Stato patrigno. «Altre Regioni hanno fatto meglio e hanno ottenuto maggiori risposte dallo Stato - spiega -. La qualità istituzionale passa anche da una pubblica amministrazione efficiente e dinamica. Non a caso, una volta superata la tendenza negativa e punitiva degli anni scorsi di considerare il pubblico e la sua risorsa umana come baluardo da tagliare o ridimensionare, oggi la riflessione è orientata a inserirlo come fattore decisivo sulla competitività delle realtà locali. In altre parole se il pubblico funziona e vi sono investimenti viene favorito sviluppo e qualità della vita». Paderi mette sotto accusa la politica degli ultimi anni, che avrà anche migliorato i conti dello Stato, ma è andata a colpire la comunità, privandola di servizi fondamentali. «Altri Stati come Germania e Francia spendono maggiori risorse per i servizi e i dipendenti pubblici e gli stessi organici sono più forti rispetto ai tagli nazionali e sardi». Ma neanche la Regione è esente da critiche. «Purtroppo sul tema degli organici, ridotti all'osso, la rivendicazione verso lo Stato non c'è stata così come si è sottovalutata la tenuta sociale, sempre più legata al presidio pubblico - dice ancora il segretario Cisl Fp -. Tutto ciò rispetto ai vecchi e nuovi bisogni sociali e di welfare e al positivo trend di invecchiamento che richiede un dispiegamento di nuovi servizi. Anche la Regione - rincara la dose Paderi - per quanto di sua competenza diretta, non ha fatto nulla per lasciare sul territorio i servizi; la logica centralistica dello Stato è stata copiata negli anni anche dalla Regione. Questo vale per la sanità, ministeri, enti locali e regionali. Una galassia di buchi sugli organici e lento indebolimento dei servizi. Non si può sempre risolvere un problema o un servizio con un Pin o un Call center». E la scelta di alleggerire il sistema pubblico è all'origine di uno grandi drammi della Sardegna di oggi, lo spopolamento delle zone interne. «Allontanando i servizi pubblici dai territori si contribuisce alla loro condanna verso il declino - spiega -. Spiace che le decisioni spesso sono prese dagli stessi politici che parlano di spopolamento». Di qui la necessità di una nuova politica che rafforzi il sistema pubblico, sia con nuovi innesti di personale che con un miglioramento dei servizi. «Serve un piano robusto di nuove assunzioni specifiche per l'Isola - conclude Paderi - e un mix di sinergie istituzionali, interne ed esterne alla Sardegna, per rilanciare e modernizzare le pubbliche amministrazioni e dare valore a chi ci lavora, con formazione e innovazione che insieme a nuovi contratti può invertire la tendenza negativa o ancor peggio punitiva». (al.pi.)

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 13 novembre 2017 / Agenda di Sassari - Pagina 19
Più servizi
Il sito del Cus Sassari si rinnova a misura degli studenti

SASSARI  Anche il Cus Sassari si rinnova con il sito web www.cussassari.it, porta aperta sulla nuova era del Centro Sportivo Universitario sassarese. Uno spazio virtuale che punta realmente a informare, aggregare e coinvolgere quante più persone possibile. In qualunque momento e da qualunque luogo si può avere accesso alle informazioni sulle attività svolte a livello universitario e federale (corsi e agonismo), agli spazi e alle possibilità offerte dagli impianti di San Giovanni (Sassari). Non solo. Ci si potrà informare sugli eventi in programma, prenotare un campo all’occorrenza e conoscere i vantaggi derivanti dall’attivazione delle Cus Card.
«Fare sport, al tempo di internet, significa anche stare al passo con i tempi, capire quali sono le reali esigenze dell’utenza e quali possono essere le risposte – spiega il presidente Nicola Giordanelli –. I ragazzi, studenti universitari e non, parlano ormai una nuova lingua, cercano in rete le informazioni utili al programmare le loro attività, anche quelle sportive. Era quindi necessario far sì che il Cus Sassari rafforzasse la sua presenza online, rinnovando e rendendo ancora più interessante la sua finestra sulla rete: il sito internet ufficiale. Perciò abbiamo investito in comunicazione». Il nuovo sito web del Cus Sassari è stato realizzato dalla Web Solutions ® Internet Company, è accessibile da tutti i device, concepito nel segno dell’accoglienza, fatto e pensato per gli studenti dell'Università di Sassari e per quelli stranieri che partecipano al Erasmus, funzionale però anche per chi sceglie il Cus Sassari come sede del suo fare sport. La maggiore attenzione dedicata alle aree social – canali ufficiali Facebook e Instagram - garantisce una comunicazione in tempo reale con gli utenti. Ampio spazio in home page hanno gli eventi periodici organizzati dal Centro Sportivo universitario di Sassari. Online anche un vero e proprio “negozio” dedicato alla promozione delle Cus Card e una sezione utile alla verifica disponibilità e prenotazione dei campi da gioco.

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 13 novembre 2017 / Agenda di Sassari - Pagina 19
Universitari al Festival dei territori industriali
Giovanni Antonio Suzzarellu e Andrea Dalu si sono confronti con i big dell’economia e della politica

SASSARI  Hanno partecipato al Festival dei territori industriali che si è tenuto a Bergamo grazie a una borsa di soggiorno, unici studenti universitari sardi selezionati tra i concorrenti. È stata un’esperienza ricca e coinvolgente quella di Giovanni Antonio Suzzarellu e Andrea Dalu, del Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell'informazione dell’Università di Sassari. La tre giorni bergamasca dedicata ai territori industriali è stata l’occasione per fare il punto sul presente e il futuro dell’economia industriale. Dalle sfide dell’industria 4.0 al ruolo del capitale umano gli argomenti di discussione hanno svilupato nel dettaglio settri quali l’economia reale delle imprese e dei territori, le relazioni industriali, la robotica, la politica, la formazione scolastica e universitaria, competenze tecniche e umanistiche.
«Gli studenti che hanno vinto una borsa di soggiorno hanno potuto confrontarsi con altri colleghi di tutta Italia e con i big della politica, dell’economia e del mondo dell’imprenditoria – raccontano gli studenti –. Tra i tanti temi affrontati si è discusso sulle certezze e le tante incertezze della ripresa italiana e del ruolo dell’industria nell’Unione europea con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, la business europe Emma Marcegaglia, l’industriale Alberto Bombassei e il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana». Sono stati loro ad offrire le mille sfaccettature di una situazione che, raccontano Giovanni Antonio Suzzarellu e Andrea Dalu, «a livello europeo sembra dar segni di ripresa grazie alla crescita della domanda interna. Una ripresa che è stata possibile anche in Italia grazie all'innovazione e all'imprenditorialità. I due universitari sardi hanno anche potuto ascoltare le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, che davanti alla platea di studenti ha affermato che l’Italia è uscita dalla più grande crisi economica del dopoguerra. Una risalita resa possibile, ha sottolineato il premier, grazie alle famiglie e alle imprese. Al Festival è intervenuto anche il Ministro delle Politiche agricole, ambientali e forestali Maurizio che è stato inoltre invitato dai due studenti sardi per un dibattito pubblico in Sardegna. «Dove sicuramente i temi trattati possono assumere connotati differenti», affermano gli universitari.

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 13 novembre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 24
IL LIBRO
Sabrina Tosi presenta "La zingara rapitrice"

CAGLIARI Sarà presentata sabato 18 novembre a Cagliari la nuova edizione de "La zingara rapitrice: racconti, denunce, sentenze (1986-2007)" (Edizioni Cisu, 15,00 euro) di Sabrina Tosi Cambini, docente di Antropologia culturale all'Università di Firenze. La drammatica realtà dei bambini rom e sinti tolti alle loro famiglie e dati in adozione o in affidamento perché considerati vittime di rapimenti: che dimensioni ha il fenomeno? Per rispondere la Fondazione Migrantes ha commissionato al dipartimento di Antropologia culturale dell'Università di Verona e alla direzione di Leonardo Piasere un articolato progetto di ricerca. Il volume che viene presentato a Cagliari contiene i risultati del progetto. Lo studio, condotto da Sabrina Tosi Cambini, ha preso in considerazione l'arco di tempo che va dal 1986 al 2007 e l'intero territorio nazionale. I casi sono stati individuati partendo dall'archivio Ansa e arrivando alla consultazione dei fascicoli dei Tribunali.Altro tema dell'incontro saranno i dati e le analisi contenuti nell'ultimo numero di Anuac, la rivista dell'Università di Cagliari che al tema dei pregiudizi verso i rom e i sinti dedica una speciale sezione tematica intitolata "Antiziganisms: Ethnographic Engagements in Europe", curata da Tosi Cambini e da Giuseppe Beluschi Fabeni. L'incontro del 18, anticipato da un appuntamento sul tema "Antiziganismi e razzismi in Europa oggi" al dipartimento di Scienze sociali dell'Università di Cagliari in viale Fra Ignazio venerdì 17 alle 16, sarà ospitato alle 10 da Su Tzirculu, in via Molise 62. Insieme con l'autrice de "La zingara rapitrice" interverranno Massimo Aresu, ricercatore all'Università di Leeds dove ha studiato la presenza gitana in Sardegna in età Moderna, e Filippo Zerilli, direttore di Anuac . A coordinare il dibattito Francesco Bachis, antropologo dell'Università di Cagliari.

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