Press review

26 October 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Elio De Montis, 90 anni, nel 1950 si laureò in tempi record: 19 esami in 18 mesi
MEMORIE DI UNO STUDENTE PRODIGIO

Una corsa a perdifiato fino al traguardo, diciannove esami in diciotto mesi, gli ultimi dei quali portati a casa con una tripletta da record: Procedura civile, Diritto ecclesiastico e Diritto romano superati brillantemente il 7, l'8 e il 9 novembre del 1950. L'avvocato Elio De Montis, 90 anni, non ama darsi delle arie. Ogni mattina, come sempre negli ultimi sessant'anni, è nello studio legale che ora divide con i figli e di tanto in tanto si concede ancora qualche udienza.
È stato uno studente modello. Quasi un genio.
«Un genio non direi. Ho avuto la fortuna di avere una memoria eccezionale e non avevo tempo da perdere, volevo laurearmi in fretta».
Più di un esame al mese, com'è stato possibile?
«Iniziavo a studiare due materia la mattina alle 7, alle 9 ne preparavo altre due con un collega e di sera mi concentravo su altri due esami».
Nessuna confusione?
«No, mai. Quando mi presentavo all'esame avevo ben chiaro quello che dovevo dire».
L'hanno mai bocciata?
«C'era un certo professor Salis per Diritto civile e Diritto commerciale. Prima sostenni Civile e dopo tre giorni mi presentai all'appello di Commerciale. Mi guardò e mi disse: “E tu cosa ci fai qui? Ti ho già visto due giorni fa”. Non voleva darmi più di 18, rifiutai e tornai alla sessione successiva. Presi 27».
Perché tanta fretta?
«Dopo il liceo lavorai come impiegato in una miniera a Iglesias, ma lavorare e studiare era impossibile. Così dopo tre anni tornai a casa e mi dedicai solo ai libri. Eravamo sei fratelli e non c'erano tanti soldi».
Una soddisfazione per la famiglia.
«Decisamente sì. Io non dicevo mai quando avevo un esame, mia madre lo capiva perché mancava la giacca dall'armadio. Al mio ritorno trovavo sempre una candelina accesa davanti alla Madonna. Aveva detto una preghiera per me».
M. C.

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 31 - Edizione CA)
S. ANTIOCO. Mauro e Lucia Mulas vincitori di un contest tra architetti
Fratello e sorella puntano all'Olimpo dei creativi

Nelle cucine componibili italiane e straniere ci sarà, in futuro, anche un pizzico di Sulcis. Sarà possibile grazie alla intraprendenza di due giovani architetti di Sant'Antioco che hanno vinto un concorso di progettazione di una cucina componibile che sarà realizzata dalla Veneta Cucine seguendo l'idea compositiva modulare dei due giovani professionisti.
IL LAVORO Artefici dell'impresa sono Mauro Mulas 31 anni ingegnere laureato a Cagliari in ingegneria edile con specialistica di architettura e sua sorella Lucia, 28 anni, interior designer, laureatasi all'Accademia di Firenze. I due giovani professionisti di Sant'Antioco, dopo la laurea, hanno deciso di non lasciare l'isola in cui sono nati e cresciuti ma di provare a crescere, mettendo su uno studio nel 2010 e sfidando la crisi per puntare all'olimpo dei creativi. Certo non è facile in un territorio dove l'edilizia stenta a ripartire e con essa tutte le attività collegarte: «Ma con l'impegno e lo studio - sottolinea Mauro Mulas - si può riuscire ad essere competitivi e a crescere professionalmente anche nel Sulcis». Fratello e sorella hanno unito le forze, promuovendo e progettando soluzioni abitative anche innovatrici in diverse zone dell'Isola ma con un occhio attento a quanto accade oltre Tirreno.
IL CONCORSO Così un giorno si sono imbattuti in un avviso di concorso di progettazione “Contest CoKitchen di Interni by Guttuso”: «Il concorso mirava a raccogliere le migliori idee nel campo dell'interior design verso la progettazione di cucine componibili», raccontano. Venivano richiesti progetti che sapessero essere visionari, efficaci e in grado di contribuire per inventiva e creatività alle proposte commerciali del centro specializzato dell'azienda leader nazionale. «Non ci abbiamo pensato due volte, avevamo moltissime idee ed era la volta giusta per metterle in pratica - continua Lucia Mulas- abbiamo iniziato a immaginare ambienti e cucine diverse dal solito».
LA VITTORIA Hanno lavorato sodo senza trascurare il minimo dettaglio e così la loro idea è pian piano cresciuta sulla carta: «Abbiamo inviato tutto e abbiamo aspettato il responso - raccontano i due giovani che hanno sfidato tanti professionisti di diverse zone della Penisola - quando abbiamo saputo di avere vinto è stata una grandissima soddisfazione». La premiazione è avvenuta venerdì scorso presso la sede della Interni by Guttuso di Selargius alla presenza del proprietario, del rappresentante della Veneta Cucine e del promotore del contest Architetto Alberto Gadaletta». Una vittoria e un segnale quello dei due giovani professionisti di Sant'Antioco che sperano ci sia chi possa seguire il loro esempio affichè i sogni e le aspettative di un futuro migliore possano diventare realtà.
Tito Siddi

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
DOSSIER IMMIGRAZIONE
Oggi alle 10.30 nell'aula Magna dell'ex Facoltà di Scienze politiche in viale Sant'Ignazio 78 verrà presentato il dossier statistico Immigrazione 2017. Saranno presenti la prefetta, l'arcivescovo e l'assessore regionale Virginia Mura.

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
LO SPAZIO NEL FUMETTO
Prende il via oggi la conferenza internazionale “Spaced out/spazi tra le nuvole. Lo spazio nel fumetto”: nell'aula magna Motzo della facoltà di Studi umanistici (a Sa Duchessa) alle 10 parlerà Michael A. Chaney, autorità riconosciuta a livello mondiale nel campo dei fumetti e della graphic novel. Presente all'evento anche un funzionario dell'ambasciata degli Stati Uniti in Italia.

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Oggi due incontri sul conflitto tra Israele e Palestina
L'antropologo Jeff Halper presenta l'ultimo libro

Nel 1997 è stato il fondatore del Comitato israeliano contro la demolizione delle case, nove anni più tardi è stato candidato al premio Nobel per la pace dall'American Friends Service Committee. L'antropologo israelo-statunitense Jeff Halper è, oggi, a Cagliari per presentare il suo ultimo libro “La guerra contro il popolo. Israele, i palestinesi e la pacificazione globale”. Due gli appuntamenti in programma: alle 10, sarà nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche (viale Sant'Ignazio 78), in un incontro organizzato da Studenti contro il Technion; nel pomeriggio, alle 17.30, sarà, invece, ospite della Mediateca del Mediterraneo dove, dopo l'introduzione da parte di Ester Garau, dell'associazione Amicizia Sardegna Palestina, dialogherà con Claudia Ortu, docente dell'Università di Cagliari e con il giornalista Marcello Cocco.
Nato nel 1946 nel Minnesota, Halper si è distinto, oltre che per i suoi studi, anche per le sue battaglie civili. Fu proprio l'opposizione alla guerra in Vietnam a portarlo a trasferirsi, nel 1973, in Israele dove andò a insegnare antropologia all'università di Haifa. E proprio da questo osservatorio privilegiato ha avuto modo di assistere al deteriorarsi delle condizioni di vita del popolo palestinese, oppresso dalle politiche espansionistiche israeliane.
Nel libro che presenta oggi, partendo dall'analisi del sistema di oppressione, dominio e controllo imposto da Israele ai palestinesi, Halper osserva le sue ripercussioni sui meccanismi di dominazione che caratterizzano il sistema-mondo capitalista e descrive come il regime israeliano sia riuscito a normalizzare le sue politiche repressive, rendendole non solo accettabili dinnanzi alla comunità internazionale ma addirittura esportandole come un “modello di sicurezza” necessario nell'ambito della “guerra al terrorismo”.

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 45 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Ieri il simposio oggi la seconda parte
La storia di Pavel Florenskij, sacerdote ortodosso e scienziato

Pavel Florenskij era al tempo stesso un sacerdote ortodosso e uno scienziato. E per questo la Russia stalinista lo condannò a morte. Perché sembra impossibile credere insieme a Dio e alle leggi della Fisica. Solo che l'antinomia è inversa: Dio è certezza dogmatica, la scienza una continua rivoluzione di teorie. E su questo paradosso si è incentrato il dibattito del convegno organizzato dell'Università di Cagliari e dalla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.
I relatori hanno cercato di spiegare ai giovani studenti che in fondo, dentro l'anima, non esistono apprezzabili leggi che possano essere costruite da mani d'uomo. Ma il mistero di una Verità a cui tendere. Un omaggio al mistico russo per gli ottant'anni trascorsi dalla sua morte, e che ha permesso di riflettere su temi come l'inesistenza del tempo, l'intuito come presupposto della logica (ogni scoperta scientifica nasce dall'idea di ciò che non c'è), l'arte come ponte d'unione tra mondo visibile e invisibile (ma non quella occidentale, che molto coinvolge e poco rispecchia l'osservatore).
E Silvano Tagliagambe, professore emerito di Filosofia della scienza, nei panni di Florenskij ha abbattuto le antinomie che ci rendono incomprensibili l'esistenza, quelle contraddizioni che tormentano l'essere e che hanno paralizzato il personaggio di Amleto. «Questo doppio che ci fa star male è nella natura dell'uomo, che è corpo e anima, e questa sua dialettica ci permette di elevarci». A unire i due mondi contrastanti la preghiera, l'arte e l'icona russa che sfugge alle regole del tempo. «L'icona è come uno specchio nel quale ci si ritrova con la compassione per l'umanità intera», ha ribadito lo psicoanalista brasiliano Gilberto Safra. «Ed è la sofferenza, la porta per accedere alla propria profondità e quindi alla compassione», ha aggiunto, come se la bellezza fosse custodita in ogni lacrima.
Dopo il saluto del presente del dipartimento di Pedagogia e Filosofia Pier Luigi Lecis, la rettore Anna Maria del Zompo ha invitato gli studenti a riflettere, meditare, perché così non ci si distacca dalla realtà, ma piuttosto si resta collegati ad essa nel suo misterioso divenire e si agisce sempre in vista di… qualcosa». Andrea Oppo, docente della facoltà teologica ha poi spiegato l'influenza di Kant e Platone. «Dio nessuno l'ha mai visto», dice citando il Vangelo, ma poi Giovanni aggiunge che «noi lo vedremo così come Egli è». Forse, in quella lacrima. Da qui riprende il dibattito odierno, dalle 9.30 fino a sera.
Virginia Saba

 

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
MARINA MILITARE. Il cambio
Al Molo Ichnusa in quindici mesi settanta navi

«In quindici mesi sono arrivate a Cagliari settanta navi militari con i loro equipaggi: circa diecimila persone hanno così utilizzato i servizi della città, godendo delle sue bellezze». Lo ha ricordato il contrammiraglio Francesco Sollitto fino a ieri al vertice del comando supporto logistico della Marina militare. Nella cerimonia che si è svolta nella base navale del molo Ichnusa ha ceduto il comando al suo pari grado Enrico Pacioni.
Sollitto ha evidenziato la grande collaborazione «con le istituzioni» e i progetti portati avanti da MariCagliari con il Comune e con l'Università: «Ospiteremo a bordo delle nostre navi studenti impegnati nella mappatura dei fondali del nord Sardegna. È soltanto uno dei programmi di collaborazione nell'interesse dell'Isola», ha ricordato il comandante uscente che si trasferirà al comando Marina Nord della Spezia prima di andare in pensione dopo quarant'anni di servizio. Il nuovo comandante (arrivato dall'esperienza al comando delle Forze di Contromisure Mine e Idrografiche di La Spezia) ha detto che proseguirà nel segno «della collaborazione con tutte le istituzioni. Per me è un incarico di grande responsabilità».
Collaborazione e sinergia sono state ribadite anche da Giorgio Lazio, l'ammiraglio di divisione al vertice del comando Marittimo Nord, presente alla cerimonia davanti a tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine e militari. «I cambiamenti sono continui e noi dobbiamo essere al passo con le novità. Soprattutto in Sardegna, perché è fondamentale il rapporto tra la Marina militare e il territorio». (m. v.)

 

8 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 45 - Edizione CA)
Due convegni sul poliedrico intellettuale sassarese
Il cinema secondo Antoni Simon Mossa

Dal contributo al Master Plan della Costa Smeralda al primo manuale italiano di cinema, passando per la fondazione del Partito Sardo d'Azione. Se c'è una personalità poliedrica nel Novecento sardo è sicuramente Antonio (o Antoni, in sardo) Simon Mossa. Sul politico e sull'architetto molto si sa, meno sugli altri settori dove ha operato. Un bel contributo lo daranno due appuntamenti. Il primo è in programma domani a Sassari: un convegno dal titolo “Il Cinema di Antonio Simon Mossa”: dall'esperienza del CineGuf a “Proibito” che si aprirà alle 10 presso l'Aula A del Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione, in via Zanfarino 62.
I CONVEGNI Il giorno dopo invece al Museo del Costume di Nuoro, progettato proprio da Mossa, convegno (15.30) e mostra dal titolo “Antonio Simon Mossa: tra modernità e tradizione” che resterà aperta sino al 26 novembre. Il convegno sassarese è promosso dal Laboratorio di Antropologia Visuale “Fiorenzo Serra” della Società Umanitaria Sardegna - Cineteca Sarda, in collaborazione con Dipartimento di Storia dell'Università di Sassari e la Società Filosofica Italiana. Sarà incentrato sugli studi che Antonio Simon Mossa intraprese negli anni Trenta a Firenze, dove era iscritto in Architettura, ma ebbe anche modo di frequentare il Cineguf, la Sezione cinematografica dei Gruppi Universitari Fascisti, e collaborare col regista Fiorenzo Serra.
LE SCENEGGIATURE L'intellettuale sassarese di origine algherese si cimentò nelle sceneggiature di “Armata Grigia”, sulla giornata lavorativa degli spazzini di Firenze, e insieme a Luca Pinna “La barca sul fiume”, che descrive la storia dei renaioli dell'Arno. Col soggetto per il lungometraggio “Vento di terra” (ambientato ad Alghero) vinse anche il Premio Littoriale della Cultura nel 1940. Addirittura nel 1945 progettò con alcuni intellettuali sardi, tra cui Fiorenzo Serra, la creazione di una casa di produzione cinematografica, la “Sardegna Pictures”. Il progetto restò sulla carta.
IL LIBRO La primizia è la presentazione della scoperta e ricostruzione di “Prassi e cinema”, volume scritto fra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Andrea Mariani, dell'Università di Udine, spiegherà perché può essere considerato come il primo manuale di cinema realizzato in Italia. Nel pomeriggio (alle 17) nell'aula magna dell'Accademia di Belle Arti verrà proiettato il film “La Donna del Peccato” (1942) del regista tedesco Harry Hasso, che ha visto collaborare Antonio Simon Mossa, sia in fase di scrittura dei dialoghi che durante le riprese. Sono invece organizzati dall'Istituto Superiore Regionale Etnografico il convegno e la mostra “Antonio Simon Mossa: tra modernità e tradizione”. L'apertura è fissata per le 15.30 di sabato all'Auditorium del Museo del Costume. Il convegno esplorerà le idee e l'attività da architetto, i rapporti col cinema e con la musica, le inquietudini teoriche e l'etica nella politica. A seguire l'inaugurazione della mostra.
LA MOSTRA Nella mostra sono presenti i disegni originali dei progetti che raccontano i passaggi e le intersezioni tra i primi anni della scuola razionalista e il periodo successivo in cui la tradizione e la modernità coesistono nel sincretismo di un nuovo linguaggio mediterraneo. Il ventre dell'architetto è la sezione dedicata ai rapporti col cinema. Lettere, bozzetti, sceneggiature, foto, appunti di regia e il poderoso manuale “Prassi e cinema”. La mostra è curata dall'Isre, dall'Associazione Mastros e dalla Società Umanitaria Cineteca Sarda.
Giampiero Marras

 

9 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 ottobre 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Dopo un mese di confronto il Consiglio regionale approva la riforma
Sì alla rete ospedaliera: ecco che cosa cambierà

La rete ospedaliera della Sardegna è una realtà. La nuova geografia delle cure prevede un modello in cui tutti i presìdi sanitari sono collegati ai poli di altissima specializzazione del Brotzu di Cagliari e dell'Aou - Ss. Annunziata di Sassari. Il punto di riferimento del centro Sardegna è il San Francesco di Nuoro che avrà diverse discipline per curare le patologie complesse. Attorno ci sono gli altri presìdi, classificati in base alla popolazione e al territorio in cui si trovano.
LA VERIFICA Giunta e Consiglio regionale hanno lavorato per limare il testo e adeguarlo il più possibile alle esigenze della Sardegna, lontane dalle regole stringenti imposte dal ministero col DM 70. La scarsa densità di popolazione di gran parte del territorio isolano e la difficoltà di raggiungere in tempi rapidi gli ospedali, hanno imposto un ragionamento sulle zone disagiate. Fra qualche settimana la riforma sarda sarà al vaglio proprio dei funzionari ministeriali, chiamati a fare le proprie considerazioni sul testo.
VIA LIBERA Dopo oltre un mese di confronto e tensioni il Consiglio regionale si ricompatta e chiude la pratica con 30 voti favorevoli. Tra questi compaiono anche i cinque del Partito dei sardi (assenti alla conferenza stampa finale) mentre non partecipano alla festa gli esponenti di Campo progressista con l'astensione di Francesco Agus e il voto contrario di Anna Maria Busia. Dopo l'approvazione, il presidente Pigliaru sottolinea due cose in particolare: «Il coraggio della maggioranza nel fare le riforme e il fatto che la rete ospedaliera non è fatta per risparmiare, ma per migliorare le cure». L'assessore, Luigi Arru, ringrazia tutto il Consiglio regionale, anche l'opposizione, e si sofferma sulla «sintesi perfetta tra sicurezza della sanità e riduzione del disagio».
LA RETE Il modello territoriale della rete ospedaliera si basa sul principio di Hub & Spoke , ossia il perno e i raggi collegati ad esso. Per quanto riguarda invece la classificazione viene utilizzato l'acronimo di Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) che qualifica una struttura ospedaliera in grado di curare i pazienti in situazioni critiche. Il primo o secondo livello, invece, fissano le discipline presenti.
I CRITERI Maggiore è il numero di casi trattati, maggiore è la sicurezza delle cure. È il principio della rete ospedaliera ed è per questo che Cagliari e Sassari (con Nuoro per alcune specialità) avranno i due ospedali in grado di curare malattie complesse e quelle che richiedono tempi rapidi di intervento. A Cagliari, inoltre, il Microcitemico e il Businco saranno rispettivamente centri di riferimento regionale per le patologie pediatriche e oncologiche. A completare questa rete ci sono gli ospedali specializzati di primo livello che potranno trattare patologie complesse e stabilizzare le urgenze prima di collegarle con il presidio di secondo livello di riferimento.
SEDE DISAGIATA Gli ospedali di Sorgono, Muravera, La Maddalena, Isili e Bosa hanno ottenuto alcune deroghe a causa della particolare posizione sul territorio. A questi si aggiunge il Delogu di Ghilarza che avrà gli stessi servizi nonostante la classificazione in Centro di emergenza territoriale, la stessa degli ospedali di Ittiri e Thiesi. Tra le varie cose, questi ospedali avranno il Pronto soccorso, la chirurgia programmata e la medicina generale. Per il Paolo Merlo della Maddalena rimane attivo il Punto nascita con tre posti letto di pediatria e la camera iperbarica. Un altro principio è ridurre i ricoveri inutili e curare le malattie croniche in strutture di prossimità: questo compito sarà in capo agli ospedali di comunità.
SODDISFAZIONE I segretario del Pd, Giuseppe Luigi Cucca, parla di «traguardo importante e vittoria della maggioranza e del Partito democratico». Il capogruppo, Pietro Cocco dice: «Abbiamo approvato la riforma il 25, data della rivoluzione di ottobre e non il giorno prima quello della disfatta di Caporetto». Mondo Perra (Psi), la definisce «una riforma socialista perché tutela i cittadini». Daniele Cocco (Sdp) dedica un ringraziamento «ai pazienti che hanno subìto tanti disagi fino a ora». Francesco Agus (Cp) sceglie l'astensione: «Qualche emendamento ha migliorato il testo evitando gravi problemi futuri. Ma la riforma non è delle migliori e in futuro la dovremo modificare».
Matteo Sau
 

La Nuova Sardegna

 

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Olbia - Pagina 30
L’UNIVERSITÀ
L'Ersu non ha ancora affidato in appalto il servizio di gestione.
STUDENTI IN RIVOLTA: UN MESE SENZA MENSA
Il consigliere regionale Meloni: «Presto il nuovo bando»

di Dario Budroni
OLBIA Il servizio mensa è diventato ormai un lontano e sbiadito ricordo. È dal primo ottobre che gli studenti del polo universitario olbiese, circa quattrocento, sono costretti a spendere anche 7 euro per un piatto di pasta. Chi vuole evitare la mazzata, invece, si porta direttamente il panino da casa. Il disagio, che era stato annunciato a fine settembre tramite un avviso firmato dall'Ersu, è tutto burocratico, visto che si tratta di un problema legato alla mancata attivazione delle procedure di gara per l'affidamento del servizio. Di conseguenza è da quasi un mese che il pranzo, per gli studenti dell'università che ha sede in aeroporto, è diventato un qualcosa di proibitivo. Gli universitari sono piuttosto preoccupati. Il consigliere regionale Giuseppe Meloni, che si era occupato della questione fin dal principio, ha invece saputo per vie informali che la situazione dovrebbe essere presto risolta. Studenti senza mensa. Fino a qualche settimana fa gli studenti del corso di Economia e management del turismo potevano pranzare nel ristorante che si trova nella grande hall dell'aeroporto Costa Smeralda, al piano terra. Per accedervi utilizzavano la loro tessera Ersu. Il costo di un pasto completo, quindi con primo, secondo e frutta, variava a seconda della fascia di reddito, da un minimo di zero euro a un massimo di 5. Ora, in attesa che venga riattivata la convenzione, gli universitari sono costretti a pagare il prezzo pieno. Una condizione che pesa sui bilanci delle famiglie. «Adesso, per pranzare, possiamo sempre accedere alla mensa dell'aeroporto, ma solo un piatto di pasta costa 7 euro - spiega lo studente Luca Filigheddu, che viene da Oschiri -. Il servizio della mensa universitaria è un nostro diritto. E si deve fare in modo che venga ripristinato il prima possibile». Gli studenti sperano che il tutto possa risolversi nel giro di pochi giorni. «La situazione è diventata insostenibile, perché è da quasi un mese che siamo in queste condizioni - continua lo studente, che frequenta il corso di laurea magistrale -. L'ultima voce che è circolata dice che il tutto verrà risolto entro il primo novembre. Speriamo che sia vero, perché così proprio non si può andare avanti così».
Un pasto completo convenzionato variava a seconda del reddito da zero a cinque euro
Ora un piatto di pasta si paga a prezzo pieno cioè almeno sette euro
Luce in fondo al tunnel. Del caso se ne è occupato il consigliere regionale del Pd Giuseppe Meloni, che già a fine settembre, appena saputo della sospensione del servizio, aveva firmato un'interrogazione indirizzata al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all'assessore regionale alla Pubblica istruzione Giuseppe Dessena. «Informalmente ho saputo che il problema burocratico è stato sbloccato e spero che nei prossimi giorni venga pubblicato il nuovo bando per l'affidamento del servizio - spiega il consigliere gallurese Giuseppe Meloni -. Certo, tutto questo era da fare d'estate. Il disservizio è inaccettabile perché ha causato e continua a causare grossi disagi agli studenti. Comunque, dovremmo esserci. Attendiamo fiduciosi».

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Primo piano - Pagina 3
In Consiglio il riordino passa a maggioranza, 30 a 20. Ma Cp si smarca
VIA LIBERA ALLA RIFORMA DELLA RETE OSPEDALIERA
La Busia vota no, Agus si astiene. E restano dubbi a sinistra della coalizione

di Umberto Aime
CAGLIARI Dieci voti di scarto, 30 a 20, con la lode dell'applauso. Il gran finale della riorganizzazione degli ospedali è stato questo. Era scontato che finisse così: la maggioranza di centrosinistra era troppo forte, e poi le va riconosciuto di aver lavorato bene dietro le quinte, poche volte ha dovuto usare la lima grossa, per far rientrare tutti i malumori di uno, due mesi fa, quelli che allora sembravano essere una valanga inarrestabile.

Tagli e cuci, correggi e media: il centrosinistra è rimasto compatto. Le defezioni sono state solo quelle dei consiglieri di Campo progressista. Anna Maria Busia ha votato no per due motivi: «La coscienza mi dice che questa non è la migliore riforma possibile, ci sono ancora troppe zone grigie, e poi questa maggioranza ha violato più volte le regole minime del galateo politico. Purtroppo è andata avanti a ondate a seconda del territorio». Invece s'è astenuto l'altro consigliere di Cp, Francesco Agus, dopo aver detto: «Mi sarei aspettato molto di più da questa riforma e ho paura che presto non reggerà alla prova dei fatti». Per il resto è andato tutto secondo copione: dal Pd a Mdp, dall'Upc a Sinistra sarda, nessuno si è sfilato via dal voto favorevole, anche se non sono mancate le critiche. Però, secondo alcune autorevoli indiscrezioni, anche in quest'occasione è stato decisivo il ruolo giocato dal governatore Francesco Pigliaru. In più di un'occasione, avrebbe rafforzato le fila intorno a sé con questa frase: «In campagna elettorale, abbiamo promesso le riforme e le riforme dobbiamo avere coraggio di portarle fino in fondo». È stato difficile e faticoso partire prima dal decreto del ministero della salute che spazzava via gran parte degli ospedali pubblici, poi discutere la bozza dell'assessorato alla sanità, con già un bel po' di salvataggi, e arrivare infine alla mappa definitiva in cui «non c'è una struttura chiusa, molte anzi saranno potenziate, con i posti letto ridistribuiti e non cancellati». Il tutto in nome dell'equità, «non c'è una macro area svantaggiata rispetto alle altre e ognuna avrà la sua rete», della qualità, «le eccellenze saranno a disposizione di tutti e faranno da traino per quelle strutture oggi al di sotto degli standard nazionali», e infine del risparmio intelligente: «Senza sprechi e doppioni, avremo più soldi da spendere per far crescere l'efficienza del sistema».
Fra un mese e poco più il ministero della Salute darà il giudizio sulla mappa finale. Il centrosinistra è convinto che arriverà un parere positivo, o al massimo «ci chiederanno qualche correzione». Se così dovesse essere, da gennaio la nuova rete ospedaliera diventerà operativa e spetterà ai manager dell'Asl unica, delle due Aziende universitarie e del Brotzu applicarla. Con la speranza che, nel frattempo, funzioni la rete territoriale Comune per Comune, a settembre è stata approvata dalla giunta, decollino gli elicotteri-ambulanza, l'appalto è in corso, e parta l'Azienda per le emergenze-urgenze. Anche se la trattativa nel centrosinistra sulla scelta del manager non è ancora finita a pochi giorni dalla scadenza: domani.

 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Primo piano - Pagina 3
L'assessore elogia il lavoro fatto in questi mesi per trovare l'accordo finale:
ARRU: UN TRAGUARDO STORICO PRESTO CI SARANNO I RISULTATI
«Non abbiamo ceduto alle spinte campanilistiche, ma valorizzato i territori»

CAGLIARI Primo ringraziare, «e ringrazio tutti, dalla maggioranza all'opposizione». Secondo, spiegare. A caldo, subito dopo il voto favorevole, l'assessore alla sanità Luigi Arru misura le parole. Sarà per la stanchezza, «non è stato facile», dirà, o perché quando uno porta a casa il risultato deve mettere da parte la passione e «saper invece scandire ogni frase con la precisione dell'orologiaio».Così, eccolo nella veste di chi comincia a dire: «Tutte le variazioni che abbiamo deciso, rispetto al decreto del ministero, erano necessarie. Non ci siamo lasciati travolgere dalla fantasia e neanche dalle spinte di campanile. Non ci sono state concessioni a questo o quel territorio. Ogni area ha avuto quello che doveva avere perché era giusto che lo avesse. Sì, sono soddisfatto del lavoro finale e sono convinto che gli effetti positivi della riforma si vedranno molto presto». Non ha neanche paura di quello che fra un mese potrà dire il ministero della salute sulla mappa definitiva. «Sono tranquillo. Spetterà a noi motivare e lo faremo con un ricco dossier, perché in alcuni casi siamo andati oltre i rigidi criteri nazionali. Tutte le deroghe che abbiamo deciso prima negli uffici dell'assessorato, poi in commissione e infine in aula saranno sostenute e spiegate per bene a Roma. Sì, sono sicuro che quel giudizio tecnico sarà positivo. Al massimo potranno chiederci qualche correzione e allora, con il Consiglio, vedremo come comportarci». Con la stessa determinazione, arriva anche la terza risposta di fila: «Continueremo a risparmiare quanto avevamo ipotizzato con la riforma ancora sul tappeto: oltre 136 milioni in tre anni. Non è vero che l'aver assegnato un livello in più a qualche ospedale o aver difeso fino a rinforzarli quelli delle aree disagiate, cambierà al ribasso i nostri calcoli. Le stime sono giuste, la soglia rimarrà quella e se dovesse essere necessario, faremo nuove economie da altre parti ma senza toccare neanche un servizio». Tolte le spine, Arru non ha dubbi. «Questa è una riforma che dovunque garantirà un'assistenza più completa, più equa e più sicura. Perché rispetto al passato, sarà meno frammentata, con gli ospedali e soprattutto i medici che lavoreranno in rete, a stretto contatto. Sarà poi anche meno soffocante per gli ospedali». Due concetti spiegati nel dettaglio subito dopo. «Meno dispersiva, perché per ogni problema, i cittadini sapranno, dove, come e a chi rivolgersi. Allo stesso tempo il sistema sarà pronto a prendere in carico il paziente dall'inizio alla fine della malattia e anche quando ritornerà a casa. Per questo abbiamo organizzato le dieci reti regionali, con al primo posto quelle destinate a fronteggiare gli ictus e le patologie cardiovascolari. Con l'Agenzia delle emergenze-urgenze e a breve anche l'elisoccorso, tutto il percorso sarà ancora più veloce ed efficace». Poi è una riforma, sempre secondo Arru, che libererà gli ospedali dal peso dei ricoveri inappropriati: in Sardegna sono un'infinità, oltre 14mila l'anno, e costano troppo: «Grazie alla rete, i cittadini non dovranno più sempre bussare alla porta del pronto soccorso. Ci sarà la giusta assistenza il più vicino possibile al Comune di residenza. È questa la forza della rete territoriale che abbiamo approvato e sarà davvero capillare fra ospedali di comunità e case della salute». Con un'altra certezza: «La sanità cambia, ma dobbiamo cambiarla tutti insieme. Solo così la riforma funzionerà. L'ho detto pochi giorni fa anche alle associazioni dei pazienti riunite nella rete Tramas, tra l'altro riconosciuta come un modello eccellente a livello internazionale. A loro ho detto: siete voi le nostre sentinelle della sanità. Perché questa riforma è nata dall'ascolto di tutti e migliorerà solo se continueremo a dialogare con le associazioni, i territori e il personale della sanità». Per poi chiudere con una risposta misurata alle critiche che, in questi mesi, gli sono piovute addosso da ogni parte: «Per me speso non è stato facile spogliarmi del camice di medico, Quando ho avuto qualche tentennamento, però mi sono sempre aggrappato al mandato che mi ha dato il presidente Pigliaru: migliorare il sistema. Eccoci qua: oggi dopo l'Asl unica, abbiamo la rete ospedaliera e quella territoriale. Manca solo l'Azienda per le emergenze. Ma abbiate pazienza: è solo questione di giorni». (ua)

 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Sardegna - Pagina 7
La kermesse dei cattolici in programma da oggi a domenica
GENTILONI E TAJANI AL MEETING DI CAGLIARI SUI TEMI DEL LAVORO
Molti i relatori di prestigio, previsto un messaggio del Papa

di Mario Girau
CAGLIARI Aprirà i lavori il cardinale presidente dei vescovi italiani, Gualtiero Bassetti, chiuderanno il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani. In mezzo il messaggio del Papa. Bastano queste quattro voci per indicare l'importanza e il peso che Chiesa e Stato attribuiscono alla 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani in programma a Cagliari da oggi a domenica. Nel centro congressi della Fiera di Cagliari si parlerà del "Lavoro che vogliamo: libero creativo, partecipativo, solidale". Tra i relatori due ministri (Ugo Poletti e Claudio De Vincenti), il presidente della commissione lavoro del Senato (Maurizio Sacconi), il segretario generale della Cisl confederale (Anna Maria Furlan) e una lunga serie di responsabili di associazioni nazionali di imprese e cooperative. Il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru avrà modo, sabato, di presentare "Le sfide del lavoro in Sardegna". Ma ci sarà posto anche per tutti i partecipanti, che potranno presentare proposte ed esperienze in tre tavoli di discussione articolati in 100 tavoli di 15 delegati ciascuno, dove si confronteranno, rigorosamente alla pari, arcivescovi metropolitani e operai, professori universitari e studenti, sindacalisti e imprenditori. È l'assemblea dei grandi numeri: 1300 tra delegati, ospiti, e staff organizzativi provenienti da 225 diocesi italiane; almeno 4 i cardinali presenti continuativamente ai lavori; 80 vescovi partecipanti, 15 aziende da visitare in Sardegna, 25 le iniziative imprenditoriali sarde in vetrina, 300 giovani presenti attraverso le esperienze di Policoro, 200 volontari, 300 buone prassi censite in ogni angolo d'Italia e raccolte in un documentario di due ore. Il mondo cattolico italiano arriva a questo appuntamento dopo centinaia di assemblee in tutto il Paese. Sempre all'insegna della concretezza: denuncia delle ingiustizie, racconto delle trasformazioni avvenute nel pianeta lavoro più vicino a casa, buone pratiche messe in campo, proposte. In Sardegna le diocesi sarde hanno organizzato negli ultimi mesi sei incontri ai quali hanno partecipato dirigenti d'azienda, docenti universitari, sindacalisti, operai.«Vogliamo aprire lo sguardo - dicono in un messaggio i vescovi sardi - non tanto ai numeri e alle statistiche, ma alle persone, alle vite concrete, alle speranze oltre che alle delusioni, con attenzione alla dignità di ognuno e alla solidarietà, prendendo coscienza delle presenti criticità, a partire dalla allarmante situazione della disoccupazione giovanile, ma anche guardando con attenzione alle esperienze lavorative e alle buone pratiche esistenti e dando nuovo impulso a risorse come l'artigianato, l'agricoltura, il turismo, per contribuire a trovare nuove strade e proporre all'intera società italiana una direzione di marcia che porti a superare la crisi in cui essa versa da troppi anni».Di recente il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, ha detto che in materia di lavoro «ci sono tante affermazioni gridate, ma forse manca un pensiero lungo sul Paese». In questa prospettiva si colloca la Settimana Sociale di Cagliari, che ritorna in Sardegna dopo 60 anni.

 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Lettere e commenti - Pagina 32
LA LETTERA La rinuncia consapevole a una sanità migliore
Salvare ospedali e reparti in sone scarsamente popolate è sbagliato: il medico lavora poco e “perde la mano”, il paziente decide comunque di farsi curare altrove

di Maria Pina Dore, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Sassari
Il principio che la salute è un «fondamentale diritto dell'individuo», come recita la nostra carta costituzionale è uno dei più citati, anche se non sempre trova concreta e piena applicazione, mentre la possibilità per tutti di accedere alle cure è sulla carta assicurata a tutti. Questa premessa è necessaria per rispondere alle questioni poste dalla riforma sanitaria recentemente approvata, dopo molti contrasti, in Consiglio regionale, con una fisionomia diversa da quella che aveva originariamente. Che cosa è avvenuto? La Regione Sardegna ha cercato di dare corpo al diritto alla salute dei sardi con il piano sanitario regionale nell'ambito dei confini dettati dalla normativa (decreto ministeriale n° 70 del 2 aprile 2015). Gli sforzi per far comprendere alle popolazioni, e ai loro rappresentanti istituzionali, la "filosofia" del piano ha però incontrato resistenze nei territori, ostacoli campanilistici, orgogli municipali. Così la riforma sanitaria, come ha giustamente osservato Eugenia Tognotti, è stata ampiamente rimaneggiata nell'assemblea del consiglio regionale, rimodulata, ripensata, riadattata per non "cancellare" piccoli ospedali, per "salvare" reparti, aggiungerne di nuovi ecc. Ma, in questo modo, non si è ottenuto l'obiettivo di far fare un salto di qualità alla sanità. Infatti, se, per assurdo, la Regione decidesse di spendere senza limiti per un ospedale in ogni remoto angolo della Sardegna, si garantirebbero meglio e appieno i bisogni di cura dei sardi? La riposta è no. Chi sono, infatti, nel concreto gli erogatori delle cure? I medici, i professionisti con il loro percorso di formazione ed esperienza nel "fare". Anche il miglior medico del mondo, se non ha al suo attivo un numero di interventi/prestazioni per anno, perde il suo expertise (o bagaglio di conoscenza ed esperienze come diremmo in italiano). Non possiamo prescindere dai caratteri geo-demografici della Sardegna: con 69 abitanti per kmq e con un totale di un milione 660mila abitanti non potrebbe mai garantire ai medici una vastità e una varietà di esperienza da mettere a disposizione dei pazienti. Anche il miglior chirurgo perde la mano per un certo intervento se il contesto non gli consente di fare più di tre interventi di quel tipo per anno. Una domanda banale: da chi preferirebbe farsi operare alla cistifellea un paziente: dal chirurgo del piccolo ospedale vicino che in un anno effettua 10 interventi o da chi ne effettua 100? Spiace dirlo, ma in definitiva, le comunità e le popolazioni che hanno combattuto il piano sanitario, strappando un reparto in più o un passaggio di livello, hanno purtroppo perso la preziosa occasione di poter contare su una sanità di miglior qualità.

 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Economia - Pagina 16
Parte il nuovo progetto di internazionalizzazione voluto dalla Regione
DUECENTO AZIENDE SARDE SCOMMETTONO SULL'EXPORT
Gli imprenditori isolani protagonisti a Los Angeles, Londra e Singapore

SASSARI Los Angeles, Londra e Singapore: tre città in cui si concentreranno le iniziative promosse dalla Regione per favorire l'export delle imprese sarde e per attrarre nuovi investitori stranieri. La partecipazione degli imprenditori sardi il frutto delle azioni sostenute dall'assessorato dell'Industria con il programma per l'Internazionalizzazione. Il Programma è stato avviato nel 2015 ed è in pieno svolgimento: dall'erogazione di finanziamenti e aiuti alle micro, piccole e medie imprese ai servizi di assistenza e alle attività istituzionali di promozione. Ai bandi hanno partecipato oltre 200 aziende. Los Angeles. Ieri e oggi le start up e le imprese innovative sarde sono state presentate a un pubblico di investitori e potranno avvalersi dell'esperienza di un gruppo di professionisti che supporteranno gli imprenditori nell'attività di check up con particolare attenzione all'aspetto commerciale, di comunicazione e di organizzazione. Negli Stati Uniti sbarcano quindici imprese che si occupano di sistemi per infomobilità, di installazione di panchine tecnologiche, di software di interazione tra uomo e macchina, di sistemi per la produzione e lo sfruttamento di energia e di prodotti come i letti in sughero. Londra. Le specialità dell'agroalimentare sardo voleranno invece a Londra per il "Real Italian Wine and Food" che si terrà il 30 e il 31 ottobre. Le imprese sono 27 e coprono l'intera filiera produttiva, dai vini ai formaggi, dai salumi alla pasta, dalla birra artigianale ai prodotti dolciari e da forno. Il programma è intenso: lunedì ci sarà una dimostrazione di cucina con chef e ristoratori di Londra al Westminster Kingsway College. Il 31, all'interno del Real Italian Wine & Food, nella Church House di Westminster, sono programmati masterclass, incontri B2B, degustazioni di prodotti e workshop informativi.Singapore. Si stanno definendo i dettagli della partecipazione all'Italian Innovation Day che si svolgerà nella penultima settimana di novembre a Singapore. Oltre alla Regione, ci saranno le università di Cagliari e Sassari, il Crs4, Sardegna Ricerche e undici imprese che offrono prodotti e servizi innovativi. La partecipazione ha un duplice obiettivo: attrarre nuovi investimenti esteri e promuovere start up e imprese innovative. La manifestazione di Singapore non prevede attività di commercializzazione ma darà agli imprenditori l'opportunità di incontrare possibili partner e investitori.

 

16 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 37
CONVEGNO A CAGLIARI
L'immaginario spaziale nei fumetti

Da oggi a sabato prossimo a Cagliari è in programma la conferenza "Spaced out/Spazi tra le nuvole. Lo spazio nel fumetto". Il convegno si inserisce nel Festival (che vivrà il clou a Cagliari dal 18 al 24 novembre) e si terrà oggi nella facoltà di Studi umanistici e domani e sabato alla Mediateca del Mediterraneo. Darà il via stamattina dalle 9.30 nell'Aula Motzo della Facoltà di Studi umanistici, il keynote Michael Chaney del Dartmouth College di Cagliari. Chaney è esperto di letteratura americana e afro-americana ed è un'autorità riconosciuta nel campo della graphic novel. Domani alle 18.30 alla Mem, invece, il programma prevede un incontro con l'autrice Sara Colaone, recentemente insignita del Gran Guinigi 2017 nell'ambito del festival Lucca "Comics&Games" come migliore disegnatrice. Sabato alle 18.30 Sara Colaone presenterà al "Feltrinelli Point" "Leda", la sua biografia a fumetti di Leda Rafanelli (1880 - 1971), scrittrice anarchica e futurista, musulmana e anticonformista.

 

17 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Agenda - Pagina 23
CONGRESSO
Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell'Università di Sassari ospiterà ad Alghero il 27 ottobre, dalle 9.00 alle 18.30, un congresso scientifico intitolato “Novità in tema di encefalopatie immuno-mediate”



18 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 36
Antonietta Mazzette presenta il convegno di oggi all'Università di Sassari
«Territori, migranti e media
Le parole dell'accoglienza»

di Costantino Cossu
SASSARI Oggi a partire dalle 9, nell'aula magna dell'Università, si svolgerà un convegno dal titolo "Territori e parole dell'accoglienza: per un discorso pubblico sul fenomeno migratorio", organizzato dal Dipartimento di Polcoming e dall'Osservatorio socio-territoriale per la comunicazione pubblica. Con Antonietta Mazzette, direttrice del Dipartimento, abbiamo approfondito alcuni dei temi al centro dell'iniziativa.Quali sono oggi i tratti caratterizzanti del discorso pubblico sul fenomeno migrazioni in Italia?«Il fenomeno migratorio è rappresentato prevalentemente in termini negativi ed è considerato un problema e un allarme per la sicurezza dei cittadini. Questa rappresentazione è legata certamente alla strumentalità di una certa politica, ma ha molto a che vedere anche con il ruolo dei media (vecchi o nuovi che siano) nella costruzione dell'immagine dello straniero. In tema di migrazioni, giornali, televisioni e web possono produrre quello che il sociologo Stanley Cohen ha chiamato "panico morale", un meccanismo che amplifica nell'opinione pubblica la sensazione di paura e di rischio. In questo senso, il discorso pubblico veicolato dai media ha contribuito alla rappresentazione negativa dei migranti, producendo una narrazione che è parte costitutiva dell'equazione migrante uguale clandestino uguale criminale, che poi questa equazione non sia dimostrata scientificamente poco importa, è comunque entrata nel senso comune di gran parte degli italiani. Più recentemente, si è formata una rappresentazione ambivalente che vede, da un lato, i rifugiati considerati astrattamente vittime innocenti (soprattutto bambini e donne), ma di cui ci si occupa ben poco se considerati come persone singole che hanno nomi, storie personali, desideri, e così via; dall'altro, i migranti, considerati intrusi che occupano i posti degli italiani». Che ruolo gli attori della comunicazione pubblica possono giocare nel costruire politiche di accoglienza?«Chi lavora nel campo dell'informazione e della comunicazione pubblica svolge un compito fondamentale nei confronti dei cittadini rispetto sia al tema delle migrazioni sia ai bisogni dei cittadini stranieri che risiedono nel nostro Paese. Informare su questi temi significa, in primo luogo, veicolare un utilizzo corretto delle parole. "Migrante", "richiedente asilo", "rifugiato" sono termini che si riferiscono a situazioni, anche di diritto, differenti e, sotto questo profilo, una buona informazione consentirebbe ai cittadini di capire meglio e, quindi, di aver meno paura dello straniero. Al contrario, utilizzare un unico vocabolo contribuisce alla riproduzione di un'immagine stereotipata per lo più negativa. In secondo luogo, la comunicazione pubblica può agevolare l'integrazione, soprattutto se diventa strumento di partecipazione attiva, ossia se svolge un servizio tanto in termini di esigibilità dei diritti, quanto in termini di comprensione dei doveri». Diritti e doveri che riguardano, in egual misura, italiani e stranieri.«In Italia esistono pochi esperimenti in questo senso. Ad esempio, dal 2015 l'Emilia Romagna ha realizzato un progetto per lo sviluppo della comunicazione interculturale al quale hanno lavorato l'Università, l'Anci, Carta di Roma e l'Associazione di comunicazione pubblica. È ciò che vorremmo fare in Sardegna, ed è questo il senso del convegno "Territori e migranti. Il ruolo della comunicazione pubblica". L'Osservatorio socio-territoriale sulla comunicazione pubblica ha sede presso il nostro ateneo ed è espressione della Regione e delle due università sarde. L'Osservatorio potrebbe costituire uno strumento utile all'Anci e alle associazioni che si occupano di accoglienza dei migranti, non ultimo perché ha al suo interno studiosi di territorio ed esperti di comunicazione pubblica».Perché avete deciso di tenere la Scuola dei sociologi del territorio a Lampedusa?«Siamo partiti dal presupposto che i flussi migratori non siano da considerare un'emergenza, ma dovrebbero rientrare nella vita ordinaria dell'Europa, considerato che avremo a che fare con questo fenomeno per i prossimi decenni. Il nostro obiettivo è quindi quello di formare i nuovi professionisti dell'accoglienza sostenibile, visto che la Sociologia del territorio è una disciplina di contesto e non può prescindere da quel che accade nei luoghi. Lampedusa ci è apparsa il luogo emblematico da cui partire. Ma conciliare le esigenze degli autoctoni con le domande di riconoscimento di diritti dei migranti è un percorso complicatissimo che ha bisogno di informazione e comunicazione corrette, di conoscenza dei territori, di ipotesi progettuali da sperimentare, di professionalità altamente qualificate. Le scelte politiche dovrebbero derivare da questo percorso. Abbiamo iniziato a Lampedusa, proseguiamo qui a Sassari e in altre sedi universitarie, per ritornare a Lampedusa il prossimo anno, con l'obiettivo di costruire, con i diversi interlocutori, un'idea organica e riproducibile di accoglienza sostenibile».

Politiche efficaci e insieme condivise, un obiettivo possibile
PER USCIRE DALL'EMERGENZA
SASSARI Il convegno "Territori e parole dell'accoglienza. Per un discorso pubblico sul fenomeno migratorio" si propone come momento di riflessione sull'impatto dei fenomeni migratori nel territorio e sul ruolo che gli attori della comunicazione pubblica possono giocare nel costruire politiche di accoglienza. I lavori si aprono stamattina alle 9 con i saluti dell'assessore regionale agli Affari generali della Regione Filippo Spanu, del sindaco di Sassari Nicola Sanna e del rettore Massimo Carpinelli. A seguire, Riccardo Porcu, direttore dell'Osservatorio socio-territoriale sulla comunicazione pubblica della Regione, e Antonietta Mazzette, direttrice del Dipartimento Polcoming dell'Università di Sassari introdurranno la giornata, che si aprirà con una riflessione, coordinata da Giacomo Mameli, a partire dalle testimonianze e dalle immagini della Scuola estiva di sociologia del territorio tenutasi di recente a Lampedusa. Alle 10.30 seguirà una tavola rotonda coordinata da Rosario Cecaro (Università di Sassari) alla quale parteciperanno: Siham Benebou (mediatrice linguistico culturale); Francesco Birocchi (presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna); Carlo Colloca (Università di Catania); Elisabetta Gola (Università di Cagliari); Antonio Bruzzi (Progetto Sprar Alghero); Silvia Mugnano (Università di Milano Bicocca). Concluderà i lavori Camillo Tidore (Università di Sassari), referente scientifico dell'Osservatorio.

 

19 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Logudoro Goceano - Pagina 28
OZIERI
Un saggio di Ugas sui popoli del mare

Presentazione domani a Ozieri per il saggio “Shardana e Sardegna, I Popoli del mare, gli alleati del Nord Africa e la fine dei Grandi Regni” di Giovanni Ugas, docente di Preistoria e Protostoria nell’Università di Cagliari e già archeologo direttore della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano, in programma alle 17 nella sala conferenze della biblioteca comunale. All’evento, promosso dall’assessorato alla Cultura con l’istituzione San Michele, parteciperanno l’autore e i direttori dei musei di Ozieri Giovanni Frau e di Santadi Nicola Sanna. (b.m.)

 

20 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 ottobre 2017 / Oristano - Pagina 31
IL SALUTO DI BENVENUTO
Mezzogiorno di festa per gli studenti dell'università

ORISTANO L'anno accademico è cominciato da poche settimane, così il Consorzio Uno dà il benvenuto da mezzogiorno ai propri studenti. Il saluto avverrà nel cortile del Chiostro del Carmine con il "Welcome Day", la tradizionale giornata di benvenuto dedicata ai ragazzi. Dopo i saluti istituzionali, la presentazione dello staff e dei servizi dell'ateneo oristanese e delle attività in programma per il nuovo anno accademico, per tutti i partecipanti, ci sarà un pranzo offerto dal Consorzio Uno.

Questionnaire and social

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