Press review

16 October 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 16 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
TUMORE AL SENO
Il Policlinico Duilio Casula si mobilita per il “BraDay”, giornata internazionale della consapevolezza sulla ricostruzione mammaria. Mercoledì 18 ottobre nella struttura di Monserrato saranno effettuati (dalle 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 18) consulti immediati e gratuiti per tutte le donne che volessero avere informazioni sulla ricostruzione del seno. I consulti saranno effettuati dall'équipe del professor Andrea Figus, chirurgo plastico.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 16 ottobre 2017 / Cronaca di Sassari (Pagina 26 - Edizione CA)
SASSARI. Faccia a faccia di FI con imprenditori e università
L'isolamento dei sardi: incontro

Il punto di vista dell'impresa e del mondo accademico sul problema dell'insularità. Lo ha raccolto Forza Italia nel corso di un incontro nella Sala Angioy di Sassari, per discutere di uno dei temi più sentiti per la vita dei sardi. Si tratta del primo di una serie di incontri a tema che il partito ha intenzione di organizzare da un capo all'altro dell'Isola.
«Sono orgoglioso di avere spinto il Parlamento europeo ad approvare una mozione sull'insularità con la quale si invita la Commissione ad analizzare finalmente i costi supplementari - ha dichiarato il parlamentare europeo Salvatore Cicu - a inserire i territori isolani in una categoria omogenea, a migliorare i collegamenti aerei e marittimi e a mettere a sistema gli interventi finanziari, anche istituendo uno "Sportello isole"». C'era anche il consigliere regionale Marco Tedde. «È ora di dire basta ai maggiori costi su trasporti, energia e produzione di merci - ha detto - vogliamo uscire da questa condizione di "diversamente cittadini europei"». (c. fi.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 16 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Ritardi nell'istituzione del Parco di Molentargius-Santa Gilla
OMBRE SULLO STAGNO «La burocrazia vera nemica dei pescatori»

Le hanno ricordate tutte (o quasi) le zone d'ombra di Santa Gilla. Le cosiddette criticità che incombono sulla laguna, uno specchio d'acqua che confina con l'imponente area industriale di Macchiareddu che qualche problema, a questo compendio naturale e di pesca, ha creato, in termini di inquinamento, e continua a produrre. Ultimo, in ordine di tempo, il caso-Fluorsid. «Che ci è costato - ha spiegato il presidente del Consorzio ittico, Emanuele Orsatti - un crollo delle vendite e naturalmente un incredibile danno d'immagine per la nostra laguna e la nostra attività di pesca».
I NEI Non si sono neppure dimenticati, ieri mattina, gli oratori, durante la tavola rotonda sulle prospettive del Parco delle aree umide del sud Sardegna, delle altre emergenze che attanagliano Molentargius, lo stagno già parco afflitto da diversi problemi chiamati discariche. Cumuli di immondizie di oggi, macerie di ieri che ancora persistono intorno allo stagno racchiuso tra Cagliari e Quartu. Storia delle scorse settimane: il fuoco persistente, le fiammelle perenni divampate sul tetto di una discarica degli anni Settanta rispuntata improvvisamente dal sottosuolo e che adesso dovrà essere bonificata.
L'IDEA Nascerà tra mille contraddizioni il futuro Parco di Molentargius-Sella del Diavolo-Santa Gilla che vogliono le amministrazioni comunali di Cagliari, Quartu, Capoterra, Assemini e Elmas. Che vuole la Regione così come chiedono i militanti di Legambiente e gli stessi pescatori del Consorzio. Ma che di fatto, nonostante una delibera di indirizzo firmata dalla Regione nel 2016 - lo hanno ricordato Vincenzo Tiana (responsabile scientifico) e Annalisa Columbu (presidentessa regionale) - e un percorso avviato, tarda a imboccare la strada dell'istituzione. «Dovrà comunque essere - ha puntualizzato l'assessora comunale alle Attività produttive, Marzia Cilloccu - un parco che nasce dal basso».
LA DENUNCIA Sono stati i pescatori, per voce del loro presidente, a riportare sul piano della realtà le contraddizioni di Santa Gilla. Ringraziando le istituzioni «per il loro interessamento» ma ricordando che oltre gli intenti e le annunciazioni, i 230 soci del consorzio e le sette cooperative affiliate aspettano risposte concrete per far diventare grande Santa Gilla. La sua è una stoccata alla Regione: «È stata capace di accusarci di aver subaffittato all'Università parte dei nostri locali. Peccato che i ricercatori stiano lavorando non per una scienza fine a se stessa ma per far crescere le nostre produzioni e tutelare alcune specie come il riccio di mare». Orsatti ha ricordato anche il caseggiato abbandonato dello schiuditoio, l'edificio del museo della laguna inutilizzato. «Che invece potrebbero contribuire a rilanciare Santa Gilla».
Andrea Piras

La Nuova Sardegna

 
4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 16 ottobre 2017 / Lettere e commenti - Pagina 23
LA PAROLA AI LETTORI - RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
Nuoro capitale della cultura, ma senza quattrini
Non è certo una bella notizia né tanto meno un fattore di spinta per Nuoro, candidata a Capitale italiana della cultura 2020, quella di qualche giorno fa: chiusura per motivi burocratici di 12 biblioteche in provincia, ma anche grave crisi della "Satta", che nonostante il prestigioso nome di cui si fregia non è in grado da tempo di acquistare né un libro né un giornale. Tardiva la dichiarazione dell'assessore regionale, diffusa nel segno della rassicurazione, della soluzione a breve termine di entrambi i problemi. Cade tristemente un'altra tegola: la chiusura di parte del Provveditorato di Nuoro per grave rischio da amianto. Non basta paludarsi di un passato glorioso, essere patria di grandi letterati, tra cui un Premio Nobel; non basta far rivivere i loro nomi nelle piazze, nei palazzi, nelle istituzioni culturali. Sarebbe importante onorare una così preziosa eredità garantendo innanzitutto i servizi culturali essenziali, come premessa per più alti, credibili progetti. Che la sede del Provveditorato, istituzione deputata ad amministrare la formazione, l'istruzione, la cultura a livello provinciale, non rispetti le norme a garanzia della salute di chi ci lavora è un fatto lesivo del prestigio di una città che nutre alte aspirazioni. Il passato è lì che chiede continuità: Nuoro, la Atene Sarda della Belle Époque, deve rivivere il modello che richiama all'attenzione, deve potervisi specchiare riconoscendosi; non può relegarsi al ruolo di città museo. Le stesse premesse valgono per Oristano, candidata all'ambìto titolo al pari di Nuoro: non solo Eleonora, non solo Sartiglia: garanzia dei servizi essenziali e vivacità culturale in ogni ambito, a imitazione del passato, ma viva nel presente.

Fanny Pitzolu, Oristano

* * *È straordinario, davvero, questo disinteresse di chi deve (inutile girare: la Regione per prima) preoccuparsi della cultura, cioè di un elemento di fondamentale importanza per una intera comunità. Non ci vuole molto a immaginare che più povertà c'è di altre presenze (come quella economica) e più devono essere potenziati gli strumenti di crescita - o, se proprio non si vuole, - di sopravvivenza dello spirito profondo della comunità. Nuoro è ora anche città universitaria: ma esiste al mondo una università dove ci sia una biblioteca impossibilitata a comprare almeno un libro o un giornale?

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