Press review

09 October 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 9 ottobre 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Coinvolti sette Comuni
Nasce il circuito dei giardini storici della Sardegna

Un percorso botanico da nord a sud dell'Isola che ha l'obiettivo di rafforzare le reti dei Comuni sulla gestione dei beni paesaggistici. È il circuito dei “Giardini storici” che, oltre al Comune capofila Santu Lussurgiu, comprende Cagliari, Sassari, Bolotana, La Maddalena, Laconi e Milis. Il progetto è stato formalizzato ieri con la firma del protocollo d'intesa con la Regione. PINTUS A PAGINA 8

Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
L'assessora Argiolas: «Pronti un marchio e un sito, con turismo sostenibile e occupazione»
IL FILO VERDE DEI SETTE GIARDINI
Da Cagliari a Sassari: nasce la rete dei parchi storici dell'Isola

Sette giardini e parchi storici della Sardegna si uniscono nel network ambientale e turistico “Giardini storici di Sardegna”, e con la regia della Regione avranno un brand identificativo, un sito internet dedicato, un'immagine coordinata promozionale omogenea «pur rispettando ognuno le proprie peculiarità», spiega l'assessora al Turismo Barbara Argiolas. Saranno promossi, conosciuti e visitati da turisti e appassionati d'oltremare, italiani e stranieri amanti dell'ambiente, della botanica, di arte e storia ed escursionismo.
L'ACCORDO Ieri nella sala Pietro Sassu della Casa Donna Caterina a Santu Lussurgiu la firma del protocollo d'intesa tra i sindaci di Santu Lussurgiu, comune capofila, Cagliari, Sassari, Bolotana, Laconi, La Maddalena e Milis con Regione, Unione dei comuni del Marghine, il Polo Museale della Sardegna, Università di Cagliari e Agenzia Forestas. L'Unione della rete è stata sancita e finanziata dalla Regione con 70mila euro per creare il marchio che rappresenta «un patrimonio ambientale da rilanciare e propone un'offerta tutto l'anno per un turismo sano e sostenibile che valorizzi i progetti territoriali con la regia coordinatrice della Regione e la cooperazione degli enti locali», aggiunge l'assessora, «sarà un itinerario di valorizzazione e promozione di queste specifiche risorse ambientali con l'intento di creare nuovi posti di lavoro».
IL CIRCUITO La rete inizia con sette giardini ma è aperta anche ad altri parchi sardi che vogliono condividere il circuito ed essere attrattori di potenziali turisti dalla penisola e dall'estero. Saranno migliorati i sentieri, gli accessi ai disabili, e tutti i servizi necessari: ristorazione, toilette, punto info, internet wi-fi per chi ancora non ce l'ha. Servizi necessari per una visita avvincente e per godere dei profumi e colori delle piante e fiori endemici ed esotici, con possibile ricaduta economica sul territorio. Il progetto per ora coinvolge il parco di San Leonardo de Siete Fuentes e le sue rinomate fontane e gli splendidi esemplari di leccio, l'elegante villa Pernis di Milis con il suo grande agrumeto la Vega, il parco all'inglese di Piercy con calocedri, abeti spagnoli e dell'Himalaya e la sua suggestiva villa a Bolotana, il giardino all'italiana di Aymerich con i suoi gelsi, ciliegi e cedri a Laconi, l'isola giardino dell'eroe risorgimentale Garibaldi a Caprera scandita da ginepri e olivi secolari, l'orto botanico Gennari di Cagliari con le sue piante mediterranee ed esotiche quindi il grande parco di Monserrato a Sassari: sei ettari colmi di ulivi e palme che incorniciano la villetta creata da Giovanni Antonio Sanna e la chiesetta campestre della Madonna di Monserrato. La rivista Gardenia realizzerà una brochure speciale dedicata ai sette parchi sardi allegata all'edizione nazionale distribuita in 55mila di copie in tutta Italia.
LA VALORIZZAZIONE «Un accordo importantissimo», precisa Diego Loi, sindaco di Santu Lussurgiu, «vogliamo investire sul parco di San Leonardo, stiamo dialogando anche con l'agenzia Forestas, per il ripristino, tutela, e valorizzazione del parco. Porteremo avanti diverse attività di formazione, per creare nuove professionalità e opportunità di lavoro per la cura e allestimento dei giardini». Per Sergio Vacca, sindaco di Milis, «è un'azione indispensabile per valorizzare un enorme patrimonio storico ambientale e agricolo unico». Secondo Paolo Frau, assessore alla Cultura e verde pubblico di Cagliari «è un bel passo avanti rispetto al 2012, quando partimmo in cinque. Ora ci sono più parchi e altri ne entreranno. C'è finalmente una consapevolezza, anche grazie all'intervento finanziario della Regione, per sviluppare questo tipo di turismo, green, colto, di amanti di architettura di paesaggi, che può generare flussi turistici e riscontri economici interessanti».
Joseph Pintus


 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 9 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
LE DIVERSE CAGLIARI
“Le diverse Cagliari fra Medioevo e futuro” è il tema dell'incontro con lo studioso Claudio Nonne che si terrà giovedì 12 ottobre alle 18:30 nella chiesa di San Lorenzo al Buoncammino, in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Beni culturali e territorio dell'Università di Cagliari. Introdurrà i lavori don Mario Ledda, rettore della chiesa.



3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 9 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
I LINGUAGGI DEI MEDIA
“Giulia giornaliste” incontra l'Università: mercoledì 11 ottobre alle 17 nell'Aula 6 della Facoltà di Studi Umanistici in piazza d'Armi a Cagliari si svolgerà l'incontro dal titolo “La preda e il cacciatore: stereotipi sociali, i linguaggi dei media”. Una riflessione sui linguaggi e le regole della narrazione mediatica nei diversi canali d'informazione e sui social network – nel rispetto della dignità e dell'identità delle vittime.



4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 9 ottobre 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 20 - Edizione CA)
S. ANTIOCO. Riconoscimento a Nadia Locci alla Camera
Premio alla studentessa modello

È stata premiata alla Camera dei Deputati con una borsa di studio “Global Marketing Comunicazione e made in Italy“, edizione Turismo, ricevendo l'attestato di “Tourist Advisor” assegnato dalla fondazione Visit Usa Italia.
Nadia Locci, studentessa di 24 anni di Sant'Antioco, laureata in Lingue e culture per mediazione linguistica all'Università di Cagliari, ha ricevuto il riconoscimento nel corso di una cerimonia alla presenza dei vertici della Fondazione, di qualificati esponenti del mondo delle imprese, di giornalisti e parlamentari. «Un grande orgoglio sia per me - ha commentato Nadia Locci - sia per la mia terra che nel turismo può avere il suo motore di sviluppo». La giovane studentessa di Sant'Antioco è stata premiata per il suo ottimo percorso scolastico che si è concluso con laurea durante il quale ha fatto anche l'esperienza del progetto Erasmus in Francia. Attualmente si sta specializzando, sempre nell'ambito delle Lingue straniere, all'Università di Torino. La fondazione “Visit Usa Italia” seleziona annualmente tramite Almalaurea, giovani laureati con ottima votazione, minimo 100/110, e con un piano di studi nell'ambito turistico. Gli studenti prescelti ottengono una borsa studio che consente loro di seguire lezioni di Marketing e di lingue nel settore turistico.
Tito Siddi

La Nuova Sardegna

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 9 ottobre 2017 / Sardegna - Pagina 6
TURISMO VERDE
DA SASSARI A CAPRERA NASCE IL CIRCUITO DEI GIARDINI STORICI
La presentazione al parco San Leonardo di Santu Lussurgiu
La rete dovrà fare sistema con i borghi e i percorsi del vino

di Simonetta Selloni INVIATA A SANTU LUSSURGIU
C'è un che di magnifico e di visionario nella prospettiva di Judith Wade, una signora scozzese che, in Italia nel 1997, ha fondato il network Grandi Giardini italiani. Ossia, la volontà di quotare in Borsa il network, che a oggi conta su 123 giardini, 8 milioni e mezzo di biglietti staccati l'anno con costi che variano dai 5 ai 10 euro a ingresso. Nessuno dei sette giardini storici attualmente riconosciuti in Sardegna fa parte di quel network, ma i prodromi di un progetto che trasuda di storia e bellezza da mettere a sistema, fanno ora parte di una rete vera a propria. "Giardini storici di Sardegna", è il nome della rete, nata ieri a Santu Lussurgiu, il comune capofila, con il suo parco storico di San Leonardo, di un network che racchiude un viaggio tra le eccellenze botaniche e paesaggistiche dell'isola. Questa rete conta ora su un protocollo siglato tra Regione (assessorato al Turismo), i sette comuni coinvolti, l'Unione dei Comuni del Marghine, il Polo museale della Sardegna, l'Università di Sassari e Forestas. Dotazione finanziaria iniziale, 70mila euro. I Giardini. Sono, oltre al Parco di San Leonardo de Siete Fuentes a Santu Lussurgiu, l'Orto botanico a Cagliari, il Parco Aymerich a Laconi, l'Isola giardino a Caprera, il Parco di Badde Salighes a Bolotana, il Parco Monserrato a Sassari, il Giardino degli agrumi nel parco Pernis-Vacca e la Vega di Palazzo Boyl a Milis. Tutti sorti entro l'800, tutti fruibili. È l'inizio di un percorso aperto: lo ha detto l'assessore regionale al Turismo Barbara Argiolas, L'obiettivo è coinvolgere altre importanti aree storiche del territorio.Il biglietto da visita. «Per la prima volta la Sardegna può utilizzare come biglietto da visita parti particolarmente pregiate del territorio», Lo ha detto Antonino Soddu Pirellas, ricercatore di Agris e ideatore del progetto. Si può così far fruttare il marchio più forte che ha l'isola, ossia il nome Sardegna, come ha ricordato l'assessore Argiolas.Un turismo dedicato. «Vogliamo entrare nel circuito della valorizzazione delle risorse naturalistiche in grado di promuovere sviluppo turistico nei nostri territori», ha detto il sindaco di Santu Lussurgiu Diego Loi. L'assessore Argiolas ha specificato che la creazione del network dei Giardini storici è dentro le politiche che questa Giunta promuove per puntare su nuove offerte turistiche che vadano oltre il mare. «Non che non vogliamo il turismo da picchi, ma crediamo nella necessità di farci scegliere appositamente per l'offerta culturale, paesaggistica, dell'accoglienza». Un sistema interconnesso con i borghi di eccellenza, i percorsi del vino, il turismo religioso.Risorse da dissotterrare. Come tradurre bellezza e paesaggio in economia? I suggerimenti concreti di Carlo Marcetti, docente di Economia del Turismo, riguardano il lato pratico che deve dare gambe alla progettualità. Intanto il richiamo alla gestione professionale dei siti, con il ricorso a figure con una visione dell'impresa del bello per far fruttare enormi risorse «da dissotterrare». C'è una difficoltà oggettiva nel trarre guadagno diretto da luoghi ad esempio non sottoposti a controllo, come il Parco di San Leonardo dove chiunque può entrare. Ecco perché la gestione deve necessariamente legarsi al territorio. «I borghi che ospitano i Giardini storici devono diventare punto di riferimento e di attrazione per i turisti». C'è un'economia importante alla quale affacciarsi, che svincola il progetto dall'assistenzialismo e libera il partner pubblico dalla necessità di dover sostenere il costo d'impresa». Un'isola turistica 12 mesi l'anno. Bisogna crederci, oltre il protocollo. Ci devono credere le comunità, alle quali la Regione e il network riaffidano il compito di motore economico e turistico. Se non si vuole che quelle firmate ieri siano soltanto altre carte.



7 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 9 ottobre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 24
Il libro curato dall'ex presidente del Banco con Paolo Fadda e Antonello Angius
LO SVILUPPO LOCALE NELL'ISOLA
LE RAGIONI DI UN GRANDE FLOP
Un'analisi che mette sotto accusa decenni di politiche regionali sbagliate

di Giacomo Mameli
Dopo aver letto (e apprezzato) il libro, quel punto interrogativo del titolo di copertina ("Lo sviluppo locale in Sardegna: un flop?") resta un segno grafico per lasciare aperta una porticina almeno a un briciolo di speranza. Perché l'autore, Antonio Sassu, caposcuola degli economisti sardi contemporanei, non usa eufemismi e mette nero su bianco che «i numeri presentati e le argomentazioni illustrate mostrano il fallimento delle politiche regionali nazionali e comunitarie in Sardegna». Professore, neanche uno rimandato a settembre, tutti bocciati.«In qualche riga più sotto di quelle citate preciso in dettaglio che sugli obiettivi cruciali delle politiche attuate il fallimento - ripeto questo sostantivo - è stato totale. E so molto bene di aver ricoperto anch'io ruoli di governo. Chi dà uno sguardo alle tabelle inserite trova dati scoraggianti. Ai programmi europei Leader si dava molto credito. Oggi, guardando gli andamenti demografici, notiamo che in quei territori che volevamo animare economicamente, il calo demografico tra il 2001 e il 2009 è stato del 5,9 in Goceano-Logudoro, nel 4.8 nella Marmilla-Sardidano, del 3.3 in Ogliastra, e via elencando segni negativi. Le risorse destinate ai territori vanno utilizzate ma ciò non è successo né col Piano di rinascita né con la programmazione negoziata. Ecco il flop». Non c'è proprio via d'uscita? «L'esperienza è servita molto, le risorse talvolta sono state impiegate. Occorre trovare una strategia che premi una programmazione innovativa e che faccia selezione nei territori più dinamici». E allora sviluppo locale addio? «C'è differenza tra sviluppo locale e programmazione negoziata, sono cose del tutto diverse. Se la programmazione ha fallito non vuol dire che lo sviluppo locale non sia fondamentale e da perseguire a tutti i costi. È il faro che deve illuminare la Sardegna di domani. Credo, spero, voglio lo sviluppo locale. Ma c'è sviluppo territoriale solo quando tra risorse e territorio c'è integrazione con l'esterno. Paolo Fadda ricorda i casi di Guiso Gallisai di Nuoro che ha studiato fuori Barbagia e ha portato sotto il Gennargentu la cultura appresa all'esterno. Penso ai Zedda Piras che diventano imprenditori nel settore dei liquori dopo aver varcato il Tirreno, hanno appreso da Cinzano e hanno portato innovazione sotto le torri bianche di Cagliari. In quel settore lo sviluppo c'è stato. Anche oggi le aziende migliori sono quelle che hanno puntato sulla conoscenza, sulle competenze: classici i casi di successo nell'enologia, nella trasformazione alimentare».Avete sentito anche 35 testimoni privilegiati: quali conclusioni?«Tutti hanno dato un giudizio di inefficienza complessiva sul sistema economico e di inefficienza, diretta e indiretta, della gestione della pubblica amministrazione. Molte responsabilità vengono attribuite alla Regione che non ha saputo scegliere o indirizzare le imprese verso obiettivi di integrazione e di competitività».La Sardegna arretra nel confronto con altri territori.«C'è un ampliamento del divario economico e sociale nei confronti della media italiana e di quella delle circoscrizioni del Nord e del centro Italia. Abbiamo toccato con mano che, con gli strumenti della programmazione negoziata, non vengono risolti i problemi generali dell'isola e quelli dei territori dell'interno».Perché questo flop senza punto interrogativo? «Gli errori di strategia dipendono ancora da un'applicazione pedissequa nell'isola di politiche condivise a livello generale, ma senza la capacità di adattarle e integrarle nel contesto di territori in grave ritardo sui fattori dell'istruzione e della cultura imprenditoriale. Molti sono anche i limiti della burocrazia, dopo aver concesso finanziamenti abbiamo toccato con mano la sostanziale estraneità alle pratiche di valutazione dei risultati».Torniamo all'irrisolto problema della cultura: poca istruzione, poca professionalità.«Vanno finanziati i progetti meritevoli e innovativi ma di innovazione, tranne rare eccezioni, non ne vedo. Conoscenze e saperi sono importanti quanto le risorse finanziarie. La Sardegna ha esigenza di potenziamento scolastico non di protocolli mai accompagnati da strumenti adeguati di controllo».

Una tavola rotonda insieme con Bottazzi, Cadeddu e Macciotta
La presentazione venerdì a Cagliari

CAGLIARI Il libro di Antonio Sassu "Lo sviluppo locale in Sardegna: un flop? (pagine 273, edizioni Ediesse, 15 euro), verrà presentato venerdì 13 ottobre alle 18 nell'auditorium della Fondazione di Sardegna a Cagliari.Il volume, che contiene un'analisi dettagliata degli esiti delle politiche di promozione dello sviluppo locale in Sardegna, contiene due capitoli firmati da Paolo Fadda e da Antonello Angius. Con l'autore ne parleranno il sociologo dell'economia Gianfranco Bottazzi, il direttore del Centro di programmazione Gianluca Cadeddu e l'ex deputato Giorgio Macciotta (segretario del Cipe dal 1996 al 2000).Sassu (Sassari, 1941), professore ordinario di Politica economica a Cagliari, ha compiuto studi e ricerche presso la Scuola di sviluppo economico di Napoli (Portici) e di Cambridge. Membro del Queen's College (1972-74) e visiting fellow presso le Università di Yale (1982-83) e di Stanford (1988-89) ha insegnato alla Queen's University dal 1971 al 1973, a Yale dal 1981 al 1982 e a Stanford (Palo Alto) tra il 1988 e il 1989. Dal 1994 al 1998 Sassu è stato assessore regionale alla Programmazione e, dal 2001 al 2007, presidente del Banco di Sardegna. Tra le sue pubblicazioni, "Saperi locali in Sardegna. Tradizione e innovazione" per Cuec Edizioni e "Patenting Abroad and Firm's International Technological Strategy" (con Raffaele Paci) per l'editore londinese Routledge (1997).

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