Press review

04 October 2017

L'Unione Sarda

1 – L’UNIONE SARDA del 4 ottobre 2017
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Il Senato ricorda la grande figura di Luigi Crespellani
PERSONAGGI. La cerimonia domani a Roma nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani

Domani, alle 16,30 al Senato della Repubblica a Roma sarà ricordata Luigi Crespellani a 50 anni dalla scomparsa.
Il decennio più lungo del secolo breve. È questa una delle definizioni più riuscite per descrivere gli anni Cinquanta del Novecento, caratterizzati da una serie di iniziative politiche, economiche e sociali destinate a cambiare radicalmente la fisionomia della Sardegna. Se l'autonomia è stata il motore propulsore di un radicale cambiamento, ciò fu dovuto in buona parte a una classe politica che si spese a favore del cambiamento e dell'ammodernamento.
Tra i padri dell'autonomia sarda spesso il nome di Luigi Crespellani è stato taciuto e dimenticato. In prossimità del settantesimo anniversario dell'approvazione dello Statuto regionale sardo e a 50 anni dalla sua morte il ricordo di uno dei massimi protagonisti della stagione autonomistica appare quanto mai opportuno. Avvocato, Crespellani fu il primo sindaco eletto di Cagliari nel dopoguerra (1946), grazie a un ampio consenso elettorale personale maturato nella Dc. Dopo due anni di amministrazione cittadina, durante i quali si attivò per la ricostruzione, nella primavera del 1949, divenne il protagonista della scena regionale. Grazie alle riconosciute doti di dialogo e sintesi fu eletto presidente della Regione, a seguito di un accordo politico-programmatico tra Democrazia cristiana e il Partito sardo d'azione. Negli anni Cinquanta la Sardegna si presentava come una delle regioni più povere e arretrate del Paese e il neonato Ente regionale guidato da Crespellani si fece promotore di un'attività politica caratterizzata da provvedimenti legislativi finalizzati a superare le carenze strutturali di un'isola economicamente e socialmente depressa e da un tessuto economico-produttivo arretrato. Trasporti e infrastrutture, sanità, istruzione e lotta all'analfabetismo, furono i settori nei quali si investì maggiormente, insieme al rilancio e ammodernamento di agricoltura, turismo e industria, per il rilancio economico e la rottura dell'isolamento geografico. Premesse fondamentali per l'avvio del dibattito sulla Rinascita che vedrà Crespellani fra i più attivi e strenui sostenitori. Presidente della Regione fino al gennaio del 1954, divenne il primo presidente del Credito Industriale Sardo e nel 1958 senatore per due legislature fino alla morte a Sassari il 15 aprile 1967.
Luca Lecis
(Università di Cagliari)

2 - L’UNIONE SARDA del 4 ottobre 2017
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Lavoro e sociale: idee a confronto
VIA COGONI. Venerdì convegno nel seminario arcivescovile
Aspettando la Settimana sociale dei cattolici italiani - che inizierà il 26 ottobre - è in programma un convegno dal titolo “Di grano, di pane e di lavoro”. L'appuntamento è per venerdì nell'aula magna del seminario arcivescovile di via monsignor Cogoni 9. Un momento di riflessione con i rappresentanti di Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Agris, Laore, azienda ospedaliera universitaria (Aou), Coldiretti, la Onlus Diabetezero, Porto Conte ricerche e Università durante il quale si parlerà di lavoro, mercati, produzioni, ricerca, salute, politica e informazione.
Il convegno-dibattito è diviso in due parti: di mattina, a partire dalle 9.30, inizierà la sessione coordinata da Francesco Birocchi (presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna) e Pierpaolo Contini dell'Aou) sul tema “Il lavoro in agricoltura: mercato delle produzioni cerealicole, redditività, filiere”. Nel pomeriggio (inizio alle 14.30), si svolgerà la seconda sessione, coordinata da Maria Ibba (di Laore) e Franco Manca (Centro Studi Caritas) che entrerà nel merito di tre macro-aree tematiche: ricerca, salute e marketing. Introdurrà il dibattito l'arcivescovo Arrigo Miglio. Nell'occasione don Giulio Madeddu, direttore dell'ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro lancerà la 48esima Settimana sociale dei cattolici italiani che si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre.

3 - L’UNIONE SARDA del 4 ottobre 2017
Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
CONVEGNO SULLE DIPENDENZE

Venerdì dalle 9 alle 18 presso l'aula magna Capitini della Facoltà degli Studi Umanistici dell'Università, si terrà una conferenza regionale sul tema delle dipendenze patologiche. L'appuntamento è molto importante, sia per il tema (il pericoloso ritorno dell'eroina e il fenomeno del poliabuso). Tra gli ospiti il senatore Lumia e un collegamento Skype con il sotto segretario alla salute Davide Faraone.

4 – L’UNIONE SARDA del 4 ottobre 2017
Provincia Ogliastra (Pagina 35 - Edizione CA)
Ai mondiali della longevità zia Cicita sfiora il record
ARZANA. Sei cittadini oltre i 106 anni, presentati i dati della ricerca

Arzana è ai vertici mondiali della longevità. Gianni Pes, ricercatore dell'Università degli studi di Sassari ha esaminato i certificati di nascita e di morte delle persone nate tra la fine dell'Ottocento e primi del Novecento e ha potuto certificare, basandosi su dati validati, un'ipotesi di primato assoluto. Di certo il record è sardo. Gli studi dimostrano che Arzana è il paese della Sardegna dove si vive più a lungo.
PRIMATI ANTICHI Dalle ricerche è emerso che, già ai primi del Novecento, la mortalità sotto un anno di età era più bassa rispetto ai paesi limitrofi. I bambini arzanesi avevano una resistenza biologica maggiore. Sempre in quegli anni, quando l'aspettativa di vita era intorno ai 45 anni ad Arzana vivevano Fois Giuseppe che nel 1888 aveva cento anni, Efisia Congera, capostipite di una famiglia di ultracentenari, è vissuta fino a 92 anni. Inoltre, Arzana può vantare ben 5 semi super centenari,ovvero persone che hanno varcato la soglia dei 106 anni. Uno di queste persone è in vita. Si chiama Francesca Manca che ieri ha spento le sue prime 106 candeline. Gianni Pes, e la Claudia Porcu, sono fondatori, rispettivamente presidente e vicepresidente, dell'Osservatorio sulla longevità, di cui fanno parte diversi studiosi di livello internazionale come il responsabile scientifico l'antropologo greco Pierre Gui Stephanopulos. L'Osservatorio raggruppa sei comuni (Arzana, Villagrande, Baunei, Talana, Urzulei, Seui) e, attraverso dati antropologici, genetici, biomedici, sociali, studia i fattori che portano le persone a vivere a lungo e ad invecchiare bene.
BLUE ZONE Gianni Pes e Michael Poulin, ricercatore dell'Università Louvrain in Belgio 10 anni fa, per primi hanno dato la prima definizione di “Blue Zone”, isole felici dove si vive meglio e più a lungo: Ogliastra in Sardegna; Ikaria in Grecia; Okinawa in Giappone; Nicoya in Costa Rica; Loma Linda in California. Il nome Blue Zone viene dall'inchiostro blu con cui i ricercatori cerchiavano le zone dove avevano riscontrato un alto tasso di longevità.
IL PRESIDENTE Raffaele Sestu membro dell'Osservatorio e presidente regionale delle Pro loco, è stato il primo a capire l'enorme e preziosa ricchezza che i centenari costituiscono per la nostre comunità. Nel 1991, da presente della Pro loco di Arzana, ha dato vita alla manifestazione “A cent'annus e prusu” e ora tiene a ribadire che ha conosciuto ma non curato, visto che godevano tutti di buona salute, 23 ultracentenari arzanesi, memoria storica del paese. I coniugi Angelo Stochino e Raffaela Monne scomparsi a 102 e 109 anni sono in lista al Guinnes World Record come coppia più longeva.
Sandra Marongiu

La Nuova Sardegna

5 – LA NUOVA SARDEGNA del 4 ottobre 2017
ECONOMIA – pagina 16
Innovazione, premiati 36 progetti
Sul piatto 12 milioni di euro. Il podio più alto conquistato dall'agroindustria

CAGLIARI Sono 36 i progetti vincitori del bando «Cluster Top-Down». Sul piatto 12 milioni di euro per sostenere l'innovazione delle imprese sarde nei settori agroindustria, Ict, turismo, cultura e ambiente, biomedicina, bioeconomia, reti intelligenti per la gestione dell'energia, aerospazio. La graduatoria dei 141 progetti presentati con i 36 vincitori è stata pubblicata da Sardegna Ricerche. Nei prossimi giorni saranno avviati i contratti per i progetti che puntano a trasferire i processi di innovazione dai centri di ricerca alle reti di imprese. Al bando hanno partecipato 1.379 imprese per un totale di 141 progetti in corsa. I 36 vincitori vengono finanziati con un importo medio di 320 mila euro ciascuno. Il podio più alto lo conquista l'agroindustria con 12 progetti finanziati, al secondo posto si piazza l'Ict con dieci, terzo il settore Turismo, cultura e ambiente con 4 progetti vincitori. Ci sono poi biomedicina, bioeconomia e reti intelligenti per la gestione efficace dell'energia con 3 progetti finanziati in ognuno dei settori e, infine, un progetto del settore Aerospazio. I centri di ricerca coinvolti sono Porto Conte Ricerche, CRS4, università di Cagliari e Sassari, Inaf, Sotacarbo, Cnr e Agris. «Ancora una grande partecipazione e un successo importante per un altro bando destinato alle nostre imprese che oggi, con la pubblicazione della graduatoria e il finanziamento dei soggetti vincitori, chiude il suo percorso - dice l'assessore della Programmazione Raffaele Paci - Il fatto che il maggior numero di progetti presentati e finanziati arrivi dall'agroindustria dimostra anche che l'innovazione può e deve essere applicata anche a quei settori tradizionali come, appunto, l'agroalimentare, il turismo, la cultura e l'ambiente».

6 - LA NUOVA SARDEGNA del 4 ottobre 2017
ATTUALITÀ – pagina 10
TANTA ITALIA NELLA SCOPERTA DEL SECOLO
È passato circa un anno da quando, su queste stesse pagine, commentai la scoperta delle onde gravitazionali dicendo che era uno di quei risultati che portano dritto a Stoccolma. E così è stato: ma era una facile previsione. Ieri l'Accademia Reale Svedese delle Scienze ha assegnato il Nobel per la fisica 2017 ai tre fisici americani che più hanno contribuito a questa eccezionale scoperta: Rainer Weiss, Barry Barish and Kip Thorne. Weiss prenderà metà del premio (che ammonta a circa un milione di euro), Barish e Thorne si divideranno l'altra metà. Il premio sancisce il ruolo dei tre scienziati come promotori e fondatori dei laboratori LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory, osservatorio interferometro laser delle onde gravitazionali), strutture imponenti e avanzatissime che il 14 settembre 2015 hanno permesso di registrare per la prima volta la presenza delle onde gravitazionali, la cui esistenza fu postulata teoricamente da Albert Einstein un secolo fa, nella teoria della Relatività Generale.Weiss è professore emerito di fisica al Massachusetts Institute of Technology, è un fisico sperimentale che ha dato contributi fondamentali al concetto, alla progettazione, al finanziamento e alla costruzione del rivelatore LIGO.Kip Thorne, Feynman Professor di fisica teorica al California Institute of Technology, è un fisico teorico: a lui va il merito di aver elaborato previsioni cruciali per descrivere e riconoscere il segnale delle onde gravitazionali. Barry Barish, fisico delle particelle elementari al California Institute of Technology, ha l'indubbio merito di aver coordinato e portato al successo il progetto: quando sembrava che LIGO dovesse essere addirittura cancellato Barish lo ha riportato al successo, riuscendo in soli tre anni a metterlo in condizione di raccogliere dati.E però, come è stato già notato, c'è moltissima fisica italiana in questa scoperta: molti dei ricercatori di LIGO sono italiani, come sono italiane molte delle idee e, non ultimi, molti dei finanziamenti. È stato l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a co-finanziare insieme al CNRS francese la costruzione dell'antenna gravitazionale europea VIRGO, a Cascina vicino a Pisa: al tempo della misura VIRGO era diretta da Fulvio Ricci, professore di fisica sperimentale alla Sapienza di Roma e solo pochi giorni fa nostro ospite a Sassari per la Notte dei ricercatori. Come ricorderà chi lo ha ascoltato, il prof. Ricci ci ha illustrato gli ultimi risultati di VIRGO: osservazioni di onde gravitazionali raccolte ad agosto di quest'anno e molto più intense, riconoscibili e localizzabili nello spazio, grazie alla simultanea acquisizione di LIGO e VIRGO.Dispiace perciò che il premio non sia andato a nessuno degli scienziati italiani che pure hanno dato un contributo determinante alla scoperta: penso in particolare ad Adalberto Giazotto, dell'INFN di Pisa, che ha individuato nella capacità di rivelare segnali a bassa frequenza la chiave del successo dell'esperimento, e che già nel 2001 aveva proposto di realizzare una rete mondiale di interferometri. Sono sicuro che il lavoro di Giazotto verrà menzionato al momento del conferimento del premio, come è costume fare quando le scoperte sono il frutto del lavoro di più ricercatori. Questa è la scoperta del secolo e un secolo quasi abbiamo dovuto aspettare per averne la prova sperimentale. Quasi 100 anni fa Albert Einstein elaborò la teoria della relatività generale: la più bella teoria mai scritta, secondo alcuni; senz'altro la teoria che ha rivoluzionato il modo in cui pensiamo lo spazio e il tempo. Quando due oggetti di grande massa si fondono, la curvatura dello spazio tempo viene alterata emettendo increspature, onde, dette gravitazionali a causa delle loro sorgenti. L'emissione in questo caso è stata provocata dalla fusione di due buchi neri. Quando finalmente raggiunge la terra, l'onda gravitazionale è un segnale talmente debole che ci vuole uno degli strumenti più sofisticati al mondo per poterla rivelare, oltre naturalmente alla testardaggine, alla passione e all'intelligenza di qualche migliaio di fisici nel mondo che hanno lavorato da quasi 25 anni al progetto.Il futuro di quest'area della fisica è luminoso: ora possiamo guardare al cosmo non più solo attraverso la luce, le onde elettromagnetiche e le particelle, ma con un nuovo organo di senso, le onde gravitazionali. Questa scoperta entusiasmante va seguita e consolidata: è indispensabile progettare e costruire nuovi rivelatori, più sofisticati e sensibili di LIGO e VIRGO, distribuiti nei vari Paesi del mondo avanzato e in grado di lavorare interconnessi. Il mio sogno, anzi il mio progetto già in stadio avanzato, è che uno di questi rivelatori venga costruito in Sardegna, che la bassa sismicità rende un luogo ideale. La prima pietra di questo progetto è già stata posata: l'Università di Sassari, con il contributo della Regione e dell'INFN sta realizzando un laboratorio nella miniera di Sos Enattos a Lula. È un progetto a cui tengo moltissimo. C'è ancora tanto lavoro da fare, ma cosa ci sarebbe di più bello che osservare e risolvere i misteri del cosmo da un grande laboratorio internazionale sorto nel centro della Sardegna? A questo bisogna lavorare con convinzione, a questo sto lavorando. Massimo CarpinelliRettore Università di Sassari

7 – LA NUOVA SARDEGNA del 4 ottobre 2017
CULTURA E SPETTACOLI – pagina 36
«La cultura e il paesaggio, questa la strada per il futuro»
Salvatore Settis: crescita sì, ma nel rispetto dei valori della Costituzione

di Costantino Cossu Il presidente Mattarella che a Cagliari va a vedere i Giganti di Mont 'e Prama, il ministro Dario Franceschini che a Castelsardo inaugura il Museo dell'identità genovese e indica nel paesaggio e nei beni culturali le risorse sulle quali basare il futuro economico dell'isola; l'Università di Sassari e l'assessorato regionale all'Ambiente che scelgono l'Asinara come luogo in cui ospitare una Scuola che metta insieme ecologi ed economisti per definire le coordinate di una crescita compatibile con gli equilibri del pianeta. Qualche spiraglio c'è, allora. Qualche spazio resta aperto di fronte alla riproposizione di vecchie ricette. Chi sceglie strade diverse da quelle del consumo indiscriminato di suolo non dice sempre e solo «no». Dice molti sì, ma in una direzione diversissima da quella indicata da chi continua a guardare al passato.Discutiamo di questi temi con Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte, ex direttore della Normale di Pisa, accademico dei Lincei, titolare a Madrid della Cátedra del Prado e presidente del Consiglio scientifico del Louvre.L'Italia è stato un Paese pioniere nel dotarsi di strumenti giuridici di tutela del paesaggio, ancora prima della Costitizione repubblicana...«La prima legge italiana sul paesaggio, dovuta a un ministro che si chiamava Benedetto Croce, fu varata nel 1920; ma prima ancora di questa vi furono numerosi provvedimenti degli Stati italiani preunitari, che tracciano da secoli la strada che avrebbe portato alla nostra Costituzione repubblicana. Cito in particolare l'Ordine del Real Patrimonio di Sicilia del 1745 che simultaneamente tutelava i boschi ai piedi dell'Etna e le antichità di Taormina: che io sappia, il più antico caso al mondo in cui tutela dei paesaggi e quella dei beni artistici e archeologici si muovono di pari passo come parte di un sistema unico, proprio come nell'articolo 9 della Costituzione: "La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione"».Perché allora in un paese in cui la tutela del paesaggio è obbligo costituzionale e in cui pure esiste un robusto quadro normativo nazionale a garanzia del paesaggio, poi invece il cemento la fa da padrone? C'entra qualcosa una malintesa autonomia delle Regioni e degli enti locali?«Il divorzio fra lo spirito e la lettera delle leggi da un lato, e la pratica politica e amministrativa dall'altro, è uno dei più tristi e negativi sviluppi degli ultimi decenni. La mancanza di una generalizzata cultura della tutela, il continuo auto-accecamento di cui siamo vittime, il dominio incontrastato di un economicismo che bada soltanto ai guadagni nel breve termine e non al pubblico interesse e ai diritti delle generazioni future: questi alcuni dei fattori-chiave che rendono possibile il degrado crescente a cui assistiamo. Il punto, mi pare, non è se la Sardegna sia dei sardi o di tutti, ma se la Sardegna (o l'Italia) appartengano a noi che viviamo oggi (e che possiamo impunemente distruggere tutto) o se, piuttosto, non siano qualcosa che abbiamo avuto in dono dai n
ostri antenati e che abbiamo oggi in prestito dai nostri pronipoti. È pensando ai tempi lunghi della storia e della memoria che dovremmo prendere decisioni attente e ponderate, e non genuflettendoci davanti ai subiti guadagni degli speculatori edilizi».Difesa del paesaggio e difesa della democrazia in che modo sono legate?«Il legame è nella Costituzione, laddove impianta l'articolo 9 in una tessitura di principi e di concetti puntata sull'uguaglianza, l'equità sociale, la giustizia, la «pari dignità sociale» dei cittadini (articolo 3). Perché questi traguardi ci siano sempre presenti, è indispensabile che dovunque vi sia conflitto fra il pubblico interesse e il profitto privato sia il pubblico interesse a prevalere, sempre e comunque. Per parlare di Sardegna, il piano paesaggistico dell'amministrazione Soru rispondeva ad alti principi di pubblico interesse; i ripetuti tentativi di smantellarlo (anche ora) rispondono a miopi manovre di piccolo cabotaggio». Cosa c'è nella storia d'Italia che spinge a considerare il mattone la principale fonte di sviluppo economico? «Questo pregiudizio, ripetutamente smentito dai fatti, regge grazie a un'arcaica cultura contadina che, nei suoi aspetti peggiori, permane nel retrobottega della mente. Da decenni si dice che l'edilizia è il principale motore dello sviluppo, e in nome di questo si fanno condoni e piani casa uno peggio dell'altro: ma intanto da decenni la crisi si aggrava. Nonostante ciò, molti continuano a fare come se nulla fosse mutato da quando la corsa ad accumulare "la roba" appassionava i nostri bisnonni che lottavano per uscire da una povertà secolare. È caratteristico, ad esempio, che l'investimento in speculazioni immobiliari sia molto ricercato dalle mafie, portatrici di una ferocia criminale che si accoppia a residui di cultura arcaica».Che effetti ha sull'economia nazionale questa persistente tendenza a spostare sull'edilizia risorse finanziarie ed umane? Le stesse risorse non potrebbero essere impiegate in altro?«Anche l'Ance (l'Associazione dei costruttori edili) ha ripetutamente riconosciuto che la manodopera edilizia potrebbe esser fruttuosamente impiegata nel recupero del patrimonio abbandonato, nell'adeguamento di quello recuperabile, nella messa in sicurezza di un territorio, il nostro, che è afflitto da una fragilità idrogeologica e sismica senza paragone in Europa. Questa messa in sicurezza del territorio è l'unica vera grande opera di cui l'Italia ha bisogno: lo sostengo da anni e non mi stancherò mai di ripeterlo».Che cosa si può fare per uscire da circolo vizioso del mattone? Media e scuola hanno un ruolo?«Solo una capillare educazione alla memoria storica e alla bellezza può contrastare efficacemente la deriva che affligge il nostro Paese in preda all'amnesia. La scuola dovrebbe formare cittadini consapevoli, e non piatti esecutori della volontà altrui. Ma tutte le riforme scolastiche degli ultimi anni stanno ferendo mortalmente la scuola italiana, che era, e nonostante tutto resta, la migliore del mondo. Bisogna ridare ai nostri insegnanti (molti dei quali di prim'ordine) l'orgoglio di trasmettere alle nuove generazioni una memoria storica molto particolare, quella dell'Italia come componente chiave dell'Europa, come cultura che ha inglobato componenti diversissime (dai Greci ai Sardi, dai Punici ai Celti, dai Longobardi ai Veneti...), come il Paese che ha voluto cercare una propria unità senza rinunciare alle sue tante piccole patrie».

8 – LA NUOVA SARDEGNA del 4 ottobre 2017
NUORO – pagina 21
Nuoresi e libanesi verso il gemellaggio
La delegazione guidata dal sindaco accolta a Zouk Mosbeh
Possibili anche nuove partnership in attività industriali
Soddu: legame forte

NUORO Uno striscione lungo sei metri con la scritta "Benvenuti": così è stata accolta la delegazione del Comune a Zouk Mosbeh in Libano per continuare il processo di avvicinamento tra i due paesi che un'obiettivo preciso: il gemellaggio. A salutare il sindaco Andrea Soddu, il presidente del Consiglio, Fabrizio Beccu e il gruppo di ricercatori e professori dell'Università di Nuoro e Sassari, c'era non solo il primo cittadino di Zouk, Abdo El Hajj Zouk e il vicesindaco Joseph Mhames, ma tutta la città, compreso il parroco della chiesa di Santa Maria, Charlebel Mouhana. «L'amministrazione di Zouk Mosbeh ha invitato il comune di Nuoro e UniNuoro ad approfondire la conoscenza e studiare le possibili partnership - ha spiegato con soddisfazione il sindaco Andrea Soddu - riservandoci un'accoglienza davvero spettacolare". Una settimana di eventi e incontri per far conoscere alla delegazione nuorese la realtà sociale, economico e produttiva di quella zona del Libano e capire in quali settori si può iniziare a collaborare e creare partnership commerciali.«Speriamo che questa collaborazione abbia una continuità - è stato l'auspicio del sindaco Hajj Zouk -. Vogliamo fare qualcosa per il bene e il futuro dei nostri figli. I nostri popoli si assomigliano e la ricerca e la funzione dell'Università hanno contribuito a creare questa amicizia». «Vogliamo fare un gemellaggio con Zouk - ha subito replicato Andrea Soddu - in modo tale che voi abbiate la vostra casa a Nuoro, nel cuore della Sardegna».Dopo aver visitato il Comune e visto le fotografie storiche il sindaco di Nuoro ha aggiunto: "Basta vedere queste immagini per renderci conto che davvero le due sponde del Mediterraneo sono la casa di uno stesso popolo. I nostri nonni, il popolo nuragico, insieme ai vostri nonni, i fenici, erano amici, abitavamo insieme. Questo accadde 3mila anni fa e noi vorremmo ora su quelle stesse rotte stabilire nuovi rapporti di amicizia, di commercio e di solidarietà. E vorremmo investire con voi nel futuro per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini puntando sull'ambiente, sui diritti sociali e sull'autosufficienza alimentare. E lo potremo fare se saremo uniti, confrontandoci e con il sostegno dell'Università nella ricerca». Parole condivise dal Rettore dell'Università di Sassari Massimo Carpinelli, in Libano con Fabrizio Mureddu, commissario del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale: «Siamo interessati alle future collaborazioni tecnologiche e siamo venuti qui con la facoltà di Agraria - ga detto Carpinelli - che rappresenta uno dei punti di forza del nostro territorio».Poi c'è stato lo scambio dei regali tra i due sindaci: Andrea Soddu ha portato una bisaccia nuorese con all'interno una bottiglia di vino Cannonau. La delegazione nuores è stata ricevuta dall'Associazione degli imprenditori del territorio, Indevco, che conta circa 280 industrie e alla quale il
presidente della Camera di commercio di Nuoro, Agostino Cicalò ha portato i saluti con una lettera dedicata agli imprenditori libanesi: «Le relazioni economiche internazionali sono per la nostra Regione un'esigenza prioritaria. Gli scambi attivati grazie all'Università di Nuoro ed al Comune di Nuoro renderanno più solide le nostre relazioni per strutturare dei partenariati».

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