Press review

30 September 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Il Capo dello Stato farà tappa anche al museo che ospita i guerrieri di Mont'e Prama
IL PRESIDENTE E I GIGANTI SARDI
Lunedì Mattarella all'Università di Cagliari, poi a Casa Gramsci

Sarà di fatto un tour tra i giganti della cultura sarda, quello che lunedì si concederà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell'Isola, da Cagliari a Ghilarza. Farà tappa anzitutto all'Università del capoluogo, dove svettano numerosi campioni della ricerca in vari campi; poi una visita ai Giganti di pietra, i guerrieri di Mont'e Prama, perlomeno quelli ospitati nel museo archeologico cagliaritano. Infine il passaggio a Casa Gramsci, in memoria del sardo che forse giganteggia più di ogni altro, per la profondità del suo pensiero studiato in tutto il mondo.
Il filo rosso della cultura rappresenta il vero senso della giornata sarda del capo dello Stato, che inizierà poco dopo le dieci di dopodomani, quando l'aereo presidenziale atterrerà all'aeroporto di Elmas. Mattarella sarà accolto dalla prefetta di Cagliari Tiziana Giovanna Costantino, con il direttore regionale dell'Enac Marco Di Giugno e il presidente della Sogaer Gabor Pinna.
ALL'UNIVERSITÀ Per le 11 l'uomo del Colle è atteso nell'aula magna del rettorato dell'Università di Cagliari, dove prenderà parte all'inaugurazione dell'anno accademico 2017-2018. «È una grande soddisfazione per me e per l'Ateneo che il presidente della Repubblica partecipi alla cerimonia», dice il rettore Maria Del Zompo, che col presidente della Regione Francesco Pigliaru e il sindaco Massimo Zedda riceverà il capo dello Stato nel palazzo del rettorato. «Sono particolarmente contenta - prosegue Del Zompo - perché questo segnale di attenzione, verso un ateneo che insiste in un'Isola che attraversa ancora un periodo critico dal punto di vista dello sviluppo e problematico per la decrescita della popolazione, trasmette un senso di partecipazione che darà ulteriore impulso ed entusiasmo per la crescita del nostro ateneo e, di conseguenza, della nostra Regione».
Di grande prestigio anche il nome di colei che terrà la prolusione di apertura dell'anno accademico, dal titolo “La ricerca come volano della conoscenza e dell'etica pubblica”: la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo. Il programma della mattinata (che si potrà seguire in streaming sul sito www.unica.it) prevede anche l'esibizione di alcuni componenti del coro del Teatro lirico di Cagliari, la relazione del rettore e gli interventi del rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Sonia Melis, e del Consiglio degli studenti, Roberto Vacca.
GRAMSCI Dopo la cerimonia all'Università, Mattarella sarà accompagnato al museo archeologico di piazza Arsenale, per ammirare le statue dei Giganti. Dopodiché, se il tempo sarà clemente, si sposterà a piedi fino a piazza Palazzo, per consumare un leggero pasto nei locali della prefettura.
Il viaggio nel centro dell'Isola avverrà in aereo: da Elmas a Fenosu, riaperto solo per l'occasione, poi il trasferimento a Ghilarza. L'omaggio ad Antonio Gramsci è inserito nelle celebrazioni in occasione dell'ottantesimo anniversario della morte del grande intellettuale sardo. Il capo dello Stato, il cui arrivo nell'aeroporto oristanese è previsto attorno alle 16, dovrebbe essere alla Casa-museo Gramsci verso le 16.30. Al termine di una breve visita si sposterà nel vicino auditorium comunale di Ghilarza, per la presentazione dell'ottavo volume dell'Edizione nazionale degli scritti di Gramsci. Al netto di eventuali ritardi, alle 18 o giù di lì Mattarella risalirà sull'aereo di Stato, a Fenosu, per fare direttamente rotta su Roma. (g. m.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CITTADELLA UNIVERSITARIA. Successo dell'iniziativa organizzata ieri dall'Ateneo
Scienza e attualità nella “Notte dei ricercatori”

Ha messo in campo cento docenti e 120 tutor esperti nei campi più diversi, ha organizzato quaranta conferenze, laboratori e incontri divulgativi. Per la Notte dei ricercatori, organizzata ieri dalle 17 alle 24 alla Cittadella universitaria di Monserrato, l'Ateneo ha fatto le cose per bene. D'altra parte la “Notte”, che fa parte della Settimana della scienza, è la più importante rassegna scientifica in Europa.
La pro rettrice per la ricerca scientifica, Micaela Morelli, ha organizzato un percorso accattivante e ricco di sorprese. L'Università si è raccontata in modo informale e divulgativo, parlando soprattutto agli studenti delle scuole superiori e alle loro famiglie. L'ha fatto attraverso iniziative che hanno riguardato asteroidi, giochi matematici, sequestri di persona, bioingegneria, chimica, fisica, storia, geologia, informatica, medicina, comunicazione e arte. Visite guidate si sono svolte nei musei universitari, le conferenze sono state coordinate da esperti della comunicazione: i giornalisti Michele Ruffi de L'Unione Sarda, Mariangela Lampis di Videolina, Anna Piras (caporedattore Rai Regione Sardegna), Alessandra Sallemi (La Nuova Sardegna), Mario Tasca (Sardegna Uno) e Giuseppe Amisani (ufficio stampa del Comune).
Nel campus della Cittadella è stato costruito un mix affascinante di competenze e saperi per divulgare argomenti di forte attualità. Un percorso si snodava per laboratori, gazebo e angoli della ricerca.
All'interno della Notte dei ricercatori c'era anche “Reporters of the night”: il progetto, destinato agli studenti delle scuole secondarie, promuove la partecipazione diffusa alla “Notte” per favorire comprensione e importanza della ricerca scientifica. I video girati ieri alla Cittadella non devono superare i due minuti di durata.

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
VILLASIMIUS
«Area marina protetta, turisti più sensibili»

L'Area marina protetta di Capo Carbonara, grazie al programma comunitario Life Res Maris, si conferma la capitale del turismo sostenibile. A sottolinearlo l'associazione Tecla, partner del progetto che vede coinvolti l'Amp, l'Università e la città metropolitana di Cagliari: «Per tre mesi - hanno sottolineato i partner del Life Res - nelle spiagge di Simius, Porto Giunco e Campulongu si sono svolte numerose attività di informazione e sensibilizzazione dei turisti, con un'attenzione particolare all'importanza delle praterie marine di posidonia».
Circa 1500 le persone coinvolte: «Sono state settimane impegnative - ha spiegato Giuseppina Liggi della Città metropolitana di Cagliari - ma alla fine siamo riusciti a centrare l'obiettivo di coinvolgere molte più persone rispetto all'anno scorso. Abbiamo riscontrato grande interesse e una crescente consapevolezza da parte dei residenti e degli stessi turisti sulla necessità di difendere e conservare gli ecosistemi marini e terrestri». (g. a.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
SAN SPERATE. Così l'economista Paolo Savona durante il festival di Sant'Arte
«L'arte di Sciola arricchisce l'uomo e il paese»

L'arte eleva l'uomo, riallaccia i rapporti sociali e fa da catalizzatore per l'economia. Così Paolo Savona, docente universitario ed economista, ha parlato al Festival Sant'Arte organizzato dalla fondazione Pinuccio Sciola. «Il messaggio di Sciola è che l'arte arricchisce l'uomo, non solo dal punto di vista economico, fermo restando che se la gente chiede di stare bene, anche l'arte deve creare le condizioni sociali per questo. La cultura può ristabilire l'equilibrio che le tecnologie costantemente fanno perdere: in questo credeva Pinuccio Sciola. San Sperate era per lui il laboratorio in cui dimostrare che non basta la tecnologia per vivere bene e arricchirsi. Se San Sperate riesce a diventare quello che lui voleva, resta la speranza per il mondo intero».
Allo Spazio Antas di via Arbarei si è tenuto un convegno sull'arte come motore di sviluppo sociale. Alla tavola rotonda con l'economista Paolo Savona, c'erano la presidente della Facoltà di Studi umanistici Rossana Martorelli e le docenti Maria Luisa Frongia e Pamela Ladogana. Presenti anche i figli dell'artista famoso in tutto il mondo, Tomaso, Maria e Chiara. Anche il sindaco Enrico Collu e l'assessora alla Cultura Emanuela Katia Pilloni.
Maria Luisa Frongia ha parlato commossa: «Pinuccio Sciola mi diceva che l'artista ha una marcia in più e deve lasciare traccia e aggiungeva che lui l'avrebbe lasciata con la pietra. Ma quando propose l'innovazione del Paese Museo stava dando vita ad un museo che si riappropria del territorio in cui opera, che si apre all'esterno».
L'assessora Pilloni ha aggiunto «I ragazzi a San Sperate sono abituati al bello e all'arte e la proteggono, questa è l'eredità più grande di Sciola». Pamela Ladogana ha ricordato una frase dell'artista: «L'arte deve essere vissuta anche come strumento per parlare dei problemi sociali, anche quando occorre alzare la voce». (m.p.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Oltre 2300 le strutture regolari, in cinque anni numeri raddoppiati
Boom dei b&b nell'Isola
Arriva il codice di qualità

Tutti aprono un bed and breakfast, o qualcosa di simile. Fate un giretto nel centro storico di Cagliari o di Alghero, ad esempio, e vedrete insegne nuove ogni giorno. Oppure andate sul web, e una valanga di offerte vi travolgerà.
LA CRESCITA «In cinque anni i numeri sono praticamente raddoppiati», spiega Barbara Argiolas, assessora regionale al Turismo, «il fenomeno è diffuso dove non ci sono, o sono molto poche, altre attività ricettive, quindi deriva da una domanda di pernottamento, ad esempio nei nostri paesi dell'interno in occasione di sagre e manifestazioni. E poi spuntano nelle città, dove il turismo si fa individualmente, e sempre più persone cercano l'esperienza “familiare”. Il problema è: distinguere tra sostegno al reddito e impresa vera e propria, controllare e fermare chi non è in regola».
L'assessora comunale alle Attività produttive e al Turismo Marzia Cilloccu conferma: «Abbiamo una media di trenta nuove dichiarazioni di avvio all'anno, altrettante per gli affittacamere, e sono tutti pieni anche per ottobre. In base a uno studio dell'Università sappiamo che l'80 per cento dei visitatori vuole strutture alternative. C'è bisogno di strutture d'accoglienza di ogni dimensione e di qualità. Registriamo anche l'inaugurazione di diversi boutique hotel, quattro soltanto nel 2016 e tutti in zone diverse».
REGOLARI E ABUSIVI Secondo il Sired - il sistema di raccolta ed elaborazione dati di Regione e Province per l'Istat - nell'Isola i b&b sono 2378, e si stima che almeno altri duemila lavorino in nero. C'è chi non ha comunicato la propria esistenza e di conseguenza non trasmette i nomi degli ospiti alla questura. C'è chi ha un numero di camere e di posti letto diverso da quello obbligatorio, chi non rispetta i criteri essenziali che deve avere l'abitazione, chi non vive nella stessa casa in cui dà ospitalità, requisito fondamentale (in Sardegna) per un bed and breakfast senza partita Iva.
I carabinieri di Nuoro hanno portato a termine nei giorni scorsi un'importante attività di lotta all'abusivismo: su 238 strutture ispezionate ne ha scoperto 30 completamente fuorilegge e ha fatto multe per 360mila euro. «Siamo molto soddisfatti», sottolinea Paolo Manca, presidente di Federalberghi, «bisogna assolutamente bloccare questo fenomeno vastissimo. Intendiamoci, quelli bravi ci sono, e servono al sistema turistico, ma è necessario che si rispettino le regole. Chiunque faccia ospitalità deve contribuire all'economia dell'Isola e anche chi la fa artigianalmente deve avere un minimo di professionalità e non usare le diciture in maniera impropria».
GLI ADDETTI AI LAVORI Avverte Enrico Marras, portavoce di Domus Karalitanae, un'associazione che raggruppa un'ottantina di realtà: «Il nome b&b purtroppo lo usano cani e porci, ma non sempre è quello. Ci chiamano in tanti, gente che ha perso il lavoro e non sa cosa fare, ci chiedono come fare e quali sono le condizioni. Alcuni desistono appena vengono a sapere della coabitazione, altri ci provano comunque ma poi si arrendono per l'impossibilità di coniugare le abitudini della famiglia e quelle degli ospiti. Io credo che oltre alla motivazione economica, ci debba essere il piacere dello scambio, della conoscenza, della curiosità verso gli altri. Comunque, se hai un b&b devi vivere nella stessa casa e preparare la colazione, altrimenti fai altro e devi aprire una partita Iva».
LO “IUN” Con la legge regionale sul turismo approvata a luglio è stato istituito il registro delle strutture ricettive extra-alberghiere, distinto per tipologia, «che attribuisce l'Identificativo univoco numerico (Iun) per singola struttura», attribuito in numerazione progressiva contestualmente alla registrazione allo Sportello unico per le attività produttive e per l'edilizia (Suape). Sarà pronto a novembre e metterà ordine nell'attuale Far West . Chi è regolare avrà un codice che dovrà esporre sempre nella commercializzazione online e «avrà un vantaggio competitivo rispetto a chi non è registrato», sottolinea Manca. «Una sorta di marchio di qualità che farà la differenza e chiarirà cosa esattamente sei. Chi non ha il bollino e circola lo stesso sul web è abusivo. Ora ci auguriamo che vengano scritte velocemente le norme attuative, questo albo ufficiale sarà il primo in Italia».
Cristina Cossu


Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Valentina Masala, laureata in legge: così mi sono inventata un lavoro
«Ospitare è appagante e ti apre la mente»

Una laurea in legge, disoccupata, tanta fantasia e spirito d'iniziativa. Valentina Masala, 45 anni, ha aperto il 3 maggio, in una via centrale di Cagliari, la sua attività: formalmente è un affittacamere però offre i servizi di un bed and breakfast, con colazioni - a detta di chi le ha assaggiate - indimenticabili. «Sono specializzata in pasticceria, faccio torte e dolci vari, e organizzo anche corsi. La mattina arrivo lì intorno alle 7, inizio a impastare e infornare e alle 8.30 i miei ospiti arrivano in cucina attirati dal profumo».
«Non avevo alcuna esperienza imprenditoriale, però ho pensato che mettermi dalla parte del cliente fosse la cosa più giusta. Quando viaggio noto i particolari, cosa mi piacerebbe avere, cosa fa la differenza», racconta Valentina.
Così, in un bell'appartamento di sua proprietà ha fatto 4 camere (7 posti letto) e un ambiente «raffinato, luminoso, elegante» - dicono le recensioni - che «ti fa sentire come a casa», e questo, sottolinea, «è in assoluto il commento più apprezzato. L'obiettivo non è soltanto quello di guadagnare, ma è conoscere persone, aprire la mente, stringere amicizie con gente di tutto il mondo».
Valentina vive in affitto in un altro appartamento, ha aperto una Partita Iva e ha presentato una Dua (dichiarazione unica aziendale) al Comune, poi si è affiliata a booking.com, il portale delle prenotazioni online. «Prendono il 18% di provvigione sul prezzo della stanza, ma ti danno in cambio un servizio eccellente, marketing, statistiche, agenda, molto meglio di un segretario». Insomma, è andata benissimo: «Sempre tutto pieno, anzi, ho dovuto dirottare gente da amici, perché non avevo posto. Ospito molti avvocati e professionisti, perché il b&b è vicino al tribunale, e turisti dal nord Europa, da Spagna, Francia, Germania, e perfino dal Giappone e da Singapore». (cr. co.)

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Borsa (Pagina 15 - Edizione CA)
Le sorelle oschiresi Valentina e Martina Meloni sono le artefici del boom aziendale
LA PANADA DIVENTA MILIONARIA
Esportazioni in tutto il mondo: ora si pensa al franchising

Da Oschiri con amore. Per tradizione, qualità e innovazione. Con radici ben piantate nel territorio e lo sguardo vigile oltre i confini dell'Isola. Sembra l'uovo di Colombo, ma quella di Martina e Valentina Meloni e del successo planetario della panada, “gioiello della gastronomia sarda”, come recitano gli slogan, arrivato a un milione di pezzi in poco meno di due anni, è una storia di artigianato locale e lungimiranza imprenditoriale. Tutta al femminile.
START UP «Nostra madre Laura, che ha fondato l'azienda nel 1989, è una pioniera delle start up», esordisce Martina, 22 anni, anima commerciale del brand “Sa Panada” celebrato ieri nel convegno “I valori che ti porti dentro” all'aeroporto Costa Smeralda di Olbia. «E oggi», prosegue Valentina, 5 anni in più della sorella e una laurea in Economia alla Luiss di Roma, «festeggiamo un risultato incoraggiante». L'obiettivo, manco a dirlo, è crescere. «A livello di produzione e nuovi mercati e creare una catena in franchising: contiamo di chiudere il 2017 con un fatturato di 450mila euro», riprende Martina prima di snocciolare gli ingredienti del loro successo. «La qualità delle materie prime, dalla farina e lo strutto per l'impasto al ripieno, di carne suina e agnello ma anche verdure, fino al tacchino e alla novità dei gamberetti, è fondamentale. Ma la svolta è avvenuta col nuovo macchinario che supporta i ritmi della produzione, circa 3mila pezzi al giorno per ogni turno di 6 ore, e l'opportunità del crudo surgelato, che ci consente di portare il prodotto ovunque e di farlo gustare al meglio, appena sfornato, esaltandone i sapori».
TARGET Le ricerche di mercato suggeriscono nuovi target. «Abbiamo la panada vegana, che sta riscontrando molto consenso», prosegue Valentina. Che in veste di Communication Manager è artefice dello sbarco di “Sa Panada” online, con l'e-commerce. A Martina, invece, il compito di commercializzare l'articolo, entrato di diritto nel giro di Eataly, ma non solo: «Con la ApeCar è diventato street food a tutti gli effetti, ma grazie alla collaborazione con la Confartigianato le panadas vengono servite sui jet privati e con l'aiuto dello chef Gianfranco Pulina stiamo sperimentando la linea gourmet».
L'ESTERO Dal supermercato ai ristoranti, insomma, il passo è breve. Sardi e italiani, per cominciare. Quanto all'estero «andiamo forte in Inghilterra, stiamo esplorando Russia e Bielorussia: ci piacerebbe che i prossimi mercati», chiude Valentina, «fossero Cina, Brasile e Stati Uniti d'America». Con la formula classica: «La panada di suino: la regina delle panadas».
Ilenia Giagnoni

 

7 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Urbanistica
sostenibile, esperti a confronto

I nuovi strumenti urbanistici che mettano al centro interventi e materiali sostenibili saranno questa mattina (dalle 9.30) al centro di una tavola rotonda in programma a Villamassargia. Il dibattito - nel b&b Ventanas, in via Mercato 11 - si aprirà con una discussione sul piano urbanistico partecipato e sullo sviluppo locale a metri cubi zero. Si parlerà poi dei casi sostenibilità ambientale, da affiancare al turismo «per un'economia virtuosa». A seguire si aprirà una discussione: “Ma davvero più cemento equivale a più lavoro?”.
Tra i partecipanti le sindache di Carbonia Paola Massidda, di Pula Carla Medau e di Villamassargia Debora Porrà, poi la presidente di Lamas e coordinatrice di Sardegna Soprattutto Maria Antonietta Mongiu. Interverranno anche l'urbanista (ed ex rettore dell'Università di Cagliari) Pasquale Mistretta, il geologo Fausto Pani, il vicepresidente di Federparchi di Cagliari Tore Sanna, il sociologo Benedetto Meloni, l'architetto Franco Masala, l'imprenditore (ed ex sindaco di Villamassargia) Walter Secci, Carlo Mancosu di Sardex e Ramona Bavassano, esperta di sviluppo umano sostenibile. Modererà i dibattiti il giornalista Vito Biolchini.

 

8 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Martedì mattina il testo in commissione, nel pomeriggio in Aula. FI promette battaglia
SANITÀ, LA CURA DEGLI EMENDAMENTI
Punti nascita e livelli, proposti 849 ritocchi alla rete ospedaliera

Ospedali di zona disagiata, mantenimento dei punti nascita, aumento delle specializzazioni e futuro delle strutture senza destinazione. Sono le richieste che maggioranza e opposizione hanno maturato negli 849 emendamenti presentati per la riorganizzazione della rete ospedaliera. Il numero è frutto di una prima scrematura che dovrà proseguire martedì prossimo, di mattina in commissione Sanità e di pomeriggio in aula.
LA SINTESI La maggioranza cerca di evitare il più possibile fughe in avanti e punta a presentare richieste condivise. La prova del nove sarà la riunione del parlamentino per capire quanto margine di trattativa ci possa essere sulle richieste. Per ora sono 16 gli emendamenti di sintesi: il Partito democratico modifica qualche passaggio sulla chirurgia negli ospedali di zona disagiata, prevedendo un pronto soccorso presidiato 24 ore, una chirurgia a media o bassa intensità risolvibile in loco e un team in grado di affrontare l'emergenza chirurgica.
LE RICHIESTE Il Partito dei sardi punta a specificare nel dettaglio il ruolo degli ospedali di comunità e quelli di zona disagiata, ritenuto troppo generico nella prima stesura della riforma. «Chiediamo maggiore presenza dei centri di emergenza territoriale», spiega Augusto Cherchi, «e il passaggio di Alghero e Ozieri al primo livello». Su quest'aspetto è intervenuto anche il gruppo di Sdp che chiede, inoltre «il mantenimento di tutte le attuali strutture», spiega Daniele Cocco. Altra questione sul presunto risparmio sui posti letto che «dovrà servire per potenziare le periferie» mentre non è più rinviabile la «nomina del direttore generale dell'Areus».
IL CAPOLUOGO Campo Progressista si concentra soprattutto su Cagliari. Il consigliere Francesco Agus chiede che non venga attuato il percorso di osservazione per unire le aziende Brotzu e Policlinico universitario. Freno anche sulla decisione di smantellare l'ospedale Marino, mentre l'approvazione definitiva della rete ospedaliera è subordinata alla piena operatività dell'elisoccorso.
L'OPPOSIZIONE Forza Italia va all'attacco e presenta centinaia di emendamenti. Come la richiesta di garantire, negli ospedali di comunità, l'assistenza medica per 24 ore e la proposta di attivare un'eli-superficie negli ospedali di zona disagiata. Infine, la richiesta per tenere attivo il punto nascita di Tempio. Richieste di modifica anche da Paolo Truzzu (Fratelli d'Italia), che chiede una «verifica biennale delle attività ospedaliere nelle aree urbane e periferiche» e il rafforzamento del pronto soccorso e della chirurgia negli ospedali di zona disagiata.
Matteo Sau

 

9 - L’UNIONE SARDA di sabato 30 settembre 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 31 - Edizione CA)
ORISTANO
Cardiologi a confronto

Specialisti e luminari di fama internazionale si confrontano sui temi della cardiologia. È iniziato ieri in città il congresso regionale Arca Sardegna (cardiologi ambulatoriali) e quello nazionale di ecocardiografia clinica. L'iniziativa, organizzata in collaborazione con le università di Trieste e di Sassari, coinvolge circa 150 cardiologi italiani. Tra i relatori spiccano specialisti di fama internazionale come Gianfranco Sinagra di Trieste, Francesco Spinelli di Roma e Sabina Gallina di Chieti oltre a numerosi cardiologi sardi.
«L'obiettivo sempre più ambizioso è quello di curare il paziente cardiologico complesso nella sua centralità - spiega Enrico Cuozzo, presidente del congresso - ci si soffermerà inoltre sugli aspetti pratici puntando sull'ecocardiografia». I lavori proseguiranno anche oggi nella sala convegni dell'Arcidiocesi. ( v. p. )

La Nuova Sardegna

10 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 30 settembre 2017 / Sassari - Pagina36
Mobilitazione di medici e allievi: per mancanza di docenti,
il ministero taglia l'unico corso di specializzazione dell'isola
A RISCHIO LA SCUOLA DI NEUROCHIRURGIA

di Paoletta Farina
SASSARILa notizia è ufficiosa e non ufficiale ma è di quelle che stanno scuotendo la facoltà di Medicina: Sassari rischia di perdere la scuola di specializzazione in neurochirurgia e con Sassari tutta la Sardegna perché il corso di formazione post lauream è uno di quelli di alto livello, considerato che i neurochirurghi sono stati sempre considerati l'élite della chirurgia, ed è l'unico esistente nell'isola.Si sta aspettando la pubblicazione del decreto del ministero dell'Università e ricerca, attesa per i prossimi giorni, ma le cose sembrano ormai fatte, secondo quanto hanno annunciato anche 11 consiglieri regionali del Pd ed esponenti di altre forze politiche . Nell'elenco ufficioso degli atenei che avranno la scuola di specializzazione quello turritano non compare. Il perché è presto spiegato: non ha i criteri necessari per l'accreditamento che, nel caso specifico, riguardano la mancanza di un numero di docenti sufficiente a garantire una .Un problema che riguarda anche altre scuole di specializzazione dell'Università sassarese, tanto che in bilico ci sono, oltre a neurochirurgia, neurologica e anatomia patologica. E che interessa anche Cagliari dove rischiano di scomparire chirurgia generale, medicina dello sport e nefrologia, anche quest'ultima unica in Sardegna.Gli allievi medici e gli studenti di Medicina si sono già mobilitati a livello nazionale perché il nuovo sistema di accreditamento ha provocato uno sconquasso non solo in Sardegna. Giovedì 28, a Roma c'è stata una manifestazione indetta dai giovani medici di Anaao Assomed e Fimmg proprio per accendere ancora una volta i riflettori sul problema. Che ha origini lontane, a causa di decisioni prese con scarsa lungimiranza e in un quadro di tagli alle risorse della sanità.Da anni nell'Università sassarese, ma accade un po' in tutta l'Accademia italiana, il blocco del turn over ha impoverito gli organici, al punto che interi reparti sono sguarniti di personale mentre fuori i giovani laureati aspettano per anni di potersi inserire all'interno delle strutture sanitarie. E se si considera che entro quattro, cinque anni in Sardegna ci sarà una uscita di massa dal sistema sanitario di medici e specialisti per raggiunti limiti di età, si aprirà un vuoto che non potrà essere colmato se allo stesso tempo, e appare paradossale, si riducono anche le opportunità di formazione specialistica. Considerata la specialità della Sardegna, che continua a soffrire l'isolamento e la lontananza dai grandi centri sanitari, chi curerà in futuro la sua popolazione con un servizio di livello a cui ha diritto secondo Costituzione? I pazienti dovranno attraversare il mare? E i laureati fare altrettanto? La scuola di specializzazione in neurochirurgia viene considerata di alta formazione ed è attualmente frequentata da specializzandi provenienti da tutta Italia, segno che la qualifica ulteriormente. Possiede macchinari e attrezzature all'avanguardia, ha rapporti con ospedali di tutto il mondo.Negli anni, chi ha gestito la sanità, a livello regionale e nazionale, non ha pensato di programmare le reali esigenze del territorio. Ha operato tagli che hanno avuto soltanto riflessi negativi sui livelli di assistenza, mente non ha razionalizzato la spesa che infatti in Sardegna continua a lievitare. E mentre mancano ovunque garze e farmaci, si continua a pagare lautamente super manager . Ma la musica non cambia.
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 30 settembre 2017 / Lettere e commenti - Pagina 32
L'INTERVENTO
La retorica che spinge gli studenti a emigrare

di TOMMASO GAZZOLO
I dati sugli studenti sardi "fuori sede" meritano una riflessione che vada al di là delle cifre e delle statistiche. È probabile che la scelta di lasciare la Sardegna per motivi di studio venga giustificata dalla convinzione che, rispetto agli atenei di Sassari e Cagliari, le università del Centro-Nord offrano maggiori possibilità di "sbocchi occupazionali", offerte formative più "professionalizzanti", un grado superiore di "internazionalizzazione", e così via.Credo si possa dimostrare che tale convinzione sia, spesso, errata. Ma non voglio, qui, occuparmene. Mi interessa di più un altro punto: la scelta dell'università non è quasi mai una questione di confronto di dati, ma dipende sempre, in larga parte, dalla serie di retoriche, ideologie, politiche che determinano specifiche "rappresentazioni" dell'università (che corrispondano o meno alla realtà, questo lo studente non può saperlo, almeno al momento della scelta). Per questo, al fine di convincere i nostri studenti a restare in Sardegna, occorre, più che mostrare loro numeri e dati (che andrebbero però interpretati: a rigore, dalle classifiche Anvur, lo studente che ha scelto di iscriversi a Ingegneria industriale e della formazione dovrebbe preferire la telematica Unicusano al Politecnico di Milano!), soprattutto aiutarli a comprendere criticamente il discorso ideologico che essi inevitabilmente subiscono e da cui le loro scelte sono condizionate. Cominciamo con un esempio - tratto da alcune considerazioni di Matteo Renzi (dal suo libro Fuori!, Rizzoli, 2011). Un paese, si legge, non è più civile «se tutti hanno l'università sotto casa». Per questo occorre, egli aggiunge, «dimezzare di botto le università italiane, con il loro patrimonio di burocrazia e la punta di ipocrisia», porre fine alla «fase dell'ubriacatura da territorio». L'argomento è, in realtà, ambiguo, perché ambigua è la nozione di "università sotto casa", che ricorre ormai, almeno negli ultimi dieci anni, per indicare una serie di fenomeni del tutto eterogenei tra loro: sia quelli negativi - come i "decentramenti" ingiustificati delle sedi, le università telematiche, i "laureifici", etc. - sia altri, di per sé "neutrali" - l'esistenza di università in cittadine di provincia, la possibilità, per gli studenti, di non sostenere costi eccessivi per la loro formazione, etc. Ciò ha reso possibile, come avvenuto, utilizzare il riferimento alla "università sotto casa" (mantenendo l'ambiguità dell'espressione) in contrapposizione ad espressioni come "università di eccellenza", "logica del campus", "mobilità degli studenti", etc. Il passo è ormai breve: non è difficile, infatti, giunti a questo punto, finire per identificare l' "università sotto casa" con la "università di provincia", cioè "provinciale", cioè "scadente". E diventa allora facile - per riprendere il tema del discorso renziano - sostenere che gli atenei andrebbero dimezzati, dove è chiaro che siano gli atenei delle piccole città (indipendentemente dalla qualità dei loro servizi) quelli per i quali si richiede la chiusura (ciò che non riuscì nel 1854 al progetto Cibrario, ossia l'abolizione dell'Università di Sassari, riuscirà al prossimo governo Renzi o Di Maio?). Gli studenti che vogliono lasciare la Sardegna per "fare nuove esperienze" o "garantirsi un futuro migliore", devono prendere coscienza del fatto che ciò che a loro pare "naturale", non lo è affatto: le loro giustificazioni, i loro criteri di scelta, le loro stesse inclinazioni e preferenze sono sempre storicamente condizionate da una serie di protocolli ideologici, rappresentazioni, discorsi, politiche che occorre che sappiano criticamente valutare. Non voglio affermare che sia di per sé sbagliato scegliere un'altra università rispetto a Sassari o Cagliari (o i poli didattici di Nuoro e di Olbia): dico soltanto che non si tratterà mai di una scelta "neutrale", basata sulla presunta comparazione della effettiva "qualità" degli atenei tra loro. Sono allora gli studenti a doversi per primi porre criticamente nei confronti della serie di discorsi che li spingono a emigrare, a lasciare la Sardegna: non necessariamente per rifiutarsi di farlo - lo ripeto - ma per interrogarsi sulle reali ed effettive ragioni della loro scelta.

 
12 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 30 settembre 2017 / Lettere e commenti - Pagina 33
Il peso delle professioni
sui concorsi universitari

di Giacomo Oggiano, Commissario abilitazione scientifica nazionale 2012-2013
Difficile capire i meccanismi dell'università e il loro frenetico cambiamento. Lo abbiamo visto in questi giorni in cui in parte della stampa, dei tribunali televisivi e - credo - della stessa magistratura è emersa una ignoranza abissale in merito. Tutti hanno parlato di concorsi (truccati) per l'insegnamento, per giunta comparativi. Se l'obiettivo non è lo scandalismo, occorre informarsi sulla tanto decantata riforma Gelmini. I concorsi nazionali conferiscono un'idoneità scientifica che non considera la didattica e non sono comparativi. Non si concorre per un posto, si valuta l'idoneità scientifica di decine di candidati a rivestire un potenziale ruolo di professore, che forse non arriverà mai; perciò non si esclude uno a favore di un altro. La comparazione, tra gli idonei, può essere richiesta dal singolo ateneo nel caso in cui, se ha soldi e punti-organico, decida assumere un professore. Come in tutto il mondo, l'ateneo ha il diritto di tracciare un profilo di candidato consono alle proprie esigenze. Se Sassari studia i cinghiali, inutile chiamare un esperto, anche eccellente, di oloturie. Il concetto di "più meritevole" non è assoluto, va riferito a ciò di cui si occuperà. Ed è qui, in sede locale, che le commissioni hanno una certa discrezionalità, mentre per il giudizio di idoneità nazionale hanno un compito poco più che notarile: chi non supera certi parametri, stabiliti dalla burocrazia ministeriale e rilevabili nei database di Isi o Scopus (una sorta di agenzie di rating delle riviste) viene escluso in automatico, la commissione può far poco, almeno nelle discipline scientifiche. È buffo come i talk televisivi, con conduttori-Torquemada il cui metodo non prevede repliche, abbiano insistito sul merito disconosciuto senza mai esibire la produzione scientifica degli offesi e dei promossi: solo questioni legali, o meglio, da azzeccagarbugli. Non era chiaro se il ricercatore fosse stato promosso all'idoneità e bocciato in sede locale, idem per la ricercatrice, piuttosto impacciata, della quale Vespa ha decretato l'eccellenza scientifica in diretta. Comunque il risultato è stato ottenuto: in un momento in cui, per la prima volta, la ricerca universitaria sciopera per i finanziamenti alla ricerca, per sbloccare il turn-over ed evitare che i (quasi) giovani vadano all'estero e per il recupero dei contributi persi in 6 anni di stipendi bloccati, si dà fiato alla torcida social contro l'università. Puntuali insulti a inesistenti baroni, lavoro che cesserebbe a giugno e riprenderebbe a ottobre, stipendi da favola (1500 euro un ricercatore, 2500 un associato, non molto di più un ordinario che entra in ruolo mediamente a 53 anni). Strana la prudenza del presidente della Crui nel difendere l'università che, pure, dovrebbe rappresentare. Se i commissari hanno abusato del loro ufficio è giusto che siano puniti. Comunque le registrazioni sulla spiegazione, tutta personale, che un professore dà sull'iter dei concorsi, per giunta di diritto tributario, non significa molto, e non rappresenta l'università della ricerca, semmai quella delle professioni. Perché, purtroppo, chi fa ricerca scientifica deve convivere con "colleghi" che lavorano in studi professionali a tempo pieno. Questo è il vero scandalo! Si deve scegliere: o l'università o la professione. L'affaire che sta contribuendo a screditare la seconda potenza scientifica del mondo, in rapporto ai fondi investiti (ma questo nessuno lo dice), sa tanto di banale guerra tra studi professionali; e il ricercatore sotto inchiesta sa tanto di Gambadilegno che denuncia la banda Bassotti. Se vuole credibilità etica si dedichi solo alla ricerca e lasci lo studio professionale di cui è titolare. Se dovessi scegliere un collaboratore guarderei i suoi lavori, i giudizi dei colleghi e non la sentenza del Tar che lo ha messo in cattedra. Non è vero che non ci sono ricorsi: la via legale piace, soprattutto a chi non ha titoli scientifici. Chi li ha mira alle promozioni da parte dei pari, non dei tribunali. Comunque non farei più il commissario, troppo rischioso. Per decretare l'idoneità scientifica di un candidato basta una commissione con un ragioniere che sappia far di conto, un magistrato che controlli - come suggerito da Cantone - e, magari, Bruno Vespa. Pensare che in Inghilterra e in Svizzera i concorsi non esistono, ti scelgono con un colloquio.

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