Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 July 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 luglio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
POETTO. L’invasione pacifica di migliaia di bagnanti: impossibile trovare parcheggio
Assalto alla spiaggia “carnaio”
App dell’Università per la ginnastica nei giorni del gran caldo
Alla fine rimane l’unica arma a basso costo per combattere lo scirocco. Anche ieri il Poetto è stato preso d’assalto da cagliaritani e turisti che hanno cercato riparo dal caldo e dall’umidità nella Spiaggia dei Centomila (i meteorologi dell’Aeronautica hanno registrato temperature di 31° per l’aria e 27/28 per il mare). Sin dalla mattina presto era praticamente impossibile trovare un buco dove lasciare l’auto. Tutto è filato liscio grazie anche alla presenza costante e discreta di carabinieri e poliziotti che hanno pattugliato (con uomini in borghese e in divisa) il lungomare. I bus del Ctm hanno viaggiato a pieno ritmo, evitando estenuanti perdite di tempo e pazienza.
Non solo bagno e tintarella, qualche temerario ha sfidato il sole e l’afa correndo a piedi, in bici o sui pattini lungo le piste comunali. E su benessere e salute punta l’applicazione elaborata dall’Università che, in collaborazione con Coni e Comune, sta promuovendo un’iniziativa contro la sedentarietà estiva. Come? Con l’attività più facile al mondo: la camminata all’aria aperta.
CORSA AL PARCHEGGIO Già dalle 10,30 lo sterrato di Marina Piccola era una distesa di lamiere infuocate. Stesso discorso per i parcheggi di D’Aquila, Lido, Ippodromo e Capolinea. Vigili movieri, controllati a debita distanza da militari e poliziotti per evitare pressioni al limite del codice penale, i parcheggiatori abusivi con mercanzia al seguito.
Antonio Viotto, con ombrellone e sedia sdraio sulle spalle, è l’ultimo fortunato. Ha evitato un bagno di sudore trovando posto per la sua auto. Ricerca meno fortunata in spiaggia. Alla Prima fermata non gli è toccata stessa sorte: impossibile trovare uno spazio neanche a pagarlo. Discorso diverso negli stabilimenti balneari. Per il resto è il Poetto di sempre, con i suoi colori, i suoi accenti, i suoi profumi. A voler cercare il pelo nell’uovo, l’acqua, a causa del vento da sud,delle alghe e della sabbia agitata dalla corrente, non era proprio limpida.
APP, CAMMINATE E SALUTE L’ultima domenica di luglio per molti coincide con l’inizio della vacanze. Il caldo e la voglia di relax spesso si traducono in pigrizia. E contro la sedentarietà si è schierata l’Università (Dipartimento di Matematica e informatica e Dipartimento di Scienze motorie) che ha sviluppato un percorso personalizzato e gratuito per uno stile di vita attivo e sano. L’azione di reclutamento (i posti disponibili sono 50) è iniziata ieri di fronte allo stabilimento Il Lido e proseguirà giovedì 3 agosto. «Dopo aver dato l’adesione, un team multispecialistico dell’Università valuterà lo stato antropometrico, nutrizionale e motorio di chi intende partecipare all’iniziativa», spiega Fernanda Velluzzi, responsabile del Centro obesità dell’ospedale San Giovanni di Dio. «Un trainer laureato in Scienze motorie creerà un piano di allenamento di otto settimane continuative. L’andamento del percorso, finalizzato a ridurre la sedentarietà e aumentare il benessere, verrà monitorato attraverso l’applicazione (utilizzabile sugli smartphone attraverso i sistemi Android e iOS) u4fit ». Alla fine delle vacanze verranno valutati i progressi fatti dai partecipanti.
I CONTROLLI Sul lungomare, nei parcheggi e nelle strade del Poetto hanno vigilato pattuglie di Carabinieri e Polizia. I militari hanno concentrato i controlli per contrastare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Super lavoro anche per la Polizia municipale impegnata nella lotta contro gli automobilisti che lasciano l’auto nelle zone vietate.
Andrea Artizzu

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 luglio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CTM, ABBONAMENTI PER STUDENTI
È già operativo il servizio di rinnovo del profilo studenti del Ctm. L’abbonamento studenti costa 21 euro al mese e l’abbonamento annuale 175. Per creare o rinnovare il profilo studente: Ctm point in viale Trieste 151. Lunedì, martedì e giovedì dalle 8.15 alle 13 e dalle 14.30 alle 18, mercoledì e venerdì dalle 8.15 alle 13.
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 luglio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
SANITÀ E RICERCA. Quarto posto tra gli studi finanziati
Prevenzione, la Sardegna al top
Su 43 progetti presentati per accedere ai finanziamenti del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, la Sardegna si è posizionata al quarto posto come ente proponente (partner) con uno dei due progetti inviati (capofila l’Azienda ospedaliero universitaria e l’Università di Cagliari) ed è coinvolta, come Assl di Cagliari, nel progetto proposto dalla Regione Veneto.
Con 448mila euro verrà finanziato il progetto “Ambiente, programmazione epigenetica fetale e prevenzione delle patologie croniche”, mentre altri 450mila andranno al progetto del Veneto, di cui è partner l’Assl di Cagliari, su “Sperimentazione di un modello operativo integrato per la presa in carico di soggetti con fattori di rischio e/o con patologie croniche attraverso un approccio intersettoriale tra dipartimento di prevenzione, distretto, ospedale e territorio”.
Il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) è un organismo di coordinamento tra il ministero della Salute e le Regioni per le attività di sorveglianza, prevenzione e risposta alle emergenze. Opera in coordinamento con le strutture regionali attraverso convenzioni con l’Istituto superiore di sanità, l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro, gli Istituti zooprofilattici, le Università e vari altri enti.
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 luglio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Paci, assessore alla Programmazione: «Collaboriamo per superare i limiti dell’insularità»
Sardegna-Corsica, isole più vicine
Turismo e infrastrutture, 61 milioni per i progetti di sviluppo
Dalla protezione delle acque marine nei porti alla riduzione dell’inquinamento acustico, dalla promozione dei prodotti turistici alla gestione integrata del patrimonio culturale. Sono solo alcuni dei trentadue progetti di green e blue economy che saranno finanziati nell’ambito del Programma Italia-Francia Marittimo 2014-2020 dell’Unione Europea. Di questi, ben trentuno hanno come partecipanti partner della Sardegna. Progetti approvati per un totale di oltre 61 milioni di finanziamento che si aggiungono ai 38 già finanziati nel 2016 per potenziare le filiere blu e verdi nel territorio compreso tra la Sardegna, la Corsica, le province costiere della Toscana, la Liguria e i dipartimenti francesi del Var e delle Alpes Maritimes, Provence-Alpes-Côte d’Azur.
I PARTNER In Sardegna i partner coinvolti sono 26 (alcuni collaborano allo stesso progetto), di cui ben otto in qualità di capofila, includendo sia enti pubblici che privati: enti regionali e locali, altri enti pubblici come Autorità portuali, centri di ricerca e Camere di commercio, Università, associazioni e imprese. Alcuni dei soggetti partecipanti sono coinvolti in più progetti e sono, quindi, 51 le partecipazioni partenariali.
COSTRUIRE PONTI «Uno degli obiettivi prioritari di questa Giunta è- dice l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci - è quello di superare i limiti dell’insularità garantendo infrastrutture, connessione, network. E con questi programmi facciamo proprio questo: costruiamo ponti con le regioni che pur essendo distanti ci sono più vicine nel Mediterraneo, facendo asse con Toscana e Liguria, ma soprattutto con la Corsica, con la quale è avviata da tempo una forte collaborazione per rivendicare in Europa il riconoscimento dello stato di insularità, visto che come noi è fortemente penalizzata dal non avere ancora metano, dagli spostamenti possibili solo in nave e in aereo, dalla mancanza di infrastrutture».
I FONDI In tutto sono 234 i soggetti coinvolti, mentre la dotazione finanziaria per l’intero periodo è di 200 milioni di cui 179 di fondi Fesr. «Essere un’isola - aggiunge l’assessore alla Programmazione -, per di più periferica e scarsamente popolata, indubbiamente genera un gap, uno svantaggio oggettivo che dobbiamo riuscire a superare in fretta, anche attraverso questo importante progetto transfrontaliero di forte cooperazione».
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 luglio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
I test a Guspini, poche adesioni dal Sulcis. Agris: la pianta assorbe i metalli pesanti
Cannabis ai piedi delle miniere
I campi della Regione per le bonifiche delle aree inquinate
Piera Serusi  INVIATA
GUSPINI Nonostante la siccità le piante di canapa il loro dovere l’hanno fatto e adesso, nei due ettari in località Sa Zeppara, cominciano a fiorire. Non sono certo rigogliose come quelle delle piantagioni fuorilegge, ma sono cresciute di un metro e mezzo e i tecnici dell’Agris hanno potuto fare il primo raccolto. «Dobbiamo misurare quanti metalli pesanti assorbe la pianta e con quali concentrazioni nelle sue diverse parti, dalle radici alle foglie all’infiorescenza». Gianluca Carboni, agronomo dell’agenzia regionale per la ricerca in agricoltura, è il responsabile scientifico del progetto messo a punto in collaborazione con l’Università di Sassari e Sardegna Ricerche. L’idea è ripulire i territori inquinati dall’industria e dalle miniere grazie alle proprietà della cannabis sativa, varietà di canapa con un principio attivo molto basso (0,6 per cento di thc) e perciò non adatta alla meditazione.
POCHE ADESIONI La sperimentazione è partita a febbraio col bando per le manifestazioni d’interesse degli agricoltori. Il progetto, per la verità, era stato pensato soprattutto per il Sulcis ma adesioni ne sono arrivate poche e i più - si parla di proprietari di terreni inquinati - hanno fatto marcia indietro, magari per piantare il grano. Già. Altre proposte sono finite invece sotto la pesante coltre della burocrazia, tipo quel campo rimpallato tra un Comune e il ministero dell’Ambiente.
I VELENI A Sa Zeppara, agro di Guspini, Medio Campidano, i soci della cooperativa agricola sono andati fino in fondo e hanno messo a disposizione di Agris tre ettari, due per le colture e uno per la fascia di rispetto. «In questo punto, d’altronde, facevamo solo il fieno per la lettiera del bestiame», racconta Graziano Saba, 57 anni, uno dei soci storici della cooperativa. Ha le mani ruvide, e la pacatezza di chi è abituato ai capricci del cielo, che sia un’alluvione o questa maledetta siccità. È un uomo che conosce bene la storia della pianura che si apre attorno alla vecchia frazione agricola di Guspini. Qui c’erano i possedimenti della baronessa Luigia Serra Rossi infine acquisiti in parte dalla Regione che a metà dei Settanta creò la Boscosarda, azienda agricola e zootecnica a cui vennero assegnati mille ettari. Furono costruite stalle per l’allevamento delle mucche e seminati campi, ma solo dopo un intervento di bonifica durato quasi un lustro. Finì tutto nell’83, con le terre poi date in affitto dalla Regione alla cooperativa agricola degli ex dipendenti, ma quel che occorre dire è che parte di queste terre non sono state affatto risanate. Per capirci, sono ancora inquinate dai veleni sversati nei decenni dalle miniere, senza dimenticare la disastrosa alluvione che - negli anni Trenta - trascinò a valle i fanghi di lavorazione raccolti nelle vasche di Montevecchio.
LE ANALISI «Inquinamento da piombo e zinco: venti volte il limite di legge», spiega Gianluca Carboni. Adesso verranno fatte le analisi per capire quanto metallo pesante assorbono le piante di canapa, «ma con concentrazioni così elevate è presumibile che per disinquinare questi terreni ci vorranno secoli». Sarebbe più facile nel Sulcis, il che è tutto dire. Lì, a parte le aree maggiormente avvelenate, i tecnici dell’Agris hanno rilevato concentrazioni poco al di sopra dei limiti di legge. Per dire: 120 di piombo anziché 100.
LA SPERIMENTAZIONE È, questo dell’Agris, uno dei pochissimi studi della coltura di canapa sativa fatti sul campo. «Sperimentazioni così - spiega Paolo Mulè, ricercatore responsabile dell’esame del suolo - in genere vengono fatte in laboratorio, in condizioni protette: si raccoglie la terra, la si sistema nel vaso e si mette a dimora la pianta. Noi qui stiamo invece lavorando con tutte le difficoltà dovute alle condizioni ambientali e climatiche, ai problemi logistici, all’inesperienza degli agricoltori per questo tipo di coltura». Graziano Saba annaffia le piante una volta a settimana. La cannabis ne beve tanta, 5 mila metri cubi a ettaro. «Abbiamo sistemato un impianto di irrigazione. Erano trent’anni che mancava». I tubi corrono sul terreno argilloso che sotto il sole mette su una scorza dura come pietra. Le piante di cannabis crescono bene da una parte del campo, un po’ meno dall’altra, forse perché l’acqua non basta. Dopo Ferragosto, se tutto va bene, si raccoglierà il seme.
 
Con 445mila ettari di aree industriali da bonificare, la Sardegna ha il primato nazionale dell’estensione di siti contaminati (la seconda è la Campania, 345 mila ettari). Le aree Sin sono Sulcis-Iglesiente-Guspinese e Porto Torres-Sassari. I test di laboratorio dovranno misurare quanti metalli pesanti assorbe la pianta. Altri possibili impieghi della cannabis sativa? Dai semi si ricavano olio e farine, ma il futuro è il biodiesel (basso punto di congelamento).  Il campo di Guspini è area sperimentale per la coltivazione della canapa sativa, pianta con proprietà decontaminanti e con principio attivo non superiore allo 0,6% (la marijuana almeno dieci volte tanto).
 

redazioneweb@unica.it


RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI


Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie