Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 May 2017

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

 
L’UNIONE SARDA
1 – L’UNIONE SARDA
Economia (Pagina 11 - Edizione CA)
La cinese Zte sbarca nell'Isola
Incontro con la Giunta di una delegazione del colosso delle telecomunicazioni
 
Dopo Huawei un altro colosso cinese delle telecomunicazioni potrebbe sbarcare in Sardegna. Ieri i vertici di Zte, multinazionale cinese, quinto produttore in Europa e settimo al mondo di smartphone oltre che di prodotti di telecomunicazione, sono stati in Sardegna per alcuni incontri istituzionali propedeutici a eventuali investimenti nell'Isola.
Il presidente della Zte Europa e Italia Hu Kun, il vicepresidente enterprise Tan Haipeng e altri importanti dirigenti dell'azienda sono stati ricevuti ieri a Villa Devoto dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal vicepresidente Raffaele Paci. Con loro il rettore dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo, il delegato del rettore per l'Ict Gianni Fenu, i presidenti di Confindustria Sardegna Alberto Scanu e della Camera di Commercio di Cagliari Maurizio De Pascale, il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, il presidente del Crs4 Luigi Filippini, il direttore di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu. «Siamo convinti che la Sardegna offra agli imprenditori nel campo dell'alta tecnologia tutte le condizioni favorevoli per investire: grandi competenze e forte propensione nei settori dell'alta tecnologia, un'amministrazione regionale sensibile e attiva su questi temi», ha detto Pigliaru. Paci è sceso più nello specifico ricordando «la strategia di innovazione intelligente S3 e gli altri interventi: la banda ultralarga, zero tasse per 5 anni per le nuove imprese, l'Irap più bassa d'Italia, burocrazia ridotta all'essenziale, semplificazione amministrativa. Che ci siano condizioni favorevoli è dimostrato dall'interesse da parte di aziende come Inpeco, Microsoft, Huawei, Bonifiche Ferraresi, Amazon che investono in Sardegna».
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Un rudere senza sponsor
L'ex chiesa di Santa Lucia è di nuovo un immondezzaio
MARINA. I lavori per il recupero del tempio fermi dal 2014. Il disappunto dei turisti
 
Santa Lucia alla Marina, l'Ospedale Marino al Poetto. I due monumenti, oltre a essere ex e avere entrambi un'attinenza con il mare, hanno un presente in comune: ruderi nei luoghi più importanti del capoluogo. Il tempio del centro storico, così come la Colonia Dux sulla spiaggia, da tempo è chiuso, immondezzaio che fa storcere il naso a cagliaritani e turisti. Solo la recinzione donata da un imprenditore ha impedito che questi anni di incuria trasformassero la più antica chiesa dentro le mura dei quattro quartieri della città in un vespasiano, abitata, come nel passato recente, da sbandati e topi giganti.
Gli scavi archeologici sono al palo, i concerti e le belle iniziative sono solo un lontano ricordo. Certo è che quel monumento trasparente deve essere restituito alla città.
SCAVI E RIFIUTI Il tempio di via Sardegna, tra le vie Napoli e Barcellona, è di proprietà della confraternita Santa Lucia, recentemente ricompostasi dopo che, negli anni '70, si era sciolta per la morte dei componenti. Da allora, per l'edificio della Marina era iniziato un periodo grigio, interrotto dalla buona volontà di alcuni studiosi e da uno stanziamento concesso dalla Fondazione di Sardegna. Soldi che, evidentemente, sono esauriti, visto che dal 2014, bottiglie di plastica, buste, stracci e immondezza varia sono ormai parte integrante degli scavi.
IL GIOIELLO Che l'ex chiesa possa essere il valore aggiunto del rione lo dimostra il fatto che i turisti vengono attratti dalle rovine. Irene Martin, 22 anni, arriva da Madrid. «Peccato, sarebbe davvero interessante poter scoprire di più di questi resti. I pannelli non sono sufficienti, non trovo relazione con le informazioni».
Alberto Loddo, 23 anni, cagliaritano, lavora in un negozio di spezie. «Vorrei che questo luogo fosse più curato. Troppa sporcizia, in tanti anni non ho mai visto qualcuno che si dedicasse alla pulizia. È uno sfregio per il quartiere. Andrebbe sistemato e messo a disposizione dei turisti: le guide potrebbero spiegare la storia del monumento e della città».
MONUMENTO TRASPARENTE Marco Cadinu, professore di Storia dell'architettura dell'Università, ha curato il progetto. «Non c'è fretta, Santa Lucia non è un cantiere normale, ma vive nella lentezza della sua esecuzione». Ci sarà un termine? «Presto contiamo di ridare a turisti e cagliaritani il primo cantiere archeologico della Sardegna, dando la possibilità di ammirare il lavoro di studiosi e operai impegnati negli scavi». Perché questo giocattolo smontato è chiuso? «Sarà disponibile quando sarà completato il restauro». Tradotto? «Il progetto prevede la realizzazione di una piazza sul vecchio pavimento e la trasformazione degli archi in una loggia». Avete i soldi? «Sono necessari circa 700 mila euro. Abbiamo bisogno del patrocinio di una pubblica amministrazione». Nel frattempo rimarrà un immondezzaio? «Per la pulizia potrebbero intervenire i privati».
Andrea Artizzu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’UNIONE SARDA
Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
“Esodi”, ciclo di incontri sul dramma dei migranti
CIRCOLO GRAMSCI. Domani il reportage sulla rotta balcanica
 
L'associazione culturale e circolo del cinema Ficc “Antonio Gramsci Cagliari”, in collaborazione con Issasco (Istituto sardo per la storia dell'antifascismo e della Sardegna contemporanea), biblioteca popolare “L'albero del riccio” e l'associazione culturale “Amicizia Sardegna-Palestina”, con il contributo dell'Ersu, organizzano “Esodi”, ciclo di tre incontri sul tema delle migrazioni. Il primo appuntamento è in programma domani alle 19, nella sede di via Doberdò 101, con la presentazione del volume “Dal libro dell'esodo. Un reportage dal confine greco macedone”. Intervengono Francesco Bachis (Università di Cagliari, Issasco) e Bruno Lai (Antonio Gramsci Cagliari) con i curatori e coautori del libro, Roberta Biagiarelli (attrice e documentarista) e Luigi Ottani (fotografo). Il libro è il reportage scritto e visivo di un viaggio iniziato a metà agosto del 2015 quando i due autori decidono di recarsi sulla rotta balcanica dei migranti. Camminano per una settimana sul confine greco-macedone, nel tratto di binari che collegano Gevgelija (Macedonia) a Idomeni (Grecia). Gli autori coinvolgono Cécile Kyenge, Paolo Rumiz, Michele Nardelli, Carlo Saletti e Ismail Fayad, donne e uomini di confine per ampliare la riflessione. I migranti raccontano di noi più di quanto vogliamo sentire e vedere: il nostro spaesamento di fronte all'altro, il balbettio, la paura, l'inadeguatezza a questa nuova situazione.
“Esodi” prosegue il mercoledì successivo alle 20 con la proiezione di “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi. Il 14 giugno, infine, la conferenza sulle radici storico-economiche delle migrazioni “Colonialismi e migrazioni”. Intervengono Claudia Ortu e Valeria Deplano. Anna Maria Brancato parlerà del colonialismo di insediamento e della diaspora palestinese.
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – LA NUOVA SARDEGNA
Economia – pagina 16
Zte pronta a sbarcare in Sardegna
Dopo Huawei ecco l'altro colosso cinese degli smartphone. Incontro con Pigliaru
 
CAGLIARIDopo Huawei un altro colosso cinese degli smartphone è pronto a sbarcare in Sardegna. Si tratta di Zte, quinto produttore in Europa e settimo al mondo di telefonia mobile di ultima generazione oltre che di prodotti di telecomunicazione. Ieri uno dei primi contatti, con l'incontro tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il vicepresidente Raffaele Paci, il presidente Zte Europa e Italia Hu Kun e il vicepresidente enterprise Tan Haipeng. Alla riunione erano presenti anche la rettrice dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo e i presidenti di Confindustria Sardegna e della Camera di Commercio di Cagliari, Alberto Scanu e Maurizio de Pascale.
«Attrazione di investimenti, Ict, alta tecnologia. La Sardegna si propone come laboratorio di ricerca e innovazione, forte delle sue consolidate competenze nel settore che le hanno permesso di conquistare il primo posto in Italia per numero di start up innovative e il secondo per attrazione di capitali privati con le joint venture - ha sottolineato Francesco Pigliaru -. Siamo convinti che l'isola offra agli imprenditori nel campo dell'alta tecnologia tutte le condizioni favorevoli per investire: grandi competenze e forte propensione nei settori dell'alta tecnologia, un'amministrazione regionale assolutamente sensibile e attiva su questi temi».«La Giunta ha già fatto molto per creare condizioni favorevoli e attrarre investitori internazionali in Sardegna - ha ricordato Paci - e lo dimostra il continuo interesse da parte di aziende come appunto la Zte che, dopo Inpeco, Microsoft, Huawei, Bonifiche Ferraresi, Amazon, sta valutando la possibilità di fare investimenti nell'isols». «L'Ateneo di Cagliari accoglie con entusiasmo questa nuova opportunità di collaborazione, anche perché da sempre si caratterizza come un ateneo multidisciplinare - ha detto Del Zompo - D'altra parte, abbiamo già solidi e pregressi rapporti con le istituzioni cinesi».
Nello scorso dicembre a Pula era stato inaugurato il Joint innovation center di Huawei, gigante cinese delle telecomunicazioni e degli smartphone in crescita che in Sardegna ha deciso di investire circa venti milioni. Si tratta di un laboratorio che sviluppa idee e progetti che sfruttano telecomunicazioni e quindi usano sensori, videocamere è tutto quello che può far diventare una città più vivibile, la cosiddetta smart city.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – LA NUOVA SARDEGNA
Cultura – pagina 34
Dieta e benessere
I nostri antenati vivevano meglio
Ricerca dell'Aou di Cagliari su antichi scheletri
Il pericolo arriva dai batteri del "red complex"
di Antonello Palmas
 
SASSARITra i peccati dell'era moderna c'è anche l'aver trascurato la dieta mediterranea per lasciare spazio ad altri tipi di alimentazione molto meno equilibrati, aprendo così le porte a malattie sino a qualche decennio fa molto meno diffuse.
Ma una recente ricerca multidisciplinare partita dall'Aou di Cagliari e basata sullo studio della flora batterica residente nel cavo orale, in particolare sulla lingua, con lo studio delle ossa dei nostri antenati ha svelato il collegamento tra questi batteri che vivono in simbiosi con l'organismo umano e l'insorgere di gravi disturbi quando il loro numero aumenta troppo. Spiega Germano Orrù, biologo molecolare e professore associato in scienze tecniche mediche applicate nell'ateneo di Cagliari: «Nella nostra bocca albergano più di 700 specie batteriche diverse. Sino a qualche decennio fa non si sapeva a cosa servissero, ma solo che alcune causano la piorrea. Attraverso segnalazioni varie questi batteri sono stati collegati ad alcune malattie dei tempi moderni (disturbi cardiovascolarari o artrite reumatoide, ad esempio) quando passano dalla bocca al circolo sanguigno. Ci siamo quindi chiesti come facciano, e perché, e da qui è partita la ricerca».
È stata così ipotizzata l'esistenza di qualche meccanismo nelle abitudini umane recenti che ha favorito lo sviluppo di questi batteri: «Se questa teoria è giusta - si sono detti Orrù&co - , dovremmo trovare nella bocca degli antichi, nei quali certe malattie erano meno frequenti, una composizione batterica diversa da quella attuale. Abbiamo fatto uno studio su un ossario di Villaputzu rimasto blindato con reperti risalenti a 100-200 anni fa, in particolare denti di bambini. Ne morivano tanti, allora le malattie infettive non lasciavano scampo». Non esistevano i vaccini, ma questa è un'altra storia.E il sospetto è divenuto certezza: «Abbiamo trovato una quantità del cosiddetto red complex, una categoria di batteri che alberga sulla lingua e si trasferiscono alla saliva e da qui sui calcoli dentari, di gran lunga inferiore (di cento, mille volte) a quella presente nei bimbi di oggi. Abbiamo confermato il dato sui resti di adulti. Conferme ulteriore dall'analisi, grazie all'archeologa Rossella Martorelli, di scheletri punico-romani a Santa Caterina (Cagliari) e Sant'Antioco». E tra le pieghe della ricerca emerge anche un omicidio di 200 anni fa: tra i crani analizzati quello di un 46enne ucciso con un colpo di piccone in testa, come conferma un medico legale. «È emersa quella che io chiamo la vendetta del red complex» commenta Orrù, ovvero che la vita agiata e quindi una dieta di un certo tipo e l'abuso di carne ha come contropartita lo sviluppo di malattie.
«Noi umani siamo più batteri che cellule, in un rapporto di tre-dieci/1: la comunità batterica (microbiota) linguale è utilissima in concentrazioni basse, ma cambiando alimentazione (in particolare negli anni 50-60 con l'arrivo di prodotti trasformati di consumo quotidiano specie per i più piccoli, e l'avvento della grande distribuzione) i batteri sono aumentati. È noto che se superano la massa critica, vanno in giro».I risultati sono stati presentati in diversi congressi anche internazionali, con successo, ricevendo incoraggiamenti a proseguire; e pubblicati su riviste internazionali: una di pediatria (Jpnim); e una di chirurgia (Surgery) per le implicazioni che queste scoperte possono avere nel campo delle procedure pre e post operatorie: «Prima di operazioni chirurgiche nella bocca, anche di carattere odontoiatrico - spiega Orrù -, sarebbe meglio accertare se c'è massa critica dei batteri orali, perchè si sono stati casi di setticemia legati al fenomeno».Alla ricerca hanno collaborato Eleonora Casula (archeologa), Paola Contu (specializzata in nutrizione umana), Cristina Demontis (tesista in odontoiatria), l'antropologa Elena Usai e diversi studenti. E l'opera del gruppo di ricercatori non si ferma qui: mira anche a riscoprire l'antica tradizione delle conoscenze terapeutiche dei nostri avi.
«I batteri del red complex vengono tenuti a bada da alcuni composti vegetali locali, come l'olio di lentisco, capace di farli tornare su livelli fisiologici. Lo sapevano bene gli antichi pastori che ne masticavano le foglie per lenire i problemi della bocca, o li mettevano nei piedi come un deodorante naturale. Sarebbe importante per il nostro territorio - conclude Orrù - creare farmaci e siamo in contatto con dei produttori locali. Ma soprattutto riscoprire un'alimentazione modulante che favorisca un microbioma sano».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Cultura – pagina 34
Obesità e cultura della salute, convegno all'Università di Sassari
 
SASSARI Obesità e cultura della salute è il tema al centro del Convegno organizzato dal Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale (diretto dal professor Antonello Ganau ) della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Sassari, in programma giovedì nell'aula Magna dell'Università di Sassari a partire dalle 16.Aperto anche "non addetti ai lavori", alle scuole, agli insegnanti, alle famiglie e ai giovani in particolare, si avvale di un approccio nuovo, multidisciplinare, con la partecipazione di cardiologi, endocrinologi, gastroenterologi, farmacologi, internisti, antropologi culturali, storici della medicina, esperti del mondo della comunicazione. L'obesità può essere ormai considerata una vera e propria pandemia- come è stata definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità- strisciante e subdola. Bastano poche cifre per dare conto dei contorni del fenomeno: nel 2015 gli adulti in sovrappeso erano circa 2,3 miliardi e gli obesi più di 700 milioni. Per la prima volta, nonostante il progresso della scienza e della medicina, l'aspettativa di vita dei bambini americani è inferiore a quella dei loro genitori a causa dell'obesità. Una condizione che non riguarda solo gli Stati Uniti. L'ufficio regionale europeo dell'Oms stima che circa la metà della popolazione adulta sia in sovrappeso. In Italia tre a dulti su dieci risultano in sovrappeso, mentre più di uno su dieci è obeso: complessivamente, quindi, il 43% di italiani sono in eccesso ponderale. Di fronte a una realtà che allarma per i suoi effetti sulla salute pubblica e la spesa sanitaria, è urgente contrastare il fenomeno, anche sul piano degli stili di vita e della comunicazione, spesso distorta, su alimentazione e cibo. Questo incontro si propone di far luce sulle diverse facce del fenomeno "obesità": dal ruolo dei media agli aspetti antropologici e storici del fenomeno, dai dismetabolismi alle patologie cardiovascolari e neoplastiche che ne conseguono, dai cibi che fanno male a quelli che invece possono divenire farmaci.

Questionnaire and social

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