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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 May 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 14 maggio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 12 - Edizione CA)
Gli ingegneri di Pra Lab creano i software Ue per prevenire attacchi nei raduni di massa
RICERCATORI A CACCIA DI TERRORISTI
L’Università di Cagliari in prima fila nel progetto “Lets Crowd”
Dopo Parigi, dopo Nizza, dopo Berlino, il mondo è cambiato. Concerti, partite di calcio, manifestazioni, aeroporti, mercati, grandi viali delle passeggiate, i luoghi dove si radunano tante persone, insomma, sono ad altissimo rischio. Terrorismo corpuscolare, lo chiamano. Bastano uno o pochi criminali, un folle solitario o un’organizzazione minima, per scatenare l’inferno. E proteggere i cittadini, garantire per quanto possibile la loro sicurezza nel rispetto dei diritti e delle libertà, è diventata una delle sfide più sentite.
IL PROGETTO La Comunità europea sta investendo parecchie risorse sul tema, in particolare punta sul progetto Lets Crowd , che ha l’obiettivo di sviluppare software per monitorare i raduni di massa e prevenire gli attacchi. Il progetto è appena decollato, durerà tre anni, ha un budget di 3 milioni di euro, e coinvolge università, polizia, aziende private di diversi Paesi, tra i quali, in prima linea, un gruppo di ricercatori dell’ateneo di Cagliari, con Pra Lab, laboratorio (del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica) guidato da Fabio Roli, e la spin off universitaria Pluribus One.
«Cosa si deve fare prima, durante e dopo un evento? Usare la tecnologia», spiega il professore, che si occupa di sistemi di pattern recognition e computer vision . Insieme con i colleghi Giorgio Fumera, Davide Ariu e Matteo Mauri, ha appena partecipato al meeting di avvio di Lets Crowd (che significa Law enforcement agencies human factor methods and toolkit for the security and protection of Crowds in mass gatherings ), a Valencia, nella sede dell’Etra Investigación y Desarrollo (l’ente coordinatore). «Abbiamo partecipato al bando della Commissione, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, e il nostro consorzio ha vinto: parliamo di intelligence condivisa, di miglioramento delle procedure in sintonia con la rigida legislazione europea. Per dire, avevamo proposto anche l’utilizzo di droni sulle folle, ma le norme non lo consentono».
GLI STEP Dunque, cosa si deve fare prima dell’evento? «Bisogna analizzare le informazioni che circolano sui social network, perché sappiamo che i contatti, i proclami, avvengono via Facebook, Twitter, eccetera», spiega Roli. «Oggi, diciamo così, le forze dell’ordine devono controllare tutto quanto “a mano”, noi forniremo un software che consente il monitoraggio attraverso i termini, il tipo di linguaggio, i profili. Qualcosa di simile a un motore di ricerca sofisticatissimo».
Secondo passaggio: la videosorveglianza. «Le telecamere sono più o meno presenti ovunque, ma lo svantaggio sta nel fatto che un operatore deve stare incollato allo schermo per riuscire a osservare tutto. Noi invece - grazie anche alla collaborazione di aziende specializzate che partecipano al progetto - possiamo installare sistemi che analizzano il comportamento delle folle, ad esempio, comprendere se c’è qualcosa di anomalo se un gruppetto di persone si stacca improvvisamente dal mucchio, dove si dirige, cosa succederà», aggiunge il professore. «Infine, costruiremo un software di analisi e gestione del rischio, cioè, dai segnali registrati, dai dati preventivi, le forze dell’ordine potranno organizzarsi meglio».
DOPO L’EVENTO Il terzo step della lotta al terrorismo che il team internazionale sta mettendo a punto, riguarda il post-evento. «Ci hanno chiesto di creare uno strumento utile a individuare le persone nel caso sia accaduto qualcosa. Ora, la polizia a caccia di sospetti deve visionare ore e ore di filmati, un domani avrà un mezzo che recupera fotogrammi, ferma immagini catturate in base a indicazioni come il colore dei vestiti, o altri particolari».
Cristina Cossu
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di domenica 14 maggio 2017 / Fondi Investimento (Pagina 27 - Edizione CA)
Appuntamenti
PRESENTAZIONE DELLE RICERCHE
L’Università di Cagliari (in foto, il rettorato) presenta alle aziende le attività di ricerca svolte da docenti e ricercatori. L’incontro “UniCa & Imprese 2017” sarà l’occasione per iniziare nuove collaborazioni tra l’ateneo e le realtà imprenditoriali del territorio. L’appuntamento è in programma nel pomeriggio di mercoledì 31 maggio, in via Ospedale 121 a Cagliari. I ricercatori interessati a partecipare all’evento dovranno iscriversi sul sito Unica.it entro il 15 maggio.
 


3 - L’UNIONE SARDA di domenica 14 maggio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
Lo scienziato cagliaritano collabora con il Crs4 per sfruttare le energie rinnovabili
«DAI RIFIUTI IL COMBUSTIBILE»
Alberto Varone e il progetto per produrre il gas metano
Catturare l’anidride carbonica, eliminarla dall’ambiente e convertirla in combustibile. Il progetto dello scienziato cagliaritano Alberto Varone è ambizioso: trasformare un problema (i rifiuti industriali e domestici o gli scarti agroalimentari) in una risorsa (gas metano, benzina, gasolio). Su di lui puntano il Crs4 (il Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna), Sardegna Ricerche e l’Università cagliaritana. Da qualche mese è in fase di sviluppo uno studio sul riciclo della Co2 e degli scarti agro alimentari per la produzione di biometano, nella Piattaforma per le energie rinnovabili di Macchiareddu.
LINEA DIRETTA Varone, 51 anni, sposato, due figli, è un prodotto fatto in casa : diploma al Michelangelo, quando il liceo scientifico era in via Grazia Deledda, laurea a pieni voti in Fisica all’università di Cagliari. È sempre stato un globetrotter della scienza. Dopo aver svolto il suo dottorato in “Fisica dei sistemi complessi” a Firenze, ha iniziato a lavorare al Crs4. Negli ultimi 15 anni è stato alle dipendenze del Cern di Ginevra e dell’Enea dove ha partecipato al progetto di “Sviluppo dei sistemi energetici sostenibili”, in collaborazione con il premio Nobel italiano per la fisica Carlo Rubbia. In Germania (Varone vive a Berlino con la famiglia e fa la spola con il capoluogo dell’Isola) ha avuto la possibilità di lavorare all’Istituto per gli studi avanzati sulla sostenibilità di Potsdam (ente del ministero della Ricerca), nel gruppo guidato da Rubbia, occupandosi per il Governo tedesco di tematiche legate al sistema energetico sostenibile.
COMBUSTIBILE DAI RIFIUTI L’ Energiewende (la rivoluzione del sistema energetico) è un problema cruciale per la ricerca. «Il Governo e la società tedesca sono fortemente impegnate nella transizione verso un sistema di approvvigionamento e distribuzione dell’energia sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale», spiega lo scienziato cagliaritano. «La possibilità di coniugare uno sviluppo del settore energetico, e di conseguenza di quello sociale e industriale, è un argomento cruciale e presente quotidianamente nella discussione politica e mediatica tedesca».
In cosa consiste il vostro progetto? «Vorremmo importare in Sardegna, adattandoli alle nostre esigenze, gli studi nel campo della ricerca energetica in Germania e nei paesi nordici (noi abbiamo più bisogno di gas metano, i tedeschi necessitano di combustibili fossili liquidi)».
L’aumento della quantità di anidride carbonica nell’atmosfera incrementa l’effetto serra e contribuisce quindi all’aumento della temperatura media del pianeta. «In pratica - precisa Varone - l’obiettivo è triplice: la possibilità di coniugare la riduzione delle emissioni in atmosfera, con la disponibilità intermittente delle energie rinnovabili (eolico e fotovoltaico) e la riduzione del consumo e delle importazioni delle fonti di energia fossile (benzina o gasolio)».
Come si concretizza il progetto? «È possibile sintetizzare per via industriale carburanti e materiali del tutto identici a quelli derivati dalle fonti fossili, partire dall’anidride carbonica ricavata dalle emissioni industriali, e dagli scarti di qualsiasi genere, e dall’idrogeno ottenuto per elettrolisi dell’energia elettrica derivata dalle fonti rinnovabili, quali fotovoltaico o eolico». Energia fatta in casa? «Questo tipo di tecnologie - spiega Varone - permetterebbe di integrare sul territorio un sistema energetico intelligente (smart grids) sfruttando l’energia elettrica e il metano, che viene totalmente ricavato da fonti e scarti forestali, agricoli o industriali prodotti localmente».
LO SHAKER Come si “cattura” l’anidride carbonica, ritenuta uno dei principali gas serra presenti nell’atmosfera terrestre? «Facciamo l’esempio dei rifiuti. L’inceneritore li brucia e produce energia termica, il Co2 invece di finire nell’atmosfera viene riutilizzato». Tradotto? «Pensiamo a un grande shaker dove l’anidride carbonica e l’idrogeno vengono miscelati dando il via a un processo chimico biologico di “metanazione”. Lo stesso ragionamento si può fare, per esempio, con gli scarti animali (stalle o altro), forestali o con gli avanzi della produzione di latte». Dov’è la novità? «Semplice, vogliamo replicare processi naturali». A che punto è il progetto del Crs4? «Stiamo cercando di coinvolgere alcune importanti realtà industriali sarde, che avrebbero la possibilità di realizzare vicino all’impianto di biogas strutture per l’energia sostenibile a basso impatto ambientale. Per il momento - precisa Alberto Varone - il progetto è in fase di definizione, ma contiamo di renderlo disponibile in tempi ragionevoli. Per accorciarli e non disperdere risorse è però necessario che tutti gli enti di ricerca si riuniscano per fare massa critica».
Andrea Artizzu
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di domenica 14 maggio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Premiati dalla rettrice gli studenti più bravi
Geni della chimica, ecco i vincitori

I vincitori delle finali regionali dei Giochi della Chimica - a cui hanno partecipato 188 studenti provenienti da 18 scuole superiori di tutta la Sardegna- sono stati premiati ieri dal rettore Maria Del Zompo, nell’Aula magna Boscolo della Cittadella universitaria di Monserrato.
I concorrenti erano suddivisi in tre distinte categorie: la classe A riservata agli studenti dei bienni iniziali di ogni tipo di scuola, la classe B riservata agli studenti dei successivi trienni (licei e tecnici) e la classe C riservata agli studenti dei trienni a indirizzo chimico degli Istituti tecnici e professionali. Il primo di ogni categoria accede alla finale nazionale a Roma dal 17 al 19 maggio.
«Seguite le vostre passioni e riempitele di contenuti - ha detto ai ragazzi la Del Zompo - All’Università formiamo cittadini consapevoli dotati di spirito critico. Applicatelo nella vostra vita e fuggite la mediocrità tutti i giorni: non credete a chi vi dice di scegliere alcuni corsi di laurea solo perché sembrano avere più sbocchi occupazionali. Ascoltate sempre le vostre motivazioni».
Questi i nomi dei premiati. Categoria A : Matteo Arzedi (primo), Istituto tecnico Giorgio Asproni - Enrico Fermi Iglesias Samuele Loche (secondo) e Martino Pistis (terzo) Istituto tecnico Buccari-Marconi Cagliari. Categoria B : Marco Malondrone (primo) Liceo Scientifico Michelangelo, Stefano Puligheddu (secondo) Liceo Scientifico Pacinotti Cagliari, Stefano Troffa (terzo) Liceo Scientifico Alberti Cagliari. Categoria C : Salvatore Nieddu (primo) e Salvatore Piu (secondo) Istituto Tecnico Angioy Sassari, Giovanni Bernisi e Riccardo Lai (terzi ex aequo) Istituto Tecnico Giorgio Asproni - Enrico Fermi Iglesias.
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di domenica 14 maggio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
MONUMENTI APERTI. Oggi si replica. Quattro diversi itinerari per 78 siti Orto botanico superstar
Più di trentamila visitatori nella prima giornata
SONO 78 I SITI CULTURALI CHE ANCHE OGGI DALLE 9 ALLE 20 SARANNO APERTI ALLA CITTÀ CON 6.500 VOLONTARI DI 150 SCUOLE PRONTI AD ACCOGLIERE I VISITATORI.
In principio fu San Saturnino. Da qui, più di vent’anni fa, mosse i primi passi la manifestazione che ora unisce l’Isola in una lunga stagione nutrita di arte e di cultura. Ed è ancora da questa basilica che ha attraversato i secoli ed è «simbolo del coraggio della città» che ieri è iniziato il viaggio di Monumenti Aperti lungo un percorso che per questa edizione si è fatto in quattro - tanti sono gli itinerari chiave messi a punto dagli organizzatori - per creare una rete in grado di unire l’antico e il nuovo, quel che è stato e quel che sarà.
LA SCOPERTA In questo viaggio senza tempo capita che sia Chiara, una liceale dai capelli ricci e la voce squillante, a fare da guida nei sotterranei dell’ospedale San Giovanni di Dio, in un labirinto che offrì riparo dalle bombe della guerra. In una stanzetta identica a quelle che accoglievano i pazienti agli inizi del Novecento ha trovato posto anche una stele funeraria in latino scoperta solo pochi giorni fa. In attesa delle visita di un esperto della Soprintendenza si possono solo fare ipotesi sulla sua datazione. A trovarla è stato Andrea Sagoni, assistente sanitario che lavora come volontario per Mariposa, l’associazione alla quale hanno aderito una trentina di dipendenti dell’azienda ospedaliera, custodi di un luogo che lo scorso anno è stato il più visitato tra le decine di siti che hanno aperto le porte alla città.
LE SCUOLE Ad accogliere i tanti visitatori, ma oggi se ne attendono molti di più, sono stati gli studenti di 150 scuole che hanno dedicato diverse ore a preparasi al compito di fare da guida. Per qualcuno le cosa è stata più facile che per altri. Alice Podda, per esempio, della quinta A del liceo linguistico Grazia Deledda, con il suo bel 9 in Storia non ha avuto alcun problema a mandare a memoria le nozioni necessarie per far da cicerone in questa giornata dove i cartelli bordeaux segnalano i luoghi da visitare alle carovane di croceristi, turisti del fine settimana o ai residenti che hanno deciso di iniziare da subito a tuffarsi nella due giorni di storia e cultura.
I VISITATORI Tra questi, Daniela Ceravola, arrivata da Alghero per il weekend e che, dopo aver fatto una puntatina nella chiesa di Santa Chiara studia il depliant - dettagliatissimo e prezioso - per scoprire come proseguire la giornata. In cima alle scale aspetta di potersi esibire Nicola Agus, musicista e prossimo alla laurea al Conservatorio, che con le sue launeddas ha offerto la colonna sonora alla visita del convento delle monache che sorge alle pendici della collina del Castello. Attraversando piazza Yenne, oltre Sant’Anna, la strada si fa più stretta verso la chiesa di Sant’Efisio dove venti statue sono state portate da tutta l’Isola.
GLI ITINERARI Far visita a tutti gli oltre settanta siti non è impresa semplice. Per questo gli organizzatori, che quest’anno hanno scelto il tema del paesaggio, hanno tracciato quattro percorsi storici: la strada reale (dall’ospedale civile al parco di Tuvixeddu), la strada per Pirri (dalla Cittadella dei musei all’ospedale militare), la vecchia strada orientale (dalla basilica di San Saturnino all’Ippodromo) e la strada per Quartu (dalla basilica di Bonaria alla chiesa di Sant’Alenixedda). Sullo sfondo le dichiarazioni del sindaco Massimo Zedda che - come già annunciato durante la conferenza stampa di presentazione - auspica che nel 2018 possa aprirsi un percorso nel promontorio della Sella del Diavolo.
PRIMO BILANCIO I numeri della giornata di ieri: oltre 33mila firme raccolte nei 60 siti censiti su un totale di 78, il più visitato è stato l’Orto botanico con 2.530 presenze.
Mariella Careddu


 
6 - L’UNIONE SARDA di domenica 14 maggio 2017 / Provincia Medio Camp (Pagina 44 - Edizione CA)
Tesi raccolte in biblioteca
Anche la biblioteca comunale di Collinas ha avviato il progetto di raccolta delle tesi di laurea. I laureati che sono interessati a offrire una copia della propria tesi si possono rivolgere in biblioteca.
 
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di domenica 14 maggio 2017 / Fondi Investimento (Pagina 27 - Edizione CA)
Carriere 
ANDREA DELOGU  Nato a Sassari il 6 marzo 1960, dopo una carriera quarantennale attualmente è vice direttore generale Informazione di Mediaset. Dal luglio 1986 lavora per un biennio presso la Direzione del Personale del Gruppo Olivetti; nel luglio 1988 viene ingaggiato dalla Arnoldo Mondadori Editore. Nel 1991 passa alla Sandoz prodotti farmaceutici/Novartis. Nel 1992 entra in Reti televisive italiane (Gruppo Fininvest). Dirigente dal 1997, in qualità di Responsabile del Personale Giornalistico, del Gruppo Mediaset. Dal 2001 al 2005 è direttore del Coordinamento produttivo della Divisione informazione Mediaset. Dal 2006 al 2010 riveste il ruolo di direttore delle Produzioni news. Dal 2011 è vice direttore generale informazione del Gruppo Mediaset.
ALICE MASCIA Dopo il diploma al liceo Dettori e la laurea in Economia a Cagliari, Alice Mascia perfeziona gli studi a Miami e alla Luiss di Roma. A Cagliari inizia la carriera in Sky, la tv satellitare, come manager dal 2003 al 2007. Segue una parentesi come consulente all’Accenture, poi il ritorno a Sky nel 2009, con il trasferimento in Germania, dove negli anni ricopre vari ruoli fino all’attuale posto di vice presidente Products & Marketing per Sky Deutschland.
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 14 maggio 2017 / Economia - Pagina 18
Giovane inglese ha inserito un dominio-pulsante di autodistruzione
«Così ho rallentato il virus dei pc»
BRUXELLES «MalwareTech»: dietro questo nickname un po’ sinistro si nasconde invece un «eroe per caso», il ragazzo inglese di 22 anni che è stato capace di rallentare la propagazione di «Wannacry», l’attacco di pirateria informatica a scopo estorsivo che sta mettendo al tappeto i siti di gran parte del mondo, registrando per pochi dollari un «dominio» internet che si comporta come un pulsante di autodistruzione all’interno del virus. Vive con i genitori e lavora per Kryptos logic, una società di intelligence delle minacce cybernetiche, con base a Los Angeles. «Stavo pranzando con un amico, sono tornato alle 15 e ho visto un flusso di notizie sulla sanità britannica (NHS) e varie organizzazioni colpite», ha detto intervistato dal Guardian. «Ho guardato un po’ la cosa e ho trovato che c’era un malware dietro, che connetteva ad un dominio specifico, non registrato. Così l’ho comprato senza sapere cosa facesse in quel momento». In realtà, quel dominio era un «interruttore», inserito nel malware nel caso i creatori volessero fermarne la diffusione. In pratica il malware interroga costantemente il dominio in questione, e se dovesse arrivargli una risposta positiva, cioè che il dominio è attivo (quindi registrato), smette di diffondersi. Il dominio è costato 10,69 dollari, e quando MalwareTech lo ha comprato stava registrando migliaia di connessioni al secondo. Il ragazzo ha spiegato di averlo acquistato perché la sua società traccia i «botnet», cioè le reti fantasma costruite dai malware sfruttando la potenza di calcolo dei pc infettati e collegati tra di loro. Registrando quei domini, si può vedere come si diffondono le reti. «Lo scopo era solo monitorare la diffusione e vedere se potevamo far qualcosa dopo. Ma in realtà lo abbiamo fermato soltanto registrando quel dominio», ha aggiunto. Le ore successive, però, non sono state facili. «Inizialmente qualcuno ha detto che eravamo stati noi a causare l’infezione con quella registrazione, quindi ho dato di matto finché non ho realizzato che invece era proprio il contrario». MalwareTech dice di voler restare anonimo perché «lavoriamo contro i cattivi e non sono contenti di questo». Inoltre, assieme ai colleghi, sta inviando gli IP infetti alle autorità, in modo che possano comunicarlo alle vittime, molte ancora ignare. Ma avverte: «Non è finita. Gli hacker realizzeranno come lo abbiamo fermato, cambieranno il codice e cominceranno di nuovo». Quindi, il consiglio: «Attiva gli aggiornamenti di Windows, aggiorna e riavvia».
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 14 maggio 2017 / Sassari - Pagina 29
Le telecamere riprendono il furto, i vigili urbani individuano l’autore e lo rintracciano poco dopo in piazza Azuni
Ruba una moto, camuffa la targa e fa un giro in centro
SASSARI Ha aspettato che qualcuno uscisse dal cortile interno dell’Ateneo, in piazza Università, dopodiché ha posizionato un cassonetto in corrispondenza della fotocellula del cancello elettrico. Sono le 22 di venerdì, e la zona è molto tranquilla. Così P.B., 48 anni, sassarese, fedina penale per nulla immacolata, entra all’interno del cortile. Quel che combina dalle 22,02 in avanti lo raccontano le telecamere a ciruito chiuso dell’università. L’uomo prima controlla con cura le auto in sosta, ma poi resta folgorato dalla moto potente e fiammante del prorettore. Si avvicina, si china, la osserva, e infine si concentra sui sistemi di bloccaggio. Li disinnesca con relativa semplicità, toglie il cavalletto e spinge faticosamente a piedi il motociclo. Operazione piuttosto ardua: primo perché il mezzo è pesante, e secondo perché il ladro zoppica vistosamente. Dopo un paio di minuti scompare dalle inquadrature, dirigendosi verso via Arborea. Il proprietario della moto, una volta sceso nel cortile, ha la brutta sorpresa e denuncia il furto. I vigili urbani controllano i filmati e per loro non è difficile risalire al responsabile. Tutto lascia pensare a un pregiudicato che una decina di anni fa era stato sparato alle gambe, e che porta ancora i segni di quel tentato omicidio. E la conferma arriva qualche ora dopo. Gli agenti della municipale del reparto motociclisti lo intercettano in piazza Azuni. È in sella a una moto: che non sia la sua è piuttosto evidente. Infatti la targa salta subito agli occhi. P.B. ha tentato maldestramente di contraffare i numeri con del nastro isolante nero. Ha aggiunto una stanghetta ai 6 trasformandoli in 8. Ai vigili non rimane altro che fermarlo e accompagnarlo al comando di via Carlo Felice. È stato denunciato a piede libero e la moto o sottoposta a sequestro penale, in attesa di restituirla al legittimo proprietario. (lu.so.)
 
 
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 14 maggio 2017 / Sassari - Pagina 31
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Studiosi da tutto il mondo
al convegno di Capo Caccia
ALGHERO «Seminiamo in Sardegna per raccogliere ovunque nel mondo». È il bilancio tracciato dagli organizzatori del “Capo Caccia workshop toward cognitive neuromorphic engineering”, il dibattito internazionale dedicato a neuro-informatica e intelligenza artificiale, promosso dall’Università di Zurigo col supporto di IniForum. Ospitato nella splendida baia di Porto Conte, il meeting internazionale ha scelto da anni Alghero per discutere e battere nuove strade in ambito scientifico. Il workshop di Capo Caccia è l’unico in Europa a garantire un simile livello di aggiornamento tra studiosi. Allo sviluppo del settore delle neuroscienze informatiche e della psicologia applicata all’intelligenza artificiale guarda con interesse anche l’Università di Sassari. Grazie al docente Sergio Solinas, quindici studenti dell’ateneo sassarese hanno partecipato a una giornata di studio. I risultati del lavoro sono resi in parte pubblici e in parte vengono utilizzati per ulteriori lavori di studio. Il summit ha chiamato a raccolta ricercatori da Asia, Australia, Europa e America. (g.m.s.)
 
 

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