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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 May 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 1 maggio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Orto e museo aperti
L'Orto botanico e il Museo delle cere saranno aperti anche oggi con il consueto orario dalle 9 alle 18
 
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 1 maggio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
OPEN DAY Si svolgerà mercoledì e giovedì, dalle 9 alle 20, a Sa Duchessa, la manifestazione di orientamento della facoltà di studi umanistici.
 
UNIVERSITÀ. L'incontro con professionisti e giovani laureati
Studi umanistici e lavoro Open day a Sa Duchessa
Due giornate per capire cosa fare dopo la laurea. È previsto anche un seminario informativo sugli sbocchi occupazionali, all'interno delle Giornate di orientamento “UMANAmente OpenDay” organizzate dalla facoltà di Studi umanistici dell'università in programma negli spazi della facoltà di Sa Duchessa mercoledì e giovedì.
IL PROGRAMMA All'incontro, che servirà a illustrare le principali possibilità lavorative per i laureati in studi umanistici, interverranno alcuni professionisti che racconteranno la loro esperienza formativa e lavorativa. Da Gianluca Nonnis, consulente di comunicazione strategica a Luca Sini, Ceo e cofondatore di “Guide me right”, la startup che la rivista specializzata Wired ha definito la «Uber delle località turistiche», dal giornalista Carlo Manca alla manager esperta di tecnologia informatica Cinzia Pusceddu. Tra loro, anche alcuni laureati dell'ateneo cagliaritano. L'iniziativa è rivolta agli studenti delle Superiori alle prese con l'iscrizione all'università e a quelli dei corsi di laurea di primo livello della facoltà di Studi umanistici.
I CORSI Durante l'incontro verrà presentata l'offerta formativa costituita da corsi di laurea triennali e a ciclo unico in beni culturali e spettacolo, filosofia, lettere, lingue e comunicazione, lingue e culture per la mediazione linguistica, scienze dell'educazione e della formazione, scienze della comunicazione, scienze tecniche e psicologiche, scienze della formazione primaria. Oltre ai corsi di laurea magistrale in archeologia e storia dell'arte, filologie e letterature classiche e moderne, filosofia e teorie della comunicazione, lingue e letterature moderne europee e americane, psicologia dello sviluppo e dei processi socio-lavorativi, scienze pedagogiche e dei servizi educativi, storia e società e traduzione specialistica dei testi.

 
 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 1 maggio 2017 / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
I dati certificano un malessere drammatico e pochi segnali di ripresa
L'utopia chiamata lavoro: sogno per 253mila sardi

Sapete quanti sono i sardi che lavorano nell'Industria? Meno di 50 mila, contro i 75 mila di 12 anni fa. L'8,8% del totale degli occupati. Come negli anni '60, quelli della preindustrializzazione, certifica l'ufficio studi della Cisl. Significa che si è chiuso un ciclo e si è tornati al punto di partenza. È l'ennesima c conferma che il modello di sviluppo che era stato scelto è fallito e non ci sono, per ora, sufficienti alternative valide.
DISOCCUPAZIONE DA PAURA Se così non fosse il tasso di disoccupazione generale non sarebbe del 31%: un dato ottenuto sommando chi non trova lavoro (il 17,3%) e chi non lo cerca ma lo accetterebbe se gli capitasse. E se così non fosse il tasso di disoccupazione giovanile non sarebbe al 56% e oltre 7 mila persone all'anno non emigrerebbero per cercare lavoro. E forse non esisterebbero così tanti Neet, acronimo inglese di “Not engaged in education, employment or training” che identifica una persona tra 15 e 29 anni non impegnata nello studio, nel lavoro o nella formazione. Nell'Isola sono il 30,5%, una delle percentuali più alte d'Italia, lontana anni luce dalle medie europee.
IL PREZZO DEL NON FAR NULLA Una generazione (dis)persa che costa alle casse pubbliche sarde e statali 1,7 miliardi di euro all'anno, secondo una stima del Sardinian socio-economic observatory.
La Sardegna, sotto questo aspetto, è quartultima in Italia. Solo Campania (36,3 per cento), Calabria (38 per cento) e Sicilia (40,3 per cento) hanno una performance peggiore. E la media italiana è ferma al 26,2 per cento. In Sardegna il numero di chi non cerca lavoro e non studia è aumentato di quasi 9 punti dal 2010 a oggi. L'incidenza maggiore nel Medio Campidano (39 per cento), quella minore in provincia di Oristano (27,4 per cento).
POCA ISTRUZIONE Del resto, come ha certificato il Crenos, abbiamo uno dei più bassi livelli di istruzione d'Italia. I residenti in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore e qualifica professionale sono il 29,4% contro una media nazionale del 35,6%; il tasso di dispersione scolastica è del 23,5%, più del doppio del tetto indicato dall'Europa e il tasso dei laureati è dell'11,3% mentre l'obiettivo europeo è del 40%. Il tasso di occupazione è del 50,3%: in termini assoluti significa che lavorano 562 mila persone su una popolazione di 1.663.286 residenti (45.079 stranieri) mentre non lavorano in 253 mila.
STIPENDI BASSI È in questo quadro che la Sardegna oggi celebra la Festa del lavoro. Un lavoro che non c'è e quando c'è rende poco. Secondo i dati diffusi sabato dall'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, le retribuzioni in Sardegna sono più basse della media; nel Medio Campidano lo stipendio netto mensile è mediamente di 1.279 euro, a Cagliari 1.258, a Oristano 1,216, a Sassari 1.185, a Carbonia-Iglesias 1.171, a Nuoro 1.121, a Olbia-Tempio 1.099, in Ogliastra, terzultima in Italia, 1.087 euro. A Bolzano, città più ricca del Paese, la busta paga media è di 1.476 euro. Se si analizza il Pil pro capite, il Gap con la media italiana è ancora più ampio: quello sardo è di 18.539 euro, quello nazionale 25.586 euro.
Fabio Manca


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LA NUOVA SARDEGNA

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 1 maggio 2017 / VI - L’Isola e le sue tradizioni
Oggi l’apertura straordinaria della Cittadella dei Musei
L’arte siamese, le incisioni di Palladino, le sculture di Ciusa
Cagliari apre le porte dei tesori: dai Giganti all’Orto botanico
di Sabrina Zedda
Dai Giganti di Mont’e Prama alle sculture di Francesco Ciusa, passando per le incisioni di Mimmo Paladino, senza dimenticare le oltre due mila specie vegetali custodite nell’Orto botanico. Per Sant’Efisio la città apre le porte dei suoi tesori e, nonostante il lunedì per molti luoghi della cultura sia una giornata di chiusura, questa volta si farà un’eccezione. Dalle 9 alle 20 sarà possibile visitare il Museo archeologico nazionale. La struttura di piazza Arsenale ospita, dal 2014, una parte delle imponenti Statue di Mont’e Prama, ma ci sono anche altri motivi per visitarla. Come il ricco percorso di reperti (bronzetti, gioielli, ornamenti funerari) che raccontano la storia della Sardegna dal Neolitico antico all’alto Medioevo. Negli stessi orari, sempre nella Cittadella dei musei di piazza Arsenale, sarà visitabile anche la Pinacoteca nazionale dove sono esposti una serie di dipinti raccolti a partire dall’800, tra cui quelli di Maestro di Castelsardo e di Pietro Cavaro, i maggiori pittori operanti nell’Isola nel periodo tardogotico e in quello primorinascimentale. In occasione dell’apertura straordinaria della Cittadella dei musei, dalle 10 alle 18 sarà visitabile anche il Museo d’arte siamese che raccoglie la più ampia collezione d’arte siamese in Europa, dopo quella di Dublino. I diversi pezzi sono stati donati ai primi del ‘900 dal collezionista e viaggiatore cagliaritano Stefano Cardu. Chi volesse fare una puntatina nella Galleria comunale d’arte potrà ammirare le sculture di Francesco Ciusa (tra le quali “La madre dell’ucciso”) della Collezione civica di artisti sardi, i capolavori della Collezione Ingrao, che raccolgono opere di alcuni tra i maggiori esponenti dell’arte italiana del ‘900, come Morandi e Boccioni, e la nuova esposizione della Collezione d'Arte Contemporanea, che documenta i più significativi indirizzi della ricerca contemporanea (apertura continuata dalle 10 alle 18). Nella stessa fascia oraria, a pochi passi dalla Galleria comunale d’arte, lo spazio espositivo C.Arte.C, nei grottoni, propone “ENOSIM” l’inusuale mostra del fotografo francese Thierry Konarzewski, che ha ricavato volti umani dai rifiuti osservati nel mare lungo le coste dell’isola di San Pietro. In piazza Palazzo (dalle 10 alle 18) sarà visitabile il Palazzo di città che ospita la mostra “Segno e memoria nelle incisioni di Mimmo Paladino”. Nelle sue tre sezioni l’esposizione ripercorre l’opera dell’artista campano, uno tra i maggiori rappresentanti della Transvanguardia. Primo maggio d’apertura anche per l’Orto botanico dove, dalle 9 alle 18, si potranno visitare più due mila specie vegetali, la passeggiata sopraelevata e la Banca del Germoplasma della Sardegna, una banca di conservazione dei semi creata per preservare le varietà biologiche.
 
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 1 maggio 2017 / Sardegna - Pagina 6
PRIMO MAGGIO
LA FESTA DEL LAVORO Emergenza tra i giovani uno su 2 non ha un impiego
di Alessandro Pirina  
SASSARI
Da anni il Primo maggio celebra il lavoro che non c’è. Una “festa” che purtroppo è particolarmente sentita in Sardegna, dove il numero dei disoccupati è il doppio della media europea. Lo ha annunciato pochi giorni fa l’Eurostat: il tasso di disoccupazione è al 17,3 per cento contro l’8,6. Numeri negativi, ma migliori del resto del Mezzogiorno: in Calabria un abitante su quattro è disoccupato. Ma la situazione precipita quando si parla di giovani. La Sardegna, infatti, ha il sesto peggior risultato d’Europa, con il 56,3 per cento dei giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro. Ma anche in questo caso la Calabria riesce a fare di peggio: a Catanzaro la disoccupazione giovanile sfiora il 59 per cento. Più drammatici solo i dati delle due enclave spagnole in terra d’Africa, Ceuta e Melilla, dove i senza lavoro sono rispettivamente il 69,1 e il 63,3 per cento. Il caso Medio Campidano. Tra le province la situazione più difficile si registra nel Medio Campidano, dove secondo il report dell’Osservatorio dei consulenti del lavoro, il numero dei disoccupati tocca quota 27,8 per cento. Il secondo peggior risultato d’Italia dopo Crotone, leader negativa con il 28,3. Nello stesso report la provincia tra Cagliari e Oristano viene indicata come la provincia sarda con gli stipendi più alti, addirittura la seconda del Mezzogiorno. Ma evidentemente nel Medio Campidano vengono emesse poche buste paga, ma sono più alte rispetto al resto dell’isola. Le altre province. Sassari conta più di un disoccupato ogni 5 abitanti. La provincia, infatti, è all’11esimo posto a livello nazionale con il 21,9 per cento di residenti senza una occupazione. Al 16esimo posto c’è il Sulcis Iglesiente, a quota 20,6 per cento, e al 18esimo Oristano, al 19,8. Il resto dell’isola occupa posizioni migliori: Cagliari 35esima con il 14,3 per cento di disoccupati, Olbia Tempio 40esima al 13,1, Nuoro 43esima al 12,7. La situazione più rosea in Ogliastra, con una disoccupazione al 12,2, anche se Lanusei e Tortolì “vantano” i terzi stipendi più bassi d’Italia. Dramma giovani. Lo scenario diventa a tinte ancora più fosche quando si parla di giovani tra i 15 e i 24 anni. Nel Medio Campidano il 71,7 per cento dei ragazzi non ha un lavoro. Il risultato peggiore d’Italia. Ma il resto dell’isola non se la passa meglio. Nella top ten della disoccupazione giovanile ci sono anche Oristano (quinta con il 63,7 per cento dei giovani disoccupati), Sassari (settima al 61,4), Cagliari (ottava al 61,3) e Carbonia Iglesias (nona al 59,8). Va molto meglio a Nuoro, Tortolì e Olbia, che si trovano a metà classifica con un tasso di disoccupazione giovanile intorno al 35 per cento. I Neet. Ancora più preoccupante il numero dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavora né studia né frequenta corsi di formazione. I cosiddetti Neet. Anche in questo caso il Medio Campidano vanta il primato negativo nazionale, con una percentuale del 46,2, aumentata in un anno del 10 per cento. Male anche il Sulcis Iglesiente (38,2 per cento e settima in Italia). I risultati migliori in Gallura e a Cagliari, dove i giovani del tutto inattivi sono rispettivamente il 27,4 e il 25,3 per cento. Cisl all’attacco. Sull’emergenza lavoro nell’isola interviene il segretario della Cisl, Ignazio Ganga. «Noi siamo con i 450 mila disoccupati e inoccupati che caratterizzano il mercato del lavoro isolano, siamo preoccupata per gli 81mila sardi Neet che non lavorano e non studiano, per il declino particolarmente accentuato nel settore industriale, per il 56 per cento della disoccupazione giovanile – dice Ganga –. Per migliorare la situazione è essenziale in Sardegna una grande stagione di innovazione istituzionale, produttiva, culturale nella quale non basterà riformare, ma si dovrà trasformare. La Sardegna guarda con ansia al futuro di troppi lavoratori delle aziende in crisi che attendono, a partire dalle vertenze più delicate, segni di speranza. Sono troppe le vertenze inevase che aspettano la giusta soluzione».
 
 
 

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