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12 April 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 aprile 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CONSIGLIO DI STATO. Lavori da 40 milioni per la costruzione del Blocco R
POLICLINICO, APPALTO DA RIFARE: la Pellegrini vince il ricorso
Lo scorso anno i giudici del Tar Sardegna avevano dato ragione all’azienda mista, confermando l’aggiudicazione del mega appalto all’associazione temporanea di imprese costituita dalla Bachi srl e dal Gruppo Psc, guidato dal manager Vito Gamberale. Ora il Consiglio di Stato ha ribaltato quella decisione, annullando l’affidamento della progettazione esecutiva e l’appalto per i lavori del cosiddetto Blocco R del Policlinico di Monserrato. Un progetto da 40 milioni di euro assegnato col criterio del massimo ribasso, dove ora tutti ritornano in corsa.
IL RICORSO Per il momento si conosce solo la decisione, non le motivazioni della sentenza che saranno depositate entro un mese. La terza sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Raffaello Pellegrini srl - un’impresa cagliaritana del gruppo De Pascale - che era arrivata seconda nella gara milionaria indetta dall’Azienda ospedaliero-universitaria. Gli avvocati della società, Massimo Frontoni e Gianluca Luzi, avevano contestato - tra i vari motivi del ricorso - proprio che il manager Gamberale fosse dirigente sia di una delle società riunite che si erano aggiudicate l’appalto (presiede il consiglio di amministrazione del gruppo Psc spa) sia di un’altra partecipante, la Grandi Lavori Fincosit spa. Per questa doppia presenza i legali dell’impresa sarda avevano chiesto al Tar di escludere le due concorrenti dalla gara ma i giudici di primo grado avevano rigettato il ricorso.
IL CONSIGLIO DI STATO Una battaglia giudiziaria che si è così spostata al Consiglio di Stato dove l’Azienda ospedaliero-universitaria si è costituita con gli avvocati Mauro Barberio e Stefano Porcu mentre la Bacchi srl era rappresentata dai legali Stefano Vinti, Mauro Ciani e Michele Ottani. Riformata la sentenza del Tar, il collegio presieduto da Marco Lipari (a latere i giudici Raffaele Greco, Massimiliano Noccelli e Pierfancesco Ungari) hanno annullato sia la delibera di aggiudicazione della gara (del 20 gennaio 2016) che i verbali dell’aggiudicazione provvisoria (26 novembre 2015).
IL CONTRATTO Per capire che cosa succederà ora bisognerà per attendere che il Consiglio di Stato depositi le motivazioni della sentenza, chiarendo così quali sono i motivi di illegittimità che hanno portato al ribaltamento della decisione dei giudici amministrativi sardi. L’Azienda ospedaliero-universitaria, in ogni caso, non aveva ancora stipulato il contratto per l’affidamento dei lavori all’Ati aggiudicataria. Ora, dunque, la palla tornerà alla commissione di gara.
IL PROGETTO Con la realizzazione dei quattro edifici che compongono il cosiddetto Blocco R, il Policlinico universitario diventerà il più imponente ospedale della Sardegna. L’Ati formata da Bacchi e Psc si era aggiudicata l’appalto con un ribasso del 18,124% sugli importi soggetti al ribasso e con 30% sui tempi di esecuzione. A conti fatti, un’aggiudicazione da 27 milioni e mezzo di euro. Al secondo posto l’associazione temporanea di imprese formata da Nbi Spa e dalla Raffaello Pellegrini Srl. Al quarto posto, poi, la Grandi Lavori Fincosit, il cui presidente - come detto - era lo stesso manager di una delle due società vincitrici. «Ciò avrebbe determinato», avevano eccepito davanti al Tar gli avvocati della società del gruppo De Pascale, «la sussistenza di un unico centro decisionale nella formulazione delle offerte con conseguente violazione del Codice dei contratti». I giudici cagliaritani non avevano concordato, sottolineando che era necessario dimostrare - monitorando le offerte - l’eventuale accordo tra le due concorrenti. «Affermare che la posizione del signor Gamberale», si legge nella sentenza ora annullata, «determinasse, in sostanza l’esistenza del collegamento sostanziale e la necessità di escludere le imprese di cui egli è presidente del cda significa introdurre una inammissibile presunzione assoluta in contrasta con i principi della Corte di Giustizia».
Gli avvocati della Nbi-Pellegrini hanno ribadito questa eccezione anche davanti al Consiglio di Stato ma bisognerà aspettare un mese per capire se i giudici romani abbiano ritenuto sussistente questo o altri profili di illegittimità.
Fr. P.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 aprile 2017 / Salute (Pagina 37 - Edizione CA)
Patologia I remedi: dalla ginnastica ai farmaci
LA CERVICALE DOLENTE? CATTIVA POSTURA

Avviso ai naviganti: prima di iniziare a lavorare, sistemate bene la tastiera, il mouse, il monitor e l’altezza della sedia, quindi state attenti al buon allineamento fra capo e collo e poggiate le braccia sulla scrivania. Stare composti per molto tempo può causare un dolore chiamato cervicalgia. Il messaggio arriva da Marco Monticone, professore associato di Medicina fisica e riabilitativa all’Università di Cagliari, fisiatra al Policlinico.
CERVICALE Spesso sentiamo dire, da persone con l’aria afflitta: «Ho la cervicale». Una sofferenza spesso figlia della cattiva abitudine di assumere posizioni scorrette al lavoro, ma anche alla guida dell’auto e persino nel sonno, se il cuscino non sostiene il collo e le spalle: «È un dolore che colpisce la parte alta della colonna vertebrale - spiega Monticone -. In particolare, le prime 7 vertebre denominate Tratto cervicale. Tipicamente, il dolore è dietro al collo, in casi sporadici può irradiarsi alle braccia. E si parla di cervicobrachialgia».
POSTURA SBAGLIATA Causa prima della cervicalgia, è la postura sbagliata, ma anche la familiarità: «Si è accertato che chi, ad esempio, soffre di mal di schiena, può patire pure per la cervicale. Ci sono intere famiglie colpite da diversi disturbi muscolo-scheletrici». È una malattia che non risparmia nessuno: bambini, adolescenti, maschi e femmine. Si manifesta con dolori ricorrenti, in diversi episodi nell’anno. Può colpire sino a una persona su 3 e diventare cronica nel 10 per cento dei casi, a differenza del mal di schiena, che diventa cronico nel 20-25 per cento dei soggetti interessati.
PATOLOGIA CRONICA Questa patologia fa soffrire soprattutto chi svolge lavori manuali pesanti, ma anche chi sta molte ore al computer «e può provocare disabilità, nei casi più gravi, quando diventa cronica. Allora non c’è solo dolore, ma anche un impatto con la vita quotidiana e una limitazione dei movimenti che non consente né di lavorare bene, né di svolgere appieno le attività familiari. Tutto questo è percepito dai pazienti come disabilità». Per fortuna si può curare con ottimi risultati «mediante trattamenti specifici. Soprattutto nei pazienti con dolore cronico, le cure che hanno dato i migliori esiti sono basate su esercizi particolari e nozioni educative comportamentali. Dobbiamo insegnare al paziente i movimenti, ma anche educarlo a gestire il problema».
È un compito del fisiatra che, dopo averlo visitato, imposterà il trattamento e gli obiettivi da raggiungere e del fisioterapista, che gli insegnerà gli esercizi personalizzati inserendo anche le norme educative. «A questo proposito, la letteratura scientifica ci dice che il paziente deve imparare gli esercizi, (non ripeterli passivamente) per poi eseguirli a casa, da solo. Perché il dolore della cervicale ha delle ricorrenze».
DOLORE Il dolore è il campanello d’allarme. Come affrontarlo? «Quando è insorto da poco, non preoccuparsi eccessivamente, perché nella stragrande maggioranza dei casi tende ad autorisolversi. Altrimenti, rivolgersi al medico di famiglia, che imposterà una terapia partendo dai farmaci con meno effetti collaterali, a base di paracetamolo. Se non funziona, passerà agli antinfiammatori, che però possono dare importanti effetti collaterali, soprattutto allo stomaco. In questo caso, associare la gastroprotezione. Infine c’è il cortisone, da usare con molta parsimonia per le conseguenze collaterali. Ricordare che le terapie vanno praticate sino alla fine del ciclo previsto. Mai interromperle».
In fase acuta, si possono usare anche altre armi: «Evidenze scientifiche hanno dimostrato che sono efficaci le terapie fisiche, la tens, gli ultrasuoni, la laser e la massoterapia. Escludendo sempre il faidate e ricorrendo solo a professionisti qualificati».
Lucio Salis

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 aprile 2017 / Salute (Pagina 37 - Edizione CA)
Parla Marco Monticone, fisiatra del Policlinico
Dietro un forte dolore al collo giocano anche fattori psicosociali

Non è solo una questione di vertebre. Intorno alla cervicalgia gravitano fattori che travalicano l’origine fisica della malattia. Il professor Marco Monticone, fisiatra universitario al Policlinico di Monserrato, li definisce psicosociali. E li illustra con una metafora che riporta addirittura all’antica Grecia: «I vecchi anatomisti avevano descritto la prima vertebra cervicale con il nome di Atlante, la divinità greca che teneva il mondo sulle proprie spalle. Questo per indicare l’importanza delle vertebre cervicali, gravate dal peso dei pensieri e delle emozioni. In realtà, si è visto che soggetti di sesso femminile, giovani, ansiosi, depressi, vanno incontro a sviluppare cervicalgia più di altri individui, meno ansiosi e depressi».
Il professore cita fra i fattori psicosociali importanti la chinesiofobia: paura del movimento: «Ci sono soggetti che quando soffrono il dolore evitano di compiere certi movimenti: questo alimenta un circolo vizioso, perché meno si muovono e più hanno male; più hanno male e meno si muovono. Si è accertato che, a parità di lesione biologica (discopatia o artrosi) chi è ansioso, depresso o ha paura di muoversi sviluppa più dolore».
Questa sintomatologia, che comprende l’aspetto fisico e psicologico del paziente, sembra portare lo specialista a un approccio diagnostico e terapeutico che include nei confini della Fisiatria anche certi malesseri dell’anima del paziente e altri legati al suo ruolo sociale. Non a caso, nell’introduzione alle Raccomandazioni diagnostico terapeutiche elaborate per la Simfer (Società italiana Medicina fisica e riabilitativa), Monticone raccomanda di tenere in considerazione «l’unitarietà bio-psico-sociale del soggetto con cervicalgia, considerando, oltre agli aspetti clinici (severità e durata) anche le dimensioni personali, culturali e sociali (ambientali), nonché l’impatto indotto dal problema in termini di limitazione delle attività e della partecipazione».
«Questo significa - spiega il professore - che quando mi rivolgo a un soggetto con cervicalgia non voglio curare solo una vertebra, o un gruppo muscolare, ma devo dare anche una risposta alla persona. Perché possono esserci pazienti che a una debolezza muscolare o a una limitazione articolare uniscono ansia, depressione, paura di sbagliare o di fare qualche movimento sul lavoro. Se io do solo risposte fisiche, biologiche, rischio di non fare un lavoro completo, che invece svolgo quando mi rivolgo direttamente alla persona». (l. s.)
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 aprile 2017 / Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
Su “Nature Genetics” la ricerca sul Rna condotta dal Cnr e dall’Università di Sassari
SARDI, ISOLATI, CON GENI RICCHI DI NOTIZIE SUL FUTURO

Sono di nuovo i ricercatori sardi ed è ancora la particolarità genetica dei sardi a far compiere passi avanti nello studio del genoma. E in questo caso nella comprensione del funzionamento del sequenziamento del Rna, l’acido nucleico che trasferisce le informazioni genetiche fuori dalla cellula e che produce le proteine. Ha trovato pubblicazione sulla prestigiosa rivista inglese “Nature Genetics” lo studio di un team di ricercatori dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr (Irgb-Cnr) e dell’Università di Sassari guidato da Francesco Cucca, direttore dell’Istituto e docente di Genetica Medica. Spiega il ricercatore dell’Irgb-Cnr Mauro Pala, che ha svolto su questo argomento anche una tesi di dottorato: «Abbiamo individuato oltre 20 mila varianti genetiche nei siti regolatori presenti nel Dna che regolano la quantità, la qualità e la sequenza del Rna prodotto, quindi la produzione delle proteine che svolgono le funzioni biologiche. Avere queste informazioni significa anche poter iniziare a capire da dove nascono le malattie genetiche».
Lo studio, intitolato “Population and individual-specific regulatory variation in Sardinia” ha preso in analisi il sangue di oltre 600 volontari sardi, grazie al Progetto ProgeNia, fondato nel 2001 da Giuseppe Pilia in collaborazione con David Schlessinger, e portato avanti poi dal professor Cucca. L’obiettivo è studiare le conseguenze della variabilità genetica su centinaia di parametri misurabili di rilevanza biomedica.
Mara Marongiu, ricercatrice della sede di Lanusei dell’Irgb-Cnr, aggiunge: «Questo studio, iniziato oltre sei anni fa, ha posto una serie di sfide tecniche non banali quali la scelta dello specifico tipo di Rna da sequenziare. Abbiamo scelto quello “poliadenilato”, particolarmente rilevante per la produzione delle proteine, ma che comprende anche importanti Rna regolatori».
Il fatto che la Sardegna presenti varianti genetiche molto rare nel resto del mondo, preservate dall’ambiente insulare, aiuta la ricerca, come ricorda Francesco Cucca: «Le caratteristiche genetiche della popolazione sarda hanno facilitato le scoperte riportate in questo e altri studi che hanno peraltro una valenza più generale perché rappresentano passi avanti nella comprensione del funzionamento del genoma umano».
Il progetto ProgeNia/Sardinia si avvale di importanti collaborazioni a livello locale, come quella con il CRS4 - il centro di ricerca del Parco tecnologico di Pula- con il quale gestisce, insieme a Sardegna Ricerche, il più importante laboratorio di sequenziamento massivo del genoma umano in Italia - e internazionale.
Giampiero Marras
 

redazioneweb@unica.it
 


LA NUOVA SARDEGNA
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 aprile 2017 / Sardegna - Pagina 6
Le università di Cagliari e Bielefeld hanno creato un corso condiviso di Economia e Gestione aziendale
L’ISOLA CULLA DEI MANAGER INTERNAZIONALI
di Enrico Carta
CAGLIARI Rotta verso la Germania. Muri e barriere non funzionano più e anche l’università da tempo si è adeguata. Quella di Cagliari lo fa con un progetto che ha già le firme dei responsabili ed è pronto per la partenza: il semaforo verde scatterà il prossimo anno accademico e, per gli studenti che riusciranno a schierarsi al via, il traguardo sarà quanto mai di prestigio. Coordinato dal professor Alessandro Mura il corso di laurea triennale in Economia e Gestione Aziendale – con 2.500 iscritti è il più frequentato della Sardegna – riparte con una novità “Internazionale”. È proprio questo il nome dato al nuovo indirizzo che, in contemporanea, vedrà sui banchi gli studenti sardi della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell’ateneo cagliaritano e i loro colleghi di Bielefeld. Per chi non è ferratissimo in geografia, è una cittadina tedesca con 328mila abitanti e si trova nel cuore di una delle zone più produttive d’Europa: la Vestfalia. Il suo tessuto economico è caratterizzato da industrie di livello mondiale come la Miele nel campo degli elettrodomestici o la dolcissima Cameo nel campo delle produzioni alimentari. Sulle cattedre della sua università hanno insegnato e insegnano nomi di prestigio, su tutti quello del professor Reinhard Selten Stein, economista che nel 1992 vinse il Nobel per il contributo sulla Teoria dei giochi. Insomma, Cagliari si siede al tavolo della cultura economica con dei commensali di alto rango e non vuol certo sfigurare anche perché dalla Germania l’adesione al progetto è stata quanto mai convinta. Il percorso “Internazionale” che sarà a numero chiuso garantisce agli studenti di entrambi gli atenei una doppia laurea: quella italiana in Economia e gestione aziendale e quella tedesca in International studies in management. Ciò sarà possibile attraverso la condivisione di un percorso comune tra studenti e docenti dei due atenei, così l’osmosi riguarderà anche le conoscenze, i programmi e le idee. Grazie al supporto economico di borse di studio, nel terzo anno l’intero gruppo farà rotta verso Bielefeld per concludere il proprio percorso altamente specializzante: le competenze economico-aziendali e l’approccio manageriale che hanno sempre caratterizzato questa laurea, nell’indirizzo internazionale assumono un’angolatura ritagliata sul contesto delle imprese multinazionali. Da ciò deriva il numero chiuso previsto all’accesso. Ci sarà da superare la barriera del test d’ingresso dove sarà richiesta una conoscenza dell’inglese di livello B2, indispensabile per proiettarsi in un mondo economico in cui i confini sono ormai retaggio del passato. Lo sforzo di rinnovamento dell’offerta didattica del corso di laurea in Economia e gestione aziendale ha riguardato anche gli indirizzi tradizionali in Amministrazione & Controllo e in Marketing & Organizzazione, che si presentano ora con esami, obiettivi formativi e sbocchi professionali tra loro più coerenti e meglio differenziati. Peraltro, gli studenti impossibilitati a frequentare la sede di Cagliari possono seguire lezioni ed esercitazioni del biennio in modalità telematica, con gli stessi contenuti e gli stessi docenti. Il percorso in Economia e gestione dei servizi turistici completa il ventaglio di proposte con la sua splendida sede oristanese che rappresenta oramai da vent’anni una consolidata realtà per chi ha interesse a formarsi nel mondo del turismo.


 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 aprile 2017 / Sardegna - Pagina 6
“Un progetto che ci avvicina all’Europa”
CAGLIARI Il progetto non nasce per caso. L’accordo con l’università di Bielefeld è frutto di un confronto avviato da tempo attraverso cicli di lezioni e seminari che hanno visto i docenti cagliaritani e tedeschi ospiti reciproci. Il coordinatore del corso Alessandro Mura spiega anche verso quali obiettivi ha deciso di puntare l’ateneo sardo: «Percorrere il sentiero dell’internazionalizzazione è fondamentale per una comunità scientifica. L’Europa ci è vicina geograficamente e culturalmente, noi sardi siamo Europa. Ho potuto toccare con mano quanto siano fondamentali nell’esperienza accademica di un docente i periodi studio e di ricerca trascorsi in altri Paesi. È in questo ambito che abbiamo scelto di agire, scontrandoci con delle barriere non semplici da abbattere come quella delle lingua. L’italiano è un ostacolo enorme per la condivisione dei corsi e per questo chiediamo ai nostri futuri allievi un’elevata conoscenza dell’inglese». L’accordo con Bielefeld nasce proprio in questo contesto. «Siamo stati scelti come primary partner e noi abbiamo scelto loro per la condivisione di obiettivi comuni – prosegue –. È ovviamente un’opportunità notevole perché l’università di Bielefeld è il punto di riferimento di una zona con imprese di rango mondiale. Ai nostri studenti offriamo così la possibilità di rapportarsi con un tessuto imprenditoriale non certo paragonabile al nostro, dal momento che grazie al tirocinio obbligatorio si studierà opereranno anche all’interno delle aziende». L’inizio non sarà per molti, per via del numero chiuso e dell’accesso molto selettivo, «ma contiamo anche di soddisfare le esigenze degli studenti Erasmus provenienti dall’estero. La strategia a medio termine del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali è di innestare gradualmente su questo stesso indirizzo nuovi accordi con altri Paesi europei in modo da ampliare posti disponibili e destinazioni». La sfida è ardua, ma la Sardegna è pronta a mettersi in gioco. (e.c.)
 
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 aprile 2017 / Attualità - Pagina 9
I sindacati: «Senza le risorse per il rinnovo dei contratti andremo in piazza»
STATALI, LA CGIL PRONTA ALLO SCIOPERO
di Marianna Berti wROMA Servono ancora 2,8 miliardi di euro per sbloccare gli stipendi del pubblico impiego, fermi da otto anni. È questa la cifra che il documento di economia e finanza entrato in Consiglio dei ministri ha stimato e previsto per centrare aumenti medi di 85 euro, come concordato tra la ministra della P.a. Marianna Madia e i sindacati. Ma, a Cdm in corso, la Cgil ha lanciato l’allarme, sospettando che la dote per gli statali saltasse e, in caso, dichiarandosi pronta allo «sciopero generale». In conferenza però il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan rassicura: «approfitto per dissipare ogni dubbio che era girato nelle scorse ore: il governo mantiene tutti gli impegni presi inclusi quelli relativi ai contratti con la P.a», è girata qualche voce «che poteva far pensare il contrario, non c’è nulla di tutto ciò». In un Twitter Madia ribadisce: «Il Governo conferma l’impegno economico di 85 euro medi sul rinnovo dei contratti #PA», dando anche conto del via libera allo «#sbloccoturnover nei comuni», che si aggiunge a un’ondata di oltre 2 mila assunzioni per l’amministrazione centrale. Garanzie arrivano anche dal sottosegretario Angelo Rughetti: l’esecutivo tiene fede ai patti «sia nel contesto giuridico che economico-finanziario». Parole che sollevano dai timori, ma intanto qualche tensione si è alzata e ora bisognerà vedere come il capitolo sarà riportato nella versione finale del Def. Il testo iniziale parla di 1,6 miliardi aggiuntivi solo per la P.a. centrale, dopo gli 1,2 già piazzati con le precedenti manovre. Una cifra che risulta più alta rispetto a quelle circolata nei giorni scorsi (non superava gli 1,4 miliardi). Inoltre nelle bozze si guarda anche ai prossimi rinnovi, prevedendo 2,3 miliardi per il 2019 e 4,6 per il 2020. È il passo che i sindacati attendevano: «esprimiamo soddisfazione: prendiamo atto che gli accordi firmati vengono rispettati», sottolinea il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia, invitando «il Governo ad avviare la direttiva all’Aran» per dare il via ai tavoli. Direttiva che il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, si aspetta «in questo mese, per chiudere i rinnovi entro giugno, i tempi tecnici ci sono». Quindi per la Uil, che parla anche con il segretario confederale Antonio Foccillo, la disponibilità è da valutare «positivamente». C’è però dell’altro, il commissario della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, chiede «un chiarimento ulteriore circa le risorse da utilizzare per garantire la stabilizzazione dei precari, la defiscalizzazione dei premi di risultato». Nessun altro commento dalle categorie dei dipendenti pubblici della Cgil, se non che in caso saltassero «gli stanziamenti» sarebbe il segnale di un «governo che torna a non avere rispetto per i lavoratori».
 
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 aprile 2017 / Sassari - Pagina 20
Dall’Rna degli isolani risposte importanti sul funzionamento del genoma umano. Lo studio condotto da Cnr e Università è stato pubblicato su “Nature Genetics”
MALATTIE EREDITARIE, IL FUTURO NEI GENI DEI SARDI
SASSARI Un team di ricercatori guidati da Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr e professore di Genetica medica all’Università di Sassari, riporta sulla rivista Nature Genetics i risultati del sequenziamento dell’Rna. Lo studio, intitolato “Population and individual-specific regulatory variation in Sardinia” prende in analisi oltre 600 individui sardi di cui sono stati caratterizzati sia l’Rna che il Dna. Dna, Rna e proteine sono le molecole fondamentali di tutte le forme di vita conosciute. «Usando modelli statistici abbiamo correlato l’Rna delle cellule nucleate del sangue con il Dna. Ciò ci ha consentito di identificare migliaia di varianti genetiche in grado di influenzare quantità e sequenza di determinati Rna e di fornire importanti informazioni sui meccanismi di azione di varianti genetiche in grado di influenzare il rischio di malattie o di altre variabili rilevanti per la salute» spiega Mauro Pala, ricercatore dell’Irgb-Cnr e primo autore del lavoro, che ha svolto su questo argomento una tesi di dottorato all’Università di Sassari. «Lo studio, iniziato oltre sei anni fa, ha posto una serie di sfide tecniche non banali quali la scelta dello specifico tipo di Rna da sequenziare – prosegue Mara Marongiu, ricercatrice della sede di Lanusei dell’Irgb-Cnr – Abbiamo scelto di focalizzarci su un particolare tipo di Rna, quello “poliadenilato”, particolarmente rilevante per la produzione delle proteine, ma che comprende anche importanti Rna regolatori. Abbiamo inoltre puntato a raggiungere un livello di copertura del sequenziamento alto in modo da avere maggiore precisione e aumentare il numero delle osservazioni». La Sardegna presenta varianti genetiche molto rare nel resto del mondo, risultato di un popolamento avvenuto in epoche preistoriche e preservate dall’ambiente insulare. «Tali caratteristiche genetiche della popolazione sarda hanno facilitato le scoperte riportate in questo e altri studi che hanno peraltro una valenza più generale perché rappresentano passi in avanti nella comprensione del funzionamento del genoma umano», conclude Cucca. Il progetto Sardinia è stato fondato nel 2001 da Giuseppe Pilia, con l’obiettivo di studiare le conseguenze della variabilità genetica su centinaia di parametri misurabili di rilevanza biomedica. Si avvale di importanti collaborazioni a livello locale, come quella con il Crs4 - il centro di ricerca del Parco tecnologico di Pula che gestisce il più importante laboratorio di sequenziamento massivo del genoma umano in Italia - e internazionale, come quelle con Stephen Montgomery della Stanford University, Gonçalo Abecasis, direttore del Dipartimento di biostatistica dell’Università del Michigan, Ann Arbor, e David Schlessinger, ricercatore emerito del National institute on aging che da 15 anni finanzia questi studi.
 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 aprile 2017 / Sassari - Pagina 20
Più abbonamenti e miglioramenti nelle linee per la mensa
Studenti e trasporti, c’è l’accordo
SASSARI I vertici di Ersu Sassari e quelli dell’Atp nei mesi scorsi hanno avviato un dialogo per creare una sinergia tra i due organismi che avesse come fine primario quello di rendere ancora più efficienti i servizi offerti alla popolazione studentesca fuori sede, pendolare e residente in città. L’Ersu ha anzitutto incrementato lo stanziamento che abbatte il costo degli abbonamenti riservati agli studenti e alle studentesse che utilizzano i servizi di trasporto pubblico in città, ma non solo: da quest’anno l’abbonamento ha una durata di dodici mesi, e non più dieci come avveniva in passato, per garantire un servizio completo anche a chi non può tornare a casa nei mesi estivi e quindi resta tutto l’anno in città. «Siamo felici di aver trovato immediate risposte e grande apertura da parte di Atp e in particolar modo del suo presidente Roberto Mura – ha sottolineato il direttore generale di Ersu, Antonello Arghittu – grazie anche alla collaborazione del suo dg Roberto Pocci, siamo riusciti in poco tempo a dare nuove risposte ai nostri studenti e alle nostre studentesse». Un prossimo passo, che si concretizzerà nel brevissimo periodo, è il miglioramento delle linee da e verso la mensa di via dei Mille: chi studia nei dipartimenti più decentrati godrà di percorsi più agevoli rispetto al passato. Un ulteriore dialogo si sta aprendo anche per studiare tutte le soluzioni possibili per garantire un collegamento migliore con i campi sportivi del Cus a San Giovanni. «Con Atp Sassari – conclude Arghittu – lavoriamo verso la stessa direzione: dare risposte concrete alle esigenze dei nostri utenti».


 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 aprile 2017 / Sassari - Pagina 19
La Fsi denuncia il mancato scorrimento delle graduatorie nelle assunzioni del personale
CONTRATTI INTERINALI: «ASL E AOU NE ABUSANO»
SASSARI Il sindacato Fsi torna alla carica sul mancato scorrimento delle graduatorie per l’assunzione di personale nelle aziende sanitarie a vantaggio dei contratti interinali. Un “vizio” che ha molti episodi recenti, alla faccia della razionalizzazione della spesa per il personale e a cui la Regione deve porre un freno. «Con una deliberazione del primo marzo scorso l’Azienda ospedaliera universitaria sassarese ha assunto con contratto di somministrazione 8 coadiutori amministrativi esperti per non oltre 6 mesi –afferma la Fsi –. All’Asl di Oristano (determinazione 159 del 29 marzo) si è proceduto ad un’ulteriore proroga di 3 mesi di 10 assistenti amministrativi e 4 coadiutori amministrativi in somministrazione, rapporto che ormai prosegue già da tempo». Non solo. A dicembre scorso «l’Asl di Cagliari, ha ottenuto un’ulteriore proroga di 6 mesi di addirittura 47 coadiutori amministrativi e 2 assistenti amministrativi e a Olbia sono al lavoro 15 assistenti amministrativi e un coadiutore amministrativo interinali in scadenza al 31 marzo 2017. Scadenza su cui si nutre più di un dubbio, senza contare che e la loro durata del rapporto con l’azienda in tal uni casi travalica i due anni». Per la Fsi «è inaccettabile l’atteggiamento che le aziende sanitarie persistono a mantenere, assumendo e prorogando più volte interinali in spregio dei più comuni parametri di buon senso, rispetto della legge e contenimento dei costi». Perché ricorda il sindacato, il ricorso agli interinali ha ormai un carattere di continuità nonostante sia previsto solo per far fronte a situazioni di necessità ed urgenza per brevi periodi. Eppure si ricorre ai contratti interinali al posto dello scorrimento delle graduatorie di concorso. La segreteria territoriale Fsi Usae ribadisce che il lavoro interinale naie costa più del personale da assumere tramite graduatorie già esistenti. Idonei che hanno affrontato e vinto un selezione, che hanno diritto ad ottenere un posto di lavoro, ma che se lo vedono sfilare da chi invece non ha superato alcun concorso. Come se non bastasse le linee guida per la proroga del personale precario approvate dall’Ats (l’Azienda regionale per la salute) prevedono proroghe corte e quindi penalizzanti.
 

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 aprile 2017 / Oristano - Pagina 20
A maggio tre week end per la riscoperta dei tesori locali
Limitata la partecipazione in un territorio con 88 paesi
Monumenti aperti, un’edizione con solo sei Comuni
ORISTANO Appena sei Comuni degli 88 di cui è composta la provincia di Oristano hanno aderito all’edizione 2017 di Monumenti aperti. Non manca il capoluogo, che per il nono anno consecutivo sarà protagonista delle giornate dedicate alla riscoperta (ma più spesso si tratta di una scoperta vera e propria) dei monumenti storici della propria città e del proprio paese. Insieme a Oristano ci sono anche Bauladu, Bosa, Cuglieri, Milis e Marrubiu. Monumenti aperti non si svolge in un’unica data, ma è scaglionato in diversi week end. Tra i sei centri dell’Oristanese il primo a entrare in gioco sarà proprio il Comune di Oristano che aprirà le scrigno dei propri gioielli sabato 6 e domenica 7 maggio. Nel fine settimana successivo (13 e 14 maggio) sarà la volta di altri due centri: Bosa e Marrubiu. Infine il 20 e 21 maggio chiuderanno Bauladu, Cuglieri e Milis. Il dettaglio del programma e dei monumenti visitabili in ciascun Comune ancora non è stato ufficializzato. Oristano dovrà ancora una volta fare i conti con problemi ormai vecchi di qualche anno che impediranno ai visitatori di accedere a strutture importanti come la torre di San Cristoforo in piazza Roma o come la torre di Portixedda. Inaccessibile anche il teatro Garau. Le due strutture che facevano parte della cinta muraria medioevale sono da tempo chiuse per problemi di agibilità. Ci sarà comunque la possibilità di visitare tanti altri importanti monumenti: come al solito grande attenzione sarà riservata all’ex reggia giudicale, che per tanto tempo ha ospitato il carcere, e le tante chiese, piccole e grandi, che costellano il tessuto del centro storico cittadino. Ad assicurare assistenza e informazioni ai visitatori ci sarà un esercito di volontari e, composto in gran parte dai ragazzi delle scuole cittadine, adeguatamente preparati dai loro insegnanti nei mesi che precedono la manifestazione. La manifestazione Monumenti aperti è nata nel 1997 a Cagliari «dalla passione e l’impegno civile di un gruppo di studenti universitari», spiegano gli organizzatori. Una manifestazione, organizzata dalla onlus Imago Mundi, che coinvolge ogni anno più di cinquanta amministrazioni comunali e almeno quindicimila studenti di tutte le età che «per due giorni diventano i “ciceroni” dei propri territori e degli oltre seicento monumenti aperti al pubblico nei fine settimana tra aprile e maggio».
 

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RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI


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