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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 April 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 1 aprile 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Sardegna-Corsica
Lunedì alle 9.30 al rettorato una giornata di studi sardo-corsi organizzata dalle università sarde e corsa
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 1 aprile 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Firmato un protocollo fra il Policlinico universitario e il Tribunale dei minorenni
MIGRANTI, MEDICI IN CAMPO
Esami clinici per stabilire l'età di chi sbarca senza genitori
Sono stati più di 25mila i minori non accompagnati arrivati in Italia nel corso del 2016. In gran parte si tratta di bambini in età scolare ma anche adolescenti e giovanissimi dei quali, spesso, è difficile stabilire con esattezza la loro età.
Grazie a un protocollo, il primo in assoluto in Italia, sottoscritto fra l'Azienda ospedaliero-universitaria, il Tribunale per i minorenni e la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni, Cagliari diventa l'apripista in questo campo a livello nazionale.
PRIMI IN ITALIA «L'amministrazione della giustizia ha necessità, nel caso di minori non accompagnati che arrivano sul territorio nazionale, di accertare in tempi i più rapidi possibili, se corrisponda a verità quanto da essi dichiarato, se siano cioè effettivamente minori oppure no», afferma Anna Cau, procuratrice della Repubblica presso il tribunale per i minori.
«L'accordo fra gli uffici giudiziari e il Policlinico riguarda, in prima battuta, i procedimenti penali o civili aperti: se c'è un dubbio, allora bisogna fare la perizia e chiuderla quanto prima. Quindi è un protocollo che opera prevalentemente nel penale, come nel caso di procedimenti a carico degli scafisti, in occasione degli sbarchi di clandestini nelle nostre coste. Non un accertamento anagrafico tout court di tutti i minori stranieri non accompagnati, compito che viene assolto dalla Asl, che si sobbarca di un lavoro enorme».
MEDICINA LEGALE Al servizio di Medicina legale il protocollo Aou-Tribunale assegna il ruolo di coordinamento e di interfaccia. «Abbiamo messo in campo un pool multidisciplinare», dice Roberto Demontis, direttore del servizio di Medicina legale «perché l'accertamento dell'età biologica possa essere, quanto più possibile, prossimo al cento per cento. Il protocollo Stato-Regioni, attualmente in vigore, prevede, infatti, oltre l'indispensabile colloquio preliminare, solo la radiografia del polso sinistro e una visita medica pediatrica.
POOL MULTIDISCIPLINARE Noi», aggiunge Demontis, «abbiamo coinvolto una serie di servizi che vanno dalla odontoiatria (con due metodiche differenti sulle arcate dentali) alla ortopedia (per un esame specifico delle clavicole e delle scapole), a visite auxologiche (che stabiliscono la crescita e lo sviluppo del minore), endrocrinologiche fino a quelle neuropsichiatriche. Tutto questo per stabilire, con un'approssimazione al 98%, l'esatta età biologica dei soggetti che ci vengono segnalati. Un protocollo che, presto, sarà adottato anche in altre regioni italiane».
Fondamentale sarà, viene detto nel protocollo, il preliminare colloquio psicologico e la valutazione medico-legale con allegata relazione tecnica finale.
TUTELA Essere identificato come minore, si legge nel protocollo, diventa quindi il presupposto essenziale affinché lo straniero minorenne possa beneficiare delle misure di protezione alle quali ha diritto proprio in quanto minore.
CAGLIARI LEADER «Si tratta di un'iniziativa molto importante», afferma Giorgio Sorrentino, direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria, «che viene incontro e dà risposta all'esigenza dei Tribunali, delle Procure e delle autorità di polizia di accertare con precisione l'età di chi arriva nel nostro Paese senza genitori o accompagnatori e si dichiara minore. Una questione molto seria, sia per prevenire abusi sia per accogliere nel migliore dei modi i minori veri: basti pensare che, nel 2016, sono stati quasi 30mila i minori non accompagnati arrivati in Italia. Siamo i primi in campo nazionale», precisa Sorrentino «a fornire questo servizio e questo è il segno di quanto l'Aou sia in prima linea, accanto ai cittadini e agli organi dello Stato».
Paolo Matta
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 1 aprile 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
SELARGIUS. Astronomia
Onorificenza per il ricercatore Matteo Bacchetti

Dopo il premio della Nasa arriva anche quello del Comune. È Matto Bachetti il prescelto per l'onorificenza Città di Selargius: il suo nome ha messo d'accordo l'intera giuria, chiamata - ogni anno - a individuare un cittadino che abbia “dato lustro alla città, distinguendosi per particolari meriti”. «Lui di meriti ne ha tanti», commenta il sindaco Gian Franco Cappai: «E sta dando lustro alla mostra città».
Trentacinque anni, e un destino - in parte - già scritto nel firmamento. Merito della stella a neutroni pulsante, scoperta qualche anno fa. Nel 2014, per la precisione, all'ombra della torre Eiffel. La stella più luminosa mai osservata, che gli ha fatto conquistare uno spazio tra le pagine della rivista “Nature”, il testo sacro per gli scienziati. Terminati i due anni in Francia, previsti dal contratto ottenuto come Post-Doc, è tornato a Selargius. Dove attualmente lavora, nell'Oac (Osservatorio astronomico di Cagliari).
Bacchetti sarà premiato lunedì, durante il Consiglio straordinario convocato dall'amministrazione comunale, alle 16. Interverranno Francesco Birocchi, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna; Stefano Salvatici, scrittore e conduttore; Andrea Possenti, direttore dell'Osservatorio astronomico; Nicola D'Amico, presidente dell'Istituto nazionale di Astrofisica; il sindaco Gian Franco Cappai; i La Pola. Durante la mattina sarà possibile visitare il Campus della scienza e della tecnica, dalle 10 alle 12, con prenotazione obbligatoria (divulgazione@oacagliari.inaf.it)
Sara Marci
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 1 aprile 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Medici, scienziati, sociologi. Confronto sulla legalizzazione delle droghe leggere
Cannabis libera, crescono i sì
«Ma i ragazzi vanno tutelati»
Il sociologo Gianfranco Oppo, per esempio, sarebbe anche favorevole «purché si adottino filtri e controlli che tutelino i ragazzi». Coordinatore dell'Osservatorio sul bullismo, da almeno tre decenni nel Nuorese e in tutta la Sardegna indaga il mondo giovanile, quel pianeta neanche tanto lontano dove il 35 per cento degli studenti delle scuole superiori consuma abitualmente marijuana e hascisc.
SEMPRE PIÙ GIOVANI Lui la carne raccontata dai numeri la vede tutti i giorni. Lo chiamano i genitori disperati, gli insegnanti preoccupati, e i presidi «allarmati dai comportamenti degli alunni che non sembrano più dovuti alle intemperanze dell'età». Ragazzi che passano dal consumo allo spaccio, «e l'età si sta abbassando, parliamo di scolari delle Medie». Ecco perché, avvisa, «sono favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere. Per proteggere i ragazzi: oggi troppo facilmente entrano in contatto col mondo criminale che detiene il mercato degli stupefacenti». Sostanze diverse rispetto a quelle del passato, e basti ricordare che la cannabis di oggi ha un principio attivo anche 200 volte superiore.
PRO E CONTRO È quel che ha detto nei giorni scorsi Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione: «La legalizzazione controllata della droga, anche nella vendita, potrebbe avere effetti migliori rispetto allo spaccio che avviene alla luce del giorno nella totale e assoluta impunità e che riguarda amplissime fasce della popolazione giovane». Mentre in Parlamento giace il disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis, in Sardegna - dove nel 2015 Irs e Rossomori hanno presentato in Consiglio una mozione per sollecitare una legge e il ruolo dell'Isola come apripista nella sperimentazione - il dibattito si è riaperto dopo che la Regione ha annunciato sì una sperimentazione, ma solo per la coltura di cannabis sativa, buona per ripulire le aree industriali inquinate.
LA MOZIONE Il dibattito in realtà è nato fuori dal palazzo di via Roma, sull'onda delle dichiarazioni di Paolo Zedda, consigliere del Gruppo misto, medico dentista, tra i promotori della mozione. «Ogni anno in Italia muoiono decine di migliaia di persone a causa del tabacco e dell'alcol, ma non ci sono decessi dovuti alla cannabis. In tutto il mondo si sta superando il proibizionismo - ha avvisato -, perché non possiamo farlo anche nel nostro Paese?».
AGRICOLTURA FELICE «Io non sono certo proibizionista; secondo me la legalizzazione è una battaglia di civiltà. Il punto, però, è che sono deluso da una classe politica che in Italia non è all'altezza. Penso alla piaga della ludopatia: che cosa si sta facendo per contrastare questo fenomeno?». Enrico Mulas, è un medico di famiglia con ambulatorio a Frutti d'Oro, Capoterra. Dice che da ragazzo ha vissuto in un Paese come l'Olanda «l'esperienza della liberalizzazione: la droga si comprava al bar, come la coca cola. Si era più felici? Non lo so, di certo vedevo in giro più rottami». Lui, intanto, avvisa che non si tratta di acqua fresca, «ne sconsiglierei l'uso ai depressi, agli ansiosi, a chi è emotivamente instabile». Di sicuro, «la legalizzazione della cannabis farebbe bene all'agricoltura e al Pil della Sardegna: il nostro è il clima ideale per la coltivazione della cannabis indica: la siccità, il sole favoriscono la concentrazione di Thc, il suo principio attivo». Dunque, legalizzazione sì, «ma con questa classe politica... Non credo sia all'altezza per affrontare nella maniera più matura l'argomento».
COSTI E BENEFICI Non la mette proprio così ma ci va vicino Gian Luigi Gessa, farmacologo di fama mondiale, a lungo direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Cagliari. Avverte che sul tema della legalizzazione delle droghe leggere «è inutile ragionare in maniera ideologica, ma vanno soppesati costi e benefici». È un'iniziativa importante, aggiunge, «e pertanto il successo è condizionato alla politica». Dio ce ne scampi, dice con una risata. È che lui, da indagatore di quella meravigliosa macchina che è il nostro cervello, preferisce parlare di scienza, e di neuroni, sinapsi, felicità naturali e gioie artificiali. «Guardi, io non conosco conseguenze sul cervello di un adulto che magari nel weekend fuma un sigaro, beve un bicchiere di vino o si fa una canna. Il problema riguarda gli adolescenti e i preadolescenti».
LA CLASSIFICA Il professore cita studi internazionali e spiega che «secondo queste statistiche nei giovani dai 12 ai 20 anni quelli che diventano dipendenti, che fumano cioè almeno una volta al giorno, sono uno su sei. «Che male c'è? Il fatto è che alla loro età il cervello è ancora in una fase di crescita, di evoluzione. L'uso della cannabis, perciò, modifica in senso negativo questa maturazione». Determina, ad esempio, problemi di apprendimento, delle capacità motorie e della memoria. «Altre statistiche dicono che la dipendenza tende a diminuire dai 30 ai 35 anni, tutto il contrario di ciò che succede con il tabacco e la nicotina». Non a caso, in una classifica delle sostanze pericolose, il professore mette al primo posto «l'alcol, poi il tabacco, la cocaina, l'eroina e ultimo il thc».
LIBERTÀ CONDIZIONATA La droga per uso ricreativo (gli aspetti terapeutici sono un'altra cosa) fa male tutta, avvisa Roberto Pili, medico di base e oncologo, componente dell'associazione Medicina sociale. Puntualizza che «è assolutamente deleteria nei cervelli in evoluzione, direi fino ai 28 anni». Dice che un ragionamento deve partire dal ricordare che «quello delle sostanze d'abuso è al momento uno dei mercati più ricchi, in mano alla criminalità», e che va fatta una distinzione tra legalizzazione e liberalizzazione. «La differenza tra le due soluzioni proposte è sostanziale, pur essendo entrambe favorevoli all'uscita delle droghe leggere da uno stato di illegalità. La prima propone una “libertà condizionata” nella produzione e nella vendita delle sostanze leggere; la seconda si pone a favore di una “libertà incondizionata” che consente l'autoproduzione e la nascita di un libero mercato della sostanza. Personalmente propendo per la legalizzazione».
Piera Serusi
 


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LA NUOVA SARDEGNA


5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 1 aprile 2017 / Sassari - Pagina 20
UNIVERSITÀ E SALUTE
Nasce il centro di ricerca sui metalli pesanti cancerogeni
SASSARI. L’Università si è dotata di un Centro di Ricerca e Studio dei Metalli in Traccia (Cr.E.S.Met) con sede nel Dipartimento di Scienze Biomediche. Il Centro intende contribuire al progresso delle conoscenze sui metalli pesanti e sui metalli in traccia (elementi chimici presenti in piccole quantità negli organismi viventi). La giunta operativa, coordinata dal dottor Roberto Madeddu, è costituita dai docenti Antonio Azara, Salvatore Dessole, Alessandro Fois, Andrea Montella e Maria Antonietta Zoroddu. Sono sempre più numerosi gli studi condotti da autorità sanitarie nazionali e internazionali che testimoniano la pericolosità dell’inquinamento da metalli. È stata dimostrata la relazione tra l’insorgenza di alcuni tumori e l’esposizione ad alcuni metalli, che pertanto sono inclusi nella lista delle sostanze cancerogene dell’International Agency on Research on Cancer (IARC). «Cadmio, cobalto, cromo, rame, mercurio, manganese, nichel, piombo, zinco, molibdeno, stagno possono essere presenti nell’ambiente in quantità tali da suscitare preoccupazione per la salute umana – spiega Roberto Madeddu – Sono, infatti, persistenti ed hanno la caratteristica di rimanere a lungo in circolo nell’ambiente, per esempio attraverso la catena alimentare». Di norma, il metallo presente nei terreni è assorbito dalle radici delle piante e quindi trasportato nelle foglie e nei frutti che possono essere consumati dall’uomo o dall’animale e assimilati nel proprio organismo. È perciò fondamentale mantenere elevata la qualità ambientale del suolo, per evitare che gli alimenti possano contenere sostanze dannose per l’uomo. La Sardegna è una regione con “luci e ombre” per quanto riguarda la salute dei suoi abitanti: la popolazione è mediamente longeva, ma si riscontra un’alta incidenza di malattie endemiche come il Diabete di tipo 1, la Sclerosi multipla e la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Queste malattie sono in parte la conseguenza di una predisposizione genetica dei soggetti colpiti, tuttavia, in base a quanto sta emergendo negli ultimi anni, potrebbe esserci una non trascurabile responsabilità “ambientale” da indagare attentamente. Il Centro di ricerca ha proprio lo scopo di promuovere attività di ricerca, sensibilizzazione e divulgazione su queste tematiche.
 
 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 1 aprile 2017 / Sassari - Pagina 20
La giunta non aspetta e approva i documenti d’esercizio 2015 delle aziende sanitarie di tutta l’Isola
Aou, slitta il bilancio: la Regione va avanti
di Giovanni Bua
SASSARI Una partita complessa e annosa (nel senso letterale del termine, visto che va avanti da 10 anni) che riguarda la certificazione dei fondi contrattuali dei dipendenti dell’Aou attraverso i quali è pagata parte della retribuzione. Fondi intoccabili se non certificati. Certificazione che i Revisori dei Conti in dieci anni non hanno chiuso, lasciando tutti ad assistere a un rimpallo di responsabilità tra loro e l’azienda, accusata di non aver mai fornito la documentazione richiesta e che di fatto ha colpito le tasche dei più deboli a vantaggio delle retribuzioni più alte. Ora la vicenda sembra in via di conclusione, anche per merito dell’accelerazione impressa dal nuovo manager dell’azienda ospedaliero universitaria Antonio D’Urso che ha consegnato tutti i documenti richiesti e messo sotto pressione i revisori che dopo un ennesimo rinvio (con non poco fastidio dei sindacati) dovrebbero a giorni sciogliere la riserva. Un successo che ha però “imballato” gli uffici dei revisori, che non hanno trovato il tempo per dare il via libera al bilancio di esercizio 2015. Risultato? La regione ha perso la pazienza e , lo scorso 21 marzo, ha approvato i bilanci di esercizio delle 8 aziende sanitarie sarde, dell’Aou Cagliaritana e del Brotzu. Con l’assessore Arru che, al momento della presentazione della pratica, ha sottolineato: «Una delle undici aziende sanitarie regionali non ha ancor apresentato il bilancio di esercizio 2015 e, al fine di non procrastinare oltre l’apporvazione del bilancio delle aziende che hanno invece provveduto, ravvisa la necessità di sottoporre all’approvazione della giunta regionale i bilanci di esercizio 2015 delle medesime e di provvedere con successiva deliberazione all’approvazione del bilancio dell’Aou di Sassari. Niente di grave dunque, sempre che i revisori non presentino ad Antonio D’Urso qualche rilievo, di cui però al momento non si ha notizia. Rilievi che può presentare, dopo l’approvazione del bilancio, anche la Regione. Che formulerà nei prossimi giorni le raccomandazioni alle aziende sanitarie nelle quali siano stati riscontrati problemi. A proposito di problemi davvero imponente il passivo certificato nei bilanci delle aziende sanitarie. La Asl 1 di Sassari chiude il 2015 con una perdita di esercizio di 56 milioni. l’Asl 2 di Olbia con un rosso di 16 milioni, la 3 di Nuoro con - 35 milioni. La 4di Lanusei ha un buco di 12 milioni, la 5 di Oristano di 9 milioni. La Asl 6 del Medio Campidano di 6 milioni, la 7 del Sulcis-Iglesiente di 28 milioni. La Als 8 di Cagliari ha un rosso di 87 milioni. 40 milioni il buco del Brotzu e 8 milioni quello dell’Aou di Cagliari.
 
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 1 aprile 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 35
L’EVENTO
L’antropologo e regista australiano all’Isre per una “tre giorni” in suo onore
Da mercoledì a venerdì conferenze e incontri sul cinema di osservazione
DAVID MACDOUGALL E NUORO Un’amicizia che si rinnova
di Fabio Canessa
NUORO Venticinque anni fa, su invito di Paolo Piquereddu, David MacDougall veniva in Sardegna per girare un film sui pastori. Nascevano così “Tempus de baristas” e l'amicizia tra l'antropologo-filmmaker australiano e l'Istituto superiore regionale etnografico. Un rapporto che si rinnova con una tre giorni dedicata al regista, organizzata dall'Isre e dalla Fondazione di Sardegna in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari. L'appuntamento è in programma a Nuoro dal 5 al 7 aprile. MacDougall, docente al Centre for Cross-Cultural Research all'Australian National University di Canberra, cineasta-etnografo di fama internazionale, è una figura di riferimento nel campo dell'antropologia visuale. I suoi film e i suoi testi sono da anni visti e letti in tutto il mondo come esperienze fondamentali del rapporto del cinema con le discipline antropologiche. A Nuoro, all'auditorium Giovanni Lilliu, condurrà in tre sessioni una conferenza-incontro sul cinema di osservazione con l'esame e la discussione di vari esempi di cinema etnografico. Un intenso seminario rivolto in particolare agli studenti di discipline filmiche e antropologiche delle università sarde, ma aperto a tutti (è previsto un servizio di traduzione simultanea). Insieme a MacDougall parteciperanno Paolo Piquereddu (per molti anni direttore dell'Isre), Rossella Ragazzi (università di Tromsø), Antonio Marazzi (università di Padova), Felice Tiragallo (università di Cagliari), Ignazio Figus (responsabile del settore produzione audiovisuale dell'Isre). Questo il programma: mercoledì pomeriggio (dalle 15.30 alle 18.30), giovedì mattina e pomeriggio (dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 18:30), chiusura venerdì alle 18 con la presentazione dell'edizione italiana di un fondamentale volume di David MacDougall: “Cinema Transculturale”, traduzione di Rossella Ragazzi, recentemente edito dall'Isre con il coordinamento editoriale di Paolo Piquereddu. Nella serata finale interverranno Giuseppe Matteo Pirisi, presidente dell'Isre, e Maura Picciau, direttrice del servizio tecnico scientifico dell'Isre. Il libro raccoglie una serie di saggi del cineasta e studioso australiano. Pagine che offrono una panoramica della storia dell'antropologia visiva, insieme a considerazioni su argomenti specifici, come il punto di vista e la soggettività, la riflessività, l'uso dei sottotitoli, la complessa posizione del soggetto nel cinema, la differenza tra film e testo scritto e tra la posizione del regista e quella dell'antropologo che scrive un saggio.

 
 
 
 

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