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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 February 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 febbraio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Premiate a Washington per una campagna social contro le violenze
Il video delle studentesse contro gli “odiatori” sul web
Da Washington, al telefono risuona la voce felice di Giulia Tumatis: «Siamo arrivati terzi, è una grandissima soddisfazione anche perché non ci aspettavamo neanche di partire». È una delle cinque studentesse dell'ex facoltà di Scienze politiche premiate qualche giorno fa negli Stati Uniti, in occasione del “Facebook global digital challenge”: è la sfida mondiale lanciata dal colosso a stelle e strisce. Grazie a ReAct, la loro campagna contro ogni forma di estremismo e di violenza, hanno sbaragliato la concorrenza - assolutamente agguerrita - di oltre centocinquanta università di ogni angolo del pianeta.
NO ALL'ESTREMISMO #Re-Act, si legge nella loro pagina Facebook, e «ReAct» ribadisce Tumatis. «È il nostro slogan e rappresenta la nostra strategia», spiega. «L'acronimo inglese sta per Reject extremism through awareness, courage and tolerance, e in italiano si traduce nel rifiuto di qualsiasi forma di estremismo attraverso la consapevolezza che si acquisisce con l'informazione, il coraggio di contrastare la violenza, luoghi comuni e pregiudizi, oltre che con la tolleranza, intesa come integrazione tra più culture che possono coesistere».
IL MESSAGGIO Una campagna diretta, fatta di brevi spot e incentrata sul tema dell'immigrazione, «fenomeno che in Sardegna, a Cagliari in particolare, viviamo in maniera molto forte, soprattutto negli ultimi tempi». Dal 26 settembre si sono messi al lavoro, raccogliendo materiale, rilanciando il loro slogan sui social network e incontrando i ragazzi nelle scuole. Sono state giornate scandite al ritmo di “Time out: fermati e informati”, perché «sono la cattiva informazione e la non conoscenza a generare odio», sottolinea Giulia Tumatis. Alla fine l'impegno del gruppo di studenti dell'Ateneo cittadino è stato ripagato: il loro messaggio è arrivato lontano, fino agli Usa, dove il loro progetto è stato ritenuto - da una giuria super qualificata - fra i tre migliori di tutti quelli che sono stati presentati.
IL TEAM Squadra in rosa, fatta eccezione per Christian Rossi, il docente che ha seguito passo passo il progetto e accompagnato le studentesse nella trasferta. Giulia Tumatis ha 27 anni ed è cagliaritana, Giulia Marogna arriva da Olbia e di anni ne ha ventitré. Con loro ci sono Luciana Ganga, ventitreenne di Nuoro, Alessia Dessalvi, cagliaritana, più piccola di un anno, ed Ema Kulova, venticinque anni, originaria della Repubblica Ceca. Ma i vincitori sono molti di più: perché dietro ReAct, c'è un gruppo formato da ventinove componenti: «Ovviamente non potevamo partire tutti», spiega Giulia, «La vittoria è di tutta la squadra, anche di chi rimasto a Cagliari e ha contribuito a farla rettrice Del Zompo ci raggiungere questo traguardo», tiene a sottolineare. «Un progetto appoggiato dal vertice dell'Ateneo, dal Comune e da diverse istituzioni», aggiunge Rossi. «Un terzo posto che non è certo una sconfitta, ma motivo di grande orgoglio per tutti».
TRASFERTA E PREMIAZIONE L'idea vincente ha condotto il gruppo sino agli Stati Uniti d'America. Il 29 gennaio hanno fatto le valige, destinazione Washington - con tappa intermedia a Roma -, per la premiazione: terzo posto, su centotrenta progetti in gara. Medaglia d'oro al Libano, argento al Belgio e poi ci sono loro. Piazzamento di tutto rispetto per la squadra partita da viale Sant'Ignazio. Ma è solo un punto di partenza, perché la loro battaglia all'estremismo è appena iniziata. Per qualche settimana rimarranno in America. Concluso il soggiorno a Washington, dall'8 si sposteranno a New York, e poi dal 12 li attende San Francisco. In seguito, precisamente il 16 febbraio saliranno sull'aereo diretto a Cagliari, per un rientro da vincitori assoluti, per un terzo posto che ha comunque il sapore del primo. E fa onore a tutta l'Isola, perché i sardi saranno pure pochi e disuniti, ma quando si mettono insieme riescono ad arrivare in alto. Il team di ReAct ne è la prova.
Sara Marci


 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 febbraio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
L'Università cede i terreni a un euro
Una nuova strada per raggiungere il Policlinico Casula
Come da calendario, ieri si è riunita la Conferenza di servizi che dovrà analizzare gli aspetti tecnici per la realizzazione del Blocco R del Policlinico universitario Duilio Casula. Durante l'incontro il direttore generale dell'azienda Ospedaliero-universitaria Giorgio Sorrentino ha anche annunciato anche la realizzazione di una nuova strada di collegamento.
Al vertice hanno partecipati i rappresentanti di Asl, Vigili del fuoco, Comune Monserrato, Università, Abbanoa, Arst, Enel e Regione. La seconda e ultima seduta è in programma tra due settimane. A metà aprile, subito dopo Pasqua, le ruspe e gli operai della Bacchi, che con un'offerta di 27,5 milioni di euro si è aggiudicata l'appalto, potranno iniziare i lavori, che dovranno concludersi nel 2019.
LA NUOVA STRADA Una strada alternativa per il Policlinico. «La nuova viabilità eviterà alle auto dirette nella struttura ospedaliera di attraversare la Cittadella Universitaria», afferma Sorrentino. «Un progetto che sarà realizzato in breve tempo grazie alla collaborazione con l'Università e l'assessorato regionale dei Lavori Pubblici». L'Università cederà i terreni di sua proprietà al costo simbolico di 1 euro, mentre la realizzazione dell'opera sarà a carico dell'assessorato ai Lavori pubblici. L'arteria partirà dal ponte strallato e condurrà direttamente al policlinico all'altezza della rotatoria. È prevista una corsia di emergenza, che verrà utilizzata esclusivamente dai mezzi di soccorso, in modo tale che abbiano precedenza assoluta e arrivino in pochi secondi al Pronto soccorso».
IL PROGETTO Le tre palazzine del nuovo Blocco R sorgeranno davanti ai Blocchi G, M e C (nell'area ora destinata al parcheggio delle auto) e alla destra della stazione della metropolitana che, in pratica, verrà inglobata. Verranno realizzate altre 6 sale operatorie collegate direttamente al blocco operatorio esistente. In ogni edificio ci sarà un reparto di degenza per un totale di 135 posti letto e 24 ambulatori.
Andrea Artizzu
 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 febbraio 2017 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Illustrato dalla Giunta il progetto da 2000 chilometri che attraverserà tutta l'Isola
«Piste per il cicloturismo, cinque bandi nel 2017»
Si sale in bicicletta appena si scende dall'aereo, dalla nave o dal treno. Poi via sui pedali scegliendo tra 42 itinerari, ciascuno lungo mediamente tra i 40 e i 60 chilometri. Con uno sviluppo complessivo di 2.000 chilometri (come già anticipato dall'Unione Sarda), questi percorsi collegano i centri abitati, i siti di interesse storico, paesaggistico e culturale. Per realizzare le infrastrutture che consentiranno di attraversare la Sardegna in bici, occorrono 225 milioni di euro. La sfida della rete ciclabile sarda comincia subito con due finanziamenti: 8 milioni di euro dal piano delle infrastrutture per finanziare cinque direttrici nelle aree non urbane (quasi 700 chilometri e 13 itinerari), più altri 7 milioni di fondi europei per realizzare gli itinerari urbani.
La Giunta ha approvato lo studio preliminare della rete ciclabile sarda elaborato dall'Arst con il centro ricerche economiche e mobilità dell'università di Cagliari (Cirem). «I tempi di realizzazione sono gli stessi previsti per tutte le opere pubbliche», spiega Paolo Maninchedda, assessore regionale ai Lavori pubblici, intanto, però, «i primi cinque itinerari vanno a gara entro il 2017 e sono ben distribuiti in tutta la Sardegna, dal nord, al centro, al sud. L'aspetto interessante è che connettono da subito circuiti extraurbani con circuiti urbani».
Nell'anno dell'edizione numero 100 del Giro d'Italia, che a maggio partirà dall'Isola, la rete ciclabile sarda rappresenta un'opportunità anche per il turismo. «Possiamo costruire un prodotto legato alla sostenibilità, alla crescita economica delle zone interne e alla destagionalizzazione, davvero complementare al marino balneare », dice Francesco Morandi assessore al Turismo.
Inevitabili le ricadute economiche: l'università di Cagliari stima che quando l'intera rete sarà realizzata, questa potrà produrre ogni anno benefici diretti pari a oltre 85 milioni di euro, ben 31.572 euro per ogni chilometro.
Mauro Madeddu
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 febbraio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Sos del soprintendente Martino: «Costretti a lavorare con pochi mezzi e personale anziano»
In difesa del paesaggio minacciato
Chiamata alle armi del Fai contro inquinamento e speculazione
Lo sguardo, dal palco del teatro Massimo, è rivolto al mare su cui Cagliari si affaccia: quel Mediterraneo che da millenni è luogo di incontri fra culture, scambi non solo commerciali, viaggi più o meno obbligati ( Maria Antonietta Mongiu , presidente regionale del Fai, traccia analogie fra i profughi dell'antica Troia e quelli dei viaggi in barcone dei nostri tempi), e anche conflitti più o meno sanguinari. Al mare e, di riflesso, al paesaggio, tema cruciale del convegno che il Fai ha celebrato ieri mattina davanti a una platea gremita da centinaia di studenti di varie scuole della città, dell'hinterland e di centri più lontani (fino a Carbonia).
Il paesaggio, dunque. Quello sardo, di cui Paolo Frau , assessore comunale alla Cultura, ha evidenziato le stratificazioni («Uno stagno o le saline possono sembrare naturali ma sono in realtà frutto dell'intervento umano sull'ambiente»), l'architetto Franco Masala le contraddizioni (da un lato la lolla con pollaio di una casa a Siddi, dall'altra le insensatezze dell'edilizia da villaggio vacanze) e Mongiu i pericoli («Mi preoccupa la possibilità che si riprenda la strada della chimica di base, con i fanghi rossi e una nuova centrale a carbone: esprimo piena solidarietà agli operai cassintegrati ma chiedo ai decisori politici di trovare alternative») e le valenze («il paesaggio è identità»). Ma anche quello marocchino, con una città sorta nel cuore di un'oasi circondata dal deserto, miracolo raccontato dal direttore del dipartimento di Architettura dell'università di Cagliari, Antonello Sanna , che ha elogiato i giovani sardi che sono tornati a scommettere, con una visione aggiornata, sull'agricoltura. O, addirittura, quello abbagliante di Gerusalemme, tratteggiato (fra teologia ed esperienza diretta: ci ha studiato) da padre Salvatore Morittu , fondatore delle comunità di recupero Mondo X e Custode dei frati minori della Sardegna: “città della pace” per gli ebrei, “la Santa” per gli arabi, una città-sintesi, una città di pietra dove si può solo salire, dopo aver attraversato il deserto.
Ma è paesaggio anche la distesa irachena crivellata dai buchi dei tombaroli, mostrata in una foto aerea proiettata dal capitano Paolo Montorsi , comandante per la Sardegna del nucleo di tutela del patrimonio culturale dei carabinieri, che ha svelato le nuove rotte dei trafficanti di reperti archeologici (a “esportare”, oggi, sono Iraq, Libia e Siria: la guerra, per questo tipo di mercanti, è un ottimo affare) e missione e poteri dei Caschi blu della cultura, task force costituita dall'Unesco per intervenire in aree di crisi o situazioni di calamità. È questo il quadro in cui si giocano le sfide dell'integrazione di cui ha parlato la prefetta di Cagliari, Giuliana Perrotta : sfide rese più difficili dalla crisi economica e dagli attentati jihadisti.
Assente (febbre a 39,5 gradi) l'ospite più atteso, l'archeologo e storico dell'arte Salvatore Settis : l'accademico dei Lincei ha comunque spedito il testo della sua lectio magistralis , nella quale incardina nella Costituzione la tutela del paesaggio e lancia l'allarme per il progressivo smantellamento delle strutture ministeriali che ne sono incaricate. A leggerne le parole è stata Maria Antonietta Mongiu, che ha dato voce anche a una lettera della fondatrice del Fai, Giulia Maria Crespi , anche lei contraria all'ipotesi di realizzare in Sardegna una nuova centrale a carbone.
Come difenderlo, il paesaggio minacciato? Fausto Martino , soprintendente alle belle arti per tutta la Sardegna a sud della linea Bosa-Baunei, ha approfondito ciò che ha scritto Settis: «Le sovrintendenze sono sempre nel mirino dei Governi in carica», ha riassunto, rievocando gli attacchi (perfettamente sovrapponibili) di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Da anni, su questi uffici dal compito cruciale, si va stringendo una tenaglia: di taglio in taglio, le Sovrintendenze si ritrovano con pochi mezzi e poco personale dall'età media avanzata. «Le assunzioni annunciate vengono rinviate di anno in anno. Quando i nuovi arriveranno, non ci saranno più i vecchi a trasmettere loro esperienza e conoscenze». Il deputato Bruno Murgia (FdI-An), ex direttore dell'Isre, ha condiviso l'analisi di Martino e ha promesso il suo impegno in Parlamento.
Marco Noce
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 febbraio 2017 / Cronaca di Nuoro (Pagina 31 - Edizione CA)
NUORO. Comune e Università nel direttivo del Distretto
Cultura, nasce l'alleanza Capitale
Il Distretto culturale Nuorese cresce: nel consiglio direttivo entra anche il sindaco di Nuoro Andrea Soddu. New entry anche nel comitato tecnico scientifico dove è stato eletto il commissario del Consorzio dell'Università di Nuoro Fabrizio Mureddu. Soddu affiancherà nel direttivo Agostino Cicalò, Antonino Menne, Gianluca Deriu, Mirko Murgia e Roberto Bornioli. Un ingresso che vedrà il primo cittadino del capoluogo barbaricino protagonista nella definizione delle linee strategiche e programmatiche dell'associazione, consolidando, di fatto, il sostegno di Nuoro alla realtà distrettuale anche in vista della candidatura del capoluogo, e del territorio circostante, a Capitale italiana per la Cultura per l'anno 2020.
«Dobbiamo sfruttare quest'occasione - è il commento di Soddu - ci giochiamo un'opportunità molto importante». L'ingresso nel comitato tecnico scientifico di un rappresentante dell'università nuorese segna invece un formale riconoscimento per l'operato di una realtà in crescita che va a consolidare il legame del Distretto con il mondo della formazione. Per il presidente del distretto, Agostino Cicalò, e del comitato Scientifico, Antonino Menne, l'attenzione di Soddu «manifesta l'inequivocabile volontà del comune di credere e investire nel progetto». ( f. le. )
 
 
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA

6 - LA NUOVA SARDEGNA.it di martedì 7 febbraio 2017 / Edizione online
Università, studenti sardi sotto tiro
I professori: «Non sanno l'italiano»
di Alessandro Pirina
Docenti degli atenei di Cagliari e Sassari firmano il manifesto nazionale. L’appello al governo: «Fanno errori da terza elementare, servono più verifiche»
SASSARI. Dimenticano gli accenti e raddoppiano le consonanti, confondono il congiuntivo con il condizionale, dispongono di un vocabolario sempre più striminzito. Gli studenti sono ormai un’emergenza nazionale. E anche alcuni professori delle università di Sassari e Cagliari sottoscrivo la lettera-appello in cui chiedono al governo e al parlamento di fermare il declino della lingua italiana attraverso l’introduzione di verifiche durante gli otto anni del primo ciclo. Sotto accusa la scuola, la politica, la stampa. Per i docenti il rapporto tra allievi e italiano è ai minimi storici. «È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Da tempo denunciamo le carenze linguistiche dei nostri studenti, con errori appena tollerabili in terza elementare».

Tra i firmatari dell'appello c'è Massimo Arcangeli, docente di Linguistica italiana a Cagliari. «Propongo una trentina di parole di relativa difficoltà e chiedo di indicare il significato, oppure dei sinonimi, o ancora di costruire una frase. Ogni anno, purtroppo, viene fuori lo stesso quadro desolante». E così capita di sentire parlare di “adepto alla manutenzione” o di “indigente somma di danaro”, o ancora del “gatto che smussa il pesce”. «Troppi giovani hanno un vocabolario molto povero – spiega Arcangeli – e soprattutto hanno grande difficoltà a comprendere e analizzare i testi. I giovani di oggi sono sicuramente più bravi di noi a muoversi su internet, a mettere in relazione un dato con un altro, ma quando si deve andare più in profondità, capire, analizzare o fare una scaletta, loro entrano in difficoltà».
A Sassari il manifesto dei docenti ha raccolto pure la firma di Claudio Colombo, ordinario di Diritto privato. A sua avviso nella scuola attuale s'insegna poco la capacità di sintesi. «Bisognerebbe fare più riassunti. È uno strumento molto valido. L’analisi del testo è un esercizio molto utile, perché mette il ragazzo direttamente sul campo, lo obbliga a fare sintesi».
 
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 5 - Sardegna
LA LETTERA DEI DOCENTI
Professori delle università di Cagliari e Sassari firmano il manifesto nazionale
L’appello al governo: «Fanno errori da terza elementare, servono più verifiche»
Studenti ko anche nell’isola «Non conoscono l’italiano»
di Alessandro Pirina
SASSARI Dimenticano gli accenti e raddoppiano le consonanti, confondono il congiuntivo con il condizionale, dispongono di un vocabolario sempre più striminzito. Gli studenti sono ormai un’emergenza nazionale. Seicento docenti universitari dei vari atenei italiani hanno firmato un appello in cui chiedono al governo e al Parlamento di fermare il declino della lingua italiana attraverso l’introduzione di verifiche durante gli otto anni del primo ciclo. Da Trento a Palermo, da Torino al Salento, il manifesto dei professori contro gli strafalcioni ha trovato adesioni anche nelle università di Sassari e Cagliari. Sotto accusa la scuola, la politica, la stampa. Per i docenti il rapporto tra allievi e italiano è ai minimi storici. «È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Da tempo denunciamo le carenze linguistiche dei nostri studenti, con errori appena tollerabili in terza elementare». Ogni docente ha una sua opinione sulle cause di questo analfabetismo di ritorno. C’è chi dà la colpa alla scuola, che soprattutto nel secondo ciclo «preferisce insegnare alcune materie fondamentali in inglese», chi alle troppe famiglie che «mandano a scuola i bimbi incapaci di una normale convivenza». C’è anche chi se la prende con la televisione «dove l’uso del congiuntivo e del condizionale è ignorato». Una emergenza che non riguarda solo la triennale, ma tutto il corso universitario. Fino alla discussione della tesi. Anzi, è proprio in questo momento che, denunciano i docenti, emergono forti lacune grammaticali. «Ragazzi che vogliono intraprendere la professione di giornalista – attacca un docente presumibilmente di Lettere – presentano povertà di vocabolario, scrivono come se stessero redigendo un sms». «Nelle tesi di laurea devo correggere ortografia, grammatica e sintassi – denuncia un professore di Medicina –. E qualche studente mi ha pure risposto con sufficienza: devo fare il medico, mica lo scrittore». In qualche ateneo sono stati anche attivati corsi di recupero di italiano. Un’ultima spiaggia per studenti che avrebbero già dovuto conoscere a memoria i libri di grammatica. Una soluzione che, però, non sempre trova il sostegno dei docenti. Anzi. «L'università non è il luogo dove recuperare queste lacune. Quando mi capita uno studente che non sa scrivere, gli dico: si faccia aiutare e faccia rivedere la sua tesi a qualcuno che sa scrivere in italiano! Rifiuto di fare il maestro di Vigevano».
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 5 - Sardegna
LE FIRME Ha aderito anche il costituzionalista Ciarlo
Sono numerosi i docenti degli atenei sardi che hanno firmato l’appello a difesa dell’italiano. La maggior parte però sono dell’università di Cagliari. Sassari schiera solo Claudio Colombo e Massimo Dell’Utri. Il resto degli isolani è tutto di Cagliari. Dal linguista Massimo Arcangeli al costituzionalista Pietro Ciarlo. Gli altri sono Vinicio Busacchi, Giovanna Caltagirone, Federico Cappai, Elisabetta Cattanei, Federico Cappai, Raffaele Cattedra, Cristina Cocco, Giovanni Cocco, Nicoletta Dacrema, Maria Grazia Dongu, Luisanna Fodde, Tristano Gargiulo, Gabriella Macciocca, Patrizia Mureddu, Claudio Natoli, Maria Oliva Pallucco, Mauro Pala, Immacolata Pinto, Massimiliano Piras, Laura Pisano, Simonetta Salvestroni, Olivetta Schena, Fulvio Venturino, Giuliano Vivanet.

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 5 - Sardegna
Tra i 600 Cacciari e Galli della Loggia
Hanno sottoscritto tra gli altri il documento gli Accademici della Crusca Rita Librandi, Ugo Vignuzzi, Rosario Coluccia, Annalisa Nesi, Francesco Bruni, Maurizio Dardano, Piero Beltrami, Massimo Fanfani, i linguisti Edoardo Lombardi Vallauri, Gabriella Alfieri e Stefania Stefanelli. E ancora quattro rettori universitari, i docenti di letteratura italiana Giuseppe Nicoletti e Biancamaria Frabotta, il pedagogista Benedetto Vertecchi e lo storico della pedagogia Alfonso Scotto di Luzio, gli storici Ernesto Galli Della Loggia, Luciano Canfora, Chiara Frugoni, Mario Isnenghi, Fulvio Cammarano, Francesco Barbagallo, Francesco Perfetti, Stefano De Martino e Maurizio Sangalli, i filosofi Massimo Cacciari, Roberto Esposito, Angelo Campodonico, Roberta Lanfredini, i sociologi Sergio Belardinelli e Ilvo Diamanti, la scrittrice e insegnante Paola Mastrocola; il matematico Lucio Russo; i costituzionalisti Carlo Fusaro, Paolo Caretti e Fulco Lanchester; la storiche dell’arte Barbara Agosti e Donata Levi, i docenti di diritto Carlo Marzuoli, Ginevra Cerrina Feroni e Giuseppe Valditara, il neuropsichiatra infantile Michele Zappella, l’economista Marcello Messori.

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 5 - Sardegna
IL LINGUISTA: MASSIMO ARCANGELI «Vocabolario povero i giovani non leggono»
CAGLIARI «Ormai siamo davanti a un oggettivo impoverimento lessicale». Massimo Arcangeli, docente di Linguistica italiana a Cagliari, è uno dei 600 professori del manifesto a difesa dell’italiano. Un appello a cui ha apposto con convinzione la propria firma. Da anni Arcangeli, in passato preside della facoltà di Lingue di Cagliari, sottopone i suoi studenti a un sondaggio sulla conoscenza della lingua. «Propongo una trentina di parole di relativa difficoltà e chiedo di indicare il significato, oppure dei sinonimi, o ancora di costruire una frase. Ogni anno, purtroppo, viene fuori lo stesso quadro desolante». E così capita di sentire parlare di “adepto alla manutenzione” o di “indigente somma di danaro”, o ancora del “gatto che smussa il pesce”. «Troppi giovani hanno un vocabolario molto povero – spiega Arcangeli –. Per alcuni potrebbe non essere un problema così grave se almeno fosse sostenuto dalla lettura. Invece ormai i giovani non prendono più in mano i libri. Hanno difficoltà anche in operazioni elementari, non sanno neanche contare. Ma soprattutto hanno grande difficoltà a comprendere e analizzare i testi, non hanno capacità di sintesi. In questi ultimi anni stiamo assistendo a una trasformazione profonda. La mia generazione è stata quella dei grandi analisti, e lo rimane tuttora. I giovani di oggi sono sicuramente più bravi di noi a muoversi su internet, a mettere in relazione un dato con un altro, ma quando si deve andare più in profondità, capire, analizzare o fare una scaletta, loro entrano in difficoltà». Sul banco degli imputati però non ci sono gli studenti. O comunque i giovani. «La colpa non è loro ma nostra – afferma Arcangeli –. Siamo noi che non li mettiamo in grado di traghettare i loro saperi. È colpa della scuola, dell’università, della politica, dell’editoria. Solo se creiamo un sistema virtuoso in cui tutti interagiamo, il passaggio dai vecchi ai nuovi saperi sarà meno traumatico». Sotto accusa gli esami a crocette. «Lo scritto fatto in questo modo non garantisce capacità argomentativa. Io sono tra i pochi in tutta Italia che continuo a fare gli esami sia scritti che orali. Oggi i giovani fanno fatica a ragionare, a parlare con un interlocutore che li accompagni a fare un ragionamento». In questa perdita della capacità di apprendimento gioca un ruolo anche la continua rincorsa dell’università al rendimento. «Ormai gli atenei sono degli esamifici in cui conta che i giovani si laureino il prima possibile a discapito di tutti gli approfondimenti». (al.pi.)

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 5 - Sardegna
IL DOCENTE DI DIRITTO: CLAUDIO COLOMBO
«A scuola troppo spazio alle materie secondarie»
SASSARI A Sassari il manifesto dei docenti ha raccolto solo due firme. Una di Massimo Dell’Utri, professore di Filosofia del linguaggio, l’altra di Claudio Colombo, ordinario di Diritto privato. «Quando ho letto la mail che invitava a mettere la mia firma non ho avuto dubbi – racconta Colombo –. Sono del tutto d’accordo sui contenuti dell’appello. Io non parlerei di un problema che riguarda la maggior parte degli studenti, ma sicuramente ad avere problemi con l’italiano è un numero elevato. È una sensazione che riscontro non solo da docente ma anche da padre». Secondo l’ordinario di Giurisprudenza la causa è da ricercare più nella scuola elementare che nell’ex scuola media. «Ho un figlio di quell’età e trovo che vi sia un eccesso di dispersione. Gli insegnanti sono bravi, nulla da dire, ma ho forti dubbi sui libri di testo adottati. Sono tutti fatti allo stesso modo. Veicolano nozioni, alcune anche premature, perdendo di vista la formazione di base. Questo porta i bambini a incamerare un eccesso di nozioni che non riescono a gestire, a distinguere. Hanno difficoltà a formulare un ragionamento articolato». A mancare all’appello, dunque, anche secondo Colombo, è la capacità di sintesi. «Bisognerebbe fare più riassunti. È uno strumento molto valido. L’analisi del testo è un esercizio molto utile, perché mette il ragazzo direttamente sul campo, lo obbliga a fare sintesi». Ma non è solo questione di libri di testo. Per il docente di Diritto privato bisognerebbe ritornare ai vecchi tempi, quando italiano, matematica e storia si tenevano più in considerazione di educazione fisica o musica. «Ai miei tempi le materie si dividevano in fondamentali e secondarie. E queste ultime lo erano a tutti gli effetti. Oggi, invece, gli insegnanti di materie secondarie tendono a caricare di compiti e ad avere le stesse pretese degli altri. Questo toglie attenzione alle materie fondamentali. Che restano l’italiano, la matematica, la storia. Anche le altre sono importanti, penso alla seconda lingua, alla musica, alle scienze motorie, ma potrebbero essere studiate in maniera più rilassata». Per Colombo, dunque, l’equiparazione tra l’italiano e le altre materie è una delle cause dell’abbassamento del livello culturale dei giovani italiani. «E non parlo solo di studenti – conclude –. Qualche anno fa ero membro della commissione per l’esame di avvocato. In un compito un candidato scrisse Cassazione con due zeta. Poteva essere una distrazione, ma lo ha ripetuto per tutto il compito. Inaccettabile». (al.pi.)
 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 22 – Agenda
UNIVERSITÀ
Erasmus Oltremare
per conoscere l’isola
SASSARI “Oltremare” è il titolo del progetto multidisciplinare che l’Università di Sassari ha dedicato in particolar modo, ma non esclusivamente, agli studenti Erasmus dell’ateneo per far conoscere loro la storia e la cultura sarde. «Le iniziative – annuncia una nota – partiranno giovedì alle 16.30 nell’Aula Dostoevskij in via Roma 151». Il programma è organizzato dal Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali din collaborazione con l’Ufficio Relazioni internazionali. Il percorso si apre con una serie di lezioni-conferenze aperte al pubblico, anche se rivolte primariamente alle e agli studenti Erasmus. Gli incontri, ciascuno di circa 3 ore, si terranno nell’aula Dostoevskij e forniranno agli ospiti stranieri l’opportunità di ampliare le loro competenze linguistiche attraverso l’approfondimento di tematiche connesse alla Sardegna, a livello geografico, artistico e archeologico, letterario e cinematografico. Si comincia il 9 febbraio con “Letteratura della Sardegna”, a cura di Silvia Lutzoni; 1° marzo “Cinema e film in Sardegna”, di Giovanna Maina; 15 marzo “Geografia della Sardegna”, di Veronica Camerada; 29 marzo “Arte e archeologia in Sardegna”, di Alberto Gavini. La seconda parte del progetto prevede una vera e propria “immersione” nel territorio. A maggio si terrà la Giornata del Turismo Sostenibile: iniziativa del Dipartimento volta a promuovere il territorio sardo e a rinsaldare i legami fra Università e tessuto sociale e produttivo. Interverranno esperti di turismo sostenibile e produttori locali, imprenditori attivi nel mondo della cosmesi biologica, dei viaggi alternativi, del cibo e del vino locali. La giornata consentirà agli studenti di assistere a un concerto di musica tradizionale (con una performance dei Tenores di Bitti) e di sperimentare i sapori della Sardegna, grazie alla presenza degli stand dei produttori. A giugno è prevista una escursione in Barbagia.
 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 35 - Cultura e spettacoli
A Bottura la laurea ad honorem dell’Università di Bologna
BOLOGNA «Che emozione sarebbe per mia mamma vedermi qui oggi. Vorrei dedicare a lei questo traguardo»: così lo chef di fama internazionale Massimo Bottura, neo dottore ad honorem dell’Alma Mater di Bologna in Direzione aziendale. Bottura, chef e imprenditore dell’Osteria Francescana di Modena, miglior ristorante del mondo nella lista Worl’s 50 Best Restaurants 2016, è stato definito, nella laudatio letta ieri mattina per conto del Senato accademico dal professor Max Bergami, «un modello da imitare, non solo per il suo settore ma anche per le piccole e medie imprese italiane». «Massimo Bottura – si legge nelle motivazioni che hanno portato al conferimento della laurea – è un caso esemplare di gestione di una piccola impresa familiare italiana che ha raggiunto in pochi anni un successo senza precedenti e una notorietà a livello globale». «Ventidue anni fa, il 9 marzo del 1995, ho aperto l’Osteria Francescana in una piccola via del centro di Modena, via Stella – ha ricordato Bottura –. Eravamo in tre in cucina e uno in sala. All’inizio non è stato per niente facile. Ma poi sono arrivati le stelle, i cappelli, le forchette». «Mi piace vedere l’Osteria Francescana – ha spiegato Bottura – come una bottega rinascimentale. Le botteghe erano luoghi dove si apprendeva il mestiere dai maestri, da i quali si imparavano le tecniche ma anche uno stile una cultura, gli elementi che avrebbero caratterizzato una determinata scuola. Noi a Modena abbiamo creato un laboratorio di idee dove ogni giorno si fa cultura. Ma siamo anche a fianco dell’agricoltura: siamo diventati punto di riferimento di una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori, artigiani che sono cresciuti al nostro fianco e hanno condiviso la nostra filosofia». «Sono veri e propri eroi – ha concluso il neo dottore Bottura –. Attraverso le materie prime che ogni giorno portiamo sui nostri banchi di lavoro, sono loro che fanno grande la nostra cucina».
 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 febbraio 2017 / Pagina 7 - Sardegna
Entro l’anno i primi cantieri finanziati con 15 milioni
L’intesa con l’Arst: sui bus arriveranno le rastrelliere
L’ISOLA A DUE RUOTE duemila chilometri di piste ciclabili
CAGLIARI Il centenario del Giro d’Italia, che a maggio partirà dalla Sardegna, è davvero un’occasione unica e perfetta per lanciare anche la suggestiva rete del cicloturismo isolano. Per poi entrare nei circuiti europei, conquistare il ricco mercato del Nord Europa e consegnare alle zone interne una possibilità in più, far soldi. Il progetto è a effetto: dal finanziamento, è intorno ai 225 milioni e 15 sono subito disponibili, agli oltre duemila chilometri di piste e itinerari suddivisi in cinque direttrici da un capo all’altro dell’isola. I bandi per realizzare i primi 677 chilometri, sono 13 i percorsi abbinati sui 42 previsti, saranno pubblicati entro l'anno. I 15 milioni saranno destinati sette alle aree urbane e otto a quelle extra urbane. Il progetto ciclo-Sardegna, che ora dovrà essere sottoposto alla valutazione ambientale strategica, ha due padri: gli assessori ai lavori pubblici e al turismo, Paolo Maninchedda e Francesco Morandi, che hanno lavorato in sinergia e gomito a gomito con l’università di Cagliari e l’Arst. Fra le direttrici che potrebbero essere pronte sin dal prossimo anno ci sono l’Alghero-Badesi, con tappe a Porto Torres e Sassari, per un totale di 115,64 chilometri, suddivisi in tappe giornaliere, oppure l’Ozieri-Bosa, dopo aver attraversato Macomer intorno ai 164 chilometri. Sono pochi di meno (133) i chilometri della Bosa-Terralba, via Oristano, o della Cagliari- Isili, 113, oppure il percorso da Pula a Villaputzu, 149 chilometri. Alcuni tratti sono percorribili da tempo fra strade rurali, sentirei aperti da Forestas e ferrovie a scartamento ridotto dismesse, ma ora «dobbiamo completare e ampliare il lavoro, per rendere ogni itinerario confortevole e sicuro», ha detto Maninchedda e Morandi di rilancio: «Sarà un’offerta turistica che renderà ancora più affascinante la nostra proposta». Secondo lo studio elaborato da Italo Meloni dell’università di Cagliari, ogni euro investito nel cicloturismo ritorna sul territorio come indotto: «È una grande occasione – ha sottolineato – per diversificare l’economia rurale e permettere a chi non ha il mare e le spiagge di attirare il turista lontano dai mesi estivi». Anche l’Arst è pronta a fare la sua parte: a marzo un centinaio di autobus saranno dotati delle rastrelliere per trasportare tra le tre e le cinque biciclette. «È un progetto – ha detto Maninchedda – diffuso e concordato dall’inizio alla fine con i Comuni, sono 209 quelli coinvolti, e con oltre sessanta associazioni legate al mondo della bici». Per quello che è stato definito dalla giunta come «il più importante progetto di infrastruttura turistica messo in campo dalla Sardegna», c’è anche il logo ad effetto: è un pignone stilizzato, con un richiamo alla pianta di un nuraghe visto dall’alto, perché «è sempre sulla straordinaria storia e bellezza della nostra isola-parco che dobbiamo puntare per sconfiggere la concorrenza».

 
 

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