Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 January 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Viaggio nel mondo dei nuovi brevetti: il nodo della commercializzazione
«COSÌ INVENTIAMO IL FUTURO PER MIGLIORARE LA VITA DI TUTTI»
L’importante è l’idea. Va ponderata, sviluppata, brevettata e tradotta in un prodotto commercializzabile. Magari in sinergia tra imprese e ateneo. «L’Università di Cagliari è multidisciplinare, si declina in sedici dipartimenti», spiega Annalisa Bonfiglio, prorettrice con delega all’innovazione, «i nostri ricercatori hanno un ventaglio di competenze molto vasto. Diamo la possibilità alle aziende del territorio di utilizzare il nostro patrimonio di conoscenze. La Regione con la programmazione dei fondi europei sta facendo molto per incentivare questo aspetto. Concretamente la nostra missione sarà partecipare ai bandi». A scanso di malintesi chiarisce subito: «L’Università deve essere ingaggiata dalle imprese, che sono le uniche titolari dei fondi».
Le invenzioni applicate al mondo delle aziende sono un motore dello sviluppo che comincia a girare, anche se non ancora a pieno regime: «La ricerca ha tempi mediamente più lunghi delle imprese, ma è fondamentale». Qualche successo è già stato ottenuto: «La collaborazione con Argiolas è alla base del formaggio senza colesterolo. La Edilana ha lavorato con l’Università a un sistema di raccolta dell’inquinamento da idrocarburi attraverso la lana». I segnali sono incoraggianti, su questo fronte si gioca un’importante fetta dello sviluppo di Cagliari. C’è la possibilità concreta di dare una prospettiva a un territorio in affanno. La conoscenza è l’apripista della crescita culturale ed economica, perché non scommettere a tutti i livelli su questa strada?
Paolo Paolini

Claudio Cancedda | Un espositore narrante
L’ha creato - con un gruppo di amici - Claudio Cancedda, 29 anni, laureato in lettere classiche, timoniere della startup Let’s Colibrì. «Lo stiamo testando in due negozi, tra poco saranno cinque. Per proseguire su questa strada abbiamo avuto un finanziamento da Sardegna ricerche». L’espositore - brevettato - «è costruito in materiale sostenibile, con uno schermo touch grazie al quale il cliente si può informare sulla filiera del prodotto in vendita. I prodotti artigianali di piccole aziende, per esempio, normalmente vengono conosciuti durante le fiere. Riproduciano questa esperienza nei negozi».

Veronica Moi | Sedia per bambini
Veronica Moi, prossima alla laurea in ingegneria biomedica, guida il team che ha creato la EDUchair, una sedia studiata per evitare che i bambini assumano posizioni scorrette: «L’impresa ha preso forma nell’ambito del Contamination lab. L’idea è nata da me, principalmente per la sensibilità nei confronti dei bambini. È una sedia ergonomica per piccoli dai sei ai nove anni di età. È in grado di monitorare la posizione e l’eventuale eccessiva sedentarietà. Una serie di sensori registrano continuamente la posizione e, in caso di errori, emettono un suono. Stiamo creando un prototipo con il mobilificio di Mogoro, poi si parlerà di commercializzazione».

Angela Serpe | Metalli preziosi nei rifiuti
Si possono ottenere metalli preziosi dai rifiuti elettronici? Sì, grazie all’invenzione di Angela Serpe, la ricercatrice cagliaritana con la quale collabora il collega Americo Rigoldi: «Da schede, cellulari, laptop e piccole apparecchiature elettroniche si può ottenere una certa quantità di oro, rame e argento. Grazie al crowfunding abbiamo raccolto la somma necessaria a realizzare un impianto pilota. È in fase di avvio, sarà messo in funzione a breve». L’obiettivo è chiaro: «Trasferire il metodo su scala industriale. Nell’arco di un periodo compreso fra uno e tre anni potrebbe essere una tecnologia pronta per il mercato».

Maurizio Piredda | Beautifulbox per cani e gatti
Una console interattiva per animali domestici. La beautifulbox è stata brevettata dalla startup guidata dal ventisettenne Maurizio Piredda: «È interattiva, emette dei segnali luminosi, sonori e olfattivi. L’animale deve capire da dove provengono per premere in quel punto e ricevere una crocchetta. I livelli sono a difficoltà crescente, la regolazione può essere fatta a distanza, attraverso una app sul telefonino. La webcam integrata consente al proprietario di controllare direttamente l’animale e interagire con lui. Il brevetto è di meno di un anno fa, stiamo cercando partner per la produzione e la commercializzazione».

Iole Tomassini Barbarossa | Un elettrodo rivoluzionario
«Abbiamo brevettato un elettrodo che, messo a contatto con la lingua, registra l’attività nervosa dopo la stimolazione gustativa». Iole Tomassini Barbarossa, docente di fisiologia, spiega l’applicazione pratica: «Abbiamo finalmente una registrazione obiettiva di quello che succede con l’attivazione del sistema nervoso periferico. Prima col metodo soggettivo si dava qualcosa da mangiare al paziente e gli si chiedeva una descrizione delle sensazioni provate». Il futuro dell’invenzione? «Ci auguriamo che le ditte del settore possano comprarla. Ho invitato in città il più grande esperto europeo, che ha solidi rapporti con le imprese del settore. Vedremo cosa accadrà».

Luigi Atzori | Un aiuto contro l’epilessia
Su alcuni pazienti epilettici le medicine non hanno effetto. Luigi Atzori, docente di patologia clinica ed esperto di metabolomica, e il neurologo Francesco Marrosu hanno messo a punto un metodo per identificarli: «Moltissime persone soffrono di epilessia, una certa percentuale non risponde ai farmaci e passano anni prima di fare diagnosi di farmaco-resistenza. Il nostro metodo riduce il tempo della diagnosi, periodo in cui è scarsa la qualità della vita del paziente. Abbiamo identificato una specie di codice a barre che indica la farmaco-resistenza. In questo momento stiamo cercando un’azienda interessata a sviluppare il brevetto su larga scala».

Danilo Pani | Una palestra portatile
Una specie di palestra portatile per la mano. L’ha creata Danilo Pani, ricercatore di bioingegneria elettronica e informatica, per combattere gli effetti dell’artrite reumatoide e della sclerosi sistemica: «Il progetto di ricerca è in collaborazione con il team di reumatologi del professor Alessandro Mathieu. Esteticamente è una valigetta: serve per allenare i pazienti che hanno la deformità delle mani e hanno bisogno di tenerle in esercizio. Gli strumenti consentono di verificare la reale efficacia degli esercizi. Via internet trasmettono all’ospedale il resoconto della seduta riabilitiva fatta in casa. Così lo specialista può decidere se intervenire. Siamo nella fase di perfezionamento».
 
 



L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Orto botanico, scenario devastante
È stata una domenica particolare per Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto botanico. Mentre il resto del mondo riposava, lui, dal suo ufficio, monitorava gli effetti della devastazione provocata dalla tempesta. «Dal mio ufficio», ha scritto in una mail indirizzata alla rettrice Maria Del Zompo, «ho appena assistito allo scoperchiamento dell’arancera e nei campi per la moltiplicazione è appena collassato un leccio che ha sfondato il nostro vivaio».
Scene mai viste che gli hanno suggerito di sbarrare i cancelli dell’Orto, impedendo anche l’ingresso ai dipendenti per non mettere a repentaglio la loro sicurezza. Ieri, finalmente, è tornato il sereno. E davanti agli occhi di Bacchetta è apparso uno scenario devastante: serre scoperchiate, piante volate chissà dove, sentieri trasformati in ruscelli. E quel gigantesco pino d’Aleppo (alto oltre 15 metri) che, collassando, ha abbattuto la recinzione e ha finito con l’occupare quasi totalmente via Sant’Ignazio.
La strada è stata, ovviamente, chiusa al traffico, in attesa di portar via l’albero. L’Università ha affidato il lavoro alla Forestale. Che deve fare i conti con la burocrazia. Perché questo ente, per poter operare in città, ha necessità di un nullaosta. «Che noi rilasciamo senza alcuna esitazione», garantisce l’assessore Paolo Frau. Quindi, già oggi i mezzi della Forestale potrebbero arrivare in via Sant’Ignazio per rimuovere il maestoso albero. ( mar. co. )


 

L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Moirano (Ats)
Sanità, in Consiglio il supermanager
Fulvio Moirano arriva per la prima volta in Consiglio regionale da direttore generale dell’Azienda per la tutela della salute. Questa mattina alle 10 il manager sarà in audizione nella commissione Bilancio, per una relazione sull’Azienda sanitaria unica. Insieme a lui anche i responsabili dell’Azienda ospedaliera del Brotzu di Cagliari e delle Aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari. Un appuntamento importante sia perché è la prima volta che Moirano si confronta in un appuntamento ufficiale con i rappresentanti dell’assemblea, sia perché la sanità ha un’importanza particolare nella Finanziaria regionale. Con un costo complessivo di oltre tre miliardi, incide su quasi metà bilancio. (m. s.)

 
 


L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Nel pomeriggio a Vallromanes L’ultimo saluto a Blasco Ferrer
Nel piccolo cimitero di Vallromanes, alle porte di Barcellona, avrà luogo questo pomeriggio l’ultimo saluto ad Eduardo Blasco Ferrer, l’insigne filologo e linguista scomparso lo scorso 12 gennaio a Bastia, in Corsica.
Il grande studioso aveva due patrie: quella d’origine era la Catalogna (nato nel 1956 a Barcellona, si dichiarava fiero del suo essere «catalano, non spagnolo»), la Sardegna quella d’adozione. Dal 1996 ordinario di Filologia e Linguistica romanza all’università di Cagliari, Blasco Ferrer è stato autore di pubblicazioni che spaziano dalla storia della lingua alla linguistica sarda, dalla psicolinguistica alla didattica del sardo. Poliglotta, viaggiatore instancabile, era amato dai suoi studenti, coi quali (e con gli amici, pochi e fidati) metteva da parte le spigolosità di un temperamento ombroso.È dedicato «A su pòpulu sardu» il suo fondamentale “Storia linguistica della Sardegna” (Tubinga, 1984). Ha insegnato anche a Bonn, Firenze e Monaco di Baviera. (fa.mar.)
 
 



L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Non rinnovati i contratti a termine agli esperti di orientamento agli studi
GLI EX TUTOR CONTRO L’ATENEO
La rettrice: co.co.co. vietati, altre strade per il reclutamento
I contratti non sono stati rinnovati e i tutor di orientamento, assunti a tempo determinato, si sono ritrovati fuori dai cancelli dell’Università. Alla scadenza del rapporto di lavoro, il 31 luglio scorso, la cessazione dal servizio è stata automatica, con tutte le conseguenze immaginabili, prima fra tutte la perdita dello stipendio, in media circa mille euro. Un epilogo che ha gettato nella disperazione chi per anni, seppure assunto a tempo secondo la disciplina dei co.co.co, si è visto rinnovare il contratto a ogni scadenza e pensava di poterci contare ancora. Invece no: sei mesi fa il rapporto di lavoro si è risolto, con grande sorpresa dei lavoratori, meno dell’Università. «È la legge che lo impone», spiega la rettrice Maria Del Zompo che non dispera di poter recuperare gli “ex” pur con le nuove forme di reclutamento. «Il Jobs Act limita fortemente il ricorso ai co.co.co.».
LA PROTESTA Le regole sono cambiate, dunque. Non è facile farlo capire a chi d’un tratto è stato messo alla porta dopo aver svolto un compito di primaria importanza indirizzando gli studi di matricole e iscritti. «Noi speriamo che si possa trovare una soluzione sia per garantire la piena continuità del servizio in ogni facoltà che per tutelare quanti si sono impegnati mettendo a disposizione dell’amministrazione onestà e professionalità», è quanto si legge in una nota firmata da otto tutor, ormai ex, Alessia Portas, Luca Tolu, Antonietta Di Leo, Alice Zanda, Gabriella Dongu, Maura Succu, Cinzia Casu, Annapaola Scudu, promotori di un’iniziativa che tende a coinvolgere Università e Regione. Tra questi c’è chi vanta un contratto con l’Ateneo fin dal 2006. «Da sei mesi - sottolinea Alessia Portas, tra le “anziane” con esperienza anche al centro per la qualità e dal 2012 nell’orientamento - l’Università, dalla quale siamo stati formati, ha rinunciato al nostro servizio ricorrendo in alcuni casi agli studenti collaboratori oppure alla chiusura delle sedi periferiche di orientamento nelle facoltà». Un “vuoto” che, a detta di chi protesta, non si può colmare con «la paventata esternalizzazione» del servizio a cooperative. «Significherebbe perdere qualità in un settore cresciuto grazie al nostro specifico bagaglio di esperienze», aggiunge Alice Zanda, in campo dal 2006, tra i portavoce della categoria. La vicenda è ora al centro di un’interrogazione presentata in Consiglio regionale da Michele Cossa, che chiede di far luce sul progetto di orientamento finanziato con fondi Por-Fesr 2014-2020.
L’UNIVERSITÀ Gli uffici prospettano il nuovo scenario. «L’Ateneo si sta organizzando per reclutare in altro modo le figure professionali necessarie», spiegano. «Da un lato sarà bandita una gara per l’affidamento del servizio, a cui potranno partecipare imprese locali, regionali e nazionali, a cui l’Ateneo chiederà di valutare le professionalità già esistenti. Dall’altro, il reperimento di figure professionali da inserire all’interno del più complesso progetto sull’orientamento avverrà mediante concorsi e selezioni per contratti a tempo determinato».
Carla Raggio
 
 



L’UNIONE SARDA

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
LA PROTESTA. Manifestazione da via Trentino fino alla sede del Consiglio regionale
Case degradate e mense disastrose: studenti in marcia
Dalla Casa dello studente di via Trentino, simbolo del degrado delle strutture universitarie, al Consiglio regionale, indicato dagli studenti universitari come il luogo «dell’immobilismo». In cento («La prossima volta, organizzandoci prima, arriveremo a mille», è la promessa) hanno attraversato le strade della città per denunciare «la disastrosa situazione delle case dello studente e delle mense» e «l’assenza di politiche a favore dei fuori sede».
La manifestazione è iniziata davanti alla sede di via Trentino: «Ci sono stanze per 286 persone», ha detto Maristella Carta, rappresentante degli studenti, «e problemi con i quali siamo costretti a convivere da anni. Siamo al freddo, ci sono infiltrazioni nelle camere, i tubi si rompono allagando a turno i piani della struttura. Emblematico l’ingresso della sede: due anni fa c’è stato un crollo e oggi è ancora tutto come allora». Le risorse non ci sono: «La Regione non stanzia finanziamenti sufficienti per i lavori di manutenzione. Sono stati tagliati anche quelli per gli accompagnatori degli studenti con disabilità».
La stessa situazione si vive nelle altre sette strutture dell’Ersu (tra case dello studente e mense). «La sede di via Biasi», ha spiegato il rappresentante Luca Biggio, «è fatiscente. Servono lavori di ristrutturazione urgenti. Ci sono solo tre manutentori per tutte le strutture ma spesso non hanno la possibilità di acquistare i materiali e noi studenti siamo costretti a fare una raccolta fondi per comprare quello che serve».
Il corteo, dopo la sosta sotto il Consiglio regionale, si è diretto nel Corso dove c’è la sede dell’Ersu. «Siamo qui», ha sottolineato Carlo Sanna, coordinatore dell’associazione Unica 2.0 che ha organizzato la manifestazione di protesta, «per evidenziare l’assenza di investimenti e programmazione. Rivendichiamo il diritto allo studio. Abbiamo chiesto delle risposte alla Regione ma non sono mai arrivate». Gli studenti si sono dati appuntamento a lunedì per un’assemblea. All’ordine del giorno la programmazione delle nuove iniziative di protesta.
Matteo Vercelli



L’UNIONE SARDA

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Una ricerca europea coordinata dall’Ateneo cittadino
Clima e migrazioni, nuovo progetto di studio
È coordinato dall’Università di Cagliari il progetto Horizon 2020, che coinvolge i 377 comuni sardi scelti dall’Unione europea per elaborare un modello pilota cui affidare la gestione delle future sfide poste dalle migrazioni causate dal cambiamento climatico.
«L’Unione Europea - spiega Ilenia Ruggiu, docente di Diritto costituzionale a Cagliari - ci tiene in forte considerazione: con questo progetto la Sardegna si avvia a diventare un caso pilota su tematiche cruciali per il territorio e i cittadini. Il cambiamento climatico causa continui arrivi di migranti sulle nostre coste che necessitano di azioni coordinate e di un adeguato sistema di governance guidato dagli enti locali».
Il progetto Clisel-Sicurezza Climatica, nell’ambito del quale rientra il progetto Horizon 2020, sarà presentato alla stampa domani alle 11,30 a Oristano, nella sala Consiliare di piazza Eleonora d’Arborea, in concomitanza con l’insediamento del nuovo Consiglio delle autonomie locali della Sardegna.
Ai lavori prendono parte la professoressa Ruggiu e Andrea Soddu, presidente del Consiglio delle autonomie locali.
Il 7 febbraio, alle 9,30, a Cagliari, in aula Arcari (dipartimento Giurisprudenza, viale Sant’Ignazio) partirà il primo dei cinque workshop Clisel (sicurezza climatica). La relazione è affidata a Giovanni Bettini, ricercatore dell’Università di Lancaster.
Ai lavori prenderanno parte i componenti del Consiglio delle autonomie locali, specialisti dell’ateneo di Berna ed esperti locali. Gli altri worsk shop sono in calendario il 7 marzo, il 21 aprile e 19 maggio, sempre nell’aula Arcari del dipartimento di Giurisprudenza, in viale Sant’Ignazio.
 
 



L’UNIONE SARDA

8 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 29 - Edizione CA)
ORISTANO. Studenti sfrattati dalla Provincia: la Regione cerca una soluzione
«L’UNIVERSITÀ SARÀ SALVATA»
Il commissario Torrente contro Sanna (Consorzio uno)
La Regione lancia un salvagente all’Università oristanese: si impegna a trovare una soluzione per salvare i corsi che dopo vent’anni dalla nascita rischiano la chiusura, causa sfratto. Giorni fa infatti la Provincia ha dato l’ultimatum al Consorzio Uno che rifiuta da tempo di pagare l’affitto dei locali. Il commissario straordinario della Provincia Massimo Torrente rincara la dose lanciando accuse al presidente del Consorzio Uno Gianvalerio Sanna:«Non sarà un canone non pagato a decretare la fine del polo universitario oristanese - ironizza - nato proprio su impulso della Provincia».
LA PROVINCIA «L’atto di diffida inviato al Consorzio Uno è un atto dovuto, conseguente a obblighi di natura contabile - spiega Torrente - ma soprattutto provocatorio dopo i ripetuti atteggiamenti non collaborativi tenuti per oltre un anno dal presidente, Gianvalerio Sanna, che ha sempre chiuso la porta a soluzioni affinché venisse stipulato un contratto di locazione a un costo non meramente simbolico». Torrente va avanti con le accuse: «Strumentalizzare la richiesta della Provincia per farla passare, agli occhi dei cittadini, come la causa di chiusura dell’Università, è un messaggio fuorviante che non corrisponde agli interessi dell’ente».
Torrente ricorda, infine, che non ha fatto altro che «applicare quanto deciso dal Consiglio. Rischiamo di rispondere di danno erariale se non avviamo gli atti necessari».
LA REGIONE «Sono a conoscenza della situazione e contatterò le parti per trovare una soluzione» afferma l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino . «Abbiamo sostenuto finanziariamente le Università decentrate, dunque la priorità per noi è tutelare la regolarità dei corsi e il diritto allo studio degli universitari. Sono informata dell’assemblea e terrò contatti per conoscere in tempo reale gli sviluppi».
GLI INTERVENTI «Sulla vicenda Consorzio Uno si consuma l’ennesimo scontro interno fra anime di sinistra in lotta fra loro», afferma il consigliere regionale Oscar Cherchi . «La Provincia è componente del consorzio, la sua quota è rappresentata dalla disponibilità dei locali dove ha sede l’Università. È un tentativo di creare un caso per sistemare vecchi rancori. Chiederò un incontro con il vicepresidente Raffaele Paci e l’assessore Firino per sapere cosa intendano fare per impedire l’affronto a un territorio trascurato». Sul caso il segretario del circolo oristanese Pd Alessio Boasso afferma che «cercheremo soluzioni che coinvolgano gli amministratori comunali, i consiglieri regionali e chi ha un ruolo nelle istituzioni». Perciò il Pd parteciperà all’assemblea di domani. «Inconcepibile» è stata definita la vicenda dai giovani di Forza Italia. Per Antonio Iatalese «la Provincia non può fare utili dai suoi immobili». Emanuele Orrù , presidente della Consulta degli studenti, è preoccupato per la situazione.
Patrizia Mocci
 
 



L’UNIONE SARDA

9 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cronaca di Nuoro (Pagina 31 - Edizione CA)
Orune
La violenza ieri e oggi, confronto a più voci
“La violenza contemporanea nella Sardegna tra passato e futuro” è il tema del convegno in programma a Orune il 28 gennaio. Appuntamento alle 15,30 nella sala consiliare del Comune dove SardegnaSoprattutto, l’associazione Don Salvatore Mereu e il coro “Incantos di Orune” propongono un confronto a più voci in un paese che vive i suoi travagli.
In apertura i saluti del sindaco Michele Deserra e di Sebastiano Delai, direttore del coro Incantos di Orune. Intervengono Giuliana Perrotta, prefetta di Cagliari e coordinatrice delle autorità provinciali di pubblica sicurezza, Daniele Pulino, sociologo dell’università di Sassari, Antonietta Mazzette, coordinatrice dell’Oscrim dell’università di Sassari, Maria Francesca Chiappe, capo redattrice dell’Unione Sarda, Giuseppe Puggioni, dell’università di Cagliari, e l’antropologo Bachisio Bandinu. Coordina Maria Antonietta Mongiu, dell’associazione SardegnaSoprattutto.
 
 



L’UNIONE SARDA

10 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
Il corpo di Giulio Cesare Canalis, padre dell’ex velina Elisabetta, sarà cremato
«Niente sarà più lo stesso, babbo»
La foto di un suggestivo tramonto su Capo Caccia scattata dalla casa sulle mura di Alghero e un dolce, commosso messaggio: «Non so se tutto questo sarà lo stesso senza di te, noi ci proveremo babbino mio. Ti voglio tanto tanto bene». Elisabetta Canalis ha affidato a Instagram l’ultimo saluto al suo papà, Giulio Cesare, 78 anni, per lungo tempo direttore dell’Istituto di Scienze Radiologiche e membro del cda dell’Università di Sassari.
Un decesso avvenuto improvvisamente nella parte conclusiva della vacanza negli Usa, cominciata a Natale quando con la moglie Bruna era volato a Los Angeles dove la sassarese, ex velina, oggi modella e imprenditrice, vive dopo il matrimonio con l’ortopedico Brian Perri.
Non sono state ancora rese note notizie ufficiali sulla data del funerale e sulle altre procedure che negli Stati Uniti sono molto differenti dall’Italia. Non si svolgerà comunque prima della fine di questa settimana. L’ipotesi circolata in alcuni ambienti vicini alla famiglia è quella della cremazione della salma e del trasferimento dell’urna con le ceneri a Tresnuraghes secondo le volontà dell’estinto.
Il professor Giulio Cesare, come lo chiamavno tutti, aveva un motivo in più per stare con Eli nella sua casa di Los Angeles: la nipotina Skiler Eva che riempiva le sue giornate in una fase complicata della vita. Un anno fa aveva subìto un delicato intervento chirurgico ed era ancora convalescente. «Era provato ma quando ci incontravamo era il solito uomo brillante», ricorda Attilio Mastino, ex rettore dell’Università di Sassari.
Un rapporto speciale legava Elisabetta al papà. Non sempre era felicissimo delle sue scelte professionali soprattutto quando il gossip si faceva troppo invadente. Ma aveva imparato anche a scherzarci su, anche perché Elisabetta sapeva come toccare i punti giusti del suo carattere. Amava raccontarsi con una battuta: «Come sto? Come uno che prima era conosciuto come il professor Canalis e ora è il padre di Elisabetta. Ma l’importante è che lei sia felice e faccia il lavoro che vuole fare».
G.B.P.
 
 



L’UNIONE SARDA

11 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Mostra
Quando il flusso era al contrario: dall’isola al Continente Nero. Quadri, cartoline, fotografie, armi e lettere possono aiutare a comprendere meglio cosa era l’Africa coloniale e cosa significò per i sardi, che improvvisamente videro ampliarsi gli orizzonti geografici e culturali. Si inaugura domani sera alle 18 presso la Biblioteca universitaria di Sassari la mostra “L’Africa coloniale nel ricordo e nella memoria” curata da Giuseppe Zichi. Un’esposizione nata all’interno del progetto Sardegna d’oltremare che ha coinvolto i ricercatori del Dipartimento di storia, beni culturali e territorio dell’Università di Cagliari e del Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della comunicazione e ingegneria dell’informazione dell’Università di Sassari.
Sono quasi tutte inedite le memorie e le opere d’arte esposte (Giuseppe Biasi, Melkiorre Melis e Bernardino Palazzi) che appartengono ad archivi e collezioni private (Aperlo, Cossu, De Montis, Mura, Pilo-Gallisay, Piredda e Tocco), oltre che al ricco patrimonio della Biblioteca universitaria di Sassari, diretta da Viviana Tarasconi, e alla collezione Tomassi (dalla qual proviene una selezione di armi e cimeli africani). Il progetto, finanziato dalla Regione Sardegna, è stato diretto per l’Università di Cagliari da Luciano Marrocu e per l’Università di Sassari da Albertina Vittoria. La mostra, ad ingresso gratuito, resterà aperta sino a sabato 4 marzo con visite guidate. Per info chiamare 338 2891755. (gi.ma.)

 
 
 
redazioneweb@unica.it
 


LA NUOVA SARDEGNA

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 gennaio 2017 / Prima pagina
«L’università non chiuderà»
L’amministratore della Provincia attacca il Consorzio Uno PETRETTO A PAG. 17

Pagina 17 - Oristano
Università in pericolo >> La polemica
L’amministratore Torrente contro il presidente Sanna:
LA PROVINCIA ATTACCA: «DAL CONSORZIO UNO UN ANNO DI SILENZI»
«Ha sempre chiuso la porta a eventuali soluzioni»
di Roberto Petretto
ORISTANO Non ci sta a passare per il cattivo della situazione: e così l’amministratore straordinario della Provincia, Massimo Torrente contrattacca e chiama in causa il presidente del Consorzio uno, Gianvalerio Sanna. «L’atto di diffida inviato al Consorzio Uno è stato un atto dovuto conseguente a obblighi di natura contabile - scrive Torrente - ma assume soprattutto un carattere provocatorio dopo i ripetuti atteggiamenti non collaborativi, per più di un anno tenuti dal presidente del Consorzio, Gianvalerio Sanna, che ha sempre chiuso la porta a eventuali soluzioni, anche unitamente alla Provincia, affinché venisse stipulato un contratto di locazione ad un costo non meramente simbolico». Secondo Torrente «strumentalizzare la richiesta della Provincia per farla considerare, agli occhi degli studenti e dei cittadini oristanesi, causa di chiusura dell’Università, è un messaggio fuorviante che non corrisponde agli interessi della stessa Provincia, che ha sempre considerato l’Università di Oristano un presidio culturale strategico per il proprio territorio». Al di là degli scambi di accuse, l’amministratore della Provincia lancia un messaggio positivo e rassicura tutti gli oristanesi: «Non sarà certo un canone non pagato a decretare la fine del polo universitario oristanese, nato proprio su impulso della Provincia di Oristano». Ci sono disposizioni di legge che obbligano gli amministratori pubblici a non provocare un danno alle casse degli enti amministrati: per questo Torrente ricorda che «le conseguenze di un diverso comportamento di fronte alla Corte dei Conti sarebbero certe e costituirebbero un danno verso altri cittadini che si aspettano dall’Ente la garanzia di altri servizi fondamentali, di competenza propria della Provincia». «Se non si vuol tener conto di queste implicazioni - ribadisce l’amministratore - così come sinora è stato fatto da parte del Consorzio Uno, significa non voler risolvere il problema, che non è di natura politica, ma giuridica. Per oltre un anno e mezzo la Provincia ha cercato di trovare una soluzione con il presidente del Consorzio Uno, ottenendo in risposta solo prese di posizione non collaborative a fronte di richieste di incontri nell’interesse comune». Massimo Torrente sostiene che «è stato questo atteggiamento ostile che ha portato l’amministrazione provinciale ad emettere l’atto di diffida, così da far emergere il problema e trovare una soluzione, nel rispetto dei diversi ruoli e con spirito collaborativo». Non manca un riferimento alla situazione complessiva dell’ente: «La Provincia in questi ultimi anni è stata delegittimata e obbligata, da leggi e soprattutto dal prelievo forzoso delle proprie risorse, ad abbandonare compiti che non le competono, limitandosi a svolgere le proprie funzioni fondamentali. L’atto di diffida è una diretta conseguenza di ciò, con la situazione paradossale che la Provincia deve ancora una volta farsi carico, da sola e unica tra i soci pubblici e privati, di un problema che avrebbe dovuto essere, invece, di tutti».

 

 

LA NUOVA SARDEGNA

13 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 gennaio 2017 / Pagina 17 - Oristano
ISTRUZIONE
Celebrato il successo del Festival della scienza
di Michela Cuccu
ORISTANO Ventuno istituti scolastici di tutta la Sardegna, quasi duemila partecipanti fra studenti e docenti, dei quali 800 gli studenti della provincia coinvolti, non solo per visitare e partecipare alle iniziative, ma soprattutto per organizzarle, renderle vitali ma soprattutto, spiegare la scienza con il linguaggio semplice e diretto delle nuove generazioni. Sicuramente, neppure i promotori dell’iniziativa (il Consorzio Uno con la collaborazione delle Università di Cagliari e Sassari, la Fondazione Imc, l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero Iamc-Cnr e l’Area Marina Protetta del Sinis, in collaborazione con l’associazione ScienzaSocietàScienza di Cagliari) all’inizio, avrebbero potuto immaginare tanto successo per la prima edizione del Festival della scienza, tenuto in città agli inizi di dicembre. L’obiettivo era quello di avvicinare giovani e meno giovani ai temi scientifici e alla conoscenza del lavoro e delle attività delle istituzioni che a Oristano conducono attività di ricerca scientifica e di alta formazione. Obiettivo centrato. Ieri mattina, i tre giorni intensi del festival che, per la sua prima edizione, era intitolato “La Scienza che unisce i popoli”, sono stati rievocati nel corso di una breve cerimonia tenuta nell’Aula Magna dell’Istituto Mariano IV. A far gli onori di casa, il vicepreside, Maurizio Congiu, mentre l’evento è stato animato da Rosalba Murgia, divulgatore scientifico dell’Imc di Torregrande e il professor Paolo Zucca dell’Università di Cagliari. Presenti anche Elisabetta Piro e Maria Becchere di ScienzaSocietàScienza, associazione che da anni promuove l’omologa manifestazione di Cagliari. Protagonisti sono stati soprattutto gli studenti degli Istituti superiori cittadini e di Ghilarza, come il Liceo Othoca, il Mariano IV e l’Alberghiero “Don Deodato Meloni” che hanno fatto in modo che il festival si svolgesse nel modo migliore. Conferenze, laboratori, mostre e attività per gli studenti delle Superiori, che hanno approfondito temi di grande attualità, dai vaccini alle migrazioni, solo per fare qualche esempio; ma anche la scienza raccontata ai più piccoi, , da autori del calibro di Irene Venturi. Ieri è stata anche l’occasione per sottolineare il grande interesse di pubblico per le mostre di acquerello e fotografia allestite nei locali della sede universitaria al chiostro del Carmine, ma anche gli eventi all’International Marine Centre di Torregrande e ancora al Chiostro del Carmine, al Centro culturale Unla di via Carpaccio (in collaborazione con la Libreria Mondadori), lo show dello chef Alberto Sanna che ha scelto i legumi destinati a divenire la fonte principale di proteine del futuro, accompagnato da una degustazione, di cui sono stati protagonisti anche l’Osvic e Italia Nostra.


 
 

LA NUOVA SARDEGNA

14 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 gennaio 2017 / Pagina 17 Attualità
L’ambulante ha filmato l’incontro con la telecamera della polizia, poi la denuncia
Domani l’anniversario del sequestro. I genitori: «Inarrestabili nel volere la verità»
COSÌ HANNO TRADITO REGENI La spia: «Mi servono soldi»
ROMA «Il denaro non è mio. Non posso usare i soldi per nessun motivo, perché sono un accademico». Così, Giulio Regeni, il 6 gennaio scorso cercava di spiegare al capo del sindacato degli ambulanti egiziani, Mohamed Abdallah che non poteva spillargli soldi, che lui era solo un ricercatore universitario. È l’ultimo video che ritrae vivo il giovane friulano. E a un anno dalla scomparsa di Giulio, la madre Paola Regeni davanti all’ultima immagine di Giulio, intervistata da Il Piccolo, ha detto chiaramente: «Non ci siamo mai sottratti a nulla, pur di ottenere la verità e giustizia. Sappiamo essere pazienti, ma inarrestabili, vogliamo la verità e la vogliamo tutta». Pochi giorni dopo quel video, il 25 gennaio, Giulio verrà rapito e il suo corpo martoriato verrà ritrovato il 3 febbraio lungo l’autostrada Cairo-Alessandria. E ora quel colloquio, che segnerà per sempre la vita del giovane friulano è apparso in un video mostrato alla tv egiziana e consegnato dalla procura del Cairo all’Italia. Conferma che Abdallah lo aveva “venduto” agli uomini del ministero degli Interni. È stato lui con una microcamera della polizia, nascosta nel giubbotto a girare il video. Ma la verità sulla morte del ragazzo, del perché del sequestro, delle torture, dei depistaggi non è ancora stata raccontata. Perché il video viene considerato, almeno in parte, l’ennesimo tentativo di allontanare i vertici dei servizi segreti dalla morte del ragazzo. Puntando ad una storiaccia di soldi, di un informatore della polizia che gioca su tavoli diversi, pronto a tutto pur di guadagnarci. Il video. «Mia moglie ha il cancro e deve essere operata» si sente dire da Abdallah a Regeni che gli risponde in arabo «Non posso usare i soldi e sulle relazioni all’istituto britannico non posso scrivere che voglio utilizzare questo denaro a titolo personale». Ma l’altro insiste: «Non ci sono altri modi di usare i soldi a titolo personale?». Regeni: «I soldi arrivano ma attraverso la Gran Bretagna e il Centro egiziano che lo dà agli ambulanti. Non ho poteri a questo proposito». La conversazione prosegue con Abdallah che gli chiede «che tipo di informazioni vuoi, che le preparo subito?». E il ricercatore che ribadisce il suo ruolo di accademico: «Qual è la cosa più importante per te per quanto riguarda il sindacato e quali sono i problemi del sindacato. Voglio idee a partire da tale questione, la più importante per noi e si potranno sviluppare idee». Quel rifiuto forse segnerà la sua condanna a morte. Pochi giorni più tardi il ragazzo sarà rapito, torturato e ucciso. Lo hanno pestato, lesionato gli organi interni, spezzato le dita e inciso la schiena. Perché gli è stato fatto tutto questo? Il Comitato di controllo sui servizi segreti nei giorni scorsi ha visionato il video e oggi sarà il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni a darne un’interpretazione davanti al Copasir. Rimane anche da capire il ruolo dell’università di Cambridge. Dopo la solidarietà, il silenzio. Eppure, sulle pagine del suo diario, Regeni annotava che gli accademici inglesi venivano informati quotidianamente delle persone che incontrava e dei rischi che stava correndo per completare la ricerca che loro gli avevano commissionato. Perché non lo hanno fermato? L’anniversario a Fiumicello. Domani, è un anno da quando Giulio Regeni sparì nel nulla mentre stava andando alla festa di compleanno di un amico. A Roma, Amnesty International ha organizzato una manifestazione. Ci sarà un collegamento con i genitori di Giulio, Claudio e Paola che invece hanno voluto restare nel loro paese, Fiumicello in provincia di Udine. La famiglia ricorderà il proprio ragazzo in un modo semplice. «Alle 19,41, l’ora in cui Giulio è uscito di casa al Cairo per andare incontro al suo orribile destino noi saremo in piazza a Fiumicello per una fiaccolata». Perché il loro dolore non ha bisogno di folle. «Il dolore - confessa ancora Paola Regeni a “Il Piccolo” - è una presenza costante, implacabile».(f.cup.)
 
 



LA NUOVA SARDEGNA

15 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 gennaio 2017 / Pagina 37 - Cultura
Al lavoro con autori e registi. Il progetto di un centro multimediale
Percorsi di formazione per il cinema
SASSARI L’università di Sassari e il Premio Solinas, in collaborazione con le università di Cagliari e Roma Tor Vergata, Cinemed/Festival International de Montpellier, il Festival del Cinema italiano di Madrid e il Comune di La Maddalena, realizzeranno un percorso di formazione che si muove su due linee: lo sviluppo di progetti cinematografici originali (soggetti, sceneggiature) e la co-progettazione di un Centro di Alta Formazione multimediale internazionale per operatori del settore televisivo e cinematografico a La Maddalena. Gli studenti dell’area umanistica lavoreranno prioritariamente sullo studio e lo sviluppo di sceneggiature selezionate dai partner internazionali, con l’opportunità di partecipare attivamente al processo creativo degli autori e sotto la guida di tutor esperti. Gli studenti di architettura avranno l’opportunità di lavorare su uno spazio in disuso per svilupparne la possibile riqualificazione. Il progetto si svilupperà in più fasi e si articolerà in giornate internazionali, durante le quali i partecipanti incontreranno docenti universitari, giovani sceneggiatori e registi per una full immersion di masterclass e di attività pratica.
 
 



LA NUOVA SARDEGNA

16 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 gennaio 2017 / Pagina 35 - Cultura
Alla Biblioteca universitaria di Sassari un percorso che ricostruisce gli anni della dominazione italiana in Africa
LA SARDEGNA E LE SUE MEMORIE COLONIALI
Domani alle 18 nella Biblioteca universitaria di Sassari sarà inaugurata la mostra «L’Africa coloniale nel ricordo e nella memoria», all’interno del progetto «Sardegna d’oltremare» che ha coinvolto i ricercatori del Dipartimento di storia dell’Università di Cagliari e del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Sassari. Pubblichiamo un pezzo del curatore della mostra, Giuseppe Zichi.
di GIUSEPPE ZICHI Questa mostra è il punto d’arrivo di un progetto di ricerca sulla Sardegna d’oltremare, frutto di un lungo studio sulle memorie conservate negli archivi e collezioni di famiglia del nord Sardegna oltre che nella Biblioteca universitaria di Sassari. Il percorso espositivo vuole ricostruire la storia del colonialismo italiano in Africa attraverso le testimonianze che i sardi si sono portati con sé al rientro nell’isola e che i familiari hanno gelosamente conservato nelle loro case, e con grande liberalità messo a disposizione di questa mostra. È Luigi Aperlo a raccontarci attraverso cartine, libri e cimeli la guerra di Libia. Consigliere aggiunto di prefettura in missione a Tripoli e segretario particolare di Vittorio Menzingher, quando viene nominato governatore civile della Tripolitania, si porta a Sassari un ricco bagaglio di memorie. Come i menù dei pranzi ufficiali della prefettura, conservati quasi come souvenir da Aperlo e studiati da Giovanni Fancello. Se l’esperienza coloniale rappresenta una delle più grandi emozioni degli italiani è più che probabile che questa emozione, con il procedere della guerra, passi in secondo piano. Sono proprio le suggestioni verso una terra sconosciuta, sebbene con una lunga storia (come testimoniano i bronzetti esposti), a caratterizzare anche la vita dei sardi nelle colonie. Ce lo fa capire molto bene il ricchissimo fondo fotografico appartenuto a Raffaele Tocco, un medico sassarese che nel 1936 decide di lasciare la Sardegna per l’Africa per poi farvi ritorno alla fine della guerra. La memoria viaggia però non solo attraverso la fotografia ma anche con le opere di artisti sardi che, a partire dagli anni Venti del secolo scorso, sentono il bisogno, per motivi personali e artistici, di lasciare la Sardegna per trasferirsi in Africa: una terra fatta di paesaggi quasi inafferrabili. Sono i lavori di Giuseppe Biasi, Melkiorre Melis e Bernardino Palazzi - provenienti tutti da una collezione privata - a dimostrarlo. La mostra non vuole essere tuttavia un ennesimo tentativo di semplificare la realtà, occultando l’essenza del colonialismo. Al contrario, è l’occasione per approfondire la comprensione di quella vicenda storica, osservandola da una prospettiva più ampia, proprio grazie alle testimonianze di chi l’ha vissuta. Le storie più significative sono in questo senso quelle di Agostino Piredda, destinato al Tribunale militare di guerra di Bengasi durante il primo conflitto mondiale, e di Giovanni Antonio Mura, segretario particolare di Alessandro Pirzio Biroli (governatore dell’Amhara) in epoca fascista. Vicende, queste, diverse per periodo e per storie personali ma che ci fanno capire la complessità di un fenomeno che non può essere affrontato solo in un’unica direzione, come emerge dalla lettera indirizzata nel 1938 a Mura da un suo subordinato. Un documento assai interessante (e a tratti compromettente) sull’operato degli italiani nelle colonie, nel quale si procede a un raffronto tra l’Asmara italiana delle origini e quella del 1938: "Asmara d’allora … quante differenze da quella d’oggi" si legge. E ancora: "La Colonia, è passata dalla serenità alla bizzarria più spinta. Non può durare così. Anzi, sarebbe opportuno che, mentre qui gli ufficiali e gli ascari morti sono una vera ecatombe, si moderasse - nelle città dell’Impero ove l’immoralità e la disonestà sono massime - la frenesia dei divertimenti, sostenuti e alimentati dai biglietti da mille dei parvenus, saliti ad altezze vertiginose, scalando cumuli di morti". Insomma, una lettura tutt’altro che agiografica di una vicenda assai complessa. Completano questo quadro, che non pretende di essere esaustivo ma solo rappresentativo della partecipazione dei sardi alle vicende d’oltremare, le memorie di Diego Cossu e di Gavino Casula, partiti negli anni del fascismo da due piccoli centri della provincia di Sassari. Cossu racconterà la sua esperienza in Africa nelle pagine di un romanzo, rimasto ad oggi inedito, e Casula attraverso disegni realizzati con i pochi colori che aveva a disposizione e una grande varietà di scatti fotografici.

 
 

redazioneweb@unica.it


RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie