ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 January 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
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![L’UNIONE SARDA](/unica/resources/static/img/unione_sarda(1).jpg)
1 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 ‐ Edizione CA)
Università in lutto:
ADDIO AL PROFESSOR AYMERICH
Aveva una dote che tutti gli riconoscevano: sapeva vedere lontano grazie a un intuito che ha segnato la sua lunga carriera accademica. Francesco Maria Aymerich è morto mercoledì notte all’età di 78 anni a causa di una malattia che lo aveva colpito da tempo. Difficile definire il professore che dopo la laurea in Fisica ‐ grazie alla quale vinse il concorso nell’Ateneo cagliaritano negli anni Sessanta ‐ divenne un vero e proprio pioniere dell’Informatica in Sardegna. Negli anni Ottanta, infatti, capì l’importanza di quella che era allora una nuova scienza e creò il Centro interdipartimentale attraverso il quale venivano offerte consulenze anche alle altre discipline.
Fu fondatore del Consorzio per l’informatica, la formazione e la ricerca avanzata (Cifra) di cui facevano parte enti
pubblici e privati e attraverso il quale avviò numerose collaborazioni e attivò un’offerta formativa che, tra le tante
cose, istituì il master in tecnologie avanzate insieme alla Scuola Sant’Anna di Pisa. Fu presidente della prima scuola
a fini speciali di informatica fino al corso di laurea e a lui si deve l’istituzione di quello che fu il primo corso universitario
online in Italia nel 2001. Figlio di Giuseppe Aymerich che fu rettore dell’Università di Cagliari dal 1974 al 1979,
Francesco Maria Aymerich ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro.
2 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 47 ‐ Edizione CA) Il personaggio Psichiatra, docente universitaria, studiosa appassionata: era nata nel ’25
ADDIO, NEREIDE RUDAS
La ragione e il sentimento «Mi progetto ancora. Non ho tempo per i rimpianti. Ne ho solo uno: sono giunta in zona Cesarini e so che molti progetti non potranno realizzarsi. Ho fiducia che i miei allievi continueranno dopo di me». Si progettava ancora, Nereide Rudas,
psichiatra di prima grandezza, mentre sette anni fa si raccontava ai microfoni di Radio Sardegna. Nel primo pomeriggio di ieri se n’è andata, a 91 anni, nella sua casa cagliaritana piena di luce, di arte, di bellezza.
La morte è stata gentile con lei. Un’influenza durata un giorno, e poi la fine, improvvisa e imprevista. Sorprendente, persino. Si può morire
essendo così vive, straordinarie, e piene di futuro? La sua era la tempra della pioniera. È stata, a 17 anni, una delle
tre studentesse iscritte al primo anno della facoltà di medicina di Bologna. A 19 si è sposata, è rimasta vedova
giovanissima, con un figlio bambino, Piero Marongiu (ora criminologo) e gli studi ancora per aria. Poi la fondazione
a Milano dell’Istituto di Psicologia forense, la medaglia d’oro dell’Accademia forense americana, la fondazione
e la direzione della Clinica psichiatrica e della scuola di psichiatria dell’Università di Cagliari, prima donna in Europa
a ricoprire una carica così importante. Era anche presidente onoraria della società italiana di psichiatria forense. Una vita piena, fatta di studi, di impegno professionale e sociale, di passione, rigore, cultura. Presidente dell’Istituto Gramsci della Sardegna, autrice di testi fondamentali sulla criminalità sarda, sull’emigrazione, sull’identità. Prezioso il suo “L’isola dei coralli”, che analizza i grandi scrittori sardi attraverso il linguaggio della psichiatria. Da Deledda a Gramsci, da Lussu a Dessì, a Salvatore Satta. Saggi di grande importanza letteraria e scientifica, a dire della sua visione globale del mestiere di psichiatra, del suo impegno civile, del suo lucido stare al mondo. Nel mese di febbraio l’aspettavano due appuntamenti importanti. A Bosa, città che amava, lei che era nata a Macomer da una famiglia di origini ebraiche, l’attendeva il conferimento della cittadinanza onoraria dal sindaco Luigi Mastino e dall’assemblea civica. L’altro era il premio Alziator, che presiedeva. L’ultima sua apparizione pubblica, il 25 novembre scorso a Cagliari, Palazzo di Giustizia. A parlare di donne, nella Giornata contro la violenza di genere, a riproporre i temi analizzati nel suo ultimo libro, “Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio”, edito da AM&D e scritto con Sabrina Perra, docente di sociologia economica, e Pippo Puggioni, ordinario di Statistica a Scienze politiche. In quell’occasione indossò un abito nero, illuminato dalle amate perle. Il vestito del lutto. Accanto a sé, con gli autori, volle la rettrice Maria Del Zompo, la prefetta Giuliana Perrotta, la presidente della Corte d’Appello Grazia Corradini e Maria Francesca Chiappe, caporedattrice e capocronista dell’Unione Sarda, che pochi mesi fa le ha dedicato un’intervista a tutto tondo. Quell’uscita pubblica è stata il suo testamento spirituale. L’affermazione forte che è necessario parlare con voce di donna, se si vuole rifondare una cultura fondata sul rispetto. Vestì di azzurro, il colore dei suoi occhi, quando a ottobre presentò nella scuola media di via Stoccolma il libro di Giorgio Pisano “Uscita di sicurezza”, vincitore del premio Alziator, scritto con la supervisione della psichiatra Maria Cantone e dedicato a un tema a lei così familiare: la malattia mentale. Nereide Rudas, ancora con Maria Francesca Chiappe accanto, doveva ricordare Giorgio. Cambiò programma, ignorò il testo scritto, disquisì di disagio, sofferenza, follia, attuando un’operazione di rimozione al suo mestiere ben nota. «Non sarei riuscita a parlare di lui senza piangere», si giustificò. Altera, lucidissima, era una donna profondamente affettiva, e bella. «Mi dicono che quando parlo uso il logos, la ragione, ma anche il pathos», diceva. Si compiaceva di questa empatia. E l’attribuiva al suo essere innanzitutto un medico. «Un medico è per sempre». Parlò anche di libertà: «In lingua sumera si dice amargi. Significa ritorno alla madre: ritrovare sé stessi, il proprio fondo. Sentirsi davvero liberi». Maria Paola Masala
3 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 47 ‐ Edizione CA)
L’ULTIMO LIBRO. Il muliericidio
Quelle povere donne morte senza riposo «Non è un libro sulle donne, ma per le donne. Costruisce la speranza che il mondo possa parlare con la loro voce». Con questo messaggio Nereide Rudas aveva consegnato al pubblico il suo ultimo lavoro “Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio (Am&D edizioni)”. Scritto con Sabrina Perra e Giuseppe Puggioni, è un’analisi rigorosa e attenta del fenomeno in Italia, con un focus riservato alla realtà sarda. La professoressa aveva scelto di presentare il volume lo scorso 25 novembre (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) nell’aula magna della Corte d’appello di Cagliari. C’era un pubblico numerosissimo ad ascoltare le sue parole e a raccogliere ‐ oggi se ne ha la consapevolezza ‐ il testimone delle battaglie per le quali la studiosa si è spesa. «In un mondo ancora androcentrico, quasi conseguite parità professionale e e politica, esiste ancora distanza tra la donna e la sua società. Il mio augurio è che si raggiunga l’effettiva parità simbolica». ( m . a .)
4 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 47 ‐ Edizione CA)
IL RICORDO Gessa: «Che piacere discutere con lei» Carpiniello: «Maestra» Filippini: «Immensa» Quest’anno, a Natale, al Poetto non l’hanno vista. Era una figura familiare, lì, sulla spiaggia dei cagliaritani dove lei, come la mitica madre di Achille dalla quale prendeva il nome, si immergeva ogni giorno per respirare il sussulto delle onde. Nereide Rudas, madre nobile della psichiatria sarda, era insieme forza e sapienza. Nata a Macomer 92 anni fa, discendeva dall’ultima famiglia di ebrei sardi, ma Dio e Bibbia non furono mai per lei importanti se non come motivo di studio. Una donna contro. Contro le convenzioni, contro i pregiudizi, contro i luoghi comuni. Bella, affascinante e soprattutto dura e sprezzante: ti guardava dritto negli occhi e ti diceva sempre in faccia ciò che pensava. Perché era l’immagine stessa della scienza: vera. Sin dal liceo scoprì nella tragedia greca le relazioni con quella che sarebbe dovuta essere la sua professione ma soprattutto la sua scelta di vita: la psichiatria, cioè lo studio di tutto ciò che nella mente umana è recondito, pur stando alla base di ogni ragionamento logico. «Avevamo molte cose in comune che ci dividevano», dice commosso Gianluigi Gessa, medaglia d’oro della psichiatria. «Lei aveva una visione freudiana‐marxista e psicosociale della psichiatrica, era interessata alla parte più umanistica, io più all’aspetto biologico. Ma era un piacere discutere con lei. E così le dicevo: “Tu studi l’albero, io la foresta”. Il direttore editoriale de L’Unione Sarda Gianni Filippini definisce «incolmabile il vuoto che si è aperto nella cultura sarda con la sua scomparsa. Psichiatra di riconosciuto valore internazionale ha saputo indagare e svelare i segreti della nostra identità. Fondamentali le opere su banditismo, emigrazione e, proprio di recente, femminicidio». «Ne ricordo l’intelligenza sottile, le battute taglienti e spesso geniali», racconta Luca Pani, psichiatra: «Veniva ascoltata da tutti anche per l’equilibrio delle posizioni e l’attenzione al mondo fragile e spesso ancora incompreso della sofferenza mentale umana». Sono tanti i professionisti che con lei sono cresciuti. Da Silvano Tagliagambe all’amico di sempre, il professor Sandro Riva, eccellenza dell’anatomia. Bernardo Carpiniello fu il suo primo allievo. «Mi mancherà», ricorda. «Le devo tutto. Impossibile non amarla. Superava tutti e ha battuto ogni record. Mi mancherà, la professoressa, mia maestra». Virginia Saba
5 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 ‐ Edizione CA) VIA TRENTINO. Pitirra: «La Regione ha tagliato all’Ersu i finanziamenti per la manutenzione» LA CASA DELLO STUDENTE? UN FREEZER
Fuori uso l’impianto di riscaldamento: disagi anche nella mensa «Un gelo infernale, la notte rischiamo l’assideramento». Da domenica l’impianto di riscaldamento della Casa dello studente di via Trentino è fuori uso e per oltre 260 universitari la vita nella struttura di proprietà dell’Ersu è diventata un incubo. A rendere più delicata la situazione il fatto che gli infissi, soprattutto nei piani alti, sono ridotti male e la pioggia entra con facilità allagando le stanze, i bagni e le aule dedicate allo studio. Riscaldarsi è impossibile: l’uso delle stufe elettriche o a gas è vietato per motivi di sicurezza. Per cercare di attenuare i disagi l’Ente regionale per il diritto allo studio non ha trovato di meglio che concedere ai ragazzi l’uso di una coperta in più. «La Regione ha tagliato i fondi per la manutenzione e i vecchi impianti si bloccano», denunciano i rappresentanti degli universitari. NOTTI D’INFERNO Ieri il maltempo si è concesso una tregua. Il tiepido sole di metà mattina stempera le stanze gelide della Casa di via Trentino. Che già nella hall d’ingresso mostra i segni del degrado. Alla destra del bancone del ricevimento, dove gli studenti depositano la chiave e i visitatori i documenti, una rete non riesce a nascondere i ponteggi dei tubi innocenti. Hanno il compito di sorreggere un solaio lesionato che rischia di cadere da un momento all’altro. Al nono piano c’è la stanza di Maristella Carta, 27 anni, di Narcao,
studentessa di Scienze economiche, politiche e giuridiche, e rappresentante per gli studenti all’Ersu. La vista toglie il respiro tanto è bella. Ma la poesia passa subito. «Viviamo al gelo da domenica sera», racconta. «Prima al settimo piano e poi rapidamente sino all’undicesimo tutte le stanze si sono trasformate in frigoriferi». Non è una scusa, studiare in queste condizioni è davvero difficile. «Per motivi di sicurezza non ci è consentito di utilizzare stufe o altro. L’Ersu ci ha messo a disposizione una coperta, ma sono di quelle tipo militare», precisa Maristella Carta. «Rigide, ingombranti e pesanti. E a poco servono di notte, quando, soprattutto nei piani alti, le temperature diventano insopportabili. Ho dovuto chiederne un’altra, ma non è sufficiente. Di mattina siamo costretti a scappare e trovare rifugio in qualche biblioteca riscaldata. Un problema per i ragazzi disabili che non possono spostarsi con molta facilità. Per fortuna abbiamo almeno l’acqua calda». L’impianto di riscaldamento rotto veniva utilizzato anche per la mensa, al pian terreno dell’edificio. «Ogni giorno circa 800 universitari mangiano al freddo». REGIONE LATITANTE Francesco Pitirra è il rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu. «Altro che diritto allo studio. La Regione ha tagliato drasticamente il fondo che ci consentiva di pagare le spese e gli interventi di manutenzione. Pensate ‐ precisa Pitirra ‐ che l’anno scorso abbiamo richiesto per via Trentino 925 mila euro. Ebbene, con avanzi interni di bilancio siamo riusciti a racimolarne appena 91 mila». Morale della favola, infissi a pezzi, impianti rotti e degrado generale. Che aumenta anno dopo anno. «È inutile che Università e Regione si concentrino su iniziative inutili quando i beni dell’Ersu sono allo sfascio e le Case dello studente di via Roma e via Monte Santo sono chiuse». POMPE ROTTE «I ragazzi hanno ragione. Purtroppo l’impianto di riscaldamento si è rotto perché è vecchio e ha bisogno di interventi urgenti. Non sappiamo quando e se potrà essere riparato». Antonio Luca Funedda, presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio, è sconsolato. «Il disagio per gli studenti è forte, lo capisco. Il taglio dei fondi a nostra disposizione ha comportato una diminuzione delle manutenzioni ordinarie. Abbiamo presentato le nostre esigenze, ma di risposte non ne sono mai arrivate». Andrea Artizzu
6 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Borsa (Pagina 17 ‐ Edizione CA) La Sardegna continua ancora ad avere la crescita più alta tra le regioni italiane
STARTUP, NON TUTTO FILA LISCIO Aumenta il numero ma la metà delle società è in perdita Non si ferma la corsa all’oro dell’innovazione: in tutta Italia sono sempre di più le nuove imprese che si iscrivono al registro delle startup innovative (sono 6.745 con un aumento del 6% in tre mesi) e la Sardegna, che pure si colloca al dodicesimo posto in valori assoluti (con 161 aziende), continua a detenere lo scettro della più alta crescita tra tutte le Regioni (+12,6% da marzo 2016). Ma i conti a volte non tornano e se il quadro dell’ecosistema dell’innovazione appare stabile, è ancora acerbo e si fatica a comprendere in che termini si possa parlare di una scommessa vincente. IL REPORT Lo dicono gli ultimi dati (aggiornati a dicembre 2016) del “Cruscotto sulle startup innovative”, ricavati dal registro speciale tenuto dalle Camere di commercio, che parlano di un calo del numero degli addetti e del valore della produzione media, giunta a 144mila euro (‐5%). Una società su due è in perdita (57%) e il reddito operativo complessivo è negativo per 86 milioni. Tra le criticità poi ci sono gli investimenti attratti (rari e quasi solo pubblici), siti web quasi assenti (un paradosso per chi fa dell’innovazione il suo core business) e pochi brevetti depositati. IL PASSAGGIO Non va però dimenticato che si tratta di imprese neonate e con un Dna competitivo, oltre al fatto che sui dati incide un fattore non trascurabile: il decreto “Crescita 2.0” del 2012 (che disciplina le startup), aveva previsto un regime transitorio di 4 anni per le imprese già costituite prima della sua entrata in vigore. Ciò significa che le statistiche risentono della normale fuoriuscita di molte startup che hanno abbandonato la fase dell’infanzia per lanciarsi, forse, verso l’età adulta. UNDER 35 Certamente le start up italiane sono giovani, ma non femminili: le compagini sociali con prevalenza di donne rappresentano il 13,65% del totale, contro un rapporto del 16,91% nelle società di capitali; quelle con prevalenza di under 35 sono, invece, il 22,8% del totale, una quota più di tre volte superiore rispetto a quella rilevata tra tutte le società di capitali (7,09%).
Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 70,56% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (produzione software e consulenza informatica per il 30,41%; attività di ricerca e sviluppo, 14,37%; attività dei servizi d’informazione, 8,18%), il 19,45% opera nei settori dell’industria in senso stretto e il 4,31% nel commercio. Non è tutto oro quello che luccica, si direbbe, ma alla fine sarà il mercato a decretare quante e quali realtà cammineranno con le proprie gambe verso l’età adulta. Marzia Piga
7 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 23 ‐ Edizione CA) GUERRE E BATTAGLIE, IL LIBRO Verrà presentato domani alle 17,30 nello spazio eventi della Mem il libro “Guerre e battaglie. Conflitti di ieri, tensioni di oggi” a cura del Centro Studi il Mediterraneo Al‐Mutawassit. Interverranno Emanuela Locci, curatrice del volume, e gli autori Carmen Corda, Roberto Ibba e Francesco Pongiluppi. Coordina i lavori Luca Puddu dell’Università di Cagliari. Presenta il libro Margherita Sulas, ricercatrice. 8 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Provincia Medio Camp (Pagina 32 ‐ Edizione CA) SAN GAVINO I giuristi e la Resistenza, oggi il convegno dell’Anpi Coltivare il valore della memoria del periodo della Resistenza e trasmetterlo ai giovani. È la finalità del convegno «I giuristi nella Resistenza, tra storia e diritto» organizzato dall’Anpi del Medio Campidano oggi dalle 9.30 nella sala convegni del ristorante di via Nuraci 1. L’iniziativa vedrà la partecipazione dell’associazione Antonio Gramsci di Cagliari, dell’Istituto sardo per la storia dell’Antifascismo e della società contemporanea. Si parlerà delle biografie di giuristi formatisi nel periodo della dittatura fascista che poi parteciparono, in varie forme, alla lotta di Liberazione. «L’intento», spiega Carlo Marras, presidente dell’Anpi del Medio Campidano, «è coltivare una cultura della memoria». I lavori saranno coordinati da Gianna Lai, presidente dell’Anpi di Cagliari. Interverrà Elena Bindi, del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena: parlerà di «Calamandrei e del sogno di una società più giusta». (g. pit.)
9 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Economia (Pagina 16 ‐ Edizione CA)
CONFINDUSTRIA
Innovazione digitale: lo sportello per imprese Confindustria Sardegna si candida a diventare il primo referente della Regione per il piano del governo Industria 4.0, con la costituzione di un hub specifico per sostenere e promuovere le imprese nei processi di innovazione messi in moto dagli incentivi statali. L’associazione che riunisce gli industriali ha presentato all’assessorato regionale della Programmazione una proposta per la nascita dello sportello, chiamato Digital Innovation Hub (Dih), che sarebbe tra le prime esperienze di questo tipo in Italia e che avrebbe sede nell’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari. I Dih fanno parte di una rete europea e nazionale che, mettendo a sistema in specifici protocolli di collaborazione le strutture pubbliche e private dei diversi territori che operano nel campo dell’innovazione (Università, centri di servizi Ict, Centri di ricerca, Parchi scientifici e Poli tecnologici, Incubatori di startup, FabLab), hanno la funzione di assistere le imprese nella costruzione dei progetti di innovazione, nell’orientamento verso le strutture di alta competenza tecnologica, di rilievo nazionale o europeo, e nell’accesso alle agevolazioni di Industria 4.0. «Oltre al ruolo, anche finanziario, imprescindibile della Regione», si legge in una nota di Confindustria, «per il successo del Dih è fondamentale la partecipazione attiva di soggetti come le Camere di Commercio, banche e potenziali finanziatori dei progetti di innovazione». ( mar. pi. )
10 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cronaca di Nuoro (Pagina 41 ‐ Edizione CA)
NUORO Erasmus, incontro all’università Il Comune e il centro Europe Direct organizzano per il 24 gennaio, alle 9, l’info day Erasmus+, in collaborazione con l’agenzia nazionale Erasmus+ Indire per la pubblicazione delle news nella home page del Comune di Nuoro e nella pagina dedicata Europe Direct. Tema “Il programma Erasmus+. Opportunità e novità 2017 per le azioni Ka1 e Ka2 del settore Istruzione Scolastica. Aspetti gestionali e finanziari”. Appuntamento nell’aula magna dell’università nuorese in via Salaris. Intervengono Caterina Miniati e Lorenzo Guasti.
.it
11 ‐ LA NUOVA SARDEGNA.it di giovedì 19 gennaio 2017
ADDIO A NEREIDE RUDAS,
la grande psichiatra si è spenta a Cagliari Originaria di Macomer, ha fondato e diretto la prima Clinica psichiatrica in Sardegna. Era alla guida dell’Istituto Antonio Gramsci
CAGLIARI. Nuovo lutto nel mondo della cultura sarda. A pochi giorni dalla scomparsa dell’antropologo e scrittore Giulio Angioni si è spenta a Cagliari Nereide Rudas. Docente e psichiatra di fama internazionale, una vita a contatto con il disagio mentale e caratterizzata da una lunga e intensa attività professionale. Originaria di Macomer ( Nuoro), dove era nata nel 1925, ha fondato e diretto la prima Clinica psichiatrica in Sardegna. Profonda conoscitrice del pensiero e dell’opera di Antonio Gramsci, era alla guida dell’Istituto sardo a lui intitolato. La studiosa era anche presidente della Società italiana di Psichiatria forense. Autrice e coautrice di varie pubblicazioni, ha iniziato a studiare medicina in un’epoca in cui il campo era precluso alle donne.
12 ‐ LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 gennaio 2017 / Pagina 28 ‐ Cultura e spettacoli Nata a Macomer, docente a Cagliari: era la presidente della Società italiana di psichiatria forense È morta a 81 anni la psichiatra Nereide Rudas CAGLIARI Lutto nel mondo della cultura sarda: ieri nella sua casa di Cagliari è morta Nereide Rudas, studiosa apprezzata a livello internazionale, impegnata in prima linea nella prevenzione della malattia psichiatrica in Sardegna. Nata a Macomer nel 1935, Nereide Rudas ha lavorato con passione e competenza in un campo che sino a qualche decennio fa guardava ancora con scetticismo le donne. Docente universitaria in Psichiatria a Roma e a Cagliari, direttore dell’Istituto e della Scuola di specializzazione di Psichiatria, era presidente della Società italiana di psichiatria forense. Tra i suoi scritti: «Caratteristiche, tendenzialità e dinamiche dei fenomeni di criminalità in Sardegna» (con Giuseppe Puggioni; «Emigraione sarda. Caratteristiche strutturali»; «Identificazione e identità nella genealogia individuale e collettiva: il caso delle Carte d’Arborea»; «L’isola dei coralli. Itinerari dell’identità»; «Le Carte d’Arborea come romanzo delle origini»; «Storie senza». Ultimamente i suoi studi si erano orientati verso i casi di depressione causati dalla crisi economica, in particolare dalla perdita o dall’assenza di lavoro. Forte la sua passione per il pensiero di Antonio Gramsci: è stata presidente dell’Istituto Gramsci della Sardegna. Proprio l’altro ieri a Nereide Rudas Bosa ha conferito la cittadinanza onoraria. A Bosa Nereide Rudas trascorreva le ferie estive, nella villa che si affaccia sulla foce del fiume, a due passi dalla scogliera di Cane Malu, e tutti la conoscevano. «Ho appreso questa mattina – dice il sindaco Luigi Mastino – della sua morte improvvisa, l’ho sentita telefonicamente una settimana fa per comunicarle l’intenzione di conferirle la cittadinanza onoraria, e mercoledì sera dopo il consiglio, per annunciarle che tutti si erano espressi favorevolmente. Era veramente felice, so che teneva moltissimo a Bosa. Per lei è stata una gioia enorme mi è stato riferito da chi l’ha assistita nelle ultime ore di vita». «Con Nereide Rudas – aggiunge Mastino – perdiamo una delle persone di cultura più significative della Sardegna: per il suo impegno scientifico nell’ambito della psichiatria, riconosciuto a livello internazionale, per le sue pubblicazioni, l’ultima sull’uxoricidio, e le sue battaglie civili».
13 ‐ LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 gennaio 2017 / Pagina 6 ‐ Sardegna La Regione impugnerà la legge di stabilità nazionale per recuperare 120 milioni
SANITÀ, ORA È SFIDA ALLO STATO CAGLIARI Il cammino della Finanziaria è cominciato, in Consiglio regionale, con una sfida allo Stato: «Non possiamo più sostenere il peso degli accantonamenti, 684 milioni, e caricarci sulle spalle anche i nuovi costi della sanità, a cominciare dai farmaci innovativi che alle altre regioni sono rimborsati in gran parte». Ha esordito così l’assessore al bilancio, Raffaele Paci, nell’aula della commissione che lo aveva convocato per illustrare e spiegare la manovra contabile. Fra qualche giorno la giunta ‐ è stato il secondo annuncio ‐ impugnerà davanti alla Corte costituzionale la Legge di stabilità nazionale proprio «per l’esagerato peso degli accantonamenti». Che cosa sono? In parole spicce, sono i milioni che spetterebbero alla Sardegna ma bloccati, a Roma, per abbattere il debito pubblico nazionale. Il ragionamento della nuova vertenza è questo: la Sardegna, come le altre regioni, è giusto che contribuisca a risanare i conti dello Stato, ma non in «modo esagerato e a tempo indeterminato». Perché la Sardegna, al contrario delle altre regioni, da Roma non riceve un euro di rimborso per i farmaci innovativi, ad esempio quelli necessari per curare l’epatite C, e neanche sui maggiori costi, calcolati ogni anno, dei livelli minimi garantiti dal servizio sanitario. Dal 2006, anno dell’accordo Prodi‐Soru, tutta la sanità è a carico della Regione. Solo che ora i costi sono diventati insostenibili e la Regione ha detto basta. Dal ricorso, in caso di vittoria, la giunta vorrebbe recuperare 120 milioni sui 684 di accantonamenti, per destinarli proprio alla copertura delle spese extra: farmaci innovativi e assistenza minima. «Dopo la chiusura della vertenza entrate ‐ ha detto Paci ‐ vogliamo rilanciare il confronto con lo Stato per avere più risorse da spendere negli investimenti». Una scelta condivisa da Franco Sabatini, Pd, presidente della commissione bilancio: «Sugli accantonamenti dobbiamo pretendere maggiore equilibrio da parte dello Stato e in questa vertenza, che è di tutti i sardi come lo era quella sulle
entrate, chiederemo il sostegno dei parlamentari». Va ricordato tra l’altro che a maggio la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Regione sulla Legge di stabilità del 2016. Anche quello è sugli accantonamenti ma contro il trucco dello Stato di prorogarli senza mai una scadenza fissa. Seppure non ci sono stati commenti la presa di posizione non può che far piacere al centrodestra, che da sempre contesta «la resa del centrosinistra» nei confronti dello Stato. Dopo l’annuncio del ricorso, Paci ha illustrato la Finanziaria da 7,6milioni e confermato che il Consiglio avrà 25 milioni da destinare a vari capitoli di spesa. Proprio la commissione ha inviato infine la richiesta alla presidenza del Consiglio di riammettere nella legge contabile la possibilità per la Regione di partecipare a fondi immobiliari che dovrebbero garantire una maggiore resa economica proprio del patrimonio immobiliare pubblico. Per la prossima settimana, martedì, il presidente Sabatini ha convocato in Consiglio l’assessore alla Sanità Luigi Arru.
14 ‐ LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 gennaio 2017 / Pagina 22 ‐ Porto Torres Asinara, convenzione anche con l’istituto comprensivo 1 ENTE PARCO E ATENEO PUNTANO AL RECUPERO DEGLI ANTICHI OLIVETI Varato un progetto contro la dispersione scolastica di Gavino Masia PORTO TORRES Il Consiglio direttivo dell’Ente Parco nazionale dell’Asinara ha approvato nell’ultima seduta le convenzioni con il Dipartimento di Scienze della natura e del territorio dell’università di Sassari e con l’Istituto comprensivo numero 1 di Porto Torres. Il progetto dell’università riguarda le attività di studio e di restauro conservativo degli oliveti di Trabuccato e Cala d’Oliva, con contributo pari a trentamila euro per ogni anno del triennio di studio (2017‐2019). I referenti del progetto saranno i professori Sandro Dettori e Roberto Furesi, rispettivamente responsabili del Dipartimento di Economia e sistemi arborei e del Dipartimento di Scienze della natura e del territorio, e oggetto delle attività di competenza saranno da un lato un insieme di rilievi e valutazioni di carattere tecnico‐scientifico, inseriti in una relazione finale contenente l’elaborazione e la sintesi dei dati rilevati, e dall’altro il coordinamento e l’esecuzione degli interventi di tecnica agronomica. Le principali finalità della convenzione riguardano il censimento degli olivi a suo tempo coltivati, l’eliminazione della vegetazione arbustiva intrusa nell’area sotto alle chiome delle piante (di olivo e olivastro), spollonatura, potatura, innesto e raccolta delle olive da olio, monitoraggio delle malattie e dei parassiti animali e interventi di controllo con prodotti ammessi in agricoltura biologica. All’Istituto comprensivo di via Principe di Piemonte, invece, l’Ente Parco ha erogato un contributo di seimila euro (pari importo anche per il 2018 e 2019) per un progetto “Terra… Mare… e Vento” relativo al recupero per la dispersione scolastica. La finalità è quella di utilizzare il mondo della vela per avvicinare i ragazzi che frequentano la scuola alle bellezze dell’isola dell’Asinara e alle opportunità che offre. Le attività consisteranno in
lezioni con uso del computer, visione di app multimediali e lezioni all’aperto tenute da velisti esperti certificati, lezione pratica a terra sui nodi e sulle parti della barca, varie uscite in barca (optimist,
laser o cabinati), uscite in canoa, osservazioni serali del cielo stellato, un test di valutazione sulle competenze acquisite, stage di una settimana nel Parco dell’Asinara e visite alla Capitaneria di porto guidate
dal nostromo di porto e da un sottotenente di vascello. Il progetto mira prima di tutto a mantenere alto l’interesse nei confronti delle attività che la scuola svolge e a motivare anche ragazzi meno stimolati dalle attività scolastiche classiche. Dall’altra vuole valorizzare anche le eccellenze offrendo opportunità aggiuntive al percorso scolastico per gli alunni più meritevoli e migliorare la conoscenza degli alunni sugli aspetti legati all’ambiente del territorio di Porto Torres. «Tra i compiti dell’Ente Parco – dice il vicepresidente
Antonio Diana , relativamente al primo progetto, vi è quello del recupero e della salvaguardia ambientale
del patrimonio boschivo dell’isola dell’Asinara. Sul secondo progetto riteniamo necessario lavorare e investire
sui giovani, visto che il motivo per il quale è stato approvato il progetto dell’Istituto tratta un argomento che
sta a cuore a tutti, ovvero quello contro la dispersione scolastica».
Università in lutto:
ADDIO AL PROFESSOR AYMERICH
Aveva una dote che tutti gli riconoscevano: sapeva vedere lontano grazie a un intuito che ha segnato la sua lunga carriera accademica. Francesco Maria Aymerich è morto mercoledì notte all’età di 78 anni a causa di una malattia che lo aveva colpito da tempo. Difficile definire il professore che dopo la laurea in Fisica ‐ grazie alla quale vinse il concorso nell’Ateneo cagliaritano negli anni Sessanta ‐ divenne un vero e proprio pioniere dell’Informatica in Sardegna. Negli anni Ottanta, infatti, capì l’importanza di quella che era allora una nuova scienza e creò il Centro interdipartimentale attraverso il quale venivano offerte consulenze anche alle altre discipline.
Fu fondatore del Consorzio per l’informatica, la formazione e la ricerca avanzata (Cifra) di cui facevano parte enti
pubblici e privati e attraverso il quale avviò numerose collaborazioni e attivò un’offerta formativa che, tra le tante
cose, istituì il master in tecnologie avanzate insieme alla Scuola Sant’Anna di Pisa. Fu presidente della prima scuola
a fini speciali di informatica fino al corso di laurea e a lui si deve l’istituzione di quello che fu il primo corso universitario
online in Italia nel 2001. Figlio di Giuseppe Aymerich che fu rettore dell’Università di Cagliari dal 1974 al 1979,
Francesco Maria Aymerich ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro.
2 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 47 ‐ Edizione CA) Il personaggio Psichiatra, docente universitaria, studiosa appassionata: era nata nel ’25
ADDIO, NEREIDE RUDAS
La ragione e il sentimento «Mi progetto ancora. Non ho tempo per i rimpianti. Ne ho solo uno: sono giunta in zona Cesarini e so che molti progetti non potranno realizzarsi. Ho fiducia che i miei allievi continueranno dopo di me». Si progettava ancora, Nereide Rudas,
psichiatra di prima grandezza, mentre sette anni fa si raccontava ai microfoni di Radio Sardegna. Nel primo pomeriggio di ieri se n’è andata, a 91 anni, nella sua casa cagliaritana piena di luce, di arte, di bellezza.
La morte è stata gentile con lei. Un’influenza durata un giorno, e poi la fine, improvvisa e imprevista. Sorprendente, persino. Si può morire
essendo così vive, straordinarie, e piene di futuro? La sua era la tempra della pioniera. È stata, a 17 anni, una delle
tre studentesse iscritte al primo anno della facoltà di medicina di Bologna. A 19 si è sposata, è rimasta vedova
giovanissima, con un figlio bambino, Piero Marongiu (ora criminologo) e gli studi ancora per aria. Poi la fondazione
a Milano dell’Istituto di Psicologia forense, la medaglia d’oro dell’Accademia forense americana, la fondazione
e la direzione della Clinica psichiatrica e della scuola di psichiatria dell’Università di Cagliari, prima donna in Europa
a ricoprire una carica così importante. Era anche presidente onoraria della società italiana di psichiatria forense. Una vita piena, fatta di studi, di impegno professionale e sociale, di passione, rigore, cultura. Presidente dell’Istituto Gramsci della Sardegna, autrice di testi fondamentali sulla criminalità sarda, sull’emigrazione, sull’identità. Prezioso il suo “L’isola dei coralli”, che analizza i grandi scrittori sardi attraverso il linguaggio della psichiatria. Da Deledda a Gramsci, da Lussu a Dessì, a Salvatore Satta. Saggi di grande importanza letteraria e scientifica, a dire della sua visione globale del mestiere di psichiatra, del suo impegno civile, del suo lucido stare al mondo. Nel mese di febbraio l’aspettavano due appuntamenti importanti. A Bosa, città che amava, lei che era nata a Macomer da una famiglia di origini ebraiche, l’attendeva il conferimento della cittadinanza onoraria dal sindaco Luigi Mastino e dall’assemblea civica. L’altro era il premio Alziator, che presiedeva. L’ultima sua apparizione pubblica, il 25 novembre scorso a Cagliari, Palazzo di Giustizia. A parlare di donne, nella Giornata contro la violenza di genere, a riproporre i temi analizzati nel suo ultimo libro, “Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio”, edito da AM&D e scritto con Sabrina Perra, docente di sociologia economica, e Pippo Puggioni, ordinario di Statistica a Scienze politiche. In quell’occasione indossò un abito nero, illuminato dalle amate perle. Il vestito del lutto. Accanto a sé, con gli autori, volle la rettrice Maria Del Zompo, la prefetta Giuliana Perrotta, la presidente della Corte d’Appello Grazia Corradini e Maria Francesca Chiappe, caporedattrice e capocronista dell’Unione Sarda, che pochi mesi fa le ha dedicato un’intervista a tutto tondo. Quell’uscita pubblica è stata il suo testamento spirituale. L’affermazione forte che è necessario parlare con voce di donna, se si vuole rifondare una cultura fondata sul rispetto. Vestì di azzurro, il colore dei suoi occhi, quando a ottobre presentò nella scuola media di via Stoccolma il libro di Giorgio Pisano “Uscita di sicurezza”, vincitore del premio Alziator, scritto con la supervisione della psichiatra Maria Cantone e dedicato a un tema a lei così familiare: la malattia mentale. Nereide Rudas, ancora con Maria Francesca Chiappe accanto, doveva ricordare Giorgio. Cambiò programma, ignorò il testo scritto, disquisì di disagio, sofferenza, follia, attuando un’operazione di rimozione al suo mestiere ben nota. «Non sarei riuscita a parlare di lui senza piangere», si giustificò. Altera, lucidissima, era una donna profondamente affettiva, e bella. «Mi dicono che quando parlo uso il logos, la ragione, ma anche il pathos», diceva. Si compiaceva di questa empatia. E l’attribuiva al suo essere innanzitutto un medico. «Un medico è per sempre». Parlò anche di libertà: «In lingua sumera si dice amargi. Significa ritorno alla madre: ritrovare sé stessi, il proprio fondo. Sentirsi davvero liberi». Maria Paola Masala
3 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 47 ‐ Edizione CA)
L’ULTIMO LIBRO. Il muliericidio
Quelle povere donne morte senza riposo «Non è un libro sulle donne, ma per le donne. Costruisce la speranza che il mondo possa parlare con la loro voce». Con questo messaggio Nereide Rudas aveva consegnato al pubblico il suo ultimo lavoro “Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio (Am&D edizioni)”. Scritto con Sabrina Perra e Giuseppe Puggioni, è un’analisi rigorosa e attenta del fenomeno in Italia, con un focus riservato alla realtà sarda. La professoressa aveva scelto di presentare il volume lo scorso 25 novembre (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) nell’aula magna della Corte d’appello di Cagliari. C’era un pubblico numerosissimo ad ascoltare le sue parole e a raccogliere ‐ oggi se ne ha la consapevolezza ‐ il testimone delle battaglie per le quali la studiosa si è spesa. «In un mondo ancora androcentrico, quasi conseguite parità professionale e e politica, esiste ancora distanza tra la donna e la sua società. Il mio augurio è che si raggiunga l’effettiva parità simbolica». ( m . a .)
4 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 47 ‐ Edizione CA)
IL RICORDO Gessa: «Che piacere discutere con lei» Carpiniello: «Maestra» Filippini: «Immensa» Quest’anno, a Natale, al Poetto non l’hanno vista. Era una figura familiare, lì, sulla spiaggia dei cagliaritani dove lei, come la mitica madre di Achille dalla quale prendeva il nome, si immergeva ogni giorno per respirare il sussulto delle onde. Nereide Rudas, madre nobile della psichiatria sarda, era insieme forza e sapienza. Nata a Macomer 92 anni fa, discendeva dall’ultima famiglia di ebrei sardi, ma Dio e Bibbia non furono mai per lei importanti se non come motivo di studio. Una donna contro. Contro le convenzioni, contro i pregiudizi, contro i luoghi comuni. Bella, affascinante e soprattutto dura e sprezzante: ti guardava dritto negli occhi e ti diceva sempre in faccia ciò che pensava. Perché era l’immagine stessa della scienza: vera. Sin dal liceo scoprì nella tragedia greca le relazioni con quella che sarebbe dovuta essere la sua professione ma soprattutto la sua scelta di vita: la psichiatria, cioè lo studio di tutto ciò che nella mente umana è recondito, pur stando alla base di ogni ragionamento logico. «Avevamo molte cose in comune che ci dividevano», dice commosso Gianluigi Gessa, medaglia d’oro della psichiatria. «Lei aveva una visione freudiana‐marxista e psicosociale della psichiatrica, era interessata alla parte più umanistica, io più all’aspetto biologico. Ma era un piacere discutere con lei. E così le dicevo: “Tu studi l’albero, io la foresta”. Il direttore editoriale de L’Unione Sarda Gianni Filippini definisce «incolmabile il vuoto che si è aperto nella cultura sarda con la sua scomparsa. Psichiatra di riconosciuto valore internazionale ha saputo indagare e svelare i segreti della nostra identità. Fondamentali le opere su banditismo, emigrazione e, proprio di recente, femminicidio». «Ne ricordo l’intelligenza sottile, le battute taglienti e spesso geniali», racconta Luca Pani, psichiatra: «Veniva ascoltata da tutti anche per l’equilibrio delle posizioni e l’attenzione al mondo fragile e spesso ancora incompreso della sofferenza mentale umana». Sono tanti i professionisti che con lei sono cresciuti. Da Silvano Tagliagambe all’amico di sempre, il professor Sandro Riva, eccellenza dell’anatomia. Bernardo Carpiniello fu il suo primo allievo. «Mi mancherà», ricorda. «Le devo tutto. Impossibile non amarla. Superava tutti e ha battuto ogni record. Mi mancherà, la professoressa, mia maestra». Virginia Saba
5 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 ‐ Edizione CA) VIA TRENTINO. Pitirra: «La Regione ha tagliato all’Ersu i finanziamenti per la manutenzione» LA CASA DELLO STUDENTE? UN FREEZER
Fuori uso l’impianto di riscaldamento: disagi anche nella mensa «Un gelo infernale, la notte rischiamo l’assideramento». Da domenica l’impianto di riscaldamento della Casa dello studente di via Trentino è fuori uso e per oltre 260 universitari la vita nella struttura di proprietà dell’Ersu è diventata un incubo. A rendere più delicata la situazione il fatto che gli infissi, soprattutto nei piani alti, sono ridotti male e la pioggia entra con facilità allagando le stanze, i bagni e le aule dedicate allo studio. Riscaldarsi è impossibile: l’uso delle stufe elettriche o a gas è vietato per motivi di sicurezza. Per cercare di attenuare i disagi l’Ente regionale per il diritto allo studio non ha trovato di meglio che concedere ai ragazzi l’uso di una coperta in più. «La Regione ha tagliato i fondi per la manutenzione e i vecchi impianti si bloccano», denunciano i rappresentanti degli universitari. NOTTI D’INFERNO Ieri il maltempo si è concesso una tregua. Il tiepido sole di metà mattina stempera le stanze gelide della Casa di via Trentino. Che già nella hall d’ingresso mostra i segni del degrado. Alla destra del bancone del ricevimento, dove gli studenti depositano la chiave e i visitatori i documenti, una rete non riesce a nascondere i ponteggi dei tubi innocenti. Hanno il compito di sorreggere un solaio lesionato che rischia di cadere da un momento all’altro. Al nono piano c’è la stanza di Maristella Carta, 27 anni, di Narcao,
studentessa di Scienze economiche, politiche e giuridiche, e rappresentante per gli studenti all’Ersu. La vista toglie il respiro tanto è bella. Ma la poesia passa subito. «Viviamo al gelo da domenica sera», racconta. «Prima al settimo piano e poi rapidamente sino all’undicesimo tutte le stanze si sono trasformate in frigoriferi». Non è una scusa, studiare in queste condizioni è davvero difficile. «Per motivi di sicurezza non ci è consentito di utilizzare stufe o altro. L’Ersu ci ha messo a disposizione una coperta, ma sono di quelle tipo militare», precisa Maristella Carta. «Rigide, ingombranti e pesanti. E a poco servono di notte, quando, soprattutto nei piani alti, le temperature diventano insopportabili. Ho dovuto chiederne un’altra, ma non è sufficiente. Di mattina siamo costretti a scappare e trovare rifugio in qualche biblioteca riscaldata. Un problema per i ragazzi disabili che non possono spostarsi con molta facilità. Per fortuna abbiamo almeno l’acqua calda». L’impianto di riscaldamento rotto veniva utilizzato anche per la mensa, al pian terreno dell’edificio. «Ogni giorno circa 800 universitari mangiano al freddo». REGIONE LATITANTE Francesco Pitirra è il rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu. «Altro che diritto allo studio. La Regione ha tagliato drasticamente il fondo che ci consentiva di pagare le spese e gli interventi di manutenzione. Pensate ‐ precisa Pitirra ‐ che l’anno scorso abbiamo richiesto per via Trentino 925 mila euro. Ebbene, con avanzi interni di bilancio siamo riusciti a racimolarne appena 91 mila». Morale della favola, infissi a pezzi, impianti rotti e degrado generale. Che aumenta anno dopo anno. «È inutile che Università e Regione si concentrino su iniziative inutili quando i beni dell’Ersu sono allo sfascio e le Case dello studente di via Roma e via Monte Santo sono chiuse». POMPE ROTTE «I ragazzi hanno ragione. Purtroppo l’impianto di riscaldamento si è rotto perché è vecchio e ha bisogno di interventi urgenti. Non sappiamo quando e se potrà essere riparato». Antonio Luca Funedda, presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio, è sconsolato. «Il disagio per gli studenti è forte, lo capisco. Il taglio dei fondi a nostra disposizione ha comportato una diminuzione delle manutenzioni ordinarie. Abbiamo presentato le nostre esigenze, ma di risposte non ne sono mai arrivate». Andrea Artizzu
6 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Borsa (Pagina 17 ‐ Edizione CA) La Sardegna continua ancora ad avere la crescita più alta tra le regioni italiane
STARTUP, NON TUTTO FILA LISCIO Aumenta il numero ma la metà delle società è in perdita Non si ferma la corsa all’oro dell’innovazione: in tutta Italia sono sempre di più le nuove imprese che si iscrivono al registro delle startup innovative (sono 6.745 con un aumento del 6% in tre mesi) e la Sardegna, che pure si colloca al dodicesimo posto in valori assoluti (con 161 aziende), continua a detenere lo scettro della più alta crescita tra tutte le Regioni (+12,6% da marzo 2016). Ma i conti a volte non tornano e se il quadro dell’ecosistema dell’innovazione appare stabile, è ancora acerbo e si fatica a comprendere in che termini si possa parlare di una scommessa vincente. IL REPORT Lo dicono gli ultimi dati (aggiornati a dicembre 2016) del “Cruscotto sulle startup innovative”, ricavati dal registro speciale tenuto dalle Camere di commercio, che parlano di un calo del numero degli addetti e del valore della produzione media, giunta a 144mila euro (‐5%). Una società su due è in perdita (57%) e il reddito operativo complessivo è negativo per 86 milioni. Tra le criticità poi ci sono gli investimenti attratti (rari e quasi solo pubblici), siti web quasi assenti (un paradosso per chi fa dell’innovazione il suo core business) e pochi brevetti depositati. IL PASSAGGIO Non va però dimenticato che si tratta di imprese neonate e con un Dna competitivo, oltre al fatto che sui dati incide un fattore non trascurabile: il decreto “Crescita 2.0” del 2012 (che disciplina le startup), aveva previsto un regime transitorio di 4 anni per le imprese già costituite prima della sua entrata in vigore. Ciò significa che le statistiche risentono della normale fuoriuscita di molte startup che hanno abbandonato la fase dell’infanzia per lanciarsi, forse, verso l’età adulta. UNDER 35 Certamente le start up italiane sono giovani, ma non femminili: le compagini sociali con prevalenza di donne rappresentano il 13,65% del totale, contro un rapporto del 16,91% nelle società di capitali; quelle con prevalenza di under 35 sono, invece, il 22,8% del totale, una quota più di tre volte superiore rispetto a quella rilevata tra tutte le società di capitali (7,09%).
Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 70,56% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (produzione software e consulenza informatica per il 30,41%; attività di ricerca e sviluppo, 14,37%; attività dei servizi d’informazione, 8,18%), il 19,45% opera nei settori dell’industria in senso stretto e il 4,31% nel commercio. Non è tutto oro quello che luccica, si direbbe, ma alla fine sarà il mercato a decretare quante e quali realtà cammineranno con le proprie gambe verso l’età adulta. Marzia Piga
7 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 23 ‐ Edizione CA) GUERRE E BATTAGLIE, IL LIBRO Verrà presentato domani alle 17,30 nello spazio eventi della Mem il libro “Guerre e battaglie. Conflitti di ieri, tensioni di oggi” a cura del Centro Studi il Mediterraneo Al‐Mutawassit. Interverranno Emanuela Locci, curatrice del volume, e gli autori Carmen Corda, Roberto Ibba e Francesco Pongiluppi. Coordina i lavori Luca Puddu dell’Università di Cagliari. Presenta il libro Margherita Sulas, ricercatrice. 8 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Provincia Medio Camp (Pagina 32 ‐ Edizione CA) SAN GAVINO I giuristi e la Resistenza, oggi il convegno dell’Anpi Coltivare il valore della memoria del periodo della Resistenza e trasmetterlo ai giovani. È la finalità del convegno «I giuristi nella Resistenza, tra storia e diritto» organizzato dall’Anpi del Medio Campidano oggi dalle 9.30 nella sala convegni del ristorante di via Nuraci 1. L’iniziativa vedrà la partecipazione dell’associazione Antonio Gramsci di Cagliari, dell’Istituto sardo per la storia dell’Antifascismo e della società contemporanea. Si parlerà delle biografie di giuristi formatisi nel periodo della dittatura fascista che poi parteciparono, in varie forme, alla lotta di Liberazione. «L’intento», spiega Carlo Marras, presidente dell’Anpi del Medio Campidano, «è coltivare una cultura della memoria». I lavori saranno coordinati da Gianna Lai, presidente dell’Anpi di Cagliari. Interverrà Elena Bindi, del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena: parlerà di «Calamandrei e del sogno di una società più giusta». (g. pit.)
9 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Economia (Pagina 16 ‐ Edizione CA)
CONFINDUSTRIA
Innovazione digitale: lo sportello per imprese Confindustria Sardegna si candida a diventare il primo referente della Regione per il piano del governo Industria 4.0, con la costituzione di un hub specifico per sostenere e promuovere le imprese nei processi di innovazione messi in moto dagli incentivi statali. L’associazione che riunisce gli industriali ha presentato all’assessorato regionale della Programmazione una proposta per la nascita dello sportello, chiamato Digital Innovation Hub (Dih), che sarebbe tra le prime esperienze di questo tipo in Italia e che avrebbe sede nell’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari. I Dih fanno parte di una rete europea e nazionale che, mettendo a sistema in specifici protocolli di collaborazione le strutture pubbliche e private dei diversi territori che operano nel campo dell’innovazione (Università, centri di servizi Ict, Centri di ricerca, Parchi scientifici e Poli tecnologici, Incubatori di startup, FabLab), hanno la funzione di assistere le imprese nella costruzione dei progetti di innovazione, nell’orientamento verso le strutture di alta competenza tecnologica, di rilievo nazionale o europeo, e nell’accesso alle agevolazioni di Industria 4.0. «Oltre al ruolo, anche finanziario, imprescindibile della Regione», si legge in una nota di Confindustria, «per il successo del Dih è fondamentale la partecipazione attiva di soggetti come le Camere di Commercio, banche e potenziali finanziatori dei progetti di innovazione». ( mar. pi. )
10 ‐ L’UNIONE SARDA di venerdì 20 gennaio 2017 / Cronaca di Nuoro (Pagina 41 ‐ Edizione CA)
NUORO Erasmus, incontro all’università Il Comune e il centro Europe Direct organizzano per il 24 gennaio, alle 9, l’info day Erasmus+, in collaborazione con l’agenzia nazionale Erasmus+ Indire per la pubblicazione delle news nella home page del Comune di Nuoro e nella pagina dedicata Europe Direct. Tema “Il programma Erasmus+. Opportunità e novità 2017 per le azioni Ka1 e Ka2 del settore Istruzione Scolastica. Aspetti gestionali e finanziari”. Appuntamento nell’aula magna dell’università nuorese in via Salaris. Intervengono Caterina Miniati e Lorenzo Guasti.
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11 ‐ LA NUOVA SARDEGNA.it di giovedì 19 gennaio 2017
ADDIO A NEREIDE RUDAS,
la grande psichiatra si è spenta a Cagliari Originaria di Macomer, ha fondato e diretto la prima Clinica psichiatrica in Sardegna. Era alla guida dell’Istituto Antonio Gramsci
CAGLIARI. Nuovo lutto nel mondo della cultura sarda. A pochi giorni dalla scomparsa dell’antropologo e scrittore Giulio Angioni si è spenta a Cagliari Nereide Rudas. Docente e psichiatra di fama internazionale, una vita a contatto con il disagio mentale e caratterizzata da una lunga e intensa attività professionale. Originaria di Macomer ( Nuoro), dove era nata nel 1925, ha fondato e diretto la prima Clinica psichiatrica in Sardegna. Profonda conoscitrice del pensiero e dell’opera di Antonio Gramsci, era alla guida dell’Istituto sardo a lui intitolato. La studiosa era anche presidente della Società italiana di Psichiatria forense. Autrice e coautrice di varie pubblicazioni, ha iniziato a studiare medicina in un’epoca in cui il campo era precluso alle donne.
12 ‐ LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 gennaio 2017 / Pagina 28 ‐ Cultura e spettacoli Nata a Macomer, docente a Cagliari: era la presidente della Società italiana di psichiatria forense È morta a 81 anni la psichiatra Nereide Rudas CAGLIARI Lutto nel mondo della cultura sarda: ieri nella sua casa di Cagliari è morta Nereide Rudas, studiosa apprezzata a livello internazionale, impegnata in prima linea nella prevenzione della malattia psichiatrica in Sardegna. Nata a Macomer nel 1935, Nereide Rudas ha lavorato con passione e competenza in un campo che sino a qualche decennio fa guardava ancora con scetticismo le donne. Docente universitaria in Psichiatria a Roma e a Cagliari, direttore dell’Istituto e della Scuola di specializzazione di Psichiatria, era presidente della Società italiana di psichiatria forense. Tra i suoi scritti: «Caratteristiche, tendenzialità e dinamiche dei fenomeni di criminalità in Sardegna» (con Giuseppe Puggioni; «Emigraione sarda. Caratteristiche strutturali»; «Identificazione e identità nella genealogia individuale e collettiva: il caso delle Carte d’Arborea»; «L’isola dei coralli. Itinerari dell’identità»; «Le Carte d’Arborea come romanzo delle origini»; «Storie senza». Ultimamente i suoi studi si erano orientati verso i casi di depressione causati dalla crisi economica, in particolare dalla perdita o dall’assenza di lavoro. Forte la sua passione per il pensiero di Antonio Gramsci: è stata presidente dell’Istituto Gramsci della Sardegna. Proprio l’altro ieri a Nereide Rudas Bosa ha conferito la cittadinanza onoraria. A Bosa Nereide Rudas trascorreva le ferie estive, nella villa che si affaccia sulla foce del fiume, a due passi dalla scogliera di Cane Malu, e tutti la conoscevano. «Ho appreso questa mattina – dice il sindaco Luigi Mastino – della sua morte improvvisa, l’ho sentita telefonicamente una settimana fa per comunicarle l’intenzione di conferirle la cittadinanza onoraria, e mercoledì sera dopo il consiglio, per annunciarle che tutti si erano espressi favorevolmente. Era veramente felice, so che teneva moltissimo a Bosa. Per lei è stata una gioia enorme mi è stato riferito da chi l’ha assistita nelle ultime ore di vita». «Con Nereide Rudas – aggiunge Mastino – perdiamo una delle persone di cultura più significative della Sardegna: per il suo impegno scientifico nell’ambito della psichiatria, riconosciuto a livello internazionale, per le sue pubblicazioni, l’ultima sull’uxoricidio, e le sue battaglie civili».
13 ‐ LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 gennaio 2017 / Pagina 6 ‐ Sardegna La Regione impugnerà la legge di stabilità nazionale per recuperare 120 milioni
SANITÀ, ORA È SFIDA ALLO STATO CAGLIARI Il cammino della Finanziaria è cominciato, in Consiglio regionale, con una sfida allo Stato: «Non possiamo più sostenere il peso degli accantonamenti, 684 milioni, e caricarci sulle spalle anche i nuovi costi della sanità, a cominciare dai farmaci innovativi che alle altre regioni sono rimborsati in gran parte». Ha esordito così l’assessore al bilancio, Raffaele Paci, nell’aula della commissione che lo aveva convocato per illustrare e spiegare la manovra contabile. Fra qualche giorno la giunta ‐ è stato il secondo annuncio ‐ impugnerà davanti alla Corte costituzionale la Legge di stabilità nazionale proprio «per l’esagerato peso degli accantonamenti». Che cosa sono? In parole spicce, sono i milioni che spetterebbero alla Sardegna ma bloccati, a Roma, per abbattere il debito pubblico nazionale. Il ragionamento della nuova vertenza è questo: la Sardegna, come le altre regioni, è giusto che contribuisca a risanare i conti dello Stato, ma non in «modo esagerato e a tempo indeterminato». Perché la Sardegna, al contrario delle altre regioni, da Roma non riceve un euro di rimborso per i farmaci innovativi, ad esempio quelli necessari per curare l’epatite C, e neanche sui maggiori costi, calcolati ogni anno, dei livelli minimi garantiti dal servizio sanitario. Dal 2006, anno dell’accordo Prodi‐Soru, tutta la sanità è a carico della Regione. Solo che ora i costi sono diventati insostenibili e la Regione ha detto basta. Dal ricorso, in caso di vittoria, la giunta vorrebbe recuperare 120 milioni sui 684 di accantonamenti, per destinarli proprio alla copertura delle spese extra: farmaci innovativi e assistenza minima. «Dopo la chiusura della vertenza entrate ‐ ha detto Paci ‐ vogliamo rilanciare il confronto con lo Stato per avere più risorse da spendere negli investimenti». Una scelta condivisa da Franco Sabatini, Pd, presidente della commissione bilancio: «Sugli accantonamenti dobbiamo pretendere maggiore equilibrio da parte dello Stato e in questa vertenza, che è di tutti i sardi come lo era quella sulle
entrate, chiederemo il sostegno dei parlamentari». Va ricordato tra l’altro che a maggio la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Regione sulla Legge di stabilità del 2016. Anche quello è sugli accantonamenti ma contro il trucco dello Stato di prorogarli senza mai una scadenza fissa. Seppure non ci sono stati commenti la presa di posizione non può che far piacere al centrodestra, che da sempre contesta «la resa del centrosinistra» nei confronti dello Stato. Dopo l’annuncio del ricorso, Paci ha illustrato la Finanziaria da 7,6milioni e confermato che il Consiglio avrà 25 milioni da destinare a vari capitoli di spesa. Proprio la commissione ha inviato infine la richiesta alla presidenza del Consiglio di riammettere nella legge contabile la possibilità per la Regione di partecipare a fondi immobiliari che dovrebbero garantire una maggiore resa economica proprio del patrimonio immobiliare pubblico. Per la prossima settimana, martedì, il presidente Sabatini ha convocato in Consiglio l’assessore alla Sanità Luigi Arru.
14 ‐ LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 gennaio 2017 / Pagina 22 ‐ Porto Torres Asinara, convenzione anche con l’istituto comprensivo 1 ENTE PARCO E ATENEO PUNTANO AL RECUPERO DEGLI ANTICHI OLIVETI Varato un progetto contro la dispersione scolastica di Gavino Masia PORTO TORRES Il Consiglio direttivo dell’Ente Parco nazionale dell’Asinara ha approvato nell’ultima seduta le convenzioni con il Dipartimento di Scienze della natura e del territorio dell’università di Sassari e con l’Istituto comprensivo numero 1 di Porto Torres. Il progetto dell’università riguarda le attività di studio e di restauro conservativo degli oliveti di Trabuccato e Cala d’Oliva, con contributo pari a trentamila euro per ogni anno del triennio di studio (2017‐2019). I referenti del progetto saranno i professori Sandro Dettori e Roberto Furesi, rispettivamente responsabili del Dipartimento di Economia e sistemi arborei e del Dipartimento di Scienze della natura e del territorio, e oggetto delle attività di competenza saranno da un lato un insieme di rilievi e valutazioni di carattere tecnico‐scientifico, inseriti in una relazione finale contenente l’elaborazione e la sintesi dei dati rilevati, e dall’altro il coordinamento e l’esecuzione degli interventi di tecnica agronomica. Le principali finalità della convenzione riguardano il censimento degli olivi a suo tempo coltivati, l’eliminazione della vegetazione arbustiva intrusa nell’area sotto alle chiome delle piante (di olivo e olivastro), spollonatura, potatura, innesto e raccolta delle olive da olio, monitoraggio delle malattie e dei parassiti animali e interventi di controllo con prodotti ammessi in agricoltura biologica. All’Istituto comprensivo di via Principe di Piemonte, invece, l’Ente Parco ha erogato un contributo di seimila euro (pari importo anche per il 2018 e 2019) per un progetto “Terra… Mare… e Vento” relativo al recupero per la dispersione scolastica. La finalità è quella di utilizzare il mondo della vela per avvicinare i ragazzi che frequentano la scuola alle bellezze dell’isola dell’Asinara e alle opportunità che offre. Le attività consisteranno in
lezioni con uso del computer, visione di app multimediali e lezioni all’aperto tenute da velisti esperti certificati, lezione pratica a terra sui nodi e sulle parti della barca, varie uscite in barca (optimist,
laser o cabinati), uscite in canoa, osservazioni serali del cielo stellato, un test di valutazione sulle competenze acquisite, stage di una settimana nel Parco dell’Asinara e visite alla Capitaneria di porto guidate
dal nostromo di porto e da un sottotenente di vascello. Il progetto mira prima di tutto a mantenere alto l’interesse nei confronti delle attività che la scuola svolge e a motivare anche ragazzi meno stimolati dalle attività scolastiche classiche. Dall’altra vuole valorizzare anche le eccellenze offrendo opportunità aggiuntive al percorso scolastico per gli alunni più meritevoli e migliorare la conoscenza degli alunni sugli aspetti legati all’ambiente del territorio di Porto Torres. «Tra i compiti dell’Ente Parco – dice il vicepresidente
Antonio Diana , relativamente al primo progetto, vi è quello del recupero e della salvaguardia ambientale
del patrimonio boschivo dell’isola dell’Asinara. Sul secondo progetto riteniamo necessario lavorare e investire
sui giovani, visto che il motivo per il quale è stato approvato il progetto dell’Istituto tratta un argomento che
sta a cuore a tutti, ovvero quello contro la dispersione scolastica».
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RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI
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