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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 January 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Il dipartimento di Ingegneria coordina un gruppo di lavoro internazionale
Al via un progetto Erasmus per la cyber security
Lotta alla criminalità informatica. Venerdì sono stati avviati i lavori del progetto Erasmus+ denominato Forc (Pathway in Forensic Computing). Coordinato dal PraLab del Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università, vedrà impegnati per tre anni otto partner nella costruzione di percorsi didattici innovativi nell’ambito dell’informatica forense. La chiusura del progetto è prevista per il mese di ottobre del 2019. Il progetto coinvolge, oltre l’ateneo cagliaritano, quelli del Middlesex (UK), di Dublino (Irlanda), di Al-Quds University e Palestine Technical University - Kadoorie (Palestina) e le università Jordan University e Princess Sumaya University for Technology (Giordania).
Le attenzioni degli specialisti del Diee riguardano l’enorme mole di dati utili per contrastare la criminalità informatica. «Dati che possiamo trovare in uno smartphone e nell’hard disk di un pc. Con l’uso di metodiche avanzate e sofisticate cerchiamo di rispondere alle esigenze degli inquirenti e della magistratura che - spiega il professor Giorgio Giacinto - necessitano di prove derivanti da materiale informatico valide e acquisibili in Tribunale. La raccolta di questi elementi deve essere presentabile senza alcun dubbio in un processo».
I partner europei elaboreranno, in accordo con gli altri otto, insegnamenti nel settore dell’informatica forense da erogare alle università palestinesi e giordane. Sono previste sia visite agli atenei di Giordania e Palestina dei docenti europei sia lo svolgimento di alcuni progetti da parte di studenti palestinesi e giordani da svolgersi nelle università europee.
Alla firma con le delegazioni e con i docenti guidati dal direttore del Diee, Fabio Roli, hanno preso parte la pro rettrice all’Internazionalizzazione Alessandra Carucci e il presidente della facoltà di Ingegneria Corrado Zoppi.
Il budget del progetto è di circa 900mila euro. Le attività rispondono al pressante stimolo delle istituzioni governative sulle università con l’obiettivo di sviluppare attività didattiche legate alla sicurezza informatica.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Università
Con due importanti interventi, venerdì 27 gennaio, l’Università di Cagliari celebra la Giornata della memoria dei Lager e della Shoah: si comincerà alle 15.30 nell’aula magna del corpo aggiunto del Polo umanistico - in via Is Mirrionis 1 - con Lutz Klinkhammer dell’Istituto storico-germanico di Roma (tra i migliori studiosi della Seconda guerra mondiale e in particolare dell’occupazione tedesca dell’Italia) e si andrà avanti con Anna Foa, figlia di Vittorio, storica degli ebrei nell’Italia medioevale e moderna.
Il dibattito, rivolto alle scuole e alla cittadinanza, dal titolo Shoah a Roma, sarà introdotto da Francesco Atzeni, direttore del Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio. Klinkhammer esporrà una relazione dal titolo “La razzia del 16 ottobre 1943: persecutori, vittime, spettatori” mentre Anna Foa ricostruirà la storia degli ebrei di via Portico d’Ottavia 13, in rapporto alla persecuzione e alla deportazione dal ghetto. Sarà inoltre proiettato un video con Settimia Spizzichino, ebrea romana catturata durante il rastrellamento e unica donna del gruppo dei deportati sopravvissuta ad Auschwitz. La giornata è organizzata dall’Università di Cagliari e l’Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia (Issra), in collaborazione con il Miur, l’Archivio di Stato di Cagliari, l’Istituto storico germanico-Roma e le scuole Scano, Bacaredda-Atzeni, Leonardo-Besta, Levi, Meucci, Pertini, Arborea, De Sanctis, Dettori, Siotto, Pacinotti, Motzo, Brotzu. (gr.pi.)
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 gennaio 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Lutto cittadino per Angioni
Il sindaco di Settimo Gigi Puddu ha proclamato il lutto cittadino per la morte del professor Giulio Angioni, originario di Guasila ma residente in paese. La camera ardente è stata allestita nella sala consiliare. Nel pomeriggio si svolgeranno i funerali.
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 gennaio 2017 / Commenti (Pagina 43 - Edizione CA)
Cresce il numero dei visitatori
Musei sardi, qualcosa si muove
Roberto Roveda
Il 2016 è stato un anno positivo per i musei italiani e anche la Sardegna ha contribuito a quella che il ministro dei Beni Culturali Franceschini ha definito un’annata record. Guardando ai numeri la crescita dei visitatori rispetto al 2015 è stata del 4% a livello nazionale, del 2,9% nella nostra isola.
 In testa alla classifica in Sardegna vi è, con oltre 105.000 presenze, l’area archeologica di Tharros, a cui è collegato il museo di Cabras con i Giganti di Mont’e Prama. Sempre i Giganti giocano un ruolo importante nella buona performance del Museo archeologico nazionale di Cagliari che ne costudisce alcuni esemplari, segno che oggi la risonanza mediatica delle opere esposte conta tantissimo anche per il più ricco dei poli museali.
Insomma, anche la cultura ha bisogno di icone, marketing e strategie e Franceschini sembra tenerne ben conto nel suo tentativo di rendere sempre più popolare il nostro patrimonio artistico. Sono nate così le domeniche gratuite ai musei, le aperture serali, gli eventi legati ai siti più conosciuti. Strategie anche criticabili, ma che hanno accresciuto le occasioni per conoscere luoghi d’arte e siti archeologici. E questo ha favorito il passaparola che, grazie a Internet e ai social, oggi funziona meglio che tante campagne pubblicitarie.
La sensazione allora è che a livello nazionale qualcosa si stia muovendo sul fronte dell’attenzione all’arte e alla cultura sia tra la cittadinanza, sia tra le istituzioni. C’è maggiore consapevolezza e maggiore sensibilità al tema e questo lo ritroviamo anche in Sardegna. Lo testimonia, ma è solo un esempio, lo sforzo che si sta facendo a tutti i livelli perché Alghero diventi nel 2018 capitale italiana della cultura. L’assegnazione avverrà a fine gennaio e la nostra isola avrebbe proprio bisogno di un riconoscimento di questo tipo, che convogliasse attenzione sul suo patrimonio culturale e artistico. Un riconoscimento che ci regali un sorriso in giorni in cui i dati ci dicono che sei giovani sardi su dieci sono disoccupati. E che ci faccia sperare che dal patrimonio del passato possano nascere speranze e, soprattutto, lavoro nel futuro.
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 gennaio 2017 / Provincia di Sassari (Pagina 41 - Edizione CA)
SASSARI. Liste chiuse fino a marzo: dopo è impossibile prenotare
Urologia, mesi per la visita
Pazienti rimandati a casa
Una telefonata al Cup (il Centro unico di prenotazione) rivela l’amara realtà. Liste blindate, per una visita alle cliniche universitarie, reparto Urologia. Fino a marzo non se ne parla proprio, e da marzo in poi fino a ieri era impossibile prenotare una visita, per non meglio precisati “problemi di personale”. Naturalmente con l’intramoenia (la prestazione del medico a pagamento, nella struttura pubblica) tutto diventa possibile, persino la visita il giorno dopo. Naturalmente pagando. Nello stesso modo si accorciano sensibilmente anche i tempi dell’eventuale intervento chirurgico, con il paradosso che chi ricorre all’intramoenia può venire curato, e persino operato, mesi prima del malcapitato che telefona al Cup.
Tutto questo in una città appena diventata capitale della sanità regionale. Il nuovo team, fresco di nomina, avrà di che lavorare.
SANITÀ MALATA I malesseri per i pazienti di Urologia si fanno sentire. Nei giorni scorsi uno di loro, un signore distinto, che aveva già ricorso ai medici del reparto, è piombato in clinica con un’impegnativa urgente. Ne è uscito «umiliato. Mi hanno visitato nervosamente, e poi mi hanno mandato nell’ufficio ticket per pagare l’intramoenia, che io non avevo chiesto». Dal racconto con altri pazienti emerge un sistema senza controllo, senza un data base accurato riguardo alle liste di attesa e persino alle liste di attesa chirurgiche. Con un paradosso: ricoveri anche otto giorni prima dell’intervento, e quindi letti perennemente occupati, che non lasciano spazio alle emergenze mandate dal Pronto soccorso.
LE URGENZE Già, il Pronto soccorso, spina nel fianco del Santissima Annunziata. A Sassari una situazione drammatica: nel 2016 46.702 ingressi e organico assolutamente inadeguato. Da un minimo di 6 infermieri previsti per turno, ci si ritrova quotidianamente ad averne solo 3 a disposizione; da un minimo di 18 medici spesso al lavoro sono massimo in 13. «Numeri drammatici che la frenetica rotazione di direttori vari non è servita a risolvere nulla - denuncia in Consiglio il Movimento Cinquestelle - Le criticità che caratterizzano il Pronto soccorso del secondo polo sanitario dell’Isola, diventano sempre più gravi».
Patrizia Canu
 

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LA NUOVA SARDEGNA

6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 gennaio 2017 / Pagina 7 - Sardegna
L’Università guiderà una ricerca internazionale con altri otto atenei per la formazione di superesperti
Cagliari in cattedra nella lotta agli hacker
CAGLIARI La guerra si sposta sempre più dai campi di battaglia alle tastiere dei computer. La richiesta di super esperti per la difesa dei sistemi informatici dagli attacchi dei pirati elettronici diventa centrale. Ecco perché l’informatica diventa protagonista in tribunale per contrastare hacker e criminalità. Passa attraverso i collegamenti internet il progetto internazionale coordinato dall’Università di Cagliari. Gli specialisti di Ingegneria elettrica ed elettronica Diee saranno impegnati per tre anni con otto partner. Fra questi, le università di Palestina, Giordania e Middlesex. Previsti fondi per circa 900mila euro. E per l’ateneo cagliaritano un ruolo di prestigio e il riconoscimento della qualità del lavoro fatto in questi anni. Nei giorni scorsi la firma con il pro rettore Alessandra Carucci e il presidente Corrado Zoppi. La chiusura del progetto è prevista per il 14 ottobre 2019. Le attenzioni degli specialisti del Diee riguardano l’enorme mole di dati utili per contrastare la criminalità informatica. «Dati che possiamo trovare in uno smartphone e nell’hard disk di un pc. Con l’uso di metodiche avanzate e sofisticate cerchiamo di rispondere alle esigenze degli inquirenti e della magistratura che – spiega il docente Giorgio Giacinto – hanno necessità di prove che derivano da materiale informatico valide e acquisibili in tribunale». E la protezione dei dati informatici sensibili diventa sempre più centrale. Ecco perché la ricerca ha un grande valore. Sono previste sia giornate negli atenei di Giordania e Palestina dei docenti europei, sia lo svolgimento di alcuni progetti da parte di studenti palestinesi e giordani da svolgersi in parte nelle università europee. Le attività sono coerenti con il pressante stimolo da parte delle istituzioni governative italiane verso le università. Una pressione che ha come obiettivo lo sviluppo di attività legate alla sicurezza informatica a alle investigazioni in ambito informatico. Tra queste, va citato il protocollo d’intesa siglato il 22 novembre scorso fra il Dis Dipartimento delle informazioni per la sicurezza-Presidenza consiglio dei ministri e la Crui, Conferenza dei rettori.


 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 gennaio 2017 / Pagina 36 - Cultura e spettacoli
NEI LUOGHI DI GIULIO ANGIONI
Ecco Guasila, il paese dell’ “Oro di Fraus”
Nel piccolo centro della Trexenta dove lo scrittore è nato. Qui sono ambientati alcuni dei suoi romanzi più noti
di Giacomo Mameli
GUASILA Sul tavolo di cucina, nella casa di “Funtana Idda” dove Giulio Angioni era nato, c’è una copia di uno dei tanti romanzi dello scrittore di Fraus, “Se ti è cara la vita” (Insula 1995). In corsivo, nelle prime righe, aveva riportato «una sentenza lambiccata» che suonava così: «Morte: sola cosa davvero sovrumana, dispensata a tutti». Tempo fa l’aveva riletta con Giampaolo, ultimo di dodici fratelli, figli di babbu Salvatore contadino e mamma Mercede Sailis casalinga. «Nella prima fase del ricovero era rassegnato: “Ho vissuto tanto, 75 anni bastano”. Nel secondo ricovero, quando sembrava stesse meglio, mi aveva confidato di voler vivere almeno altri cinque anni perché – aveva detto – devo aggiornare alcuni libri». Casa di contadini diventati operai. Fiori d’inverno all’ingresso, ciclamini bianchi e fucsia, un mirto a foglie gelate. Giampaolo fa l’operaio, uno dei pochi a restare in Sardegna. La vegliarda del gruppo, Angela, vive a Roma dove ha insegnato per anni. Gesualdo lavorava a Luino di Varese, Lucia è morta a sessant’anni, Maria Rosaria vive a Castelnuovo di Reggio Emilia, Renzo abita a Laveno Mombello. E poi “is quattru fradis”, quelli del ristorante sotto il Bastione di Cagliari: Rodolfo, i gemelli Fausto e Fernando, con loro, Graziella. Ottavio, ottavo nato, una vita da agricoltore, da massaiu, nei terreni raccontati dall’autore di “L’oro di Fraus”: la collina di Monte Craddaxius, sei ettari di terreno per grano orzo e ceci a rotazione. «Giulio andava volentieri a fare lunghe passeggiate nelle campagne di Santa Sofia, di Santa Justa, ma anche a Sippìu, con la cornice delle colline della Trexenta e della Marmilla». Sono i luoghi dell’anima e dei libri dell’antropologo morto quattro giorni fa nella casa di Settimo San Pietro. I paesaggi appaiono dolcissimi (“tele di Raffaello”) anche nel gelo di gennaio. Il sole rischiara il verde delle piantine di fave e del grano nascituro, il grigio del fieno rinsecchito dalla brina, il marron della terra lavorata dall’aratro e dal trattore, il bianco delle pecore al pascolo ai lati delle cunette ricoperte da piccoli campi con le primule in fiore. Prima di arrivare al paese trovate «anche a Fraus il viale dei cipressi dell’oblio, in duplice filare verso il cimitero, antica scolca, neri, lame aguzze levate verso il cielo» (capitolo 14 di “Se ti è cara la vita): «Mi sono accomodato su una pietra piatta, su un disegno osceno, tutto solo, giù de’ cipressi per la verde via, dove da un secolo i frauensi vanno verso i secoli dei secoli come salendo un’aspra via di penitenza». Poche settimane di vita e avrebbe coronato un suo desiderio: «Qui spero solo un’altra primavera, davanti a un grande campo bianco di asfodeli, qui, non di là dallo Stige ai Campi Elisi, qui dove scorgo più alto dei tetti il ciuffo della palma del cortile». Gli asfodeli sono ancora bassi, ciuffi verdi appuntiti. A marzo abbelliranno la Sardegna con i fiori a sei petali baciati dalle api. A Guasila, un amico del cuore di Giulio Angioni è Salvatore Atzori, 77 anni, ex sindaco. Con lui ha frequentato elementari e medie, con lui ha studiato al liceo dei Giuseppini di Asti. Anime gemelle: Angioni aveva scritto “Sa laurera”, Atzori “Sa Massarìa”, pagine di vita bucolica e georgica. Ad Atzori la prefazione l’aveva scritta Angioni, che tracciava quasi un bilancio della Sardegna diventata industriale: «Il recente mutamento del modo di vita, rapido profondo e straniante, è probabilmente l’esperienza storico-culturale più importante consumata nell’ultimo millennio in Sardegna». E ancora: «Un modo di vivere infranto e sostituito, conosciuto in un’infanzia che appare più simile a quella dell’età dei nuraghi che all’infanzia di oggi». È questo “amico-fratello” a rivelare uno dei desideri di Angioni. Aveva intenzione di aggiornare “La casa della palma” (Avagliano editore, 2002). Lo avrebbe voluto titolare “Se torni a Fraus”. Atzori: «Lo aveva riveduto e un po’ ridimensionato, l’aveva mandato a un editore, aveva inviato anche un’opera poetica a cui teneva tanto. Credo che presto vedremo queste opere. “La casa della palma” era, sostanzialmente, la casa natale di Giulio. Diventerà l’aggiornamento dei costumi di vita contadina».


 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 gennaio 2017 / Pagina 36 - Cultura e spettacoli
IL RICORDO
L’amico più caro: «Manca a tutti noi»
“Giulio era un mito per tutti i guasilesi. Tutti ne traiamo vanto, quando si cita la civiltà contadina che qui è ancora radicata si cita Giulio, tutte la nostra toponomastica, del villaggio e delle campagne, è condensata nelle migliaia di pagine dei suoi capolavori, dalle “Fiamme di Toledo” a “La pelle intera”, da “Doppio cielo” a “Sulla faccia della terra”». Così Salvatore Atzori, coetaneo e da sempre amico dello scrittore. «Da noi – continua – ci sono sempre Marietta e signor Degortes, il cavaliere don Agostino Deliperi e il ragionier Cavalla, zio Virgilio e zia Ofelia». Tornano i nomi dei cavalli: Gioiellu e Baieddu, Mustafà e Perigungia. Passano i trattori, i cingolati, non c’è più traccia di “su carru cun cubalis”, né di “giualis” e di “carr’e bois”. Oggi a Fraus c’è l’Internet Point. In via Brigata Sassari, dove c’è la casa natale dei Angioni, due donne parlano di «Giulio, l’amico e il poeta del paese». Tra piazza Gramsci e piazza Trexenta, in un sabato di mercato paesano, passano i contadini del Duemila. Parlano di Giulio. Si chiedono se sarà sepolto qui, «nel suo cimitero». No, a Settimo. Lo salutiamo a Settimo, Fraus del Campidano. Anche qui campi di grano e mandorli. Anche qui «la morte è la sola cosa davvero sovrumana». (g.m.)

 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 gennaio 2017 / Pagina 16 - Lettere e commenti
La parola ai lettori Risponde Manlio Brigaglia
La Storia: Giulio Angioni e Cicalò Efisio di Guasila
Sono stata allieva del professor Giulio Angioni, e la sua morte improvvisa mi ha commosso profondamente. Se posso permettermi una osservazione, devo dire che ho notato come il quotidiano di Cagliari avesse numerosi necrologi in memoria del professore ma solo una pagina su di lui, mentre la "Nuova Sardegna"aveva solo un paio di necrologi ma gli ha dedicato due pagine intere. Il professore era di Guasila e insegnava all’Università di Cagliari, dunque c’era da immaginare che il giornale del Sud gli riservasse anche maggiore attenzione. Ma la "Nuova" ha fatto bene a riservargli degli scritti molto interessanti, che io ho visto soprattutto come una sottolineatura della sua importanza non solo in campo regionale ma anche in campo nazionale, tanto come raffinato antropologo (io ho studiato su "Sa Laurera") quanto come narratore e poeta originale. Ma perché in Sardegna ci sono ancora queste divisioni fra Nord e Sud, per cui ognuna delle due metà ricorda soprattutto i suoi, dimenticando che la Sardegna è una sola?
Maria Angela Dessì, Oristano
* * * Credo che la differenza di trattamento della notizia sia casuale (ma di questi due…nazionalismi sardi si può riparlare). Di Giulio bisogna ricordare - e lo si è fatto - il suo legame speciale con Guasila, il paese di nascita. Io ho un aneddoto che mi piace ricordare. Nella Prima guerra mondiale, mio suocero, sottotenente della Brigata "Sassari", 21 anni, durante uno dei maledetti attacchi a Monte Zebio fu preso in pieno collo da una scheggia di shrapnel: sarebbe sicuramente morto se il suo attendente, il solito sardo bassetto e di ossa forti, non se lo fosse caricato sulle spalle e avesse corso per trecento metri sotto un fuoco d’inferno sino all’ospedale da campo, dove Vincenzo Buonajuto, gallurese di Santa Teresa, fu ricucito alle meglio. Ricordava sempre il "suo" soldato, Cicalò Efisio di Guasila. E siccome, invecchiando, mi chiedeva spesso di questo Cicalò Efisio, a settant’anni di distanza chiesi a Giulio se lo conoscesse. "Come no? - esclamò entusiasta e sorpreso - : ziu Efisinu è l’eroe del paese!". Il fatto è che, se non ricordo male, Cicalò Efisio (così veniva sempre nominato) raccontava come aveva salvato il suo ufficiale, ma raccogliendo qualche dubbio fra gli ascoltatori. Così decidemmo con Giulio di fare una festa a Guasila per fare incontrare i due "sassarini": ma mio suocero si ammalò, e la vecchiaia fece il resto.
 

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 gennaio 2017 / Pagina 20 - Sassari
IL SEMINARIO
La comunicazione pubblica nell’era social
SASSARI Si parlerà di comunicazione istituzionale, social media e giornalismo martedì 17 gennaio alle 10 all’Università di Sassari con Franca Faccioli dell’università La Sapienza di Roma e Carlo Sorrentino dell’università di Firenze, direttore della rivista “Problemi dell’informazione”. L’appuntamento con i due noti studiosi di Comunicazione è nell’aula verde del dipartimento di Scienze politiche, scienze della comunicazione e ingegneria dell’informazione, in occasione del seminario “Comunicazione pubblica e istituzionale alla sfida di internet e dei social media: percorsi di ricerca e biografie comunicative”. L’evento è organizzato dal PolComIng e dalla Regione Sardegna in collaborazione con la rivista "Problemi dell’informazione" (editore il Mulino). Dopo i saluti della direttrice del dipartimento Antonietta Mazzette e di Michela Melis della Regione, nella prima parte, coordinata da Riccardo Porcu (Regione Sardegna), sarà presentato il numero monografico della rivista che tratta le problematiche comuni al giornalismo e alla comunicazione pubblica, nell’era dei social media e degli open data. Con Carlo Sorrentino e Franca Faccioli, interverranno la curatrice del numero monografico Laura Solito (Università di Firenze) e Alessandro Lovari (Università di Sassari). Seguirà una tavola rotonda moderata da Camillo Tidore, presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Sassari. Parteciperanno anche Elisabetta Gola (Università di Cagliari), Laura Iannelli (Università di Sassari) e il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi.


 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 gennaio 2017 / Pagina 35 - Cultura e spettacoli
La storia di Alexis Barranger, giovane di Bordeaux che sa perfettamente il sardo
Dalla Francia per imparare sa limba
NUORO «Nàschidu su 20 de làmpadas 1991 in Cognac, natzionalidade frantzesa, in su 2014/15 apo iscobertu sa cultura sarda, sa bellesa de custa ìsula, sa pretziosidade de sa limba cosa sua, e apo detzisu de mi nche mòere pro bi bìvere». Alexis Barranger parla il sardo come se fosse la sua lingua di sempre. Eppure è in appena due anni che questo studente universitario francese poliglotta di Bordeaux ha imparato e fatta sua la lingua dei sardi. In Italia per fare esperienza internazionale nella facoltà di Giurisprudenza dell’università di Ferrara, un giorno qualunque del 2014 Alexis Barranger è imbattuto in un sito internet scritto interamente in sardo. La curiosità è scattata all’istante. Così ha iniziato a cercare di più, lui che oltre al francese, parlava già l’italiano, l’inglese e persino l’islandese. «Mi piaghen sas isulas» sottolinea sorridente mentre assicura che non ha alcuna parentela da cercare in Sardegna, che non è figlio di emigrati sardi e che non è neppure per amore o sentimenti amorosi che si è trasferito nella terra dei nuraghi. «Mi piaghet sa limba» dice. Semplicemente. Eppure a Cagliari continua a studiare Giurisprudenza. «No, limbas e literaturas non mi interessan, né linguistica. Sa limba, pro mene est una passione». «Apo istudiadu duos annos “Istudios teatrales” in s’universidade de Bordeaux (Frantza, Acuitània), pustis apo abandonadu is istùdios pro mi professionalizare e divènnere iscritore e “metteur en scène” semper in Bordeaux. Apo iscritu una òpera, “Holos” – racconta nel suo blog scritto unicamente in sardo, unidadenoa.wordpress.com –. Pustis, in su 2012 apo tentu s’ocasione de mi nch’andare pro unu biàgiu in Italia. Intre Ferrara e sa Calabria apo imparadu sa limba italiana». Poi a seguire su sardu, prefezionato guardando i programmi di emittenti televisive come Tcs e TeleSardegna. E studiando lo standard regionale. «A pustis su Campidanesu, su nugoresu... » racconta Alexis Barranger, ormai sardo più dei sardi. Ora che è di casa a Cagliari, è anche segretario e animatore di Acordu, s’assòtziu pro sas Cunferèntzias abertas che ha esordito ieri a Nuoro. (l.p.)


 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 gennaio 2017 / Pagina 35 - Cultura e spettacoli
Ieri a Nuoro esperti da tutta l’isola per la Cunferèntzia aberta de sa limba sarda
Ospite William Cisilino, che ha portato l’esempio ormai consolidato del Friuli
«Per salvare la lingua sarda serve un unico standard»
di Luciano Piras
NUORO Lo standard, prima di tutto. «Da utilizzare soltanto per la lingua scritta, fermo restando che la gente continuerà a parlare ognuno la propria variante». William Cisilino, direttore dell’Agenzia regionale per la lingua friulana, ARLeF, parla davanti alla platea di sardi riuniti a Nuoro, ieri, per la prima Cunferèntzia aberta de sa limba sarda, organizzata dalla neonata associazione Acordu. Insieme, nelle sale dell’Exmé, sardi barbaricini, sardi campidanesi, sardi logudoresi, sardi del Capo di Sopra, sardi del Capo di Sotto. «Se le singole varianti del sardo non hanno una lingua standard come riferimento avranno sempre l’italiano», va avanti l’esperto di diritti linguistici, autore di diversi saggi, tra questi anche “Lingue in bilico. Buone pratiche nella tutela delle minoranze linguistiche in Europa” (Carocci). Il consiglio ai sardi è «di guardare con attenzione alle esperienze vincenti». Una di queste è proprio la lenghe furlane: cinque macrozone, ogni paese ha la sua variante. Come in Sardegna, in sostanza. «Anche se noi siamo stati un po’ più fortunati dei sardi», riconosce Cisilino. Primo perché lo standard ha messo d’accordo i letterati friulani già tra il Seicento e l’Ottocento; secondo perché trent’anni fa, la Regione (autonoma) del Friuli Venezia Giulia e le sue Province hanno adottato una grafia unica. Terzo perché è da un decennio che il Friuli ha costituito l’ARLeF; che ha una pianificazione linguistica minimo quinquennale; e che punta particolarmente ai bambini e ai loro genitori, dunque alle scuole. «Tutto questo, senza uno standard, non è possibile», sintetizza William Cisilino. Eppure la scrittura standard del sardo non è una presa di posizione all’Exmè. Se ne discute, se ne parla, la si usa, ma al centro di questa Cunferèntzia aberta restano i temi, is panels, per dirla con un inglesismo che lascia intravedere aperture insolite: arte e limba sarda; gender e limba sarda; iscola e universidade; istandardizatzione; literadura e editzione in limba sarda; medias; paridade linguistica; politica linguistica de sa Regione sarda. «Tutti possono intervenire liberamente, senza appartenenze, senza colori politici, non c’è un orientamento univoco, questa è un’agorà» spiega Alessandro Lisandru Mongili, cagliaritano, professore di Sociologia generale all’università di Padova. Presidente de su sòtziu Acordu. Sodalizio che ha scelto di esordire a Nuoro «per la sua importanza simbolica». Battezzando il 2017 con il dibattito e la discussione costruttivi, per superare «il blocco fondamentale di noi sardi» e rimettere al centro il «diritto di parità finora negato». «Politiche sulla lingua sarda», le chiama Maria Antonietta Mongiu, ex assessore alla Pubblica istruzione della Regione Sardegna, ai tempi di Renato Soru presidente. È della Mongiu il primo piano triennale di interventi organici per la tutela e valorizzazione del sardo. «Sintesi di un percorso, di un’idea pedagogica condivisa», sottolinea l’archeologa di Pattada, cagliaritana d’adozione, dal giugno 2014 presidente del Fai Sardegna. A lei e a William Cisilino il compito di chiudere le sessioni plenarie di ieri, un’intera giornata di lavori organizzata per gruppi con una sessantina di partecipanti arrivati da tutta l’isola. Operatori e appassionati, ricercatori e docenti, anime diverse di una Sardegna in fermento, da Bachisio Bandinu a Paolo Pillonca e Anthony Muroni, da Mario Puddu a Francesco Cheratzu, da Enrico Lobina a Cristina Serra, Pepe Corongiu, Bustianu Cumpostu, Bustianu Pilosu, Pier Franco Devias, Paolo Zedda, da Mario Zidda a Graziano Pintori, Ivo Carboni, Leonardo Moro. Presente anche un gruppo di insegnanti attivisti di lastoriasarda.com. Il primo ad aderire con entusiasmo alla Cunferèntzia aberta, tuttavia, è anche il grande assente della giornata: Eduardo Blasco Ferrer. Il professore di linguistica sarda morto proprio alcuni giorni fa. A lui l’applauso corale dei sardi riuniti ieri a Nuoro; a lui, un minuto di silenzio della platea. Una platea pronta a marciare su Cagliari, a manifestare in piazza, pur di attirare le attenzioni «di una classe politica cieca e sorda, di un governo regionale del tutto assente» è una voce che risuona nei locali dell’ex Mercato civico del capoluogo barbaricino, teatro di questa prima Cunferèntzia aberta de sa limba sarda, totalmente autofinanziata, messa in piedi dai volontari: «No amus retzidu perunu agiudu finantziàriu de cale si siat organismu privadu o pùblicu». C’è, invece, collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Nuoro. Non a caso è proprio il suo titolare, Sebastian Cocco, che lancia una proposta concreta, «una scommessa, una provocazione – dice –: inserire la conoscenza del sardo quale requisito per accedere ai concorsi pubblici in Sardegna, come succede in Friuli e in Valle d’Aosta».
 
 
 

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