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25 January 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Gli obiettivi per il 2017 prevedono un risparmio di 100 milioni: sono troppi
MOIRANO FRENA SUI TAGLI
Sanità, il supermanager “corregge” i conti della Giunta
L’operazione risparmio della sanità deve vedersela con la riorganizzazione della rete ospedaliera. L’audizione in Consiglio regionale del direttore generale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), Fulvio Moirano, ha aperto un nuovo fronte di difficoltà nella gestione dei conti: «La Regione ci ha imposto obiettivi ambiziosi per il 2017. A mio parere anche troppo ambiziosi, se non c’è una forte programmazione. Sarebbe stato necessario arrivare alla ristrutturazione della rete ospedaliera già nel 2016». Con il provvedimento a regime ci sarebbe un taglio di circa 54 milioni di euro all’anno, in realtà la Regione chiede di arrivare a un risparmio di 100 milioni.  SAU A PAGINA 5
 
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Il manager: «La Regione ha imposto obiettivi ambiziosi, anche troppo». L’assessore a Roma
SANITÀ, SUI TAGLI AVANTI ADAGIO
Moirano: i ritardi sulla rete ospedaliera si riflettono sul budget
La riorganizzazione della rete ospedaliera diventa uno dei punti chiave dell’operazione risparmio nella sanità. Un passaggio non semplice per la politica isolana ma che per il direttore generale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), Fulvio Moirano, assume un valore primario. «La Regione ci ha imposto obiettivi ambiziosi per il 2017. A mio parere anche troppo ambiziosi se non c’è una forte programmazione. Sarebbe stato necessario avere la rete ospedaliera già nel 2016». Con il provvedimento a regime, ci sarebbe un taglio di circa 54 milioni di euro all’anno. Quest’anno, invece, Moirano dovrà fare in modo di risparmiarne cento.
L’INCONTRO Il primo incontro ufficiale tra il direttore dell’Ats e i consiglieri regionali ha come scenario la sala della commissione Bilancio. Moirano è arrivato accompagnato dal direttore amministrativo, Stefano Lorusso, e i due direttori delle Aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari: Giorgio Sorrentino e Antonio D’urso. Il primo impatto è stato «positivo», racconta Moirano, «abbiamo parlato in linea generale dei problemi della sanità sarda». La situazione è complicata perché, nonostante il risparmio di oltre 50 milioni di euro dell’anno scorso, il disavanzo della sanità è sempre molto elevato. Il manager predica «equilibrio e qualità», un binomio di cui non si può fare a meno.
 LA RETE La Giunta ha approvato da tempo la riorganizzazione della rete ospedaliera in Sardegna. Significa ridisegnare la geografia delle cure, trovando il perfetto equilibrio tra razionalizzazione, garanzia di servizi e risparmio. La riorganizzazione dipende anche da alcuni standard numerici, contenuti nelle tabelle ministeriali che non tengono conto delle singole caratteristiche dei territori. Durante il confronto con i consiglieri regionali, Moirano ha ammesso: «Girando la Sardegna ho capito quali difficoltà ci sono per dimensionare correttamente l’offerta sanitaria». Questa è un po’ la sintesi di ciò che potrebbe rappresentare la difficoltà maggiore per portare a casa la riforma. In Sardegna molti territori temono l’isolamento, legato non solo alla presenza o meno di strutture sanitarie, ma anche a causa dei collegamenti non sempre ottimali. Moirano ha la consapevolezza della situazione e, diversamente dalle scelte che riguardano l’Ats, si rimetterà alle decisioni della politica: «È giusto pagare costi anti-economici se ci sono disagi oggettivi». Oggi il direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi, andrà al ministero della Salute per discutere la rete ospedaliera e trovare il miglior compromesso tra le richieste del governo e le necessità della Sardegna. Qualche preoccupazione è stata espressa per la liquidità di alcune aziende sanitarie (Cagliari e Sassari), mentre a breve ci sarà un incontro per definire una piattaforma contrattuale unitaria da sottoporre ai sindacati.
I CONSIGLIERI Nel primo incontro, non sono volati stracci, nemmeno dopo le polemiche sulle nomine dei direttori generali delle Aree socio sanitarie. Il presidente della commissione, Franco Sabatini (Pd) ha rilanciato sulla necessità di una grande mobilitazione nella trattativa con lo Stato. «La commissione», annuncia Sabatini, «presenterà una risoluzione al Consiglio regionale sulla sanità sarda. Dobbiamo riaprire una nuova vertenza entrate con lo Stato».
 LE SPINE La trattativa con lo Stato è un’altra questione fondamentale per controllare il disavanzo della sanità. Lo sa bene l’assessore Luigi Arru perché il governo ha deciso di ampliare i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e garantire farmaci e vaccini innovativi, che significa «un’incidenza pesante sui conti della sanità sarda». Ci sono alcuni provvedimenti per allineare i nostri Lea, come la revisione di alcune prestazioni, che secondo alcuni studi, «oggi non sono più efficaci come il taglio cesareo, che in Sardegna presenta picchi anomali», spiega l’assessore. Il paradosso è che la Regione ha interamente a suo carico il costo della sanità, ma allo stesso tempo deve trattare con il governo.
 Matteo Sau


 

L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Policlinico
Gravissima in ospedale per il morbo di Creutzfeldt
Una donna di 55 anni dell’hinterland cagliaritano è ricoverata al Policlinico Duilio Casula a causa del morbo di Creutzfeldt-Jakob (Mcj). La paziente alcuni mesi fa si è rivolta agli specialisti della Neurologia che, dopo una serie di analisi, le hanno diagnosticato la malattia. I medici dell’azienda ospedaliero-universitaria precisano che non esiste alcun pericolo di contagio del morbo che però resta gravissimo. Escludono anche (non essendoci prova scientifica) che i casi sporadici di Mcj siano legati all’uso di carni bovine non controllate. Il morbo di Creutzfeldt-Jakob provoca danni a carico del Sistema nervoso centrale e si manifesta con disturbi della memoria fino alla demenza, disturbi visivi, del comportamento, del linguaggio.
 ARTIZZU A PAGINA 18
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
POLICLINICO. La malattia non è contagiosa
Morbo Creutzfeldt-Jakob, donna dell’hinterland ricoverata in Neurologia
Una donna di 55 anni dell’hinterland cagliaritano è ricoverata al Policlinico Duilio Casula a causa del morbo di Creutzfeldt-Jakob (Mcj). La paziente alcuni mesi fa si è rivolta agli specialisti della Neurologia, che dopo una serie di analisi, le hanno diagnosticato la malattia. I medici dell’azienda ospedaliero-universitaria precisano che non esiste alcun pericolo di contagio del morbo che però, purtroppo, porta inesorabilmente alla morte.
La malattia di Creutzfeldt-Jakob che ha colpito la donna ricoverata al Duilio Casula è una forma classica della Encefalopatia spongiforme bovina (Bse). L’incidenza è di 0,5-1,5 nuovi casi all’anno per milione di abitanti. Percentuali da noi in Sardegna molto più basse. L’anno scorso è stato registrato un solo episodio (al Brotzu) e questo è il primo caso nel 2017. In Italia esiste un registro nazionale delle malattie rare al Ministero della Sanità cui vengono segnalati tutti i casi sospetti.
La forma sporadica è la forma più frequente di malattia, colpisce persone fra i 50 e i 70 anni (come nel caso della paziente dell’hinterland), e porta al decesso nell’arco di 6-12 mesi dal momento della diagnosi.
Per quanto riguarda la forma di trasmissione - affermano i medici del Policlinico - la questione è ancora molto controversa. L’agente infettante è una proteina mutata che si chiama prione (particella infettiva proteica). Il prione è una proteina presente anche nelle cellule normali. Il prione associato a malattia è mutato appunto, resistente ai comuni trattamenti che distruggono le proteine. Questi prioni mutati si accumulano nelle cellule del sistema nervoso centrale portandole alla morte.
Nessun allarmismo. Al Policlinico di Monserrato escludono (non essendoci alcuna prova scientifica) che i casi sporadici di Mcj siano legati all’uso di carni bovine non controllate. Esiste una variante della malattia identificata per la prima volta in Inghilterra nel 1996, in mandrie di bovini, denominata Bse o morbo della mucca pazza : gli animali colpiti avevano una sopravvivenza di circa 15 mesi. Purtroppo, come detto, non esistono cure in grado di modificare la progressione della malattia.
Il morbo di Creutzfeldt-Jakob provoca danni a carico del sistema nervoso centrale e si manifesta con disturbi della memoria fino alla demenza, disturbi visivi, disturbi della marcia, del comportamento, del linguaggio fino al mutismo. Per la diagnosi è fondamentale il quadro clinico e la sua evoluzione rapidamente progressiva, l’elettroencefalogramma e la puntura lombare. Per l’identificazione della malattia è possibile effettuare anche un test genetico.
Andrea Artizzu


 

L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
BUONCAMMINO. Il ministro Orlando si era impegnato a restituire l’edificio alla città
Il vecchio carcere dimenticato
Ora lo chiamano Grande fabbrica ma il futuro è incerto
«All’ex carcere di Buoncammino, al centro del parco storico centrale, può essere riconosciuta una speciale vocazione - oltre che ad essere Museo e archivio di se stesso: un ruolo di “condensatore” di molteplici funzioni di animazione e servizio comune alla vita universitaria dei diversi poli, e più in generale del campus urbano, di attività pregiate di ricerca e di servizio agli studenti e ai docenti in un quadro di internazionalizzazione». Così si legge nel Piano particolareggiato del centro storico alla voce “Il sistema delle Grandi fabbriche e il campus urbano” (per grandi fabbriche si intendono i grossi edifici ormai dismessi). Al momento, comunque, è solo un’idea, nient’altro che un’idea. «Non può essere altrimenti - spiega Francesca Ghirra, assessora comunale all’Urbanistica - visto che per il momento l’edificio non è nostro e non mi risulta che si stia facendo qualcosa per il passaggio alla Regione, snodo necessario prima dell’acquisizione al patrimonio del Comune».
 UFFICI Nell’attesa, Buoncammino non si sposta. Ora, se non altro, è anche presidiato. Negli ex uffici e alloggi dei comandanti del carcere sono stati trasferiti il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale (cioè, quella che concede lo status di rifugiato ai migranti che hanno i requisiti), propaggini dei ministeri dell’Interno e della Giustizia. Un’operazione nata dall’esigenza di tagliare i costi dell’affitto per i due importanti presidi regionali che, però, di fatto rischia di condizionare le future scelte urbanistiche della città.
 INTERROGAZIONE Quei 15 mila metri quadrati, che fanno del vecchio carcere l’edificio più grande di Cagliari, potrebbero servire per tanti altri scopi. «Il punto è proprio questo - dice Pierpaolo Vargiu, deputato dei Riformatori sardi - ma manca un progetto, una strategia. Una città che non ha senso della propria identità e del proprio futuro perde opportunità e rinuncia a valorizzare i propri gioielli». Vargiu ha presentato una interrogazione urgente al ministro Andrea Orlando: vuole sapere perché l’ex istituto di pena di Buoncammino non sia stato ancora restituito alla comunità.
 STRATEGIE «Da più di due anni è stato completato il trasferimento dei detenuti a Uta. Nel febbraio dello scorso anno - aggiunge Vargiu - il ministro aveva promesso al sindaco Zedda che l’edificio sarebbe presto tornato alla città per poter concorrere a creare nuove opportunità di sviluppo e di occupazione. Da allora, l’ex carcere si riempie di uffici ministeriali, rischiando di diventare un nuovo ospedale Marino».
 LA REGIONE L’assessore regionale agli Enti locali ricorda quella serata al teatro Massimo: «Si è trattato di dichiarazioni aleatorie - dice - di fatto non è stato compiuto alcun passo nella direzione ipotizzata dal ministro. Ci risulta che l’immobile sia ancora nella disponibilità dell’Agenzia del Demanio, dunque, bisogna aspettare».
 PROSPETTIVE Eppure, le prove generali per un futuro possibile era stata la “Giornata del Fai”, il 30 aprile 2015, quando 30 mila visitatori varcarono i cancelli del carcere e rimasero stupiti dal tour tra le celle, i corridoi e le sale di una struttura che per un secolo e mezzo ha rappresentato il luogo della pena e dell’espiazione. «In questa città - dice Maria Antonietta Mongiu, presidente del Fai Sardegna - è come se all’improvviso questi edifici che hanno segnato la sua storia diventino dei fantasmi, privi di alcun riscontro nel presente e nel futuro. Altro che grandi fabbriche, come le chiamano in una nuova retorica delle definizioni. Belle parole, ma servono fatti e programmi. E non dicano che non ci sono soldi, ci fosse un progetto i fondi europei si troverebbero eccome».
 Vito Fiori


 

L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Provincia Medio Camp (Pagina 26 - Edizione CA)
VILLACIDRO. Da ricercatore a commerciante di prodotti tipici isolani
Il biologo che vende la Sardegna agli americani
Da Villacidro a Chicago per un futuro migliore, prima nel campo della ricerca in neuroscienze, nell’insegnamento e ora nella vendita di prodotti sardi nell’Illinois. Fabio Pibiri, 43 anni, dopo la laurea in Biologia a Cagliari, ha terminato il dottorato a Chicago. Dove è rimasto. Ha sperimentato alcuni settori prima di trovare la sua strada.
 Perché ha lasciato la Sardegna?
«Nel 2005 il mio professore Gianluigi Gessa mi ha consigliato il viaggio a Chicago. Qui ho proseguito la ricerca in neuroscienze ultimando il dottorato all’University of Illinois prima di iniziare a lavorare con una borsa di studio Master & Back. Ho inviato diversi curriculum e ho avuto molte proposte, tra queste ho scelto Chicago»
 Sta meglio in America?
 «Mi sono trovato bene. Certo, la Sardegna mi manca ma ho scelto di restare negli Usa. Dopo due anni, sono tornato all’University dell’Illinois per dedicarmi alla ricerca sul cancro. Alla fine, ho rinunciato a un’occasione in Arizona optando per una docenza di biologia al Malcolm X College di Chicago. Nel frattempo, con l’aiuto di mia moglie e un piccolo prestito di mio padre, ho fondato la società Buongusto che importa e distribuisce prodotti sardi a ristoranti, supermercati ed enoteche. Un business che aiuta a sentire meno la nostalgia di casa».
 Dalle neuroscienze all’enogastronoma.
 «Una combinazione di eventi, aggiunta al piacere di poter in qualche modo aiutare la mia Sardegna che mi ha regalato una gioventù felice e spensierata».
 Cosa comprano gli americani?
 «Il mio business è per l’80 per cento vino, il resto formaggi, in primis pecorino, olio d’oliva, bottarga, malloreddus, fregola e pane carasau. Con Buongusto abbiamo portato i migliori chef americani in Sardegna, a Mogoro, Oliena, Mandas e altri paesi per conoscere territorio e produttori. Un’esperienza che mi ha fatto capire le potenzialità turistiche dell’Isola.
 Cosa serve in Sardegna per favorire lo sviluppo economico?
«Bisogna mettere i sardi nelle condizioni di fare business. Aiutare la piccola e media impresa, soprattutto chi investe nei nostri prodotti tipici e nel turismo. Bisogna dare finanziamenti a chi ha buone idee».
 E di tornare in Italia?
 «Mi piacerebbe insegnare nella mia terra. Ho sempre una casa nel mio paese, per rivederlo almeno una volta all’anno».
Stefania Pusceddu
 
 

L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
CINEMA E LEGALITÀ. Si proietta “La banda Baader Meinhof”
Bacaredda, un incontro sul terrorismo islamico
Nuovo appuntamento, mercoledì 25 gennaio, con il ciclo “Cinema e legalità”, ospitato nell’aula magna della sede centrale dell’istituto Bacaredda-Atzeni (via Grandi): Alessandra Uscidda, comandante del reparto di polizia penitenziaria del carcere di Uta, parlerà de “Il sistema carcerario dagli anni di piombo ad oggi: terrorismo e radicalizzazioni”. Alle 9.30 sarà proiettato un film diretto da Uli Edel “La banda Baader Meinhof” che servirà da spunto per fare il confronto tra il terrorismo politico degli “anni di piombo” e il terrorismo di matrice islamica. Come capita sempre nel corso di questo ciclo, sarà presente Tore Cubeddu che farà il commento registico del lungometraggio.
E poi interverrà Uscidda che, prima di approdare al carcere cagliaritano, ha lavorato a lungo nelle case circondariali lombarde. Luoghi nei quali ha potuto toccare con mano il mondo del terrorismo e della radicalizzazione dei detenuti negli istituti di pena.
È questo il sesto appuntamento con il ciclo “Cinema e legalità”, nato grazie alla collaborazione dei partner delle rassegna (ministero di Giustizia, Regione, Città metropolitana, Università di Cagliari, Amn e Ordine degli avvocati). Un ciclo partito lo scorso 30 novembre quando Rita Dedola, presidentessa dell’Ordine degli avvocati di Cagliari, parlò di “Usa-Italia: sistemi giudiziari a confronto, la difesa e i suoi principi”.
Dopo l’incontro di mercoledì, il prossimo appuntamento è fissato per il 1° febbraio, quando Celestino Tabasso, presidente di Assostampa Sardegna, parlerà de “La libertà di stampa e il sindacato dei giornalisti”.
Il Bacaredda-Atzenti è stato anche scelto dal ministero della Pubblica istruzione per ospitare, il 7 marzo, la mostra itinerante Ansa dedicata ai giudici Falcone e Borsellino.
 
 

L’UNIONE SARDA

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
POESIA PER UNIVERSITARI
Ritorna il concorso di poesia per gli universitari organizzato da Andrea Garau. A far parte della giuria saranno, tra gli altri, i docenti Giovanna Caltagirone e Gonaria Floris. I componimenti devono essere inviati entro le 12 del 25 febbraio all’indirizzo poesiaunica@gmail.com secondo le modalità indicate dal bando.


 

L’UNIONE SARDA

7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 30 - Edizione CA)
ORISTANO. Intanto il sindaco di Cabras lancia una proposta: «Vi ospitiamo noi»
LA RABBIA DEGLI STUDENTI
Oggi assemblea generale contro lo sfratto all’Università
Incredulità, sconcerto e rabbia per la ventilata chiusura dell’Università. Lo sfratto dal Chiostro del Carmine annunciato dalla Provincia non è digerito dagli studenti che hanno scommesso il loro futuro scegliendo i corsi del Consorzio Uno. La scuola di specializzazione in Beni archeologici è unica in Italia: «Un’eccellenza internazionale - osserva Barbara Panico di San Vero (Archeologia subacquea) - ho visto studenti da tutta Europa e questa scelta mi lascia disorientata. Aspetto la mobilitazione anche della politica e dell’indotto. Incredibile che la Provincia affossi quest’esperienza».
PASSA PAROLA Il passa parola durante le lezioni, e il tam tam mediatico ha convinto tanti studenti ad essere presenti alla chiamata del presidente Gianvalerio Sanna. «Ci aspettiamo una reazione massiccia - sottolinea Erica Rosa di Borore (Economia e gestione dei servizi turistici) - reagiremo a questa decisione assurda. Mi chiedo come faranno tanti studenti a trasferirsi a Cagliari o Sassari: non tutti hanno le possibilità di farlo. Questa per noi è una seconda casa».
La disabilità non ha fermato una ragazza con tanti sacrifici è riuscita ad iscriversi ad Oristano: «Io ricado nella casistica dei ragazzi che per motivi logistici non può andare in altre facoltà - ricorda Chiara Erbì di Santa Giusta (Biotecnologie) - se chiude l’Università il mio futuro terminerà il 1 febbraio».
CORSI MODELLO L’Università di Oristano ha dato la possibilità di far studiare anche tanti lavoratori: «Dico che siamo davanti ad un caso decisamente anomalo - osserva Alessandro Serra di Mogoro (Biotecnologie) - si vuole chiudere una delle poche cose che funzionano in questa Provincia, io lavoro e studio e mi dispiace più per i mie giovani colleghi, io ho 43 anni è ho già fatto la mia esperienza. L’Università rappresenta una grande opportunità di crescita, evidentemente il governo sardo vuole mantenere basso il ceto sociale. Vogliono recuperare denaro? Mandino a casa due politici a caso».
GLI STUDENTI I corsi di studio di Oristano hanno consentito a molti giovani di entrare in poco tempo nel mondo del lavoro: «Conosco tanti casi di studenti che hanno oggi una carriera brillante, come il sindaco di Siamaggiore - ricorda Valentina Contiello di Cabras (Economia e gestione turistica) - questa Università è speciale. Il clima che si respira in una città come Oristano ti fa sentire proprio l’aria di casa. Il mio corso di studi può dare una mano importante a far crescere e migliorare il turismo nel Sinis».
LA PROPOSTA Intanto in serata il sindaco di Cabras, Cristiano Carrus, lancia una proposta provocatoria, ma seria: «Se vi sfrattano venite a Cabras, vi metto a disposizione il Centro polivalente di via Tharros, una struttura, facilmente raggiungibile, con ampie sale, uffici, bar, servizi e parcheggi. nei prossimi giorni formalizzerò la nostra disponibilità al Consorzio».
 Elia Sanna
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Pagina 6 Sardegna
LA DIAGNOSI
Creutzfeldt-Jakob un nuovo caso a Cagliari
CAGLIARI Mancano ancora certezze ufficiali, ma nell’isola si è registrato un nuovo caso della malattia di Creutzfeldt-Jakob, che era diventata famosa in una sua variante per il morbo della mucca pazza. La vittima è una donna di circa 50 anni dell’hinterland cagliaritano. La donna è ricoverata al policlinico universitario. La donna si era rivolta qualche mese fa al centro clinico. Gli ultimi casi un anno fa. A gennaio era morta una donna di 60 anni. Pochi giorni prima era rimasto vittima della malattia un uomo di 45 anni.
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Pagina 22 - Sassari
Il rettore Massimo Carpinelli: «Ci proponiamo come punto di riferimento per le imprese sarde»
L’UNIVERSITÀ AL FORUM ITALIA-USA
SASSARI È cominciato martedì a Washington il forum “Italy-U.S. university partnership”, organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Washington e dalla conferenza dei rettori delle università italiane nell’ambito del programma Destination Europe. Il rettore dell’università di Sassari Massimo Carpinelli partecipa ai lavori, che si protrarranno fino a domani, e che rappresentano un momento di incontro tra il sistema accademico italiano e quello statunitense. Massimo Carpinelli interverrà questa mattina con una relazione intitolata “Insegnare e imparare nelle università italiane”. «Questo evento è molto più di un simposio – sottolinea il rettore dell’ateneo turritano. – È una delle tappe per costruire il futuro delle università italiane, e definire la strategia delle relazioni con le più prestigiose istituzioni universitarie e di ricerca estere. Vogliamo creare nuove collaborazioni con le università degli Stati Uniti, rafforzando quelle già esistenti. È un’occasione di dialogo e confronto tra i due sistemi accademici, dal quale potranno nascere intese proficue nel campo della ricerca scientifica, della didattica e del trasferimento tecnologico. L’università di Sassari si propone come punto di riferimento per le imprese sarde eventualmente interessate a investire negli Stati Uniti». L’incontro, che si svolge nella sede dell’Ambasciata italiana a Washington D.C., assume una particolare valenza visto il mutato quadro politico negli Stati Uniti dovuto al cambio di Presidenza. Saranno costituiti dei gruppi di lavoro ma soprattutto sarà elaborato un documento strategico per la promozione unitaria dell’Università italiana in Usa. Il Ministero dell’istruzione, Università e Ricerca e il Ministero degli Affari esteri guidano la squadra in cui giocano tutti gli Atenei - riuniti nella Crui - impegnati per attrarre in Italia giovani, laureati e professionisti americani motivati a continuare la formazione in percorsi di eccellenza. I numeri delle persone potenzialmente interessate sono elevati: per l’Università italiana è davvero una partita su cui puntare. Partecipano al forum di Washington le principali associazioni che riuniscono le università a stelle e strisce: Association of public and land-grant universities (Aplu), American association for the advancement of science (Aaas), National council of university research administrators (Ncura) e le maggiori agenzie di finanziamento americane per la ricerca: Nsf (National science foundation), Doe (Department of energy), Dod (Department of defence), Nih (National institute of health). Sono coinvolte in tutto circa 50 università americane, tra cui la Columbia university, Duke university, West Virgina university, university of Nevada, university of California, Emory university.
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Pagina 32 - Oristano
Oggi l’incontro al Chiostro dopo lo sfratto della Provincia. La proposta del sindaco di Cabras
UNIVERSITÀ, CARRUS: VI OSPITIAMO NOI
di Simonetta Selloni
ORISTANO Per l’Università oristanese, sulla quale incombe lo sfratto notificato dalla Provincia, c’è pronta una sede di riserva. La offre il sindaco di Cabras, Cristiano Carrus, con una nota che per ora è più una manifestazione di disponibilità. «Dalla stampa abbiamo appreso delle difficoltà del Consorzio UnO per quanto concerne la sede istituzionale dell’Università di Oristano. Certamente una sede prestigiosa, quella del Carmine, che a quanto pare rischia di non poter ospitare più l’università... Spero proprio che non sia così, ma qualora dovesse succedere do piena disponibilità dell’amministrazione comunale nel ospitare l’università di Oristano a Cabras nel centro polivalente. Una struttura facilmente raggiungibile con ampie sale, uffici, bar e servizi, compresi i parcheggi interni al giardino. Nei prossimi giorni, qualora la situazione di incertezza dovesse persistere, formalizzerò al Consorzio UnO la nostra disponibilità». Al di là della disponibilità del sindaco di Cabras, resta fissato per oggi alle cinque, al Chiostro del Carmine, l’appuntamento fissato dal Consorzio Uno che chiama a raccolta i suoi studenti, i docenti, i sostenitori dell’Università oristanese La questione del mancato pagamento del canone d’affitto, che la Provincia ora chiede al Consorzio, sta diventando terreno di scontro politico, vista la contrapposizione tra il presidente dell’Università, Gianvalerio Sanna, accusato senza mezzi termini dal Commissario della Provincia Massimo Torrente di aver per un anno e mezzo nicchiato sulla ricerca di soluzioni, a fronte dell’atto dovuto della Provincia. Sanna avrebbe chiuso la porta a eventuali soluzioni, compreso il coinvolgimento della Regione per risolvere la questione. E sulla vicenda interviene anche il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale Attilio Dedoni: «A causa dell’ennesimo scontro all’interno della sua classe politica, l’Oristanese rischia di perdere un’altra opportunità di sviluppo e rilancio del territorio. La diatriba tra il commissario della Provincia e i vertici del Consorzio Uno, non è che l’ulteriore dimostrazione del male atavico che ci penalizza: la frammentazione della rappresentanza istituzionale, la spinta individualistica che porta ciascuno a curare interessi di parte mettendo in subordine quelli della comunità»,


 

LA NUOVA SARDEGNA
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Pagina 33 - Cultura e spettacoli
IL LIBRO Dal ’600 al ’900 un centro di cultura
Una storia della Facoltà di Legge dell’Università di Sassari curata da Antonello Mattone per la casa editrice Il Mulino
Pubblichiamo in questa pagina un brano della prefazione al saggio «Storia della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sassari» scritto per Il Mulino da Antonello Mattone (nella foto), ordinario di Storia moderna nell’ateneo turritano. Frutto di approfondite ricerche, il volume ripercorre la storia della Facoltà di Giurisprudenza dalle origini seicentesche sino ai primi anni Sessanta del Novecento. Mattone pone in rilievo il contributo originale dato dalla Facoltà al dibattito giuridico nazionale e internazionale, soffermandosi sulla circolazione delle idee e delle esperienze, attraverso una serie di medaglioni biografici dei suoi più illustri professori, da Enrico Besta ad Arturo Rocco, da Lorenzo Mossa a Carlo Arturo Jemolo, da Antonio Segni a Massimo Severo Giannini, da Giuseppe Capograssi ad Antonio Pigliaru.
GIURISPRUDENZA, FUCINA DELL’ÉLITE NAZIONALE
di ANTONELLO MATTONE
Nell’autunno del 1923 il giovane studente di Giurisprudenza Salvatore Satta si trasferiva a Sassari dall’Università di Pisa: era una sorta di ritorno a casa, perché nella città turritana aveva frequentato il Liceo “Azuni” dove, nel 1920, aveva conseguito la maturità classica. «Sassari era allora la capitale di un vasto giudicato – scriverà il grande processualcivilista nel 1957 –, che comprendeva nei suoi confini l’insofferente borgo di Nuoro: ed io che venivo da Nuoro, la patria di Grazia Deledda e di Sebastiano Satta, soprattutto la mia patria, consideravo con aria ostile questa superba metropoli, dove esistevano vie, esistevano piazze, chiese, palazzi: alle cui soglie pareva arrestarsi la Sardegna e risolvere in un’estranea civiltà provinciale la sua raffinata barbarie». CITTÀ UNIVERSITARIA. In realtà, non si trattava di una “metropoli” – aveva poco più di 36.000 abitanti –, ma di una città di provincia con una forte identità urbana, dovuta in gran parte alla presenza di un’antica Università. Sassari era allora, in qualche misura, una città universitaria, dove «la grande piazza d’Italia diventava ogni sera, e fino a tarda notte, una vociante accademia di giuristi». In questa nuova sede Satta, per sua stessa ammissione studente «senza gioia, senza vocazione, col rimpianto e più col pianto del mondo perduto», scoprì sulla via di Damasco la folgorazione che avrebbe dato una svolta decisiva alla sua vita, la vocazione per gli studi giuridici. Merito soprattutto di Lorenzo Mossa, sassarese, cattedratico di Diritto commerciale, uno studioso di un’altra generazione di giuristi (fra i due vi erano trentasette anni di differenza), che aveva dato contributi significativi in campi quasi inesplorati, come il nascente diritto del lavoro. GRANDI DOCENTI. Così Satta ha descritto il primo incontro: «Stava allora, se mal non ricordo, in via Carlo Alberto, ed io salii come un penitente le scale della sua casa. Mi ritrovai in una stanza piena di libri, e tra i libri c’era lui come era allora, e come è poi sempre stato, perché aveva tra gli altri doni quello di mantenersi, anche fisicamente, sempre uguale a se stesso. Mi fece sedere, mi guardò di là dalle spesse lenti, mi chiese, come Farinata, dei miei maggiori. Poi parlò di sé. Ne parlò per un’ora, per due, non so, come non so cosa disse. So che man mano che parlava la stanza, nella quale già si insinuava il crepuscolo, si popolava di spiriti: talvolta staccava un libro, lo apriva, ne godeva col tatto le lucide pagine, poi leggeva qualche passo, dimentico che io non potevo assolutamente capire. Quando mi accompagnò alla porta, mi guardò fisso negli occhi: «Nella vita si possono fare molte cose – disse – e si può fare a meno di studiare diritto. Per me – e la voce si fece grave – il diritto è tutto». Mi precipitai per le scale, mi slanciai felice nella notte. Avevo trovato la mia vocazione, avevo trovato l’assurdo». INNAMORATI DEL DIRITTO. Mossa era un professore che non soltanto riusciva a trasmettere interesse per gli argomenti dei suoi corsi, ma era capace di suscitare una vera partecipazione appassionata, come ricorda Satta: «Gli altri compagni che seguivano le lezioni in breve diventarono tutti innamorati del diritto». Fra i suoi colleghi ricordava in particolare Giacomo Delitala, suo coetaneo, ex compagno di classe all’ “Azuni”, col qualeaveva condiviso questa bruciante passione per le discipline giuridiche (appunto l “assurdo”). LA LAUREA DI SATTA. Satta si laureò a Sassari l’11 ottobre 1924 con centodieci e lode, discutendo proprio con Mossa una tesi dal titolo “Sistema revocatorio fallimentare”. Dopo la laurea decise di intraprendere la carriera di avvocato nel foro di Nuoro – tribunale dove primeggiavano già celebri e agguerriti colleghi penalisti. Però non era tagliato per la professione di avvocato, colpa del suo carattere timido e introverso, «portato alla contemplazione e all’introspezione». OLTRE TIRRENO. Il “borgo” natio, amato e odiato, era una prigione troppo stretta: lo descriverà con cupo pessimismo nelle pagine di quel «capolavoro della solitudine della letteratura moderna, forse in tutta la letteratura» (George Steiner) che è il romanzo postumo “Il giorno del giudizio”. Così già nel 1925 si trasferì a Milano, dove entrò in contatto con Marco Tullio Zanzucchi («fu un professore» che «non fece il professore, insegnando con lo scritto, con la parola, con la vita»), docente di Procedura civile nella neonata Università Cattolica: alla sua scuola, il seme gettato da Mossa negli anni sassaresi iniziò a dare i primi germogli. COME IN CECHOV. Certo, l’Università di Sassari descrittaci da Satta, venata di affetto e nostalgia, rimanda a un ambiente culturalmente stimolante e, al tempo stesso, familiare, in cui maestri e allievi vivevano in simbiotica armonia e in cui il bidello, come in una novella di Anton Cechov, annunciava il termine delle lezioni con un latinissimo Finis! In realtà, il quadro non era così idilliaco. Precarietà e provincialismo erano infatti l’altra faccia della medaglia. Proprio nell’anno in cui Salvatore Satta si era trasferito a Sassari il Comune, l’Università, la Provincia, la Camera di commercio avevano dovuto lottare con le unghie e coi denti per scongiurare l’ennesima minaccia di soppressione dell’ateneo sassarese prevista nel progetto di legge del ministro Gentile.

 


LA NUOVA SARDEGNA

12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Pagina 22 - Sassari
L’iniziativa è dell’istituto comprensivo Monte Rosello basso
Convegno su don Giovanni Bosco
SASSARI L’istituto comprensivo Monte Rosello basso, avendo la sede direzionale intitolata alla figura di don Bosco, ha organizzato un convegno per ricordare la sua opera pedagogico-educativa, molto rivoluzionaria per il periodo in cui è stata promossa. L’obiettivo è quello di sviluppare un confronto aperto sull’urgenza di un intervento comune di prevenzione, fondamentale nella società di oggi. Il convegno si terrà domani - dalle 16 alle 19 - nell’aula magna dell’Università centrale, in piazza Università. Dopo una introduzione del dirigente scolastico Vittorio Sanna, interverranno i relatori Fabio Pruneri e Giusy Manca dell’Università di Sassari; don Gaetano Galia dell’Università Salesiana di Roma e Vittoria Casu assessora alla Pubblica istruzione. Il dibattito sarà o moderato da Antonella Brusa, direttrice del Cospes. Agli studenti partecipanti le ore di presenza al convegno saranno convertite in crediti formativi dall’Università. É prevista una numerosa partecipazione della cittadinanza e in particolare di coloro che operano in ambito didattico-educativo.


 

LA NUOVA SARDEGNA
 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Pagina 20 - Oristano
AMBIENTE
Oggi incontro del Consiglio Autonomie locali
ORISTANO Si riunisce stamane alle 11, nella sala consiliare del Comune il Consiglio delle Autonomie locali per eleggere il vicepresidente vicario e i quattro componenti dell’ufficio di presidenza. Tra i punti all’ordine del giorno della seduta vi sarà anche la presentazione alla stampa del progetto Clisel. Clisel è un’Azione di Coordinamento e Supporto (Coordination and Support Action) finanziata dal programma europeo Horizon 2020. Il progetto, iniziato nel maggio 2016, durerà per 36 mesi, coinvolgendo cinque Istituzioni europee, tra università, centri di ricerca e un organo istituzionale nazionale. La Sardegna è stata selezionata come caso pilota, ad occuparsi dello sviluppo del progetto sono il Cal, l’Università di Cagliari, quale coordinatore, le università di Berna e di Lancaster e il Laboratorio ambientale KHT di Stoccolma. Attraverso Clisel verranno analizzate le esigenze dei 377 comuni della Sardegna per poi metterle in dialogo con gli altri livelli di governo e creare il miglior sistema possibile di governance delle migrazioni legate al cambiamento climatico.
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 25 gennaio 2017 / Pagina 7 - Politica regionale
Il manager dell’Ats in commissione: indispensabile la rete ospedaliera
«I costi sono alti, serve la centrale unica d’acquisto per ridurre gli sprechi»
SANITÀ, TAGLI PER 100 MILIONI la Regione pressa Moirano
di Umberto Aime
CAGLIARI Nessuno l’ha sbranato e lui non ha sbranato neanche un politico. Dalla fossa dei leoni tutti sono venuti fuori sani e salvi. Eppure sarebbe potuto accadere il contrario. Perché da quando, era gennaio, a Fulvio Moirano hanno consegnato le chiavi dell’Asl unica o Ats, i partiti di maggioranza e del centrodestra gli hanno contestato qualunque cosa, dalle nomine fino allo stipendio. Sì, poteva finire in malomodo e invece il primo faccia a faccia, in Consiglio regionale, fra gli onorevoli e il gran capo della sanità è filato via liscio. Solo per buona e reciproca educazione? È probabile, ma più che altro, essendo una prima volta, potrebbe esserci stata una diffusa ansia da prestazione. Cioè: per ora è meglio non sfidarsi a duello, poi al momento opportuno si vedrà. Soprattutto se, come qualcuno sospetta, sarà una stagione complicata. Il confronto. Domande scomode e risposte puntigliose sono arrivate da un fronte e dall’altro: si sono intrecciate, ma mai sovrapposte. «Un buon incontro», diranno i consiglieri della commissione bilancio. Anche Moirano è uscito com’era entrato dalla saletta: di buon umore e col sorriso. Evitata l’arena, quello che non va nella sanità sarda – l’ultimo disavanzo dichiarato ammonta a oltre 300 milioni poi ci sono gli arretrati – è stato sviscerato. Ad esempio il manager ha confermato che quest’anno la Regione gli ha chiesto di risparmiare 100 milioni, una quarantina in più rispetto al 2016. «È un traguardo ambizioso forse anche troppo, ma sono comunque ottimista». La strategia. Su come riuscire nell’impresa di asciugare i 3,3 miliardi - è questo l’impatto della sanità sulla Finanziaria 2017 – Moirano ha snocciolato un bel po’ di cose che farà nei prossimi mesi, alcune semplici, altre sono complesse. A cominciare da un solo contratto di assicurazione, mentre finora ogni Asl ha il suo, con costi alla fine spropositati. Oppure armonizzerà gli stipendi: non è «economicamente sostenibile» che fra un ospedale e l’altro ci siano medici e infermieri pagati in modo diverso per gli stessi compiti. Un’ingiustizia di cui ha parlato giorni fa con i sindacati degli oltre 20mila dipendenti Asl e l’accordo «lo troveremo assieme, con pazienza». Di personale aveva parlato poco prima anche l’assessore Luigi Arru: «Dobbiamo sbloccare il turn over. L’età media dei dipendenti è superiore ai 53 anni e c’è bisogno d’immettere risorse professionali fresche» Poi Moirano ha insistito molto sulla centrale unica d’acquisto: «Le siringhe non ci possono costare un tot a Olbia e il doppio a Sanluri». Sulle forniture calibrate qualche passo avanti c’è stato: «Ora dobbiamo insistere nel saper risparmiare senza ridurre gli standard di qualità. Anzi, li vogliamo migliorare». Ospedali e dintorni. I propositi sono buoni, ma «è indispensabile che il Consiglio approvi al più presto la riorganizzazione della rete ospedaliera che da sola vale 54 milioni di risparmi», è stato l’appello lanciato in contemporanea dal manager e dall’assessore. Arru poco prima aveva annunciato: «Oggi la nostra proposta sarà vagliata dal ministero e vediamo cosa ci dirà». Perché senza la nuova rete – è stato ribadito – «sarà difficile tagliare il traguardo dei 100 milioni di risparmi». Però si sa che la commissione sanità del Consiglio non deciderà subito sulla riorganizzazione dei posti letto: «Vediamo il giudizio del ministero, poi approviamo la Finanziaria e infine parleremo di ospedali», ha fatto sapere il presidente Raimondo Perra del Psi, fino a lasciar intendere: non sarà prima di marzo. Le domande. Se Franco Sabatini ha ribadito che «con lo Stato va aperto subito un confronto per riavere indietro almeno 120 milioni dei680 accantonati per il debito pubblico nazionale. Non possiamo farne e meno, ci servono anche quelli per la sanità», gli altri consiglieri hanno chiesto di tutto. Anna Maria Busia del Cd ha saputo che anche Moirano è contrario al congelato project financing di Nuoro, oppure Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) che ha sollecitato una previsione su quanto tempo ci vorrà per azzerare le liste d’attesa. «È uno dei nostri primi obiettivi – ha risposto il manager – perchédobbiamo far capire alla gente che lavoriamo per loro». Il caso Sassari. Esiste. Il manager dell’Azienda mista, Antonio D’Urso, ha detto: «La fusione fra le cliniche universitarie e l’ospedale Santissima Trinità non è facile: sono due strutture speculari, con doppioni e per razionalizzare ci vorrà del tempo». Per chiudere così: «Da noi non aspettatevi subito un risparmio, nel primo esercizio la perdita sarà consistente».

 
 

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