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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 January 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Cronaca di Oristano (Pagina 37 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Dopo l’allarme, il rettore di Cagliari Maria Del Zompo rassicura gli studenti «Corsi di laurea, nessuno scippo»
I corsi di laurea dell’Università di Oristano rimangono inalterati. Cambierà solo l’articolazione e verrà ampliata l’offerta formativa. Lo precisa il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, dopo l’allarme lanciato dal presidente del Consorzio Uno Gian Valerio Sanna nel corso dell’assemblea di martedì. «Abbiamo scelto di mantenere i corsi di laurea ad Oristano, modificando semplicemente la loro articolazione - spiega il rettore Maria Del Zompo - in modo da rendere impercettibile, nella pratica di tutti i giorni, la ricaduta economica negativa per l’Ateneo e garantire la stessa qualità della didattica agli studenti iscritti. Quando si parla di problemi economici, si fa esclusivamente riferimento alla progressiva diminuzione dei fondi trasferiti dallo Stato - precisa - che se non governata potrebbe portare alla chiusura di interi corsi di laurea. Avrei partecipato volentieri all’assemblea pubblica convocata dal Consorzio Uno per ascoltare e parlare con gli studenti e le famiglie oristanesi e riaffermare lo sforzo che l’Ateneo cagliaritano sta facendo da più di due anni per mantenere inalterata la qualità dell’offerta didattica». Per gli studenti quindi non dovrebbe cambiare nulla: «Continueremo a produrre ogni sforzo per garantire l’attuale offerta formativa - ha osservato Maria Del Zompo - d’altronde la nuova articolazione individuata permetterebbe anche l’attivazione di nuovi corsi sulla base delle esigenze manifestate dal territorio. D’altra parte comprendere le regole che siamo costretti a seguire non è per niente semplice, tanto che anche docenti del nostro Ateneo presenti all’assemblea - nel fare certe affermazioni riportate dalla stampa - mostrano di non aver capito i nuovi meccanismi». Gian Valerio Sanna non commenta le dichiarazioni del rettore ma si limita ad attendere l’esito dell’incontro del 7 febbraio a Cagliari.
E. S.
 
 

L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
Celebrazione La storica Anna Foa oggi a Cagliari per la “Giornata della memoria”
«Raccontiamo la Shoah e non smettiamo di farlo»
Guardava le scale della casa dove ha abitato per alcuni anni, una palazzina piena di bizzarrie in Porto d’Ottavia 13, cuore di Roma e ghetto ebraico, immaginando le persone che le avevano scese, donne e bambini soprattutto, per l’ultima volta. In un terribile giorno di ottobre del 1943. «Erano una presenza talmente forte - racconta la storica Anna Foa - da spingermi a dire a me stessa che non avrei più salito le scale della casa senza sapere i nomi, conoscere la storia di quanti l’avevano abitata. Ho fatto le mie ricerche, trovato i documenti e le testimonianze che mi hanno permesso di mettere tutti i nomi su tutte le porte». Ecco che cosa fa vivere la memoria: aver voglia di illuminare ciò che è rimasto in ombra, conoscere, capire e raccontare la storia e le storie delle persone. «E non smettere mai di farlo».
A Cagliari per la “Giornata della Memoria dei Lager e della Shoah”, Anna Foa sarà questo pomeriggio (alle 15,30) all’Università (aula magna del corpo aggiunto del Polo Umanistico, via Is Mirrionis 1) a parlare della Shoah nella capitale, in un incontro promosso dal Dipartimento di storia. Con lei Lutz Kinkhammer, studioso dell’Istituto storico germanico di Roma, esperto dell’occupazione tedesca in Italia.
Come si costruisce la memoria, come la si fa diventare una fruttuosa eredità?
«Facendo andare di pari passo storia e memoria. La necessità di ricordare punta sull’aspetto emozionale, con dinamiche non semplici: ecco perché è necessario collegarla alla storia. Bisogna poi darle vita, evitare che si secchi, si appiattisca su un passato lontano ormai 70 anni. In fondo per farlo bastano cose semplici come le Pietre di inciampo (le Stolpersteine nate in Germania da un’idea dell’artista Gunter Demnig, ndr), sampietrini di cui Roma oggi è piena, sui quali c’è il scritto il nome di chi ha vissuto in quella casa ed è stato costretto a lasciarla. Segni, colti per la strada, un inciampo appunto, però capaci di emozionare, perché dicono tutta la violenza con la quale queste persone sono state strappate dalle loro case, dai loro affetti».
Lo fa anche lei nel suo libro, “Portico d’Ottavia 13”, restituendo storie, età, volti alle famiglie che il 16 ottobre del 1943 sono state portate via da nazisti.
«È importante scrivere libri, ma soprattutto leggerli. Studiare. Da questo mio libro Laterza ne è stato tratto uno per ragazzi, che presento nelle scuole e ogni volta vedo occhi lucidi, sento passione, emozioni. Una volta è venuta insieme con me una delle testimoni e un bambino mi ha chiesto se la poteva toccare. Aveva il bisogno di capire che era vera. Ecco, è così che vive la memoria».
Oggi si celebra la giornata istituita dalle Nazioni Unite. Ha ancora più senso farlo in una stagione in cui lo straniero, il diverso, è da tenere a distanza?
«Tanto più in questo momento. Se però riusciamo a far sì che non sia un orto, un ghetto, o un autoghetto costruito dagli ebrei. Insegna che cos’è la violenza, la dittatura, lo sterminio di massa, dà strumenti perché non accadano più. Questa è la memoria necessaria. Altrimenti diventa un oggetto da storici».
Suo padre Vittorio diceva che non bisogna ricordare solo un giorno o solo un genocidio. Penso alla Siria, alle stragi di migranti in mare.
«È giusto, se con un occhio più attento studiamo il secolo dei genocidi, allora ha un senso farlo. Chi viene agli incontri su questi temi sono persone informate, ma nel vasto mondo c’è molta distrazione. Per questo non bisogna mai smettere di raccontare».
Vede segnali di un ritorno di antisemitismo?
«Sì, antisemitismo e razzismo. Per ora una cerchia ristretta di antisemiti consapevoli. Avverto un odio verso il diverso, il migrante come l’ebreo. Vedo però anche la mancanza di tensione morale e l’assenza di limiti. Basta osservare quel che fa la destra israeliana di Netanyahu, felice per l’elezione di Donald Trump, un uomo sostenuto dal Ku Klux Klan: è pronta a fare un patto con il diavolo pur di portare l’ambasciata americana a Gerusalemme».
Caterina Pinna
 
 

L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Gli esperti confermano: la risalita dell’acqua non si ferma e sta accelerando
2100, odissea nel mare: sommerse Cagliari e Oristano

Immaginatevi la spiaggia del Poetto che arretra fino al Quartiere del sole, scordatevi i primi chilometri della Sulcitana e preparatevi a salutare lo stagno di Mistras, a Oristano. Ecco come saranno le coste sarde nel 2100, forse anche prima: «La risalita del livello del mare è graduale, ma negli ultimi anni ha registrato un’accelerazione», spiega Valeria Lo Presti, ricercatrice dell’Enea (l’agenzia nazionale che si occupa di tecnologie, energia e salvaguardia ambientale), autrice insieme ai colleghi di Ingv, Cnr e varie università, tra cui quella di Cagliari, di uno studio che prevede l’innalzamento del livello del mare da un minimo di 54 centimetri a un massimo di 1,3 metri nel Golfo degli Angeli e in quello di Oristano.
LE ULTIME MAREGGIATE Un antipasto di quello che potrebbe succedere lo abbiamo avuto neanche una settimana fa, quando le onde gonfiate dallo scirocco hanno cancellato la spiaggia cagliaritana e allagato la Statale 195. «In futuro quelle aree saranno completamente sommerse, se non si interviene prima. Noi consideriamo solo l’effetto del mare, non calcoliamo altri fattori. La sabbia che arriva dai fiumi o il dilavamento potrebbero modificare ulteriormente il fronte costiero. Poi ci sono le opere dell’uomo: un sistema di dune o un ripascimento potrebbero rallentare l’evoluzione», dice Lo Presti.
LO SCENARIO Il nuovo volto del litorale cagliaritano però non dovrebbe essere molto differente da quello previsto dai ricercatori dell’Enea. Il quartiere del Poetto diventerà una piccola penisola che va da Marina Piccola fino all’Ottagono, circondata dall’acqua. La strada Lungosaline verrà completamente sommersa e la spiaggia arretrerà fino a Medau su cramu, inghiottendo tutto lo stagno di Molentargius fino a Quartu.
Sul versante ovest della città, la sabbia di Giorgino è destinata a scomparire. La Sulcitana si interromperà al Porto Canale, l’ultimo avamposto di terra ferma prima del mare. La costa riemergerà una manciata di chilometri più avanti, più o meno dove ora c’è la rotatoria che porta alla zona di Macchiareddu.
I MOTIVI «Il mare si solleva principalmente a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Questo fenomeno è un po’ meno evidente nel Mediterraneo. L’innalzamento però si interfaccia con altri fenomeni locali, come la tettonica. La stessa diminuzione del peso dei ghiacciai ha un contraccolpo sugli equilibri terrestri. Influiscono anche i livelli di anidride carbonica», rivela Valentina Lo Presti, che insieme a Fabrizio Antonioli ha portato a termine lo studio che riguarda anche la zona nord dell’Adriatico e il golfo di Taranto.
A intervalli regolari c’è un’organizzazione, la Ipcc (un gruppo di lavoro intergovernativo sul cambiamento climatico), che rivede le previsioni sull’avanzamento del mare: «Gli ultimi aggiornamenti sono del 2011 e del 2013. Nel giro di due anni c’è stata una notevole accelerazione», avverte la ricercatrice. E allora nel giro di poco tempo potrebbero accentuarsi gli effetti che già in questi giorni stiamo toccando con mano.
Nella peggiore delle ipotesi il mare potrebbe salire di un centimetro e mezzo ogni anno. Nella migliore, solo sei millimetri. Allagamenti e spiagge devastate dalla furia del mare potrebbero diventare una costante. «Noi possiamo solo dare l’allarme», sospira Valeria Lo Presti, «al resto ci deve pensare qualcun altro».
Michele Ruffi
 
 

L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Gli studi del dipartimento di Scienze del clima dell’ateneo di Cagliari
Onde sempre più grandi, nuova minaccia
Non c’è solo l’innalzamento del livello del mare. Nel golfo di Cagliari preoccupano anche le onde sempre più grandi. «Negli ultimi anni l’altezza massima significativa è cresciuta. Ad esempio in porto, durante le mareggiate, il molo di sopraflutto viene scavalcato. Prima non succedeva», spiega Paolo Orrù, docente del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università del capoluogo. Insieme agli studiosi di Enea, Ingv e Iamc-Cnr di Oristano, ha firmato la ricerca che pronostica un avanzamento del mare nell’entroterra cagliaritano e oristanese.
Alcuni tratti costieri sono destinati a scomparire?
«È molto probabile, in assenza di interventi di protezione. Ma c’è tutto il tempo per farlo, dunque eviterei allarmismi. Lo studio si basa su un gran mole di dati differenti. È un esercizio matematico, con un approccio abbastanza oggettivo che comunque è stato attentamente vagliato dai responsabili di Quaternary Science Reviews, una della più importanti riviste del settore».
Potremmo vedere qualche effetto già tra 50 anni?
«Abbiamo fatto alcune simulazioni: il litorale potrebbe andare in crisi, ma il segnale non è chiaro e univoco come nello scenario a tempi lunghi».
Come si può intervenire?
«Con due sistemi. C’è quello dell’adattamento: si lascia che la natura faccia il suo corso. In questo modo le nuove spiagge si riformeranno a ridosso del Quartiere del sole e a Medau su cramu. Oppure si sceglie di contrastare la natura con opere, che per opporsi ai processi erosivi dovranno essere sempre più rigide e sempre più pesanti».
In Sardegna avete studiato solo i golfi di Cagliari e Oristano?
«Sono le aree a maggior rischio di sommersione marina, perché la fossa tettonica del Campidano tende all’abbassamento. Invece Porto Torres, tanto per citare un’altra zona costiera, non ha la stessa vulnerabilità».
Cosa si può fare da oggi al 2100?
«Bisogna monitorare meglio le onde. La rete ondometrica nazionale prima aveva un proprio misuratore in mare, ma è stato smantellato per carenza di fondi. Mi risulta che l’unico in funzione sia quello di un privato, la Saras. Se l’incremento dell’altezza massima si conferma, saremmo costretti a irrobustire alcune opere di difesa costiera, ad esempio lungo la Statale 195, o addirittura riprogettare le opere del porto di Cagliari (m. r.)
 
 

L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 47 - Edizione CA)
Ateneo di Sassari
“Cantiere delle idee”: tre Università incontrano il cinema al Premio Solinas
Prende il via, lunedì a Sassari, il “Cantiere delle storie”, appuntamento con la creatività che si sviluppa nell’arco di un mese. L’ateneo sassarese e il Premio Solinas, in collaborazione con le Università di Cagliari e Roma Tor Vergata, propongono due linee direttrici di lavoro: lo sviluppo di progetti cinematografici originali (soggetti e sceneggiatura) e la coprogettazione di un centro di Alta Formazione multimediale per il cinema e l’audiovisivo a La Maddalena.
Dalle 9, nei locali della ex biblioteca universitaria in piazza Università, si terranno i laboratori cinematografici a cui parteciperanno gli studenti delle tre università coinvolte (Sassari, Cagliari e Tor Vergata), gli sceneggiatori di fama nazionale, i finalisti del premio Solinas. Gli sceneggiatori coinvolti nel progetto sono Salvatore De Mola, Valentina Gaddi, Gloria Malatesta, Stefano Rulli, Silvia Napolitano, Marcello Olivieri, Roberto Scarpetti, Massimo Torre, Mimmo Rafele, Or Sinai, Mounia Akl, Clara Roquet.
Seguirà l’incontro-hackaton di martedì che coinvolgerà tutti i partecipanti all’iniziativa. Protagonisti gli studenti di Architettura e i docenti. Appuntamento finale il 1° febbraio, alle 10.30 in aula magna, per la presentazione dei lavori.
 
 

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6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
EDUCAZIONE ALLA SOLIDARIETÀ
Sono aperte le iscrizioni al IX Corso di Educazione alla Solidarietà Internazionale, tradizionalmente organizzato dall’associazione Sucania, che comincerà il 9 febbraio nella Facoltà di Studi umanistici, quest’anno sul tema “Essere madri nel mondo globalizzato, una prospettiva interculturale e interdisciplinare”. Il corso rientra nell’ambito del progetto: “Verso la parità di genere, donne nella storia, nelle istituzioni, nel diritto, nella società”, coordinato dalla professoressa Maria Virginia Sanna.
 
 

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7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Domani si apre alle 15.30
Sarà un dibattito nel ricordo di Nereide Rudas
Con l’iniziativa “La violenza contemporanea nella Sardegna tra passato e futuro”, organizzata con l’Associazione Don Salvatore Mereu e il Coro Incantos de Orune, domani dalle 15.30, nella sala consiliare di Orune, la rivista “SardegnaSoprattutto” vuole riannodare quel filo un tempo molto forte tra città e Sardegna interna. Un contributo verrà dall’esperienza di Giuliana Perrotta. prefetta di Cagliari e coordinatrice delle autorità provinciali di pubblica sicurezza.
Spunti di riflessione dal libro “Gli attentati in Sardegna. Scena e retroscena della violenza”, di Antonietta Mazzette e Daniele Pulino (edito da Cuec), sintesi di un gruppo di lavoro dell’Università di Sassari sul fenomeno degli attentati in Sardegna e, ancora, da “Carezze di sangue” (sul delitto di Dina Dore a Gavoi) e “La serra dei misteri” (sull’omicidio a Villagrande dell’imprenditrice Rosanna Fiori), opere di Maria Francesca Chiappe, caporedattrice de L’Unione Sarda. Al centro del dibattito anche “Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio” di Giuseppe Puggioni, Sabrina Perra e Nereide Rudas (A&M). Di violenza sulle donne parlerà Cristina Ornano, giudice del Tribunale di Cagliari. Ancora, focus sull’opera “Noi non sapevamo” di Bachisio Bandinu (Maestrale).
Il tema è quello della violenza nelle diverse declinazioni in cui si manifesta in Sardegna. L’iniziativa, programmata con Nereide Rudas, è dedicata alla memoria della professoressa, scomparsa di recente.
 
 

L’UNIONE SARDA

8 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Dagli attentati ai sindaci alle donne vittime di soprusi: confronto a più voci
LIBERIAMOCI DALLA VIOLENZA
A Orune «per riannodare un filo tra la città e l’interno»
Come riannodare il filo che in Sardegna ha tenuto insieme Sardegna e Cagliari? Come riconoscere il mondo fuori della cintura daziaria e dare valore a uomini e donne che nei paesi si impegnano, militando nel difficile quanto civile territorio della cultura? Quello fuori dal circuito di rinomati festival. Interroghiamoci allora se le quotidiane attività aggregative, a tutta prima minimali e in vita grazie al volontariato, o persino le biblioteche abbiano le stesse attenzioni di altre, assai sponsorizzate dal potente di turno, politico o intellettuale che sia.
LA CITTÀ «Cagliari è sede di una grande università, delle Istituzioni, di importanti archivi, ha un giornale tra i più completi. Gli stessi intellettuali che hanno studiato la Sardegna dell’interno si sono formati attraverso espressioni urbane. Cagliari deve riassumere sempre più una direzione culturale» disse, in un’intervista all’Unione Sarda, Nereide Rudas, coetanea di Bachisio Zizi, scrittore orunese e suo amico, nel delineare la relazione tra la Sardegna e Cagliari, che oggi pare prospettarsi come antagonista. Per evitare di assecondare la tentazione, dovremo riprendere a discuterne con onestà intellettuale. È una discussione culturale e non di trasferimenti di risorse economiche, anche perché i paesi sono aggrediti da piccole e grandi cattedrali nel deserto, finanziate con soldi pubblici e abbandonate al degrado come relitti. Non si tratta dunque solo di soldi.
L’INTERNO Ecco perché «lasciare la chiesa» e mischiarsi fa bene e non solo alle comunità locali che vivono una difficile transizione. Lo si vede, in forme eclatanti, in alcune trasmissioni locali. Per tutte “Sardegna Canta” o “Sardegna Verde” che restituiscono le profonde modifiche dell’Isola che trascendono la percezione dei decisori, regionali o locali. Lo si vede nel j’accuse dei sindaci alla Regione e di più negli attentati agli amministratori. È importante allora confrontarsi evitando che questa fase scavi, come un fiume carsico, steccati e si riduca all’autoreferenzialità.
IL DIALOGO S’impone una stagione di confronto con chi vive nei territori, impegnato a far crescere la comunità di appartenenza. Essere classe dirigente, a tutti i livelli, oltrepassa il proprio destino personale e richiede di impegnarsi ancora di più perché tutti godano del diritto costituzionale allo studio, al lavoro e, di conseguenza, alla sovranità. Chi è in stato di necessità non è libero; in paese come in città. Si tratta allora di aumentare il diritto di parola e di ascolto nelle nostre comunità ma anche la ricerca sulle stesse. In altri termini dobbiamo tutti rivedere il campionario delle narrazioni stereotipate a partire dal tema della violenza nelle diverse declinazioni in cui si registra. Giacchè è tema centrale nella geopolitica dell’Isola ma anche nel sistema delle relazioni interpersonali. Il dibattito deve stare allora in quella parola pubblica che è quella formalizzata piuttosto che nei territori pericolosi che sono luoghi comuni e stigmi.
Maria Antonietta Mongiu
 
 

L’UNIONE SARDA

9 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Provincia di Sassari (Pagina 44 - Edizione CA)
SASSARI
Partnership con le Università americane: il Rettore vola a Washington
È cominciato martedì 24 gennaio a Washington il forum "Italy-U.S. University Partnership", organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Washington e dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) nell’ambito del programma "Destination Europe". Il Rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli partecipa ai lavori, che rappresentano un momento di incontro tra il sistema accademico italiano e quello statunitense. Massimo Carpinelli interverrà la mattina del 25 con una relazione intitolata "Insegnare e imparare nelle università italiane". «Questo evento è molto più di un simposio - dichiara il Rettore dell’Ateneo di Sassari - È una delle tappe per costruire il futuro delle università italiane, e definire la strategia delle relazioni con le più prestigiose istituzioni universitarie e di ricerca estere. Vogliamo creare nuove collaborazioni con le Università degli Stati Uniti, rafforzando quelle già esistenti. È un’occasione di dialogo e confronto tra i due sistemi accademici, dal quale potranno nascere intese proficue nel campo della ricerca scientifica, della didattica e del trasferimento tecnologico». L’Università di Sassari si propone come punto di riferimento per le imprese sarde interessate a investire negli Stati Uniti. Sarà elaborato un documento strategico per la promozione unitaria dell’Università italiana in USA. (p. c.)
 
 

L’UNIONE SARDA

10 - L’UNIONE SARDA di venerdì 27 gennaio 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Lo stipendio del manager unico della sanità sarda continua a tenere banco
LA REGIONE ALZA IL PREZZO
Caso Moirano, Arru alla Lorenzin: invasione in campo
Sullo stipendio del manager dell’Asl unica la Regione disobbedisce al governo. Dopo il diktat della ministra Lorenzin, che ha valutato «fuori dai parametri nazionali» l’indennità del direttore generale Fulvio Moirano, l’assessore alla Sanità Luigi Arru dice no alle interferenze romane e rivendica l’autonomia della Giunta nel determinare i compensi dei vertici dell’Azienda: «Stiamo parlando di un ente tra i più grandi d’Italia. Se c’è un problema etico, dobbiamo rivedere le retribuzioni dei direttori generali a tutti i livelli». La maggioranza difende la posizione della Regione, mentre il centrodestra attacca: «Si ricordano della nostra autonomia solo per difendere dei privilegi». SAU A PAGINA 3
 
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
La Giunta non obbedirà al diktat di Lorenzin sul taglio dell’indennità
I SOLDI DEL MANAGER: LA REGIONE SI RIBELLA
Scontro col governo sul compenso di Moirano

È diventato un vero e proprio braccio di ferro tra governo e Regione la vicenda dello stipendio del manager dell’Azienda per la tutela della salute, Fulvio Moirano (con lui anche gli altri direttori generali delle Aziende). L’assessore alla Sanità Luigi Arru non sembra intenzionato a fare passi indietro rispetto al richiamo fatto dalla ministra Beatrice Lorenzin, e ribadisce la regolarità delle scelte della Regione. Sullo sfondo il dibattito politico sempre più teso sulle questioni sanitarie, anche perché ci si interroga sull’opportunità o meno di stabilire compensi elevati in un settore costretto a una cura dimagrante per risparmiare e recuperare un disavanzo cronico.
LA LETTERA Il capo di gabinetto della presidenza, Filippo Spanu, annuncia che «oggi il presidente Pigliaru invierà alla ministra Lorenzin una lettera di risposta in cui ribadisce la bontà delle nostre azioni». Poi aggiunge: «Ne siamo convinti nel merito, perché parliamo di notevoli risparmi sia sull’intero sistema sanitario generale che sul costo dei direttori generali e dei loro collaboratori». La comunicazione servirà per chiarire le posizioni anche alla luce delle comunicazioni tra la Regione, il dipartimento per gli Affari regionali, il ministero della Salute e il ministero dell’Economia.
IL MURO L’assessore ribadisce la «prerogativa della Regione di aver aumentato gli stipendi». Per il titolare della sanità sarda, è importante evidenziare che si parla di «un’azienda unica di dimensioni tra le maggiori di tutta l’Italia». Quindi nessuna interferenza romana, anche perché «non penso sia l’aumento per i direttori generali a danneggiare il sistema sanitario regionale», dice Arru, che aggiunge: «Se il problema etico esiste, dobbiamo rivedere, a tutti i livelli, le retribuzioni dei direttori generali».
L’ATTACCO Ma invocare l’autonomia per difendere le proprie decisioni non è cosa gradita all’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci: «È triste che l’autonomia, rinnegata dai baroni di Villa Devoto per tutto il resto, venga invocata per difendere un privilegio ingiusto». Parole dure quelle del coordinatore regionale di Forza Italia, che invita la Giunta a «smettere di insultare l’intelligenza dei sardi, parlando di risorse pubbliche come fossero noccioline».
Critico anche Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, convinto che «le giustificazioni inventate dall’assessore abbiano dell’incredibile». Dedoni punta il dito sugli stipendi dei dirigenti, che restano alti mentre «si dice ai sardi che per ridurre i costi della sanità è necessario tagliare l’assistenza ospedaliera, a partire dai territori periferici».
LA BATTAGLIA Prima di discutere della congruità degli stipendi dei direttori generali, Augusto Cherchi, consigliere regionale del Partito dei sardi, si interroga sull’ingerenza dello Stato. «Non possono dirci come dobbiamo spendere i soldi e non è lo Stato che può suggerirci l’opportunità». Cherchi difende l’assessore Arru nella presa di posizione contro la ministra Lorenzin, e si concentra maggiormente sui risultati. «Stiamo cercando di fare economie, adesso dobbiamo aspettare e verificare se il risparmio sarà effettivo oppure no». Un appello al direttore generale che, davanti alla commissione, non ha nascosto le difficoltà di tagliare i costi senza la riorganizzazione della rete ospedaliera.
Il consigliere regionale dei Rossomori, Paolo Zedda, sposa la tesi della battaglia con lo Stato, ma censura anche la scelta degli stipendi perché «non è politicamente sostenibile e nemmeno eticamente accettabile». Zedda, inoltre, invita a un’accelerazione sulla legge per la trasparenza, proposta dai Rossomori, che prevede «la massima pubblicità sui compensi e sulle fonti normative. Avremmo evitato questa pessima figura».
«DARE L’ESEMPIO» Spariglia le carte il responsabile del Centro studi dei Riformatori, Franco Meloni, convinto che tutti i protagonisti della vicenda «si esercitino in maniera demagogica nel solleticare gli istinti più bassi della gente». Meloni si chiede come mai l’esempio lo debba dare Moirano e non anzitutto «deputati e consiglieri regionali». Inoltre, aggiunge l’ex consigliere regionale, non è detto che sia giusto che «un deputato guadagni più del direttore generale dell’Ats, con l’enorme differenza di responsabilità che, indiscutibilmente, c’è».
Matteo Sau


L’UNIONE SARDA.IT
L’UNIONESARDA.IT di venerdì 27 gennaio - h. 16:26
Valentina Saba, laureata a Cagliari con 110/110 e lode con una tesi di laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio ha vinto il premio speciale “Salute” nell’ambito del 17mo Premio Ecologia “Laura Conti – ICU 2016”.
La tesi, intitolata "Geoepidemiologia della Sclerosi Multipla: analisi preliminare dei fattori ambientali potenzialmente coinvolti in un’area pilota (Sardegna sud-occidentale)", che le è valso il prestigioso premio, ricade nel campo di una disciplina emergente, la Geologia Medica, spiccatamente multidisciplinare, che ha come scopo l’individuazione di fattori geoambientali potenzialmente coinvolti in alcune patologie, sia come predisponenti sia come protettivi.
Il lavoro di ricerca di Saba è stato svolto nell’ambito del progetto "Geoepidemiology of multiple sclerosis: the environmental factors", finanziato dalla FISM (Federazione Italiana Sclerosi Multipla), in cui è coinvolto il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari come Unità Operativa ma, data la natura della ricerca, ha visto la continua collaborazione con le altre unità operative, in particolare con la prof.ssa Eleonora Cocco del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica, Principal Investigator del progetto.
La giovane ricercatrice si trova ora a Pavia ad approfondire le sue competenze e svolgere la sua ricerca nel "Dottorato in Psicologia, Neuroscienze e Statistica Medica", per cui ha ricevuto anche una borsa di studio, presso l’Unità di Statistica Medica e Genomica, sotto la guida del prof. Mario Grassi (docente di Statistica Medica all’Università di Pavia). Ciò rappresenta una riprova della formazione di eccellenza fornita agli studenti e ai laureati dell’Università di Cagliari.
Il Premio Laura Conti è promosso dall’Ecoistituto del Veneto, è molto radicato in Italia e conta centinaia di partecipanti ogni anno. È destinato a tesi che trattano questioni ambientali, dalla mobilità intelligente ai rifiuti, dall’inquinamento alla salute, dall’energia alla legislazione ambientale. Le tesi vincitrici inoltre vengono fatte conoscere attraverso specifiche pubblicazioni e la rivista trimestrale GAIA - Ecologia, Nonviolenza, Tecnologie Appropriate.
 


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LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 gennaio 2017 / Prima pagina
ORISTANO Del Zompo: Università, i corsi restano ■ CUCCA A PAGINA 20

Pagina 20 - Oristano
Il rettore chiarisce: nessuna chiusura, cambierà soltanto l’articolazione
L’allarme era stato lanciato dal presidente del Consorzio UnO Gian Valerio Sanna
DEL ZOMPO: UNIVERSITÀ, I CORSI RESTANO A ORISTANO
di Michela Cuccu
ORISTANO «Per gli studenti non cambierà nulla: i nostri corsi restano a Oristano, cambierà solo l’articolazione. Garantiremo la qualità della didattica senza ricadute economiche negative, pronti a valutare anche l’attivazione di nuovi corsi, con la stessa articolazione». Il Magnifico rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, replica alle dichiarazioni del presidente del Consorzio Uno, Gian Valerio Sanna che l’altra sera parlando a studenti e amministratori locali, ha lanciato l’allarme su un possibile ridimensionamento dei corsi che si tengono in città. Sanna aveva parlato di due ordini di problemi: il primo, motivo anche della convocazione dell’assemblea, legato allo sfratto comunicato con tanto di ordine di sgombero dalla sede del Chiostro del Carmine dalla Provincia che chiede il pagamento di un affitto di 178mila euro dopo che per anni, gli stessi locali erano stati concessi a titolo gratuito. A preoccupare maggiormente per il futuro dei corsi universitari c’è però la richiesta d’incontro, convocata dal rettore di Cagliari, per rivedere la convenzione stipulata vent’anni fa con il Consorzio Uno. «L’obiettivo – aveva dichiarato Sanna che ha anche chiesto l’intervento dell’assessore regionale all’Istruzione, Claudia Firinu – è quello di liberare alcuni docenti che attualmente insegnano a Oristano per istituire due nuovi corsi magistrali a Cagliari». Il rettore replica e smentisce: «Avrei partecipato volentieri all’assemblea pubblica convocata dal Consorzio Uno per ascoltare e parlare con gli studenti e le famiglie oristanesi e riaffermare lo sforzo che l’Ateneo cagliaritano sta facendo da più di due anni per mantenere inalterata la qualità dell’offerta didattica, senza che questo provochi un danno economico all’intero Ateneo in conseguenza delle regole applicate dal ministero dell’Istruzione – scrive in una nota la professoressa Del Zompo –. Per raggiungere questo obbiettivo abbiamo scelto di mantenere i corsi di laurea a Oristano, modificando semplicemente la loro articolazione, garantendo la stessa qualità della didattica. Quando si parla di problemi economici si fa esclusivamente riferimento alla progressiva diminuzione dei trasferimenti da parte dello Stato che, se non governata, porterebbe alla chiusura di interi corsi di laurea. Questa nuova articolazione permetterebbe invece l’attivazione di nuovi corsi di laurea sulla base delle esigenze del territorio».
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
12 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 gennaio 2017 / Pagina 4 - Politica regionale
Il governatore annuncia una lettera al ministro: «Sarà ribadita la bontà delle nostre ragioni»
Ma Centro democratico e Rossomori vanno all’attacco: i compensi dei dirigenti sono oltre la soglia
SANITÀ, IL CASO DEGLI STIPENDI ALTI
PIGLIARU SCRIVE ALLA LORENZIN
CAGLIARI L’onda lunga dello scontro fra il governo e la Regione sugli stipendi dei manager della sanità è arrivata, come è ovvio che fosse, anche in Consiglio regionale. Dopo le ultime velenose interrogazioni sulle nomine, presentate dal Pd, è stato il Centro democratico ad alzare ancora una volta il tiro sui compensi dopo averlo fatto mercoledì alla Camera. A incalzare la giunta ci sono anche i Rossomori, usciti di recente dalla maggioranza, che ora pretendono il massimo della trasparenza su tutti i contratti nelle Asl. Fino all’ultimo comunicato stampa della Regione, con questo annuncio: «Oggi il presidente Pigliaru invierà al ministero della salute una lettera di risposta in cui sarà ribadita la bontà delle nostre ragioni». Dovrebbe essere la replica al sospetto, sollevato dal ministro Lorenzin, che la Regione non abbia rispettato i patti col governo proprio sugli stipendi pagati ai manager. «Entreremo nel merito perché siamo convinti che otterremo notevoli risparmi sia sull’intero sistema sanitario sia sul costo dei direttori generali e dei loro collaboratori. Ma entreremo anche nella forma dopo aver fatto un’attenta rilettura di tutto il carteggio intercorso tra la Regione, il Dipartimento per gli Affari Regionali, i ministeri della salute e dell’economia sulla legge approvata dal Consiglio regionale ed entrata in vigore a gennaio». Precisazione. È necessaria e indispensabile. Per un banale errore nell’articolo pubblicato ieri su La Nuova, lo stipendio del direttore generale di «Unica» è diventato mostruoso: 200 milioni. Non supererà invece i 200mila euro lordi l’anno più 40mila di eventuali premi. Dell’errore ci scusiamo con i lettori, ma ecco il riepilogo degli altri compensi al centro della polemica. I direttori amministrativo e sanitario dell’Azienda unica hanno firmato un contratto da 160mila euro più 32mila di premi. I manager del Brotzu e dell’Azienda mista di Sassari incasseranno 180mila euro, quello dell’Azienda universitaria di Cagliari 170mila. I direttori delle Aree sanitarie avranno uno stipendio annuale che varierà dai 120mila euro lordi per l’ex Asl di Sassari ai 100mila nell’ex azienda dell’Ogliastra. L’interpellanza. Se alla Camera è stato Roberto Capelli a chiedere al governo di fare la voce grossa con la Regione, in Consiglio il Cd è tornato alla carica con Anna Maria Busia. «Non ci sono più dubbi – scrive – lo stipendio del direttore generale è oltre la soglia e lo sono anche gli altri. La Regione si è giustificata, ma senza convincere e quindi ha il dovere di confrontarsi anche con il Consiglio regionale». Come si sa la versione dell’assessorato è questa: «Abbiamo rispettato la soglia nazionale di 240mila euro e una sentenza della Corte costituzionale ci permette di andare oltre lo stipendio massimo previsto». Trasparenza. Per Paolo Zedda dei Rossomori «se fosse stata approvata dal Consiglio la nostra proposta di legge sulla trasparenza nelle nomine e negli stipendi, avremmo evitato questa pessima figura nazionale». Secondo Federico Ibba dei Centristi «oggi l’assessore rivendica una sua non meglio chiara autonomia nei contratti, ma non è certo questa quella di cui i sardi hanno bisogno». È lo stesso affondo di Ugo Cappellacci, Forza Italia, «l’uso distorto dell’autonomia da parte del centrosinistra ha da sempre un solo scopo: difendere i privilegi dei loro amici». Per i Riformatori con Attilio Dedoni, «il carrozzone un risultato l’ha raggiunto: arricchirà i manager ed è una beffa per chi combatte con le liste d’attesa». Le assunzioni. Nel frattempo il Pd ha sollevato un altro caso, quello delle assunzioni quando le Asl erano ancora commissariate. «È necessario che l’assessorato faccia chiarezza – scrive Cesare Moriconi – sul perché, a suo tempo, ad alcune Aziende sia stata concessa la deroga per bandire concorsi e assegnare incarichi, nonostante fossero bloccati». Sanità esagerata. Lo è per la segretaria della Uil, Francesca Ticca. «È impensabile – ha detto nell’aula della commissione bilancio – che la sanità divori metà del bilancio regionale. Se non ci saranno i risparmi ma non col taglio dei servizi, sono gli sprechi a dover essere azzerati, c’è il rischio davvero che salti tutto il sistema». (ua)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 gennaio 2017 / Pagina 25 - Provincia di Nuoro
MACOMER
Una via per ricordare Nereide Rudas
di Paolo Maurizio Sechi
MACOMER Era nata 91 anni fa a Macomer nella residenza di famiglia di Villa Salmon, Nereide Rudas, psichiatra di fama internazionale deceduta a Cagliari la settimana scorsa. Docente di psichiatria all’università di Cagliari e Roma e prima donna in Europa a dirigere una clinica psichiatrica, Nereide Rudas ha presieduto e fondato la Società Italiana di psichiatria forense a Milano e l’Istituto Antonio Gramsci. Autrice di innumerevoli saggi e scritti di criminologia oltre che di psichiatria lo scorso novembre è stato pubblicato il suo ultimo libro scritto con Sabrina Perra e Giuseppe Puggioni “Donne senza riposo. Un’indagine sul muliericidio”sugli omicidi delle donne in Sardegna dal 1600 presentato in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Appassionata e profonda conoscitrice del pensiero e dell’opera di Antonio Gramsci ha diretto per tanti anni l’Istituto Gramsci della Sardegna. Di origini ebraiche il nonno, Gustavo Salmon, si trasferì da Livorno nel capoluogo del Marghine alla fine del 1800 dove intraprese diverse attività come l’agenzia di credito, caseifici, aziende agrarie e un mulino elettrico. Nel 1897 sposa Nereide Tibi dalla quale ha tre figli: Oscar, Emma e Ugo, quest’ultimo fu commissario prefettizio a Macomer nel 1943. Nereide Rudas, figlia di Emma Salmon, prese il nome della nonna e a 17 anni iniziò i suoi studi universitari in medicina a Cagliari, una rarità per una donna nel periodo. Dopo essersi sposata a 19 anni affrontò gli studi con un bambino piccolo e una vedovanza precoce. Dopo la laurea e la conseguente cattedra in Discipline criminologiche si dedicò all’approfondimento e alla ricerca sulle dinamiche dei fenomeni di criminalità. L’ultima sua apparizione in città in una recente edizione della Mostra del libro, mentre amava trascorrere le vacanze estive fin da piccolissima e l’ultima nell’estate del 2015 nella villa di famiglia che domina la foce del Temo a Bosa Marina. Proprio l’amministrazione comunale di Bosa pochi giorni prima della sua morte aveva deciso di conferirle la cittadinanza onoraria. Nasce dai social la proposta di intitolare una via a Macomer a Nereide Rudas.
 
 
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14 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 gennaio 2017 / Pagina 29 - Sassari
AZIENDA OSPEDALIERA
Niente reagenti: si fermano i laboratori
di Luigi Soriga
SASSARI I laboratori di analisi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria per una decina di giorni sospendono i servizi perché sono finite le scorte di reagenti. La comunicazione di servizio è a firma del direttore del Laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche di via Monte Grappa Angela Bitti, e la data è del 23 gennaio. Gli unici utenti ai quali sono comunque garantite le analisi dei campioni, sono i pazienti oncologici, quelli che necessitano trattamento anticoagulante orale (anti trombosi) e quelli che presentano particolari urgenze. Tutti gli altri invece devono pazientare almeno una settimana, in attesa che la Farmacia riesca a riempire nuovamente gli scaffali e coprire le esigenze dei laboratori. A dire il vero non si è arrivati a questa situazione di punto in bianco. Infatti la dottoressa Angela Bitti aveva già messo in guardia i vertici Aou, il direttore sanitario e il responsabile del servizio Farmacia già da qualche settimana. I reagenti languivano e si rischiava di rimanere scoperti. E a dirla tutta per l’Azienda ospedaliera non si tratta certo di una novità, visto che questo tipo di carenze e disagi si ripresentano con una puntualità disarmante ogni inizio anno. Se si scorre l’archivio delle segnalazioni, infatti, e si focalizza l’attenzione al 9 gennaio 2016, ecco che il laboratorio di analisi aveva bussato alla porta della direzione. Lo scenario è esattamente lo stesso: «Si comunica che per mancanza di reagenti il laboratorio non può erogare le seguenti prestazioni», sciveva un anno fa il direttore Angela Bitti. E si va dalle esami delle urine, a quelle delle feci, alla Pcr, alla ricerca della clamidia, fino a tutti i test su siero. In pratica gli esami necessari a fare una prima diagnosi e indirizzare il paziente verso ulteriori approfondimenti sono tutti in stand by e il sistema di accoglienza della sanità, la sua porta d’ingresso assieme al pronto soccorso, per dieci giorni risulta ingolfata. Il motivo è sempre e soltanto uno: i contratti per la fornitura di reagenti, ma anche per l’approvvigionamento di altri presidi, tra dicembre e gennaio sono in scadenza. Questo significa che i fornitori possono continuare a spedire la merce solo se ricevono una sorta di proroga da parte della dirigenza aziendale. Ma visti gli ultimi sviluppi giudiziari, con la chiusura delle indagini da parte della Guardia di Finanza e ventuno persone, tra direttori, e responsabili di servizi che attendono solo di ricevere il rinvio a giudizio, sulla questione delle proroghe si va con i piedi di piombo. La magistratura infatti ha focalizzato l’attenzione su diverse gare di appalto scadute da molti anni: gli inquirenti hanno rilevato che i nuovi bandi non venivano predisposti e che si preferiva il ricorso sistematico all’istituto della proroga, anche per contratti di diversi milioni di euro. Perciò è molto probabile che i direttori che si occupano dell’acquisto dei presidi medici e dei reagenti, prima di firmare le delibere utili a rimpinguare le scorte della farmacia e gli armadietti dei vari reparti, vogliano avere le spalle coperte ed essere sicuri sulla predisposizione a breve termine delle gare di appalto. In ogni modo, se la comunicazione della responsabile del laboratorio Angela Bitti parla di 10 giorni di disservizi, significa che l’Aou si è già mossa ed è corsa ai ripari. E a quanto pare anche la parte ospedaliera dell’Asl, compresi Alghero e Ozieri ecc. ha i suoi problemi da affrontare. Dopo lo scorporo del Santissima Annunziata i service di laboratorio e la maggior parte degli esami sono diventati competenza dell’Aou. Ma c’è sempre il problema dei presidi medici, e le forniture di alcuni di questi sono da rinnovare.


 
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15 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 gennaio 2017 / Pagina 29 - Sassari
Sindacati all’attacco: goffo tentativo di scaricare responsabilità su chi lavora
Sicurezza pazienti, l’Aou si difende
SASSARI La direzione aziendale dell’Aou di Sassari getta acqua su fuoco delle polemiche scoppiate dopo la circolare con cui il direttore del presidio ospedaliero Santissima Annunziata, Bruno Contu, come misure per garantire la sicurezza dei pazienti, chiede agli infermieri di invitare i familiari dei pazienti a vigilare sui loro cari, e agli stessi infermieri in servizio di smontare le maniglie delle finestre difettose. Ma i sindacati non ci stanno e chiedono un incontro immediato con i vertici aziendali. «La direttiva della direzione medica di Presidio intendeva ribadire, sia pure in maniera forse assai schematica, la responsabilità degli infermieri e del personale di supporto nell’ambito delle specifiche competenze relative alla sicurezza del paziente, avvalendosi qualora necessario, del personale di supporto e dell’ufficio tecnico aziendale», si legge in una nota. «Tale direttiva rappresenta uno strumento preliminare delle azioni che sono in corso di definizione d’intesa con la direzione delle professioni sanitarie e che hanno come obiettivo l’incremento all’interno dell’Ospedale dei livelli di sicurezza e della qualità delle cure». Chiarimenti che non hanno convinto i sindacati: «La direttiva ci pare il classico dei tentativi di rappezzare le inefficienze e i vuoti di organico, e un goffo tentativo di scaricare le responsabilità su chi tutti i giorni è nella prima linea delle corsie», sostengono i segretari territoriali Salvatore Terrosu (Cgil Fp), Antonio Monni (Cisl Fp) e Dario Cuccuru (Uil Fp), contestando il contenuto della circolare. «Appare paradossale il tentativo di nascondere I buchi negli organici con l’incoraggiamento che gli infermieri dovrebbero rappresentare ai familiari di mantenere una presenza costante affianco ai loro parenti ricoverati», continuano i sindacati. «Si rileva un aumento improprio delle responsabilità e del lavoro a carico di operatori che spesso prestano servizio nelle Unità operative a maggiore criticità, con il più alto numero di accessi, di barelle e di pazienti in appoggio. Tutto questo per non garantire nei reparti ospedalieri più a rischio i dovuti contingenti di personale. Chiediamo pertanto l’immediata convocazione di un incontro per discutere di queste problematiche». (v.g.)


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16 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 gennaio 2017 / Pagina 34 – La giornata della memoria
A Sassari il recital di Sante Maurizi, a Cagliari la testimonianza di Anna Foa. Carbonia ricorda Modesto Melis
PAROLE E MUSICA PER RICORDARE LA SHOAH
di Marco Vitali
SASSARI C’è una nuova attenzione verso la Giornata della memoria, nata, come si sa, nel 2005 per ricordare la liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz il 27 gennaio del 1945 da parte dell’Armata Rossa. Sono davvero tante, quest’anno, le iniziative. Si muovono le amministrazioni comunali, grandi e piccole, ma anche molti gruppi e associazioni. SASSARI. Oggi alle 9.30 a Palazzo Ducale è convocata una seduta del consiglio comunale. Dopo gli interventi della presidente Esmeralda Ughi e del sindaco Nicola Sanna si aprirà il dibattito. Nella seconda parte della seduta spazio alle scuole. Saranno infatti presentato il progetto “Per non dimenticare”, iniziativa multidisciplinare curata dai docenti e dagli alunni della III B dell’Istituto comprensivo di Monte Rosello. Gli studenti leggeranno brani scritti immaginando di trovarsi in un campo di concentramento. Gian Piero Carta dell’Orchestra Jazz della Sardegna chiuderà la seduta eseguendo brani legati alla memoria dell’Olocausto. Sempre a Sassari, la Fondazione di Sardegna, nella sede di via Carlo Alberto a partire dalle ore 19 propone un incontro che poi sarà replicato a Cagliari lunedì 30 nell’auditorium di via san Salvatore da Horta sempre alle 19. Si inizierà con le voci recitanti di Sante Maurizi (a Sassari) e di Elio Turno Arthemalle (a Cagliari): i due registi-attori avvieranno il ricordo delle atrocità dei lager con la lettura del capolavoro di Primo Levi: «Considerate se questo è un uomo/ Che lavora nel fango/ Che non conosce pace/ Che lotta per mezzo pane/ Che muore per un sì o per un no». Seguiranno le letture di brani di tre autrici che hanno segnato la letteratura del Novecento e del dopoguerra. A Sassari Chiara Cuccuru e a Cagliari Chiara Effe proporranno brani dai “Diari” di Anna Frank, di Etty Illesum e dal romanzo “Suite francese”di Irène Némirovsky. Concluderà Giacomo Mameli con letture da pagine di autori sardi. In programma anche uno spazio musicale: brani a cura di Stefano Guzzetti (pianoforte), Sara Meloni (violino), Giulia Dessy (viola), Gianluca Pischedda (violoncello). ORISTANO. Appuntamento al Centro servizi cultural presentazione di un video dedicato alla Shoah realizzato dagli studenti dell’Istituto tecnico industriale, dal titolo “Noi sappiamo”. A seguire ci sarà la proiezione del film “Remember” di Atom Egoyan. CAGLIARI. L’Università l’Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia (Issra) organizzano per oggi alle 15,30 nell’Aula Magna del corpo aggiunto, Facoltà di Studi Umanistici, per un incontro di riflessione dal titolo “Shoah a Roma”. All’incontro interverrà Lutz Klinkhammer dell’Istituto storico-germanico di Roma, tra i migliori studiosi della seconda guerra mondiale e dell’occupazione tedesca dell’Italia dal 1943 al 1945, con una relazione dal titolo “La razzia del 16 ottobre 1943: persecutori, vittime, spettatori”. Seguirà l’intervento di Anna Foa, figlia di Vittorio, storica degli ebrei nell’Italia medioevale e moderna, che ricostruirà la storia degli ebrei abitanti in via Portico d’Ottavia in rapporto alla persecuzione e alla deportazione dal ghetto. CARBONIA. La città mineraria ricorda Modesto Melis, il partigiano recentemente scomparso sopravvissuto alla deportazione nel campo di Mauthausen: dalle 17,30 nell’aula polifunzionale incontro pubblico con la sindaca Paola Massidda, con don Amilcare Gambella, parroco di San Ponziano, e con il giornalista Giampaolo Cirronis. VILLACIDRO. Alle 16.30 nelle sale del Magmma, il Museo d’arte grafica del Mediterraneo, sarà inaugurata la mostra “Biala Podlaska n. 55930”. L’esposizione raccoglie i disegni realizzati da Walter Lazzaro – il pittore metafisico amato da Giorgio De Chirico – durante il periodo d’internamento tra il 1943 e il 1944 in Polonia. Qui Lazzaro fu imprigionato prima nel lager di Biala Podlaska (con il numero di matricola 55930) e poi in quello di Nürberg Langwasser.

 
 
 
 

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