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31 January 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
 
1 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
PROGETTI LIFE
Ecosistema minacciato da tremila specie aliene
Tremila specie aliene minacciano l’ecosistema. Botanici cagliaritani all’opera con il progetto Life Asap. Dal giacinto d’acqua all’agave all’ailanto mettono a rischio salute, economia e attività dell’uomo. Ogni anno circa dodici miliardi di euro di danni nei paesi dell’Unione Europea. Con il progetto nazionale Life Asap si intensifica a livello continentale la caccia alle specie aliene, di mare e di terra. A guidare la filiera di ricerca internazionale un gruppo di specialisti dell’Università di Cagliari. Guidati da Annalena Cogoni (dipartimento Scienze della vita e dell’ambiente), curano gli aspetti botanici del progetto nazionale Life Asal (Alien species awareness program). Un percorso triennale che punta a ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e mitigarne l’impatto. Tra queste, giacinto d’acqua, agave, ailanto. Il team della professoressa Cogoni, in collaborazione con il Centro servizi orto botanico (Hbk), sarà fulcro di una rete nazionale di soggetti tesi a sensibilizzare cittadini e istituzioni. Tra questi, Società botanica italiana, Orti botanici di Catania, Roma e Siena, Crea (Bagheria), Cirbfep (Roma) e l’azienda florovivaistica Sgaravatti Land (Capoterra).
 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Economia (Pagina 11 - Edizione CA)
FONDI SBLOCCATI
Universitari, arrivano 50 milioni per i servizi
Sbloccati 50 milioni di euro di risorse Fsc (Fondo sviluppo e coesione) per le residenze universitarie sarde che la Regione programmerà con gli Ersu di Cagliari e Sassari. «Questi fondi serviranno per garantire e migliorare i servizi agli studenti universitari sardi. Tra questi il tema dell’alloggio è una priorità, per questo inizieremo subito a lavorare per trovare le soluzioni migliori per utilizzare il patrimonio esistente e potenziarlo», ha detto l’assessora alla Pubblica Istruzione, Claudia Firino. Che, per quanto riguarda la Casa dello Studente di via Roma a Cagliari, ha precisato: «La Regione non ha in programma nessuna dismissione senza una preventiva discussione con i due Ersu. C’è un confronto già avviato da tempo con le strutture preposte, che richiede una valutazione anche alla luce delle nuove risorse che potranno essere utilizzate per incrementare i posti letto». Risale a una settimana fa la manifestazione organizzata a Cagliari dagli universitari delle case dello studente per chiedere «meno promesse e più finanziamenti». Solo nell’Ateneo cagliaritano sono iscritti tredicimila fuori sede: di questi, 1200 hanno fatto richiesta ma i posti a disposizione nelle case dello studente sono 825. Su cinque, sono operative sono quelle di via Trentino, via Biasi e via Businco. Sono ancora chiuse quella di via Roma (ex Moderno), citata dall’assessora, e quella di via Monte Santo. (ro. mu.)
 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
OGGI RIAPRE L’ORTO BOTANICO
Prezzi ridotti per i cagliaritani
Dopo la bufera ritorna il sereno. A dieci giorni dall’ondata di maltempo, oggi l’Orto botanico riapre al pubblico. Sono stati completati i lavori di abbattimento degli alberi oramai compromessi e di ripristino della viabilità. E, grazie alla convezione firmata tra Università e Comune, i residenti a Cagliari pagheranno i biglietti d’ingresso a un prezzo ridotto.
Dunque, alle 9 di oggi i cancelli dell’Orto botanico saranno spalancati con il consueto orario invernale (fino alle 14). «Grazie al grande lavoro del nostro personale tecnico e alla preziosa collaborazione dell’agenzia Forestas», spiega il direttore dell’orto, Gian Luigi Bacchetta, «è stato possibile provvedere all’abbattimento di tutti gli alberi compromessi dal maltempo, al ripristino di buona parte della viabilità interna e alla messa in sicurezza dei luoghi».
La bufera ha provocato parecchi danni. E le conseguenze saranno ancora sotto gli occhi di tutti: «Resta ancora molto da fare», aggiunge il direttore. «Alcune parti e le serre non saranno visitabili per parecchio tempo ma siamo felici di riaprire». Una ripartenza con una novità: Ateneo e Comune hanno stretto un accordo che permetterà a tutti i residenti di Cagliari di avere diritto alla riduzione su tutte le tariffe relative a biglietti, abbonamenti e tessere.
La tempesta aveva provocato una serie di danni ingenti. Il direttore, praticamente in diretta, aveva assistito allo scoperchiamento dell’arancera e al crollo di un leccio che aveva sfondato il vivaio. Poi la caduta di altri alberi, molti dei quali pericolanti tanto da obbligare il direttore a sbarrare i cancelli dell’Orto, impedendo anche l’ingresso ai dipendenti per non mettere a repentaglio la loro sicurezza. (m. v.)
 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Concorso video aperto a tutti gli studenti
Come prevenire la corruzione
È online il bando del concorso video “Prevenire la corruzione”. Aperto a tutti gli studenti dell’Università di Cagliari, punta a premiare la creazione e la diffusione di filmati di sensibilizzazione sul tema della prevenzione della corruzione.
L’Ateneo intende contribuire, con i video creati dai suoi studenti, alla creazione di una cultura della legalità. «Come Pubblica amministrazione siamo molto sensibili al fenomeno della corruzione che attraversa purtroppo varie fasce del Paese», spiega la rettrice dell’Università Maria Del Zompo, «e determina la diminuzione dell’interesse da parte degli investitori stranieri, che non si sentono sufficientemente garantiti dal nostro sistema. Questo determina, oltre ad un calo della qualità delle prestazioni e la sfiducia nelle istituzioni, un rallentamento dello sviluppo e della ricchezza». I video in gara concorreranno a due tipologie di premi, anche cumulabili, per oltre 5mila euro in palio. Il premio della giuria di esperti valuterà la composizione e l’originalità dei video, la capacità di sensibilizzazione e la dimensione di incoraggiamento alla collaborazione attiva, mentre il premio social invece sarà assegnato ai filmati che - postati online nella pagina Facebook “Prevenzione della corruzione - Unica” - riceveranno il maggior numero di like. La scadenza per iscriversi è il 16 marzo, per l’invio dei video il 28 aprile.

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
CASTELLO. Segnaletica provvisoria e doppio semaforo nella Porta dei Leoni
Cantiere in via Manno, chiusa via Mazzini
Dopo ore di lavoro per realizzare la segnaletica provvisoria e installare i semafori temporanei a monte e a valle della Porta dei Leoni, la chiusura è scattata ieri intorno alle 19: adesso, fino al 31 marzo, le auto non possono più raggiungere piazza Costituzione da via Mazzini e per lasciare Castello da via De Candia occorre percorrere via Università nel senso inverso rispetto alla normale circolazione e raggiungere da lì via Cammino nuovo.
È quindi operativa l’ordinanza numero 153 del 27 gennaio. Una piccola rivoluzione del traffico della durata di due mesi, necessaria per consentire il completamento dei lavori in via Manno, dove si stanno ammodernando le reti fognarie e di raccolta delle acque bianche (finalmente separate, razionalizzate e ingrandite in modo da poter reggere meglio in caso di precipitazioni abbondanti) e sostituendo la pavimentazione. Il cantiere ieri è avanzato fino a includere tutta piazza Martiri: un passaggio che rendeva inevitabile la chiusura di via Mazzini e, di conseguenza, risalendo verso Castello, la necessità di ripensare la viabilità in vari punti nevralgici. In via Spano è stata realizzata (sopprimendo alcuni dei pochi posti auto) una rotatoria, grazie alla quale i veicoli di residenti e autorizzati potranno risalire da via Mazzini, imboccare la Porta dei Leoni (dove i semafori regolamentano il traffico a senso unico alternato), risalire via De Candia e imboccare via Università.
Per il quartiere di Castello, una difficoltà ulteriore nei collegamenti col resto della città, già fortemente ridimensionati dai guasti che tengono da mesi permanentemente fermi tutti gli ascensori meno uno, quello del Bastione Saint Remy. Disagi anche per la rimozione dei cassonetti per l’immondizia a ridosso dell’area dove vengono parcheggiati i mezzi di cantiere nella parte alta di via Mazzini. (m. n.)
 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
L’idea Quella che sembrava un’irripetibile vergogna è diventata un’arma di esclusione
Da Berlino a Trump: la voglia di costruire muri
Ma già quell’opera, puramente militare, secondava la pace, incrementava la prosperità di quella regione della Britannia... Quel baluardo divenne l’emblema della mia rinuncia alla politica di conquista(...) Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo. Volevo che le città fossero splendide, piene di luce, irrigate da acque limpide, popolate da esseri umani il cui corpo non fosse deturpato né dal marchio della miseria o della schiavitù, né dal turgore di una ricchezza volgare.
Questo fa dire in “Le memorie di Adriano” Marguerite Yourcenar al suo imperatore, l’ideatore del Vallo, l’imponente fortificazione che segnava il confine tra la provincia romana occupata della Britannia e la Caledonia, dividendo l’isola in due parti. Un muro, costruito dagli uomini per dividerli da altri uomini, del II secolo dopo Cristo. Ma la storia si conferma. Sono trascorsi 28 anni dalla caduta del Muro di Berlino, una lama di cemento, conficcata nel cuore dell’Europa. Sembrava l’alba di un mondo finalmente aperto e invece tante altre barriere sono state erette. Globalizzazione e guerre hanno modificato i termini delle convivenze, spinto migliaia di persone a mettersi in movimento. La politica ha risposto costruendo o minacciando muri. Sempre più alti e invalicabili. E soprattutto, forse non ci piacerà ammetterlo, ma Donald Trump non ha inventato nulla di nuovo.
L’antropologo Francesco Bachis è ricercatore del Dipartimento di Storia dell’Università di Cagliari.
 Il novembre del 1989 segna una cesura. Francis Fukuyama ipotizza addirittura la fine della storia. Invece vediamo l’America chiudersi.
 «Facciamo i conti con la grande illusione del 1989, che immaginava, con il trionfo della “liberaldemocrazia”, il trionfo delle libertà per tutti. Rappresenta l’avanzare impetuoso della libera circolazione sempre più rapida del capitale, cui non corrisponde, però, quella delle persone, almeno non in tutte le direzioni. Trump non ha inventato nulla di nuovo, certamente non il nazionalismo o i dispositivi di controllo. Il muro al confine con il Messico, che oggi ci indigna, parte con progetti di Bush padre, si rafforza con Clinton e, comunque, Obama non lo ha buttato giù. Richiama altri muri, più noti. Circola un tweet del premier israeliano Netanyahu che si dice d’accordo con Trump “Noi lo abbiamo fatto nel sud di Israele e ha funzionato”. Richiama una barriera contro le migrazioni ma anche il complesso di mura e barriere ai confini tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza e lo Stato di Israele. Il muro di Trump oggi forse colpisce tanti perché tradisce quello spirito di frontiera e libertà che molti assegnano all’America, all’idea di meltin pot , miscuglio di culture che ha segnato il mito americano. Tutti i nonni di Trump erano emigrati, sua moglie pure. Il nodo del problema, quindi, sono i dispositivi di controllo della mobilità, soft o dura come quella proposta da Trump».
 Ma si esclude in base a un credo, a un’appartenenza. È razzismo.
 «Ciò che fa di una persona un migrante è anche la sua classe sociale, non solo la provenienza e l’appartenenza religiosa o nazionale, anche quando questa viene mobilitata per produrre confini ed escludere. Ed è difficile separare il razzismo dal classismo. Torna alla mente una frase attribuita all’attivista afroamericano Malcolm X: «Sono povero perché sono nero o sono nero perché sono povero?» Il punto è il principio più generale del diritto alla mobilità, compreso il diritto di essere accolto e ricevere asilo se si scappa da un massacro, una guerra. Purtroppo sembra mancare una visione organica, una proposta anche politica che possa rappresentare un’alternativa radicale ai dispositivi di controllo e chiusura delle frontiere. Questa non può partire che dal principio della libertà di circolazione. Si lasciano, invece, gli spazi perché si accentuino nazionalismi che si affermano con una grandissima rapidità».
 All’orizzonte ci sono muri sempre più numerosi o alti.
 «Temo di sì. È probabile sia un processo di lunga durata, anche perché si stenta a costruire alternative politiche efficaci e radicali».
 Caterina Pinna
 

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CORSO DI LINGUA RUSSA PER PRINCIPIANTI
Comincia martedì prossimo all’Ersu (via Trentino) il corso di lingua e cultura russa, destinato a chi si avvicina per la prima volta a questa lingua. Il corso, della durata di 30 ore, si terrà tutti i martedì, dalle 17 alle 19.30, nella sala Maria Carta.

 

8 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
LA GUERRA CONTRO I ROMANI
Giovedì alle 17, alla Biblioteca universitaria (via Università 32), Attilio Mastino parlerà di “La guerra di Hampsicora e Hostus contro i romani : mito o realtà?”. Organizza la Biblioteca universitaria in collaborazione con gli Amici del Libro.

 

9 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 gennaio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
POLITICHE DEL MEDITERRANEO
Domani e mercoledì, l’hotel Regina Margherita ospiterà il quinto meeting internazione delle politiche del Mediterraneo. Il titolo dell’incontro di domani è “I nuovi scenari geopolitici nel Mediterraneo. Le politiche dell’UE e dell’Italia in Medio e Vicino Oriente”: tra gli ospiti Massimo D’Alema, l’ex vice segretario generale della Lega Araba, Samir Al Kassir, il ministro dell’Agricoltura libanese Ghazi Zaiter, il rettore dell’Università di Cartagine Lassaad El Asmi. Mercoledì, invece, è in programma l’evento di presentazione della terza borsa internazionale delle imprese italo arabe.

 

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LA NUOVA SARDEGNA

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 gennaio 2017 / Pagina 4 – Sardegna
DIRITTO ALLO STUDIO
I fondi saranno utilizzati per incrementare i posti letto
L’assessore Firino: «Ci confronteremo con i due Ersu»
ALLOGGI UNIVERSITARI, PER CAGLIARI E SASSARI 50 MILIONI DI EURO
CAGLIARI Una iniezione di fondi a favore delle residenze universitarie, per migliorare i servizi offerti agli studenti e incrementare il numero dei posti letto. Lo stanziamento ammonta a 50 milioni di euro, la fonte sono i Fondi Fsc, per lo sviluppo e la coesione. Le risorse saranno programmate dalla Regione in collaborazione con gli Enti preposti di Cagliari e Sassari (Ersu). IIl confronto inizierà subito, annuncia l’asssessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino, con l’obiettivo di individuare le migliore forme di utilizzo che possano dare risposte alle esigenze manifestate dagli studenti attraverso gli Enti per il diritto allo studio. «Inizieremo subito a lavorare – spiega l’esponente della giunta Pigliaru – con i due Ersu di Cagliari e Sassari per la programmazione di questi importanti fondi che serviranno per garantire e migliorare i servizi agli studenti universitari sardi». Alcune priorità si conoscono già, anche perché sono state oggetto di numerose discussioni. Per esempio il tema degli alloggi, con la necessità di aumentare l’offerta di posti letto: «Su questo punto siamo impegnati a trovare le soluzioni migliori per utilizzare il patrimonio esistente e potenziarlo», aggiunge l’assessore Firino. A determinare la necessità di ampliare l’offerta è l’aumento del numero degli studenti fuori sede che popolano i due atenei di Cagliari e Sassari insieme all’alto numero di ragazzi che hanno diritto all’alloggio gratuito. I 50 milioni stanziati dal Fsc rappresentano una importante boccata di ossigeno per riuscire a dare risposte in tempi brevi. E dal momento che l’obiettivo è incrementare l’offerta e non il contrario, da parte dell’assessore Firino arriva una precisazione e rassicurazione sul futuro della Casa dello studente in via Roma a Cagliari. L’esponente di Sel garantisce «la Regione non ha in programma nessuna dismissione delle strutture esistenti, senza una preventiva discussione con i due Ersu. C’è un confronto già avviato da tempo con le strutture preposte, che richiede una valutazione approfondita anche alla luce delle nuove risorse che potranno essere utilizzate per valorizzare e incrementare la disponibilità dei posti letto». Una esigenza particolarmente sentita anche a Sassari dove sono in corso importanti lavori di ristrutturazione in alcuni edifici con l’obiettivo di ospitare nuove case dello studente. Mentre è ancora in corso la discussione sul prossimo campus universitario: un progetto a molti zeri che ha suscitato vivaci polemiche e dibattiti. Ma non solo posti letto aggiuntivi, i fondi potranno essere utilizzati per dare gambe anche ad alte iniziative: l’obiettivo dichiarato della giunta regionale è infatti migliorare in generale la qualità dei servizi offerti alla popolazione universitaria.
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 gennaio 2017 / Pagina 6 - Sardegna
SCIENZA E SALUTE >> IL MALE DEI SARDI
La terapia trasfusionale classica garantisce oggi una prospettiva di vita regolare
L’intervento sul midollo guarisce nove casi su dieci. Ma la speranza è nei geni
NUOVI FARMACI E TRAPIANTI DI TALASSEMIA NON SI MUORE
 di Mauro Lissia
CAGLIARI Trent’anni fa, era il 1987, un’equipe scientifica cagliaritana capeggiata da Licinio Contu eseguì il primo trapianto di midollo osseo in Italia. Non fu un caso: afflitta endemicamente dalla malaria, la Sardegna era e resta l’isola della talassemia, conseguenza diretta dell’infezione indotta dalla zanzara anofele. Con il 12 per cento della popolazione costituito da portatori sani e un migliaio di malati, l’isola mantiene stabilmente il primato, battendo le altre regioni d’Italia - 7000 malati in tutta la penisola - e condividendo il dato con alcune aree del nord Africa e dell’Arabia. Ma per quanto la malattia esista e sia ancora il male genetico più diffuso al mondo, sembra trascorso un secolo da quando parlarne significava immergersi in storie di sofferenza e di morte annunciata. Malattia cronica. Da anni la talassemia è diventata una malattia cronica non maligna. Oggi chi nasce talassemico si candida a un’esistenza ai confini della normalità e il 90-95% dei casi trattati col trapianto si risolve con la completa guarigione. Grazie alla scienza e grazie al fatto che ricercatori del calibro di Contu, Antonio Cao e Renzo Galanello hanno svolto per decenni il ruolo di attrattori di risorse economiche, necessarie quanto la loro perizia. Senza soldi non si va da nessuna parte e quegli scienziati erano bravi anche a garantire quanto serviva alla causa. La loro eredità non è andata perduta: Giorgio La Nasa, docente di ematologia che di quell’équipe di pionieri faceva parte, tiene le redini del Centro unico trapianti midollo osseo di Cagliari - tra l’ospedale Binaghi e il Microcitemico - dove la talassemia non fa più paura e l’alto livello dell’assistenza ha ricevuto ogni riconoscimento, compreso l’accreditamento internazionale Jacie: «In trent’anni sono cambiate molte cose e la ricerca è andata avanti – conferma La Nasa, alla parete del suo ufficio i servizi giornalistici che annunciavano il primo intervento sul midollo - l’informazione diffusa sulla talassemia ha condotto a scelte consapevoli i potenziali genitori portatori sani, che con i test prenatale hanno contenuto il numero di bimbi affetti dalla malattia. Gli effetti si vedono nei numeri». Mille malati. Se nel 2000 i talassemici sardi erano 1300-1400, oggi sono il trenta per cento di meno. Ma soprattutto la prospettiva della loro vita ha assunto colori diversi: restano le trasfusioni di sangue ogni due settimane ma i nuovi farmaci chelanti li salvano dal micidiale eccesso di ferro, che infieriva sugli organismi dei malati con effetti degenerativi. Così che la loro qualità di vita, ai tempi attuali, rasenta la normalità e non desta più preoccupazioni: «L’efficacia della terapia tradizionale - spiega La Nasa - non può che renderci felici, allo stesso tempo rende le scelte terapeutiche più complicate». Per una ragione semplicissima, che il medico spiega: «Se il paziente può vivere bene con le trasfusioni e i farmaci, dobbiamo sempre chiederci se valga la pena di sottoporlo al trapianto, che come ogni intervento implica un rischio. Basso, ma pur sempre un rischio». Il rischio trapianto. La statistica internazionale traduce quel rischio in una percentuale: il sette per cento dei pazienti perde la vita nel trapianto o subito dopo. Sarebbe una percentuale accettabile, da qualificarsi come minima, se non fosse per quanto La Nasa ha spiegato: la sopravvivenza è comunque assicurata, il trapianto non è indispensabile per andare avanti. Forse per questo che nell’arco di un anno gli interventi di trapianto non sono più di una decina: «Noi informiamo con grande attenzione i pazienti, perché la loro sia una scelta pienamente consapevole» avverte La Nasa. L’altra spiegazione di numeri così bassi è legata alla ricerca del midollo giusto: «Eseguiamo il trapianto solo quando la compatibilità è certa al cento per cento - conferma La Nasa - e nella stragrande maggioranza dei casi la troviamo tra i familiari del paziente». L’alternativa è il registro generale dei donatori volontari, dove però la ricerca ha minori possibilità di successo. I costi. Il rovescio della medaglia sono gli effetti economici: i reparti di ematologia sono i centri di costo, come li chiamano i manager della sanità, più dispendiosi del servizio nazionale. Soprattutto per via dei farmaci, difficilissimi da sperimentare e comunque legati agli interessi di chi li produce: il prezzo lo fanno la domanda e le leggi del mercato. L’alternativa. Non manca però una prospettiva diversa, che farebbe calare il sipario sulla malattia dei sardi: si chiama terapia genica, una sorta di autotrapianto di cellule «corrette», vale a dire di cellule che contengono quanto serve perché il sangue produca l’emoglobina indispensabile alla diffusione dell’ossigeno. È già più di una speranza, i test eseguiti al San Raffaele, a New York e anche in centri di ricerca legati al Bambin Gesù di Roma hanno dato risultati incoraggianti: «Stiamo parlando di un intervento senza rischio di rigetto - conferma La Nasa - e privo di qualsiasi pericolo per il paziente. Sappiamo già che risulta più efficace se eseguito in età pediatrica, sui bambini, come peraltro avviene nei trapianti di midollo. Ma c’è molto fermento negli ambienti scientifici - conclude il docente di ematologia - c’è fiducia che si possa arrivare in tempi brevi ai risultati sperati».
 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 gennaio 2017 / Pagina 6 - Sardegna
Dopo Contu, Cao e Galanello manca il ricambio generazionale
MA LA RICERCA SARDA NON VA AVANTI
CAGLIARI Nel campo delle talassemie la ricerca ha fatto il suo dovere, i risultati si vedono. Eppure la politica non è stata capace di ricambiare gli sforzi, perché se la Regione sarda garantisce la copertura dei costi per le terapie e gli interventi di trapianto di midollo a mancare sono le prospettive: «I ricercatori nel campo dell’ematologia sono cinquantenni – fa i conti Giorgio La Nasa - e alcuni sono vicini alla pensione. Ho visto negli anni e ancor’oggi vedo giovani in gamba, preparati ed entusiasti, che potrebbero garantire un ricambio ad alto livello di qualità. Ma ormai è impossibile assumerli, è tutto fermo, è tutto difficile. La richiesta che mi sento di fare alla politica è rivolta a risolvere questo problema, chiedo di dare alla ricerca la stessa attenzione che è stata assicurata, almeno nel mio campo, ai servizi sanitari». Ci sarebbe da rispettare una tradizione consolidata, che vede la Sardegna nel ruolo di modello a livello mondiale: «Abbiamo avuto ricercatori nel campo dell’ematologia come Licinio Contu, Antonio Cao e Renzo Galanello – ricorda La Nasa - che sono stati a lungo un riferimento scientifico a livello internazionale. Credo che potremmo andare avanti sulla strada aperta da questi grandi medici, ma perché questo possa avvenire servono risorse, senza risorse si rimane al passo». Ed è quanto sta avvenendo oggi in Sardegna: «Ci sono gruppi al lavoro - conferma il responsabile del centro trapianti di midollo osseo - qualcosa si sta comunque facendo, ma non certo abbastanza e non quanto la Sardegna potrebbe fare. Il nostro centro qui a Cagliari funziona bene, Sassari ha un centro ematologico di ottimo livello, ma senza risorse per la ricerca a livello regionale non può esserci futuro». (m.l)
 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 gennaio 2017 / Pagina 6 - Sardegna
La ricostruzione storica dell’infezione all’origine della microcitemia
IN UN LIBRO LE “COLPE” DELLA MALARIA
CAGLIARI Dietro la talassemia c’è la malaria che ha afflitto la Sardegna fino agli anni quaranta e dietro la malaria c’è una storia millenaria che un medico urologo romano, Maurizio Feo, ha voluto raccontare in un libro frutto di un’attenta e scrupolosa ricerca. S’intitola «Malaria di Sardegna e d’Italia, come ebbe origine e come fu vinta». In duecento pagine fitte di dati e di riferimenti storici, grafici, tabelle e immagini anche d’epoca, introdotti da una copertina disegnata da un artista di Orosei, l’autore racconta una storia in gran parte dimenticata, ignorata dai giovani, che ha segnato la vita dei sardi e la loro salute. Una storia che viene esaminata da un punto di vista antropologico, sociale, archeologico, medico, genetico e letterario senza tralasciare informazioni curiose che riguardano lo scienziato sardo Giuseppe Brotzu e rimarcando come nessun tributo di riconoscenza sia andato ad Alberto Misiroli, il medico di Cervia che organizzò la campagna contro la zanzara anofele. Tra l’altro Feo osserva come il premio Nobel non fu assegnato a chi sintetizzò il Ddt, l’insetticida che sterminò le zanzare, ma a chi ne scoprì l’utilità.
 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 gennaio 2017 / Pagina 16 - Sassari
Il 2 e 3 febbraio al Dipartimento di Agraria
 I lavori si apriranno giovedì 2 febbraio alle 15 con i saluti istituzionali. Maria Luisa Di Felice dell’Università di Cagliari parlerà di “Agricoltura sarda e politica meridionalistica:tensioni sociali e dinamiche evolutive”. Francesco Nuvoli dell’Ateneo sassarese illustrerà “ Il divenire dell’agricoltura sarda negli anni di Eugenio Maddalon”. Luigi Lotto, Presidente della V Commissione regionale, interverrà su “Agricoltura in Sardegna tra problemi atavici ed opportunità da cogliere”. Paolo Fois dell’Università di Sassari esporrà “L’agricoltura sarda nell’attività legislativa di Eugenio Maddalon”. Interverrà infine Martino Scanu, presidente regionale della Cia. Le conclusioni del presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino. I lavori proseguiranno venerdì 3 febbraio dalle 9.30 alle 13.

 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 gennaio 2017 / Pagina 5 - Sardegna
Nominati i componenti dell’organismo paritetico che dovrà esaminare l’elenco, a breve il primo vertice
I beni sotto la lente della Commissione
SASSARI A stabilire che la Regione può riappropriarsi del suo patrimonio è l’articolo 14 dello Statuto sardo, che recita così: “La Regione nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. I beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri in tale condizione. I beni immobili situati nella Regione, che non sono di proprietà di alcuno, spettano al patrimonio della Regione”. Ecco perché è importante capire che cosa, dal 2008 a oggi, è cambiato. Quali beni cioè continuano a essere utilizzati o comunque funzionali allo Stato e quali nel frattempo sono invece stati abbandonati. La distinzione è fondamentale perché lo stesso Statuto sardo stabilisce che l’uso governativo rappresenta un limite praticamente invalicabile al trasferimento. Per esempio è questo il caso di Caprera, dove lo Stato è presente attraverso il Corpo forestale, così come evidenziato anche nell’allegato D dell’accordo di programma del 2008. In altri casi, il Ministero ha già disposto – pur rimanendone proprietario – l’affidamento dei beni al polo museale della Sardegna: è questo il caso dell’Altare Prenuragico di Monte d’Accoddi a Sassari, assegnato nel 2014 insieme ad altri siti di interesse storico e archeologico come l’Antiquarium Turritano di Porto Torres e l’Area archeologica Su Nuraxi a Barumini. Le verifiche degli uffici regionali si concentreranno su questi aspetti e contemporaneamente dovranno individuare eventuali altri beni con più di 70 anni che possano avere interesse culturale. Dopo essere stato sottoposto a questa operazione di scrematura e aggiustamento, il dossier sarà sottoposto all’attenzione della Commissione paritetica. I quattro componenti sono stati nominati in tempi diversi. La Regione si è mossa un anno fa, affidando l’incarico al costituzionalista Pietro Ciarlo e al direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari Antonio Tramontin. Il Governo ha provveduto alle nomine poche settimane fa, indicando Gabriella Iacobacci del ministero dell’Economia e Finanze e Antonio Parente del Mibact. A breve, almeno così si augura la Regione, il primo vertice della Commissione. (si. sa.)



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