Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 December 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 dicembre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
Dati sconfortanti per l’occupazione: il 60 per cento degli assistiti è senza lavoro
I LAUREATI SONO I NUOVI POVERI
Cresce il numero di giovani che chiede aiuto alla Caritas

Il nuovo povero ha 40 anni, una laurea in tasca e neppure un giorno di lavoro alle spalle. Questo il ritratto che emerge dal report annuale della Caritas diocesana di Cagliari che negli ultimi dodici mesi si è presa cura di 2259 persone e che evidenzia una preoccupante crescita nel numero di giovani costretti a chiedere aiuto per arrivare a fine mese.
ANNO NERO A giudicare dal bilancio annuale che costituisce il nucleo del libro “Solidarietà e rivoluzione delle coscienze” il problema più grave per i cagliaritani non è quello della casa. Il 90 per cento di chi chiede aiuto ha un posto in cui dormire, ma non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Impossibile fare la spesa o acquistare generi di prima necessità o abbigliamento. Da qui il gran numero di pasti preparati tutti i giorni: la media è di 800, ma in momenti di particolare crisi è stata superata anche quota mille.
DON MARCO LAI, CARITAS DIOCESANA CAGLIARI:
“In questi anni è cresciuta la rete dell’assistenza e sono migliorati i servizi per chi ha bisogno”
L’analisi fatta dal Centro studi della Caritas racconta una realtà per nulla confortante: la situazione rispetto all’anno scorso è peggiorata. Le persone che quotidianamente ricevono assistenza sono, come detto, 2259: come se un paese grande come Mandas si ritrovasse all’improvviso senza nulla. Come se in questo paese immaginario fatto di 1098 donne e 1161 uomini, il 60% degli abitanti fosse disoccupato (e tra questi il 25,5% di età compresa tra i 35 e i 44 anni) e non avesse nulla da fare, si svegliasse al mattino senza un obiettivo preciso: nessuna attività alla quale dedicarsi, nessuna idea - anche piccola - da realizzare.
FOCUS LAVORO A questi si aggiungono i pensionati (per il 6 per cento), le casalinghe (il 9,5 per cento), e chi ha perso il vecchio lavoro e ne sta cercando uno nuovo (11,5 per cento). Non solo. Nell’analisi particolare attenzione è dedicata al titolo di studio. Perché se è vero che la maggior parte delle persone assistite si ferma alla licenza media inferiore (il 47,6%) cresce il numero di laureati messi a verbale dagli operatori della Caritas. Nel 2015 erano il 3,1% mentre nel 2016 sono arrivati al 3,5%, a questi vanno ad aggiungersi quelli in possesso di un diploma universitario: si tratta dello 0,4% con il quale si raggiunge il preoccupate 3,9% del totale.
FRANCO MANCA, CENTRO STUDI CARITAS:
“La situazione è peggiorata soprattutto per i giovani: un terzo dei sardi è a rischio povertà”
A Ecco, in questo paese popolato da famiglie in attesa di un pasto caldo da consumare il 73,3 per cento delle persone sono italiane e gli stranieri sono 584. Nell’assistenza agli immigrati sono molto attive anche le cooperative che lavorano per garantire servizi dedicati come quello dell’ambulatorio medico, dello sportello farmaceutico, dei pacchi alimentari e della distribuzione di giochi e libri.
Dinanzi a una popolazione tanto variegata anche le esigenze da soddisfare sono sempre differenti ma quelle economiche restano sempre in cima all’elenco dei bisogni (il 33,9%). Un quadro che non si discosta troppo dalla situazione regionale. Nell’ultimo anno l’associazione Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno ha registrato un segno negativo in tutta l’Isola. Nel settore agricolo, si lavora di più ma si guadagna di meno. «In quello delle costruzioni - riferisce ancora la Caritas - relativamente agli occupati si registra una flessione di 5mila unità tra il 2014 e il 2015 e di 15mila rispetto al 2000».
 I DATI Tutto quel che è stato fatto negli ultimi dodici mesi per dare assistenza agli abitanti di questo paese immaginario costituisce il nocciolo del libro “Solidarietà e rivoluzione delle coscienze”, curato da Maria Chiara Cugusi, Vincenzo Frigo e da Franco Manca del Centro studi Caritas, che ieri è stato presentato anche dall’arcivescovo Arrigo Miglio e da don Marco Lai della Caritas di Cagliari nella sala del Cis.
 Mariella Careddu
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 dicembre 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
Inaugurato ieri un percorso di un chilometro e mezzo: investiti 500 mila euro
Con la bicicletta da Assemini a Decimomannu
Ciclisti e pedoni non hanno perso tempo: subito dopo il taglio del nastro hanno invaso la pista ciclabile tra Assemini e Decimomannu per godersi quel chilometro e mezzo di svago all’aria aperta dedicato a loro.
L’opera è stata inaugurata ieri dopo un lungo iter ereditato nel 2014 dalla Giunta pentastellata: «Il progetto era fermo dal 2005, l’abbiamo rispolverato e migliorato», dice il sindaco Mario Puddu: «Un’opera significativa, degna rappresentante del corso della nostra amministrazione e costruita da un’impresa locale. In questi giorni partiranno i lavori per la pista che da Santa Lucia passa per i corsi Africa ed Europa e arriva in via 2 Agosto». L’assessore ai Lavori pubblici, Gianluca Di Gioia, commenta: «Abbiamo investito 500 mila euro ma il piano è più complesso: con l’Università avevamo fatto uno studio sulla mobilità ciclopedonale per i collegamenti interni, con i paesi vicini e la Statale 130. Lavori da oltre sette milioni per i quali abbiamo progetti preliminari che definiscono i percorsi nel dettaglio. Il prossimo passo è completare le piste dei corsi e l’asse che da Elmas arriva a Decimo passando per Assemini».
Peccato per il tratto di 100 metri, a Decimo, che interrompe il percorso appena inaugurato. L’assessore ai Lavori pubblici, Leopoldo Trudu, aveva annunciato un accordo con i lottizzanti che cederanno l’area in modo da ricongiungere i paesi. (l. e.)
 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 dicembre 2016 / Esteri (Pagina 15 - Edizione CA)
Due lauree, quattro lingue, 30 anni: lutto per la vittima “Erasmus”
L’Italia piange Fabrizia
C’è la conferma: è caduta nella strage di Berlino
BERLINO «La magistratura tedesca ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo, ormai, c’è la certezza che, fra le vittime, c’è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo». Alla fine è stato il ministro degli Esteri a dire quello che già tutti, familiari in testa, avevano capito.
Ora sono i ricordi, il lutto e i rimpianti a dire quello che fino a pochi giorni fa nessuno sapeva, a parte i parenti e gli amici della trentenne abruzzese uccisa lunedì a Berlino.
 «ESEMPLARE» E cioè che in effetti Fabrizia Di Lorenzo era «una cittadina esemplare», come dice il premier Paolo Gentiloni nelle sue condoglianze ai familiari che precedono di poco quelle, commosse, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
 EUROPEA La giovane sulmonese - fino a ieri data ufficialmente per dispersa dopo che il camion dirottato dal tunisino Anis Amri ha falciato i clienti dello shopping natalizio - era una figlia brillante e determinata della generazione Erasmus, abbastanza cosmopolita da sentirsi a casa in Europa, troppo italiana per dimenticarsene. Impiegata alla 4Flow come esperta di trasporti, era addetta per la gestione delle spedizioni. «Mi occupo quotidianamente degli speditori in tutta Europa, in tedesco, inglese, italiano e francese», si legge sul suo profilo Linkedin. Si era laureata a Roma in mediazione linguistico-culturale e in relazioni internazionali a Bologna. Poi l’Erasmus tra il 2006 e 2007 proprio a Berlino, dove aveva lavorato anche alla Bosch, per poi impiegarsi alla Q-ID di Forlì.
L’ULTIMO TWEET Il suo ultimo messaggio su Twitter risale al 5 dicembre, appena dopo il referendum costituzionale in cui aveva vinto il No. Fabrizia, quasi consolando lo sconfitto Matteo Renzi, aveva postato una scena del film “La meglio gioventù”: un professore, durante un esame, invita il protagonista a lasciare l’Italia. «Qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri: @matteorenzi, peccato presidente!», aveva scritto.
 «COLPO PAZZESCO» «Una straordinaria cittadina d’Europa» l’ha definita la presidente della Camera Laura Boldrini, mentra da tutte le forze politiche arrivavano messaggi di cordoglio e Giulio, cugino della vittima, confidava: «Si sono portati via Fabrizia, con il suo sorriso. Ed è tremendo. Credetemi, è stato un colpo all’anima pazzesco. Vorrei che l’Europa, il senso comune di vicinanza tra noi tutti non necessitassero di questi episodi orribili per essere espressi».

 

redazioneweb@unica.it
 


LA NUOVA SARDEGNA
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 23 dicembre 2016 / Pagina 15 - Lettere e commenti
UNIVERSITÀ
DALLE PAGELLE SULLA RICERCA LA RIVINCITA DEGLI ATENEI SARDI
Migliora la qualità rispetto agli anni passati e si riduce il divario con il Nord, le classifiche dell’Anvur fanno ben sperare per la ripartizione dei fondi
di Eugenia Tognotti
 Vanno senz’altro iscritti alla voce belle notizie, di cui certo non abbondano nell’anno del Signore 2016, i risultati delle pagelle comunicate in queste ore dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e di ricerca: la qualità migliora e c’è un forte e incoraggiante recupero degli atenei del Sud, addirittura ’superiore alle attese’, per riprendere le parole della sintesi contenuta nel secondo rapporto della Valutazione della qualità della ricerca, conosciuto con l’acronimo Vqr. E non serve neppure ricordare che non si sta parlando di un una questione centrale, cioè la ricerca, motore del progresso tecnico, dello sviluppo economico e della crescita civile di questo Paese. Che c’è, dunque, di nuovo? I primi risultati della Vqr 2011-14, che ha analizzato le performance e la produzione scientifica delle università italiane, confermano, inevitabilmente, il vantaggio delle storiche Università del Nord e delle scuole d’eccellenza del Centro - l’Imt di Lucca, i due centri di Pisa, cioè Sant’Anna e Normale - seguite dall’Istituto di ricerca e perfezionamento post laurea Sissa di Trieste, Trento, Padova, Venezia Cà Foscari. Nel Nordovest svetta l’Istituto universitario di studi superiori di Pavia (Iuss), altra scuola superiore universitaria, che però ha accorciato e non di poco il suo vantaggio rispetto a quattro anni fa. A Milano perdono posizioni la Statale, il Politecnico, la Bicocca, che guidava la classifica nella precedente tornata che analizzava le ricerche realizzate tra il 2004 e il 2010. La vera novità è l’ inversione di rotta rispetto al passato: gli atenei del Sud e delle Isole recuperano terreno rispetto alla precedente tornata, facendo registrare miglioramenti a volte maggiori rispetto a quelli del Centro Nord, solidamente al vertice, nel primo round della valutazione, per qualità e intensità della produzione scientifica. La forbice fra università migliori e peggiori si è sensibilmente ridotta. Le Università meridionali e insulari - che avevano un livello della qualità della ricerca decisamente più basso - hanno risalito la china, riducendo lo svantaggio. Certo, gli atenei delle Isole restano in fondo alla classifica. Ma, in termini relativi, quattro delle cinque università statali di questa sezione territoriale - Palermo, Catania, Messina, Cagliari, Sassari - hanno sensibilmente migliorato le proprie performance: Messina, ad esempio, pur rimanendo in fondo alla graduatoria degli atenei, per qualità della ricerca ha fatto un considerevole balzo in avanti (17 per cento, era a -38 per cento) rispetto alla precedente rilevazione. Un miglioramento anche per Catania, Palermo e Cagliari, che registra un guadagno del 4 per cento rispetto alla valutazione precedente (era a -10). Una performance decisamente migliore rispetto all’altro Ateneo sardo, quello di Sassari, passato da un punteggio di -9 nella prima valutazione a -2 nella nuova valutazione. L’attenzione che il mondo universitario riserva ai risultati della Vkr non è certo ingiustificata: dato che serviranno da base per ripartire tra le università la parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) per il 2016. Accompagnato all’inizio da una valanga di dubbi, polemiche e contestazioni, anche dure, sui criteri di valutazione, e non solo, da parte di docenti e ricercatori, il lavoro dell’Agenzia è durato diciotto mesi e ha coinvolto 450 valutatori super esperti, assistiti da 14.000 professori e ricercatori. Ad essere ’pesati’ i prodotti dei singoli dipartimenti universitari, 118.000, per sedici aree disciplinari, realizzati da circa da circa 65.000 tra professori e ricercatori, impiegati in 132 strutture tra università, enti di ricerca e consorzi interuniversitari. In attesa che, tra qualche settimana vengano divulgati dati più dettagliati, ci possiamo accontentare dei primi incoraggianti risultati generali: gli atenei si sono complessivamente avvicinati in termini di qualità della ricerca e anche la distanza tra le università del Nord e quelle del Sud è andata (in parte) riducendosi. Non è poco, per cominciare.
 
 

redazioneweb@unica.it


Link: rassegna stampa MIUR

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie