Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 December 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Sla, si studia il cervello malato
UNIVERSITÀ. Lavoro con Amsterdam
 
Dalla collaborazione tra l'Università di Cagliari e il VU university medical center di Amsterdam nasce un lavoro che mostra l'importanza dell'analisi dell'organizzazione della rete cerebrale nel monitoraggio e nella valutazione dello stato clinico in pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (sla). Attraverso l'analisi dei profili delle connessioni funzionali registrati dall'elettroencefalogramma, è possibile ottenere informazioni sul grado di disabilità dei pazienti.
Gli autori hanno investigato le alterazioni dell'organizzazione della rete funzionale del cervello in 21 pazienti con differente grado di avanzamento di malattia. Finora si era considerata la sla come correlata ad un progressivo danno del movimento. I risultati dello studio hanno mostrato invece una alterata topologia della rete cerebrale che riguarda non solo le aree motorie (risultato atteso) ma anche tutte le altre aree della corteccia cerebrale. La prima correlazione che consegue è che solo con un elettroencefalogramma si può seguire l'andamento della malattia, mentre è ancora più importante il fatto che le connessioni tra le aree cerebrali si alterino anche in regioni non immediatamente correlate al movimento. Tra le conseguenze, un corollario teorico-pratico: fornire ai riabilitatori una mappa di supporto ai programmi che aiutano la presa in carico della malattia e che migliorano l'aspettativa di vita.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
Convegno
Morire a soli trent'anni: la sorte delle donne sarde
Una ricerca sulla salute della popolazione femminile dall'epoca romana
 
L'età media delle donne sarde in epoca romana? Trent'anni. La sorpresa non è il dato di per sé, ma il fatto che a confermarlo siano due ricerche in discipline apparentemente lontane: l'esame delle ossa e lo studio di 380 iscrizioni funerarie dell'epoca. O ancora: dall'età nuragica a quella romana le donne recuperarono qualcosa sulla differenza di altezza rispetto agli uomini, da 150cm a 162cm, ma poi nelle epoche successive la malaria riabbassò la statura dei sardi. Per conoscere come erano fisicamente e come vivevano i nostri antenati da qualche anno si utilizza un nuovo approccio: «Analizziamo e compariamo fonti di natura biologica, storica e artistica, incrociando le ricerche in settori scientifici e umanistici che prima raramente dialogavano tra loro», spiega Eugenia Tognotti, ordinario di Storia della Medicina e Scienze Umane dell'Università di Sassari.
Si è aperto ieri nella Clinica delle Malattie Infettive dell'ateneo sassarese e prosegue questa mattina dalle 9 presso il Museo della Bonifica di Arborea, il convegno “Della salute delle donne sarde dall'Età romana all'età moderna: nuovi approcci antropologici, bioarcheologici e storici” organizzato dal Centro per gli studi antropologici, paleopatologici e storici dei popoli del Mediterraneo, operativo dal 2014.
DUE GIORNI La prima giornata, quella sassarese, è stata dedicata agli studi sulle cosiddette sulle “Fonti dirette”: ossa del cranio e dello scheletro, tessuti mummificati di un campione femminile relativo a diversi periodi storici, dall'età nuragica all'età moderna e proveniente da siti archeologici (e non) della provincia di Sassari.
Daniela Rovina, della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e di Nuoro, ha presentato i dati relativi agli scavi nel cimitero interno e in quello esterno del Duomo di Sassari, effettuati col sostegno degli anatomopatologi. Sono stati rinvenuti resti di donne (tre erano in gravidanza) ed è stata evidenziata la consuetudine di seppellire giovani donne e bambini
con cuscini o ghirlande di foglie di rosa.
Lino Bandiera, del Dipartimento sassarese di Scienze Biomediche, si è occupato in particolare dello studio dei denti, rivelatori dell'alimentazione. «Ad esempio la carie ha avuto un aumento molto più sensibile nel periodo romano, perché mangiavano zuccheri e cibi raffinati. Le ipoplasie dello smalto, che sono linee sui denti, danno l'idea della denutrizione, presente un po' in tutte le epoche. In genere le donne avevano meno problemi ai denti, fanno eccezione le donne della medievale Gericu, vicino a Sorso, tartassate da carie e ipoplasie».
MORTALITÀ La dottoressa Rita Serra ha approfondito il tema della donna del Nord Sardegna nei periodi prenuragico, nuragico e romano. Nella fascia 25/34 anni gli individui femminili erano più numerosi in tutti i periodi; nella fascia 46/60 anni la popolazione femminile è maggiore in periodo prenuragico e romano, invece risulta uguale in quello nuragico. Considerando tutti e tre i periodi si attesta una maggiore mortalità, per gli individui femminili, nella fascia fra 25 e 34 anni. Una differenza dovuta soprattutto alle complicanze del parto.
La giornata odierna sarà dedicata invece alla “fonti indirette”: documenti archivistici, scritti medici, ricoveri ospedalieri, annali cittadini, biografie, epigrafi, testi storico-letterari. Senza dimenticare i Quinque libri conservati nelle parrocchie, che contengono le registrazioni di battesimi, matrimoni, morti, cresime e stati delle anime.
L'INFIRMIDADE DI ADELASIA Incrociare le discipline storiche con quelle scientifiche serve non solo per studiare il popolo, ma anche i grandi del passato. In Sardegna non sono certe le sepolture di personaggi femminili di rilievo, che abbondano invece nelle Chiese e nelle cattedrali di città come Napoli e sono state oggetto di studio e di relazione da parte di Gino Fornaciari, dell'Università di Pisa, uno dei “padri” della Paleopatologia in Italia, che si è soffermato sulle malattie delle donne della Corte aragonese tra XV e XVI secolo.
Questa mattina Mariangela Rapetti, dell'Università di Cagliari, si soffermerà sulle ipotesi relative alla “infirmidade” di Adelasia, ultima regina di Torres, che venne descritta da un anonimo cronista medievale. Chissà se il malessere di Adelasia è riconducibile alla depressione per l'abbandono del tetto coniugale da parte del bellissimo marito Enzo di Svevia, figlio di Federico II, che dapprima si trasferì a Sassari e poi lasciò l'isola?
Giampiero Marras
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 31 - Edizione CA)
Domusnovas
Sclerosi multipla,
esperti a confronto
 
Si parlerà di Sclerosi Multipla - malattia che nel Sulcis e a Domusnovas in particolare fa registrare un'incidenza ben superiore alla media regionale e nazionale - nel convegno promosso oggi dai donatori di sangue della Fidas Domusnovas in collaborazione con Sardegna Solidale, Vo. S. M. e associazione Elda Mazzocchi Scarzella. L'appuntamento è per le 17 in aula consiliare. Oltre al presidente Fidas Gianluigi Loi interverranno il sindaco Massimo Ventura, l'assessore alla cultura Matteo Moi, Maria Giovanna Dessì, presidente di Elda Mazzocchi Scarzella, Paolo Kalb, presidente di Vo. S. M Sardegna Onlus e Fernando Nonnis di Sardegna Solidale. Alla tavola rotonda prenderanno diversi neurologi del Centro Sclerosi Multipla dell'Università di Cagliari, oltre a psicologi e specialisti dell'Asl provinciale.
Coordina il dibattito Giorgia Mascia, Vice Presidente Fidas. Sabato dalle 8 alle 12, in piazza Matteotti, Fidas ripropone la raccolta sangue con la nuova autoemoteca.
Simone Farris
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 35 - Edizione CA)
Arborea
Convegno sui 60 anni della 3A
 
Ultima tappa domani per i “Sessant'anni tutti sardi” di Latte Arborea, l'iniziativa per i sei decenni di vita della prima azienda lattiero casearia dell'Isola. L'evento, dalle 10.30 alle 13 al Centro fieristico di Arborea, è l'ultimo della serie di attività avviate nel marzo scorso a Cagliari e in cui erano stati presentati i risultati, le strategie commerciali e l'attenzione verso il sociale di 3A.
“Una storia di qualità, ricerca e innovazione lunga 60 anni per creare valore in Sardegna e promuovere i prodotti sardi in Italia e all'estero”: questo il tema del convegno finale di domani che sarà moderato da Stefania De Michele.
Dopo i saluti del sindaco di Arborea Manuela Pintus, e di Gianfilippo Contu, presidente Latte Arborea, le testimonianze di Vassilios Fanos, ordinario di Pediatria all'Università di Cagliari; Gabriele Schintu, referente Miur di Oristano; Lorenzo Braina, presidente coop sociale Crea.
A seguire una tavola rotonda alla quale parteciperanno tra gli altri il presidente Latte Arborea Gianfilippo Contu, gli ex presidenti Walter Vettore, Paolo Cenghialta e Plinio Magnani.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 35 - Edizione CA)
Norbello punta su fumetto e design
NORBELLO. Apre i battenti il Midi, museo dell'immagine
 
Ormai la sfida è stata lanciata: Norbello punta sul fumetto per ricoprire un ruolo unico nell'Isola. Mercoledì col Nues, il Festival internazionale dei fumetti e dei cartoni nel Mediterraneo organizzato dal Centro internazionale del fumetto di Cagliari ha aperto le porte il Midi: Museo dell'immagine e del design interattivo. «È il primo di tanti appuntamenti di questo progetto che abbiamo deciso di affidare ai più qualificati in Sardegna. Nell'Isola non esiste un'altra realtà come il Centro internazionale del fumetto. E allora crediamoci e facciamo in modo che il fumetto diventi veicolo per tutto il territorio», ha detto il sindaco Matteo Manca . «Il Midi è un'occasione per riconsiderare la grande tradizione che la Sardegna ha nella grafica applicata, nel fumetto, nell'illustrazione. Il fatto che sorga al centro della Sardegna ha un preciso significato e stiamo cercando di renderlo un punto di riferimento in collegamento con l'università ed altri centri del fumetto», afferma Bepi Vigna . Il fumettista Sandro Dessì ha quindi spiegato varie tecniche sul fumetto. Ieri l'inaugurazione della mostra “I Sardi nella Grande Guerra”. Un'altra sezione è dedicata all'arte degli illustratori che tra il 1915 e il 1918 rappresentarono la guerra sulle pagine delle riviste con una selezione di materiali originali tratti dalla collezione privata di Raffaele Piras .
Alessia Orbana
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Modello Barumini: eccellenze e turismo
Prende il via domani la terza edizione dell'Expo
 
Due giorni dedicati a ragionare sulle prospettive del turismo culturale, mettere in vetrina le eccellenze del territorio e riflettere sulle potenzialità ancora inesplorate del settore. Da domani, giornata dell'inaugurazione, e sino a domenica 18 dicembre, Barumini, unico Comune della Sardegna ad avere la valorizzazione dei beni archeologici come voce principale della sua economia, ospita la terza edizione dell'Expo. Il paese sarà luogo d'incontro tra tour operator e rappresentanti delle aziende locali. Gli stand, allestiti nel centro Lilliu, rappresenteranno 25 siti culturali, proporranno i gioielli di arte e artigianato e i tesori dell'enogastronomia. Attorno all'evento ruoterà un fitto calendario di convegni, dibatti e manifestazioni di richiamo anche per un pubblico di non specialisti: esposizioni di prodotti, degustazioni di vini, cooking show, rievocazioni storiche, visite guidate e concerti.
IL MODELLO BARUMINI La vocazione del paese della Marmilla rispetto al tema dell'evento è chiara: Su Nuraxi, patrimonio mondiale Unesco, è tappa centrale negli itinerari turistici. Il sistema culturale del paese, che conta 1300 abitanti, è costruito attorno alla reggia nuragica. «La Fondazione Barumini, partecipata al 100 per cento dal Comune, dà lavoro stabile a 53 persone. Dieci sono invece le buste paga stagionali», dice il sindaco Emanuele Lilliu, reduce da un viaggio ad Alborello dove ha presentato il modello sperimentato con successo nel suo paese. Nel 2016 - il dato è evidentemente parziale - sono state 130mila (23mila in più rispetto al 2017) le persone che sono state a Barumini per visitare la reggia nuragica, Casa Zapata e il centro intitolato a Giovanni Lilliu, cittadino illustre di Barumini, scopritore di Su Nuraxi e padre dell'archeologia nuragica. Il picco di turisti si è registrato ad agosto e settembre.
IL CALENDARIO Si parte domani alle 10. Dopo l'attivazione di Veranu, mattonella che produce energia ideata all'Università e progettata da una start up di giovani e la rievocazione storica a cura dell'associazione “Sulle tracce di Dan”, si susseguiranno incontri e dibattiti. Il primo alle 10,30. Intitolato “La Formazione in Ambito Turistico e Culturale: l'offerta delle Università Sarde” è organizzato dagli Atenei di Cagliari e Sassari. Dalle 11 l'apertura delle mostre “Perfiloepersegno” e “Sardegna Foreste, i Tesori Naturali di un'Isola”. La prima, a cura di Anna Rita Punzo, è dedicata alle opere dell'artista Daniela Frongia; la seconda è realizzata dall'Ente Foreste della Sardegna. In contemporanea ci sarà la rievocazione storica “Una giornata da nuragico”. Frutto di un progetto didattico, è curata dalla Fondazione Barumini. Dalle 12 alle 14 una degustazione di prodotti Coldiretti realizzata dagli studenti dell'Istituto alberghiero Azuni di Cagliari che curano molti dei momenti dedicati all'enogastronomia. Alle 15,30 il laboratorio per bambini “Nulla si butta, tutto si ricicla” a cura dell'Unione dei Comuni della Marmilla. Alle 18 un nuova appuntamento con la cucina. La serata chiude alle 18,30 col concerto dei Tazenda “S'istoria”.
DOMENICA Il focus sul cibo caratterizza l'apertura della giornata. Si parte dagli stand “Campagna amica” di Coldiretti per arrivare sino ai laboratori del gusto organizzati da Slow food. Centrale la visita guidata a Su Nuraxi che sarà soggetto privilegiato degli scatti degli Instagrammers. Nel pomeriggio ancora incontri sui temi dell'Expo. Alle 15 il seminario “Social Media Marketing per il Turismo Culturale” a cura di Instagramers Sardegna. Alle 15 “sFogliando”, laboratorio ludico-didattico a cura dell'associazione “La voce delle piante”. Alle 17 lo Show Cooking con lo chef Alberto Sanna e poi ancora una degustazione. Alle 18,30 la chiusura con “InVino Musica”, dove il piacere di un buon calice di vino si sposerà con le contaminazioni musicali di Gavino Murgia.
Manuela Arca
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Provincia Gallura (Pagina 42 - Edizione CA)
OLBIA. Progetto per l'ostello
Da incompiuta a cittadella universitaria
 
Avrebbe dovuto ospitare un ostello della gioventù, ma da quando è stata realizzata, negli anni '90, la struttura costata circa due milioni di lire, frutto di finanziamenti stanziati dalla Regione, è rimasta chiusa. Inutilizzata per oltre vent'anni, abbandonata e dimenticata, è diventata rifugio per senzatetto che negli anni vi hanno trovato un riparo. Le vetrate rotte, il guano degli uccelli a ricoprire i pavimenti, erbacce a circondare l'immobile e degrado ovunque: costruito nella zona di Colcò ad alto rischio idrogeologico, a pochi passi dall'aeroporto Costa Smeralda e ancora più vicino alla istituto superiore Amsicora ad indirizzo agrario, l'ex ostello, o per meglio dire quello che nei progetti avrebbe dovuto essere un ostello, ma che nei fatti non lo è mai stato, potrebbe essere ora recuperato.
Questo almeno è l'intento del sindaco Settimo Nizzi che ieri mattina, insieme al comandante della Polizia Locale, Giovanni Mannironi e ai suoi agenti, ha effettuato un sopralluogo all'interno dello stabile e dato il via alle operazioni di sgombero degli occupanti abusivi di un'ala al primo piano. «Inizieremo da subito con la pulizia esterna della zona e la creazione di una strada d'accesso alla struttura che si collega direttamente con via Loiri», ha spiegato Nizzi: «Il passo successivo sarà quello di andare alla ricerca di fondi per sistemare quest'opera che potrebbe diventare una sorta di cittadella universitaria, collegata nei progetti al trasferimento in centro della sede del corso di laurea in Economia del Turismo».
Antonella Brianda
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
In Breve
IL RICORDO DI LOVISATO
 
Oggi, dalle 9 alle 13, l'aula Verde della Cittadella dei musei (piazza Arsenale) ospita il convegno scientifico che conclude le iniziative legate al centenario dalla morte di Domenico Lovisato. La giornata vedrà l'alternarsi di storici e scienziati nel ricordare la figura del docente e geologo istriano.
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
archeologia
Dal sito di Mont’e Prama otto tombe e due nuraghi
di Piero Marongiu
 
CABRAS Chi aspettava risposte dalle ultime indagini su Mont’ e Prama dovrà attendere. I risultati dei nove saggi, effettuati tra il 15 novembre e il 9 dicembre, sono stati presentati dall’archeologo Alessandro Usai, dal segretario per i Beni culturali Filippo Gambari, dal soprintendente per Cagliari e Oristano Fausto Martino e dall’archeologo Massimo Casagrande, dicono che bisognerà indagare ancora a lungo prima di capire quanto sia estesa l’area del sito. I saggi all’esterno della necropoli, a nord e a sud, dove era stato riportato alla luce un pezzo di muro nuragico, hanno consentito di rinvenire altre otto tombe a pozzetto (con queste sono oltre un centinaio, di cui una sessantina aperte e studiate), delle quali solo una si presenta con la copertura intatta, un frammento di scudo, probabilmente parte di una statua di pugilatore, alcune lastre di arenaria, che potrebbero coprire altre tombe, e due modellini di nuraghe, di cui uno, alto circa 160 centimetri e molto ben conservato, presenta un elemento conico intatto a copertura di una delle otto torri. Il muro, invece, prosegue per circa altri quattro metri e, almeno stando a quanto emerso, non sembra terminare alla fine della trincea scavata dalla ditta che nel sito. «Questo ritrovamento – spiega Usai – può essere definito davvero eccezionale. Elementi conici ne avevamo trovato anche altri nel passato, nessuno però ancora attaccato al modello di nuraghe. La posizione in cui li abbiamo rinvenuti indica un rovesciamento da est verso ovest, esattamente come per le statue. Spiegarne i motivi, al momento, non è possibile. Il nostro compito di archeologi non è cercare o scoprire qualcosa ma riportare alla luce». E quello che sta tornando alla luce è di assoluto interesse per gli studiosi. «Su Mont’e Prama – dice Filippo Gambari – la soprintendenza ha fatto un lungo lavoro, che ha coinvolto molte persone. Questo a dimostrazione che l’interesse del Ministero per il sito non è mai venuto meno. A Mont’e Prama sono emerse cose eccezionali, ma per capire fino in fondo cosa rappresentasse il sito è necessario che le scoperte vengano divulgate correttamente». Qualche giorno fa è stato firmato un protocollo tra la soprintendenza e le Università di Cagliari e Sassari per la ripresa della collaborazione interrotta nel 2014 forse con qualche polemica di troppo. Adesso sono pronti 450mila euro, messi a disposizione dalla Fondazione Sardegna, da utilizzare nel prossimo triennio (150 mila all’anno, da dividere tra i due Atenei) per studiare le pietre, classificare e catalogare i reperti (Cagliari) e per le indagini biogenetiche sulle ossa, quelle biologiche su quanto contenuto dalle tombe e per le analisi con il carbonio 14 (Sassari). «L’attività di scavo – dice Fausto Martino – è condizionata dalle risorse disponibili. Con poco stiamo facendo molto in maniera egregia”. I tagli determinati dalla spending review hanno colpito tutti i ministeri, in particolare quello dei beni culturali. All’interno del progetto troveranno impiego anche alcuni detenuti del carcere di Massama, studenti, ricercatori e dottorandi provenienti dalle due università sarde e della penisola. La ripresa degli scavi, se non ci saranno altri intoppi, è prevista per l’inizio della prossima primavera. Intanto sono scaduti i termini per la presentazione delle manifestazioni d’interesse per i proprietari dei terreni che insistono nell’area archeologica: «Tra qualche giorno – spiega il sindaco Cristiano Carrus – si definiranno le pratiche».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Convocati i manager delle Asl
Dedoni: «Vogliamo capire perché continuano ad assumere»
 
CAGLIARI La commissione d’inchiesta del Consiglio regionale sulla spesa sanitaria convocherà gli otto commissari straordinari delle Asl, ormai agli sgoccioli: dal primo gennaio a governare il sistema sarà l’Azienda unica. Il primo a essere convocato sarà il manager provvisorio del’Asl di Oristano, poi i direttori generali di Nuoro che si sono succeduti negli ultimi quindici anni.
A spiegare il perché Attilio Dedoni (Riformatori), presidente della commissione d’inchiesta: «Vogliamo capire – dice – i motivi per cui , in Sardegna, la spesa sanitaria continua a crescere, mentre il servizio non è ancora migliorato come invece dovrebbe essere». Secondo il capogruppo, «è molto preoccupante che in alcune Asl continuino a stabilizzare il personale senza fare ricorso alla mobilità, oppure siano chiamati ancora gli interinali senza che le procedure siano chiare». L’indagine sarà approfondita «pazienza – sottolinea Dedoni – se dovremo trasmettere alla Procura tutti gli atti». La commissione ha inoltre deciso di effettuare nelle prossime settimane un sopralluogo al Mater Olbia, l'ospedale finanziato dal Qatar e che avrebbe dovuto iniziare l'attività all’inizio di dicembre.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Olbia – pagina 30
Nizzi e l’università diffusa: «Un campus nell’ex ostello»
Il sindaco vuole riqualificare la struttura abbandonata e destinarla agli studenti
Illustrato il progetto: in centro il palazzo Ovs e l’Expo. Al Porto romano l’ex Sep
di Enrico Gaviano
 
OLBIA «È la somma che fa il totale». La frase tanto cara al principe De Curtis alias Totò serve per spiegare immediatamente cosa è successo all’Ostello del gioventù di Olbia. La somma delle “distrazioni” delle amministrazioni hanno ottenuto il risultato di un bellissimo edificio abbandonato. Per fortuna che chi lo ha costruito è stato bravo. Utilizzando materiali di pregio e facendo le cose per bene. Così dopo 25 anni di abbandono non è certo un sogno la possibilità di recuperarlo e rimetterlo in funzione, ciò che Settimo Nizzi ha intenzione di fare, come illustrato ieri nel sovralluogo effettuato con la polizia locale. Sarebbe, sempre secondo Nizzi, un altro tassello da aggiungere al progetto dell’Università che lascia l’aeroporto e traloca a Olbia. Un assetto decentrato con più poli: corsi di laurea, alloggi per gli studenti, biblioteche. Il Campus. In quyesto progetto, per la verità ancora in embrione e che necessita di parecchi fondi per poter essere sostenuto e portato a compimento, anche l’ex ostello della gioventù, nato a inizio anni 90 e poi abbandonato, farebbe la sua parte. «Intanto lo ripuliamo – dice Nizzi – . Poi vediamo quanto serve per rimetterlo in funzione: impianti elettrici, idrici, condizionamento. Qualche variazione sul tetto, visto che i vetri lo trasformano in una serra, e il gioco è fatto». Sì, però servono i soldi. Nizzi non tentenna. «Cercheremo i soldi per poter effettuare i lavori – sottolinea il sindaco –. Intanto facciamo una valutazione. Penso che ora una cosa del genere costerebbe 4-5 milioni di euro, per aggiustarlo invece, occorrerà molto meno. Alla fine lo potremo usare per l’università. Credo che un campus qui ci starebbe molto bene». L’Università al centro. Un ’idea che si aggiungerebbe alla recente acquisizione della ex sede dell’Ovs nel Corso. Che ha praticamente cancellato il progetto della precedente amministrazione, che voleva utilizzare la vecchia sede della Finanza, sempre in corso Umberto, per fare corpo unico con l’Expo. «Abbiamo fatto un affare – dice il sindaco –: rimettere a posto quel palazzo ci sarebbe costato più di 2 milioni di euro. Così invece abbiamo speso poco più di un milione, e per una struttura già a norma, con il pavimento pronto per l’utilizzo, come pure gli impianti. Un’operazione di acquisizione all’asta giudiziaria di Tempio che non ci siamo lasciati sfuggire». Il centro storico. Il centro storico, dunque, si vivacizzerà con la presenza di tanti studenti. L’idea della amministrazione Giovannelli che Nizzi ha preso al volo e ora cerca di perfezionare. «Utilizzeremo insieme al palazzo dove stava l’Ovs anche l’Expo, in modo da aver molti spazi a disposizione per nostri studenti e per quelli che verranno da fuori. Il palazzo della finanza? Quello non è di nostra competenza, anzi dovranno pensare a metterlo in sicurezza e rifare la facciata perché a breve ci sarà un’ordinanza che riguarderà tutti i palazzi in quelle condizioni che ricadono nel centro storico. Ex area Sep. L’università diffusa, che va da un lato dal Campus sulla strada di Loiri, e attraversa il centro, si prolungherà sino all’area Ex Sep, i capannoni all’insenatura del porto romano, rimessi a nuovo dall’Autorità portuale qualche anno fa. Anche di questo ha parlato Nizzi ieri. «Un accordo con l’Amp per una università del mare, un polo didattico e al tempo stesso spazio per ospitare alloggi di studenti e ricercatori». Sogni che si spera possano essere realizzati. L’augurio è che non ci si ritrovi fra 25 anni a rivivere l’incubo dell’ex ostello. Costruito e poi abbandonato a se stesso.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
La Storia femminile svelata dalla biologia
Un convegno a Sassari, scheletri e documenti per ricostruire l’identikit della donna sarda partendo dall’età prenuragica
di Grazia Brundu
 
SASSARI «L’obiettivo di questi studi non è la ricerca di aneddoti curiosi ma la ricostruzione di una storia biologica delle popolazioni sarde. È il tentativo di raccontare dal basso, senza ricorrere a schemi scolastici, la vita degli individui. In questo caso, quelli di genere femminile».
Si può riassumere con le parole di uno dei relatori, Marco Milanese, docente di Archeologia medievale all’Università di Sassari, il senso del convegno “Salute e condizioni di vita delle donne sarde dall’età romana all’età moderna”, organizzato dal Centro studi antropologici, paleopatologici e storici dei popoli del Mediterraneo. Iniziato ieri a Sassari nell’aula conferenze della Clinica di malattie infettive, il seminario si conclude oggi ad Arborea (dalle 18 nel Museo della Bonifica), e di curiosità che non stonerebbero in un romanzo – pur non essendo certo questo il suo scopo – ne propone un bel po’. Per esempio fornisce un identikit dell’antenata delle donne sarde, con caratteristiche come la statura, che dal periodo prenuragico a quello romano passa dal metro e cinquantadue al metro e sessantadue; un’età media intorno ai trent’anni d’età; patologie diffuse alle ossa femorali provocate dai lavori nei campi e in casa; un picco di mortalità elevato tra i venticinque e i trent’anni d’età, spesso per complicanze legate al parto. Tutti dati, questi ultimi, ottenuti attraverso l’analisi incrociata di «fonti dirette, come resti umani scheletrici e mummificati, ed altre indirette, come epigrafi e registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti», spiega Eugenia Tognotti, docente nella Facoltà di Medicina dell’ateneo turritano e coordinatrice delle ricerche condotte dalle Università di Sassari e di Pisa. Tra gli studi relativi al nord Sardegna, ce n’è uno che riguarda il Duomo di Sassari, in particolare il suo cimitero medievale e post medievale, oggetto di scavi archeologici in un periodo compreso tra gli anni Ottanta del secolo scorso e il 2006.
«All’interno di San Nicola – racconta Daniela Rovina della Soprintendenza archeologica per la provincia di Sassari e Nuoro – sono state rinvenute una ventina di ambienti funerari sotterranei scavati nella roccia. Si tratta di sepolture utilizzate da famiglie nobili e da congregazioni religiose e laiche. In particolare sono state individuate quelle dei gremi dei Calzolai e dei Fabbri». Il campo d’indagine era, in questo caso, circoscritto ai defunti di genere femminile, così è stato possibile documentare alcune modalità di sepoltura come per esempio, spiega Rovina, «l’usanza di seppellire le donne morte di parto con forbici di ferro in mano, forse con l’augurio di poter tagliare il cordone ombelicale nell’Aldilà». Un’ipotesi affascinante, visto che «uno studio degli anni Cinquanta – prosegue la studiosa – testimonia il gesto apotropaico di passare le forbici sulla pancia delle partorienti». Tra le curiosità relative alle dame aragonesi, invece, Gino Fornaciari dell’Università di Pisa ha illustrato i risultati condotti sui corpi mummificati rinvenuti nella basilica di San Domenico Maggiore, a Napoli, e ha parlato di «predominanza di una dieta a base di proteine animali, una grande diffusione di patologie veneree e dell’artrosi provocata dall’uso di bustini, in alcuni casi di ferro, oltre che di cosmetici a base di mercurio, responsabili di gravi avvelenamenti spesso letali».

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