Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 December 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 dicembre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Convenzione tra Giustizia e Università
Con il progetto Fuori luogo il penitenziario minorile diventerà più accogliente
Non solo eliminare l’isolamento del carcere minorile di Quartucciu, ma provare a ripensarne gli spazi per renderli più funzionali e idonei. È l’obiettivo del progetto-pilota nato dalla firma della convenzione tra il Dipartimento della Giustizia minorile e l’Università.
Si chiama “Fuori luogo”, il progetto che punta a ridisegnare il penitenziario per i ragazzi, migliorando la qualità degli ambienti di vita comune e di lavoro in chiave riabilitativa. A firmare la convenzione, ieri mattina, c’erano Giampaolo Cassitta, dirigente della Giustizia minorile in Sardegna, e il docente Antonello Sanna, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura dell’Ateneo cagliaritano. «Il progetto pilota», si legge in una nota, «vedrà coinvolti detenuti, studenti, docenti, esperti, operatori della giustizia minorile, rappresentanti del volontariato».
Il confronto tra operatori ed esperti di progettazione degli spazi punterà a definire nuovi criteri di distribuzione e funzionalità dell’istituto che ospita i detenuti non ancora maggiorenni. «Verranno inoltre proposte nuove relazioni», prosegue il comunicato, «tra l’istituto e la città metropolitana, nel tentativo di restituire alla struttura una fisionomia sempre più vicina alla comunità». L’accordo rientra nella convenzione-quadro tra l’Università e il Dipartimento della Giustizia minorile siglato tempo fa dal rettore Maria Del Zompo e dal capo dipartimento, Francesco Cascini. «L’accordo», fanno sapere dall’Ateneo, «ha la durata di tre anni e prevede un’ampia collaborazione nell’ambito della definizione di iniziative riguardanti la devianza minorile, nonché la sperimentazione di nuove metodologie e percorsi socio-educativi di inclusione sociale per i minori e giovani adulti sottoposti a procedimenti penali». L’intenzione è quella di offrire nuove opportunità ai giovani da riabilitare, evitando che in futuro commettano nuovi reati e aiutarli a reinserirsi nel sociale o nel mondo del lavoro.
Nello stessa direzione, lo scorso mese, i giovani detenuti del carcere minorile erano stati protagonisti dell’incontro “Ripensare gli spazi di vita dell’istituto penitenziario”, organizzato nel’Aula magna della facoltà di Architettura. In quell’occasione c’era stato anche l’intervento di uno dei massimi esperti di architettura carceraria, Luca Zevi, autore di numerose pubblicazioni su come migliorare lo spazio all’interno dei penitenziari per alleviare i disagi dei detenuti.
Ora, invece, la parola passa al progetto-pilota, che punterà ad ascoltare anche consigli e suggerimenti dei ragazzi confinati nell’istituto di Quartucciu, così da reinventare, per quanto possibile, la vivibilità degli ambienti dove i giovani detenuti trascorrono le giornate. Un progetto ambizioso che potrebbe migliorare le potenzialità di recupero del carcere minorile, ma che consentirà anche agli studenti universitari di conoscere una realtà spesso dimenticata.
Francesco Pinna
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 dicembre 2016 / Speciale (Pagina 10 - Edizione CA)
I ragazzi dello Scientifico primi nell’Isola con un progetto sulla “pompìa”
L’oro giallo della Quinta A, orgoglio di tutta la Baronia
Dietro quella buccia gialla tutta bitorzoli e protuberanze si nasconde un piccolo tesoro. Certamente una delizia per il palato. Un dolce tramandato da generazioni, immancabile in matrimoni e battesimi a Siniscola e nell’alta Baronia. Una volta la scienza la chiamava Monstruosa e qualche motivo c’è. La pompìa non ha niente della bellezza di un’arancia o di un limone, è un agrume di gobbe e screpolature, pare il risultato di strani incroci di genetica vegetale. All’esame fascino sarebbe scartato al primo sguardo. Ma non è l’aspetto che conta, soprattutto quando si gustano prelibatezze come il candito (sa pompìa intrea) o s’aranzata. Entrate nelle eccellenze agroalimentari da proteggere, come ha fatto Slow Food inserendo nel 2004 l’agrume nei suoi presìdi, che sostengono le piccole produzioni di qualità a rischio scomparsa.
SCUOLA E IMPRESA Questo frutto di colore giallo intenso cresce tra il Montalbo e il mare, ha una storia di secoli e un futuro tutto da scrivere. Soprattutto se si mantiene viva la passione di un gruppo di ragazzi, la classe quinta A del liceo scientifico Michelangelo Pira di Siniscola e del loro insegnante di italiano e latino, Sebastiano Lai. Tanto hanno fatto, studiato, discusso che si sono proiettati dai banchi di scuola al mondo delle imprese, presentando un serissimo progetto imprenditoriale sulla valorizzazione della pompìa, battezzato “Golden citrus pompìa”.
IL PREMIO Assistiti dall’istituto scolastico (il dirigente è Vincenzo Di Giacomo), l’hanno presentato al concorso “Banco di Sardegna per la scuola”, sbaragliando il campo. Primo premio di 25 mila euro (più diecimila per la startup, con l’obiettivo appunto di muovere i primi passi nel mondo delle aziende), lunedì 19 dicembre la consegna a Sassari. È l’idea più interessante tra le tante presentate, a giudizio della giuria, composta tra gli altri dalle Università di Cagliari e Sassari, Confindustria, Camera di commercio, Confapi, Amici del Banco. «L’idea è tutta dei ragazzi, ci hanno lavorato con entusiasmo, hanno capito che questo agrume ha straordinarie potenzialità, sono pronti a dedicarsi a quello che chiamano s’oru groccu, l’oro giallo dell’Alta Baronia, sperando che la politica si svegli e dia loro una mano», dice il professor Sebastiano Lai, coordinatore del progetto, che di entusiasmo ne ha quanto i suoi allievi.
INNOVAZIONE Quelli della Quinta A (24 studenti di Siniscola, Posada, Torpè, Lodè, Budoni) volevano presentare un progetto innovativo. Si sono guardati intorno. Turismo? Banale. Industria? Lasciamo perdere. Lavorando in squadra, hanno pensato a quello che offre il territorio: sa pompìa, figlia di una tradizione familiare che si tramanda da secoli. Su cosa puntare? Prodotti esclusivi, di qualità. Rossana Deledda è andata al sodo: facciamo la caramella balsamica alla pompìa. Nome: Goldella. E hanno anche pensato alla confezione. Martina Dettori ha chiesto: a chi ci possiamo rivolgere per il settore commerciale. E hanno invitato Mario Masini del biscottificio di Fonni. Giovanni Pau ha lanciato l’idea del canto a tenore: si sono rivolti ad Antonio Murru dell’Università della Terza età e hanno riscoperto l’antico testo di Su Ballittu che celebra sa pompìa e “sos frores profumados”. Poi hanno aperto un sito internet sulla loro iniziativa imprenditoriale e raccontato la storia di questo agrume che esiste solo in Sardegna, concentrato a Siniscola e dintorni, forse addirittura dal 1300. Come ci è arrivato? Mistero. Si è detto spesso che sarebbe un incrocio tra limone e cedro o pompelmo. L’anno scorso il botanico Ignazio Camarda ha messo il suo marchio da studioso sulla pompìa: «È una varietà del limone, è un agrume che va riferito al gruppo dei limoni cedrati». All’Universià di Sassari si studiano le sue proprietà, in particolare gli oli essenziali della buccia con proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.
IL MARCHIO Orizzonti nuovi per sa pompìa. Grazie anche ai ragazzi della Quinta A del liceo Pira. Per loro parla il professor Lai: «Dobbiamo metterci sopra una bandierina. La politica deve capire che questo agrume ha bisogno di un marchio, definendo anche l’area di produzione. Quest’idea va tutelata». Vogliono andare avanti. Con i 25 mila euro del premio parteciperanno a iniziative formative anche fuori dall’Italia. Sono sicuri: quel frutto bitorzoluto ha un futuro.
Lello Caravano
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 dicembre 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Isili
Un burattino per far crescere i sogni

È arrivato anche nella scuola dell’Infanzia di Isili il progetto “Le mani che muovono i sogni”. A curare l’iniziativa, alcuni giovani studenti universitari della facoltà di Scienze della formazione e dell’educazione guidati da Mauro e Giulia Sarzi e coordinati da Gian Pietro Storari.
I ragazzi che vivranno questa esperienza con i bambini dell’infanzia e della prima classe della primaria, si serviranno di un burattino come strumento comunicativo e pedagogico. In una prima fase gli studenti metteranno in scena uno spettacolo teatrale finalizzato all’interazione con i bambini. In un secondo momento i piccoli potranno esprimere i propri sogni, desideri e paure attraverso il disegno ed il racconto. L’attività è comunque concepita per essere poi costruita in itinere, pertanto sarà possibile apportare delle modifiche per migliorare il lavoro. Diversi gli obiettivi che si vogliono raggiungere tra i quali la condivisione, il gioco, la manualità, esternare e riconoscere le emozioni.
Sonia Gioia
 
 

redazioneweb@unica.it
 


LA NUOVA SARDEGNA
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 17 dicembre 2016 / Pagina 25 - Olbia
Il palazzo di Corso Umberto è stato comprato dall’Aspo
UNIVERSITÀ ALL’EX OVS, DUBBI SULL’ACQUISTO
Piccinnu: «Operazione illegittima, la società non è un’immobiliare»
di Serena Lullia
OLBIA La scelta di spostare l’università nel palazzo dell’ex Oviesse finisce sotto esame. L’Aspo, la municipalizzata del Comune, ha acquistato l’edificio per un milione di euro all’asta. Per la Coalizione civica e democratica l’operazione immobiliare è illegittima. L’argomento emerge in Consiglio comunale quando si parla dello statuto dell’Aspo. Ma nessuno si aspetti un dibattito. Ascoltare gli interventi dei consiglieri di maggioranza in aula è un sogno che coltivano in tanti. Assente anche il sindaco Settimo Nizzi, unico vero animatore dell’aula. Acquisto illegittimo. «Nell’oggetto sociale dell’Aspo non c’è scritto che la municipalizzata sia anche una immobiliare – attacca il consigliere del Pd, Rino Piccinnu –. Così come non c’è scritto che possa acquistare edifici e gestire una università. Chiediamo un parere legale su un argomento così importante». Nessuna reazione tra i banchi della maggioranza. Nemmeno quando il tema ritorna per la seconda volta. L’occasione è l’approvazione delle linee di indirizzo alle municipalizzate per il 2017. Quattro gli obiettivi che vengono dati per il nuovo anno. Risultato economico di esercizio al 31 dicembre positivo o almeno in pareggio; contenimento dei costi di funzionamento; rispetto delle disposizione di legge in materia di anticorruzione e trasparenza; mantenimento e miglioramento degli standard qualitativi nell’erogazione dei servizi rispetto all’anno precedente. «Ma nessuno dà come indirizzo all’Aspo di acquistare il palazzo per l’università – sottolinea Piccinnu –. State lasciando da solo il presidente, perché materialmente è stato lui a comprarlo. E che glielo abbia detto il sindaco poco importa perché l’azionista unico della municipalizzata è l’amministrazione tutta. Avremmo voluto votare a favore delle linee guida, ma non possiamo farlo perché manca l’indirizzo più importante. Quello sull’università». La replica asciutta, di estrema sintesi all’osservazione di Piccinnu, arriva da Giampiero Mura, nel suo pluriruolo di presidente del Consiglio, capogruppo di maggioranza, sindaco e vicesindaco. È sua l’unica voce della maggioranza che si sente nell’aula di Poltu Quadu quando non c’è Nizzi. «Con questa delibera stiamo approvando le linee di indirizzo per tutte le municipalizzate». Argomento chiuso. Il tema tanto caro agli olbiesi finisce in archivio. L’asta. L’edificio in cui hanno sfilato per anni alcuni marchi della grande distribuzione, Standa, Oviesse, Coin Upim, apparteneva alla famiglia Giordo di Tempio. L’immobile è finito all’asta. Ed è proprio lì che il presidente dell’Aspo, Massimo Putsu, l’ha comprato per un milione di euro. L’idea dell’amministrazione Nizzi è far traslocare lì l’università oggi ospitata al primo piano dell’aeroporto Costa Smeralda. Ovviamente l’edificio dovrà essere ristrutturato. Cambio di luogo. Ma l’idea dell’università al centro non è una novità. L’amministrazione di Gianni Giovannelli per tutto il suo mandato aveva lavorato al trasloco. E aveva individuato nella caserma della finanza, ottenuta per 50 anni dal Demanio a costo zero, l’edificio in cui ospitarla. Un’operazione con tre obiettivi. Recuperare un palazzo storico e abbandonato in un punto strategico di Corso Umberto. Rivitalizzare il centro storico. Creare una cittadella universitaria insieme all’Expo. Progetto demolito dalla giunta Nizzi.
 
 
 

redazioneweb@unica.it


Link: rassegna stampa MIUR

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie