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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 December 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 19 dicembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Disagi soprattutto per il Sulcis, il Basso Campidano e la costa orientale fino alla Baronia
Ciclone in arrivo, allerta meteo
Scuole chiuse in mezza Sardegna
Lo hanno ribattezzato il “Ciclone di Natale”. Temporali e nubifragi da codice rosso col concreto rischio di allagamenti o alluvioni. Il maltempo iniziato durante la notte è destinato oggi ad abbattersi con estrema violenza sulla parte meridionale della Sardegna, tanto che la Protezione civile ha emanato ieri sera con urgenza l'allerta meteo: quello rosso, il più elevato e pericoloso, previsto dalle prime ore del mattino di oggi sino alla mezzanotte. A far paura sarà anche il vento, con raffiche oltre i cento chilometri orari.
 I RISCHI «Eravamo già in codice arancione per la notte», spiega Mario Graziano Nudda, il direttore generale della Protezione civile regionale, «ma ci hanno segnalato un'intensità maggiore con piogge sino a 200 millimetri. La centrale operativa è sempre attiva, ma ora è stato messo in allerta l'intero sistema di protezione civile isolana». Oltre all'informativa ai sindaci, sono stati messi in stato di massima allerta anche gli uomini della Forestale, i volontari delle associazioni di soccorso, militari e prefetture. «Diversi centri hanno i propri piani di sicurezza», aggiunge Nudda: «Anche in caso di grave emergenza, se ciascuno fa il proprio dovere, i rischi sono molto ridotti».
 SCUOLE CHIUSE Le zone più a rischio sono l'Ogliastra, il Sarrabus, il Campidano e il Sulcis-Iglesiente (ma si teme pure per la Gallura). Molti sindaci hanno fatto scattare subito le ordinanze per chiudere le scuole di ogni ordine e grado, fino all'Università di Cagliari. Tutto bloccato nei 17 Comuni della Città Metropolitana (Cagliari, dove chiudono anche cimiteri e parchi, Assemini, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartu, Quartucciu, Selargius, Sestu, Decimomannu, Maracalagonis, Pula, Sarroch, Settimo San Pietro, Sinnai, Villa San Pietro e Uta), oltre ai centri del Sulcis e dell'Ogliastra, e poi su fino a Dorgali.
 L'ESPERTO «Un intenso ciclone extratropicale attraverserà la Sardegna», conferma Alessandro Delitala, meteorologo del dipartimento Imc dell'Arpas, che ha elaborato il bollettino su cui poi la protezione civile ha fatto scattare l'allerta. La situazione è quella di «un fronte occluso», ovvero quando l'aria calda raggiunge l'aria fredda: «Sono previste precipitazioni intense, anche temporalesche, con cumulati di pioggia molto elevati».
 VENTO FORTE Il ciclone di Natale - come lo chiamano gli esperti del portale ilmeteo.it - porterà con sé venti di scirocco che col passare delle ore potrebbero raggiungere i 100-110 chilometri orari. Il Mar Tirreno passerà da agitato a grosso, poi anche molto grosso entro domani. Molti meteorologi invitano la popolazione delle zone interessate a non sottovalutare l'ondata di maltempo, che rende concreto il rischio di «alluvioni lampo».
 Francesco Pinna
 
 
Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
L'iniziativa del “Centro endometriosi” del Policlinico
Contro i dolori cronici un diario per le donne
Un diario che consentirà alle donne che soffrono di dolori cronici di tenere aggiornato il proprio quadro clinico in modo tale da consentire ai medici di intervenire in tempi rapidi aiutandoli a formulare una diagnosi precoce. Lo ha realizzato il Centro endometriosi della clinica Ginecologia e ostetricia dell'azienda ospedaliero universitaria. «La nostra azienda - dice Gian Benedetto Melis, direttore della clinica - si conferma tra i migliori e più importanti centri di riferimento a livello nazionale per la qualità delle pubblicazioni scientifiche e l'alta specializzazione nelle cure di questa malattia».
Il diario, spiega Stefano Angioni, responsabile del Centro Endometriosi, verrà distribuito in tutta Italia ai medici di famiglia con il contributo non condizionato di una ditta farmaceutica. «L'endometriosi - dice Angioni - è una patologia frequente che colpisce le donne durante la vita riproduttiva. La manifestazione della malattia varia da piccole lesioni a cisti ovariche, fibrosi e aderenze di gravità tale da sovvertire l'apparato riproduttivo della donna. L'insorgenza è spesso precoce perfino in età adolescenziale. La malattia è causa frequente di una sintomatologia dolorosa, spesso invalidante, che comprende: dolore durante la mestruazione, dolore durante i rapporti, dolore pelvico cronico e, nel 30-40% dei casi, è associata a infertilità».
Il diario mensile potrà diventare un valido ausilio per il medico di famiglia nel valutare il tipo dei sintomi che possono suggerire la diagnosi di endometriosi ed anche la loro intensità e frequenza e, conseguentemente, indirizzare la donna ad uno specialista o ad un centro di riferimento. Oltre ad un aiuto per una diagnosi più precoce il diario potrà diventare un utile strumento nel valutare l'efficacia delle terapie mediche proposte.
 
 
Provincia Ogliastra (Pagina 25 - Edizione CA)
PERDASDEFOGU. Presentato l'esito degli studi sulla antica comunità: «Più alti della media»
Gli scheletri dei nuragici di Tueri sono tornati a casa
Alcuni abitanti vissuti nell'altipiano di Perdasdefogu quattro mila anni fa registravano altezze superiori alla media, che era di un metro e sessantaquattro per gli uomini, uno e cinquantatre per le donne. Raccontano questo e molto altro i resti di 54 componenti della comunità nuragica di Tueri rinvenuti all'interno di una grotta, scelta come luogo di sepoltura collettiva e situata a poca distanza dal nuraghe de S'Orcu.
L'esito degli studi condotti dagli esperti dell'Università di Cagliari sui resti di Tueri è stato illustrato da Luca Lai, Michele Castoldi e Patrizia Martella nel corso della conferenza che ha preceduto l'inaugurazione delle teche del Museo naturalistico che ospitano in modo permanente alcuni reperti umani rinvenuti nella grotta. La durata media di vita è stata calcolata intorno ai quarant'anni. Scoperta nei primi anni sessanta da alcuni cittadini di Perdasdefogu, la sepoltura nuragica di Tueri era stata oggetto di studio da parte del professor Carlo Maxia, del dipartimento di antropologia dell'Università di Cagliari. «Il sito nuragico - spiega Giovanni Zanda presidente del gruppo grotte Ogliastra - è stato tenuto sotto stretta vigilanza in modo da scongiurarne la devastazione dopo i primi tentativi di intrusione».
Le operazioni di recupero dei resti nuragici sono riprese in modo intensivo tra il 2012 e il 2014 a cura della Sovrintendenza di Nuoro che ha classificato la grotta di Tueri come “sito di interesse naturale molto rilevante” e, in quanto tale, da proteggere. «Ulteriori ricerche - hanno sottolineato i relatori - possono portare alla luce molti altri aspetti sulla vita di quella comunità nuragica, dall'alimentazione alle malattie più diffuse, dal clima alle relazioni con l'ambiente circostante». Il sindaco Mariano Carta guarda al futuro: «Per questi nostri antenati - spiega - si tratta di un “ritorno a casa”, speriamo permanente. Puntiamo molto sul sistema tra il museo, il centro di educazione ambientale e il parco naturale di Bruncu Santoru».
Nino Melis
 
 
Cronaca di Sassari (Pagina 27 - Edizione CA)
Sassari
L'Ateneo e la Cina
Patto di ferro tra l'Università di Sassari e quella cinese di Tianjin. Il rettore dell'ateneo, Massimo Carpinelli, ha siglato un accordo di collaborazione con il polo didattico orientale finalizzato a sviluppare programmi comuni in tema di didattica e ricerca, mobilità di studenti, docenti e staff, condivisione di conoscenze. L'accordo durerà cinque anni. Tianjin è una metropoli portuale nella parte settentrionale della Cina. L'Università, con oltre 30mila iscritti, ha forte vocazione tecnico scientifica, con corsi di Architettura, Ingegneria, Chimica e Informatica, ma non mancano le discipline giuridiche e umanistiche. (c. fi.)
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 19 dicembre 2016 / Pagina 19 - Cultura e spettacoli
“La Rasgioni”, dall’Università di Sassari a quella di Loughborough in Inghilterra
UNA RICETTA TUTTA SARDA CONTRO IL DESERTO E LA SICCITÀ
Gestione delle risorse e del paesaggio basata su un’antica procedura comunitaria
di Marco Vitali
SASSARI La Sardegna fa scuola nel Regno Unito grazie al progetto Cadwago (Climate Change Adaptation and Water Governance), un programma di ricerca internazionale sulla governance delle risorse idriche in un contesto di adattamento al clima che cambia. Cadwago analizza e riflette sui processi ecologici, le prassi e le istituzioni, per facilitare l'apprendimento di approcci sistemici e adattativi per la gestione dell’acqua in Europa. Il progetto raggruppa dieci partner provenienti da Europa, Australia e Nord America ed è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, dalla Volkswagen e dallo Stiftung Riksbankens Jubileumsfond come parte dell’ «Europe and Global Challenges programme». Nei giorni scorsi “la rasgioni”, l’iniziativa che il 15 ottobre dello scorso anno è stata realizzata ad Arborea per iniziativa del progetto Cadwago, è stata riprodotta al Ramsey Rural Museum nell’ambito dell’evento «There’s something in the water», collegato al più ampio «The Reasons’ in the Bevills Leam Catchment» ideato da Mike Wilson, da Antonia Liguori e da Lyndsey Bakewell, curatori del «Dry Project» della Loughborough University. Ha partecipato anche Pier Paolo Roggero, responsabile del Nucleo di ricerca sulla desertificazione (NRD) dell’Università di Sassari, che appunto il 15 ottobre 2015, nell’ambito del meeting internazionale finale di Cadwago, aveva organizzato ad Arborea «La Rasgioni», un’ iniziativa pubblica curata da Sante Maurizi ispirata a un modello di composizione dei conflitti operante in Gallura fino a circa cinquanta anni fa. Studiata da Simone Sassu a partire da una preziosa registrazione audio effettuata dal padre Pietro nel 1963, «La Rasgioni» è interessante soprattutto per due motivi. Anzitutto ha un’articolazione di ruoli e di rituali che la rendono «teatrale», immediatamente coinvolgente. E poi il dibattimento è pubblico, il che garantisce l’opportunità di apprendimento per tutta la comunità e il ripristino delle relazioni preesistenti il conflitto. «Abbiamo sperimentato ad Arborea – spiega Maurizi – l’efficacia di adattare lo schema per far emergere i temi legati alla gestione sostenibile della risorsa-acqua mettendo di fronte le istituzioni, gli operatori economici, le associazioni ambientaliste e i cittadini. Gli amici dell’Università di Loughborough hanno colto le potenzialità della “Rasgioni” e l’hanno adattata con successo alle loro tematiche locali. Penso sia importante riuscire a formalizzare ed esportare modelli di indagine e studio. È un po’ come il bel film di Cabiddu in sala in questi giorni “La stoffa dei sogni”: c’è la Sardegna ma non c’è “la Sardegna”, quella che continuiamo a raccontarci perché incapaci di accettarne la morte. Storicizzare le società tradizionali consente di poterne liberamente cogliere gli aspetti ancora vitali». «Proprio i sistemi normativi agro-ambientali – spiega ancora Maurizi – sono avvertiti come fra i più vessatori delle regolamentazioni comunitarie, simbolo del fallimento di qualunque misura calata dall’alto. In particolare, la complessità di gestione della risorsa acqua rende palese la necessità di passare dal principio di competenza (le modalità burocratico-amministrative dettate dagli enti appunto “competenti”: per l’acqua in Sardegna ben otto) a quello di efficacia, con l’obiettivo di rafforzare lo spazio pubblico di discussione, la legittimità dei processi decisionali e la capacità di adattamento ai cambiamenti. È ciò che in inglese definisce la differenza fra government e governance: un percorso, quest’ultimo, di interazione fra le istituzioni formali, quelle della società civile e i singoli cittadini, per la definizione condivisa di comportamenti e strategie». Come in tutte le società di tradizione orale, anche in Sardegna hanno operato per secoli forme di gestione dei conflitti che, per evitare il ricorso alla violenza, articolavano procedure accurate per la risoluzione rapida e pacifica delle controversie. La “Rasgioni” studiata dai ricercatori sassaresi è una di queste forme. Ora il modello dalla Sardegna sbarca con successo nel Regno Unito, a conferma della validità di un metodo che parte sì da valori identitari, ma senza chiudersi al mondo.

 
 
 
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