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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 December 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 12 dicembre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Indagine estesa a Capo Sant'Elia, l'Isola di San Pietro, Capo Falcone e Bonifacio
Erosione, occhi puntati sulla Sella
Sotto esame lo sgretolamento delle alte falesie della Sardegna
ALLO STUDIO CI SONO GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SULLE COSTE ROCCIOSE DELL’ISOLA MA ANCHE DELLA CORSICA, DELLA PROVENZA, DELLA LIGURIA E DELLA TOSCANA.
Ci sono anche le falesie della Sella del Diavolo nel piano di ricerca ideato da un gruppo di studiosi del Dipartimento di scienze chimiche e geologiche dell'Ateneo. Il team, coordinato da Antonio Funedda, professore associato di Geologia strutturale, dovrà tentare di dare risposte al grave fenomeno erosivo che in Sardegna non interessa soltanto i litorali bassi e sabbiosi ma anche le scogliere alte come, appunto, le pareti calcaree di Capo Sant'Elia, della Conca all'isola di San Pietro, di Capo Falcone nel golfo dell'Asinara e Bonifacio.
L'OBIETTIVO Tema principale dell'indagine, anche se non certo unico, la correlazione tra i cambiamenti climatici e l'erosione costiera. La ricerca è ancora all'inizio. Ci vorranno tre anni per conoscere alcune delle verità scientifiche indagate dagli studiosi che hanno partecipato ala stesura del progetto comunitario Maregos sulla gestione dei rischi di erosione costiera presentato nelle scorse settimane alla conferenza internazionale sul clima di Marrakech.
I RAPPORTI «Lo studio - spiega Funedda - ha un respiro transfrontaliero. Nostri partner sono la Corsica, la Liguria, la Toscana e la Provenza. È stato finanziato nell'ambito del Programma Italia-Francia Marittimo e rappresenta un progetto strategico per approfondire la conoscenza del fenomeno e della dinamica dell'erosione costiera al fine di individuare le migliori soluzioni per un possibile intervento». Piani di tutela che non necessariamente dovranno culminare con azioni concrete. «Intanto dobbiamo avere una corretta conoscenza del fenomeno per poi poter pianificare altrettanto correttamente possibili interventi che saranno altri enti e altri professionisti a dover eventualmente mettere in atto. Quest'indagine ci dirà anche dove non bisogna per forza agire». La ricerca prevede studi sul moto ondoso e la topografia delle spiagge e delle coste alte, e l'utilizzo di tecniche avanzate di telerilevamento. In campo ci sono il Servizio regionale di tutela del suolo, l'Arpas col Servizio geologico.
LE CONSEGUENZE Secondo il team del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche il cambiamento climatico globale sta incidendo notevolmente sulle coste modificando i processi di erosione delle spiagge e delle coste alte. «Queste ultime si stanno evolvendo in maniera differente rispetto al passato per l'innalzamento del livello del mare e dell'altezza dei fronti d'onda, così come per il mutare dei processi chimico-fisici che stanno alterando le rocce». Insomma, una ricerca per pianificare un piano di interventi a breve e lungo termine.
L'EMERGENZA «Bisogna superare l'abitudine, molto italiana, di progettare nell'emergenza, perché spesso è proprio l'emergenza a dettare le regole e imporre gli interventi. Ci si fa insomma travolgere dagli avvenimenti», sostiene il docente. E così cresce il rischio di errore. Gli studiosi dovranno elaborare linee guida al rilevamento delle condizioni di instabilità delle coste rocciose che, partendo dall'analisi di siti pilota in Sardegna, Liguria, Toscana, Provenza e Corsica, possa trovare applicazione anche in altre aree del Mediterraneo.
GLI SCIENZIATI L'approccio interdisciplinare dell'indagine scientifica è rappresentato dalla geologia strutturale 3D per la caratterizzazione degli ammassi rocciosi (ricerca firmata da Antonio Funedda), dalla geomorfologia costiera e dalla mappatura sonar dei fondi marini (Paolo Orrù), dal telerilevamento con laser-scanner e multibanda da drone (Maria Teresa Melis), dalla idrogeologia, dalla geologia applicata per la modellistica di instabilità dei versanti e per i processi di interazione acqua-roccia eseguiti da Giorgio Ghiglieri e Stefania Da Pelo.
«Il risultato è un protocollo metodologico che consentirà di monitorare questi complessi processi di instabilità sia sopra sia sotto il mare e fornire conoscenze di base per la progettazione di interventi di mitigazione del rischio frana», conclude Antonio Funedda.
Andrea Piras
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 12 dicembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
TUTELA DEL SARDO
Sportelli linguistici con operatori certificati
«La politica linguistica ha bisogno di attività continuative e di valorizzazione delle competenze delle persone coinvolte in questo lavoro. Abbiamo cominciato rafforzando le azioni nelle scuole, perché i bambini sono il futuro e l'unica garanzia per continuare a parlare di tutela della nostra lingua». A dirlo è stata l'assessora regionale alla Cultura Claudia Firino, in occasione dell'incontro-dibattito organizzato al Comune di Oristano dalla Regione sulle attività degli sportelli linguistici regionali e di ente locale.
«Stiamo lavorando con le Università - ha proseguito Firino - per creare percorsi di aggiornamento e formazione degli operatori, con l'obiettivo di arrivare finalmente a una certificazione formale delle loro competenze. Sono convinta che la difesa della lingua sia affare di tutti, non c'è legge o finanziamento che sostituisca la coscienza della nostra identità».
L'esponente della Giunta ha evidenziato l'importanza di un confronto collettivo con le parti interessate. «Dal 2017 infatti - ha concluso la titolare della Cultura - potremo gestire autonomamente i progetti finanziati dalla legge 482 del 1999, e assieme al Consiglio regionale dobbiamo farci trovare pronti».
 
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 12 dicembre 2016 / Pagina 16 - Olbia
Commenti positivi per la decisione del Comune di trasferire l’ateneo al Corso
I COMMERCIANTI DICONO SÌ: «BEN VENGA L’UNIVERSITÀ»
Pasquale Ambrosio (Confcommercio): porta movimento ma servono parcheggi
di Tiziana Simula
OLBIA Già se ne parla nei bar del Corso, proprio lì, nel cuore della città che l’amministrazione comunale vuole rianimare con una iniezione di gioventù. L’Università trasloca dall’aeroporto Costa Smeralda in pieno centro, nei locali commerciali di Corso Umberto che per anni hanno ospitato l’Oviesse (e non solo). Operazione voluta dalla giunta guidata da Settimo Nizzi e già conclusa con l’acquisto dell’immobile da parte dell’Aspo che se l’è aggiudicato all’asta con un’offerta di 1milione e 100mila euro. Lo stabile, di proprietà della famiglia Giordo di Tempio, era sottoposto a vendita giudiziaria. La notizia fa discutere su vari fronti: nell’ambiente politico, in quello universitario e tra i commercianti del centro storico. Rivitalizzare il cuore della città attraverso il flusso degli studenti universitari e tutto ciò che ruota intorno a loro, è l’obiettivo del trasloco. Ossigeno per un centro storico in apnea. I commercianti. Tra una tazzina di caffè e un aperitivo, i clienti del “Cafè des artistes”, nella Galleria Marchioni, commentano il futuro arrivo dell’ Università in Corso Umberto. «Farà bene a tutto il centro», dice il titolare Nino Cossu, dal 1982 dirimpettaio del grande magazzino che ha visto alternarsi negli anni diversi marchi e società di abbigliamento, fino alla chiusura dei locali, nel 2013. Che la presenza degli universitari possa portare linfa vitale, ne è convinto, lui che ha vissuto l’era in cui i centri commerciali non esistevano e gli olbiesi andavano alla Standa di Corso Umberto a fare la spesa. «Il centro commerciale di Olbia era il Corso», ricorda Nino Cossu. Poi, le passeggiate sono andate sempre più diradandosi, molti negozi hanno dovuto chiudere i battenti per la crisi. E il centro ha cominciato a spopolarsi. «Non credo ci siano dubbi sul fatto che la presenza degli studenti possa essere positivo – aggiunge il titolare del Cafè des artistes – E questo, a prescindere dalla ricaduta economica sulle nostre attività commerciali. Ci sarà un movimento di persone che oggi non c’è. E questo non potrà che rivitalizzare il centro storico. Ora aspettiamo che il progetto si concretizzi». Le reazioni. Il trasloco del corso di Economia del turismo è visto con favore dai commercianti al di là della decisione politica che invece agita maggioranza e opposizione. L’operazione di Nizzi lascia perplessa la minoranza perché cancella il progetto della cittadella universitaria a cui lavorava la giunta Giovannelli. Che il trasferimento in centro lo aveva previsto, ma in un altro immobile: nell’ex caserma chiusa e abbandonata della guardia di finanza, a duecento metri circa dalla palazzina acquistata dall’Aspo. La Confcommercio. «Tutto ciò che si propone di rivitalizzare il centro storico, per noi è un’operazione giusta – commenta il presidente di Confcommercio, Pasquale Ambrosio – La presenza dell’Università è un’opportunità importante. Fermo restando, però, che si creino tutte le condizioni e i presupposti affinché gli studenti possano avere anche in centro tutti i servizi di supporto di cui necessitano e che ora hanno in aeroporto, parlo della mensa e soprattutto dei parcheggi. Non conosco il progetto e quindi non so se è già stata individuata una soluzione – aggiunge–, ma quello della carenza dei parcheggi è un problema che abbiamo anche ora, soprattutto dopo la chiusura dell’area vicino alla stazione ferroviaria. Ci piace l’Università al Corso perché crea una presenza stabile a differenza di chi compra e se ne va».
 
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 12 dicembre 2016 / Pagina 16 - Olbia
IL CORSO DI ECONOMIA DEL TURISMO
Gli studenti: «Ma noi stiamo bene al Costa Smeralda»
OLBIA Se ne parlava da tempo del trasferimento in centro del corso di Economia del turismo. Ora, con l’acquisto all’asta dell’edificio che era di proprietà della famiglia Giordo, il trasloco è certo. Il tempo di adeguare il grande magazzino alle esigenze didattiche e l’Università del turismo ospitata dal 2003 al secondo piano del terminal “Costa Smeralda”, chiuderà i battenti per spostarsi in Corso Umberto. La notizia è arrivata inaspettata tra gli studenti universitari, gli unici e veri protagonisti dell’operazione. Che, però, non si sbilanciano. Prima di commentare, dicono, vorrebbero conoscere il progetto e il futuro che li attende. «Se sarà meglio o se sarà peggio stare in centro non possiamo saperlo, quello che possiamo invece dire è come stiamo oggi. E oggi stiamo bene», è in sostanza il commento di un gruppo di studenti. Gli studenti. «Non abbiamo nessuna notizia ufficiale, quello che sappiamo è ciò che abbiamo letto sul giornale – dicono – I servizi offerti in aeroporto vanno bene, non ci sono mai stati problemi. Non sapendo come sarà impostata l’Università in centro, è difficile commentare la decisione. Bisognerebbe sapere come saranno le aule, come sarà il servizio mensa, se ci saranno i parcheggi. Tutti servizi che oggi in aeroporto abbiamo». Associazione Aleo. Al Costa Smeralda, da dieci anni, oltre al corso di Economia del turismo, c’è anche la sede di Aleo, l’Associazione laureati economia Olbia, un tramite tra i neo laureati e il mondo del lavoro. «Come associazione che raggruppa chi si è laureato nel polo universitario ospitato all’aeroporto, possiamo solo raccontare la nostra esperienza – dice la presidente Barbara Sanna – E ciò che possiamo dire è che ci siamo sempre trovati bene. Ma se l’amministrazione ha preso questa decisione, crediamo possa essere la migliore». Sono circa 400 a oggi, i laureati al corso di Economia del turismo di Olbia. (t.s.)
 
 
 

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