Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 December 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

 
LA NUOVA SARDEGNA
1 – LA NUOVA SARDEGNA
Cagliari – pagina 6
La spesa in orario d’ufficio: condannati 22 impiegati
Pene da quattro mesi a un anno per i dipendenti dell’Ersu colpevoli di truffa
Nel 2009 uffici deserti. Anzichè lavorare andavano al supermarket o a messa
di Mauro Lissia
 
CAGLIARI Guai fare la spesa in orario d’ufficio, guai andare a messa quando la scrivania è ingombra di pratiche da sbrigare, attenzione ad assentarsi dal lavoro senza una ragione compatibile. Ne sanno qualcosa ventidue dipendenti dell’Ersu, l’ente regionale per lo studio universitario, che il giudice Alessandra Angioni ha condannato a pene che vanno da quattro mesi a un anno di reclusione con la condizionale, oltre che al risarcimento dei danni arrecati all’organismo pubblico. Il tribunale ha sostanzialmente accolto le richieste del pm Guido Pani e quella della parte civile, patrocinata dall’avvocato Luca De Angelis. Tutti gli imputati sono stati giudicati colpevoli, con diversi livelli di responsabilità, di truffa ai danni della pubblica amministrazione. Alessandro Puddu è stato condannato a un anno di reclusione e 300 euro di multa, nove mesi sono stati inflitti a Rosanna Arceri, Lorenza Bertolini, Giada Casti, Maria Teresa Concas, Carla Farris, Maria Rita Farris, Franco Figus, Antonello Giuliano Frau, Egidio Loche, Roberto Masala, Olivio Melis, Pietro Orrù, Augusto Ortu, Anna Patteri, Ivana Perra, Lorena Pilloni, Rosella Pinna, Francesco Puddu, Danilo Sarigu e Salvatore Zurru. Infine quattro mesi è la pena decisa dal giudice Angioni per Maria Pia Gerina, che potrà cavarsela versando una multa di 30 mila euro. La vicenda risale al 2009, quando ai carabinieri arrivò una sequenza di segnalazioni: gli uffici dell’Ersu, in pieno orario di lavoro, erano spesso deserti. Il pm Pani dispose accertamenti e ai militari non ci volle molto, tra controlli e appostamenti, per stabilire che una parte degli impiegati si assentava dall’ufficio per ragioni diverse ma sempre private. Qualcuno andava tranquillamente a fare la spesa, lasciando l’ufficio sguarnito anche per ore. Altri al bar e c’era anche chi utilizzava le pause clandestine per andare a messa. Nel rapporto elaborato dai carabinieri gli assenteisti erano 32, ma il pm Pani decise di chiedere l’archiviazione perché mancava la prova della truffa, che si configura se gli impiegati stanno fuori dall’ufficio ma risultano al lavoro. Il gip Giovanni Massidda però non accolse l’istanza della Procura e ordinò al pm Pani di formulare il capo d’imputazione. Il danno accertato per l’Ersu va dai 91 ai 516 euro, vale a dire la quota di stipendio incassata nelle ore trascorse fuori dall’ufficio. Ma sarà una causa civile, che l’Ersu intende avviare, a stabilire l’ammontare complessivo. «Una sentenza difficile da digerire - il commento dell’avvocato Giuseppe Andreozzi - visto che non c’è alcuna prova di truffa a carico degli imputati. Non si può condannare una persona perché esce un quarto d’ora a prendere il caffè».
 
LA NUOVA SARDEGNA
2 – LA NUOVA SARDEGNA
Cultura – pagina 43
Un torchio nuragico per il vino più antico
Domani a Monastir i risultati delle ricerche. «Nuove prove, i sardi furono i primi a vinificare nell’area del Mediterraneo»
di Paolo Curreli
 
SASSARI Dai ricercatori arriva un’altra prova: sono stati i nuragici i più antichi vinificatori del Mediterraneo. «Rispetto alle precedenti scoperte questa è la conferma che noi sardi avevamo una conoscenza approfondita delle tecniche della vinificazione già dall’Età del bronzo», spiega il botanico Gian Luigi Bacchetta direttore dell’Orto botanico di Cagliari, parlando dei risultati delle analisi sui residui organici rinvenuti nel torchio nuragico ritrovato dall’archeologo Giovanni Ugas nel 1993 a Monastir – presso il Monte Zara – e che per primo ne ipotizzò l’utilizzo per la spremitura dell’uva.
Un manufatto che ci testimonia l’altissima competenza ingegneristica dell’antica civiltà sarda. Una pressa di pietra – la più antica fin’ora rinvenuta nell’area mediterranea – di circa 50 centimetri di diametro su cui Pier Luigi Caboni, con l’equipe archeobotanica del Centro conservazione biodiversità in collaborazione con i ricercatori di chimica degli alimenti del Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari, hanno ritrovato tracce che portano inequivocabilmente alla lavorazione dell’uva.
«Ancora una prova di quanto fosse evoluta la civiltà dei sardi – sottolinea Bacchetta –. La loro conoscenza di lavorazioni sofisticate era molto più antica di quella dei fenici e dei romani, civiltà a cui si era sempre fatta risalire l’introduzione della vinificazione nell’isola. Insomma non ci ha insegnato niente nessuno». Ancora più sorprendente il filo ininterrotto che arriva fino ai nostri giorni. «Certo – continua Bacchetta – i risultati delle analisi ci dicono che questi vitigni antichi erano molto vicini a tante qualità coltivate ancora oggi». Una scoperta che rende unica la tradizione del vino in Sardegna. «Un ritrovamento che da un valore aggiunto al vino sardo – aggiunge il botanico – , in un mondo dove la concorrenza è alta potersi fregiare del titolo di vinificatori millenari è una chance preziosa per le nostre produzioni. In questo senso la collaborazione tra gli studiosi e i territori è fondamentale, la ricerca può dare una mano al rilancio dei prodotti ed essere quella marcia in più per la crescita di tutta la Sardegna». Gian Luigi Bacchetta sarà il moderatore dell’incontro che si terrà domani a partire dalle 16 nell’aula consiliare del Comune di Monastir dal titolo “La vite e il vino in Sardegna: una storia millenaria. Saranno presentati i risultati delle scoperte effettuate dall’equipe archeobotanica del Centro conservazione biodiversità in collaborazione con i ricercatori di chimica degli alimenti del Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’università di cagliari. All’incontro interverranno anche l’archeologa Cinzia Loi, che presenterà le antiche metodologie di produzione del vino in Sardegna, a seguire Onofrio Graviano dell’agenzia Agris che parlerà della caratterizzazione enologica, chimica e sensoriale dei vitigni autoctoni della Sardegna. A conclusione Guy d’Hallewin, direttore del Ispa Cnr di Sassari, presenterà i recenti studi realizzati sulle proprietà nutraceutiche (tra nutrizione e farmaceutica) e della vite.
 

 
L’UNIONE SARDA
1 – L’UNIONE SARDA
TV e Radio (Pagina 63 - Edizione CA)
Videolina
Natale a “Monitor”
Crisi o ripresa?
 
“Lettera di Natale - crisi o ripresa?” è il titolo della nuova puntata di “Monitor”, in onda questa sera alle 21 su Videolina. In studio, con Nicola Scano, Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sardegna, e Vittorio Pelligra, economista dell'Università di Cagliari. C'è davvero il clima di fiducia rilevato dall' Istat?, quale sarebbero in Sardegna gli indicatori di un'economia in ripresa?, sono solo alcune delle domande che Scano rivolgerà ai suoi ospiti. Servizi da Sassari e Nuoro per completare l'approfondimento.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’UNIONE SARDA
Provincia di Cagliari (Pagina 34 - Edizione CA)
Più corsi di studio
«Serve l'indirizzo socio-sanitario»
SENORBÌ. Istituto Einaudi
 
In arrivo nuove opportunità per gli studenti. L'istituto d'istruzione superiore Luigi Einaudi ha presentato alla Regione la richiesta per attivare il corso di studi con indirizzo socio-sanitario. «Un indirizzo del tutto nuovo per il nostro territorio», sottolinea il preside Ignazio Marras. L'obiettivo è arricchire l'offerta formativa con un percorso d'istruzione da attivare a settembre. Discipline caratterizzanti: Scienze umane e sociali, Educazione musicale, Lingua inglese e seconda lingua, Igiene e cultura medico sanitaria, Psicologia sociale e applicata, Legislazione sociosanitaria, Tecnica amministrativa ed Economia sociale.
«La richiesta scaturisce dall'osservazione dell'andamento del mercato del lavoro. Si potrà lavorare in coop sociali, case per anziani e disabili, imprese socio-sanitarie, ludoteche e asili nido. All'Università si potranno scegliere tutti i corsi, ma nello specifico quelli di Scienze infermieristiche, Ostetrica, tecnico della riabilitazione, educatore sanitario», conclude Marras. (s. sir.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’UNIONE SARDA
Cultura (Pagina 52 - Edizione CA)
Agenda
VINO IN SARDEGNA
 
“La vite e il vino in Sardegna: una storia millenaria”: è il titolo dell'incontro che si terrà domani alle16 nell'aula consiliare del Comune di Monastir. Saranno presentati i risultati delle scoperte effettuate dall'equipe archeobotanica del Centro Conservazione Biodiversità (CCB) in collaborazione con i ricercatori di Chimica degli alimenti del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università di Cagliari. Le analisi hanno interessato i residui organici contenuti all'interno del torchio nuragico ritrovato a Monastir presso il Monte Zara dall'archeologo Giovanni Ugas nel 1993.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’UNIONE SARDA
Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
Convegno
Chi era Eleonora d'Arborea? Analisi di una donna speciale
Due giorni di dibattito a Oristano su “Elianora de Arbaree. Sa Iuighissa”
 
Domani alle ore 9 nella cattedrale di Oristano si apre il convegno di due giorni su “Elianora de Arbaree. Sa Iuighissa”. Pubblichiamo uno stralcio della introduzione ai lavori di Giampaolo Mele, dell'Università di Sassari, direttore scientifico Istar.
“ A creximentu”. E poi: “exaltamentu”. Eleonora d'Arborea vola subito alto. Nella Carta de Logu esordisce con questi due nobili termini etici e politici: accrescimento e innalzamento del regno. La figlia del grande Mariano IV vola alto, ma non è una sciocca megalomane: sa fare i conti con la cruda realtà. Nel mondo esistono “sos reos et malvados”; per questo motivo “sos bonos et puros” devono essere tutelati. Lo scopo delle leggi? Il bene della “Republicha sardischa”. In una trasmissione radiofonica del 1949 Giuseppe Dessì affermò che la Sardegna ha avuto due soli personaggi con «quel tanto di fantasia che occorre per essere dei grandi uomini»: Eleonora d'Arborea e Grazia Deledda. Sulla Giudicessa sono scorsi fiumi di inchiostro. Rientrata precipitosamente da Genova, dopo l'uccisione nel 1383 di suo fratello Ugone III, trucidato con la figlioletta Benedetta, e gettato semivivo durante una misteriosa sommossa locale, Eleonora (nell'unico manoscritto della Carta de Logu: “Elianora de Arbaree”) si trovò scaraventata in un turbine di eventi bellici. E assurse al ruolo di protagonista. La promulgatrice della Carta de Logu incarna nell'immaginario collettivo dei Sardi la identità storica dell'Isola. L'Istar (Istituto Storico Arborense di Oristano) ha radunato una ventina di studiosi dell'Università di Cagliari, Sassari, dell'Isem-Cnr e dell'Archivio della Corona d'Aragona di Barcellona per un ritratto a tutto tondo della Iuighissa. Le tematiche? Variegate. Si inquadreranno aspetti biografici, iconografici e il mito della Giudicessa nell'Ottocento e nelle Carte d'Arborea. Si lumeggerà la madre, moglie, domina e iuighissa nel dramma teatrale di Dessì. Si entrerà nel palazzo giudicale, e si analizzerà poi l'ideologia della sovranità (prima e dopo Brancaleone), per passare quindi alla diffusione del Codice arborense nel Cinquecento. Non potevano mancare i castelli della Giudicessa e uno sguardo sulla sua mensa e quella della gente comune, nonché sui canti e le liturgie che si celebravano durante l'assedio di Oristano del 1368. Verranno illuminati problemi linguistici della Carta de Logu, e si rievocherà lo sfondo della “Grande Arborea”. E infine si illustrerà Eleonora nella poesia popolare. Il tutto intercalato da interventi mirati di Su Cuncordu 'e su Rosariu di Santu Lussurgiu, di Clara Murtas e del Coro di Neoneli.
Eleonora è stata vittima di mille deformazioni. Il rischio di sempre? Analizzare una complessa civiltà con schemi strumentali o con troppa fantasia (legittima nell'arte, non nel discorso storico). L'Istar propugna, in primis, un rigoroso studio scientifico delle fonti, premessa ineludibile per ogni approccio serio al mondo di Eleonora, con luci e ombre. Non guasta guardare al passato anche con ironia, e umorismo. Ma nel caso arborense - nell'ultimo scorcio del Trecento - vibrarono le corde di una tragedia che investì in pieno l'intera naciò sardescha, identificatasi con Oristano e gli Arborea. Il tutto si consumò nell'Autunno del Medioevo, squassato dallo Scisma d'Occidente (che generò due papi), e dalla peste, che falciò la stirpe dei Bas-Serra, impegnata in una sanguinosa guerra di indipendenza anti-aragonese, con tutti i Sardi.
Sa Iuighissa? Col padre Mariano IV, fu protagonista tragica in una storia tanto emblematica quanto enigmatica. E con una tensione etica straordinaria: affermare, senza complessi, un ruolo attivo e indipendente dell'Isola nel Mediterraneo. Per l'“acreximentu” e l'“exaltamentu” della “Republicha sardischa”.
Giampaolo Mele
 

Questionnaire and social

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