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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 November 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 5 novembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Comuni in ritardo: quasi cento non hanno il Piano di assetto idrogeologico
Serve un miliardo e mezzo per mettere l'Isola in sicurezza
Quando le slide hanno mostrato sullo schermo come era Capoterra nel 1968, poi dieci più tardi, quindi, nel 1998, si è capito perché il nubifragio del 2008 risultò tanto tragico (quattro morti) quanto devastante. E lo stesso vale per Olbia, la cui crescita urbanistica selvaggia è andata avanti con canali tombati e costruzioni lungo gli argini dei corsi d'acqua, che di morti ne ha contato nove. Si è parlato di opere infrastrutturali per la riduzione dei rischi idrogeologici nelle aree maggiormente compromesse, tra gli altri argomenti, ieri mattina nell'Aula magna della facoltà di Ingegneria e Architettura di Cagliari, nel seminario “L'alluvione, le alluvioni. Memoria e azione”.
FIRENZE L'occasione per dibattere di temi che anche la Sardegna ha, purtroppo, avuto modo di conoscere, era rappresentata dalla ricorrenza del cinquantenario dell'alluvione di Firenze, la cui drammaticità è stata la spinta per un primo studio serio delle soluzioni che non possono non partire, comunque, dalla prevenzione. A fare gli onori di casa, oltre al rettore Maria Del Zompo, è stato Roberto Deidda, professore di Costruzioni idrauliche, marittime e idrologia dell'ateneo cagliaritano, che ha organizzato l'evento con il Consorzio interuniversitario per l'Idrologia e il Gruppo italiano di Idraulica.
I FENOMENI «Le risposte ai fenomeni alluvionali - ha detto il docente - possono essere di tipo strutturale e non strutturale. Noi siamo dei consulenti e mettiamo a disposizione le nostre competenze tecniche, il resto però spetta alla pubblica amministrazione». Che spesso, a quanto pare, non è altrettanto sollecita nelle risposte. Giusto per capire, dei 377 Comuni sardi poco meno di un centinaio, circa un quarto, non si è ancora dotato del Piano di assetto idrogeologico e, di conseguenza, del Piano di Protezione civile. La storia, insomma, sembra non aver insegnato granché. Tuttavia, bisogna anche ammettere che di passi in avanti ne son stati fatti e che la ricerca procede celermente.
STUDIO SULLE PIOGGE Per intendersi, il primo studio delle piogge in Italia risale al 1931 e per un altro approccio scientifico importante si è dovuto attendere quattro decenni. Oggi, attraverso le disposizioni comunitarie, Stato e Regioni si stanno dotando degli strumenti necessari per stabilire in anticipo, e con una certa precisione, quantità e qualità delle precipitazioni temporalesche nell'intero territorio. In Sardegna siamo un po' in ritardo.
PLUVIOMETRI «Attualmente abbiamo appena 92 pluviometri, gli strumenti che misurano l'intensità della pioggia - spiega Paolo Botti, direttore del Servizio previsione rischi e dei sistemi informati, infrastrutture e reti della Protezione civile - ma arriveremo a 300 entro il 2017 per avere una rete di monitoraggio in tutta l'Isola. È fondamentale per una previsione precisa e una valutazione dei rischi». Dal primo gennaio di quest'anno è operativo il Centro funzionale decentrato, ovvero l'emanazione regionale del Centro nazionale a cui è collegato, e fornisce “indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico e idraulico”.
VARIABILI A preoccupare, sono diverse variabili. «Le responsabilità dei disastri dipendono molto dall'opera dell'uomo - ha detto Alberto Piras, direttore del servizio opere idriche e idrogeologiche dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici - certo, credo che abbiano influito anche i cambiamenti climatici e l'incremento delle piogge. Ma noi non siamo in grado di sapere cosa è accaduto prima del 1920, non esiste una storia, una casistica precedente. Oggi noi pianifichiamo, studiamo le esigenze e cerchiamo di proporre soluzioni».
SOLUZIONI DI SPESA Già, le soluzioni. A leggere i numeri c'è da impressionarsi. Il Piano di gestione dei rischi da alluvione per la Sardegna comporterà la spesa di un miliardo e 687 milioni di euro per realizzare le opere infrastrutturali necessarie. Lavori che si protrarranno per molti anni perché per anni è stato fatto poco o nulla. Anzi, c'è stata quasi una gara per compromettere ulteriormente un territorio piuttosto provato.
«La Regione - ha ricordato Piras - ha speso oltre 700 milioni di euro nell'ultimo decennio. Nelle aree più critiche come Olbia, Capoterra, Villagrande, per citarne alcune, siamo riusciti ad avviare le opere con accordi di programma firmati con il ministero dell'Ambiente. Faremo tutti gli interventi, come a Pirri, che è diventato un problema di primaria importanza e che risolveremo con i 30 milioni di fondi disponibili da subiti».
Vito Fiori
 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 5 novembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Legacoop, 130 anni per il lavoro e lo sviluppo
i Il lavoro, l'economia e la crescita sono gli argomenti al centro della seconda giornata dei festeggiamenti per il 130° anniversario di fondazione di Legacoop Sardegna, ieri a Cagliari. «Un mondo attivo nonostante le numerose difficoltà», ha sottolineato il presidente Claudio Atzori. Nel corso di un dibattito che ha acceso i riflettori sulla coop come ascensore sociale e sui suoi legami con i partiti e i sindacati, il presidente nazionale Mauro Lusetti ha ricordato che nel mondo «più di un miliardo di persone fa parte di una cooperativa».
Alla tavola rotonda hanno partecipato l'ex sindaco di Cagliari Emilio Floris, il presidente della Fondazione Sardegna Antonello Cabras, il presidente di Fidicoop Riccardo Barbieri e il rettore dell'Università di Cagliari Maria del Zompo. «Lo spirito cooperativo è lo stesso con cui sono nati gli atenei», ha affermato quest'ultima: «L'idea di mettere al centro la persona, aiutandola a sviluppare il suo senso critico e a diventare un cittadino consapevole. Siamo impegnati sugli stessi temi, continuiamo a lavorare insieme».
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA


3 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 5 novembre 2016 / Pagina 20 - Sassari
Positiva l’esperienza al Parlamento europeo degli universitari di Sassari e Nuoro
STUDENTI IN VISITA A STRASBURGO
SASSARI Nei giorni scorsi una delegazione di studenti e studentesse del dipartimento di Giurisprudenza dell’università di Sassari e del polo universitario di Nuoro hanno visitato le Istituzioni europee di Strasburgo, accompagnati dal commissario del consorzio universitario nuorese Fabrizio Mureddu, da Gabriella Ferranti e Maria Cristina Carta (cattedra di Diritto dell’Unione europea e di Tutela internazionale dei Diritti umani), oltre che dal Carlo Pala (docente di Scienza dell’Amministrazione). Gli studenti con questo viaggio d’istruzione, reso possibile dal contributo dell’Ersu, hanno completato un percorso formativo che ha avuto inizio con la partecipazione al corso politologico di Scienza dell’Amministrazione e al Laboratorio giuridico in materia di Tutela europea dei diritti umani fondamentali e si è concluso con una Summer School sul tema “The future of Human Rights in Europe”. Durante il viaggio, gli studenti hanno visitato il Consiglio d’Europa - in cui sono stati ricevuti dal funzionario Giorgio Loddo (laureatosi nel Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari) - la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e il Parlamento Europeo. In occasione della visita al Parlamento europeo, i partecipanti si sono confrontati con gli europarlamentari sardi Salvatore Cicu, Giulia Moi e Renato Soru, che si sono mostrati disponibili nel rispondere alle loro domande relative ad alcuni aspetti fondamentali del processo d’integrazione europea ed alle attuali problematiche connesse all’evento Brexit e all’emergenza migranti. Le studentesse e gli studenti che hanno partecipato al viaggio d’istruzione a Strasburgo sono Elena Cambone, Chiara Carta, Erica Carta, Alessandro Casu, Francesca Chessa, Maria Domenica Cossu, Gianfranca Deiana, Giovanna Dettori, Paola Fancello, Rosa Ghisu, Silvia Loddo, Gianfranco Lotto, Giulia Marogna, Monica Marogna, Vannina Marrosu, Alessia Monne, Alice Murgia, Maria Murgia, Laura Palmas, Alessio Poggi, Valeria Raciti, Claudio Saba, Antonio Staffa e Arianna Taccori. Secondo il direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Gian Paolo Demuro, l’iniziativa potrà essere proposta ogni anno per contribuire ad una «formazione più consapevole del concetto di cittadinanza europea che gli studenti di Giurisprudenza devono conoscere e diffondere».
 
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 5 novembre 2016 / Pagina 35 - Cultura e spettacoli
La stagione del “Crogiuolo”
Il teatro per raccontare come cambiano le città
di Roberta Sanna
CAGLIARI Con 10 appuntamenti fra spettacoli in prima assoluta e nuove produzioni, accompagnati da laboratori, convegni, visite guidate, riparte dal 25 novembre al 20 dicembre la stagione teatrale autunnale del Crogiuolo alla Fucina Teatro nella Vetreria di Pirri. Il titolo Cagliari/mutazione “Lavoro e ambiente, come cambia volto una città”, racchiude il senso di un progetto dedicato alla città attraverso i suoi luoghi e la sua storia, da Tuvixeddu a Molentargius, passando per il porto e la Manifattura Tabacchi, sotto lo sguardo di autori, registi e attori - non solo locali, ma con apporti importanti dall’esterno, come Maria Paiato e Arianna Scommegna – cui è stato chiesto di lavorare appositamente sul tema. Come ha spiegato nella presentazione Rita Atzeri, direttrice artistica, nel solco della vocazione all’impegno civile della storica associazione e sotto la guida del fondatore Mario Faticoni, si è voluto raccontare il cambiamento urbano negli aspetti legati al lavoro e all’ambiente, anche con la collaborazione di Cgil, Legambiente, Parco di Molentargius, Italia Nostra, Tedacà, Blanca Teatro e il patrocinio di Anpi e Università degli Studi di Cagliari. Si comincia con uno sguardo sulle periferie, che potrebbe essere quelle dei quartieri di Sant’Elia, Is Mirrionis ma anche di tante altre città, raccontate nella nuova produzione Il Crogiuolo “Corto circuito - Tracce di vita tra l’edilizia popolare”, con Rita Atzeri e la regia di Virginia Martini che il 25 novembre aprirà la stagione, per proseguire a dicembre con un’analisi dei mutamenti urbanistici dal dopoguerra agli anni ’60 e ’70, con “Visuali - Cagliari nell’urbanistica della nonna e di signora Panfilia”, spettacolo di Rita Atzeri da un racconto inedito dello scrittore Giorgio Todde. Una nuova produzione di EsplorAzioni, “Il Bestiario-La città bosco contemporaneo”, tratterà del rapporto uomo/ambiente partendo dagli scritti di Dino Buzzati, mentre “La terra degli uomini-toro”, di Marco Taddei è una sorta di favola costruita sulle storie di portuali sardi e genovesi interpretata da Arianna Scommegna. Un’altra interprete d’eccezione, Maria Paiato, sarà protagonista di “Memorie dal sottosuolo”, tratto dal testo di Giorgio Todde dedicato alla necropoli di Tuvixeddu, in cui una giovane madre e la sua bambina vengono risvegliate dagli scavi. L’autore, attore e regista Piero Marcialis racconta, in italiano e in “casteddaiu”, la rivolta popolare contro il carovita in “S’avolotu - Le operaie della Manifattura Tabacchi nello sciopero del 1906” intrecciando i fatti con canzoni dell’epoca, con l’interpretazione di Clara Murtas e Rita Atzeri. La stagione si chiude con “Io lavoro! - Storie di Saline o della dignità del lavoro” e una tavola rotonda a cura della Cgil.
 
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 5 novembre 2016 / Pagina 42 - Edizione naz.le
Un progetto per dotare gli stadi di un defibrillatore per i tifosi
FIRENZE «Il grande cuore della C», campagna di crowdfunding promossa da Lega Pro e Università di Parma in collaborazione con i partner Do It Yourself e Iredeem Spa, ha come obiettivo dotare tutti i 60 stadi della Lega Pro di un defibrillatore per il pubblico, in aggiunta a quello già previsto per le squadre in campo, per la sicurezza degli spettatori durante gli eventi calcistici: per poter vivere lo sport in sicurezza. Il progetto è stato illustrato ieri all’università di Parma dal rettore Loris Borghie dal presidente della Lega Pro Gabriele Gravina. «I tifosi, per il nostro movimento - ha dichiarato Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro - sono un patrimonio insostituibile. Sono loro che alimentano la passione che tiene in piedi il calcio. Meritano rispetto e non possono essere esclusi dalla politiche della Lega. Per questo motivo il nostro progetto è rivolto proprio ai tifosi e al loro diritto di vivere con serenità la loro passione all’interno degli stadi». «Il tema dello sport in tutte le sue declinazioni è da sempre nel Dna dell’ateneo. Mi piace sottolineare che siamo tra le prime università in Italia ad assegnare crediti formativi a studenti che svolgono attività sportiva, e che non da oggi puntiamo sullo sport come strumento di formazione e di crescita«, ha commentato il rettore Loris Borghi, che ha aggiunto: «In questo progetto ci sono tanti valori positivi: a cominciare dall’attenzione al pubblico, che è parte integrante dell’evento sportivo. Permettere agli spettatori di vivere in sicurezza la propria passione per lo sport, grazie alla presenza di un defibrillatore che può salvare la vita, è molto importante».
 
 
 

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