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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 November 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 novembre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
ALLUVIONI, INGEGNERI A CONFRONTO
Oggi, dalle 9 alle 17.30, l'aula magna della facoltà di Ingegneria e architettura - via Marengo, 2 - ospita il seminario che ha per cornice “L'alluvione le alluvioni, memoria e azione”. I lavori, curati da Roberto Deidda, ordinario di Costruzioni idrauliche e idrologia, sono aperti dal rettore Maria Del Zompo.
 
 

 
2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 novembre 2016 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
DEIANA A LEZIONE DAGLI STUDENTI: «NOI VIAGGIAMO COSÌ»
LA TRATTATIVA La Regione pronta a studiare un piano per sconti e agevolazioni
Nel mondo ideale di Massimo Deiana viaggiare da un paese all'altro della Sardegna sarebbe un gioco da ragazzi. Una rete di collegamenti sviluppata su una dorsale ferroviaria con centri intermodali nelle città principali dell'Isola dai quali, a ogni ora, decine di navette partirebbero alla volta dell'hinterland. Un paradiso verso il quale il professore spera di traghettare i pendolari sardi.
Un vero sistema integrato che se avesse anche prezzi accessibili, metterebbe tutti d'accordo: assessore regionale ai trasporti da una parte e studenti dall'altra.
La realtà, però, è un'altra cosa.
IL CARO BIGLIETTI In seguito alla cosiddetta semplificazione del “Sistema del trasporto pubblico locale” di cui fanno parte Arst, 53 aziende private e Trenitalia, la Regione ha ridotto tariffe e fasce chilometriche spalmando le differenze e accorpando tratte che prima avevano prezzi diversi. In alcuni casi i biglietti hanno subito degli aumenti che hanno sollevato la protesta degli studenti. Loro ai rincari della Regione hanno risposto con la richiesta di trasporti gratuiti. «È un nostro diritto» sostengono i ragazzi di UniCa2.0, associazione universitaria, e di Eureka, rete degli studenti medi, che ieri hanno organizzato l'incontro con l'esponente della Giunta Pigliaru. Dal canto suo, Massimo Deiana ha aperto alla possibilità di agevolazioni per gli studenti che abbiano i requisiti di merito e reddito. «È una proposta sensata e argomentabile: possiamo prevedere una soluzione individuando risorse aggiuntive per circa 15 milioni di euro». Un punto a favore degli studenti che da settimane lottano per far sentire la propria voce e che ieri nell'aula teatro di via Nicolodi a Cagliari hanno spiegato al professore cosa significa muoversi in Sardegna senza avere un'auto, in tempi stretti e con pochi soldi.
Dalla platea sono arrivate anche molte proposte. Una tra le tante: «Il biglietto dura 90 minuti, ma a me per raggiungere la Cittadella di Monserrato ne bastano 20. Perché non studiare un metodo che consenta di salvare il tempo rimasto e utilizzarlo magari alla fine del mese, quando i soldi scarseggiano?». L'idea è buona, ma di difficile realizzazione.
MODELLO FUTURO Cinque slide proiettate sulla parete dell'aula color crema aiutano Deiana a illustrare il modello che intende realizzare. «Abbiamo cancellato quattro coppie di bus che viaggiavano da Cagliari a Sassari su una tratta già coperta dai treni. Il punto è potenziare i trasporti su ferro per le lunghe distanze e quelli su gomma per i piccoli centri. Mettere in rete. Per andare da Nuoro a Cagliari basterebbe un bus per Macomer e raggiungere così il treno che parte da Sassari».
Dibattito costruttivo e studenti pronti a chiedere spiegazioni punto su punto. «Secondo lei quanto dovrebbe impiegare uno studente, diciamo di Nuoro, per raggiungere l'Università di Cagliari, città nella quale non ha la fortuna di avere un alloggio?». Deiana ci pensa un istante. «La sua osservazione è giusta. Il mio esempio si riferisce a un mondo ideale». La realtà, per ora, è un'altra cosa. La trattativa continua.
Mariella Careddu
 
HANNO DETTO
VIOLA FRATTA, ABITA A CAPOTERRA E STUDIA AL SIOTTO
“Il trasporto pubblico deve essere a misura degli studenti e delle loro famiglie”
CARLO SANNA, 20 ANNI, CAGLIARITANO DI UNICA2.0
“Se la Giunta trovasse fondi da destinare agli studenti sarebbe già un successo”
LISA FERRELI, 20 ANNI, DI LANUSEI, STUDIA LETTERE
“Sosteniamo un trasporto sostenibile: i mezzi pubblici aiutano l’ambiente”

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Ventun anni, è figlio di un ex operaio Alcoa. Studia Giurisprudenza tra Cagliari e Sant'Antioco
Lorenzo e la famiglia lontana: «Costa troppo tornare a casa»
Non è per la fidanzatina in paese che torna a casa ogni fine settimana, ma per riabbracciare mamma e papà e «dare una mano con mio fratellino».
L'IDENTIKIT Lorenzo Massa, 21 anni di Sant'Antioco, ha un treno da prendere e il sogno di diventare magistrato. Studia Giurisprudenza e all'incontro con l'assessore Deiana si presenta con un trolley rosso pieno di panni da lavare. «La lavatrice ce l'ho anche qui, ma preferisco farli fare a mia madre».
Lorenzo ha dovuto imparare a far quadrare i conti fin da ragazzino, perché il padre è un ex Alcoa, uno dei molti travolti dalla crisi del Sulcis che ora di tanto in tanto protesta per quel lavoro perduto. Sarà anche per questo che Lorenzo sa dare un valore al denaro: quell'abbraccio in famiglia costa circa 20 euro e due ore di viaggio alla settimana.
 IL PERCORSO «Se potessi parlare all'assessore gli direi che io sono anche disposto a pagare tutti quei soldi, ma se fosse per un servizio decente». Spesso, però, il viaggio è lungo e scomodo. «Per tornare a casa devo prendere il treno Cagliari-Carbonia che ferma anche a Villamassargia. Arrivato a Carbonia c'è un pullman dell'Arst per Sant'Antioco che fa sosta a San Giovanni Suergiu e capolinea a Calasetta». Il costo è di poco meno di 10 euro a tratta, ma alla partenza ci sono sempre molte incognite.
La prima è legata ai posti a sedere. «Spesso dobbiamo viaggiare in piedi perché ci sono pochi vagoni». Non solo. «Le corse non sono moltissime e, quindi, se il treno per Carbonia è già partito devo prendere quello per Iglesias, scendere a Villamassargia e salire sull'altro treno che va a Carbonia dove passa il bus per casa».
IL REBUS Un vero rompicapo per Lorenzo, fresco di un trenta e lode in Storia moderna e ora impegnato negli studi di Diritto amministrativo che sosterrà nella sessione invernale. In mancanza di sconti potrebbe rinunciare al rientro settimanale. Ma di questo non vuole neppure sentir parlare. «A casa ho i miei amici e la mia famiglia. Da loro devo proprio tornare».
M. C.
 
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Bufera per i prezzi e il parco mezzi tra i più vecchi d'Europa
AUTOBUS CARI E LENTI, UN'ISOLA DIVISA IN DUE
Lenti, cari, vecchi. Soprattutto vecchi: l'età media del parco autobus dell'Arst - azienda che gestisce la fetta più importante del trasporto pubblico locale dell'Isola - supera gli undici anni.
A Parigi o Londra i pullman sardi sarebbero considerati adatti solo a una meritata pensione in qualche Paese del Terzo mondo: «Superati gli otto anni, in Europa i mezzi non vengono più considerati efficienti», chiarisce Carlo Poledrini, direttore generale dell'azienda controllata dalla Regione. Ma le prospettive di un rinnovo radicale sono quasi inesistenti, al momento. Degli 820 autobus dell'Arst, solo 65 verranno sostituiti nel giro di poco tempo, grazie a fondi statali. E gli altri? «Un mezzo nuovo costa circa 240mila euro, noi abbiamo già pronti i programmi per cambiarli e abbiamo rappresentato più di una volta questa esigenza. Ma la decisione spetta al socio unico, cioè la Regione».
PREZZI IN SALITA Gli acciacchi del parco autobus non hanno impedito all'assessorato ai Trasporti di aumentare le tariffe, lievitate - in qualche caso - fino al 30 per cento, in nome di una «armonizzazione» tra prezzi di bus, treni e metro, che avrebbe dovuto portare a un biglietto unico. Il progetto, a parte la zona del Cagliaritano e poche altre realtà, è ancora indietro: «Manca una vera rete che metta insieme l'Arst e tutte le aziende private. In molti casi per spostarsi da una località a un'altra dell'Isola si è ancora costretti a fare più di un tagliando. Il biglietto unico funziona a macchia di leopardo», dice Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil.
NON È UN'ISOLA PER TURISTI Tutto questo rende quasi impossibile ai turisti l'utilizzo del trasporto pubblico locale. Per i tempi biblici e i costi non competitivi con quelli di una più comoda auto a noleggio. Esempio: raggiungere Mamoiada o Ovodda, che nel corso di questo weekend diventeranno le capitali di Autunno in Barbagia, è un'impresa. Un turista in partenza da Cagliari impiegherebbe sette ore a raggiungere questi due paesi, lontani circa 180 chilometri dal capoluogo. E la spesa sarebbe di almeno 25 euro.
«Il sistema è costruito per le esigenze degli studenti e dei lavoratori, non per il turismo. Può essere “aggiustato” anche per questa esigenza, ma nasce per altro. Bisognerebbe creare una rete per i turisti, ma ovviamente servono soldi. Per usare una metafora, noi assicuriamo che ci sia il pane, cioè i trasporti per i residenti. Al prosciutto ci deve pensare qualcun altro».
SITO BLOCCATO Anche pianificare gli spostamenti non è semplice. Il sito regionale Sardegna mobilità, che fino a poco tempo fa aiutava - soprattutto i turisti - a progettare un viaggio all'interno dell'Isola, ora è fuori uso per un «aggiornamento dati». In realtà è scaduta la convenzione che legava l'amministrazione a Sardegna.it, società in house della Regione. Nel prossimo assestamento di bilancio dovrebbero arrivare i soldi necessari a rinnovare l'accordo.
 CONTRATTO IN SCADENZA Tra meno di due mesi poi si porrà un nuovo problema, dopo quello, già affrontato e risolto, dei crediti (oltre 100 milioni) vantati dall'Arst: il contratto tra l'azienda e la Regione scadrà alla fine di dicembre. Le norme consentono di prolungare l'affidamento del servizio fino al 2019. «Poi sarà necessario un nuovo bando, che noi auspichiamo sia a lunga scadenza e strutturato in maniera unitaria, non diviso per le singole province. Si deve cominciare a lavorare già ora in questa prospettiva, in modo che le aziende sarde possano organizzarsi e costituire un'associazione temporanea per partecipare alla gara. Altrimenti», avverte Boeddu, «il rischio è che vincano i grandi gruppi».
 Michele Ruffi
HANNO DETTO
L’ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI MASSIMO DEIANA
“La gratuità per gli studenti è una proposta praticabile: stanzieremo 15 milioni”
IL DIRETTORE GENERALE DELL’ARST CARLO POLEDRINI
“Il nostro sistema è calibrato per i lavoratori e gli studenti, non per i turisti”
ARNALDO BOEDDU, SINDACALISTA DELLA CGIL TRASPORTI
“Il biglietto unico è una beffa: è servito solo ad aumentare le tariffe”
 
 

 
3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 novembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Dopo il lucano Lorusso arriva il piemontese Enrichens: bufera sulle scelte di Moirano
ASL UNICA, NESSUN SARDO AI VERTICI
E in maggioranza scoppia il caso
Nessun sardo ottiene il ticket per stare ai vertici della sanità isolana. Con la nomina di Francesco Enrichens, piemontese e dirigente del ministero della Salute, alla direzione sanitaria della Asl unica regionale (Ats) si completa il terzetto ai vertici della sanità sarda. Dopo il lucano Stefano Lorusso alla direzione amministrativa, il super manager, Fulvio Moirano, ha chiuso il cerchio dei collaboratori più stretti. La maggioranza insorge, le nomine d'oltremare non piacciono e i rapporti all'interno della coalizione si fanno sempre più tesi. Nel calderone rientra anche la nomina del toscano Lorenzo Pescini alla direzione amministrativa dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari.
LA RIVOLTA La novità non lascia indifferente la maggioranza. Dentro il Pd si accende una rivolta silenziosa, perché nessuno parla ufficialmente ma il malumore per la serie di nomine senza un sardo è cosa concreta. E buona parte della coalizione è pronta alle barricate: dopo aver accettato la nomina di Moirano, l'en plein continentale è un boccone amaro.
«È molto triste che l'assessore Arru non abbia saputo valorizzare le eccellenze presenti in Sardegna in ambito sanitario»: il deputato del Centro democratico Roberto Capelli non nasconde il disappunto per la nomina di Enrichens e Lorusso. Non ne fa una questione di persone, ma «dispiace che chi guida la Sardegna non abbia fiducia nei sardi, pur avendo avuto la fiducia dei partiti»
Il consigliere regionale di Sel Francesco Agus ha «più di una perplessità», soprattutto perché «chi lavorava nella sanità della Basilicata (Lorusso) era a capo di un gruppo di persone ridotto, in un territorio ampio quanto la vecchia provincia di Cagliari».
«INVASIONI BARBARICHE» Antonio Satta, segretario nazionale dell'Upc, parla di «mortificazione di intelligenze, professionalità e dignità dei sardi». Satta chiama in causa il presidente Pigliaru, al quale chiede di «fare chiarezza su questa vicenda, perché non possiamo accettare che la classe dirigente sarda sia umiliata in questo modo. Accettare tali nomine in silenzio significa che la Giunta è d'accordo». Anche il consigliere Pierfranco Zanchetta, che riconosce a Moirano grandi capacità, trova «ingiusto affidarsi solo a figure esterne». E aggiunge una provocazione: «Se applicassimo questo eccessivo continentalismo anche negli atenei sardi?».
«UN FALLIMENTO» Mal di pancia anche dentro il Partito dei sardi. Il consigliere regionale Augusto Cherchi è lapidario: «È il fallimento della politica sarda. Chi ha prodotto questo fallimento se ne deve assumere la responsabilità». Franciscu Sedda, segretario nazionale del partito, sottolinea che «non c'è la volontà di investire sulle nostre competenze, di valorizzarle e farle crescere». Puntare solo su chi viene da fuori, dice ancora, «non crea un processo di crescita e di responsabilità di cui la sanità sarda ha bisogno».
Matteo Sau
 
 

 
4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 novembre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
SARDEGNASOPRATTUTTO
Nell'ambito dei dibattiti di SardegnaSoprattutto lunedì alle 16.30, nella sala settecentesca della Biblioteca universitaria (Via Università, 32), si parlerà del tema “Leggere e interpretare la criminalità nella Sardegna del XXI secolo” a partire dal libro di Antonietta Mazzette e Daniele Pulino “Gli attentati in Sardegna. Scena e retroscena della violenza” (Cuec). Introduce e coordina la giornalista Susi Ronchi.

 


 
5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 novembre 2016 / Quartu Sant'Elena (Pagina 21 - Edizione CA)
MOLENTARGIUS. Alle 10 ritrovo dei gruppi di cammino
domenica di iniziative nel parco
Corse e passeggiate nell'area umida: sarà un fine settimana ricco di iniziative, nel parco di Molentargius, dove centinaia di persone trascorreranno alcune ore all'aria aperta e condivideranno nuove esperienze.
L'appuntamento domenica è con i Gruppi di cammino. Il ritrovo è fissato alle 10 nel lungosaline in viale Colombo. La passeggiata, che si svilupperà all'interno dell'oasi naturalistica, sarà guidata dal professor Roberto Crnjar, che farà da walk leader . La partecipazione è aperta a tutti ed è gratuita. L'obiettivo è promuovere stili di vita salutari: camminare è uno strumento di benessere utile sia a fini preventivi che ricreativi. I Gruppi di cammino si pongono come elemento fondamentale nella lotta alla sedentarietà, oltre che come occasione di sviluppo sociale. E appunto l'attività degli walk leader è fondamentale ai fini della diffusione della pratica. L'impegno dei conduttori volontari costituisce per la comunità locale una risorsa decisiva: sono infatti loro che devono animare il gruppo dall'interno e arricchire il processo dandogli tenuta e continuità. …(g. da.)
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 4 novembre 2016 / Prima pagina
IDEA PER I PULLMAN
Deiana agli studenti: possibili i viaggi gratis
AMBU A PAGINA 6
 
Pagina 6 - Sardegna
L’INCONTRO CON DEIANA A CAGLIARI
L’assessore apre agli studenti: «Viaggiare gratis? Forse si può»
TRASPORTI
Il responsabile dei Trasporti sposa l’idea lanciata da un universitario che ha fatto l’esempio della Campania dove i ragazzi non pagano il biglietto. La spesa ammonta a 13 milioni di euro, l’esponente della giunta Pigliaru ha chiesto di preparare una proposta articolata ed economicamente sostenibile.
di Stefano Ambu
CAGLIARI Gratis sul pullman per andare a scuola o all'Università. E non c'è controllore che tenga: basterà mostrare la tessera. A prezzo abbattuto: zero euro. Per ora è un'ipotesi. E a lanciare l'idea, con tanto di conti economici alla mano, è stato nientemeno che l'assessore dei Trasporti Massimo Deiana nel corso di un incontro con gli studenti a Cagliari promosso dalle associazioni Unica 2.0 e Udu. Il passaggio, non a bordo ma nel senso di assist, è partito da uno studente che ha citato l'esempio della Campania. Perché noi no? Questa la domanda. E Deiana ha dato la risposta. Considerando gli attuali fruitori di biglietti e abbonamenti la spesa sostenuta da chi va in classe o nelle aule universitarie è di circa tredici milioni. Il ragionamento di Deiana è stato molto semplice: l'assessorato quei soldi non li ha. Ma con una proposta articolata ("ma basta una cartella" ha detto l'assessore) e presentata subito, la Regione potrebbe anche prendere in considerazione l'idea. Sì, ma la questione finanziaria? Beh, la questione è semplice: sarebbe una questione di (legge) Finanziaria. I costi salirebbero a circa quindici milioni se si tenesse conto anche dei trasporti ferroviari. Perché i calcoli per ora sono stati fatti esaminando le cifre relative al 2015 di Arst, Ctm Cagliari, Atp Sassari e Nuoro, Aspo Olbia e aziende private. Non solo: l'assessore ha proposto anche un altro piano economico relativo a un'ipotesi di viaggio gratis per chi è sotto la soglia Isee. Con i costi che si abbassano ulteriormente arrivando a circa dieci milioni. Deiana ha lanciato una sfida: «Portatemi la proposta non fra una mese, ma entro una settimana». E qualcuno degli studenti che ascoltavano ha sussurrato: anche stanotte. Come dire: pronti a non perdere il treno (o il pullman). Ma nella cartella ci sono sotto-problemi: solo per studenti delle superiori o universitari o anche per le scuole di formazione o professionali autorizzate dalla Regione. E ancora: solo per i percorsi casa- scuola università e nei giorni scolastici? Si è parlato anche di agevolazioni per famiglie numerose. Per il resto l'incontro è stata l'occasione per fare il punto sul nuovo piano tariffario dei trasporti. Deiana ha spiegato in apertura il perché di certe scelte. Ma alla fine gli studenti hanno elencato, da Sestu a Belvì fino ad arrivare al nord Sardegna, tutti i vari: "Va bene, ma noi che dobbiamo andare da lì a lì come facciamo?" Molto toccante, per la sua genuinità e cordialità, la lettera dei ragazzi dello scientifico di Sorgono che hanno elencato una serie di problemi relativi a trasporti in quella zona. Il futuro dei trasporti in Sardegna? Comodi centri intermodali e potenziamento del trasporto su rotaie. Ma è il futuro immediato quello che interessa gli studenti pendolari: la proposta sui viaggi gratis arriverà nei prossimi giorni.

L’età media è 11 anni ma in circolazione ci sono anche vere bombe ecologiche
BUS VECCHI E INQUINANTI UN QUARTO HA PIÙ DI 20 ANNI
di Silvia Sanna
 SASSARI L’Europa chiede 7, la Sardegna risponde con 11. Sulle strade isolane macinano chilometri autobus con troppi anni sul groppone, con conseguenze pesanti dal punto di vista dei costi e dell’inquinamento. E consola poco sapere di essere in linea con i dati nazionali: l’Italia arranca e la Sardegna pure. L’ultima revisione del parco mezzi risale a circa otto anni fa, ma in circolazione ci sono autobus vecchi di oltre 20 anni. Vere e proprie bombe ecologiche che dovrebbero essere rottamate ma che invece continuano a essere utilizzate per il trasporto delle persone. Il trasporto extraurbano. In Sardegna è garantito dall’Arst nella cui flotta sono compresi anche i mezzi appartenenti alle Ferrovie della Sardegna (Fds) e alle Ferrovie meridionali sarde (Fms). Proprio l’acquisizione di autobus gestiti da altre aziende ha inciso sull’età media dei mezzi e di conseguenza sulla qualità del servizio offerto. Gli autobus sono 802, tra questi 574 sono classificati da euro 3 a euro 5: significa che sono più recenti e hanno emissioni contenute. Ma circa un quarto della flotta è composto da autobus euro2: sono 224 e hanno emissioni di C02 altissime, anche tre o quattro volte superiori rispetto ai bus euro 5. Si tratta di mezzi immatricolati tra il 1995 e il 1998, che trascorsi 20 anni continuano a circolare nelle strade dell’isola. Con gravi danni per l’ambiente ma non solo. Questi mezzi comportano costi più alti di gestione, di manutenzione e di assicurazione e proprio a causa delle emissioni inquinanti che producono non consentono all’azienda di riavere indietro una quota delle accise sul carburante, così come stabilito dalla legge e come accade per gli autobus di nuova generazione, da euro 3 in su. Nella flotta Arst al momento non c’è neppure un mezzo che rispetta le regole dettate dall’Europa. Anche gli autobus più nuovi hanno più di 7 anni: immatricolati tra il 2007 e il 2009, hanno una età media di 8,9 anni. Niente a che vedere con i 3 modelli euro 1 e l’unico modelli euro 0 che ancora fanno parte della flotta extraurbana. Troppi chilometri. Per ridurre emissioni e costi la soluzione c’é: limitare l’utilizzo degli autobus più vecchi e fare andare al massimo quelli più nuovi e moderni che garantiscono livelli di sicurezza superiori. Succede questo: che tra i 802 bus dell’Arst, circa un quarto lavora a mezzo servizio garantendo pochissime corse e quasi sempre percorsi brevi. Questo comporta un super lavoro per il resto della flotta. È stato calcolato che nella maggior parte dei casi i motori degli autobus si spengono per 4 ore al giorno, dalla mezzanotte alle 4 del mattino. Ecco perché il contachilometri cammina velocissimo: i mezzi più nuovi, quelli che hanno 8-9 anni, hanno già accumulato 1 milione di chilometri, più o meno il doppio del normale. «Serve un piano regionale». Molto critico Arnaldo Boeddu, segretario regionale Filt- Cgil: «La situazione del trasporto pubblico locale è di fatto ferma da circa 15 anni. L’ultimo vero intervento in un settore così strategico risale alla giunta Soru, quando assessore ai Trasporti era Sandro Broccia. Da troppi anni – dice Boeddu – si naviga a vista, senza uno strumento di programmazione e di regolazione. La Regione infatti non si è ancora dotata di un piano regionale dei trasporti. Anche con il recente varo della città metropolitana (Cagliari ed Hinterland) e dell'area vasta (Sassari ed Hinterland) non è dato sapere quali siano le intenzioni della Regione rispetto a un unico bacino oppure a più bacini di trasporto pubblico». Intanto il calendario corre veloce: il 31 dicembre è fissata la scadenza dei contratti alle aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale. «Anche per questo non è più rinviabile la stesura del Piano regionale dei trasporti da parte della Regione. Attraverso il quale – sottolinea il segretario Filt-Cgil – si possano destinare risorse aggiuntive rispetto a quelle disposte dal Governo nazionale per il rinnovo del parco rotabile automobilistico». Lo stesso piano dovrà affidare per i prossimi tre anni «il trasporto pubblico locale alle aziende che già effettuano il servizio ponendo fine a proroghe trimestrali. In questo modo secondo Boeddu sarà possibile programmare investimenti per il rinnovo della flotta e la definitiva rottamazione dei mezzi pericolosi e inquinanti.
 
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 4 novembre 2016 / Pagina 4 - Sardegna
Il supermanager dell’Asl sceglie come direttore sanitario Francesco Enrichens
Upc e Partito dei Sardi vanno all’attacco: tagliati fuori tutti i manager locali
 
MOIRANO, NUOVA NOMINA ORA SCOPPIA LA POLEMICA
di Luca Rojch
SASSARI Il signore della sanità completa il pantheon che guiderà le Asl nell’isola. Fulvio Moirano, il supermanager della Asl unica fa già vedere di essere un decisionista. Pochi giorni dopo l’insediamento ufficiale parte con un doppo jab che mette ko la serenità all’interno della maggioranza. Due nomine, il direttore amministrativo e quello sanitario fatte in perfetta solitudine. Ma forse lui è stato scelto dal governatore Francesco Pigliaru proprio per questo. Le nomine. Due giorni fa Moirano ha scelto per completare la cabina di regia della Asl unica. Il direttore sanitario sarà Francesco Enrichens, 62 anni, già direttore dell’ufficio della Direzione generale della programmazione del ministero della Salute. Fino a febbraio Enrichens era stato direttore del dipartimento di Emergenza di Cto, Molinette, Regina Margherita e Sant’Anna di Torino. E fa anche parte degli esperti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Solo 24 oreprima aveva scelto come direttore amministrativo Stefano Lorusso, 41 anni, Lucano. Fino a ottobre è stato dirigente dell’ufficio risorse finanziarie del sistema salute della Regione Basilicata. Ma era in aspettativa dal 2010 dalla Regione Puglia dove era responsabile del servizio ispettivo del servizio assistenza ospedaliera. Due scelte tecniche, lontane dalla politiche a basate sulla fiducia del supermanager. Lo straniero. Impossibile non notare che nessuno dei due è sardo. Troppo per alcuni partiti della maggioranza. Già avevano digerito a fatica la scelta di Pigliaru di un manager non sardo per la guida della sanità. Il governatore aveva dovuto usare tutte le armi della diplomatica persuasione per far accettare l’arrivo di uno straniero per gestire un bilancio di oltre 3 miliardi di euro. Ma ora la scelta di due “stranieri” per completare la terna delle poltrone più pesanti della sanità scatena la polemica. Le contestazioni. Il più lesto e corrosivo è il segretario nazionale dell’Upc Antonio Satta. «Ma stiamo assistendo alle invasioni barbariche? – dice Satta –. Prima Moirano nomina il direttore amministrativo importandolo dalla Lucania, poi il direttore sanitario dalla Direzione Generale della Programmazione del Ministero della Salute. Come se non bastasse, il direttore dell'Aou di Sassari, D'Urso, nomina il nuovo direttore amministrativo, originario di Firenze e, a completamento, provvede a portare in comando, nell'azienda universitaria sassarese, un'infermiera professionale che arriva da Lecco. Si mortificano le intelligenze e le professionalità dei sardi. Noi siamo contrari e ci sentiamo offesi di fronte a queste scelte». Anche il capogruppo Upc in Regione, Pierfranco Zanchetta, è critico. «Non sempre chi viene da oltre Tirreno ha a cuore le sorti della Sardegna – dice Zanchetta –. Nessun riferimento o censura ai nominati da Moirano ai vertici della sanità sarda, nessun pregiudizio per chi arriva da oltre mare se ha le competenze. Ma un eccesso di figure apicali esterne, umilia la classe dirigente della Sardegna e i sardi». Ma la bordata più dura arriva dal Partito dei sardi. Franciscu Sedda non nasconde il suo dissappunto. «Il Partito dei Sardi prende atto delle scelte fatte in queste ore da Moirano – dice Sedda –. Nella sanità sarda pare non esserci neanche una persona sufficientemente capace, onesta, affidabile per rivestire uno dei ruoli apicali nella futura Asl unica. Oggi lo constatiamo: non c’è la volontà di investire sulle nostre competenze, di valorizzarle e farle crescere. È difficile credere che nella lunga lista dei sardi non ce ne sia neanche uno capace. Il problema non è Moirano, né le sue scelte tecniche. Il problema è nel peccato originale, tutto politico, forse inconsapevole, ma certamente favorito nei fatti dal Presidente e dalle scelte di giunta in materia sanitaria. L’inconscia convinzione che i sardi fossero incapaci di risolvere i problemi della sanità nell’isola. Noi del Partito dei Sardi continuiamo a credere che nella sanità sarda ci siano persone capaci e oneste». E anche l’opposizione batte un colpo. «Non vogliamo fare vuoto campanilismo – dice cil consigliere regionale di Fdi Paolo Truzzu –, ma visto che essere sardi pare sia una colpa o un limite, gradiremo avere la garanzia che chi è chiamato a gestire la sanità sarda sia persona capace, competente. Lorusso è stato fino a oggi direttore di un ufficio di una decina di persone dell'assessorato alla Sanità della Basilicata, una Regione di 570mila abitanti e con 2 sole Asl».

 
D’URSO SCEGLIE UN TOSCANO PER L’AOU DI SASSARI
E a Roma da una sua denuncia è partita un’inchiesta che ha travolto l’ospedale San Camillo
SASSARI La giornata delle nomine continua con la scelta di Lorenzo Pescini, 48 anni di Firenze, come l nuovo direttore amministrativo dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari. È stato nominato con delibera del direttore generale Antonio D'Urso. Pescini prenderà servizio il 14 novembre. Fino ad oggi ha ricoperto l'incarico dirigenziale di responsabile dell'area vasta Centro dell'Estar, l'Ente di supporto tecnico amministrativo regionale della Toscana. Ma la giornata di D’Urso è stata agitato con molta probabilità più dall’inchiesta arrivata da Roma, con 10 arresti, che dalle polemiche sulle nomine a Sassari. Proprio da un esposto di D’Urso, che nel 2015 era direttore generale del San Camillo-Forlanini, è partita l’indagine della Procura di Roma sull’illecita gestione degli appalti. L’esposto, presentato il 29 luglio 2015, riepilogava una serie di episodi di black out elettrici registrati in diversi padiglioni dell’Azienda ospedaliera con problemi nell’attivazione dei gruppi elettrogeni che «aveva riguardato non solo gli uffici ma anche reparti attivi, come quello di maternità». Come ricorda il gip Flavia Costantini nell’ordinanza di custodia cautelare, il primo episodio di black out, che interessò il Padiglione Busi, è del 13 luglio: «In seguito a tale episodio - scrive il giudice - venivano chiesti dal direttore generale spiegazioni ad Alessandro Agneni, atteso che alcuni dipendenti della Stim srl gli avevano riferito, confidenzialmente, che l’episodio era stato causato dalla mancanza di carburante nei gruppi elettrogeni». Il secondo black out, che coinvolse il Padiglione Morgagni, è della mattinata del 27 luglio: anche in questa circostanza il gruppo elettrogeno non si era attivato. D’Urso chiese di nuovo spiegazioni e a quel punto Agneni si sentì con la responsabile della Cofely Italia che gli prospettava la scusa da utilizzare per coprire la Stim srl. Per il gip Costantini «gli inconvenienti erano dovuti al fatto che la Stim aveva fatto proprie numerose commesse tra le quali anche le verifiche sui gruppi elettrogeni e di continuità, ma di fatto tali verifiche non erano mai state fatte».
 
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 4 novembre 2016 / Pagina 9 - Attualità
Il rettore Corradini: «Ci diamo una mossa o finiamo come Pompei»
CAMERINO RIPARTE CON 30 LAUREE
CAMERINO (MACERATA) Alcuni ragazzi scaricano gli scatoloni con le cassettiere, altri montano le scrivanie, altri ancora controllano che i computer siano a posto; ai distributori automatici di caffè e acqua minerale c’è la solita fila. Nel grande atrio tutto vetri e cemento è un via vai di tecnici, professori, studenti, personale amministrativo: è da questo luogo, dove lunedì 30 studenti discuteranno la tesi in informatica, che Camerino riparte, a soli 8 giorni dalla terribile scossa 6.5 e a 12 da quella del 26 ottobre. La ripresa dell’attività dell’università è un segnale fondamentale per l’intera comunità: perché l’ateneo è il cuore della città e gran parte delle attività economiche ruotano attorno a questo centro d’eccellenza, fondato nel 1336, che oggi conta quasi novemila iscritti, sedi distaccate comprese. Così importante che, durante la visita di Matteo Renzi una settimana fa, lo stesso sindaco Gianluca Pasqui era stato chiarissimo: «Prima l’università - ha detto al premier - e poi le case». Concetti che il rettore Flavio Corradini conosce bene. Corradini è un uomo pratico, non si piange addosso né nasconde i problemi: «Se non ci diamo una mossa, se non ripartiamo ora, qui finiamo come Pompei». Ecco perché il terremoto potrebbe addirittura diventare un’opportunità. «Facciamo delle regioni del centro Italia un laboratorio per sperimentare nuovi materiali e nuove tecniche di costruzione, perché qui i terremoti ci sono sempre stati e ci saranno ancora». Dunque ci si rimbocca le maniche e si va avanti, nonostante le difficoltà. Che sono tante. Il rettorato e la segreteria studenti erano già in zona rossa dopo la prima scossa; il 6.5 di domenica ha peggiorato le cose tanto che strutture che erano sicure fino a sabato ora andranno di nuovo verificate: la ragioneria, l’ufficio tecnico, il centro informatico con i server di tutta l’università, il coordinamento delle scuole ateneo. «Eravamo pronti per ricominciare, come avevamo promesso, ma la scossa di domenica ci ha devastati e ora la situazione è completamente cambiata» ammette Corradini, che però non si è perso d’animo. Il rettorato è ora una stanza, dove campeggia una maglietta dell’università con l’hashtag #ilfuturononcrolla, nell’edificio principale del campus fuori dalla zona rossa. Nel grande open space di fronte si sta allestendo la segreteria studenti mentre le aule sono tutte a disposizione in quanto le strutture del campus sono tutte antisismiche. Qui ci sono anche gli alloggi degli studenti, stanze da uno o due posti letto.
 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 4 novembre 2016 / Pagina 10 - Attualità
Dossier della Cattolica di Milano: sale il numero di chi resta fuori da studi e lavoro
GIOVANI, ITALIA ULTIMA DELL’UNIONE
di Orazio La Rocca
Italia, maglia nera in Europa sulle politiche giovanili. Il Bel Paese occupa, infatti, la non esaltante prima posizione nella speciale classifica tra tutti i Paesi della Unione europea in materia di giovani Neet, cioè quella fascia di giovani tra i venti e i trenta anni che non vogliono/possono né studiare, né lavorare e respingono ogni forma di coinvolgimento sociale. Se nel 2008 - l’anno di inizio della grande crisi economica internazionale - nel Vecchio Continente i giovani Neet (acronimo di Not in Education, Employment or Training) erano circa il 13 per cento, l’Italia era al 19 per cento. Percentuale che - stando a un sondaggio del Rapporto Giovani 2016 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - ora è cresciuta fino a toccare il 25-26 per cento (circa 2 milioni e 300mila giovani), mentre nella Ue non si supera il 15. Dati per il nostro paese a dir poco preoccupanti al centro del primo convegno - promosso dall’Istituto Toniolo di Milano, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e da Fondazione Cariplo - dedicato proprio al fenomeno Neeting in Italia e in Europa in programma a Milano in due sessioni. Tra gli interventi anche quelli di Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Francesco Botturi, prorettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Sergio Urbani, direttore Fondazione Cariplo, Stefano Dedalo, direttore Risorse umane di McDonald’s Italia, e Paola Bignardi, consigliere Fondazione Cariplo. «A mantenere elevato il numero di Neet in Italia - sottolinea Alessandro Rosina, demografo dell’Università Cattolica e coordinatore dell’Indagine Rapporto giovani - contribuiscono, in misura maggiore rispetto alla Ue, i giovani con carenti competenze e in condizione di disagio sociale, a rischio di marginalizzazione permanente, ma anche neodiplomati e neolaureati con buone potenzialità, ma con tempi lunghi di collocazione nel mercato del lavoro». La piaga dei Neet - secondo le stime dell’Eurofound - corrisponde a un costo di circa il 2% del Pil in Italia, circa 36 miliardi di euro all’anno. La composizione dei Neet - stando al sondaggio Rapporto Giovani - è molto eterogenea, va dal neolaureato con alta motivazione e alte potenzialità che sta attivamente cercando un lavoro in linea con le proprie aspettative, fino al giovane uscito precocemente dagli studi, scivolato in una spirale di marginalità e demotivazione. «Un paese che si definisce civile - ha detto Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo - non può accettare un livello di disoccupazione giovanile come quello che abbiamo oggi in Italia. Ma c’è una fascia di giovani ancora più debole, ed è quella dei Neet, per i quali la nostra Fondazione ha strutturato un progetto rivolto a mille giovani, partito un anno fa, che sta dando risposte concrete, con ragazzi che vengono inseriti nelle organizzazioni non profit».
 
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 4 novembre 2016 / Pagina 27 - Porto Torres
Oggi al Palazzo del Marchese con medici, esperti e ricercatori
Un convegno sulle malattie rare
PORTO TORRES Oggi alle 17.30 al Palazzo del Marchese, la Fidapa organizza il convegno dal titolo “Malattie rare: studio dell’impatto emotivo sul paziente e sulla famiglia - progetto sperimentale di sportello di sostegno e supporto psicologico”, atto conclusivo del lavoro svolto in due anni sul tema delle malattie rare grazie anche alla donazione assegnatale dall’associazione turritana nel novembre del 2014, da Patrizia Moreddu, ricercatrice presso la Asl. Nel corso del meeting introdotto dalla presidente della Fidapa di Porto Torres Marinella Osilo interverranno, oltre all’assessore alla Cultura Antonella Palmas e alla vicepresidente della Fidapa Sardegna Maria Tina Maresu, Lucia Ulgheri del dipartimento di Scienze biomediche-Aou Sassari; il responsabile del servizio psicosociale Asl n1 Francesco Cattari; la ricercatrice Patrizia Moreddu, l’avvocato Anna Soro della Fondazione aiuti per la ricerca malattie rare. Lo studio si basa sulle difficoltà con cui si confrontano pazienti affetti da patologie rare e i loro familiari: dalle difficoltà diagnostiche alla scarsità di opzioni terapeutiche e di percorsi assistenziali strutturati all’andamento spesso cronico ed invalidante, considerando anche la frequente ereditarietà della malattia e il conseguente forte impatto emotivo che essa comporta. A ciò si sommano la riduzione delle capacità di produrre reddito da parte del malato raro e dei suoi familiari e il fatto che l’impegno nell’assistenza al malato raro grava principalmente sulla famiglia, con conseguenti problemi di tenuta psicologica e relazionale. Perciò la Fidapa ha ritenuto fondamentale rivolgere la propria attenzione verso questo aspetto della malattia rara, con l’obiettivo di fare rete con altre associazioni in modo da svolgere un’azione sinergica di sensibilizzazione delle persone sul tema delle malattie rare. Emanuele Fancellu
 
 

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