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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 October 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 ottobre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Medicina e chirurgia
Aperte le iscrizioni alla scuola universitaria di preparazione e orientamento alla facoltà di Medicina
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Secondo il geologo Di Gregorio, l’antica stabilità di questa terra rende quasi nullo il pericolo
LA SARDEGNA RESTA UN’ISOLA FELICE
L’esperto di sismi: il movimento dell’Italia centrale non la tocca
«Il rischio zero non esiste neanche in Sardegna», dice il geologo Felice Di Gregorio: ma si può stare tranquilli. Nulla a che vedere con quello che accade nelle zone del Centro Italia: «L’Isola, territorio stabile dal punto di vista geologico, non è in una condizione di elevata pericolosità sismica», insiste Di Gregorio, docente di Geologia ambientale alla facoltà di Scienze della terra dell’Università di Cagliari.
LA SITUAZIONE La Sardegna, quindi, resta a bassissimo indice di sismicità: «È un sistema di faglie estremamente complesso, quello che genera i terremoti nell’Italia centrale, e non coinvolge la nostra regione», prosegue l’esperto. Perché? «La Sardegna non si trova nella zona dove si incontrano placche tettoniche. In Italia c’è una cartina eloquente che definisce un’area che si estende dalla Fossa Bradanica, in Puglia, all’Appennino»: emiliano, umbro, marchigiano, abruzzese. «Lì i terremoti continueranno ciclicamente a verificarsi, per le zolle che continuano a muoversi l’una contro l’altra», spiega il docente.
Per capire cosa accade: «La roccia, per quanto dura, si comporta come una grande molla che accumula energia», col movimento delle zolle: finché non la rilascia e genera le scosse. «L’intensità dipende poi da come si libera questa energia». A seconda della forza, si hanno scosse forti o quelle classiche di assestamento.
«L’Africa - ricorda Di Gregorio - si avvicina di un centimetro all’anno alla placca europea e asiatica. Questo movimento genera tensioni sulla crosta terrestre che vengono scaricate con delle scosse». In Sardegna questo non accade. «La regione è stabile, non è interessata dallo scontro delle zolle che producono l’effetto di spingere l’Appennino verso i Balcani. La Sardegna ha avuto diverse orogenesi», i fenomeni geologici che portano alla formazione delle catene montuose: «L’ultima orogenesi alpina ha dato luogo a sollevamenti e abbassamenti, abbastanza lievi nel tempo. Nell’Isola si sono verificati sismi di leggera intensità perché è proprio geologicamente diversa, esattamente come lo sono i Paesi del centro Europa».
L’ANTICA ZOLLA Dunque, quando si “sposta” la terra, in Sardegna avviene con movimenti di non elevata intensità e soprattutto «attraverso un blocco stabile, ovvero il blocco sardo-corso», dice Di Gregorio. Si tratta di una zolla che anticamente si è staccata da quella che oggi è la penisola iberica e ha ruotato in senso antiorario verso quella italiana. La penisola italiana, invece, dalla Sicilia fino alla pianura Padana, fa parte della placca africana che si scontra con quella europea.
Per quanto non rilevante, però, qualche movimento può avvertirsi anche nell’Isola. Sotto accusa finisce per esempio la “linea di Posada”, «una frattura terrestre dove la tettonica è ancora attiva, seppure con movimenti di non elevata intensità, che dal Golfo di Oristano attraversa l’Isola e arriva proprio a Posada», spiega ancora Di Gregorio. Da non confondere con la linea Posada-Asinara, una “sutura geologica” che risale a centinaia di milioni di anni fa.
IL MARE Se di rischi si deve parlare, la cartina storica dei terremoti punta il dito verso il mare. È qui che sono presenti faglie che possono sprigionare energia sismica, come la faglia di Posada o il vulcano sottomarino Quirino, al largo di Sant’Antioco e Carloforte. «Ma finora si è trattato di fenomeni di non elevata intensità», ricorda Di Gregorio.
La Sardegna dunque non è del tutto esente da terremoti: ma questi fenomeni, trovando uno zoccolo granitico molto più antico e stabile di quanto non sia la piattaforma su cui poggia il resto dell’Italia, fa sì che le eventuali scosse siano lievi, spesso neppure avvertite se non dai sismografi.
Mauro Madeddu
 
3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Una zona al sicuro ma con l’ombra di un evento devastante nel passato
La civiltà nuragica e l’ipotesi maremoto
La tranquillità ipotizzata dagli esperti non può regalare certezze assolute: e qui si inseriscono le teorie suggestive che evocano un passato di maremoti capaci di stravolgere la civiltà della Sardegna antica. Qualche anno fa Stefano Tinti, ordinario di Geofisica della terra all’Università di Bologna, ha ammesso che l’Isola, non solo è aggredibile da uno tsunami, ma è forse la terra più esposta tra le coste italiane.
Da qui l’ipotesi che possa essere stato un maremoto a spazzare via la civiltà nuragica: «Ma sarebbe bene trovare le prove», il suggerimento del docente davanti a un evento possibile in linea teorica.
Si arriva in fretta alla ricostruzione della storia della Sardegna suggerita dal giornalista Sergio Frau, che ha spostato le Colonne d’Ercole dallo stretto di Gibilterra al canale di Sicilia e ipotizzato che l’isola dei nuraghi fosse nel secondo millennio avanti Cristo la potenza improvvisamente spazzata via da uno «schiaffo di Poseidone»: sarebbe la mitica isola di Atlante, con la sua particolarità che vede i nuraghi di Campidano, Sinis e Marmilla emergere da una sepoltura di fango consolidato e detriti, alcuni riportati alla luce (Barumini), molti altri nascosti.
Secondo il professor Tinti il Mediterraneo ha caratteristiche incentrate sullo scontro della placca africana con quella eurasiatica: i movimenti si sviluppano lungo un fronte est-ovest, dove le coste più “tsunamigeniche” sono quelle algerine, quelle dell’Italia meridionale e quelle greche. Nel 2003 - per esempio - un piccolo sisma subacqueo al largo dell’Algeria provocò alcune onde anomale responsabili di seri danni nelle Baleari e lungo le coste francesi e liguri. E ondate particolarmente alte si registrarono sui litorali ovest della Sardegna.
In questo quadro appare evidente il rischio dell’Isola, collocata poco sopra la linea sismica Algeria-Calabria. Ma può un terremoto, o una frattura rocciosa, o un’eruzione nei fondali scatenare un maremoto tanto grave da inondare l’sola? Non può essere escluso ma molto dipende dalla propagazione delle onde. In ogni caso, per quanto devastante, l’effetto dura poco e l’acqua si ritira, senza trasformare un territorio in modo permanente.
Diverso è lo scenario riconducibile alla caduta in mare di un asteroide o un meteorite. Un corpo solleva una massa d’acqua che si scaraventa sulle coste. Stefano Tinti ha immaginato la possibilità di un fenomeno del genere definendolo «il grande evento» di oltre tremila anni fa. L’evento possibile: il meteorite è precipitato non lontano dalle coste sarde, creando un improvviso spostamento di massa d’acqua, una grande corrente di onde altissime, un “mare alto” di tre-quattrocento metri che è entrato nell’Isola, sommergendo tutto con una pressione di spinta capace di devastare il territorio fino alle alture. Un evento che può aver cambiato i connotati dell’Isola.
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 ottobre 2016 / Cronaca di Sassari (Pagina 26 - Edizione CA)
SASSARI. Supporto economico e didattico per gli studenti
Ateneo e disabilità: sì all’assistenza
Supporto economico per il sostentamento dell’attività didattica ed in generale: sono i servizi offerti gratuitamente agli studenti disabili iscritti all’Università degli Studi di Sassari. Il Patronato e il Caf-Acli hanno rinnovato l’offerta assistenziale per l’anno accademico 2016/ 2017 rivolto agli studenti disabili in corso di studi. In particolare verranno forniti servizi mirati all’assistenza specializzata per la corretta gestione del contributo assegnato all’università e destinato alla retribuzione dei tutor.
Le famiglie potranno usufruire dell’aiuto necessario per sostenere lo studente durante il percorso formativo sia sotto l’aspetto amministrativo che fiscale.
Fra i vari servizi offerti, presso gli uffici Caf-Acli sarà possibile: la redazione del contratto tra studente assegnatario e tutor; la denuncia del rapporto di lavoro presso l’Inps; il calcolo dei contributi, assistenza per il pagamento degli stessi e il prospetto della retribuzione mensile secondo le ore lavorate. (i. t.)
 
 
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