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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 October 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 ottobre 2016 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Il test genetico prodotto dall’azienda cagliaritana è la miglior “Business idea”
STARTUP, PREMIO A YENETICS
È ancora una volta la cagliaritana Yenetics, con il suo test genetico non invasivo per le donne in gravidanza, a fare incetta di riconoscimenti come migliore startup made in Sardegna. La società fondata da Chiara Saba e Amit Kumar ha vinto nei giorni scorsi la Start Cup 2016, organizzata dalle Università di Sassari e Cagliari, giunta alla sua nona edizione.
Yenetics si è aggiudicata un premio di ottomila euro come miglior Business idea, al secondo posto, con un premio di quattromila euro, la Bxtar (Cagliari) per la sua bicicletta smart, al terzo la sassarese Nurkara per lo zafferano biologico e liofilizzato, e infine il premio speciale di Sardegna Ricerche per “Code Name: Spime”, “Moovet” e “Nurkara”. A fare da padrone il settore dell’Ict, dal settore sanitario al turismo; dal sociale all’agroalimentare. I rappresentanti dei dieci gruppi partecipanti hanno presentato le loro idee di business attraverso gli Elevator Pitch: solo quattro intensi minuti a disposizione per spiegare in modo chiaro, efficace e vincente la proposta. A giudicare i progetti la commissione di esperti (Antonello Bartiromo, Dpixel; Carlo Mannoni, Fondazione di Sardegna; Giuseppe Pirisi, Banco di Sardegna; Franco Rabitti, Sardaleasing SpA; Giuseppe Serra, Sardegna Ricerche; Alessandro Vagnozzi, Confindustria Sardegna) che hanno espresso i loro voti basandosi sui business plan presentati, valutando l’originalità, l’innovatività e la sostenibilità (economica, ambientale, sociale) delle idee presentate. La Start Cup è una palestra di impresa, attività di formazione e orientamento e l’accompagnamento alla redazione del business plan per i 10 vincitori (5 per ateneo) delle finali locali. (mar.pi.)
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
POETTO. In città l’ultima tappa nazionale di Nordic Tales
Sardegna prima in Italia per la sclerosi multipla
È stata Cagliari l’ultima tappa del progetto Nordic Tales, il “lungo cammino” promosso in Italia per far conoscere e combattere la sclerosi multipla, la malattia neurologica e progressiva che proprio nell’Isola ha raggiunto numeri elevatissimi facendo della Sardegna la regione con la più alta incidenza nel nostro Paese.
Ieri numerosissime persone colpite dalla patologie, ma anche familiari e loro amici, si sono dati appuntamento al Poetto per poter apprendere la tecnica base del Nordic Walking.
«Dal 2015 sosteniamo il progetto Nordi Tales insegnando e accompagnando nelle camminate uomini e donne con diversi livelli di disabilità», spiega Pino Dellasega, istruttore e presidente della società italiana Nordic Walking. «In due anni - la partecipazione ai nostri appuntamenti è cresciuta, siamo riusciti a far breccia anche nelle persone più diffidenti e che vivevano la condizione della malattia in solitudine». Dai quattro, cinque partecipanti iniziali, ai quaranta, cinquanta di oggi.
«La Sardegna è la regione d’Italia con la più alta prevalenza di persone con sclerosi multipla. Nell’Isola la percentuale è di 360 malati ogni centomila abitanti, a fronte di una media italiana di 188 su centomila», ricorda Eleonora Cocco, professore associato di neurologia all’Università. «Stiamo parlando di una condizione dall’elevato impatto sociale e sanitario. Un’iniziativa come questa del Nordic Tales, grazie alla sua capacità di informare e sensibilizzare la collettività, è importante e rappresenta un’occasione per abbracciare un’attività fisica non affaticante».
In Sardegna i numeri della Sclerosi multipla sono in crescita. Un primato che l’Isola detiene anche per il diabete e le patologie tiroidee. «La Sclerosi multipla - spiega Cocco - è diagnosticata più frequentemente tra i venti e i quarant’anni, quando si è nell’età dei progetti per il futuro». Per questo la notizia di aver contratto la malattia, la più grave delle patologie del sistema nervoso, rappresenta un dolore insopportabile per la psiche. «Rispetto al 1970, quando sette persone su dieci arrivavano all’invalidità in quindici anni dal momento della diagnosi, oggi tre persone su dieci arrivano all’invalidità in venticinque anni».
Andrea Piras
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 ottobre 2016 / Cronaca di Oristano (Pagina 35 - Edizione CA)
ORISTANO. Si pagano 173.000 euro l’anno di affitti. Uda: così ne risparmieremo 34 mila
TRASLOCANO GLI UFFICI COMUNALI
Tributi, Informacittà e il Consorzio uno in piazza Manno
I tagli scatteranno. Non quest’anno e forse neppure il prossimo. Se ne riparla sicuramente nel 2018 e a farli sarà eventualmente la prossima Giunta comunale, non quella attuale capitanata da Guido Tendas che pure questi tagli li aveva promessi. «Qualche ufficio per incominciare e a seguire tutti quelli che operano in locali privati saranno trasferiti nei nostri edifici. L’operazione è pronta a partire entro l’anno», disse il sindaco nell’aprile del 2014. In realtà così non è: il Comune continuerà a sborsare 173.000 euro di affitto per la sistemazione di alcuni uffici. Se tutto va bene se ne riparla a fine 2017 quando la scuola Media numero uno ospiterà nel piano terra l’ufficio tributi, l’Informacittà e pure la segreteria universitaria del Consorzio Uno.
IL PROGETTO «Abbiamo i soldi per sistemare e mettere a norma i locali dell’edificio di piazza Manno - sottolinea il vicesindaco Giuseppina Uda - Lì verranno sistemati un primo blocco di uffici comunali». Quando? «L’augurio è che questi lavori possano iniziare entro il prossimo anno», risponde Giuseppina Uda.
LA SITUAZIONE ATTUALE Nei giorni scorsi la Giunta Tendas ha prorogato il contratto di locazione dell’immobile in via Garibali che ospita l’ufficio tributi: 74 mila euro ai fratelli Ibba per il biennio che si chiude al primo gennaio 2018. Il resto è cosa nota: per il deposito fascicoli degli uffici giudiziari si versano 29.500 all’anno al Consorzio industriale; per la sede del Giudice di pace 71.414 ai fratelli Iacuzzi e per quella della polizia giudiziaria 35.145, sempre all’anno, all’Inpdap.
L’INFORMACITTÀ Capitolo a parte merita la sede che si trova in piazza Eleonora. Si trova già in locali comunali ma i disabili non vi possono accedere. Il motivo? Semplice, ci sono da superare una serie di gradini anche abbastanza pericolosi. «È necessario quindi che anche questi uffici, visto oltre tutto la gran mole di persone che quotidianamente si presenta a chiedere informazioni, sia accessibile a tutti - sottolinea Giuseppina Uda - Da qui l’idea di trasferirli appunto nell’istituto di piazza Manno».
L’UNIVERSITÀ In attesa che la lite tra Provincia e Consorzio Uno, che gestisce i corsi universitari, trovi una soluzione proprio sulla vicenda che riguarda gli affitti del chiostro del Carmine, occupato interamente da studenti e dipendenti (la Provincia chiede circa 180 mila euro per la locazione che il Consorzio Uno però continua a non voler pagare), l’amministrazione comunale ha deciso di offrire, gratuitamente, alcuni locali sempre nella scuola di piazza Manno dove trasferire la segreteria e tutti gli uffici universitari.
Michele Masala
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 ottobre 2016 / Fondi Investimento (Pagina 17 - Edizione CA)
Ambiente e infrastrutture
Sassari, l’Università sorveglierà i gas-serra
C’è anche l’Università di Sassari tra i quindici istituti, centri e atenei italiani che hanno concordato la Joint research unit per il monitoraggio della CO2 e degli altri gas a effetto serra. La collaborazione tra ricercatori si svolgerà nell’ambito della Icos-Ri, infrastruttura europea di studio sul ciclo del carbonio e i cambiamenti climatici. Ne faranno parte anche, tra gli altri soggetti, gli atenei di Genova, Padova, Bolzano, Udine e Viterbo, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Cnr, l’Enea e l’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale.
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 ottobre 2016 / Provincia di Sassari (Pagina 41 - Edizione CA)
SASSARI. I vigilantes della Sgs sospendono il servizio
Asl: guardie giurate senza stipendio
Asl e Aou sono in forte ritardo con i pagamenti e così l’azienda minaccia di far restare a casa i 200 dipendenti che prestano servizio nelle strutture sanitarie tra Alghero, Sassari e Ozieri. A rischio le guardie giurate della Sgs, addetti all’antincendio e al portierato, che già da domani potrebbero non presentarsi ai loro posti di lavoro, un blocco del servizio «con effetti devastanti per le strutture sanitarie, per gli utenti e per il personale sanitario», avverte la segretaria territoriale dell’Fsi Mariangela Campus. Il problema riguarda la Sardinia General Service creditrice per oltre un milione e 400 mila euro nei confronti dell’Azienda sanitaria di Sassari e dell’Azienda ospedaliera universitaria.
«Ritardi incomprensibili - spiega Campus - che farebbero pensare ad una precisa volontà di danneggiare l’azienda e che hanno costretto la società a sospendere il servizio. Ma noi siamo pronti a denunciare in ogni sede questa situazione scandalosa e soprattutto ad attuare forme eclatanti di protesta andando fino in fondo». La segretaria dell’Fsi ha scritto una lettera di fuoco ai vertici di Asl e Aou nella quale spiega che se si verificasse la sospensione del servizio di portierato-vigilanza espletato dalla Sgs presso le strutture sanitarie si decreterebbe lo stato di crisi per circa duecento dipendenti e di altrettante famiglie. ( c. fi. )
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 ottobre 2016 / Fondi Investimento (Pagina 17 - Edizione CA)
A breve il calendario 2017
Comparto ippico, la Regione punta al rilancio
Un calendario di eventi per il 2017 chiuso entro novembre per programmare al meglio anche la nuova stagione turistica. «La Regione, con l’Agris, è attivamente impegnata per la valorizzazione e il rilancio del comparto ippico sardo», ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, che ieri ha partecipato alla giornata di chiusura della seconda edizione dell’evento nazionale di Salto a ostacoli Sardegna Jumping Tour, ospitato nella tenuta di Tanca Regia, vicino Abbasanta. All’evento erano iscritti 240 tra cavalli e cavalieri di alto livello, come il due volte olimpico Roberto Arioldi, pluricampione italiano e team manager della nazionale italiana di salto a ostacoli. «Il comparto ippico è al centro di un tavolo congiunto in assessorato, dove siedono anche l’Università e i principali soggetti coinvolti: vogliamo arrivare in brevissimo tempo, entro novembre, a chiudere il calendario di eventi per il 2017. Avere in mano la programmazione anticipata infatti - ha concluso l’assessore dell’Agricoltura - consentirà di sponsorizzarli al meglio e inserirli anche nelle offerte dei principali appuntamenti turistici all’inizio e alla fine della stagione perché riteniamo che l’interesse per il cavallo abbia una valenza e un richiamo non solo sportivi ma anche turistici».
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 ottobre 2016 / Pagina 7 – Ed. Nuoro
All’università le stanze rosa per le studentesse neomamme
CAGLIARI All’università di Cagliari, prima in Italia a garantire questo servizio agli studenti, sono state inaugurate le "stanze rosa", speciali spazi dedicati alle studentesse in attesa, alle studentesse neomamme e agli studenti neopapà dove poter stare per un momento di riposo, per l’allattamento tra una lezione e l’altra, o anche semplicemente dove lasciare i propri figli durante lezioni ed esami. Pronto a fare la sua parte il corso di Scienze della formazione primaria, che con i suoi laureati potrà garantire un supporto
qualificato. Le “stanze rosa” sono previste all’interno del progetto “Tessera baby”, fortemente voluto dal rettore Maria Del Zompo, con cui l’Università agevola il percorso formativo delle studentesse e degli studenti neomamme/neopapà con l’attivazione di una serie di servizi, tra cui appunto le stanze rosa, locali dotati di fasciatoi, poltrone relax e arredi per bambini. «Solidarietà, cultura e opportunità per la parte femminile della nostra società. Proseguiamo in questa iniziativa offrendo la possibilità a tutti i genitori di formarsi qui con maggiore tranquillità: sono orgogliosa di essere rettore di un ateneo capace di offrire un’opportunità di questo genere in questa città». Le stanze rosa finora sono quattro, e si trovano a Sa Duchessa, nel Polo di viale Sant’Ignazio, nella Cittadella universitaria di Monserrato e nella Clinica Aresu.
 

 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 ottobre 2016 / Pagina 7 – Ed. nazionale
Corsi di Medicina e Farmacia aperte le iscrizioni on line
CAGLIARI Sono aperte le iscrizioni alla Scuola universitaria annuale di preparazione e orientamento alle facoltà di Medicina e Chirurgia e di Biologia e Farmacia. L’iniziativa, gestita direttamente dall’Università di Cagliari, è rivolta agli studenti che non sono risultati vincitori al test di ammissione in Medicina/Odontoiatria e Professioni Sanitarie svolto nello stesso ateneo in questo anno accademico (quindi pochi mesi fa) e si propone di fornire supporto nella preparazione delle materie del primo anno dei corsi oggetto tra l’altro dei test di ammissione, anche in vista della prossima prova. L’iscrizione alla Scuola è semplice: si può effettuare esclusivamente con la procedura on line fino alle 13 dell’8 novembre. È possibile accedere alla procedura on line collegandosi al sito www.unica.it. Tra tutti gli iscritti saranno ammessi al corso massimo 150 studenti, seguendo la graduatoria dei test di ammissione.
 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 ottobre 2016 / Pagina 3 – Ed. Oristano
Badanti e commercianti la rinascita degli immigrati
di Claudio Zoccheddu
SASSARI È il mondo visto allo specchio. In un’isola che ha sfornato generazioni di emigrati, e che continua a perdere la forza lavoro autoctona, sono arrivati migliaia di immigrati stranieri con l’intenzione di mettersi al lavoro. Le imprese condotte da immigrati sono 10.243, il 6,1% del totale registrato negli elenchi camerali. Poca roba, a dire il vero, ma il trend è in crescita. La loro distribuzione per province vede prevalere Cagliari con 4.319 imprese e Sassari dove invece sono 4.026. Seguono, piuttosto staccate, Nuoro (1.435) e Oristano (463). I residenti stranieri, l’anno scorso, erano 47.425 e come è facile immaginare la gran parte arriva da paesi in via di sviluppo. Romania su tutti, poi ci sono il Marocco, il Senegal e la Cina. Gli immigrati residenti rappresentano il 2,9 per cento della popolazione sarda e hanno prodotto un miglioramento del tasso di occupazione, cresciuto del 3,1 per cento. I campi in cui hanno trovato spazio non si discostano troppo dai luoghi comuni cari all’uomo della strada: «Il 60 per cento si occupa del commercio – spiega Tiziana Putzolu, responsabile delle Relazioni industriali all’Università di Cagliari – il resto è perlopiù impegnato nella cura degli anziani. Ci sono anche molti operai edili e alcuni braccianti agricoli». Un dato che dimostra come, in realtà, l’immigrazione vada a coprire impieghi snobbati dai giovani sardi che preferiscono cercare fortuna nel nord dell’Italia o all’estero. I romeni sono 13.550, di cui 9183 sono donne: «Per quanto sia complicato fornire informazioni precise perché ci dobbiamo basare sulla banca dati dell’Inail in cui figurano anche i sardi nati all’estero – continua Tiziana Putzolu – in questo caso si può dire che la gran parte delle lavoratrici romene, che hanno in media 40 anni, si occupa dell’assistenza agli anziani. Un impiego facile da trovare se si considera l’età media della popolazione. Gli uomini, invece, si occupano prevalentemente di edilizia anche se il settore agricolo è in crescita». Un po’ come capita per i 2304 immigrati che sono arrivati dall’Ucraina e che hanno un’altissima percentuale di donne, pari all’86,5 per cento. Anche in questo caso l’impiego più comune è la cura degli anziani ma non mancano lavoratrici impegnate nella ristorazione. Nella classifica delle comunità più numerose il secondo posto è occupato dai 4390 immigrati provenienti dal Marocco che impiegano la parte più significativa della forza lavoro in imprese commerciali, sia come datori di lavoro sia come dipendenti. Una vocazione che spesso è condivisa con gli immigrati del Senegal, la terza comunità per numero di residenti: 4211. Ma il commercio, soprattutto nella grande distribuzione e nell’ingrosso, è sempre più in mano alla comunità cinese che in poco tempo, perlomeno rispetto a quanto accaduto con gli immigrati marocchini e senegalesi, ha conquistato un’importantissima fetta di mercato aprendo grandi magazzini un po’ ovunque e dando vita a una rete di negozi della piccola distribuzione diffusa in tantissimi paesi, anche molto piccoli. I residenti in Sardegna che provengono dalla Cina sono 3208 e rappresentano la quarta comunità. Nel caso dei lavoratori con gli occhi a mandorla, poi, c’è un sostanziale pareggio nella differenza di genere che non si verifica nelle altre pseudo enclavi dove uomini o donne sono sempre in netta maggioranza. Le altre comunità, molto meno numerose, sono quelle che si sono affacciate più recentemente sull’isola. E se gli immigrati provenienti dalla Polonia sono 1116 con un 82 per cento di donne, i lavoratori residenti che arrivano dal Pakistan e dal Bangladesh sono in gran parte uomini: rispettivamente 1121 pakistani, di cui solo 228 sono donne, e 1015 bengalesi accompagnati da appena 156 donne.
 
Robinson lancia la sfida alla diffidenza
«Il mio sogno è diventare medico»
di Luigi Soriga
SASSARI Certi treni passano una volta, cambiano la vita e bisogna saper prenderli al volo. Robinson Kalule su quello giusto ci è salito 10 giorni fa. Un volo di 15 ore che dal terzo mondo l’ha catapultato alle nostre latitudini. Sembra così, ma da Kampala, in Uganda, a Sassari, è un bel salto di modernità. Non aveva mai visto un aereo, nemmeno un treno, e declinando ancora il progresso neanche un aspirapolvere o una lavatrice. Ha ottenuto un visto turistico e il suo conto alla rovescia è iniziato. Ha 3 mesi di tempo per imparare l’italiano a tappe forzate, in modo da potersi iscrivere all’Università e realizzare il suo sogno: diventare medico. Ma Robinson, a parte la sua bella storia, ha altro da raccontare: con i suoi 24 anni, la sua assoluta timidezza e i suoi occhi puri come quelli di un bimbo che scopre un mondo, è la lente più efficace per guardare le nostre città da una prospettiva differente. E quello che resta impresso, non è bello per niente. «Ho accompagnato Robinson al test dei corsi di lingua in via Ugo La Malfa – racconta Roberto Schirru, che l’ha conosciuto durante un progetto umanitario a Kampala e ora ha deciso di ospitarlo – e poi gli ho dato appuntamento all’Emiciclo Garibaldi. Gli ho descritto l’itinerario su un bigliettino e poi gli ho detto: tranquillo, se dovessi avere difficoltà, tu rivolgiti ai passanti e chiedi indicazioni: basta dire devo andare ai Giardini pubblici, e vedrai che non ci sono problemi». Per arrivare a destinazione ha impiegato quasi un’ora, e non per la distanza, visto che un ragazzo come lui un paio di chilometri in Africa se li divora. «La gente, non appena mi avvicinavo – racconta Robinson – diceva No No, girava la faccia o faceva finta di non sentirmi». E lui non capiva il motivo, perché l’unica frase che lui pronunciava era «Scusa, devo andare ai Giardini». Ma il livello di insofferenza e fastidio rispetto a migranti ed extracomunitari ha raggiunto un tale livello, che liquidare sgarbatamente qualsiasi uomo nero che si avvicina, è diventato quasi automatico. E poco importa se non ha una mano questuante, e stringe tra le dita un semplice bigliettino. «Alla fine Robinson è riuscito a trovare la strada solo perché ha avuto la prontezza di fermare un vigile urbano – dice Schirru – che è l’unica persona che gli ha dato ascolto». Per un ragazzo finito in un pianeta sconosciuto, che non conosce la lingua, non dev’essere facile andare incontro a una città che ti volta le spalle senza apparente motivo. Per fortuna è uno determinato e tenace. «Nell’agosto del 2015, durante i lavori di costruzione della scuola Deborah Ricciu - Espandere Orizzonti a Kampala – racconta Roberto Schirru - si presenta come “falegname”, con una busta di plastica contente una sega, un martello, una squadra rotta, uno scalpello. È bravo, intelligente, curioso, sensibile, onesto, parla l’inglese meglio del presidente dell’Uganda. Costruisce tutti i banchi della scuola e tutti gli infissi, con le tavole comprate con le donazioni di oltre 140 Sardi. Vorrebbe studiare Medicina, e ci affascina con le sue spiegazioni scientifiche. Ma la sua famiglia è povera e non riuscirebbe mai a mettere da parte i 18mila euro che servono per pagarsi i 6 anni di studi alla Makerere Universitiy di Kampala, facoltà di Medicina. Così lo metto alla prova, gli invio un dizionario di Italiano-Inglese, un libro con un corso di Italiano per stranieri, e Robinson passa tutto l’inverno del 2016 a studiare l’italiano da solo e senza alcun aiuto». La sua caparbietà è commovente, e i volontari gli fanno ottenere un visto turistico per 3 mesi e gli pagano il biglietto per Sassari. Lo sbarco nella modernità ha un impatto devastante: non riusciva a credere che tutte le strade fossero asfaltate, anche quelle secondarie. Era incredulo che possano restare in piedi chiese ed edifici con 600 anni sulle spalle. Osserva con stupore le premure che i genitori riservano ai bimbi: «In Africa le mamme li tengono in braccio solo finché hanno latte nel seno, poi poche carezze e molti sculaccioni se non ubbidiscono». Ora Robinson deve cercare di capire e farsi capire, e vincere una borsa di studio per l’Università. È stato fortunato ad avere questa opportunità, un po’ meno per il periodo. Sassari e molte altre città, ultimamente, non sono disposte ad accogliere a braccia aperte chi arriva da lontano.

Omar si sente sardo: l’isola mi ha accolto
di Dario Budroni
OLBIA L’integrazione ha il volto di un ragazzone di quarant’anni. Lavora dietro il banco di una reception, ha due bambini che frequentano le scuole della città e si è candidato alle ultime amministrative. Si chiama Omar Sarr e si sente mezzo senegalese e mezzo italiano. «E non solo perché ho la cittadinanza. Questo posto mi ha dato tanto e la bandiera italiana, io, la difenderò sempre». Omar ha una storia da manuale dell’integrazione. A Olbia è molto conosciuto. Ha anche fondato una associazione per aiutare i suoi connazionali. «Qui ci sono finito per caso - racconta –. Nella mia città, Kaolack, militavo in associazioni e in un partito, per chiedere maggiore democrazia. Poi a 25 anni sono stato invitato a fare una esperienza in Europa. Sono stato un po’ in Francia e poi nel nord Italia, infine Olbia per fare, come si dice qui, il vucumprà». In Italia, visto che i suoi titoli di studio non sono riconosciuti, Omar ha preso la terza media, poi il diploma all’istituto turistico e infine si è iscritto all’università. Dopo il lavoro nelle spiagge, ha invece fatto il lavapiatti, il facchino, ha lavorato in uno studio di geometri, poi il portiere e il receptionist in hotel. Nel frattempo non ha mai abbandonato la passione per la politica e il sociale. È nel direttivo regionale della Cgil e milita nel Pd. Raramente ha dovuto fare i conti col razzismo. «Olbia è una città accogliente. L’unica cosa brutta che mi è successa è stata in hotel, quando un belga mi ha chiamato sporco nero lanciandomi un vaso. Fu subito allontanato – racconta –. Oggi in Italia c’è chi fomenta l’intolleranza, senza capire che il mondo è di tutti. La storia è fatta di migrazioni. Nella stessa Olbia sono arrivati fenici, cartaginesi, romani. E non dimentichiamo il ruolo degli immigrati nella crescita economica».

 

 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 ottobre 2016 / Pagina 21 – Ed. Nuoro
PARLIAMONE
di LUCIANO PIRAS
La questione sarda deve tornare sul piano dell’analisi politica. Lo scrive e lo sottolinea uno stimolante saggio appena pubblicato dal politogolo barbaricino di Orune Carlo Pala, “Idee di Sardegna. Autonomisti, sovranisti, indipendentisti oggi”. Evidente che Nuoro, e la sua università delle zone interne, potrebbe avere un ruolo propulsivo, tanto quando è evidente che la questione sarda sia ormai dimenticata da tempo, lasciata ai margini soprattutto. Troppo spinosa e troppo dolorosa per essere affrontata a muso duro di questi tempi liquidi. L’isola, ora più che mai, è lontana da ogni centro di potere che conta, sia da Roma sia dalla stessa Cagliari, che è più romana de Roma che sarda di Casteddu. Del resto basta pensare al peso politico che la Sardegna ha nel panorama italiano: zero. Come succede, del resto, per tutto il Meridione, fatta eccezione della Sicilia. Ecco allora la grande sfida che si apre davanti ai partiti etnoregionalisti sardi, quelli storici, quelli di oggi e soprattutto quelli di domani. Che a Nuoro potrebbero trovare cittadinanza attiva e terreno fertile, sempre che l’Università barbaricina (dove Carlo Pala insegna e gravita) sia disposta a farsi promotrice di un serio dibattito internazionale e centro di gravità dell’intero Mar Mediterraneo.
 
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 ottobre 2016 / Prima Pagina – Ed. Oristano
MEDICINA, CIARLATANI E CULTURA
di EUGENIA TOGNOTTI Dacci oggi il nostro ciarlatano quotidiano. All’ultimo, all’ultima, anzi, in ordine di tempo, la Sardegna ha dato i natali e l’Università di Sassari la laurea in Medicina e Chirurgia nel non lontanissimo 1983. Nell’esercito, in continua crescita, degli spacciatori di illusioni e di false speranze di guarigione, quello di Gabriella Mereu, che vanta anche il titolo di omeopata, è un caso da manuale. La storia della Medicina - si sa - straripa di falsi medici, praticoli, curanti girovaghi, frati-guaritori di varie nazionalità. CONTINUA A PAGINA 17

Ciarlatani e cure alternative, è tutta questione di cultura
Dacci oggi il nostro ciarlatano quotidiano. All’ultimo, all’ultima, anzi, in ordine di tempo, la Sardegna ha dato i natali e l’Università di Sassari la laurea in Medicina e Chirurgia nel non lontanissimo 1983. Nell’esercito, in continua crescita, degli spacciatori di illusioni e di false speranze di guarigione, quello di Gabriella Mereu, che vanta anche il titolo di omeopata, è un caso da manuale. La storia della Medicina - si sa - straripa di falsi medici, praticoli, curanti girovaghi, frati-guaritori di varie nazionalità. In epoca pre-scientifica trovavano terreno fertile nell’impotenza terapeutica della Medicina ortodossa che spingeva gli ammalati ad affidare la speranza di guarigione a rimedi e medicamenti di varia composizione spacciati come miracolosi: unguenti dalle proprietà prodigiose, antidoti, elisir di lunga vita, scatolette contenenti polveri segrete, sacchetti con reliquie di santi. Nella nostra epoca iperscientifica e tecnologica la fortuna dei praticanti delle medicine non convenzionali è invece legata al fallimento delle cure e dei trattamenti convenzionali per alcune malattie; la sfiducia nella Medicina ufficiale; la crescente popolarità di un approccio più "naturale" o olistico alla malattia, che sta guadagnando l’adesione della fascia più abbiente e istruita della popolazione. C’è un filo rosso che lega tutti dispensatori di cure alternative: talora sono personaggi non estranei alla medicina, spesso medici per i quali l’efficacia dei trattamenti che propongono sono argomenti di fede, anche se privi di una validazione scientifica che ne attesti l’efficacia terapeutica; non presentano mai le loro ricerche su riviste peer-reviewed (in cui gli articoli sono selezionati da ’pari’, da specialisti del settore); fanno passare le critiche, argomentate, della comunità scientifica come una prova di ostilità e d’incomprensione, accusando i baroni universitari di avere paura della loro scoperta e di ostacolarla per i loro bassi interessi (brevetti, legami con case farmaceutiche). La figura della dottoressa Mereu, radiata dall’Ordine dei Medici, rientra in questo quadro. A quanto riferiscono i giornali - che la definiscono ’santona’ - ’cura i tumori con le parolacce’ e, a quanto pare, ammicca alla medicina magico-religiosa, se è vero che consiglia alle sue pazienti di curare la cistite inserendo nella vagina una medaglietta della Madonna per poi andare a messa. Il suo j’accuse nei confronti della medicina ufficiale - come si può leggere nel suo sito - è senza appello. Le cure dei ’colleghi medici’ che l’hanno radiata dall’Albo sono giudicate ’avvelenanti e mutilanti spesso senza ragione’; i pazienti si ammalano anche ’a causa del terrore provocato dalle diagnosi’. Ma, soprattutto, ’il criterio meccanicistico’ tradizionale ignora la causa del malessere che deve ’essere vista in maniera olistica ed a 360° e ricercata prima di tutto nel problema emozionale che crea un terreno malato’. Basandosi su queste teorie, la ex dottoressa ha ideato la ’Terapia Verbale’, che da anni, sostiene, ’sta aiutando tante persone a raggiungere una maggiore consapevolezza della Malattia e del suo significato’. Le sue conferenze in giro per l’Italia sono affollatissime. Ed ecco il nodo. Non è tanto di questa o quella cura alternativa o di questo o quel venditore di illusioni che si dovrebbe discutere, quanto, in generale, delle aspettative, delle motivazioni, delle speranze che inducono tanti malati a seguire le teorie più bizzarre e strampalate, voltando le spalle, talora, alle certezze della medicina ortodossa. E che dire del deficit di scienza e di cultura scientifica, del modo in cui s’insegnano nelle nostre scuole? In Italia, si dice "cultura" e si pensa a musei, opere liriche, biblioteche, antichi documenti, su cui le istituzioni spendono tutto il poco che c’è da spendere. Ma la cultura è questo, certo. Ma è anche altro, molto altro: è la ricchezza e la complessità del sapere, l’insieme degli strumenti concettuali di cui una comunità deve disporre per fare le scelte, per valutare, per pensare a sé stessa e al mondo che la circonda.

 
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 ottobre 2016 / Pagina 33 – Ed. Nuoro
Il festival “Éntula” contro il razzismo
CAGLIARI “La cultura degli altri” è il titolo del convegno organizzato all’interno del festival Éntula e in programma sabato 5 e domenica 6 novembre al Teatro Massimo di Cagliari. Una maggiore conoscenza delle culture dei migranti è l’unico vaccino possibile contro la xenofobia e il razzismo: su questo tema si confronteranno scrittori, operatori culturali, studenti e amministratori locali. In programma la presentazione del progetto Refugees Welcome Italia, che permette ai privati cittadini di accogliere rifugiati nelle proprie case.Tra gli ospiti l’attivista italo-marocchina Nawal Soufi. Due gli appuntamenti in programma nel corso della mattinata. Alle 11 l’incontro “L’abc dei diritti umani”, con Marco Pisu del Gruppo 128 di Amnesty International, che racconta il progetto Edu (Educazione ai Diritti Umani) e gli studenti del Liceo Gramsci di Olbia e quelli del liceo Eleonora d’Arborea di Cagliari che hanno partecipato al progetto L’Europa inizia a Lampedusa. Coordina la giornalista Paola Pilia. Alle 12 “Mediterraneo rosso”, a confronto Luca Foschi, giornalista inviato in zone a rischio e dottorando di ricerca all’Università di Cagliari, e Nawal Soufi, attivista italo-marocchina. I siriani l’hanno soprannominata Lady Sos perché quando si trovano alla deriva sanno che il suo numero è sempre attivo e la chiamano. Domenica 6 novembre la giornata si apre alle 10.30 con l’incontro “La cultura cuore dell’accoglienza”, con Paolo Frau, assessore alla cultura del Comune di Cagliari, Dolores Melis, direttrice della Mem, Valentina Piras dell’associazione Genti de mesu, Paola Masala, curatrice del progetto “Nois, il tg dei migranti”. Durante l’incontro sarà proiettato il video “La biblioteca multiculturale di Cagliari”. Alle 11.30 “Sardegna oltre i confini”, con Stefania Muresu (associazione culturale 4Caniperstrada), Michele Virdis (vicesindaco di Sarule) e Mauro Carta (Acli); coordina il giornalista Alberto Urgu. L’incontro sarà preceduto dalla proiezione del video “Oltre i miei confini”. Alle 12.30 “Angeli e demoni”, ultimo appuntamento della giornata, con Daniele Biella e Nawal Soufi. Durante il convegno, dal pomeriggio di sabato 5, sarà possibile vedere il docufilm “Nako -La terra”, che sarà proiettato in loop nella Sala M3. È una produzione dell’associazione 4Caniperstrada che racconta il lavoro, i sogni e le aspirazioni di un gruppo di migranti in un centro di accoglienza nel centro della Sardegna.
 
 
13 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 ottobre 2016 / Pagina 25 – Ed. nazionale
Segreti e bellezza dell’adolescenza
CHIARAMONTI Il corpo che cambia, che lancia nuovi segnali, che avvisa della comparsa di nuovi sentimenti e diventa testimone della capacità di relazionarsi agli altri ma anche dei propri conflitti. L’adolescenza è una delle età più complesse della vita per i cambiamenti, legati alla crescita fisica ma anche a quella cognitiva, e le difficoltà legate al debutto sociale che il ragazzo e/o ragazza deve affrontare. Problematiche che la professoressa Giusy Manca, docente di Pedagogia della marginalità e della devianza presso l’università degli Studi di Sassari, ha affrontato ampiamente venerdì sera nella sala consiliare di Chiaramonti in occasione dell’interessante presentazione del libro «La grande bellezza. L’adolescente e il proprio corpo. La cura del corpo in adolescenza tra ricerca di identità e prove di debutto sociale». «Un libro pensato e scritto per i miei studenti ma che vuole avere anche carattere divulgativo - ha spiegato la professoressa dopo i saluti introduttivi del sindaco Marco Pischedda e dell’assessore alla Cultura Maria Antonietta Solinas -. Il titolo “La grande bellezza” riprende quello del film di Sorrentino vincitore del Premio Oscar ma si riferisce alla bellezza dei nostri adolescenti. Il libro parla del rapporto dell’adolescente con il proprio corpo, un rapporto complesso che mette in difficoltà anche l’adulto per i segnali verbali, comportamentali che gli adolescenti ci trasmettono». Inevitabilmente gli adolescenti mettono a confronto il proprio corpo con i riferimenti estetici che hanno attorno, o meglio che vengono loro proposti. Un confronto che spesso può generare grandi delusioni e insoddisfazioni fino a creare problemi di relazione. «Il corpo è un mediatore sociale e la bellezza diventa passaporto per l’accettazione sociale - ha continuato la pedagogista -. In questa fase l’adolescente sta provando a costruire la propria identità e per questo ha bisogno dell’approvazione degli altri». Per questo è importante la relazione con i propri pari. Perché attraverso il confronto con gli altri, simili a lui o lei, con le stesse paure o problematiche, per rispecchiamento l’adolescente arriva alla conferma di sé. Per allontanare seri pericoli derivanti da una errata percezione di sè come la mancanza totale di autostima e le manifestazioni ansiose «fondamentale è aprire un dialogo con gli adolescenti - ha consigliato Giusy Manca - saperli ascoltare e non farli sentire soli in un momento così delicato della loro esistenza». Letizia Villa
 
 
 

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